Anime & Manga > Hellsing
Segui la storia  |       
Autore: Zeressa    26/05/2012    4 recensioni
L’assassino viaggia sul tuo treno
Ti siede accanto
Dorme insieme a te
(Renato Zero - L'assassino)
Genere: Malinconico, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alucard, Integra Farburke Wingates Hellsing, Nuovo Personaggio, Seras Victoria, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Note dell'autrice: e con quest'ultimo, agoniato, capitolo vi do la buona notte, o forse il buon giorno?
Ringrazio immensamente Black Fullmoon per tutte le volte che ha recensito, e ringrazio tutti voi che avete seguito questa Fanfiction.
Ci vediamo nel prossimo sogno,
Zeressa, The Princess of the Zeros

15 Marzo 2010

 
Dieci anni.
Sono passati dieci anni da quando te ne sei andata, senza una spiegazione logica, lasciandomi solo una lettera, una dannata lettera!
L’ultima volta che ti ho visto ti sei presa una pallottola che era indirizzata a me. Ti ho visto cadere a terra, ho visto il tuo sangue imbrattare il pavimento. Sono state le ultime cose che vidi prima di perdere i sensi.
Passai tre giorni di fila a far guardia alla bara di Alucard, dove eri chiusa dentro, aspettando il tuo risveglio. Appena mi disse quello che ti aveva fatto avrei voluto ammazzarlo, ma tu al momento eri più importante! È stata colpa mia se ti ha reso come lui!
Quando ti sei risvegliata era da circa un’ora che me ne ero andato: ero stanco ed erano riusciti a convincermi, anzi, era riuscito a convincermi, ad andare a riposare.
Sono un idiota. Non sono nemmeno riuscito a consolarti, a darti forza in quel momento!
Sono proprio un pessimo amico.
Sono dieci anni che scrivo questo diario, convinto che le parole che scrivo in qualche modo ti raggiungano.
Mi dicevi di perdonarti in quella lettera.
In realtà sono io che devo chiederti perdono: è solo colpa mia se ora non ho più tue notizie, se sei scappata. Se sono dieci anni che scappi da te stessa.
Sono passati dieci anni da quella notte.
Eppure lui ha deciso di darti una seconda possibilità. Ho vissuto dieci anni sotto lo stesso tetto con lui e posso darti la conferma: è un vero egoista.
Però ti ha donato una seconda possibilità.
 
