Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
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Autore: Paolina91    27/05/2012    1 recensioni
Honey ha un sogno diventare una ballerina professionista ma questo desiderio sarà ostacolato dai genitori, quando la sedicenne andrà a New York per il concerto dei Tokio Hotel insieme alla sua amica la sua vità cambierà totalmente. Chissà cosa succederà nella vita dei quattro musicisti tedeschi e in quelli della bella ballerina.
Genere: Romantico, Sportivo, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 11


Dall’altra parte dell’Oceano Honey si era appena alzata.

Si stiracchio e poi cominciò ad osservare la stanza che divideva con Alice una ragazza abbastanza stravagante che praticava danza classica praticamente da quando era nata.

La sua compagna dormiva ancora beatamente mentre lei decise di uscire per visitare un po’ la città.

Dubitava che qualcuno fosse sveglio a quell’ora, erano solo le nove del mattino. E visto che la sera precedente erano usciti a festeggiare l’ammissione non avrebbe sicuramente trovato anima viva in mensa.

Aprì la porta e si stupì di veder seduto al primo tavolo Joe, il ballerino jazz con il quale la sera prima aveva parlato tanto.

Lo salutò con un gesto della mano e dopo essersi servita una tazza di latte con una brioches si avvicinò al tavolo.

Lui le sorrise augurandole il buongiorno.

-Buongiorno a te Joe, come mai sveglio?-

-Beh volevo farmi un giro visto che non ho impegni e te?- le chiese curioso abbozzando un sorriso.

-Lo stesso… potremmo andarci insieme se ti va!– buttò lì lei abbassando lo sguardo.

Non sapeva perché quel ragazzo la metteva tanto in imbarazzo.


Una volta terminata la loro colazione decisero di uscire per visitare la Grande Mela.

C’erano tantissimi luoghi di interesse, tanto che non sapevano proprio da dove iniziare.

Ovviamente una visita a Ground Zero era d’obbligo.

Quando arrivarono in quello spiazzo vuoto restarono entrambi senza parole.

Lì sorgevano le Torri Gemelle e nelle loro teste ritornavano incessantemente le immagini dell’ 11 settembre.

Un giorno che aveva sconvolto per sempre tutta l’America e anche il mondo.

-Bene adesso che facciamo?- le chiese Joe aspettando una risposta della mora.

-Oh che cavaliere che sei… beh visto che devo scegliere direi che quattro passi nel parco non ci starebbero male. –

Lui annuì e si avviarono verso Central Park.

La loro mattinata continuò con le visite alle parti più importanti della città, poi decisero di andare a mangiare qualcosa in un piccolo ristorantino italiano.


L’ambiente era molto carino e i profumi che arrivavano dalla cucina avevano fatto venire una gran fame ad entrambi.

Si sedettero ad un tavolo di fronte alla vetrina, guardavano la gente passare mentre aspettavano che la cameriera consegnasse loro i menu.

Honey era abbastanza esperta di cucina italiana e ordinò anche per Joe.

-Grazie… -

Lei si limitò a sorridergli.

-Allora come sta tua sorella?- le chiese curioso.

-Mmh… sinceramente non l’ho ancora sentita. Sai con il fuso orario… sicuramente più tardi le manderò una mail. –

-Ho capito. Si vede che ti manca molto. –

-Già… siamo sempre state insieme e adesso mi sento terribilmente sola. Comprendo che però anche lei sta realizzando il suo sogno. –

-Sai sei molto matura per la tua età. Molte ragazze penserebbero solo a divertirsi mentre tu sembri così concentrata sul tuo obiettivo. –

In quel momento arrivarono le loro ordinazioni.

Due piatti di lasagne.


Cominciarono a mangiare lasciando da parte le chiacchiere.

Poi Joe le fece i complimenti per la scelta.

-Grazie… sai il cibo italiano è tutto fantastico ma io non potrei vivere senza le lasagne. –

Lui si limitò ad annuire mentre lei beveva un sorso della bevanda zuccherina.

-Così ti piace mangiare. E con il ballo ti mantieni in forma?-

Lei scosse la testa in un cenno di negazione.

-Sinceramente sono magra di costituzione così come tutte le donne della mia famiglia ma ovviamente la danza mi aiuta un pochino a smaltire le calorie nei periodi delle abbuffate. –

Scoppiarono a ridere.


Finito di pranzare si diressero verso la cassa ma lui precedette la mora per il pagamento della consumazione.

