Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Irideee    27/05/2012    13 recensioni
. Avrei trascorso 3 mesi nella città più bella del mondo, che d’altronde è anche la mia preferita: LONDRA! Eh si, un favoloso regalo di compleanno da parte di quei due squillibrati che mi hanno cresciuta e amata. Passerò 3 mesi nella fantastica LONDRA da mia zia, che ormai vive li da più di 5 anni.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Stavo dormendo beatamente tra le braccia di Harry quando una suoneria acuta mi svegliò bruscamente. Mi girai dall’altra parte del letto e misi il cuscino sull’orecchio cosi da porre fine a quella crudeltà che le mie povere orecchie stavano subendo. Riuscii a sentire a stento ciò che Harry stava dicendo al telefono, ma alla fine sapevo che qualunque cosa fosse me l’avrebbe detta subito dopo aver riattaccato. Sentii una mano alzarmi dolcemente il cuscino e due occhioni verde smeraldo fissarmi. Era cosi dannatamente bello anche appena sveglio. Non oso immaginare la sua povera vista peggiorarsi nel vedermi di prima mattina, sembro la vittima di un film horror. Scommetto che appena avrei alzato il viso dal cuscino ci sarebbe stata una copia del mio volto stampata con il trucco. Mi diede un dolce bacio sulla fronte.
-  Chi era? – gli domandai dolcemente
- Era Paul il mio manager. Ha detto che entro questa sera devo essere a Londra perchè deve dare degli avvisi importanti alla band – disse sorridendo.
-  Quindi – riprese – facciamo colazione e ripartiamo –
-  Okay – gli risposi con il mio solito mezzo sorriso mattutino.
Non vedevo l’ora di tornare a casa, mi mancava tantissimo Cloe e non poterle raccontare quello che era successo in questi giorni per me era straziante. Non avendo con me il cellulare non ho potuto mandarle neanche un messaggio o farle una piccola chiamata. Pensavo anche alla zia, lei era quella che mi aveva ospitata e per lei sono stata completamente invisibile, oltre i primi giorni. Chissà cosa mi avrebbe detto appena tornata, scommetto che aveva riempito Cloe di domande. Volevo anche chiamare mia sorella per sapere qualche notizia dall’Italia e soprattutto sul mio papà. Cazzo il cellulare quando non ti serve te lo trovi sempre in mano invece quando ne hai più bisogno se lo rapiscono gli alieni, che mentalità contorta quella umana. Feci colazione, mi vestii, lavai e truccai in un lampo. Scesi con Harry ed entrambi ci stavamo dirigendo verso l’uscita dell’hotel quando un segretario ci prese in disparte. Aveva detto che da ore i paparazzi ci stavano inseguendo e che da ieri sera erano appostati fuori per soprenderci appena saremmo usciti sorpresi della loro presenza. Detto questo ci indicò l’uscita del retro e ci augurò buona fortuna. Sembrava stessimo partendo per la guerra guardando il viso quasi afflitto del segretario, fortunatamente il mondo è ancora dotato di esemplari gentili e cordiali. Entrammo in auto e ci avviammo verso casa. L’hotel si trovava in periferia quindi dovevamo fare un giro madornale per prendere l’autostrada. Come ero solita fare accesi la radio e sdraiandomi sul sedile chiusi lentamente gli occhi. La musica era il mio mondo, il mio luogo sicuro da ogni problema, preoccupazione, dubbio. Ad un tratto sentii il volume della musica abbassarsi, cosi aprii gli occhi e vidi un Harry sorridente guardarmi.
-  Paul ha detto che dobbiamo essere a Londra entro stasera, visto che è ancora mattina ... – disse con un sorrisetto beffardo.  
-  Che hai intenzione di fare Styles? – lo interruppi avendo già capito le sue intenzioni.
Guardandomi mi indicò un campo abbastanza vasto con varie torri confiabili, e sopra c’era un cartello colorato con scritto: “Paintball”.
-   Che cos’è? – gli chiesi curiosa.
-  Ora lo scoprirai – disse facendomi l’occhiolino.
-  Harry? – gli chiesi preoccupata. Quando pronunciava quelle parole c’era sempre da preoccuparsi.
-  E’ divertente vedrai, ci venivo sempre con Gemma – disse ridendo.
-  Chi è Gemma? – gli domandai con un tono leggermente acido. Prima di rispondermi scoppiò in una fragorosa risata, sicuramente aveva notato un briciolo di gelosia nel mio tono.
-  E’ mia sorella, Iris – disse ridendo.
Okay, bella figura di merda Iris complimenti. Non ti stai mai zitta tu! Fece manovra e ci fermammo davanti ad un enorme campo.
Appena arrivati un uomo sulla cinquantina ci accolse a braccia aperte. Mi spiegò le regole del gioco che consistevano nel colpire l’avversario con palline piene di vernice e trovare rifugio nelle torri confiabili. Sembrava di essere in una scena del film “10 cose che odio di te” quel film era tra i miei preferiti in assoluto. Ci diede due tute e una mascherina per gli occhi.
-  Vacci piano Styles, sono una principiante – dissi facendogli gli occhi da cucciolo, imitando quelli del Gatto con gli Stivali.
-   In guardia – rispose buttandomi per terra.
Iniziò a farmi il sollettico, cosa che non riuscivo a reggere. Lo soffrivo dappertutto: al collo, sotto le ascelle, ai fianchi, persino ai piedi!
-   Las-sciami ... t-ti ... pr-rego – dissi tra una risata e l’altra.
Ero diventata paonazza, non riuscivo a respirare. Fortunatamente un rumorino metallico mi salvò, stava a significare che il gioco era iniziato. Con tutta la forza che avevo in corpo presi una pallina dalla borsa a tracolla che l’uomo ci aveva dato e la schiacciai sul viso di Harry. Mi guardò incredulo con la vernice rossa che gli colava sul viso, e iniziammo a rincorrerci. Era davvero divertente, era come tornare bambini, tornare ad essere spensierati, allegri, ridere per ogni minima cosa. Mi nascosi dentro una torre gonfiabile. Mi affacciai leggermente quando una pallina blu mi colpì in viso.
