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Autore: MaxT    26/05/2012    5 recensioni
Una Elyon esuberante e sorprendente torna a cercare le sue vecchie amiche, che si troveranno presto coinvolte in avvenimenti più grandi di loro. Che spaventosa profezia ha pronunciato la Luce di Meridian? Vera è…vera? Dove sono andate le gocce astrali delle W.I.T.C.H.? E’ una storia dove i personaggi assumono diversi ruoli contrastanti, si muovono nel segreto e nell’invisibilità, e le loro motivazioni autentiche si delineano a mano a mano che la storia si avvicina alla conclusione. Note: qualcuno potrebbe considerare OOC Elyon e le gocce astrali. Da parte mia, penso che siano una evoluzione plausibile dei personaggi visti nel fumetto. Aggiornamento: I primi sei capitoli sono stati riscritti nell'ottobre 2008.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le profezie di Meridian'
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Ad personam

Cara Silvia Gi, sei stata gentilissima a trovare il tempo per leggere e commentare questo capitolo, nonostante il periodo pesante.
La discussione tra Vera e Wanda è un'aggiunta degli ultimi giorni; mi sembrava che il resto del capitolo fosse troppo tecnico ed emotivamente piatto, perciò ho voluto mettere in gioco questi due personaggi e le loro motivazioni. Eppoi, la rivelazione di Elyon deve averle creato molto imbarazzo di fronte alle gocce, e non era possibile passare ciò sotto completo silenzio.
Anche Wanda, con la sua dedizione alla discutibile causa del colpo di stato, meritava un attimo di luce. In effetti i dubbi di Will del capitolo precedente mi hanno dato una buona occasione per un paragone tra le due, anche se non era premeditato.

La tua analisi delle motivazioni dei vari personaggi è sostanzialmente corretta.
Nel caso di Pao, potrei aggiungere che lei ha trovato a Meridian la possibilità di diventare un grande architetto, al dilà dei suoi sogni più rosei, ed è quello che sta facendo a tempo pieno, senza che nessuno tenti neppure di coinvolgerla nella contesa.

Carol è indubbiamente abile a tirare l'acqua al proprio mulino, e spera che la contesa finisca presto nel modo più indolore possibile; per lei Meridian è una grossissima occasione per imparare la magia, per poi applicarla nel suo mondo d'origine.

Nel caso di Therese, potrei dire che questa è stata talmente coinvolta nel sistema difensivo che lo sente un po' come una sua creazione da mettere alla prova; senza contare che, con le sue conoscenze, non c'è modo che Vera possa permetterle di tornare a casa prima della completa fine della contesa.

Beh, Vera e company non sono così disperate, la riserva di energia è ancora più che sufficiente per la battaglia, anche se lo sprecarla creerà difficoltà per mantenere in seguito un così formidabile sistema difensivo, per non parlare di altri bonus concessi alla vita civile della città.
A presto, spero.

Qualche parola su questo capitolo. Il nome mi sembra evocativo, e può essere interpretato in modi diversi, tutti pertinenti. Qui inizia la pianificazione del grande ritorno di Elyon, non per niente al diciassettesimo mese di esilio. La storia non ci racconta se quella sera nel bosco era un venerdì, magari il 17. Facendo i conti del tempo passato dal golpe, iniziato verso la fine di ottobre, posso ipotizzare che fosse il primo aprile. Un giorno adatto ad apprendere se Elyon avesse ragione su una cosa molto importante.
Per quanto riguarda l'illustrazione: stavo già progettando una scena notturna nel bosco, ma poi mi sono ricordato di avere fatto un disegno di Orube impegnata in un allenamento di lotta che mi sembra adatto ad illustrare, se non proprio l'ultima scena, quantomeno il personaggio che ne è protagonista. Questo mi è sembrata l'occasione migliore per farlo vedere.
Buona lettura
MaxT

a l'occasione giusta per farlo vedere 

 

