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Autore: hipsta please    28/05/2012    3 recensioni
Degli occhi color nocciola la fissavano, e sembravano voler perforarle l'anima; un bellissimo sorriso si dipinse sul volto del ragazzo.
«Cenerentola, mi concederesti questo ballo?», le chiese con tutta la dolcezza possibile, porgendole la mano. Lei fissò sconvolta prima lui poi la mano, e tornò a guardarlo negli occhi.
Se questo è un sogno non svegliatemi.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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You're my Cinderella

 
Strinse tra le mani quel vestito che l'amica le aveva portato a casa poco prima. Il tessuto scorreva leggero sotto le sue dita; poteva sentire la dolcezza della seta e i lustrini che lo rendevano piacevole al tocco. Quel vestito era davvero... Troppo. Senza contare il fatto che non poteva nemmeno permetterselo; sarebbe costato di sicuro parecchi soldi, ma lei, di soldi, non ne aveva proprio.
Perché? Perché per la sua matrigna era come se non esistesse; venivano prima le crociere, le sessioni pomeridiane dall'estetista e dal parrucchiere, i vestiti costosi dei negozi più di moda della città, e poi lei. A cosa le servivano i soldi se passava tutti i fine settimana chiusa in casa? La signora amava pensare questo; sembrava non farci proprio caso al fatto che lei era la figlia di suo marito, e così la ragazza si limitava a starsene chiusa in camera senza commentare. 
La figlia del suo defunto marito.
Mentre la ragazza percorreva con lo sguardo il bellissimo regalo che l'amica le aveva fatto, e si stendeva stanca sul letto, non poté far a meno di ripensare a suo padre. Quanto le mancava vederlo ogni giorno ciabattare per casa con quell'aria perennemente stanca; quanto le mancava il bacio della buonanotte che le dava, le favolette che le raccontava prima di andare a dormire...
Si passò stancamente una mano sugli occhi, e alzò lo sguardo verso la radiosveglia sul suo comodino. Le 18.30. Se voleva andare a quella festa in maschera doveva sbrigarsi. Ma era quello il problema... Ci voleva davvero andare? Sarebbe stata presente l'intera scuola, e a lei proprio non andava di farsi vedere spesso in giro. Era una di quelle ragazze che passavano inosservate agli occhi di tutti, e le andava bene così. Aveva una sola vera amica, una sola ragazza che si potesse definire tale e che le stava vicina nonostante tutti i suoi problemi; forse era l'unica ragazza ai cui occhi non sembrasse un extraterrestre.
Di sicuro sarebbe stato presente il corpo delle Cheerleader al completo: l'ultima cosa di cui aveva bisogno era di sottostare, ancora, alle loro continue frecciatine. Ok, non si vestiva di marca, non usciva il sabato come tutti i ragazzi, ma perché doveva essere discriminata per questo? Aveva cercato troppo a lungo di capire la mentalità di quelle quattro galline senza cervello, ma poi aveva deciso di rinunciarci.
E poi, sarebbe stato presente... Lui. Solo a pensare il suo nome il cuore perdeva un battito. Lui, bhe, lui era il capitano della squadra di football della scuola; inutile dire che tutte le ragazze della scuola gli sbavavano dietro, ma come biasimarle? Era l'unico ragazzo della scuola che era bravissimo in quello sport ed era perfino dotato di cervello; era questa la cosa principale che aveva fatto innamorare lei: era bello, ammirato da tutte, e non se la tirava. Anzi, andava benissimo a scuola e aveva anche i piedi ben piantati per terra.
Le sue fantasie vennero immediatamente interrotte dallo squillo di un cellulare. Sospirò, leggendo il nome sul display.
«Ehi, io...». Non finì di parlare che l'amica la interruppe.
«Danielle, so che probabilmente in questo momento ti ritrovi chiusa in stanza a decidere se uscire o no. Devi venire alla festa, chiaro? Ho fatto tanto per riuscire a trovarti quel vestito, sarai fantastica, non puoi mancare! E poi è l'unica occasione per farti notare da Liam!». A quel nome il cuore della ragazza saltò un battito; Karen era l'unica a sapere della sua enorme cotta per il ragazzo più popolare della scuola, e continuava a spronarla a fare conoscenza. Come se lui si potesse mai interessare di una come lei...
«Senti Enn, ti ringrazio per il vestito, ma credo sia troppo! E poi io nemmeno ci voglio venire, a quella festa...», disse lei triste. Enn era il soprannome che aveva dato alla sua migliore amica appena si erano conosciute; il loro era un rapporto davvero speciale, e Danielle aveva accettato di farsi chiamare dall'amica "Ell". Era un nomignolo che solo il padre le dava, e risentirlo le faceva uno strano effetto; ma se non la poteva chiamare così la migliore amica, chi doveva farlo allora?
