Allora
gente… Poteva la vostra Elena
NON scrivere una OS su Cannes?
Ma ovviamente no!
Sappiamo tutti quanto siamo scossi (emozionati, felici, sclerati,
pazzi) per
questa settimana appena passata ma adesso bisogna riprendersi e pensare
alla
premiazione che sarà tra poce ore (e a cui non
parteciperà Kristen -_-) e…
Un enorme IN BOCCA AL LUPO ai nostri piccioncini!
Vi lascio alla storia e… Un saluto a Giulia che è
nella mia terra (Sicily) per
vedere le tanto amate tragedie greche!
[Thanks to Letizià che ha supervisionato la prima parte]
Cannes fever.
Tu. Piccolo
raggio di sole, che filtri attraverso quella fottuta persiana, vai
subito via!
Vai a rompere a le scatole a qualcuno che ha passato la notte dormendo
serenamente o facendo l’amore con il suo uomo ma, ti prego,
non fare questo a
me.
Non a me che ho passato le ultime 10 ore delirando per una cazzutissima
e
sfigatissima febbre che mi ha costretta ad un flebile sonnellino
iniziato solo
mezzora fa.
Volto le spalle alla finestra e mi copro con la coperta fin sopra le
orecchie,
stringendomi sempre di più al braccio di Robert.
Russa e ci
credo. Sarà esausto dopo
la nottataccia passata insonne a causa mia.
Non doveva
andare così.
Insomma, siamo a Cannes e oggi è il suo giorno e questa
notte io dovevo solo
augurargli “buona fortuna” a modo mio.
Bel modo che hai scelto Kristen, davvero.
Lui a metterti fazzoletti zuppi di acqua fresca in fronte e tu a
rantolare
versi di dubbia provenienza e comprensione.
Patetica.
Anzi più che patetica, la situazione è
barzellettistica.
Esattamente.
Sembra una barzelletta.
Sento la sveglia dell’albergo suonare e mi rendo conto, con
mio enorme e
stratosferico dispiacere, che sono già le 7:00.
Sono le 7:00 ed è il COSMOPOLIS-DAY!
“Rob..”
“Mhmm..”
“Robert svegliati..”
“Ti prego no…voglio…lasciami
dormire” testa sotto il cuscino e sbuffo continuo.
Ok.
Metto la mano dentro i suoi pantaloni e scendo e scendo e
scendo….
Afferro tra
le dita la sua “ciappettes” e…
“Ahia! Ma sei matta?”
Pizzicotto
lì nel punto debole.
Sì Stewart, ormai lo conosci bene.
“Sono le 7:00, passate anche. Devi muoverti! Hai idea di
quante cose hai da
fare oggi?”
“… Ho un mal di testa…”
sussurra buttandosi di nuovo con la testa sul cuscino e
passandosi il braccio sugli occhi.
“Sicuro di star bene? Insomma sei strano. Forse
dovresti..”
“Ti preferivo con la febbre, santo Dio! Almeno parlavi di
meno… Ho gli occhi in
fiamme Cristo santo!”
“Invochiamo anche la Madonna visto che ci siamo?”
Sbuffa di
nuovo scoprendo quelle meravigliose pozze… rosse?
Oddio.
Panico.
Pa-panico
Pa-panico
Paura.
Dove.sono.gli.occhi.di.Pattinson?
“Chi ha deciso di trasformarti in vampiro giusto
stanotte?”
Occhi lucidi
e rossi. Rosso fuoco. Rosso.. rosso.abito.mio.
“Spiritosa”
“Fa
sentire…” gli toccai la fronte per controllare la
temperatura e…
Si. Era decisamente una barzelletta o un brutto scherzo.
“Ok…
Chiamo
Nick!”
“No. Cosa? Che ho?”
Non lo
ascolto e prendo il telefono della camera per chiamare direttamente il
suo
agente.
“Attacca!
Immediatamente!”
“Rob,
scotti! Avrai la febbre altissima”
“Attacca
attacca attacca! Nick mi va in crisi!” sembrava essersi
svegliato in un colpo.
Poso il
telefono al suo posto e mi siedo sul letto davanti a lui.
“Ok.
Cosa
vuoi fare?”
“Non lo so…”
“Ci stiamo chiusi tutto il giorno in camera e al tuo posto
mandiamo una
controfigura?”
Sbuffa. Di
nuovo.
“Chiamo
mia
madre.”
“…Io
dormo
nel frattempo” lamento incomprensibile sotto un mucchio di
coperte francesi.
Riprendo quel telefono agganciato poco prima e tento di rintracciare
mia madre,
ancora a Cannes solo per la mia [adesso anche sua]
febbre.
“Mamma!”