Quella notte te ne sei andata senza dire nulla a nessuno. Mi hai lasciato qui, sperando che trovassi una nuova strada.
Sono dieci anni che servo l’Associazione Hellsing.
Sono dieci anni che ti cerco, che ti reclamo.
Qui abbiamo fatto la guerra, abbiamo combattuto, abbiamo vinto, riso, pianto. . .  Ma tu?
Dove sei andata amica mia?
++++
Sono dieci anni che servo Lady Integra e non l’ho mai vista così depressa. Neanche dopo la guerra contro il Millennium. Neanche dopo la morte di Walter.
Il medico ha detto che ha bisogno, probabilmente, di riposo e le ha consigliato di passare un periodo lontana da Londra.
Naturalmente Integra è stata irremovibile: non poteva lasciare l’Hellsing!
Alucard, il signor Michael ed io abbiamo cercato di convincerla, senza risultati; si è convinta solo grazie al piccolo Walter.
Seras rimarrà qui a Londra per monitorare la situazione.
Domani mattina partiremo per la Romania. A  quanto pare Integra ha voluto fare un regalo ad Alucard….
Domani partiremo.
E io spero di ritrovarti, un giorno.
Sono passati dieci anni.
Che fine hai fatto Mek?
*************
Era da qualche mese che era arrivata in quella piccola cittadina e tutto sembrava provenire da un altro mondo. Nell’aria aleggiava un forte senso di tranquillità.
Solo una cosa le risultava difficile da capire: la superstizione degli abitanti.
 Vedendola arrivare con una sola custodia contenente un basso elettrico nero e una borsa a tracolla, troppo piccola per essere una valigia, si erano tutti insospettivi. Si era presentata come una musicista metal in cerca di ispirazione per scrivere nuove canzoni.
Per prima cosa cercò un ostello dove abitare. Passava gran parte del tempo chiusa nella sua stanza, anche perché la luce del sole lì le dava terribilmente fastidio, diceva che aveva una pelle molto sensibile.
Quelle poche volte che usciva portava sempre abiti scuri, con tanto di cappotto lungo fino ai polpacci di pelle nera, accompagnati da un paio di occhiali da sole con le lenti tonde e scure. Aveva la pelle troppo pallida, quasi di porcellana; i lineamenti del viso erano marcati, ma lievemente addolciti dalla sua femminilità; aveva il naso appuntito e i lunghi capelli neri  le incorniciavano il volto pallido. Nessuno l’aveva mai vista mangiare o bere qualcosa: l’unica cosa che erano riusciti a vedere nella sua bocca erano le sigarette che fumava.
Non parlava quasi mai, ma quando lo faceva, il suo rumeno risultava perfetto. Troppo perfetto per una ragazza straniera.
La gente della cittadina di Arefu parlava di lei come se fosse qualcosa di tabù: circolavano parecchie voci sul conto di quella strana ragazza, ma quella che  sembrava monopolizzare tutti quanti era solo una: la ragazza era uno strigoi.
-          Chiedo scusa, -, chiese ad un edicolante, se così si poteva chiamare, - potrebbe dirmi la strada per arrivare alle rovine del Cetatea Poenari ?
L’uomo la guardò con terrore e si affrettò a darle le indicazioni e le regalò una mappa.
-          Mulţumiri -, disse Maeko sorridendo, mentre si allontanava.
*********
I ricordi riaffioravano violentemente mentre passeggiava tra le rovine dimenticate del castello:
La sua antica dimora. Il luogo che aveva considerato per lungo tempo casa. Ora quelle mura fredde erano solo delle rovine.
-          A cosa stai pensando? –
La voce di Andrè arrivò all’orecchie del vampiro come una doccia fredda.
-          Ricordi.-, si affrettò a dire. – Tu invece a cosa stavi pensando, angelo? –
Andrè non rispose e tornò al punto dove aveva lasciato l’allegra famigliola degli Hellsing.
-          Andrè hai visto Walter?! -, chiese con aria preoccupata Integra, seguita dal marito.
-          No, pensavo che fosse con voi. –
La donna guardò il ragazzo con disperazione: Walter era l’unico figlio che era riuscita ad avere dopo tantissimi problemi e aborti spontanei; era identico alla madre: capelli biondi e occhi azzurri e freddi. Iniziarono la ricerca del bambino che sembrava sparito nel nulla. Lo chiamarono ad alta voce e perlustrarono ogni stanza del castello in rovina, senza risultati.
Nel frattempo Waletr era uscito dal rudere e si era addentrato nel bosco che circondava il castello: gli era sembrato di vedere uno scoiattolo e aveva deciso di seguirlo.
Era ormai da molto che camminava tra il verde, spostando i rami bassi che rischiavano di andargli in faccia. Nonostante la bella giornata di sole lì sembrava tutto cupo e minaccioso.
Cominciò a camminare piano e dopo un po’ si fermò, ormai stanco. Si guardò intorno: era circondato da alberi ricoperti di muschio ed edera.
-          Mamma? -, provò a chiamare – Mamma dove sei?! Papà?! –
Nessuna risposta.
Di solito quando si allontanava a seguirlo c’erano sempre Andrè, o Alucard nei casi peggiori. Urlò i loro nomi, con la speranza di veder apparire il maggiordomo che lo veniva a prendere. Niente.
Si sedette su una grossa radice e cominciò a piangere. Non seppe dire da quanto tempo era lì, e per la stanchezza si addormentò
Sentì, all’improvviso, un ululato. Si riscosse terrorizzato dal suo sonno leggero e attese nuovi suoni, pronto a scappare se doveva.
 