Profezie


Riassunto delle puntate precedenti

Dopo un incontro misterioso con la Luce di Meridian, Vera ha convinto le Gocce a sostituirsi a Elyon a Meridian, impersonando la regina e le guardiane.
La controfigura di Elyon e le finte guardiane esiliano Miriadel e Alborn, mentre Caleb sfugge alla cattura; pur avendo assunto il potere, si rendono conto di non essere convincenti, e inventano la storia che le guardiane sono a palazzo per proteggere la Luce di Meridian da un complotto.
A Heatherfield, Elyon spiega che quella che si sta realizzando è una sua profezia, che prevede che la tirannia duri un anno, che a Meridian dura diciotto mesi. Elyon è decisa a non tentare niente prima di questa scadenza.
Il nuovo piano di Vera prende rapidamente forma, basandosi sull'ambiguità del termine di un anno: prima simuleranno che Elyon diventi sempre più tirannica, screditandola, poi Vera la spodesterà dopo un anno terrestre di dodici mesi, facendo finire apparentemente la tirannia e realizzare la profezia; poi, dopo aver guadagnato il consenso della gente, si prepareranno per affrontare Elyon e le Guardiane al loro ritorno dopo diciotto mesi, un anno di Meridian.
Vera crea venti copie di Wanda, dette Nemesis, che avranno l'incarico di impersonare le guardiane e di sorvegliare la città restando invisibili o sotto falsa identità, o con l'aspetto di aquile.
Come dal piano di Vera, le false Guardiane imprigionano Galgheitha e altri personaggi importanti, che potrebbero rendersi conto che la sempre più tirannica Regina e le Guardiane sono state impersonate da controfigure; la principessa Vera fa la parte della buona, facendo fuggire questi prigionieri dalla città.
Infine, si arriva allo scadere dei dodici mesi dall'arrivo delle Gocce e da quello che a molti appare come l'inizio della tirannia. La montatura arriva al suo culmine: Vera parla in consiglio criticando Elyon, poi affronta le false guardiane e infine la falsa Elyon, sconfiggendoli tutti e venendo proclamata Regina.
Informata da Caleb, la vera Elyon decide di proseguire col piano iniziale, aspettando altri sei mesi per intervenire; inoltre preannuncia alle guardiane che intende farlo da sola. Queste, preoccupate, si chiedono se dovranno intervenire in qualche modo per aiutarla.
Nel frattempo Vera fa sperimentare nuove armi segrete, come fruste capaci di iniettare narcotici e sistemi per materializzare armi pesanti in vista del confronto finale.
Cinque mesi dopo, la situazione precipita improvvisamente per un casuale ma burrascoso incontro di Taranee con le gocce a Midgale. L'Oracolo acconsente a chiudere la muraglia per precauzione e ne fa dare preavviso a Elyon, che però decide di dover assolutamente parlare con Vera al più presto.
Elyon, quindi, decide di teletrasportarsi immediatamente nel suo mondo. Preoccupato per la sua sorte, L'Oracolo convoca immediatamente le Guardiane, inviandole a recuperarla. Queste intervengono in tempo per sottrarla a due Nemesis che stavano cercando di catturarla. Ma nel trasportarla a Kandrakar, inaspettatamente trascinano con loro una delle due, Dora.
A Kandrakar, Elyon viene costretta a rivelare che il colpo di stato di Vera era stato frutto di un loro accordo per far realizzare la profezia della tirannide nel modo meno dannoso possibile. Vera aveva assunto una pozione per dimenticare questo accordo, ma la sua memoria sarà ripristinata pronunciando in sua presenza
una frase concordata, che comunica a Dora che viene rimandata a Meridian come messaggera.
Dora ritorna e ripristina i ricordi di Vera, aggiungendo che Elyon vuole parlarle, ma riferisce anche che a Kandrakar sia lei che la ex-regina sono state minacciate.
Quando Elyon viene condotta al cospetto di Vera, questa rifiuta di tirarsi in disparte e ammettere pubblicamente la montatura, con la scusa che Elyon non ha mantenuto una vecchia promessa, e che non può comunque garantirle dalle vendette di Kandrakar; tuttavia mantiene la promessa di riportarla a casa, libera, in attesa del confronto finale.
Le WITCH apprendono da Cornelia l'esito di questa missione. Taranee è fortemente risentita sia verso Cornelia, che ha sempre spalleggiato Elyon pur avendo intuito i suoi piani, sia verso Will, accusata di essere sempre più simile all'Oracolo. Pochi giorni dopo, però, Will si confida con Matt in un locale pubblico, e casualmente Taranee e Hay Lin sentono questo sfogo; mentre Taranee si rabbonisce, Hay Lin è in preda ai dubbi sul suo ruolo e il suo futuro, e si mette in contatto con la nonna Yan Lin che la rassicura, senza però poterle rivelare il segreto dell'Antica Profezia sulla quale si fonda Kandrakar.
Nel frattempo, a Meridian Vera e le sue fedeli si preparano a modificare il loro sistema difensivo, dopo che la temporanea cattura di Nemesis 1 aveva rivelato all'Oracolo fin troppe informazioni su di esso.

