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Autore: Vals Fanwriter    27/05/2012    3 recensioni
Insomma, Kurt sapeva bene che Dave avrebbe acconsentito a qualsiasi cosa pur di vederlo contento e questo era uno dei motivi per cui, non appena gli aveva chiesto di uscire, lui si era letteralmente scapicollato al Lima Bean. Però adesso non poteva mettersi ad ignorarlo. Era snervante.
Kurtofsky | Big Damn Table: 076. Chi? | OS
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dave Karofsky, Kurt Hummel | Coppie: Dave/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'The Best Damn Thing'
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Big Damn Table

076. Chi?

 

Damned noise!

 

 

 

Era passato quasi un quarto d’ora da quando Kurt si era seduto di fronte a lui, ad un tavolo del Lima Bean, salutandolo cordialmente, e non erano ancora riusciti ad intavolare un discorso decente. Per tutto quel tempo, Kurt non aveva fatto altro che trafficare con il touch del suo cellulare, probabilmente alle prese con degli sms, e Dave, a lungo andare, si era ritrovato a battere freneticamente le dita della sua mano sinistra sulla superficie del tavolino.

Insomma, Kurt sapeva bene che Dave avrebbe acconsentito a qualsiasi cosa pur di vederlo contento e questo era uno dei motivi per cui, non appena gli aveva chiesto di uscire, lui si era letteralmente scapicollato al Lima Bean. Però adesso non poteva mettersi ad ignorarlo. Era snervante.

‹‹Mi hai chiesto di venire a prendere un caffè con te per farmi sentire il suono dei tasti del tuo cellulare o per fare conversazione?›› sbottò Dave, con ironia, all’ennesimo squillo del cellulare di Kurt.

Quest’ultimo sorrise stupidamente, mentre osservava le parole che lampeggiavano sul display, dopo di che si affrettò a digitare qualcosa, in risposta al suo persecutore.

‹‹Kurt…›› biascicò l’altro, sull’orlo di una crisi di nervi.

Il diretto interessato sollevò finalmente lo sguardo dal telefono per puntarlo su Dave, il divertimento ancora impresso sui suoi lineamenti.

‹‹Mmh? Hai detto qualcosa?›› gli chiese distrattamente.

Dave alzò gli occhi al cielo.

‹‹La smetti di tubare a distanza con l’ingellato? Sai com’è, ci sono anche io qui››.

‹‹Il suo nome è Blaine›› precisò Kurt piccato.

‹‹Quello che è…›› borbottò Dave, mentre il cellulare di Kurt tornava a squillare.

‹‹E comunque no, non è lui›› rivelò il più piccolo.

Dave lo fissò sospettoso, mentre si affaccendava a rispondere al messaggio che gli era appena arrivato, con un’espressione estasiata in volto.

‹‹Allora chi?›› gli domandò.

Kurt sogghignò, quando un altro sms comparve sulla schermata, e gli rispose, continuando a trafficare con i tasti: ‹‹Un tipo che ho conosciuto al negozio di spartiti. Si chiama Chandler››.

‹‹Chi?››

‹‹Chandler!››

Dave alzò un sopracciglio interdetto e, dopo aver metabolizzato la risposta semplicistica di quel dannato Hummel, riuscì a chiedergli, con una nota seccata nella voce: ‹‹E che vuole da te?››.

Kurt cercò di darsi un contegno, visto che stava per scoppiare a ridere, senza un motivo valido agli occhi dell’altro, e poggiò il cellulare sul tavolo, facendo spallucce.

‹‹Nulla, messaggiamo››.

Ancora un altro squillo e il ragazzo dagli occhi chiari aveva di nuovo quella smorfia divertita e curiosa sul viso, mentre riafferrava velocemente il cellulare. La cosa stava veramente degenerando e Dave ne era fortemente infastidito.

‹‹Questo lo vedo…›› rispose, ‹‹E a quanto pare, sembra che tu ti diverta con lui››.

‹‹È simpatico››.

‹‹Mentre io sono noioso››.

Kurt lo guardò, con le labbra dischiuse, in segno di stupore, e l’espressione mortificata. Abbandonò nuovamente il telefonino sul tavolo e concesse la sua attenzione al ragazzo che gli stava di fronte.

‹‹Ma no, Dave, io…››

L’ennesimo squillo lo interruppe.

‹‹Okay, rispondo soltanto a questo, promesso›› disse, scusandosi con lo sguardo, e fece per prendere possesso dell’oggetto incriminato, ma Dave lo precedette, allungando il braccio e soffiandoglielo da sotto il naso.