In lontananza si udirono altri ululati e dei rami spezzati lì vicino.
Si alzò e cominciò a correre senza una meta precisa. Più correva più i lupi si avvicinavano.
Il bambino inciampò in una radice e cadde a terra, e ben presto tre lupi lo circondarono.
Chiuse gli occhi, pensando al peggio.
 
-          Tre lupi contro un bambino indifeso. Potevo aspettarmi di tutto, tranne che questo. –
Una voce femminile si udì da dietro alcuni alberi alle spalle di Walter. Girò di scatto la testa e vide una ragazza vestita di nero che avanzava. I lupi cominciarono a ringhiare e si avvicinarono.
                - No, no. Così non va per niente bene. Non vi hanno mai insegnato che non bisogna essere     prepotenti? –
Superò il bambino e si mise davanti a lui, come per difenderlo. Con un gesto aggraziato si levò gli occhiali scuri e due occhi rossi come rubini apparvero: guardò freddamente i tre animali e cominciò a ringhiare.
Un lupo indietreggiò un poco e, inaspettatamente, le saltò addosso, con la bocca spalancata, pronto ad azzannarla.
Maeko protese il braccio verso di lui con la mano aperta e il lupo si bloccò a mezz’aria, per poi volare velocemente verso la direzione che il braccio aveva preso, andando a sbattere contro un grosso albero.
Il lupo si rialzò dolorante e, dopo aver guardato con odio la ragazza, si addentrò nella foresta, seguito dai suoi compagni.
Walter era rimasto ad osservare la scena, tra il terrorizzato e lo stupefatto. Quella ragazza era… Un vampiro?
Maeko si girò verso di lui: aveva stampato sul volto un sorriso dolce.
-          Tutto apposto? -, domandò porgendogli la mano.
Il bambino si ritrasse indietro quando la ragazza si avvicinò.
-          Non ti mangio, stai tranquillo. –
Walter non prestò attenzione alle parole: era troppo occupato ad osservarla, quasi ipnotizzato.
Maeko si inginocchiò dinanzi a lui e appoggiò una mano sulla gamba. Walter urlò terrorizzato: nonostante la spessa stoffa del pantalone sentiva chiaramente la mano gelata, quasi cadaverica, della ragazza.
-          Stai tranquillo. -, mormorò
Tirò su la stoffa e una lunga ferita apparve sulla pelle bianca del bambino.
-          Ti fa male? -, domandò Maeko seria in volto.
-          Un po’. –
Maeko si accucciò e cominciò a leccare il sangue che fuoriusciva dal profondo taglio. Dopo un po’ la ferita cominciò a rimarginarsi, come per magia, sotto lo sguardo stupito di Walter. Quando la ferita sparì completamente Maeko si staccò e guardò negli occhi il bambino: i suoi occhi cremisi si rispecchiavano in quelli azzurri e chiari di Walter. Sembravano zaffiri.
-          Come ti chiami? –
 
La ragazza rimase in silenzio; si alzò e si diresse verso il punto in cui era apparsa.
-          Ragazzino, se non vuoi avere un altro incontro ravvicinato con quei lupi, ti conviene seguirmi. –
Walter si alzò e la seguì tra la fitta vegetazione.
-          Io mi chiamo Waletr. –
-          E allora? -, commentò freddamente la vampira
-          Voglio sapere come ti chiami. –
Maeko nuovamente non rispose: si rimise gli occhiali da sole e tirò fuori da una tasca interna del cappotto un pacchetto di sigarette, ne tirò fuori una e l’accese.
 
-          Ragazzino, quanti anni hai? –
-          Cinque.-
-          E un bambino di cinque anni se ne va in giro per un bosco, che neanche conosce, tutto da solo? –
 
Mentre parlava del denso fumo grigio usciva dalla sua bocca. Rimasero a lungo in silenzio e, oltre a quella, Maeko si riaccese altre sigarette.
 
