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Autore: hinata 92    28/05/2012    11 recensioni
Come può un papero non rimanere sconvolto da un imprevisto del genere?
Come può un eroe non aiutare un innocente?
Come può Paperino arrendersi?
Come può Paperinik non combattere?
Come può farlo Pk?
Tutto quello che un piccolo papero non avrebbe mai immaginato accade in una notte. Basteranno gli amici, gli affetti e il suo coraggio a riparare alla più assurda delle ingiustizie?
Perchè, a volte, quando il gioco si fa duro, anzi durissimo, non basta desiderare di essere da un'altra parte...
Pk torna in edicola e questo è per festeggiare il suo ritorno in grande stile!
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Paperino aka Paperinik, Sorpresa, Un po' tutti, Uno
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Casa del Razziatore- camera di Trip- ore 20

Casa del Razziatore- camera di Trip- ore 20.45 (ma di due secoli dopo!)

 

Il Razziatore entrò nella camera del figlio sorridendo teneramente. Trip aveva provato a fare il duro, ma alla fine si era addormentato e il padre lo stava portando di peso nel suo letto. Mentre lo coricava, però, il bambino aprì gli occhi.

« Papà… cosa… »

« Tranquillo, siamo a casa. Vedi di dormire ora… della tua punizione ne parliamo domani »

« Punizione? Quale punizione? »

Il Razziatore finse di riflettere:« Allora… hai disobbedito prendendo la cronovela nonostante ti avessi chiaramente proibito di farlo, hai viaggiato nel tempo senza autorizzazione, hai sforato di un bel po’ il limite che t’impongo di solito dei quindici minuti avanti e indietro nel tempo, hai mandato all’aria la mia missione, ho rischiato di venire arrestato dalla Tempolizia per venirti a recuperare e, a giudicare dal macroscopico errore che hai fatto, non ti sei impegnato abbastanza in matematica… direi che almeno altri due mesi di sequestro della cronovela siano il minimo! »

« Ma… »

« Tre mesi! »

« Non… »

Il Razziatore sorrise divertito: « Quattro! E a ogni parola aggiungo un mese, sappilo! »

Trip sbuffò tirando su le coperte, mentre suo padre spegneva la luce.

« Ora vedi di dormire! Buonanotte, Trip! »

« Buonanotte! »

« Cinque! »

Trip buttò all’aria le coperte e si rimise seduto: « Questa non era di protesta, non vale! »

« Hai ragione, te la condono… ma potrei contarti la frase dopo! Scherzo, ci vediamo domani, figliolo! »

Il Razziatore chiuse la porta. Stava pensando alla botta in testa che aveva dato a quel giornalista da strapazzo. Non che avesse paura di lui, ma lo aveva già incontrato durante il suo primo scontro con Pikappa. Meglio non rischiare, e, soprattutto, aveva già trovato il modo di farsi perdonare…

Non lo avrebbe mai ammesso di fronte a Trip, ma in realtà gli era grato. Aveva scoperto che l’Organizzazione si era accorta del suo viaggetto fuori programma. Sì, era andato nel 12esimo secolo per rubare qualcosa a scopo personale, e all’Organizzazione la cosa non sarebbe piaciuta. Il fuori programma di Trip lo aveva costretto a un rientro anticipato, salvandolo dalla punizione. Sì, dopotutto non era poi così arrabbiato col figlio.

Ma almeno due mesi di sequestro della cronovela non glieli avrebbe tolti nessuno!

 

 

 

Alloggio di Angus Fangus- scrivania di Angus- 06:00

 

Il giornalista aprì un occhio di malavoglia, mentre, lentamente, si rendeva conto di un leggero indolenzimento alla fronte. Impiegò un po’ a rendersi conto di essere seduto alla sua scrivania, con la fronte appoggiata direttamente al bordo del tavolo. Angus si massaggiò la fronte, constatando la presenza di una linea rossa che l’attraversava completamente. Fortunatamente aveva la diretta di mezzogiorno, poteva ancora sperare che per allora fosse scomparsa.

Guardò l’ora e cercò di fare ordine nei suoi ricordi. Cosa aveva fatto prima di addormentarsi?

Era andato a farsi una passeggiata e poi…

Un lampo.