-Non dovevi. –

-Figurati mi ha fatto piacere… senti adesso che facciamo?-

-Non lo so… se vuoi possiamo tornare a scuola così ci alleniamo un po’. –

-Perfetto. –


A scuola si sentiva la musica in ogni aula.

Evidentemente tutti stavano provando.

Passarono di fronte all’aula di danza classica e Honey salutò la sua compagna di stanza.

Alice spense la musica e uscì per salutarli.

-Ehi dove eri finita? Mi sono preoccupata tantissimo. –

Honey abbassò lo sguardo come quando la rimproverava la madre.

-Già hai ragione avrei dovuto avvertirti comunque sono tornata sana e salva per cui tranquillizzati Alice!–

La ragazza dai capelli corvini sorrise mentre annuiva.

-Adesso vado a cambiarmi e poi proviamo tutti insieme, se vi va. –

Alice ed Joe fecero un cenno di assenso con il capo.


Honey entrò nella stanza e si stupì di trovarla così in ordine.

Già poteva affermare di adorare la sua compagna di stanza.

Era così perfetta ed ordinata che non poteva trovare di meglio.

Aprì il suo armadio e prese un paio di pantaloni attillati e una maglietta a mezze maniche nera con dei disegni e scritte rosa.

Indossò le scarpe da ginnastica e prima di uscire dalla stanza recuperò le scarpette classiche.

Quando tornò davanti all’aula i due colleghi stavano già provando.

Chissà quanto tempo ci aveva messo, entrò nella stanza e indossò immediatamente le punte.

Prima di iniziare veramente aveva bisogno di un po’ di riscaldamento muscolare.

Cominciarono a danzare tutti e tre in contemporanea lasciando stupito chiunque li osservava dall’esterno.



***


Hilary stava per cominciare la sua seconda giornata in Germania.

Si alzò con calma guardando subito fuori dalla finestra.

C’era il sole e quindi avrebbe potuto passare il pomeriggio all’aria aperta.

Si preparò e con il suo libro preferito era pronta a dirigersi verso il giardino quando una chioma biondo platino attirò la sua attenzione.

Seguì il ragazzo che si stava dirigendo verso il laboratorio di informatica al piano superiore.

Lui si voltò sentendosi osservato e si trovò di fronte la ragazza.

-Frequenti questa università?- le chiese.

-Si, inizio quest’anno. Studierò giornalismo e te?-

-Io sono al secondo anno e mi occupo di regia.-

Hilary rimase spiazzata.

-Vieni ti faccio vedere cosa faccio.  –

Lei lo seguì senza obiettare.

Entrarono in una stanza piena di computer di ultima generazione.

Andreas si sedette al suo pc e cominciò a mettere insieme dei pezzi di immagini e audio per comporre un video.

-Wow sei bravissimo!–

Lui arrossì e la ringraziò senza staccare lo sguardo dallo schermo.


Ormai era ora di pranzo.

-Mangiamo insieme?-

-Certo. – Hilary lo seguì verso la mensa senza aprire bocca.

In realtà non sapeva proprio cosa dire.

Non si conoscevano così bene.

-Quanti anni hai?- chiese al biondo.

-20 e tu 19 giusto?-

-Esatto. Sei di Berlino? –

Lui scoppiò a ridere –Assolutamente no… sono nato a Loitsche una piccola cittadina e grazie al lavoro che svolgo per alcuni amici posso permettermi l’università. –

-Ho capito. Io invece vengo dal Canada e sono qui grazie ad una borsa di studio. –

-Cavolo… dall’altra parte dell’oceano. Ti manca molto casa tua?-

Lei annuì mentre prendeva posto al tavolo con davanti a lei un piatto di pasta.

-Si mi manca tutto. I miei genitori e soprattutto mia sorella. –

-Pensavo dicessi soprattutto il mio ragazzo. –

Lei rise leggermente –No sono single. –

-Non pensavo che una ragazza bella come te fosse single. Ma i canadesi sono tutti pazzi?-

Non c’era che dire quel ragazzo era veramente simpatico.


-Ieri ti sei divertito con i tuoi amici?-

-Si… era da molto che non li vedevo. –

-Capisco… sai ieri vi osservavo e mi sembrava di conoscerli. –

-Penso che sia plausibile. – le rispose lui mentre mangiava una patatina fritta.

Lei lo guardò interrogativo.

-Dai non mi dire che non conosci i Tokio Hotel?-

Quel nome le era familiare.

Dove lo aveva sentito prima.

Giusto erano il gruppo preferito di Honey.  

