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Autore: Jenni Skeletron    26/05/2012    1 recensioni
Una ragazza che senza rendersene conto si è intrappolata in ciò che una volta era un sogno, fino al quel fatidico incontro. Un ragazzo biondo dallo sguardo triste, uno sconosciuto in grado di farla sentire nuovamente viva ed amata. Il tutto comincia con la notte di San Lorenzo...
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Cloud Strife, Kadaj, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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25 Novembre

Vengo risvegliata da un brivido lungo la schiena tale da farmi raggomitolare nel caldo piumone.
Sebbene la sensazione di dimenticare qualcosa cominci a tormentarmi la pigrizia ed il tepore delle lenzuola riesco ad affievolirla rendendola poco più di un insignificante presentimento.
L’ ennesimo brivido risveglia la mia mente e con essa la chiara consapevolezza che fino a quel momento avevo cercato di soffocare tra le morbide piume dei cuscini.

Spinta dall’euforia balzo giù dal letto e, ricoperta solo dalla leggera camicia da notte e la vestaglia ad essa coordinata, mi dirigo a grandi passi verso la cucina con in testa un unico pensiero.
Ancora in preda all’agitazione rischio di prendere in pieno viso la porta davanti a me scontrandomi con la sua figura.
- Stavo per venire a svegliarti.
Alla vista del vassoio che sta portando non posso fare a meno di sorridere; cominciavo a pensare che se ne fosse dimenticato.
- Te ne sei ricordato.
- Come avrei potuto dimenticare il tuo compleanno; so bene quanto ci tieni. Che ne dici di tornare a letto e far finta di non avermi visto? Non vorrai mandare all’aria i miei progetti per oggi.
Annuisco con un sorriso e mi dirigo nuovamente verso la stanza da letto per accoccolarmi nuovamente sotto le coperte.

Dopo il piccolo scontro mattutino avevamo fatto colazione insieme fino a quando Cloud non si era alzato per frugare in una delle tasche del suo cappotto alla ricerca di ciò che aveva definito una “sorpresa”.
- Chiudi gli occhi e non sbirciare.
Sento la sua mano scorrere sul mio polso lasciando dietro di se una fine catenina alla quale sono attaccati tre piccoli ciondoli.
- Buon compleanno.
A tale sussurro non posso fare a meno di aprire gli occhi e cominciare ad esaminare il braccialetto e quelle che sembrano le nostre iniziali separate da un piccolo giglio in oro bianco.
- E’ splendido.
- Come la persona che lo indossa.
Arrossisco violentemente al tocco leggero col quale mi sposta leggermente i capelli fino a che non sento suonare il mio cellulare.

In preda all’ imbarazzo rispondo mentre delle squillanti voci procedono ad annientarmi un timpano.
-AUGURI VIRGI!!!!!!!!!!
- Miriam, Eric. Dovevo aspettarmi una vostra chiamata.
- Allora piccola cosa ..
- Rispondi prima alla mia domanda darkettona; cosa ti ha regalato?
 - Ma stavo parlando io!
- Ed io devo farle domande importanti.
Non posso fare a meno di scoppiare a ridere immaginandomi la scena quando Cloud mi si avvicina prendendo possesso del telefono e rispondendo al mio posto.
- Un braccialetto con le nostre iniziali ed un piccolo giglio e sì, le ho portato la colazione a letto.
- Che dolce!
- Così mi sottovaluti.
Con un piccolo salto riesco a rimpadronirmi dell’apparecchio prima che la situazione si evolva tanto da richiedere spiegazioni in seguito.
-Ragazzi grazie mille per gli auguri, ma devo lasciarvi. Vi richiamo io.

xoxoxoxox

Non mi sarei mai aspettato un simile risveglio. Avevo fatto di tutto per prepararle la colazione insieme all’altra piccola sorpresa e non appena stavo per dirigermi verso la nostra camera avevamo rischiato di scontrarci.
Mi ero ripromesso di renderle questa giornata indimenticabile.

Mentre Virginia si concede un bel bagno caldo mi accingo a sistemare la stanza e penso a chiamare il ristorante per confermare la prenotazione di questa sera. Con l’aiuto delle ragazze ero riuscito ad organizzarle una festa a sorpresa insieme a tutti coloro a cui teneva.

Avevo passato intere giornate ad organizzare tutto in modo che niente potesse rovinare questa nostra celebrazione; non avrei permesso a niente e nessuno di rovinarle questo suo momento di felicità.