Lyla. Lo scoop. Il porto. Il ragazzino comparso dal nulla. E poi il vuoto.

Cos’era successo dopo? Com’era tornato a casa sua?

Il suo istinto di giornalista gli imponeva come minimo un bell’interrogatorio alla signorina Lay non appena fosse arrivato in ufficio. Poi il suo sguardo andò al fascicolo sulla scrivania. Fogli scritti al computer, il che era strano, visto che lui scriveva solo a mano, nella sua scrittura incomprensibile che impediva a qualsiasi impiccione o copione di usarlo come fonte d’informazioni.

Curioso, aprì la cartella. Era piena di informazioni compromettenti su un influente politico a cui dava la caccia da un po’.

Angus girò sulla sedia girevole, felice come un bambino. Avrebbe avuto un po’ da lavorare, ma per l’edizione di mezzogiorno la sorpresa era assicurata!

E per un bel po’ non avrebbe più pensato a quella strana nottata…

 

 

 

Astronave evroniana- cella di sicurezza- ore 06:30

 

Farrhel era nervoso. Molto nervoso. Se avesse potuto, avrebbe tirato calci al muro talmente era arrabbiato con Pikappa, ma i ceppi elettrostatici ai suoi piedi gli impedivano qualsiasi movimento. Non poteva fare altro che rimanere seduto ad attendere il suo arrivo su Evron. E il suo processo. Un processo per una colpa che non aveva commesso. Era tutto un piano di Pikappa, ne era certo, anche se proprio non comprendeva perché avesse dovuto prendersela proprio con lui! Che gli aveva fatto di male, oltre, sia chiaro, a voler conquistare la Terra?

C’era qualcosa di non ben chiaro. Cosa aveva fatto negli ultimi cicli orari? Perché non ricordava?

Farrhel si portò le mani alla testa, nel tentativo di ricordare.

A forza di pensare qualche flash gli tornava in mente.

Forse… forse…

 

 

 

Astronave evroniana- ponte di comando- ore 06:40

 

Ghrithon osservava serio e silenzioso il suo ponte di comando e lo spazio profondo. Uno spettacolo mozzafiato, ma aveva altro per la testa.

Era stata una lunga notte, che gli aveva dato molto su cui riflettere. Farrhel e Pikappa, innanzitutto.

Era lecito in nome della scienza tradire i propri superiori? E a quale scopo?

E perché Paperinik era salito a bordo della nave? Non l’aveva attaccata, si era solo difeso quando i suoi sottoposti l’avevano accerchiato… e allora perché?

Che c’entrasse qualcosa il paperotto terrestre che l’aveva accompagnato?

Probabilmente sì, ma non sapeva dire come e perché…

« Signore! »

« Ancora? Quante volte ti ho detto di non disturbarmi mentre rifletto? »

« Ma… ma quella è… »

Ghrithon sbuffò e andò a vedere cosa il suo sottoposto gli stava insistentemente indicando. Nessuno poté notare il suo volto sbiancare improvvisamente. Non avrebbero avuto speranze in condizioni normali, figuriamoci con l’esercito completamente K.O.!

Ridacchiò, cercando inutilmente un lato positivo. A quanto pare Farrhel non avrebbe affrontato il processo. Ma il Capobranca era anche certo che lo avrebbe preferito.

 

 

 

Spazio profondo- ore 06:45

 

Un bel modo di cominciare la giornata, almeno a giudicare dalle dimensioni dell’astronave evroniana che si stava avvicinando.

« Fate ciao ciao con la manina, carogne! »

Eh sì, per Xadhoom stava per cominciare davvero una splendida giornata!

 

 

 

Ducklair Tower- 151esimo piano- ore 06:58

 

Paperino mise un dito sulla bocca e Qui annuì. I due paperi entrarono nella stanza cercando di fare meno rumore possibile.

Qua e Quo dormivano placidamente sui divanetti.

Paperino si stiracchiò e lanciò il costume arrotolato su se stesso in un angolo della stanza. Qui si avvicinò ai fratelli, indeciso sul da farsi. Era meglio svegliarli oppure no?

« Io direi di dare il bacino ai begli addormentati, fra poco più di un’ora iniziano le lezioni, giusto? »

Qui sorrise nel sentire la voce di Uno, che ormai gli era molto familiare.