«Liam, Liam, Liam, Liam, Liam, Liam. Ah, forse ho dimenticato di dirti: ci sarà anche Liam. Ti passo a prendere alle otto e mezza, un bacio!», e chiuse la telefonata. Danielle rise, e buttò il telefono sul letto; come si faceva a non amare quella pazza?
Ormai arresa alla questione, si diresse in bagno strascicando i piedi sul pavimento; ci mise non poco per prepararsi, e dovette ammettere che stava davvero bene. Per una volta, il suo aspetto le piaceva. Prese al volo la maschera quando sentì il clacson della macchina dell'amica provenire da sotto la finestra.
«Io esco, a dopo!», urlò scendendo le scale alla signora che in quel momento si stava rimpinzando di schifezze davanti al televisore; lei le fece un segno indistinto con la mano, per dirle che aveva capito, e non distolse un attimo lo sguardo da quello schermo al plasma. Danielle sospirò, ed uscì nell'aria fredda.
L'amica lanciò un gridolino. «Sei bellissima! L'avevo detto, io!». Lei sorrise di risposta, e salì in macchina.
*
La musica rimbombava nell'enorme sala della scuola, che era stata messa a disposizione per quel ballo. Non era arrivato da nemmeno mezz'ora che già una decina di ragazze ci avevano provato con lui; aveva rifiutato tutte, cortesemente, e si era seduto su un divano a parlare con i suoi amici.
«Guarda guarda chi si sta avvicinando!», disse un amico seduto affianco a lui. Liam alzò lo sguardo, e incrociò quello di Michelle, la capo Cheerleader, nonché sua ex ragazza. Si dovette trattenere non poco per evitare di alzare gli occhi al cielo.
«Ciao Liam. Ti va di prendere qualcosa da bere?», gli chiese con quella sua voce stranamente acuta. Cosa ci aveva trovato in lei, nemmeno un anno fa? Faticava ancora a comprenderlo.
Fece un segno educato con la testa e si alzò, dirigendosi con la ragazza verso il tavolo delle bibite.
«Allora... Ti stai divertendo?», chiese per intavolare una conversazione. Non era proprio il massimo del divertimento stare buttato su un divano a chiacchierare con gli amici ad una festa, ma evitò di dirlo.
«Certo, non si vede? Sprizzo felicità da tutti i pori», disse con un sorriso. Ok, forse aveva esagerato, ma il poco quoziente intellettivo di Michelle non le fece notare quest'enorme bugia.
«Allora, ehm... Ti piace il mio vestito? Sai, ho cercato ovunque per trovarlo così come dicevo io. Sonny mi aveva convinta a prenderlo di un altro colore, solo che io le ho detto...», eccola, che iniziava a parlare a tutta velocità, sempre e solo di lei. Era davvero monotona una qualunque conversazione con lei, ma lui aveva trovato una soluzione tempo prima. Mentre lei parlava il ragazzo pensava a tutt'altro, limitandosi ogni tanto ad annuire o sorridere; funzionava sempre, lei non si era mai accorta di quanto poco gli interessasse ciò che diceva. Michelle lo fissava insistentemente; fu allora che Liam capì che le aveva rivolto una domanda e aspettava una sua risposta.
«Ehm, scusa, puoi ripetere? Con tutto questo rumore non ho capito», disse.
«Ti ho chiesto se ti andava di ricominciare a frequentarci», fece lei semplicemente. Ecco, adesso non gli andava per niente di trattenersi dall'alzare gli occhi al cielo. Perché quella ragazza non aveva capito che tra loro era finita? Liam aveva cercato di spiegarglielo più volte, ma lei non si era mai rassegnata; era convinta che prima o poi sarebbero tornati insieme. Certo che come caparbietà non la batteva nessuno a questa ragazza.
«Michelle, come te lo devo far capire; noi non stiamo più insieme, io non ho voglia di ritornare con te», rispose lui, e si avviò verso gli amici. Lei lo trattenne per il braccio.
«Perché, Liam? Hai trovato qualcun'altro che ti interessa? Un'altra ragazza?», fece lei con la voce particolarmente acuta. Lui le scrollò la mano dal braccio; davvero non aveva voglia di spiegarle per la centesima volta che se non voleva stare con lei non era perché aveva trovato qualcun'altro, ma perché era lei che non voleva. Non lo avrebbe mai capito.