-Cosa ne pensi?
La sua voce mi prende alla sprovvista, ma non è niente rispetto all’affascinante figura che è appena comparsa sulla soglia della stanza.
- Cos’ è quella faccia? Non ti piace?
- Al contrario, sei splendida. Eppure…
- Lo sapevo. Ho sbagliato qualcosa. Forse avrei dovuto…
La bacio dolcemente prima che finisca la frase.
- Volevo dire di aver già visto quell’abito.
Ricordavo quel vestito, o meglio, il suo disegno.
Spesso Virginia passava delle ore a disegnare e quel modello era una delle sue creazioni.
Un abito in stile scozzese con un corpetto che le fasciava dolcemente la vita, maniche lunghe che finivano con del pizzo nero ed una morbida gonna fino al ginocchio.
- Non ricordo di averti mostrato i miei schizzi.
- Forse se non lasciassi le tue cose sparse per casa…
La stringo più vicina al mio petto per evitare che si indispettisca a causa di questa mia piccola critica e si allontani distruggendo questo nostro contatto.

xoxoxoxox

Per la terza volta in meno di un’ora il mio cellulare aveva ricominciato a squillare.
Qualcosa dentro di me era sul punto di esplodere, ma quella mia irritazione svanì non appena lessi il nome del mittente sul display.
Non riuscivo a muovere un muscolo; ero rimasta paralizzata davanti a quella semplice scritta, non per le lettere che la componevano quanto per la consapevolezza ad essa legata.
- Tutto bene Virginia? Sei diventata pallida.
- I miei genitori.
In quel momento era partita la segreteria telefonica mentre la limpida voce di mia madre mi augurava un buon compleanno.

Fino a quel momento non avevo minimamente pensato ad una loro chiamata e se in quel momento non mi fossi trovata seduta sul divano le mie gambe avrebbero sicuramente ceduto.

Ormai vicina ad un attacco di isteria lascio cadere l’apparecchio che avevo in mano nascondendo il viso fra le ginocchia.
Senza rendermene conto comincio a tremare e non appena Cloud cerca di avvicinarsi non riesco a fare a meno di allontanarlo. Mi sto comportando come una bambina mentre sento il mio cuore infrangersi nuovamente o semplicemente non ero mai stata in grado di incollarne i pezzi correttamente.

Non appena sento prendermi le braccia per scoprirmi il volto comincio a dimenarmi senza una ragione precisa mentre delle immagini confuse cominciavano a sovrastarsi nella mia mente impedendomi di riacquistare la lucidità.
- Virginia calmati, ti prego.
Non riesco a fermarmi, nemmeno dopo averlo colpito, quando le lacrime avevano cominciato ad offuscarmi la vista.

In pochi secondi era riuscito ad immobilizzarmi tenendomi le mani bloccate sopra la nuca ed ora mi sovrastava col suo peso. Non lo avevo mai visto con un simile sguardo.
- Adesso cerca di calmarti e riprendere il controllo.
Finalmente le lacrime cominciavano a scemare ed i singhiozzi che fino a quel momento mi scuotevano divenivano sempre più radi. Anche la vista si era schiarita e potevo vedere sul suo viso il segno di quello che doveva essere stato uno schiaffo.
- M-m-mi dispiace.
- Non è niente. Piuttosto pensi che possa lasciarti senza rischiare un ennesimo schiaffo?
Una volta riacquistato un minimo di lucidità gli faccio un cenno di approvazione e, sebbene con una certa fatica, riesco a sedermi nuovamente al suo fianco.

Il tempo sembra scorrere inesorabile fino a quando non è lui a rompere il silenzio che si era creato.
- Come ti senti?
-Meglio, anche se sono ancora un po’ scombussolata.
Sento le sue bracci stringermi a lui seguite da un piccolo bacio sulla fronte.
- Mi ha fatto preoccupare, ma capisco il tuo comportamento. Non ti sei ancora ripresa del tutto.
Pronuncia tali parole in un sorriso premuroso tale da farmi rispondere a quella premura con un bacio al seguito del quale mi accoccolo rasserenata al suo petto.

xoxoxoxoxox

Fortunatamente si era calmata ed ora stava dormendo. Gli occhi, precedentemente arrossati dal pianto, si erano chiusi rilassano quell’ espressione turbata dando vita ad una che preferivo di gran lunga; l’ esempio della tranquillità in grado di renderla simile ad un angelo.
Le scosto delicatamente la frangetta in modo da poter ammirare quel viso; adoro la sua espressione mentre dorme. Durante il sonno tutti i suoi problemi svaniscono e le permettono un briciolo di serenità.
- Sephiroth.
Cosa diavolo significa? Come poteva ricordare quel nome? Aveva dimenticato tutto; non poteva essere a conoscenza della sua esistenza.
- Sta tornando.
Non poteva essere. Non poteva sapere; tutto questo era un bruto segno. Mi accingo a chiamare Zack, ma prima che possa digitare il numero Virginia si sveglia.
- C’è qualcosa che non va? Sei diventato pallido.
- Non è niente tranquilla.
A quanto pare non ricorda cosa ha appena detto; non vale la pena raccontarle tutto ora. Odio avere dei segreti con lei, ma al momento mi sembra la cosa più giusta.