-          Maeko. –
Walter guardò la vampira con aria confusa.
-          Mi chiamo Maeko. –
-          E quanti anni hai? –
 
Maeko sorrise: le sembrò di tornare indietro di quasi settant’anni, quando aveva trovato quasi per caso Andrè tra le vie di Parigi. “E’ stata una fortuna” – gli ripeteva sempre –“che ti ho trovato. Chissà ora quali danni avresti combinato.”
Quando lo trovò, Andrè aveva solo dieci anni. Era stato cacciato da sopra perché rubava per vivere.
La mia stessa età” aveva pensato quando l’aveva preso con se. Andrè era cresciuto con lei e, una volta arrivato ai diciotto anni di vita, scelse di rimanere per sempre con quella forma, senza invecchiare: aveva paura della vecchiaia.
Anche Maeko scelse di rimanere per sempre ventenne, ma per motivi ben diversi da quelli del suo amico: avere un corpo scattante e agile significava per lei essere più forte. Non poteva correre il rischio di invecchiare e di diventare debole.
Sorrise solo a pensare al viso paffutello di Andrè che la guardava con adorazione, mentre  lucidava la sua spada. Sorrise pensando a tutte le avventure che aveva passato con lui. Ma tornò subito dopo seria al solo pensiero, la realtà, che non l’avrebbe mai più rivisto.
 
-          Ho trecentosettantacinque anni. -, disse con un sorriso malinconico. – Come passa il tempo. . . –
-          Io conosco un vampiro che ha all’incirca cinquecentottantacinque anni. -, commentò con orgogli oil bambino, - Si chiama Alucard e… -
 
Maeko si fermò immediatamente e Walter le finì addosso.
Era da dieci anni che non sentiva quel nome.
 
Il No – life – King.
 
Il suo nemico giurato.
L’uomo che aveva odiato per una vita intera.
L’aveva a lungo cercato, a lungo aveva cercato vendetta. E poi?
La sconfitta bruciava ancora dentro, come una ferita mai chiusa.
 
Cominciò a ridere
-          Com’è piccolo il mondo! Non è vero, Vlad? –
***********
Camminarono a lungo immersi nel verde e nel silenzio, fino a quando non arrivarono alle rovine.
Walter sentì le urla della madre che lo chiamava disperata e cominciò a correre, superando la vampira.
-          Mamma! –
Corse più velocemente e presto si ritrovò fuori dal bosco. Si dimenticò completamente di Maeko: corse verso i genitori. Alla domanda del padre su come era riuscito a tornare, il bambino rispose che era stata la vampira e si girò verso il bosco pensando che l’avesse seguito.
Invece di Maeko non vi era traccia.
***********
Si era andata ad accovacciare su uno dei grossi rami di albero alto, ben coperta, in modo da non essere disturbata. Tirò fuori dalla borsa a tracolla un quadernetto con una penna e cominciò a scrivere.
-          Lo sai che ora sei legata da un Patto di sangue con quel ragazzino? –
La voce proveniva dal basso. Maeko decise di non rispondere e continuò a scrivere.
Alcuard apparve dinanzi a lei con un sorriso sulle labbra. Si sedette anche lui sulla corteccia e attese che la figlia dicesse qualcosa.
-          Sai almeno cos’è un Patto di sangue? -, chiese infine
-          E io che speravo di non vederti mai più. –
Il vampiro sorrise ferocemente.
-          È un vero piacere per me rivederti, Maeko. –
-          Perché invece non te ne vai all’Inferno?! –
Chiuse il quaderno e si gettò dal ramo. Atterrò con grazie su una radice coperta dal muschio e cominciò ad allontanarsi, con il volto pieno di serietà.
Alucard la seguì.
-          Se sei venuta qui, c’è solo un motivo. -, disse con calma
-          Per quale motivo sarei venuta allora? –
-          Volevi conoscere le tue origini. –
Maeko si fermò e guardò il terreno umido.  Alucard sorrise nuovamente e si avvicinò alla ragazza.
 
-          Quella notte in cui Londra è stata assediata dal Millennium, c’ero anche io. –
-          Lo so. Sentii la tua presenza. -, commentò il vampiro.
Le mise una mano sulla spalla con delicatezza.
 