 

 

 Capitolo 74 
La creazione del caos



Bosco sui colli sopra Heatherfield

La debole luce della luna filtra attraverso le fronde fitte, spezzettata in mille chiazze che interrompono l’ oscurità del sottobosco.
Lungo un sentiero che si addentra nel folto, tre figure avanzano nella penombra con passo fin troppo sicuro. I loro profili sono mostruosi, deformati da escrescenze che trasformano le loro teste in quelle di mostruosi artropodi del cambriano dagli occhi pedunculati.
Giunti in una radura, la figura più alta si ferma e si volta indietro. “Qui non siamo visibili dalla città”.
Il secondo mostro si guarda in giro, e risponde con una voce di ragazzina: “Può andare, papà”.
La terza figura, che chiude la fila, si toglie gli occhialoni da visione notturna. “Facciamo un po’ di luce vera, allora”, dice la donna, e accende una potente lampada a batteria.
“Ehi, Eleanor, aspetta! Mi hai abbagliato i visori!” protesta Thomas, sollevandosi sulla fronte i pesanti occhialoni a intensificazione di luminescenza.
“Questo posto è perfetto per quello che dobbiamo fare!”, ribadisce soddisfatta Elyon guardando la radura in cui sono giunti, e si fa svanire in mano il suo visore.
Thomas brontola: “Ma non sarebbe meglio chiedere prima all’Oracolo se è d’accordo? Se si opponesse, poi rischiamo di stare un po’ strettini in casa, no?”.
“Vedrai, pa’, lui sarà entusiasta di un piano così. Dovremo sopportare per un mese, poi il successo è garantito!”.
“Se lo dici tu…”, risponde dubbioso Thomas rinfilando gli occhialoni, “Io vado a tener d’occhio i paraggi. Lascio a voi le stregonerie”.
“Le magie!”, corregge Elyon un po’ risentita, mentre accende anche la sua lampada a rischiarare la radura. “Comincio a sistemare il palcoscenico”, dice, e davanti alle sue mani tese appare un grande specchio ellittico a figura intera.

