Vago
silenzioso e solitario tra cespugli di rovi e alberi secolari per il giardino
del Tuo palazzo, Padre … anzi: quello che ERA il Tuo palazzo.
Ora
che Tuo fratello siede al Tuo posto sul trono, al fianco di quella che fu la Tua
consorte e che non ha indugiato ad accogliere un assassino incestuoso sotto le
coperte di quello stesso letto che un tempo appartenne anche a Te, questo regno
ha cambiato proprietario … così come questo bellissimo
giardino.
Solo
l’occhio vigile della luna che mi scruta dall’alto mi accompagna in questa notte
di memorie che credevo perdute.
Improvvisamente,
il ricordo di quando,da bambino, venivo qui a giocare e a cavalcare, è
prepotentemente riaffiorato alle soglie della mia memoria … come sembrano
lontani quei momenti felici ora… .
Capire
la vita forse significa soffrire?
No…
non credo; anche se non l’ho mai capita io sto soffrendo lo stesso, ho sempre
sofferto.
Forse,
capendo la vita, la si guarda con occhi diversi. Con … con più
maturità.
Perché
solo una persona matura può capire il significato di questa minuscola parola che
racchiude in se tanto … tutto … .
O
una persona estremamente matura, o una persona estremamente … ingenua … come un
bambino, magari … si, proprio come quel bambino che solo ora ricordo di essere
stato anche io.
Come
ho potuto dimenticare, Padre?
E
proprio ora che la mia mente ha ritrovato quei momenti, forse, è troppo tardi …
.
È
tardi, perché tra poco entrerò in quell’immenso salone … e allora il mio destino
sarà segnato.
Incredibile
come la Tua volontà sia così forte da raggiungere la mia coscienza anche
ora che il Tuo cuore ha smesso di battere e il Tuo sangue di
scorrerTi nelle vene … anche ora che Lui Ti ha ucciso …
.
E
adesso, con i ritrovati ricordi della mia infanzia, capisco che non hai mai
smesso di essere Tu quello che tiene in mano i fili del mio teatrino … già, io
non sono solo un burattino di legno nelle Tue mani, Padre, no… io sono tutto il
Tuo palcoscenico! Sono la Tua
ballerina dal tutù macchiato di sangue, sono il Tuo giocoliere che perde i
pezzi, sono il Tuo buffone che non fa ridere, sono il Tuo acrobata il bilico sul
sottilissimo filo della vita… sono stato tutte queste cose a Tuo piacimento, ma
in questo momento sono solo un pezzo di legno, intagliato ad arte dalla Tua
volontà per somigliare il più possibile ad un uomo, i cui fili giacciono ben
saldi nelle Tue mani, Padre.
Mi
libererai mai?
Questo
burattino che per tanto, forse troppo tempo si è crogiolato nella sciocca
illusione di non avere fili, ma che troppo tardi si è reso conto di avere,
invece, ben più solide catene, otterrà mai la tanto agonista
libertà?
Ma
ora basta, non è più tempo per questi vani sogni di ancor più vane speranze; il
mio Destino mi attende dietro quel pesante portone d’ebano che, ne sono sicuro,
se potesse utilizzare una propria volontà, rimarrebbe sigillato fino al canto
del gallo per impedirmi di gettarmi tra le braccia della Lussuriosa Mietitrice;
ma anche lui, come me, segue una volontà che non gli appartiene … anche lui è
fatto solo di legno … .
Questa
notte sarà fatta finalmente giustizia per mano di un misero burattino di legno
che, pur avendo bramato con tutto il suo essere l’ebbrezza che solo la libertà
riesce a donare, ha amato a tal punto il suo burattinaio da accettare di morire
per Sua volontà.
Addio,
mio adorato Padre … o forse è meglio dire …
… Addio, mio amato Mangiafuoco …