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Autore: FederchiccaS    28/05/2012    3 recensioni
Questa è la storia di mio zio Giovanni, morto all'età di 15 anni. Volevo ricordarlo con questa storia.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO QUATTRO Arrivò il giorno fatidico: 28 Giugno. Mi svegliai, mangiai come un bue sia a colazione sia a pranzo, alle due e mezza mi andai a preparare. Cosa potevo mettermi? Presi la mia camicetta preferita e un paio di jeans che arrivavano al ginocchio, andai in bagno, mi pettinai, mi misi un filo di mascara e andai. Mia madre però mi fermò sulla porta:” Chicca!” “CAZZO”, pensai, che poteva volere mia madre proprio adesso? “Dove stai andando?” cosa potevo inventarmi adesso? Non potevo certo dirle che andavo in spiaggia con Giovanni, anche perché mi avrebbe bombardato di domande assurde a cui io non avrei dato alcuna risposta. Prontamente le risposi: “Mamma! Ehm… Sto… Sto… Sto a casa di Francesca!” lei mi guardò con un’aria un sospetta, ma vabbè io uscii dalla porta con nonchalance. Arrivai alle tre in piazzetta, lui era già lì, pronto ad aspettarmi. Da come era vestito sembrava un principino. Mi vide e mi salutò con la mano e mi venne in contro “Ciao Fede!” sorrise e io sorrisi gli risposi:” Ciao Giovanni” lui mi chie-se:” Allora… Dove andiamo? Spiaggia, bar? Scegli tu!” io non sapevo cosa dirgli, cè dove potevamo andare? Alla fine insieme decidemmo di andare in spiaggia. Durante il tragitto in bicicletta io ero un pochino preoccupata, e dissi a Giovanni:” Ma, ma, ma tu l’hai detto a tua madre che andavamo insieme alla spiaggia? E se ci scoprissero? E se mia madre si arrabbiasse con te?” lui mi guardò sorrise e disse:” No, le ho detto che ero da un amico, ma stai tranquilla, andrà tutto bene…” a quelle parole mi luccicarono gli occhi e mi fidai ciecamente della sua voce. Quando arrivammo la spiaggetta era deserta, ancora una volta eravamo ancora IO e GIOVANNI DA SOLI, speravo solo che questa volta non fosse venuto un rompi palle (ricordandomi di quella volta con mio fratello). Ci sedemmo e iniziammo a parlare e parlare e ad un certo punto mi disse:” E se ci buttassimo nel mare?” io non sapevo se quello era un sogno o la realtà, LUI aveva chiesto a me di farmi un bagno e io come potevo dirgli di no? L’unico problema erano i vestiti! Quindi gli risposi:” Sì, per me va bene… ma che vestiti mi metto? Non posso andare a casa tutta ba-gnata!” e lui:” Al massimo ti tieni su quelli e poi li lasci asciugare addosso, si asciugheranno sicuramente prima di an-dare a casa! C’è un’afa! ”. Beh, si poteva anche fare, non avrei mai potuto contraddirlo, era Giovanni cavolo! Mi decisi e alla fine ci buttammo tutti e due vestiti nell’acqua, tanto faceva un caldo! Uscimmo dall’acqua, non volevo immaginare la mia faccia come fosse conciata. Mi chiese se avevo freddo ma io risposi di no, anche se avevo i brividi. Ci asciugammo al sole e dopo un po’ ritornammo a casa. Giovanni mi volle riaccompagnare a casa e durante la strada per il rientro ci inventammo una scusa tipo “ Ci siamo incontrati in piazzetta e siamo voluti venire a casa insieme” la scusa era perfetta anche perché nessuno ci potrebbe aver visto. Tornati a casa però ci aspetto una brutta sorpresa, o meglio una cosa che sia io che Giovanni non ci saremmo mai aspettati…
  
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