Big Damn
Table
076. Chi?
Damned noise!
Era
passato quasi un quarto d’ora da quando Kurt si era seduto di fronte a lui, ad
un tavolo del Lima Bean, salutandolo cordialmente, e non erano ancora riusciti
ad intavolare un discorso decente. Per tutto quel tempo, Kurt non aveva fatto
altro che trafficare con il touch del suo cellulare,
probabilmente alle prese con degli sms, e Dave, a
lungo andare, si era ritrovato a battere freneticamente le dita della sua mano
sinistra sulla superficie del tavolino.
Insomma,
Kurt sapeva bene che Dave avrebbe acconsentito a
qualsiasi cosa pur di vederlo contento e questo era uno dei motivi per cui, non
appena gli aveva chiesto di uscire, lui si era letteralmente scapicollato al
Lima Bean. Però adesso non poteva mettersi ad ignorarlo. Era snervante.
‹‹Mi
hai chiesto di venire a prendere un caffè con te per farmi sentire il suono dei
tasti del tuo cellulare o per fare conversazione?›› sbottò Dave,
con ironia, all’ennesimo squillo del cellulare di Kurt.
Quest’ultimo
sorrise stupidamente, mentre osservava le parole che lampeggiavano sul display,
dopo di che si affrettò a digitare qualcosa, in risposta al suo persecutore.
‹‹Kurt…››
biascicò l’altro, sull’orlo di una crisi di nervi.
Il
diretto interessato sollevò finalmente lo sguardo dal telefono per puntarlo su Dave, il divertimento ancora impresso sui suoi lineamenti.
‹‹Mmh? Hai detto qualcosa?›› gli chiese distrattamente.
Dave alzò gli occhi al cielo.
‹‹La
smetti di tubare a distanza con l’ingellato? Sai
com’è, ci sono anche io qui››.
‹‹Il
suo nome è Blaine›› precisò Kurt piccato.
‹‹Quello
che è…›› borbottò Dave, mentre il cellulare di Kurt
tornava a squillare.
‹‹E
comunque no, non è lui›› rivelò il più piccolo.
Dave lo fissò sospettoso, mentre
si affaccendava a rispondere al messaggio che gli era appena arrivato, con un’espressione
estasiata in volto.
‹‹Allora
chi?›› gli domandò.
Kurt
sogghignò, quando un altro sms comparve sulla schermata, e gli rispose,
continuando a trafficare con i tasti: ‹‹Un tipo che ho conosciuto al negozio di
spartiti. Si chiama Chandler››.
‹‹Chi?››
‹‹Chandler!››
Dave alzò un sopracciglio
interdetto e, dopo aver metabolizzato la risposta semplicistica di quel dannato
Hummel, riuscì a chiedergli, con una nota seccata
nella voce: ‹‹E che vuole da te?››.
Kurt
cercò di darsi un contegno, visto che stava per scoppiare a ridere, senza un
motivo valido agli occhi dell’altro, e poggiò il cellulare sul tavolo, facendo
spallucce.
‹‹Nulla,
messaggiamo››.
Ancora
un altro squillo e il ragazzo dagli occhi chiari aveva di nuovo quella smorfia
divertita e curiosa sul viso, mentre riafferrava velocemente il cellulare. La
cosa stava veramente degenerando e Dave ne era
fortemente infastidito.
‹‹Questo
lo vedo…›› rispose, ‹‹E a quanto pare, sembra che tu ti diverta con lui››.
‹‹È
simpatico››.
‹‹Mentre
io sono noioso››.
Kurt
lo guardò, con le labbra dischiuse, in segno di stupore, e l’espressione
mortificata. Abbandonò nuovamente il telefonino sul tavolo e concesse la sua
attenzione al ragazzo che gli stava di fronte.
‹‹Ma
no, Dave, io…››
L’ennesimo
squillo lo interruppe.
‹‹Okay,
rispondo soltanto a questo, promesso›› disse, scusandosi con lo sguardo, e fece
per prendere possesso dell’oggetto incriminato, ma Dave
lo precedette, allungando il braccio e soffiandoglielo da sotto il naso.
Kurt
spalancò la bocca e aggrottò le sopracciglia, indignato dall’efferatezza di
quel gesto.
‹‹Dave, ridammelo!›› gli ordinò, ma quello, per tutta
risposta, si prodigò a leggere al suo posto il contenuto del messaggio.
‹‹Credo
che tu sia la reincarnazione di Venere›› recitò, crucciato.
‹‹David!››
‹‹Non
saresti così bello altrimenti››.