« Avrei un’idea! Uno, hai in memoria un suono di tromba? »

 

PARAPAPARAPARAPAPPAPÁÁÁÁÁÁ

 

Quo e qua saltarono giù dai lettini.

« IL GRAN MOGOL!!! »

« Presto, Quo, fai i letti e… »

Le loro manovre furono interrotte dalla sonora risata di Qui e Paperino.

« Il settimo cavalleggeri andava bene, Qui? »

« Era perfetto, Uno! Grazie! »

I due gemellini guardarono sorpresi il fratellino e lo zio.

Quo sussurrò con voce tremante: « Qui… QUI!!! »

I tre fratellini si unirono in un abbraccio da togliere il fiato. Volevano dirsi tantissime cose, ma alla fine dai loro becchi non uscì una parola. Ognuno di loro sapeva benissimo cosa passava nella testa degli altri due.

Paperino li osservò da lontano, felice come non mai. Uno, notando i suoi occhi leggermente lucidi, fece comparire un fazzoletto commentando: « Dopo una scena come questa Patemi sembra una serie comica… »

Il papero sorrise: « Asciugati le lacrime elettroniche, Uno! Non vorrai mica fare brutta figura con gli ospiti… »

Solo in quel momento Quo e Qua si resero pienamente conto della presenza di Paperino.

« Zio Paperino… noi… »

Il papero alzò la mano: « Prima che diciate qualsiasi cosa, sappiate che sono davvero molto, molto arrabbiato con voi… come avete potuto scappare di casa facendo preoccupare Lyla e Uno? A proposito, dovrei fare due chiacchere anche con te! Perché diavolo non mi hai avvertito che non uno, ma ben due dei miei nipoti giravano per Paperopoli di notte senza alcun controllo??? Everett non ti ha messo in memoria anche un programma di baby sitteraggio? »

« Socio… forse è meglio non fare nomi… »

« La prossima volta li lascio a Paperoga, è più affidabile! O addirittura a Ciccio, è più vigile lui di te!!! »

Quo e Qua sbirciarono di sottecchi la sfera di Uno ridacchiando. E già, Paperino aveva provato a restare calmo, ma alla fin fine il suo caratterino collerico stava di nuovo prendendo il sopravvento, esattamente come previsto!

Il papero si bloccò, rendendosi conto di stare dando spettacolo: « Ma per tutto questo ci sarà tempo dopo! Allora, ragazzi… »

Paperino si sedette su uno dei divanetti allacciandosi dietro la nuca la mascherina di Pikappa che aveva conservato in tasca fino a quel momento: « … cosa volete chiedere a Paperinik? »

I tre gemelli si guardarono. Di domande ne avrebbero avute centinaia: come e perché aveva cominciato, dove aveva tirato fuori il costume, come si era procurato le armi prima di incontrare Uno, se altri ne erano a conoscenza…

« Perché non ce l’hai detto? Noi non ti abbiamo mai nascosto niente! »

Pikappa sorrise all’innocente domanda di Qui. Conoscendolo, se l’aspettava. Anzi, conoscendo tutti i suoi nipoti aveva già previsto le domande che ognuno di loro avrebbe potuto fargli.

« Mi avreste creduto? Rispondete sinceramente, ragazzi; se fossi tornato a casa una sera e vi avessi detto: “Ah, stasera non aspettatemi svegli perché vado a fare la ronda di sorveglianza come Paperinik”, voi cosa mi avreste risposto? »

Quo non ci pensò un attimo: « Prima della notte appena passata, credo che sarei scoppiato a ridere! »

« E adesso cosa è cambiato? »

I gemelli stettero in silenzio per un pochino, poi Qua rispose: « Adesso sappiamo che sei molto più forte e coraggioso di quanto immaginassimo… ma ti prego, lascia che ti aiutiamo in questa tua missione! Abbiamo capito che lo fai per proteggere Paperopoli, ma anche noi vogliamo dare una mano! »

« Giusto, Zio Paperino! »

« Per favore! »

Pikappa sorrise. Aveva previsto anche questa richiesta di Qua.