xoxoxoxox

Cloud si stava comportando in modo strano. Non appena avevo lasciato la stanza lo avevo sentito parlare al telefono con qualcuno ed il suo tono sembrava leggermente scosso. Quando si era reso conto della mia presenza aveva immediatamente concluso la conversazione ed aveva insistito per andare a fare un giro in auto.
- Cloud c’è qualcosa che non va? Da quando mi sono svegliata ti comporti in modo strano.
Nonostante la curiosità che mi ha spinta a fare questa domanda ho il terrore di quella che potrebbe essere la sua risposta.
- Siamo arrivati.
Prima che possa rendermi geograficamente conto di dove ci troviamo le sue mani si poggiano qui miei occhi.
- Non sbirciare o ti rovinerai la sorpresa.

-BUON COMPLEANNO!
- Cosa…
- Hai forse dimenticato che giorno è oggi?
Finalmente tutto acquista un senso.
- Hai organizzato tutto.
- Mi è stata data una mano.
-Bravo. Cerca di non prenderti tutto il merito.
- Non mi permetterei mai.
Scoppio a ridere quando vengo investita da una stretta che conosco dai tempi del liceo.
-Sei cattiva! Non mi hai ancora salutata!
- Ciao Irene.
Era sempre stata la più grande del gruppo, ma anche la più esuberante.
- Mari, Giulia. Sono contenta di vedervi. Lo stesso vale per te Roberto.
- Dovevamo esserci tutti, altrimenti che festa sarebbe stata?
Mi lascio trasportare dalla felicità e, viste le altre due coppie, potevo dire che c’erano tutti coloro a cui volevo bene.

Oramai è arrivato il momento della torta; classica decorata con la panna rosa. Il tempo era passato così in fretta che non potevo ancora credere di essere arrivata alla fine della giornata.
- Forza Virgi, non starai mica spettando un invito scritto.
- Esprimi un desiderio.
Esprimere un desiderio; cos’ altro avrei mai potuto desiderare? Finalmente avevo accanto delle persone speciali e con il tempo sarei riuscita a lasciarmi il passato alle spalle eppure, continuavo a volere qualcosa.
Le candeline si spengono prima che la loro cera possa cadere sul dolce.
- Un applauso per Virginia. È la prima volta da quando ti conosco che riesci a spengerle tutte insieme.
- Ma come, nemmeno un bacio? Così mi deludete.
Cloud risponde alla provocazione di Zack dandomi un bellissimo quanto inaspettato bacio.

xoxoxoxoxox

(Ed eccovi la canzone consigliata dall'autore fuori di testa per questo adorabile momento   http://www.youtube.com/watch?v=yZIummTz9mM)
  Una volta rientrati a casa non esiste più nessun’altro all’infuori di noi.
Questa volta niente ci avrebbe potuto interrompere; la casa era libera ed avevo provveduto a neutralizzare i cellulari di entrambi, mi chiedevo solo se fosse pronta.
Prima di oggi non avevo mai considerato veramente l’idea reprimendo i miei istinti, ma sentivo che questa volta non ne sarei stato capace.

L’ennesimo bacio sfugge al nostro controllo fino a che non arriviamo nella camera da letto. Vorrei lasciarmi trasportare dal momento, ma non posso fare a meno di ripensare a tutto ciò che è successo fino ad oggi, a tutto ciò che abbiamo dovuto sopportare per stare insieme e come uno stupido lascio che la domanda scappi inevitabilmente dalle mie labbra.
- Sei sicura di ciò che stiamo per fare?
Perché le ho chiesto una cosa simile? Come ho potuto essere così idiota? Forse perché non volevo approfittarmi di lei.

Alla luce della luna riesco a vedere il suo sorriso, l’ espressione divertita sul suo volto, ma non appena si accorge del mio spaesamento porta la nuca al mio petto.
- Mai stata così sicura. Questa volta voglio poter scegliere, ed ho scelto te. Se tu non fossi stato al mio fianco in questi mesi dubito che sarei veramente riuscita a rimanere me stessa, a non diventare una marionetta.
Hai fatto tanto per me ed ora desidero fare io qualcosa per te. Non fraintendermi, non lo faccio perché mi sento in debito, ma perché voglio che questo momento sia solo nostro.

I dubbi si erano dissipati e finalmente potevo smettere di pensare. Questa sarebbe stata la notte più bella della nostra vita.
- Ti amo.


Angoletto autrice:

Chiedo umilmente perdono per il terribile ritardo, ma tra il blocco dello scrittore e la tortura chiamata scuola non sono riuscita a scrivere.
Spero di poter espiare le mie colpe con questo umile capitolo e se mai vorrete uccidermi non opporrò resistenza.
Come di consuetudine ringrazio tutti coloro che continuano a seguirmi, mi rendete veramente felice.
Al prossimo capitolo
Jenni :3
   
 
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