Alzò lo sguardo verso gli amici, e per farlo i suoi occhi sorvolarono l'ingresso della sala; notò una figura che percorreva l'ingresso, ma non ci fece caso più di tanto. Si girò, di scatto, e i suoi occhi si posarono su quella bellissima ragazza. Indossava un semplice vestito color panna, lungo fino ai piedi, e una mascherina le incorniciava il volto, impedendogli di riconoscerla. I suoi occhi però, di un azzurro intenso, si vedevano anche da quella distanza; i capelli erano ricci e biondi, e le ricadevano delicatamente sulle spalle.
Il cuore di Liam gli rimbombò più forte nel petto, le mani iniziarono a sudargli quando quei fantastici occhi si posarono nei suoi; doveva scoprire chi era quella ragazza che gli aveva fatto battere così violentemente il cuore.
*
«Ehi, Ell. Liam ti sta fissando», le sussurrò Karen all'orecchio.
«Per favore, girati!», le rispose lei concitata, mentre sentiva le guance che ormai le andavano in fiamme. Appena entrata nella sala i suoi occhi avevano cercato immediatamente il ragazzo: era lì, col suo bellissimo smoking nero, come il più perfetto dei principi azzurri. Peccato che dietro di lui c'era Michelle.
Cercò di non pensarci più di tanto, e si incamminò insieme Karen verso un angolino della sala dove la musica arrivava più attutita, per riuscire a parlare meglio.
«Senti Enn, ho cambiato idea. Non ce la faccio, voglio tornare a casa», disse Danielle guardando l'amica; lei aggrottò le sopracciglia.
«Ell siamo appena arrivate, non puoi già volertene andare! Dai, andiamo a ballare un po', almeno ti distrai!», fece l'amica prendendola per un polso.
«No, non mi va. Perché non vai tu? Io ti aspetto qui», rispose. Karen fissava un punto indistinto alle spalle della ragazza, la bocca semi aperta e gli occhi spalancati.
«Ehi, stai bene? Sembra che tu abbia visto un fantasma!», disse, e si mise a ridere. La risata le si bloccò in gola quando sentì una mano poggiarsi sulla sua spalla; si girò, spaventata.
Tum, tum. Povero cuore.
Degli occhi color nocciola la fissavano, e sembravano voler perforarle l'anima; un bellissimo sorriso si dipinse sul volto del ragazzo.
«Cenerentola, mi concederesti questo ballo?», le chiese con tutta la dolcezza possibile, porgendole la mano. Lei fissò sconvolta prima lui poi la mano, e tornò a guardarlo negli occhi.
Se questo è un sogno non svegliatemi.
«Con piacere, mio principe». Si girò giusto in tempo per vedere l'amica farle l'occhiolino, e poi venne trascinata dal ragazzo verso l'uscita della sala. Tra l'erba scura del parco un piccolo gazebo troneggiava nell'oscurità, illuminando con le sue luci l'atmosfera tutt'intorno. Era davvero bellissimo.
Liam le cinse i fianchi con le mani, e lei poggiò le sue sul collo del ragazzo; iniziarono a ballare senza proferire parola, entrambi molto imbarazzati.
Il lento finì, e subito ne partì un altro; Liam guardò negli occhi la ragazza.
«Hai degli occhi davvero fantastici. Me li sarei ricordati, se li avessi visti», le disse. Il cuore della ragazza prese a battere sempre più forte, e lei aveva paura che, contro il petto di Liam, lui potesse sentirlo.
«Significa che non sei un bravo osservatore», fece lei. Lui aggrottò le sopracciglia.
«Vorresti dire che ti ho già visto, a scuola?». Lei abbassò la testa e si limitò ad annuire; non che avesse dubbi sul fatto che Liam l'avesse riconosciuta, però...
«Io... Mi dispiace. Devo essere stato davvero uno sciocco a non essermi accorto di una bella ragazza come te. Come ti chiami?», le chiese. Eh no Liam, così è troppo facile. Danielle non aveva intenzione di dirgli chi era; aveva paura che lui sarebbe scappato.
«Come non sai chi sono? Io sono Cenerentola», e sorrise. Lui fece un sorrisino timido.
«Qualcosa mi dice che non hai intenzione di dirmi chi sei. Che ne dici di parlarmi un po' di te? Giusto per sapere qualcosina», si giustificò lui, muovendosi con la ragazza a tempo di musica.