« Ne parleremo con calma, ragazzi! Ora perché non fate colazione? Uno cucina delle frittelle buonissime! »

Quo sorrise: « Sapendo quanto sei orgoglioso delle tue, se lo dichiari così apertamente devono davvero essere squisite! »

Uno fece comparire un tavolo con delle sedie e i tre paperotti si accomodarono davanti alla montagna di frittelle.

Paperino li osservò da lontano e sussurrò: « Uno, puoi preparare anche tre tazze di caffelatte? Gliele porto io ai miei nipoti… »

L’intelligenza artificiale stava per replicare che poteva farlo lui, ma notò lo sguardo serio del suo socio e capì. Un vassoio con tre tazze bollenti apparve di fianco al papero che lo prese senza dire una parola.

« Ecco qua! Caffellatte bello caldo per tutti! »

« Uao, che servizio! Potremmo venire a fare colazione qui più spesso! »

Uno mise un cappello da cuoco sopra la sua bolla verde, mentre Paperino rispondeva: « Chissà… ma ricordatevi che Uno è un computer, non un cuoco! »

«Sofisticatissima Intelligenza Artificiale, prego! E anche se mi manca un software di sorveglianza per minori, ho in memoria le ricette dei più famosi cuochi esistenti o mai esistiti! »

« Il mio nome dunque è uno dei primi della lista! »

« Veramente non sei neanche in elenco, vecchio mantello tarlato! »

« Cosa hai detto? »

Qui, Quo e Qua sorrisero alla scenetta, mentre bevvero quasi contemporaneamente un lungo sorso di caffellatte. Dopo pochi secondi le loro palpebre si fecero pesanti e tutti e tre caddero addormentati prima ancora di rendersi conto di cosa stava loro accadendo.

uQ

 

Strade di Paperopoli- nei dintorni della scuola di Qui, Quo e Qua- ore 08:00

 

«Sveglia, ragazzi!!! Il sole è alto, gli uccellini cinguettano, la campanella sta suonando e, se non vi sbrigate a scendere dalla 313, tra poco sentirete anche la voce del professore che urla! »

Quo e Qua aprirono gli occhi. Erano sul sedile posteriore dell’auto di Zio Paperino.

« Mamma mia, che sonno… »

Paperino sbuffò: « Così imparate a passare tutta la serata davanti al computer! Tanto poi le bollette le pago io… »

Quo si stiracchiò scendendo dall’auto: « Certo che è strano, ci siamo addormentati tutti e tre insieme… »

All’ultima frase Qua sembrò svegliarsi. Era davvero molto, molto strano. Oltretutto, si rese conto di non ricordare nulla della sera prima. Il paperotto scese dall’auto, ma subito si voltò sospettoso verso Paperino: « Sicuro di non nasconderci niente, Zio? »

Paperino lo guardò sorpreso: « Cosa vi dovrei nascondere? Sei certo di essere sveglio? »

Qua sbadigliò ancora: « Forse hai ragione… meglio che vada! Qui, vieni? Qui? »

L’ultimo gemello stava ancora dormendo sul sedile posteriore.

Paperino si voltò e lo scosse con gentilezza: « Qui… Qui… svegliati! »

Il paperotto aprì gli occhi e guardò lo zio prima con aria assonnata, poi sorpresa: « Zio! Cosa… dove… »

Paperino sorrise: « Sei a scuola, Qui, ed è ora di entrare! »

Il paperotto si voltò verso i fratelli, che stavano entrando tranquillamente nell’edificio scolastico, poi di nuovo verso lo zio, fissandolo con i suoi occhi scuri e profondi.

« Capisco… allora vado anch’io! A dopo! »

Paperino salutò i nipoti con la mano e sfrecciò via tirando un sospiro di sollievo.

 

 

« Hai dimenticato di aggiungere che ho anche un ottimo programma di recitazione! »

« Grazie per avermi aiutato con quella scenetta, Uno! »

« Di nulla, socio… piuttosto… sei sicuro? »

Paperino si riavvicinò al costume che aveva buttato nell’angolo della stanza e iniziò a frugare nelle tasche: « Li hai sentiti, no? Per loro sono e sarò sempre il loro zietto imbranato… non possono fare a meno di seguirmi per proteggermi e questo non posso permetterlo. Fossero i miei figli… ma sono i miei nipoti, li ho solo in custodia e se accadesse loro qualcosa Della non me lo perdonerebbe mai! »

« Della? E chi sarebbe? »

Pikappa svitò il tappo del tubetto che aveva appena preso dalla tasca: « La mamma di queste tre piccole pesti… nonché mia sorella! »

La palla verde commentò:« Dovrò procurarmi un albero genealogico della tua famiglia, prima o poi… »

« Credo che ti occuperà tutta la RAM! »

Paperino sciolse tre Car-Can in tre bicchieri d’acqua, facendoli poi bere delicatamente ai tre nipoti addormentati.