Dave alzò lo sguardo dal display e
fissò Kurt con fare severo. Quest’ultimo arrossì violentemente, scattando in
avanti per riprendersi il cellulare.
‹‹Ti
sei messo a flirtare con un tizio che non è sopracciglia?›› gli chiese Dave, restituendoglielo senza troppe storie.
‹‹N-
non ci sto flirtando›› rispose Kurt, infilandosi il cellulare in tasca.
‹‹Ah,
no? E cosa?›› fece l’altro.
‹‹Mi
riempie di complimenti e basta››.
‹‹Flirtate››
scandì Dave.
‹‹Non
è vero!›› protestò Kurt, stizzito, al che Karofsky
distolse lo sguardo da lui.
‹‹Meglio
che ordini il mio caffè in fretta. Tu hai di meglio da fare››.
Kurt
boccheggiò un paio di volte.
‹‹Non
capisco dove sia il problema, David››.
Dave strinse i pugni, tornando a
fissarlo in tralice. Sapeva che non sarebbe dovuto esplodere, che Kurt non se
lo meritava, eppure non riuscì a trattenersi. Le parole gli uscirono di bocca
prima ancora che potesse accorgersene.
‹‹Okay,
ecco il mio problema›› iniziò adirato, fermandosi un momento a prendere fiato,
per poi proseguire a raffica, ‹‹ho passato un’intera settimana a dedicarti
attenzioni e a inviarti dei biglietti di S. Valentino con frasi perfino più
stucchevoli di queste. Mi sono addirittura messo uno stupido ed angusto costume
da gorilla, per rendere la cosa affascinante. E va bene, stavi con Blaine e, per correttezza, l’ho piantata. Ma ora non puoi
venirmi a dire che hai conosciuto un pirla qualsiasi e che i suoi
sms adulatori sono di tuo gradimento!››.
Kurt
inarcò le sopracciglia stupito e l’unica cosa, con un minimo di senso, che
riuscì a dire fu: ‹‹Dave, tu sei… geloso?››.
Rimasero
in silenzio per un po’, senza sapere cosa fare, poi il ragazzo più alto si alzò
dalla sedia, scostandola bruscamente.
‹‹Non
lo voglio più questo cazzo di caffè›› disse, voltandosi ed incamminandosi verso
l’uscita del bar.
Anche
Kurt scattò in piedi e non si mosse fino a quando non capì che Dave stava facendo sul serio. Lo seguì fuori dal Lima Bean,
chiamando il suo nome, e faticò molto a stargli dietro, data la sua enorme
falcata. Riuscì a raggiungerlo solo dopo che ebbe iniziato a correre e, quando
gli fu vicino, afferrò un lembo della manica della sua polo, costringendolo a
fermarsi.
‹‹Aspetta,
Dave!››.
‹‹Cosa
vuoi?›› sbottò quello.
‹‹Spiegarti…››
sussurrò Kurt, pregandolo con lo sguardo e Dave non
ce la fece proprio a tenergli il broncio. Si passò una mano tra i capelli,
mentre i muscoli della fronte gli si distendevano.
‹‹Okay,
parla›› concesse.
Kurt
sospirò, sollevato ed ansioso allo stesso tempo.
‹‹Io…
semplicemente…›› si fermò un attimo e deglutì, in cerca delle parole giuste da
dirgli, ‹‹Deludere le aspettative di uno sconosciuto e deludere le aspettative
di… insomma le tue aspettative… c’è una bella differenza tra le due
cose››.
Dave ascoltò pazientemente, senza
dire una parola, ma lasciò comunque che lo stupore trasparisse dal suo viso, dalle
palpebre spalancate e dalla bocca schiusa.
‹‹Io
non volevo ferirti, Dave…›› concluse Kurt, mordendosi
un labbro, con le sopracciglia contratte, un inaspettato groppo in gola e la
mano ancora stretta sulla manica della maglia del più grande.
‹‹Perché?››
sospirò Dave, mentre il tono di voce colpevole
lasciava intravedere le cicatrici della sua vecchia vita, quella in cui quel
ragazzo era stato solo il bersaglio dei suoi malumori. Perché ci teneva così
tanto – gli stava chiedendo – perché, dopo l’inferno che aveva passato, era
ancora lì?
‹‹Perché
di te m’importa!›› gli rispose Kurt, con fare schietto e sicuro di sé, e nonostante
questo, non appena si rese conto di ciò che gli era sfuggito dalle labbra, il
suo cuore iniziò a battere più forte.