«Allora, vediamo... Amo la musica. Si, io vivo di musica. Però col canto non me la cavo per niente, stono peggio di una cornacchia; adoro i cibi ipercalorici, non faccio molto caso a mantenermi in forma. Secondo me queste sono cose che nella vita uno deve sfruttare: non ho intenzione di passare tutta la mia vita su una bilancia a mangiare insalatine. Poi... Mi piacerebbe diventare una scrittrice. Si, amo scrivere; scrivo ovunque, notte e giorno: sul banco in classe, sui muri a casa o anche sul primo foglio di carta che mi capita per mano. Sono parecchio disordinata: il caos per me è ordine. Nel caos riesco a trovare il posto di qualsiasi cosa; lo chiamo "caos-ordinato". Non ho un carattere facile; preferisco passare inosservata che farmi conoscere per la ragazza che non sono. È per questo che a scuola non sono molto "popolare". E non ho minimamente intenzione di entrare a far parte di quel gruppo di galline con la gonna e i pon-pon; preferisco restare chiusa in casa per il resto della mia vita. Che è quello che faccio, diciamo... Non esco spesso il sabato con le amiche. Questo perché io non sono una di quelle ragazze circondata da migliaia di amiche magari solo per convenienza; io sono dell'idea di poche, ma buone. E infatti ho una sola amica, la mia migliore amica. E mi va bene così», disse tutto d'un fiato, guardando il cielo. Non le andava minimamente di guardarlo negli occhi; le guance già le andavano a fuoco così.
Liam intanto stava in silenzio, immagazzinando tutte le notizie che questa ragazza sconosciuta gli stava dando di sé. La trovava una persona davvero splendida: totalmente diversa dal canone di bellezza tipico delle Cheerleader, eppure altrettanto irresistibile.
«E per quanto riguarda i ragazzi?», le disse soppesando con calma le parole; lei tornò a guardarlo negli occhi.
«Mio principe, non devi provarci con me, io sono già tua! - disse, e scoppiarono entrambi a ridere. Non era una di quelle ragazze che faceva facilmente conversazione, ma con lui tutto veniva così spontaneo. Lui la metteva a suo agio. - Bhe, in realtà c'è un ragazzo che mi piace; e non poco, sai. Solo che lui non sa nemmeno della mia esistenza. Cosa ci vuoi fare? Questi sono i drammi di una Cenerentola al giorno d'oggi», concluse per sdrammatizzare un po'.
«Io credo che questo ragazzo sia davvero stupido a non accorgersi di una bella persona come te. E sai, non intendo solo esteriormente; Cenerentola, tu sei bella dentro», disse serio fissandola in quegli occhi azzurro ghiaccio. Ti stai dando dello stupido da solo, caro Payne.
Si avvicinò al suo viso e le diede un piccolo bacio sulla guancia; la ragazza arrossì non poco, e gli fece un sorrisino timido.
Non capì bene da cosa era dovuto il suo gesto; forse la vicinanza dei loro volti, forse quell'atmosfera così perfetta. Sta di fatto che lui avvicinò timidamente le mani alla mascherina della ragazza, con l'intenzione di sollevarla. 
Si. Aveva aspettato da tanto quel momento. Che Liam finalmente si accorgesse di lei, che iniziasse a prenderla un po' in considerazione. Che dopo quello che le aveva detto la iniziasse a guardare in modo diverso.
No. Le sue erano state semplicemente parole buttate al vento; quanto ci avrebbe messo il ragazzo a capire chi fosse, e scappare da lei? Non poteva permetterlo. Meglio conservare questo bel ricordo nel cuore, che rovinare tutto con la realtà.
No! 
Si allontanò di scatto; la bellissima atmosfera era stata rovinata.
«Ehi, io non...», cercò di scusarsi lui avvicinandosi. Lei si allontanava sempre di più.
«No. Per favore Liam, è meglio così. Non voglio che tu sappia chi sono. Potresti scappare». Piccole lacrime scivolarono da sotto la mascherina; la ragazza si girò, e corse fuori da quel piccolo prato.
*
«Andiamo, Liam. Non puoi perderti questa partita», cercò di convincerlo l'amico seduto vicino lui.
Liam giocava con il cibo che aveva nel piatto, ascoltando a malapena ciò che gli amici avevano da dirgli. Era passata più di una settimana da quel ballo in maschera, e non faceva che pensare a quella ragazza. Perché gli aveva detto quelle cose? Scappare da lei? Era un'assurdità. Come faceva a voler scappare da una ragazza così sensibile, così dolce, diversa dalle altre? Era tutto ciò che stava cercando. Non sarebbe mai fuggito.
«No, ragazzi, ve l'ho detto. Non mi va di giocare», rispose scocciato. Si alzò dal tavolo per buttare quel poco cibo che gli era rimasto nel vassoio, ma andò a sbattere addosso ad una ragazzina bionda.