« Sei stato molto rapido a versare quel sonnifero nelle tazze! Anche se mi chiedo dove te lo sei procurato… »

« Piccoli assi nella manica del vecchio Paperinik! »

« Credo che sia ora che tu mi chiarisca la natura delle tue attività prima d’incontrarmi… sei sicuro che badavi solo alla tranquillità di Paperopoli? »

« Quando ti ho incontrato sì. Prima, molto tempo fa, ero il vendicatore del bistrattato Paperino… le mie origini non sono esattamente nobili, non ho un passato da grande supereroe come quello dei fumetti! Sono nato come erede di un ladro e per motivi puramente personali ed egoistici, ma poi sono diventato quello che hai conosciuto… »

« ... un eroe? »

Pikappa sorrise, lieto che Uno avesse ancora una così alta considerazione di lui dopo la sua confessione:« E tu hai mai visto un eroe come Superman, Spiderman o Batman portarsi in giro figli o nipoti mentre salvano il mondo? »

Prese in braccio Quo:« È per questo che sono convinto che sia la scelta più giusta, anche se mi spezza il cuore! Sono troppo piccoli per tutto questo… per sopportare il peso di tutti questi segreti. Io basto e avanzo… dopotutto non è a questo che servono gli eroi? »

Paperino aveva pronunciato l’ultima frase con tono ironico, mentre entrava nell’ascensore per portare il nipote sulla 313, incurante della stanchezza, del peso e del fatto che avrebbe dovuto farsi altri due giri.

Uno rimase solo con due paperotti addormentati:« Sì, Paperino, tu sei proprio un eroe… tu, prima ancora di Pikappa! »

 

 

Paperino sbadigliò rumorosamente. Alla fine non era riuscito a dormire neanche per qualche minuto, ed era già ora di tornare al lavoro! Probabilmente non avrebbe avuto neanche il tempo per un caffè triplo…

« E qualcuno ha ancora il coraggio di definirmi pigro… »

Pigiò sull’acceleratore per non fare tardi agli studi di 00 Channel.

 

 

Base della Collina Ammazzamotori- ore 08:43

 

Neanche Lyla aveva dormito, ma per lei non era un problema. Di norma per i droidi la sospensione rigenerativa non era indispensabile, e quella notte le aveva dato molto su cui riflettere.

Non aveva fretta, doveva presentarsi agli studi solo per il tardo pomeriggio. Aveva tempo. Tutto il tempo del mondo. Normale per un Tempoliziotto, meno per una giornalista.

Aveva tempo come una biologica qualsiasi del ventunesimo secolo e decise di goderselo.

Alzò lo sguardo verso il deposito del magnate Paperon de Paperoni. Sapeva cosa ci sarebbe stato su quella collina e sorrise. Chissà cosa avrebbe pensato l’ultramegastramiliardario se avesse scoperto che il suo deposito avrebbe lasciato il posto a un monumento di suo nipote, con tanto di mantello e mascherina?

Pikappa non lo sapeva e non doveva saperlo, ma Paperopoli non avrebbe mai dimenticato il suo eroe.

Invece un’altra persona sarebbe entrata nell’oblio. Altrettanto indispensabile, ma dimenticata.

Non da lei, però!

Prese il cellulare e rispose all’ultimo messaggino ricevuto.

 

“Missione conclusa, a quanto pare. Sono felice che si sia risolto tutto per il meglio ma questa storia mi ha fatto venire ancora più curiosità sulla tua figura… ti andrebbe d’incontrarmi? Lyla”

 

 

Ducklair Tower- ovunque e in nessun piano- 08:50

 

Uno fu lusingato dal messaggio, inutile negarlo. Ma la sua risposta fu nettamente negativa. Non era per proteggere la sua identità, né quella del suo amato Padron Ducklair. Non solo, per lo meno.