-  Colpita e affondata – disse facendomi una linguaccia prima di tornare a correre come un forsennato.
-  Styles se ti prendo – gli dissi quando improvvisamente mi prese per i fianchi e mi buttò bruscamente tra l’erba fresca.
Era letteralmente su di me, i nostri nasi si toccavano e sentivo i suoi ricci solleticarmi il viso, il suo respiro caldo riscaldarmi la pelle e le sue dolci mani accarezzarmi i fianchi. I nostri sguardi s’intrecciarono magicamente, sembravano fatti l’uno per l’altro. Guardando i suoi occhi non riusivo a smettere di pensare a quanto mi senta bene con lui, alle sensazioni che riesce a trasmettermi e alla sicurezza che emanano i suoi piccoli gesti. “Penso di amarlo” erano queste le parole che invadevano la mia testa in quel momento, anche se era troppo presto, il sentimento che provavo per lui era troppo grande per un semplice “mi piace”. Mi aveva conquistata in cosi poco tempo che, per come sono complicata, mi ero stupita anch’io. Un suo dolce bacio interruppe i miei pensieri facendomi tornare sulla terra ferma. Gli accarezzavo dolcemente la guancia mentre continuavo a fissarlo negli occhi, quegli occhi che mi parlavano.
-  Harry – gli dissi spontaneamente.
- Si? – mi rispose con uno dei suoi sorrisi migliori.
Ecco ora oltre agli occhi mi ero persa anche nel suo sorriso. Ero del tutto imbambolata.
-  I-io .... – ripresi. Qualcosa mi impediva di parlare, la mia bocca si era bloccata, non riuscivo più ad emettere alcun suono.
- Tu? – mi incitò lui. Non potevo dirglielo era troppo presto.
-  I-io ... – già io! Io sono un’emerita stupida ecco cosa. Non riuscivo a dirgli quelle tre parole che il mio cuore provava ma, che la mia testa non approvava.
-  I-io ...... volevo dirti questo – dissi prendendo una pallina verde e schiacciandola sul suo viso. Scoppiai in una grandissima risata, era completamente sporco di vernice.
-  Come hai potuto? – disse facendo il finto offeso.
-  Beh dai si intona con i tuoi occhi – dissi ridendo.
Era una scena memorabile, dopo un pò si unì con me in una fragorosa risata quando, agilmente prese una pallina marroncina e la schiacciò sul mio viso.
- Si intona ai tuoi occhi – disse facendomi il verso.
Ci alzammo e come due pazzi iniziammo a rincorrerci. Continuammo a giocare fino al pomeriggio, quando rendendoci conto dell’orario facemmo mente locale e decidemmo di smettere. Chissà se anche in Italia esisteva un gioco simile, avrei voluto farlo con papà lui ama questo genere di giochi. Ci togliemmo la tuta e consegnammo il materiale al signore che ci aveva accolti. Nonostante avessi la tuta, avevo i jeans macchiati di verde e giallo e la maglietta fatta a metà dal rosa e dal blu. Sembrava ci fosse stata la guerra tra le due fatine de “La Bella Addormentata nel Bosco” dove ad un certo punto il vestito di Aurora diventa un misto tra il rosa e il blu. Per non parlare dei miei capelli, tornando in auto un bambino mi aveva scambiata per la strega dai mille colori. Harry, ovviamente, mi rise in faccia e io, con la mia solita delicatezza, gli diedi una gomitata allo stomaco.
-  Io non rimango cosi – gli dissi indicandogli i capelli e i vestiti.
-  Allora ci andiamo a ripulire – disse sorridendomi.
-  Dove? In albergo non possiamo più tornare – dissi ragionevolmente.
Mi guardò con una faccia della serie “taci non capisci niente” e partì. Mi affacciai leggermente al finestrino per ammirare la bellezza della natura in quel momento. Il cielo era di un azzurro cosi intenso che combinava perfettamente con quelle nuvole bianco-panna, che sembravano batuffoli. Abbassai leggermente lo sguardo che andò a finire sullo specchietto facendomi incuriosire. C’era un automobile che da minuti ci stava seguendo.
-  Harry quell’auto dietro di noi ci sta seguendo? – domandai dubbiosa.
-  Si l’avevo notato – disse irritato – sto cercando di seminarla –
Dovevano essere sicuramente dei paparazzi. Non ci hanno lasciato un’attimo di tregua, non so come facciano i ragazzi ma io dopo tre giorni d’inseguimento non ne posso più. Harry svoltò bruscamente a sinistra e accellerò. Guardai nello specchietto e vidi che l’auto dietro di noi non c’era più, finalmente li avevamo seminati.
-  Scendi – disse prendendomi il polso e portandomi con la forza fuori dall’auto.
-  Un attimo – dissi ponendo resistenza. Mi stava facendo male.
-  Scusmi è che non ce la faccio più. Non mi lasciano un minuto di libertà – abbassò lo sguardo.
-  Ti capisco Harry – dissi dolcemente stampandogli un bacio sulle labbra – dove siamo? – domandai eccitata.
- Al mare – rispose ridendo.
Iniziò a spogliarsi e come un pazzo si buttò in acqua urlando. Quel ragazzo è tutto matto!
-  Dai vieni l’acqua è caldissima – disse urlando.
Era incredibile come riusciva a coinvolgermi in azioni che io non avrei mai pensato di fare. Mi tolsi la maglietta e i jeans e correndo mi buttai in acqua imitandolo. Cinsi le mie braccia attorno al suo collo e delicatamente appoggiai le mie labbra sulle sue in un dolce bacio. Ci lasciammo trasportare dall’acqua teneramente abbracciati. Appoggiai la mia testa sulla sua spalla godendomi quel meraviglioso momento, con un Harry che armoniosamente cantava una frase che mi colpì profondamente.
 

