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Autore: LostinStereo3    26/05/2012    2 recensioni
Non sapevo da quanto tempo camminavo, non mi importava, il tempo era solo un numero, uno scorrere di numeri in successione che si accavallavano, uno dietro l’altro, in una continua gara verso un misterioso traguardo. Che senso aveva questo? Perché il mondo era così crudele? Se era vero che Dio esisteva, perché aveva permesso tutto ciò?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lontano, ti sento così lontano e allo stesso tempo così vicino e presente.


Uscii sotto la pioggia insistente che stava bagnando tutto intorno.
Odiavo la pioggia, contribuiva a rendere questo mondo ancora di più una merda.
Per questo decisi di uscire comunque, con l’iPod nelle orecchie che era diventato il mio compagno di vita e il cappuccio della felpa tirato bene sulla testa, nonostante qualche ciuffo di capelli neri volasse via.

Camminai a lungo, con le mani affondate nelle tasche dei jeans sdruciti e la pioggia che continuava a battere insistente contro il mio corpo che, ormai completamente bagnato, vagava alla ricerca di qualcosa di non realmente definito.

Trovai un parchetto con una tettoia e decisi di stendermi lì, almeno avrei potuto fumare in pace senza che la sigaretta si bagnasse.

Con mano tremante me l’accesi e feci un abbondante tiro che mi riempi i polmoni.
Decisamente una sensazione piacevole.

Osservai il posto anche abbastanza isolato che avevo scelto per la mia fumata.
Con il sole e parecchio tempo fa sicuramente era stato un bel posto, c’erano altalene e due scivoli e altri giochi per bambini spensierati.
Adesso di quella felicità restava ben poco: le altalene erano staccate e penzolanti; gli scivoli coperti di scritte a tratti romantiche a tratti parecchio volgari; la ruota scolorita emetteva un sinistro suono mossa dal vento.

In quel clima parecchio grottesco decisi di accendermi un’altra sigaretta.


“Che cazzo ci fai tu qui?”

Sussultai parecchio impaurita da quella voce improvvisa che indubbiamente ce l’aveva con me, prima di girarmi e notare Billie Joe che con sguardo penetrante si avvicinava.

“Mi andava di starci, è un parco pubblico, mica è vietato stare qua.”

Ignorandomi bellamente chiese “che stai facendo?”

Con un cenno gli indicai la mia mano dove c’era la sigaretta che da poco avevo acceso.
Il suo sguardo indugiò un attimo sulla mia mano, poi sul mio volto, poi guardò lontano e rapidamente si sedette vicino a me. Con un gesto secco mi portai la sigaretta alle labbra e tirai.

“Vengo spesso qui.” Billie mi guardò e notai che nei suoi occhi c’era insicurezza.
Probabilmente non sapeva e non aveva ancora capito che tipo di persona ero e se si sarebbe potuto fidare. Ma parve convincersi e infatti proseguì.

“Vengo spesso perché mi piace, è un posto magico.”
Stavo per interromperlo dicendogli che io di magico non ci vedevo proprio niente, era un parco abbandonato e distrutto, ma lasciai stare e lui proseguì.

“Può sembrare strano, ma siamo stati proprio io e miei amici a ridurlo così, o almeno in parte.”
Indugiò ancora.

Da bambino ci venivo con mio padre” mi guardò “anche mio padre è morto, ben 7 anni fa.”

Non capii perché mi dicesse quelle cose, ma forse voleva solo farmi capire che lui sapeva come ci si sentiva.

E all’improvviso provai qualcosa di strano dentro me, un sentimento che mi legava strettamente ad Armstrong, come non lo ero mai stata con nessuno.

I nostri sguardi si incontrarono per un attimo e insieme ci accendemmo l'ennesima Marlboro Light.













Vi stupisco sempre, lo so. Sono passate due settimane e eccomi a postare di nuovo. Stavolta mi sono auto-stupita (?)

L'unica cosa che vi dico è di non pensare subito, immediatamente, automaticamente a Billie e Alex come ad una coppia, hanno solo incontrato qualcuno che capisce cosa si provi a perdere un padre.
Anyway, non sperate che pubblichi di nuovo così presto come è successo questa volta. La scuola sta per finire e se non voglio essere bocciata, o almeno se voglio passare con meno debiti possibili, devo mettermi sotto queste ultime due settimane.
Vi amo, anche se non sempre recensite, cattivelli 

  
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