Mentre osserva la figlia adottiva che percorre un tragitto incurvato, fermandosi per far apparire uno dopo l’altro altri grandi specchi traballanti, Eleanor avverte: “Attenta a non romperli, se no… sette anni di guai per ciascuno”.
Elyon si volta verso di lei. “Mamma, non sarai superstiziosa? Tieni i piedi per terra!”. Ma mentre lo dice, lo specchio che ha davanti, mal appoggiato sul terreno, si sbilancia e cade all’indietro su una roccia affiorante.
Lo schianto le raggela, e mette a tacere tutti gli altri piccoli rumori della notte.
Elyon guarda l’immagine della luna, spezzata e moltiplicata nei frammenti ai suoi piedi.
“Cos’è stato?”, chiede la voce di Thomas da oltre il bordo della radura.
“Solo madama sfortuna che è venuta a ricordarci qualcosa!”, risponde Eleanor.
“Macché! Lo risistemo subito!”, la contraddice stizzita Elyon, tendendo una mano verso i frammenti.
In un attimo questi si ricompongono, poi il grande specchio si risolleva dal terreno.
“Un po’ di stile…”, commenta compiaciuta la giovane ex-regina contemplando la sua immagine riflessa, fiocamente illuminata dai lati.
Si guarda attorno, soddisfatta. Tutti gli specchi ellittici sono stati disposti a disegnare un’ellisse sul terreno, e lei si porta a occupare uno dei due fuochi. “E ora, iniziamo per davvero!”.
Tra le sue mani appare la sobria e lucida Corona di Luce. Da quando è tornata a Heatherfield non l’ha più indossata, ed è rimasta smaterializzata quasi sempre. Come ha potuto farne a meno così a lungo, pensa commossa?
Quando la indossa, però, la sensazione che ne riceve non è quella che ricordava. 
Inquieta, tende le braccia in direzione dell’altro fuoco dell’ellisse, a pochi passi da lei, e si concentra.
Per un attimo, gli specchi iniziano a vibrare e scintillare, e un alone di luce tenue appare nel luogo designato, ma l’aria resta immobile.
Dopo un lungo sforzo, Elyon abbassa le braccia e si sfila la corona, guardandola incerta.
“Forse è scarica”, suggerisce Eleanor, “Se la terrai in capo per un po’…”. Ma, mentre si avvicina, nota l’espressione della ragazza: una summa di sbigottimento, di orrore, incredulità e quant’altro può passare per la testa e il viso di chi capisca, a diciassette mesi di distanza, di avere preso con sé la corona sbagliata.
“Oh, no!” esala Eleanor appena comprende. “Allora quella Vera aveva ragione!”.
Dalla gola di Elyon inizia a uscire un sommesso lamento inarticolato, mentre il terreno prende a vibrare leggermente sotto i loro piedi.
Un altro degli specchi si sbilancia, e cade con uno schianto.
“Cosa succede?” grida Thomas allarmato, ritornando nel cerchio di luce delle lampade.
“Elyon! Elyon, calmati!”, le grida Eleanor.
Il terreno smette di vibrare, ma il viso della ragazza non perde l’espressione quasi catatonica. D’improvviso, le prime gocce di pioggia prendono a bagnare il terreno, e in pochi secondi un rovescio inizia a sferzare il bosco e tutti loro.
“Maledizione! Dov’è andata la luna?”, grida Thomas, mentre un altro specchio si schianta al suolo.
“Elyon, calmati! Nulla è perso!”. Eleanor la scrolla per i polsi. “Nulla è perso, bambina mia”, ripete, “Possiamo ancora chiedere aiuto all’Oracolo! Avevi detto che sarebbe stato entusiasta dell’idea!”.
Lentamente, la luce della ragione torna negli occhi di Elyon, e lo scroscio si affievolisce fino ad una lieve pioggerella.
La ragazza guarda i grandi specchi ancora in piedi, eretti come un cerchio di dolmen attorno a lei. “Entusiasta… davvero ho detto così?”.


Kandrakar, il pomeriggio dopo

“Eccoci arrivate, Elyon”, annuncia Will, riponendo il suo talismano rutilante. “Eccoti a Kandrakar, come volevi!”.
“Grazie”, dice timidamente lei; dopo un’occhiata a Cornelia che le sorride incoraggiante, si fa avanti verso il centro del grande salone ad anfiteatro, dove l’Oracolo l’attende librato un metro al disopra della pedana, seduto sul niente a gambe incrociate.
Le gradonate tutt'attorno sono quasi vuote; solo Tibor e Yan Lin la guardano impassibili seduti sulla sua destra. In preda all’inquietudine, Elyon si volta all’indietro e incrocia, al di là dello schieramento che l’ha scortata fin lì, lo sguardo ostile di Endarno.
“Adesso scappa!”, sussurra la Guardiana dell’Acqua all’orecchio di quella della Terra, che la liquida con un movimento infastidito della spalla.

La voce cortese dell’Oracolo la richiama: “Benvenuta, Elyon di Meridian. Cosa ti ha portata a chiedermi udienza?”.
“Signore… vengo a discutere sui piani d’azione per la liberazione di Meridian. Tanto per cominciare, vorrei poter esaminare il casco e la manopola che avete sottratto a Nemesis Uno. Vorrei cercare di capire di che incantesimi siano depositari”.
L’uomo risponde: “Purtroppo, temo che quegli incantesimi siano svaniti. Io stesso ho esaminato con cura quegli oggetti, e ci sono solo vaghe tracce di ciò che potevano fare”. Ad un suo cenno, il caschetto e la manopola compaiono con un lampo a mezz’aria tra lui e la giovane interlocutrice. “Comunque, se vuoi…”.
Elyon si  fa avanti timidamente, prendendo in mano con riverenza la manopola e guardandola con attenzione. “Nessun bottone… questa può essere azionata solo col pensiero”.
“Poteva, semmai. Ormai è inerte. All’interno è carica di una miscela di potenti narcotici, ma non è neppure chiaro come abbiano fatto a caricarla, perché è perfettamente sigillata”.
Elyon lascia la manopola a mezz’aria e prende tra le mani il casco verde scuro; si intravedono piastre rettangolari di metallo argenteo annegate nella resina semitrasparente disposte tutt’attorno a formare una specie di corona. Dal frontale, due occhi di gatto gialli la guardano, intersecando la N rossa di Nemesis.  La visiera iridata è la parte più interessante. “Una di loro poteva vedermi anche se mi ero resa invisibile. In questa visiera c’è la spiegazione, ma come leggerla?”.
Will si avvicina con curiosità, e le prende delicatamente dalle mani il casco. “Neanche noi ti abbiamo vista, all’inizio. Ci sei apparsa solo quando siamo riuscite a toccarti”.