‘Cause I can’t love you more than this

      Yeah”

 
-  Ma smettila – dissi ridendo riferendomi alla frase che mi aveva appena cantato.
-  Perchè? E’ vero, non posso amarti più di cosi, ti sto donando tutto me stesso e... – disse quasi con le lacrime agli occhi. Lo fermai.
-  Aspetta cosa hai detto? – dissi alzando il tono di un ottava e con una voce leggermente acuta.
-   Che ti sto danto tutto me stesso –
-  No la frase che hai detto prima – dissi con due guanciotte ormai rosse per l’emozione.
-  Che non posso amarti più di cosi – disse baciandomi.
Ero del tutto fusa per quel ragazzo, d’altronde dopo queste parole chi non lo sarebbe stato.
-   Hai appena detto di amarmi? – dissi con due occhioni luccicanti.
-  Si Iris, in poco tempo mi sono innamorato di te, con la tua semplicità, il tuo carattere forte ma allo stesso tempo debole e con la tua bellezza mi hai folgorato, a tal punto da farmi innamorare di te. Io .... - Ti amo – disse sussurrando.
Ero rimasta senza parole, ora sapevo quali erano i miei sentimenti, anche io l’amavo e dovevo dirglielo.
-  Harry io ... – stavo per dirgli quelle tre parole tanto attese quando vidi una forte luce provenire da dietro un cassonetto.
Harry, guardando la mia faccia perplessa, si girò cosi da scoprire il paparazzo nascosto dietro il cassonetto.
-  Cazzo! – disse quasi urlando.
Ed ora? Saremmo stati di nuovo la copertina di qualche stupido giornale, che poi che cazzo di lavoro è quello del paparazzo? Rovinare semplicemente le vite altrui!
Prese il mio braccio e mi trascinò fuori dall’acqua, raccogliemmo i vestiti e correndo andammo verso una direzione che solo la mente di Hazza sapeva l’esistenza.
-  Mi dici dove andiamo? – dissi infastidita.
-  Via, dobbiamo nasconderci. – disse affannato. Ma cosi non davamo nell’occhio? Ha a che fare con i paparazzi da due anni e non sa ancora come agire! E’ proprio impacciato. – Qui! – riprese portandomi dentro una cambina abbastanza grande, ma anche abbastana buia. Dalle piccole fessure entrava uno spiraglio di luce dove si potevano intravedere cianfrusaglie varie: ombrelloni, sdraio, palette ecc. L’aria era umidiccia e aleggiava un odore sgradevole di chiuso, iniziai a tremare era troppo buio lì.
-  Hey che hai? Senti freddo? – mi chiese Harry avvicinandosi a me preoccupato.
-  No Harry è che ..... qui è buio – dissi terrorizzata.
-  Oh è vero! Aspetta qui esco a controllare se sono ancora fuori e torno – disse dandomi un bacio sulla fronte.
-  No Harry non lasciarmi sola – dissi tremante – rimani qui, con te accanto tutte le mie paure svaniscono –
Appena sentite quelle parole mi sorrise e mi avvolse in un tenero e caldo abbraccio portandomi a sè, toccando la mia schiena contro il suo petto. Mi girai lentamente e vidi i suoi occhi verdi illuminarsi nel buio, lo amavo con tutta me stessa. Era il momento adatto per rivelargli i miei veri sentimenti che ricambiavano i suoi.
- Harry i-io voglio dirti che ...... beh che ... miseriaccia non sono mai stata brava in questo genere di cose. Insomma Harry sto cercando di dirti che in pochissimo tempo sei riuscito a darmi tanto e che .. – mi zittì appoggiando un dito sulle mie labbra.
-  Arriva al dunque – disse sorridendo.
-  D-dunque .... ti amo anch’io – dissi arrossendo fortunatamente il buio aveva mascherato il mio imbarazzo.
Abbassai leggermente lo sguardo, quando Harry appoggiando due dita sotto il mio mento lo alzò delicatamente portandomi alla stessa altezza dei sui occhi. Ero letteralmente ipnotizzata dai suoi occhi da
lasciarmi trasportare dai suoi dolci movimenti. Sentii le sue mani percorrermi lungo la schiena, rabbrividendo gli accarezzai dolcemente i fianchi. Mi fermò.
-  Sei sicura di volerlo fare? – disse dolcemente portanto le mie mani sul suo petto come se fossero qualcosa di prezioso da custodire.
-  Harry io ti amo e voglio sentirmi tua, solo tua e di nessun altro – gli risposi accarezzandogli la guancia leggermente accaldata dall’emozione.