-Si… sono il gruppo preferito di mia sorella. È stata ad un loro concerto qualche settimana fa. –

Andreas restò a bocca aperta.

-Che c’è?- gli chiese la bionda.

Magari si era sporcata il mento mangiando gli spaghetti oppure aveva del basilico fra i denti.

Sinceramente non lo sapeva.

-No niente. Sai i miei amici mi hanno parlato di una ragazza che hanno conosciuto al meet and great che parlava tedesco. –

-Oh… io non ne sapevo niente. –

-Potrebbe essere tua sorella?- le chiese.

-Può darsi… ma perché me lo chiedi. –

Lui era indeciso se parlarle del reale motivo di quella curiosità per cui decise di inventarsi una scusa.

-No nulla è che i miei amici sono restati molto colpiti da lei e dal regalo che gli ha fatto. –

Hilary annuì mentre ripensava a tutta la faccenda.


Passarono il resto del pomeriggio insieme.

Sembravano quasi una vera coppia.

-Che ne dici se ti presento i miei amici?-

-Certo va bene. –

Così approfittò della situazione per tornare in camera e cambiarsi.

Ele non c’era.

Voleva raccontarle di quel ragazzo così carino.

Beh lo avrebbe fatto il giorno dopo.

Indossò un paio di jeans blu scuri e sopra una maglietta grigia con le maniche a tre quarti.

Prese le scarpe da ginnastica, le sue preferite.

La borsa con il cellulare, il portafoglio e le chiavi della camera.

Era pronta ora non le restava che avviarsi verso la zona del parcheggio dove aveva appuntamento con il ragazzo.


Arrivò nella zona che lui le aveva indicato in precedenza e cercò la macchina.

Un Audi grigia scura.

Una volta localizzata si avviò verso essa con passo incerto.

Come doveva comportarsi.

Stava per incontrare delle super star e lei non sapeva cosa dire.

-Agitata?- le chiese lui vedendo che si stava torturando le mani.

-Si… non so come comportarmi con loro. – ammise la ragazza.

-Guarda che sono dei ragazzi normali. –

Lei sorrise.

E poco dopo ne fu certa.

Erano nel locale della sera prima.

Già seduti al tavolo e impazienti di conoscerla soprattutto Bill.

Si avvicinò presentandosi.

Raccontò anche a loro la storia della sua provenienza e poi su richiesta del rasta mostrò la foto di sua sorella.

I gemelli si guardarono annuendo.

-Puoi salutarla da parte nostra? – le chiese il cantante.

-Certamente ne sarà felicissima. –


Mangiarono in tranquillità fra domande per conoscersi meglio e continui scherzi da parte di Georg a Tom.

-Siete veramente simpatici!– disse lei tutto ad un tratto.

-Grazie. – rispose Bill con un sorriso gigantesco.

-Ti piace la nostra musica?-

-Sinceramente non ho mai sentito una vostra canzone. – ammise lei vergognandosi.

-Non c’è problema… ti faremo sentire qualcosa prossimamente. – le rispose Gustav.



Erano veramente quattro ragazzi fantastici si ritrovò a pensare a fine serata mentre si stava preparando per andare a dormire.

Andreas le aveva chiesto di non raccontare nulla dei ragazzi alla sua amica, non voleva creare casini alla band; e lei aveva accettato.

Si addormentò presto con la testa piena di pensieri.

Non riusciva a togliersi quei capelli biondo platino dalla testa.

Come poteva essersi innamorata in così poco tempo.

Forse era solo attrazione fisica.

In fin dei conti non si conoscevano nemmeno bene.

Doveva lasciar passare ancora del tempo prima ti capire se poteva parlare di amore.


Poi che dire dei suoi amici.

Non vedeva l’ora di sentirli suonare dal vivo come le avevano promesso.

Si erano dati appuntamento per una serata della settimana successiva.

Sarebbe andata al loro studio di registrazione in compagnia di Andreas.

Bill era un ragazzo molto gentile, dolce ed educato e guardandolo aveva capito che era un tipo romantico; mentre il suo gemello era l’opposto.

Si vantava di tutte le sue conquiste e le aveva più volte fatto la radiografia durante la serata però aveva capito che anche lui aveva un cuore e si vedeva dai comportamenti che assumeva nei confronti dei suoi amici.

Georg era veramente un tipo simpatico e allegro anche se aveva il vizio di psicanalizzare le persone, poi Gustav il batterista era così normale e semplice che non poteva far altro che adorarlo.

Insomma erano tutto l’opposto dei vip.

  
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