Mentre la Guardiana del Cuore prova a indossare il caschetto, l’Oracolo si rivolge nuovamente a Elyon. “Intuisco che questi oggetti non sono tra i tuoi pensieri più importanti. Tu mi hai chiesto udienza per un motivo diverso. E’ giunto il momento di spiegarci ciò che ti sta più a cuore”.
La ragazza annuisce a disagio. Non è facile barare, qui. “Signore, sono venuta a esporvi il mio piano, e chiedervi l’energia che mi manca per poterlo realizzare”.
L’oracolo solleva impercettibilmente un sopracciglio. “L’energia non è un problema, per Kandrakar. Però credevo che non lo sarebbe stato neppure per la Luce di Meridian”.
Elyon deglutisce, e ammette con imbarazzo: “Un po’ di tempo fa ho fatto un piccolo errore… si, insomma, un errore… un grossissimo errore: prima di tornare a Heatherfield, ho creato una copia quasi inerte della Corona di Luce da lasciare a Meridian. Purtroppo, ecco, si vede che l’avevo fatta un po’ troppo somigliante, poi nella fretta di partire... Insomma, mi sono portata via la copia, e ho lasciato lì la corona vera!”.
Esclamazioni soffocate di stupore e disappunto giungono dalle sue spalle e dalle gradonate.
“Ciò è gravissimo!”, risponde l’Oracolo, mentre una vaga ombra gli attraversa il viso. “Se la Corona di Luce autentica è quella rimasta a Vera, ciò la rende praticamente invincibile sul suo campo”.
I sommessi cicalecci ironici di Irma si zittiscono di colpo, sostituiti da un silenzio attento e preoccupato.