A quelle parole si illuminò e abbracciandomi mi disse: “Credimi non posso amarti più di così”.

Prese il mio viso tra le sue mani e lentamente avvicinò le sue labbra alle mie in un dolce bacio, avvicinai il mio petto al suo, in quella piccola cabina dove i nostri corpi si sfioravano. Poggiai la mia mano al suo petto, proprio dove c’era il suo cuore, sentii il suo battito pian piano accellerare, il contatto con la sua pelle bagnata mi faceva impazzire. I suoi baci iniziarono a percorrermi inizialmente il collo, poi a scendere sul petto, quello schioccare di labbra sulla mia pelle fredda e bagnata provocava in me leggeri sussulti. Sentivo il suo respiro affannarsi, i suoi ricci solletticarmi il corpo, premetti la sua schiena verso il mio petto. Poi quel contatto, quel contatto che mi legò a lui, una parte di me ormai era sua cosi come una parte di lui era diventata mia, affondai le mie unghie sulla sua pelle dal piacere provato avvicinando sempre più il suo petto al mio. Sentii il suo respiro sempre più affannato soffiarmi sulla pelle, i nostri cuori battere all’unisono accellerando nel provare un misto di emozioni che erano impossibili da descrivere. Era come volare, volare su una morbida nuvola lasciandoti guidare dall’amore senza pensieri: Hakuna Matata!
Sdraiati per terra, ricoperti dalle candide coperte teneramente abbracciati, continuavo a pensare a ciò che era appena successo. La mia prima volta! L’emozioni erano ancora vive in me, mi aveva catapultata in un altro mondo. Ero maledettamente felice, una felicità che non avevo mai provato fin ora, non dimenticherò mai questo giorno, dove le nostre anime si sono unite, dove il nostro amore si è concretizzato in qualcosa di vero. Mi avvicinai ad Harry vedendo che si era già addormentato.
- Ti amo Harry – gli sussurai ad un orecchio, anche se non avrebbe potuto sentirmi. Affondai la mia testa sul suo petto addormentandomi tra le sue calde braccia. 




Salveee carotine belle *-* vi chiedo scusa per l'attesa, vi avrò fatto aspettare più di due settimane sono pessima, ma ero occupata con lo studio poi internet non andava e allora ... spero di essermi fatta perdonare con questo capitolo in cui ci ho messo tutta me stessa! L'ho riscritto circa 3 volte. Spero vi piaccia da lasciare taante recensioni paffute (?). Come avrete notato ho cambiato nickname da "iristyles" a "Irideee".
P.S. se qualcuno volesse seguirmi su twittah il mio account è: @shelovesharry_
Vostra Iris 
  
Leggi le 13 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Irideee