Anche
Dave perse un battito e si ritrovò a sorridergli.
‹‹Anche
a me di te›› ammise.
‹‹Non
si era capito, sai? Ge-lo-so!›› ghignò
Kurt, non facendosi scappare la ghiotta occasione di punzecchiarlo.
Le
guance di Dave si fecero più colorite a
quell’insinuazione e, per dissimulare l’imbarazzo, guardò dritto davanti a sé,
ricominciando a camminare. Kurt si aggrappò meglio al suo braccio, passeggiando
al suo fianco.
‹‹Oppure
ripugnato? Quegli sms di seconda mano mi hanno fatto venire un’orticaria››
ribatté Dave.
‹‹Ma
dai, sono carini›› rise Kurt.
‹‹Io
avrei saputo fare di meglio›› obbiettò l’altro.
Kurt
lo squadrò, divertito da quel gioco.
‹‹Allora
sentiamo›› lo sfidò.
Dave alzò lo sguardo al cielo
pensieroso e poi lo riportò su Kurt, che lo fissava impaziente.
‹‹La
tua bellezza è qualcosa che somiglia alla parte migliore di me›› sussurrò e
Kurt trattenne il fiato nel recepire quelle parole.
‹‹Penso
che sarai il mio prossimo Chandler…›› soffiò con voce sognante e le gote
imporporate.
Dave storse la bocca.
‹‹Prova
a darmi di nuovo del Chandler e giuro che non ti rivolgo più la parola›› lo
minacciò, ma la sua voce era sinceramente divertita.
‹‹Non
ne avresti il coraggio, Dave›› sogghignò il più
piccolo.
Stava
quasi per rispondergli che non lo conosceva per niente bene e che era capace
anche lui di tenere il broncio ad oltranza, solo che aveva già le iridi puntate
su di lui e quindi perse inevitabilmente le parole per strada. Non c’erano
dubbi sul fatto che non ci sarebbe riuscito. Kurt era speciale e riusciva a farsi
perdonare con un sorriso… Ma soprattutto, Dave lo
amava.
Tornò
a guardare davanti a sé e non ebbe paura di essere frainteso, quando la
risposta gli arrivò sulla punta della lingua.
‹‹Già,
forse hai ragione››.
Fine.
~
BIG DAMN TABLE |
||||
002. Intermezzo. |
003. Fine. |
004. Interiorità. |
005. Esteriorità. |
|
006. Ore. |
007. Giorni. |
008. Settimane. |
009. Mesi. |
010. Anni. |
011. Rosso. |
012. Arancione. |
013. Giallo. |
014. Verde. |
015. Blu. |
016. Porpora. |
017. Marrone. |
018. Nero. |
019. Bianco. |
020. Senza colori. |
021. Amici. |
022. Nemici. |
023. Amanti. |
024. Famiglia. |
025. Estranei. |
026. Compagni di squadra. |
027. Genitori. |
028. Figli. |
029. Nascita. |
030. Morte. |
031. Alba. |
032. Tramonto. |
033. Troppo. |
034. Troppo poco. |
035. Sesto Senso. |
036. Olfatto. |
037. Udito. |
038. Tatto. |
039. Gusto. |
040. Vista. |
041. Forme. |
042. Triangolo. |
043. Diamante. |
044. Cerchio. |
045. Luna. |
046. Stelle. |
047. Cuori. |
048. Quadri. |
049. Fiori. |
050. Picche. |
051. Acqua. |
052. Fuoco. |
053. Terra. |
054. Aria. |
055. Spirito. |
056. Colazione. |
057. Pranzo. |
058. Cena. |
059. Cibo. |
060. Bibite. |
061. Inverno. |
062. Primavera. |
063. Estate. |
064. Autunno. |
065. Mezze stagioni. |
066. Pioggia. |
067. Neve. |
068. Lampo. |
069. Tuono. |
070. Tempesta. |
071. Rotto. |
072. Riparato. |
073. Luce. |
074. Oscurità. |
075. Ombra. |
076. Chi? |
077. Cosa? |
078. Dove? |
079. Quando? |
080. Perché? |
081. Come? |
082. Se. |
083. E. |
084. Lui. |
085. Lei. |
086. Scelte. |
087. Vita. |
088. Scuola. |
089. Lavoro. |
090. Casa. |
091. Compleanno. |
092. Natale. |
093. Ringraziamento. |
094. Indipendenza. |
095. Capodanno. |
096. Scelta libera. |
097. Scelta libera. |
098. Scelta libera. |
099. Scelta libera. |
100. Scelta libera. |