La verità era che si sarebbe sentito in un incredibile imbarazzo ad incontrarla di persona.

Aveva una scheda di memoria di troppo per farlo. Una scheda illegale, proveniente dal futuro, una scheda di un certo Odin Eidolon.

Sì, Uno sapeva il suo futuro. Sapeva che sarebbe diventato il creatore della più importante fabbrica di droidi del 23esimo secolo. La stessa che avrebbe creato anche Lyla. Incontrarla sarebbe stato un enorme paradosso temporale e per di più… sarebbe stato quasi come incontrare sua figlia!

 

“Ti ringrazio, ma per ora è meglio di no. Accadrà prima o poi, abbi fiducia… il tempo per te non dovrebbe essere un problema, no? E poi, chissà, potresti già avermi incontrato…

 

 

Casa di Paolino Paperino- cucina-ore 18:23

 

Paperino stava preparando la cena. Cercava di fare finta di nulla, ma ogni tanto sbirciava dalla porta della cucina che le sue piccole pesti fossero tranquille nel salotto.

Uno squillo di telefono interruppe i complessi preparativi del pollo arrosto.

« Tranquilli, ragazzi, rispondo io! Pronto? »

« Paperopoli richiede ancora una volta l’intervento del suo fidato vecchio mantello tarlato, socio! »

« Di nuovo? Ma non c’è mai un po’ di pace? »

« Lamentati con il sindacato dei supereroi! Ti spiego tutto quando sarai alla Ducklair Tower! »

« Ho capito, arrivo! »

« A proposito, ho analizzato il contenuto di quella bottiglia che ti ha regalato il capobranca… »

« …e… »

« Meglio che tu non dica a Xadhoom di aver accettato un dono evroniano, in particolare questo, fidati! Ma per me è un interessante oggetto di studio… »

« Te la regalo, mettila pure fra i cimeli! Dammi dieci minuti e sarò lì! »

 

 

Casa di Paolino Paperino- salotto- ore 18:28

 

Paperino piombò nella stanza prendendo il suo amato cappello al volo.

« Ragazzi, scusate, ma ho un’emergenza al lavoro! La cena è nel forno, ma spero di tornare in tempo… »

Qua e Quo annuirono, il primo concentrato sulla trama di un libro, il secondo preso da un intricatissimo sudoku. Entrambi, non avendo alzato gli occhi dai rispettivi volumi, non notarono l’improvviso sbiancamento del  volto dello zio.

« Dov’è Qui? »

Qua rispose masticando una gomma:« È in camera a disegnare, come al solito… »

Paperino tirò un sospiro di sollievo. Probabilmente lo stress di quella notte lo avrebbe tormentato ancora per un po’.

« Ok, allora io vado! »

« Ciao! »

La porta di casa si chiuse. Quo continuò imperterrito il suo sudoku, mentre Qua alzò gli occhi dalla pagina che stava leggendo. Era un po’ preoccupato per lo zio. Di solito avrebbe mandato a quel paese chiunque gli avesse proposto un lavoro extra, invece era andato senza una parola di protesta.

I debiti si erano allungati così tanto? Oppure…

Non lo sapeva. Ma di sicuro Paperino era stanco e stressato. Quando erano tornati da scuola lo avevano trovato addormentato sul tavolo della cucina, già apparecchiato, ma solo il loro tempestivo intervento aveva impedito al pranzo di finire in fumo! E quell’ansia improvvisa per Qui… già, anche lui era stato più silenzioso del solito…

Sospirò guardando la copertina del “Bastino di Baskerville”.

« Non starò leggendo troppi gialli? »

 

 

Casa di Paolino Paperino- camera dei ragazzi

 

Qui sentì la porta d’ingresso chiudersi e si alzò immediatamente dalla scrivania.

Non aveva mentito ai fratelli, stava veramente disegnando. Loro lo sapevano bene che era la cosa che lo rilassava di più e che gli dava molta soddisfazione. Gli dicevano sempre che era bravo e a lui faceva piacere. Quello che non sapevano era dell’esistenza di una cartellina segreta dove conservava certi disegni. Non lo aveva mai confessato, ma lui a volte realizzava due disegni. Uno era quello ufficiale, che presentava a Quo, Qua e allo zio, di solito schizzi di architettura. L’altro, abilmente nascosto, era una sorta di diario disegnato di un evento che lo aveva colpito nella giornata. A volte erano scene reali, a volte frammenti di sogni notturni, altre semplici fantasie.

