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Autore: Katherine percy    27/05/2012    1 recensioni
La storia parla di due ragazzi,cosi diversi,ma cosi uguali in questa loro storia.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Katherine – Tredici gennaio 2009:

Scesi dall’autobus e mi avviai a scuola, sentì Kim che mi chiamava, così mi voltai.

"Ehi, che c’è Kim?" le domandai io. Lei mi guardò e si spostò. Dietro di lei c’era Michael.

"Mike! Ma che ci fai qui?" mi guardò come se non mi vedeva da anni, mi prese in braccio e mi baciò.

Poi capì. Era geloso, fottutamente geloso. Fece tutto questo perché dietro di me c’era Eric!

"Geloso, sei soltanto geloso!" con la scusa mi baciò di nuovo. Sfortunatamente dovetti salutarlo per entrare a scuola, ma sapevo che lo avrei rivisto all'uscita.

Entrai e feci due ore di letteratura. Kim parlava con Eric, sembrava ci fosse del tenero tra i due. Ma non m'importava, io avevo Michael.

Andai a pranzo e mi sedetti vicino a Julie, una mia compagna di Scienze.

"Guarda chi si rivede! Kate! Come stai, bella?" mi domandò. Io le tirai un’occhiataccia e le dissi che stavo bene. Cambiai posto. Quel giorno mangiai sola. Non so perché, ma avevo un bruttissimo presentimento. Come se dovesse succedere qualcosa. Finito di mangiare feci l’ultima ora di Inglese.

"Ehi, Kim.. non ti sembra che oggi ci sia qualcosa di strano?"

"Ma che stai dicendo, Kate? Oggi va tutto alla grande, non mi hanno interrogata in nessuna materia! Va tutto bene, rilassati." Anche inglese finì. Finalmente. Presi i libri nell’armadietto e misi tutto nello zaino. Era venerdì quindi l'indomani niente scuola. Aspettai che tutti uscissero e poi uscì anche io.

Stavo andando verso Michael, attraversai le strisce pedonali e poi accadde all'improvviso.

Tutto in un lampo, una macchina che sfrecciava per la strada mi travolse in pieno.

Chiusi gli occhi e non vidi più niente attorno a me.

 

Michael

All'inizio non capii molto bene la situazione. Vidi solo Kate uscire dalla scuola e poi una miriade di gente affollata intorno a qualcosa, o qualcuno, che giaceva a terra. Vidi solo una macchina andare a più di centosessanta all’ora e fuggire senza fermarsi. Poi, collegai Kate alla macchina e il mondo mi cadde addosso. Corsi verso le persone, il tempo sembrava essersi fermato. E poi la vidi, a terra. Le lacrime mi offuscavano la vista. Mi buttai a terra e le presi la testa. Sanguinava anche da lì. Poi, ragionai. Se aspettavo poteva morire per emorragia interna, così la presi in braccio e la misi in macchina e corsi fino all’ospedale. Non pensai a nulla se non a lei.

Passarono due ore dall’incidente. Kate era in coma traumatologico, aveva un tubo in bocca ed era piena di tubicini attaccati al braccio. Non riuscivo a vederla in quello stato. Avevo smesso di fumare ma ero troppo stressato per pensare a me. Chiesi una sigaretta al padre di Kate e la fumammo insieme.

"Mi fa malissimo vederla così, mi creda." Dissi al signore. Se non mi sbaglio si chiama George.

"Ti credo. Ma, io sto più male. Lei è mia figlia, non la mia ragazza!"

"Certo, lo so. Solo che io.. insomma.. io la amo, mi capisce? Non riuscirei a stare un’ora, ma che dico, un minuto senza di lei. Mi completa, senza di lei la mia vita non avrebbe un senso logico!" dissi quelle parole con il cuore in mano. Non m'importava a chi lo stessi dicendo, m'importava solo che avevo capito di amare Kate. L’uomo mi guardò e mi diede una pacca sulla spalla, mi abbracciò poi.

"Si rimetterà, glielo prometto." Gli dissi io.

"Oh si. È una promessa, ragazzo, e dovrai mantenerla."

Rimasi a dormire lì, in camera con Kate, distrutto e triste come non mai.

  
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