“Tesoro, buongiorno. Come
ti…”
“No. Non è un buongiorno. Passa di qua con
termometro e antipiretico”
“Stai di nuovo ma-“
“Robert.”
“Cazzo!”
“Eh!”
“Che sfiga…”
ah commentava pure!
“Jules muovi il culo. Ora!” attacco il telefono con
i nervi [e l’ansia] a mille
e frugando nella valigia tiro fuori una maglia per gettarla sulla testa
di
Robert.
“Mettila.
Sta venendo mia madre e sei a torso nudo”
Si gira
lentamente lamentandosi [di nuovo] e la guarda, manco fosse un alieno!
“E’ solo tua madre. Mi ha visto migliaia di volte a
torso nudo. E un giorno
sarà mia suocera e…”
“Beh mettiamola così: non voglio che tua
suocera faccia pensieri impuri sul mio
uomo.”
Concludo la
frase e TOC TOC.
Apro la
porto e mi ritrovo davanti mia madre con un beautycase in mano e con i
capelli
ancora stravolti dalla notte.
“Ehi”
Non risponde
e diretta poggia la mano sulla mia fronte e storce il muso.
“Anche
tu
hai ancora qualche linea di febbre”
Alzo gli
occhi al cielo e la vedo andare dritta verso il nostro letto. Poggia il
beautycase sulla poltrona
accanto alla
tv e dopo aver preso il termometro si fionda su Rob.
“Ascella” ordina
Lui obbedisce
e dopo essersi sistemato per bene il termometro, si girò su
un fianco
raggomitolandosi su se stesso.
Cucciolo.
Micio.
Dalmatino.
Lucertolino.
Coccolino.
Ecco. Era in questi momenti che il mio cuore faceva crick
per tutto l’amore e la tenerezza che sopportava.
Quando lo
vedevo così dolce, tenero, piccolo, indifeso…
Mi avvicino
immediatamente a lui e gli rimbocco le coperte, sedendomi sul bordo del
letto.
“Freddo?”
Annuisce
leggermente e, come presa da un’improvvisa voglia di
coccolarmelo e
spupazzarmelo, inizio a riempirgli il viso di baci quando sentiamo un beep provenire dal termometro.
Glielo tolgo
e controllo la temperatura.
38.7
Merda.
Lo passo a
mia madre e anche lei, come me, sbarra gli occhi e non appena li
incrocia con i
miei vedo lo stesso sguardo preoccupato e ansioso che mi stava
attanagliando.
“Allora?
Quanto male me la passo?”
Sposto lo
sguardo su Robert e cerco di fargli il sorriso più
rassicurante possibile
mentre gli accarezzo i capelli.
“Amore… Son convinta che anche con la
feb-“
“38.7,
Robert!”
Jules tu
oggi vuoi morire.
“E che
cazzo, mamma!”
Odio quando
fa così!
Odio quando
cerca di fare la superiore saltando alle conclusioni senza alcun tipo
di
preambolo!
“E’
meglio
saperlo in un botto. Come la ceretta: un colpo e via”
“Non
ho mai
fatto la ceretta e non ci tengo” risponde Rob, mettendosi
sù a sedere sul letto
a gambe incrociate.
“Ok.
Febbre
o non febbre io oggi ho una scaletta da mantenere e costi quel che
costi sarò
su quel tappeto rosso”
Occhi lucidi
e colorito che somiglia ad un pomodoro in fase di maturazione. Ecco, il
mio fidanzato
avrà davanti una giornata davvero dura.
“Io ce la posso fare. E’ solo un po’ di
febbre, giusto?”
Autoconvincimento
mode ON.
Nel
frattempo metto anche io il termometro per controllare la situazione e
con mia
grande sorpresa noto di avere solo un misero 37.3 .
Come da
programma dopo poco ci raggiunge in camera Nick, convinto di trovare
Robert
già a
buon punto ma non appena gli
prospettiamo la situazione, lui inizia a dare i numeri.
Come
farà?
E se sviene durante la press conference?
E se per il mal di testa inizierà a dire cavolate?
Non che lui
di solito dicesse molte cose intelligenti ma effettivamente la
possibilità che
queste oggi diminuissero ancora di più è molto
forte.
Tra una
discussione e l’altra Robert, assalito dal suo staff,
è pronto per il photocall
e non faccio nemmeno in tempo ad augurargli buona
fortuna che me lo strappano via dalle braccia
perché “è in ritardo”.
“Kristen
muoviti! Potresti evitare di stare incollata al cellulare? Non so se ti
rendi
conto ma manca trucco, parrucco e devi infilarti
l’abito”
Ruth ti prego smettila la mia testa sta per scoppiare e la mia febbre
di nuovo
alta di certo non alza il mio livello di sopportazione.
“Prima voglio vedere Robert!”