Kurt spalancò la bocca e aggrottò le sopracciglia, indignato dall’efferatezza di quel gesto.

‹‹Dave, ridammelo!›› gli ordinò, ma quello, per tutta risposta, si prodigò a leggere al suo posto il contenuto del messaggio.

‹‹Credo che tu sia la reincarnazione di Venere›› recitò, crucciato.

‹‹David!››

‹‹Non saresti così bello altrimenti››.

Dave alzò lo sguardo dal display e fissò Kurt con fare severo. Quest’ultimo arrossì violentemente, scattando in avanti per riprendersi il cellulare.

‹‹Ti sei messo a flirtare con un tizio che non è sopracciglia?›› gli chiese Dave, restituendoglielo senza troppe storie.

‹‹N- non ci sto flirtando›› rispose Kurt, infilandosi il cellulare in tasca.

‹‹Ah, no? E cosa?›› fece l’altro.

‹‹Mi riempie di complimenti e basta››.

‹‹Flirtate›› scandì Dave.

‹‹Non è vero!›› protestò Kurt, stizzito, al che Karofsky distolse lo sguardo da lui.

‹‹Meglio che ordini il mio caffè in fretta. Tu hai di meglio da fare››.

Kurt boccheggiò un paio di volte.

‹‹Non capisco dove sia il problema, David››.

Dave strinse i pugni, tornando a fissarlo in tralice. Sapeva che non sarebbe dovuto esplodere, che Kurt non se lo meritava, eppure non riuscì a trattenersi. Le parole gli uscirono di bocca prima ancora che potesse accorgersene.

‹‹Okay, ecco il mio problema›› iniziò adirato, fermandosi un momento a prendere fiato, per poi proseguire a raffica, ‹‹ho passato un’intera settimana a dedicarti attenzioni e a inviarti dei biglietti di S. Valentino con frasi perfino più stucchevoli di queste. Mi sono addirittura messo uno stupido ed angusto costume da gorilla, per rendere la cosa affascinante. E va bene, stavi con Blaine e, per correttezza, l’ho piantata. Ma ora non puoi venirmi a dire che hai conosciuto un pirla qualsiasi e che i suoi sms adulatori sono di tuo gradimento!››.

Kurt inarcò le sopracciglia stupito e l’unica cosa, con un minimo di senso, che riuscì a dire fu: ‹‹Dave, tu sei… geloso?››.

Rimasero in silenzio per un po’, senza sapere cosa fare, poi il ragazzo più alto si alzò dalla sedia, scostandola bruscamente.

‹‹Non lo voglio più questo cazzo di caffè›› disse, voltandosi ed incamminandosi verso l’uscita del bar.

Anche Kurt scattò in piedi e non si mosse fino a quando non capì che Dave stava facendo sul serio. Lo seguì fuori dal Lima Bean, chiamando il suo nome, e faticò molto a stargli dietro, data la sua enorme falcata. Riuscì a raggiungerlo solo dopo che ebbe iniziato a correre e, quando gli fu vicino, afferrò un lembo della manica della sua polo, costringendolo a fermarsi.

‹‹Aspetta, Dave!››.

‹‹Cosa vuoi?›› sbottò quello.

‹‹Spiegarti…›› sussurrò Kurt, pregandolo con lo sguardo e Dave non ce la fece proprio a tenergli il broncio. Si passò una mano tra i capelli, mentre i muscoli della fronte gli si distendevano.

‹‹Okay, parla›› concesse.

Kurt sospirò, sollevato ed ansioso allo stesso tempo.

‹‹Io… semplicemente…›› si fermò un attimo e deglutì, in cerca delle parole giuste da dirgli, ‹‹Deludere le aspettative di uno sconosciuto e deludere le aspettative di… insomma le tue aspettative… c’è una bella differenza tra le due cose››.

Dave ascoltò pazientemente, senza dire una parola, ma lasciò comunque che lo stupore trasparisse dal suo viso, dalle palpebre spalancate e dalla bocca schiusa.

‹‹Io non volevo ferirti, Dave…›› concluse Kurt, mordendosi un labbro, con le sopracciglia contratte, un inaspettato groppo in gola e la mano ancora stretta sulla manica della maglia del più grande.

‹‹Perché?›› sospirò Dave, mentre il tono di voce colpevole lasciava intravedere le cicatrici della sua vecchia vita, quella in cui quel ragazzo era stato solo il bersaglio dei suoi malumori. Perché ci teneva così tanto – gli stava chiedendo – perché, dopo l’inferno che aveva passato, era ancora lì?