“Vera non userà quella corona”, afferma Elyon cercando di riprendere la sua sicurezza. “Lei è una mia creatura. E quando l’ho creata, le ho infuso alcuni imprinting. Il primo è proprio che lei non avrebbe mai osato indossare quella corona, finché io sono in vita”.
“Oh, beh, basterebbe…”, fa la voce di Endarno da dietro, ma l’Oracolo chiede silenzio con un gesto autorevole. “E poi? Gli altri imprinting?”.
“Il secondo è che lei avrebbe ostinatamente negato, anche a sé stessa, che si possa passare dalla Terra a Meridian con un semplice teletrasporto, anziché con un salto dimensionale. Questo le renderà impossibile ritornare a Meridian, nel caso che qualcuno la teletrasporti sulla Terra”.
L’uomo annuisce, facendo tacere con un cenno un tentativo di mugugno di Taranee. “Altri imprinting?”.
“S… sì”, risponde Elyon con un po’ d’imbarazzo, “L’ho creata in modo che non bramasse il mio trono”.
Esclamazioni e risolini soffocati si levano di nuovo da dietro di lei.
“Oh bene”, commenta l’Oracolo con una punta d’ironia. “Se i primi due imprinting funzionano bene quanto il terzo…”.
“Signore, la situazione attuale non è causata dalla bramosia di Vera per il trono! Ammetto che ora potrebbe anche averci preso gusto, ma il vero problema è che non vuole ammettere davanti a tutta Meridian di avere organizzato una montatura. Ormai ha messo in gioco la sua faccia, questo è il problema!”.
L’Oracolo obietta: “Però Vera mandava sulla Terra quelle due in automobile attraverso un teletrasporto. Da questo, mi sembra che anche il secondo imprinting possa essere venuto meno”.
“E’ possibile”, deve ammettere Elyon, “Ma si può rimediare: basterà che voi siate pronti ad attivare la Muraglia appena io sarò arrivata davanti a Vera e l’avrò teletrasportata sulla Terra. Tutte le altre, gocce e Nemesis, derivano i loro poteri dalla sua presenza, e non potranno fare molto senza di lei”. Continua, con un’espressione più soddisfatta: “Una volta che avrò ripreso il potere a Meridian, sono certa che anche Vera ammetterà la sconfitta, e potrò venire a patti da una posizione di forza”.
Trattenendosi dal voltarsi indietro, aggiunge: “Sempre che a Kandrakar nessuno intenda tentare di incarcerarla, beninteso”.
L’oracolo tende una mano a zittire una replica in arrivo da dietro, e risponde: “Ciò dipende anche da ciò che lei farà nel confronto finale, beninteso”. La guarda intensamente, poi riprende: “Torniamo alla tua proposta, Elyon. A cosa ti servirà l’energia che hai richiesto?”.
“Oracolo, il mio piano è: materializzare almeno venti Nemesis fedeli a me”.
“Venti…”. L’Oracolo allibisce per un attimo in modo quanto mai poco oracolesco, poi riprende immediatamente l’abituale contegno. “Non credevo che volessi creare un tuo esercito per combattere contro quello di Vera. Ma se è così, perché plasmare proprio delle guerriere identiche alle nostre avversarie?”.
“No, no, Signore! Io non voglio farle combattere! Anzi, voglio crearle uguali proprio per scongiurare questa possibilità: sono sicura che non combatterebbero mai contro le loro gemelle!”.
“E perché crearle, allora?”.
“Io intendo creare venti copie di Dora, con gli stessi suoi ricordi, ma conferirò loro una capacità in più: quando si troveranno faccia a faccia con le loro avversarie, saranno in grado di assimilarne immediatamente l’aspetto, i ricordi recenti e l’impronta mentale, assieme a eventuali incantesimi di riconoscimento. Dopodiché, basterà creare un qualche diversivo per distogliere l’attenzione dalla scena, e poi Vera non sarà più in grado di distinguere le sue Nemesis dalle mie. A questo punto, lei dovrà disabilitare dalle autorizzazioni della barriera contro il teletrasporto le impronte mentali delle Nemesis imitate, oppure anche le mie fedeli potranno passarla. Questo toglierà alle Nemesis originali gran parte del loro vantaggio nel teletrasporto. Dopodiché si creerà una situazione di stallo: ogni volta che perderà di vista le sue guerriere, temerà che possano essere imitate. Il risultato sarà che il suo principale sistema difensivo cadrà nella più completa confusione, lasciando molta più libertà di movimento a noi. E se avremo fortuna, una delle nostre Nemesis potrebbe perfino riuscire a rientrare a palazzo, al cospetto di Vera, e approfittare di un momento favorevole per sorprenderla  e teletrasportarla via fin sulla Terra, da dove non potrebbe più tornare!”.
Dopo un lungo istante di silenzio sbigottito, l’Oracolo risponde con una vaga venatura di sarcasmo represso nella voce pacata: “Elyon di Meridian, se il tuo scopo è creare confusione, indubbiamente la tua abilità merita un plauso. Io stesso mi sento confuso, davanti a tale piano. Però ho ben presenti i guai causati dalle gocce, e poi quelli delle Nemesis, che sono le gocce delle gocce. Però faccio fatica ad immaginare che disastri potrebbero causare le gocce delle gocce delle gocce!”.
Alle sue spalle, Elyon sente la voce di Irma ridacchiare: “Se ha fatto confusione con solo due corone, te l’immagini con quarant… ouch!”.
Elyon lo guarda mogia, a testa bassa. “E’ un no?”.
“Almeno questo è chiaro, a quanto pare!”, risponde l’Oracolo, “Questa situazione intricata ha bisogno di chiarezza, non di ulteriore confusione”.
Da dietro la voce beffarda di Endarno aggiunge: “Se le cose non andranno come vuoi tu, e mi sembra che questa stia diventando una costante, rischi perfino di raddoppiare le forze della nostra avversaria! A nostre spese, pure!”.
Mentre Elyon si volta con sguardo risentito, il Sommo Custode della Torre delle Nebbie continua: “Se serviranno nuove forze, ci penserà Kandrakar a fornirle. Possiamo raccogliere in breve una squadra di guerrieri di Basiliade, per impegnare queste Nemesis in un combattimento leale”.
“Con tutto il rispetto, SIGNORE, questa è una pessima idea! Questo trasformerebbe il mio ritorno in un’invasione esterna! Per me è inaccettabile!”.
Endarno la squadra freddamente. “Cosa ti fa pensare, REGINA, di poter dettare condizioni?”.
Temendo di aver osato troppo, Elyon abbassa il tono: “Per noi, rivelarci significa perdere in partenza: esporsi alla reazione non solo delle Nemesis, ma dell’esercito…”.
“I nostri guerrieri vengono da Basiliade, ALTEZZA!  Un mondo in cui i bambini imparano a combattere, e l’onore, fin dai sette anni! Vuoi fare un paragone coi panzoni del vostro mondo, in cui non si fa una vera guerra da milleottocento anni?”.
Elyon, in piena ripicca, risponde: “E volete mettere gli animali telecontrollati? E chissà che gamma di armi segrete e incantesimi assortiti?”.
“BASTA!”, interrompe l’Oracolo, inappellabile.  Poi, riprendendo la sua usuale apparenza serena, continua: “Noi non abbiamo nessuna intenzione di muovere guerra a un altro mondo. Adesso cominceremo a studiare la situazione con calma e pazienza, e a stendere un piano d’azione razionale”. Da seduto per aria, si mette in piedi con un movimento dall’agilità inaspettata, e fa strada verso un balcone che dà sull’esterno. “Elyon, guardiane, seguitemi!”.
Irma prende a braccetto Hay Lin, e la trascina a passo lungo dietro all’oracolo. “Presto, Hay Hey”, le sussurra scherzosa, “Non voglio perdermi la faccia che farà la piccoletta”.