“Robert è nella stanza accanto e si
starà preparando anche lui. E starà
benissimo vedrai!”
“Ruth,
sul
serio, passo un attimo e poi torno di qua. Ci metto un
nanosecondo!”
“Ho
detto
no, Kristen! Stai troppo in ritardo!”
Beh e chi se
ne frega?
Voglio
vederlo.
Devo vederlo.
Ho bisogno
di vederlo.
Di sentire e
capire come stava, fisicamente e psicologicamente.
Senza dare
ascolto a Ruth e senza rivolgerle il minimo sguardo, esco dalla mia
stanza e
vado diretta a bussare alla porta accanto.
“Oh
perfetto. Qui c’è Giulietta” prende in
giro Nick aprendomi.
“Spiritoso.
Davvero, Nick. Dovresti fare del cabaret” sto al gioco
camminando all’indietro
come i gamberi fin quando due braccia mi stringono alla vita talmente
forte da
farmi capire di essere a casa.
“Ciao,donna”
sussurra baciandomi il collo.
Sorrido
già
eccitata come ogni volta che mi sfiora o che mi sussurra qualcosa.
Ha questa
sorta di potere ammaliatore su di me. Un potere capace di farmi
sciogliere e
demolire con il semplice tocco delle sue labbra.
“Scotti!”
urla tutto allarmato girandomi di botto verso di lui.
Io non
rispondo e poggio le labbra sulla sua tempia.
“Amore
tu
no!” esulto abbracciandomelo.
“Nonono.
Ehi
non fare scherzi. L’hai già misurata,
vero?”
“Si..”
“Quanto?”
“Sto
bene
Robert. Dico davvero. Mai stata meglio. Un po’ ansiosa per te
ma… Terribilmente
felice, emozionata, eccitata e… Stramegasuperiper innamorata
dell’attore più
figo del pianeta” concludo mettendomi in punta di piedi per
sfiorargli le
labbra. Ma no.
Lui me
ferma. Mi blocca per le spalle e mi strattona per bene.
“Stewart,
non
fare la furba con me. Quanto alta?”
“…
solo… 38..”
Lo vedo
sospirare improvvisamente preoccupato più del dovuto.
Sì.
Stava
arrivando. Lo sentivo. Stava arrivano il Robert super protettivo pronto
a
rompere le scatole.
“Non
se ne
parla. Vatti a mettere sotto le coperte.” Taglia corto
voltandosi di spalle e
iniziandosi a togliere la maglia per mettere la camicia bianca.
“No!
Non se
ne parla lo dico io. Non ti lascio stasera, chiaro? Io sarò
lì, insieme a Tom,
a sostenerti e… anche con un piede nella fosse
farò quel red carpet!”
“Non
dire
sciocchezze, Stewart! Stai male. Si vede lontano un miglio. E piove.
E… No! Mi
dispiace è fuori discussione! Tu non vorrei… Non
puoi rischiare di stare ancora
più male solo per me”
“Io
per te
rischio anche la vita se è necessario! E ora smetti di
sfracassarmi le scatole perché
vado a prepararmi” apro la porta della stanza e prima di
andarmene aggiungo “Ehi,
Pattinson. Un consiglio: fai una doccia fredda
prima di uscire, perché il mio vestito
farà alzare ogni tipo di asta
presente nel tuo corpo da fottuto vampiro.”
Urla,
fischi, applausi.
Lacrime. Le mie.
E forse anche le sue.
Termina il film e come un grillo salto in piedi dalla sedia per
iniziare un
applauso lungo minuti!
Emozionante,
opprimente, meraviglioso, cupo, crudo, estremamente vero e realista.
Uno dei
più
bei film mai visti.
La sua interpretazione migliore in
assoluto.
Incrocio il
suo sguardo e lo vedo ricolmo di lacrime
che premono per uscire e non appena Robert nota le
goccioline sul mio
viso non riesco nemmeno a rendermene conto che lo ritrovo su di me. Con
il viso
sulla mia spalla mentre prova a
contenere un singhiozzo.
“E’… credo di avere di nuovo la febbre..
Ecco perché ho gli occhi così lucidi”
quasi trema dall’emozione mentre cerco di farlo calmare e di
fargli capire
quanto sono orgogliosa di lui in questo momento.
“Non
importa.
Non importa, amore. Sei stato fantastico” gli sussurro
all’orecchio prima che
si allontani e torni al suo posto, accanto ad uno dei migliori registi
di
sempre.
E quando fisso il mio sguardo ancora una volta nel suo, mi basta notare
il suo
ti amo leggermente mimato per capire che non
importa chi vince, se io se lui o se tutt’altra
gente; noi siamo
arrivati a questo punto e non posso che esserne fiera.