‹‹Perché di te m’importa!›› gli rispose Kurt, con fare schietto e sicuro di sé, e nonostante questo, non appena si rese conto di ciò che gli era sfuggito dalle labbra, il suo cuore iniziò a battere più forte.

Anche Dave perse un battito e si ritrovò a sorridergli.

‹‹Anche a me di te›› ammise.

‹‹Non si era capito, sai? Ge-lo-so!›› ghignò Kurt, non facendosi scappare la ghiotta occasione di punzecchiarlo.

Le guance di Dave si fecero più colorite a quell’insinuazione e, per dissimulare l’imbarazzo, guardò dritto davanti a sé, ricominciando a camminare. Kurt si aggrappò meglio al suo braccio, passeggiando al suo fianco.

‹‹Oppure ripugnato? Quegli sms di seconda mano mi hanno fatto venire un’orticaria›› ribatté Dave.

‹‹Ma dai, sono carini›› rise Kurt.

‹‹Io avrei saputo fare di meglio›› obbiettò l’altro.

Kurt lo squadrò, divertito da quel gioco.

‹‹Allora sentiamo›› lo sfidò.

Dave alzò lo sguardo al cielo pensieroso e poi lo riportò su Kurt, che lo fissava impaziente.

‹‹La tua bellezza è qualcosa che somiglia alla parte migliore di me›› sussurrò e Kurt trattenne il fiato nel recepire quelle parole.

‹‹Penso che sarai il mio prossimo Chandler…›› soffiò con voce sognante e le gote imporporate.

Dave storse la bocca.

‹‹Prova a darmi di nuovo del Chandler e giuro che non ti rivolgo più la parola›› lo minacciò, ma la sua voce era sinceramente divertita.

‹‹Non ne avresti il coraggio, Dave›› sogghignò il più piccolo.

Stava quasi per rispondergli che non lo conosceva per niente bene e che era capace anche lui di tenere il broncio ad oltranza, solo che aveva già le iridi puntate su di lui e quindi perse inevitabilmente le parole per strada. Non c’erano dubbi sul fatto che non ci sarebbe riuscito. Kurt era speciale e riusciva a farsi perdonare con un sorriso… Ma soprattutto, Dave lo amava.

Tornò a guardare davanti a sé e non ebbe paura di essere frainteso, quando la risposta gli arrivò sulla punta della lingua.

‹‹Già, forse hai ragione››.

 

Fine.

 

~

 

BIG DAMN TABLE

001. Inizio.

002. Intermezzo.

003. Fine.

004. Interiorità.

005. Esteriorità.

006. Ore.

007. Giorni.

008. Settimane.

009. Mesi.

010. Anni.

011. Rosso.

012. Arancione.

013. Giallo.

014. Verde.

015. Blu.

016. Porpora.

017. Marrone.

018. Nero.

019. Bianco.

020. Senza colori.

021. Amici.

022. Nemici.

023. Amanti.

024. Famiglia.

025. Estranei.

026. Compagni di squadra.

027. Genitori.

028. Figli.

029. Nascita.

030. Morte.

031. Alba.

032. Tramonto.

033. Troppo.

034. Troppo poco.

035. Sesto Senso.

036. Olfatto.

037. Udito.

038. Tatto.

039. Gusto.

040. Vista.

041. Forme.

042. Triangolo.

043. Diamante.

044. Cerchio.

045. Luna.

046. Stelle.

047. Cuori.

048. Quadri.

049. Fiori.

050. Picche.

051. Acqua.

052. Fuoco.

053. Terra.

054. Aria.

055. Spirito.

056. Colazione.

057. Pranzo.

058. Cena.

059. Cibo.

060. Bibite.

061. Inverno.

062. Primavera.

063. Estate.

064. Autunno.

065. Mezze stagioni.

066. Pioggia.

067. Neve.

068. Lampo.

069. Tuono.

070. Tempesta.

071. Rotto.

072. Riparato.

073. Luce.

074. Oscurità.

075. Ombra.

076. Chi?

077. Cosa?

078. Dove?

079. Quando?

080. Perché?

081. Come?

082. Se.

083. E.

084. Lui.

085. Lei.

086. Scelte.

087. Vita.

088. Scuola.

089. Lavoro.

090. Casa.

091. Compleanno.

092. Natale.

093. Ringraziamento.

094. Indipendenza.

095. Capodanno.

096. Scelta libera.

097. Scelta libera.

098. Scelta libera.

099. Scelta libera.

100. Scelta libera.

 

   
 
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