Una volta sul balcone, Elyon osserva stupefatta la visuale dall’alto della sua città, così reale che, aguzzando gli occhi, può perfino riconoscere qualche passante.
“Sorpresa!”, le sussurra Irma appoggiandole un braccio sulle spalle, “Ma ora, se non vuoi che i tuoi sudditi possano contarti le otturazioni, è meglio che chiudi la bocca!”.
“Magari anche tu”, le sussurra Cornelia da dietro.
L’Oracolo riprende, troncando ogni commento inopportuno: “Come vedi, Elyon, noi abbiamo parecchi modi di osservare, ma sarebbe utile che tu ci commentassi ciò che vediamo, e ci aiutassi ad individuare le minacce in anticipo”. Dopo una breve sosta che permette alla sua ospite di osservare ancora un po’ la sua città baciata dal sole della mattina, l’Oracolo riprende: “Questo strumento e molti altri sono a tua disposizione, nel mese che rimane alla data che tu stessa hai scelto per il tuo ritorno. Per quella data, tutti noi assieme dovremo aver formulato un buon piano”.
Elyon annuisce muta, senza riuscire a staccare lo sguardo stupefatto dalla città che sembra vivere ai suoi piedi.


Kandrakar, il giorno dopo

La guerriera vestita di bianco percorre il camminamento dalla Fortezza alla Torre delle Nebbie. I suoi piedi nudi non fanno alcun rumore mentre affondano fino alla caviglia nel letto di nubi, soffice e solido.  Il contatto fresco e umido le dà un senso di libertà surreale. L’unico suono che permea il silenzio è il sommesso fischio del vento che lambisce i due edifici sospesi sulle nuvole eterne.
Guarda, davanti a sé, l’altissimo pinnacolo della Torre delle Nebbie dal color grigioverde chiaro, percorso da un cornicione e una fila di grandi oblò alternati ad aperture irregolari sul vuoto. L’eleganza sobria dell’edificio non deve ingannare: questo è il carcere più sicuro dell’intero Universo, l’unico in grado di neutralizzare ogni potere magico o paranormale dei suoi detenuti, come pure la loro volontà di reagire. Sempre. O meglio…quasi sempre, come scoprì tre anni prima, a spese sue e altrui, proprio il Sommo Custode.
E’ da lui che la guerriera è diretta.