Dove doveva collocare quest’ultimo, che rappresentava un’enorme finestra sullo spazio aperto, con decine di stelle e Giove in bella vista, mentre la mano di un famoso eroe paperopolese mostrava a lui solo, disegnato in piccolo in un angolo della pagina, le meraviglie dell’universo?

Qui sapeva bene dove collocarlo.

Facendo molta attenzione a non farsi sentire dai fratelli al piano inferiore, uscì dalla stanza e si avvicinò al ricevitore, sollevandolo lentamente.

 

Tu… tu… tu…

 

Qui sorrise. Non lo avrebbe di certo ingannato il suono familiare del segnale libero.

« Tanto lo so che mi senti, Uno… »

Era poco più di un sussurro, ma era certo che l’Intelligenza Elettronica l’avesse udito.

Non sapeva precisamente il motivo per cui su di lui non aveva funzionato la cancellazione della memoria. Sì, ne aveva riconosciuti i sintomi sui fratelli, era certo che lo zio avesse cercato di cancellare la memoria come aveva fatto con quell’evroniano. Forse aveva vissuto troppe emozioni troppe insieme perché funzionasse anche su di lui. Forse dipendeva dal fatto che era stato… com’è che si diceva? Ah, già, coolflamizzato!

« Dimmi, Qui… »

« Non dirai a Zio Paperino che io ricordo tutto, vero? »

Ci fu una piccola pausa.

« No. Ha già abbastanza preoccupazioni, e un alleato in casa può essergli utile! Soprattutto con uno sospettoso come tuo fratello Qua… »

Qui sorrise:« Grazie, Uno! »

« Ma tu non lo seguirai mai in nessuna delle sue avventure, vero? È per non mettervi nei guai che ha preferito cancellarvi la memoria… »

« Promesso! Tanto ci sei tu a proteggerlo! Continuerai a tenerlo d’occhio, vero? »

« Come sempre e per sempre, è una promessa! »

« Però voglio che mi racconti le avventure di Pikappa! Tutte le avventure che ha vissuto e che vivrà! »

Uno ridacchiò:« Si può fare! Troveremo il modo di vederci senza farci accorgere dal resto della tua famiglia! »

« Grazie! »

« Ora attacca, che tuo zio è già qui! »

Il paperotto riagganciò sorridendo e asciugandosi una piccola lacrima. Era certo che Uno gli si fosse affezionato come lui si era legato a quella piccola palla verde.

 

« Chissà quale grande avventura attende oggi Paperinik! Buona fortuna… Zio Paperino! »

 

 

Ciao a tutti! Si conclude così questa storia… via tutti quei fazzoletti, tornerò presto su questi schermi! Ho in mente un interessante crossover fra PK e MM (una testata dedicata a Topolino creata da alcuni degli autori di PKNA… e già questo dovrebbe farvi ben sperare sul contenuto!) che spero di poter cominciare a pubblicare a breve, esami permettendo! Aggiungo che per questa storia ho creato anche un disegno, ma che non sapendo se è possibile pubblicarlo su EFP, nel dubbio preferisco pubblicarlo sull’altro forum dove pubblico questa storia e mandare il link a chi me lo richiederà! Scusate ancora!

A questo punto devo obbligatoriamente ringraziare:

 

tutti quelli che hanno semplicemente letto;

CarolineEverySmile, Crybaby, Makochan, Nightrun e Red flames per averla messa fra le Preferite;

BlueAcquaH2O, CancerCarlo, chicc, darkroxas92, gimbox , Jan Itor 19, Raven Cullen e silver_phoenix per averla messa fra le Seguite;

Spheater, Cresco, Jan Itor 19, Red flames, SakuraX16, Crybaby, Nightrun, darkroxas92, LegionFromDarkness, CancerCarlo e gimbox per aver recensito nei vari capitoli!

 

Spero veramente questa storia vi sia piaciuta e di potervi rivedere tutti nelle mie prossime fanfiction!

 

CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

Hinata 92

  
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