-          Speravo di trovare qualcosa qui, un indizio che mi dicesse per quale motivo mi hai lasciato in vita piuttosto che ammazzarmi. –
-          Te lo dissi già quella notte il perché. –
La ragazza si girò e una lacrima rossa scese lungo la guancia.
-          Perché sei egoista, non è vero? –
-          Esattamente. –
Il vampiro prese la mano della ragazza e l’appoggiò sul suo collo: spostò la presa sulle dita e incise la carne con le unghie affilate della ragazza.
 
-          Bevi. –
Maeko lo guardò confusa.
-          Bevi e capirai il motivo che mi porta ad essere egoista. –
 
Era combattuta se bere la linfa rossa che colava lentamente,  oppure girarsi, andarsene via e dimenticare tutto.
Prima che potesse prendere una decisione, il vampiro passò la mano guantata tra i lunghi capelli neri della ragazza e , una volta posata la mano dietro la testa, la tirò verso di se e con forza le avvicinò la testa alla ferita.
 
-          Bevi! –
Questa volta non era un invito, ma un vero e proprio ordine.
Maeko cercò di divincolarsi, ma la presa si faceva sempre più forte. Alla fine dovette arrendersi: rassegnata avvicinò la bocca alla ferita e  cominciò a bere.
Fu invasa da migliaia di ricordi e a fatica riusciva a seguirne il corso cronologico: nella sua mente apparvero numerosi campi di battaglia, guerre e le urla disumane dei nemici impalati. L’odore di sangue impregnava senza sosta i ricordi.
 
 Il potere.  
Dal potente voivodasi era ridotto ad essere servitore degli Hellsing.
Eppure…
C’era qualcosa che il vampiro le voleva tenere nascosto.
All’improvviso il volto sorridente di una donna apparve: aveva un’espressione dolce, piena di grazia.
Subito dopo scomparve lasciando nella mente di Maeko il vuoto.
 
Si staccò dalla ferita e indietreggiò barcollando. Prima che potesse cadere all’indietro Alucard l’afferrò saldamente.
 
-          Capisci ora? -, commentò con un sorriso malinconico sulle labbra.
-          Chi era quella donna? –
Alucard rimase in silenzio. Lasciò la ragazza e le diede le spalle.
 
-          Hai stipulato un Patto di sangue con quel ragazzino. Ora sei la sua servitrice: dovrai ubbidirgli per tutta la durata della sua vita.
Io stesso da più di un secolo sono legato al capofamiglia degli Hellsing tramite questo Patto. Così feci per Arthur, così per Integra.
Tu lo hai fatto per Walter. –
 
Detto questo si incamminò verso le rovine dell’antica fortezza.
-          Non hai risposto alla mia domanda. –
Il vampiro si fermò e si girò verso la figlia.
 
-          Si chiamava Elizabeth. Era mia moglie. – , disse tristemente.
Prima che Maeko potesse formulare una nuova domanda, Alucard tornò sui suoi passi.
 
-          Ragazzina, abbiamo tutto il tempo che vogliamo per parlarne. Sbrigati ora, comincio ad avere fame e le sacche si sangue medico le tiene Andrè. -
Maeko sorrise e lo seguì.
Aveva ragione. Ora avevano tutto il tempo per chiarirsi e, forse, costruire un rapporto: quel rapporto che fin da piccola aveva sempre sognato. Per quanto l’aveva odiato ora erano sulla stessa barca. Sorrise nuovamente. Due anime dannate per l’eternità. Lui il Master e lei l’allieva.
L’aveva cercato a lungo e ora che l’aveva trovato non se lo sarebbe fatto scappare facilmente.
Solo un pensiero le venne in mente in quel momento: la frase che il suo Maestro diceva sempre prima di ogni omicidio. Quella frase che aveva fatto sua e che ripeteva sempre dentro di se per darsi la forza necessaria per andare avanti.
-          In the name of God impure souls of the living dead shall be banished into eternal damnation.
Amen! -
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Hellsing / Vai alla pagina dell'autore: Zeressa