Duecentoquindici metri di salita su una rampa elicoidale non sono un problema, per una come lei. Niente per cui debba sprecare un teletrasporto.
Arrivata all’ultimo piano, il suo respiro non tradisce alcuno sforzo.
“E’ permesso, Signore?”, chiede la guerriera all’ingresso della sala.
“Vieni avanti, Orube”, dice Endarno, voltandosi brevemente verso di lei mentre resta in piedi davanti a un finestrone alto e ovale che offre una splendida vista della fortezza di Kandrakar.
Lei si avvicina con il suo passo elastico e silenzioso da felino e rimane in silenzio, seguendo la direzione dello sguardo del Sommo Custode.
Finalmente Endarno torna a girarsi verso di lei. “Orube, ti ho convocata perché devo affidarti un incarico di alta responsabilità. Dovrai scegliere, entro pochi giorni, una squadra di guerrieri di tua fiducia, a Basiliade o tra gli Araldi Bianchi. Dovrai presentarmi questa squadra qui, al più presto, in modo che io possa istruirli su tutto ciò che c’è da sapere per intervenire a Meridian, e dotarli di armi e amuleti idonei a quella città piena d’insidie”.
Orube rivolge un profondo inchino al suo superiore. “Sarà fatto, signore. Ma… posso chiedere se l’Oracolo è a conoscenza di ciò?”.
“Gliene parlerò io, Orube. Io non ho bisogno di nascondere ciò che faccio. Sono un guerriero, e odio i sotterfugi. Non ti nascondo che ciò che ti ho ordinato è una mia iniziativa. Anche se non gli piacerà, non potrà che darmi ragione”.
Orube resta impassibile in atteggiamento marziale, ma Endarno percepisce il dubbio nei suoi pensieri. “Tutto ciò è solo una precauzione”, continua lui, “Il Signore di Kandrakar ha riposto troppa fiducia in un personaggio ambiguo come Elyon. Da parte mia, credo che lei, una volta a Meridian, lascerà le guardiane al loro destino per proseguire con i suoi piani pazzeschi o con un qualche accordo col nemico”.
Tace un attimo, pensando a quella piccola serpe: non gli è sfuggito che, prima di parlare del suo piano, ha voluto toccare gli equipaggiamenti catturati alla nemica, in modo da poterli riprodurre in qualche modo anche se l’Oracolo avesse negato la sua approvazione a quel suo piano assurdo. Ma non è necessario spiegare tutto ciò a Orube.
Riprende: “Il sistema difensivo di Meridian è molto forte, e le nostre Guardiane potrebbero trovarsi in difficoltà. Come sai, loro hanno con sé il Cuore di Kandrakar. La nostra congrega non può permettersi di perdere quell’amuleto. Perciò dobbiamo essere pronti a intervenire in forze, in caso di necessità”.
Guarda la guerriera e percepisce, al di là dell’espressione risoluta e dello sguardo penetrante delle sue iridi gialle, che non ha ancora vinto le sue perplessità. “Non preoccuparti, Orube, non intendo farvi intervenire senza il benestare dell’Oracolo. Ma se mai lui dovesse pentirsi troppo tardi dell’imprudenza della sua scelta di mandare le Guardiane allo sbaraglio, voi sarete lì pronti a rimediare al suo errore”. La scruta ancora: ora le sembra un po’ più tranquilla, ma percepisce ancora un dubbio interiore. Non importa, quando sarà il momento i dubbi si scioglieranno da soli. “Ora vai ed esegui, Orube. Mi fido di te”.
“Sì, signore. Sarà fatto”. Si congeda con un profondo inchino, ed esce dalla sala senza un fruscio.

Mentre discende silenziosa la rampa che si avvolge dentro la torre, Orube medita rammaricata. Anche lei, all’inizio, aveva giudicato chiassose e incompetenti quelle guardiane dai costumi sexy e le fragili ali da fatina, ma poi si era dovuta ricredere sulle loro capacità, frutto della loro amicizia. Perché tanta sfiducia in quelle stesse ragazze che anni prima hanno salvato Kandrakar anche a costo di andare contro gli ordini dei loro superiori?
E ha conosciuto anche Elyon: l’aveva ospitata per alcuni giorni nello stesso periodo in cui colui che sembrava lo stesso Endarno aveva ordinato il suo arresto. E’ possibile che quella ragazzina allegra e infantile che lei ricorda sia lo stesso mostro di ambiguità che il suo superiore le ha descritto?

 

  
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