«S-scusa», balbettò lei fissando il pavimento. Alzò un attimo gli occhi, e incrociò quelli di Liam; i suoi erano azzurro ghiaccio. Non potevano essere gli occhi di Cenerentola.
La ragazza fece per andarsene, ma Liam la trattenne per un braccio.
«Tu... Tu hai...», tentò di dire balbettando; la vista di quegli occhi lo mandava in confusione. Come si chiamava quella ragazza? Darcy? Dalila? Danielle. Si, era quasi certo si chiamasse Danielle. Ma non poteva essere la sua Cenerentola.
«Ehm, scusa, ho sbagliato persona», disse, e si girò per andarsene.
Sentì la ragazza sospirare. «Non fa niente, Liam. Lo sapevo che saresti scappato», fece a bassa voce.
Ma Liam l'aveva sentita.
*
Se ne stava seduta sulle gradinate che circondavano l'enorme campo da football della scuola. Ripensava a quando aveva incrociato lo sguardo Liam; in pochi secondi il suo cuore era andato in mille pezzi. Aveva sperato che lui l'avesse riconosciuta? Si, ci aveva sperato.
Sono una povera illusa.
Poco a poco le gradinate, prima deserte, si riempirono di gente venuta ad assistere la partita. Karen si sedette vicino a lei.
«Allora? Liam ti ha detto qualcosa?», fece lei concitata.
Un groppo le si formò in gola. «No, Enn. Niente di niente. Ma è meglio così. Non ne voglio più sapere niente, voglio solo dimenticare», rispose lei passandosi stancamente una mano tra i capelli. Una voce partì da un megafono lì affianco, e annunciò i nomi dei ragazzi delle due squadre di football.
«... Payne, Liam». Il ragazzo entrò in campo con un'aria abbastanza corrucciata, fissando dritto davanti a sé. Come faceva Danielle a voler dimenticare tutto? Solo vederlo da lontano le provocava qualcosa nello stomaco, e le gambe non la reggevano più. La verità era che non voleva dimenticarlo; lei lo amava, nonostante tutto.
Lo sguardo di Liam percorse le prime gradinate, come se stesse cercando qualcuno; il cuore della ragazza si fermò un attimo quando gli occhi color nocciola del ragazzo incrociarono i suoi.
Così è meglio per entrambi.
Si alzò, non riuscendo a reggere più quello sguardo. Doveva prendere aria, doveva andarsene. Si mosse in fretta tra i ragazzi che sedevano vicino a lei, provocando commenti non proprio gentili; era troppo presa dai suoi pensieri che non sentì nemmeno la voce da dentro al megafono, che annunciava uno strano ritiro dalla partita di un giocatore.
Camminò, iniziò a correre; giunse nel corridoio della scuola, davanti al suo armadietto. Si lasciò cadere pesantemente a terra, con la schiena appoggiata al freddo metallo, e non riuscì più a trattenere le lacrime, che adesso le rigavano le guance. Dei passi provenienti da quella zona la costrinsero ad asciugarsi le guancie, con scarsi risultati. 
Liam, col fiatone, si sedette a terra vicino lei.
«Cosa ci fai qui? Devi giocare la partita», riuscì a dire. Altre lacrime le solcavano le guancie.
«Sono stato uno stupido, lo so. Non ti ho riconosciuto per quello che eri; una ragazza fantastica, totalmente diversa dalle altre. La ragazza che mi ha rubato il cuore. Tu sei la mia Cenerentola», le sussurrò dolcemente asciugandole le lacrime col pollice; con la mano ancora sul suo viso lo avvicinò di più a sé, e appoggiò delicatamente le labbra sulle sue.
 


My Corner.
Salve beeeella geente.
Allora, come qualcuna di voi può aver notato, questa storia somiglia vagamente ad un film. Ci terrei a farvi sapere che non era mia intenzione copiare o altro; semplicemente un pomeriggio, mentre ascoltavo Moments, ho iniziato a sognare ad occhi aperti ed è uscito fuori questo.
Ci stanno delle somiglianze al film, è vero, ma la storia non è proprio uguale.
Dopo questa quarta One Shot mi resta solo l'ultima, su Niall. Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate di questa e se magari vi va che pubblicassi anche l'altra! (:
Per chi avesse voglia, vi lascio qui le mie altre tre One Shot You've Saved My Life , I've Always Loved You , e Can we try one more time?  
Questa invece è la mia prima Fan Fiction: We are Forever . Leggere qualche vostro parere è sempre bello.
Un bacio! x

 
  
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