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Autore: formerly_known_as_A    16/12/2006    5 recensioni
Resta vicino a me... Una vita normale è possibile per Vincent?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Vincent Valentine, Yuffie Kisaragi
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Stand by me

Stand by me

 

-Scusi, è libero?-

 

Una voce femminile mi risveglia dai miei pensieri. Mi guardo intorno. Nella cabina è rimasto solo un posto libero, proprio davanti al mio.

 

-Certo...-

 

Osservo la nuova arrivata. E’ bionda ed ha degli intensi occhi azzurri...

 

La bambina che tiene in braccio è identica, si differenzia soltanto nell’acconciatura. La madre ha i capelli raccolti, mentre quelli della piccola sono sciolti sulle spalle, in una cascata di seta...

 

Sembra stanca, la madre e, nonostante le numerose rughe, non credo che abbia neppure raggiunto la trentina...

 

Deve aver avuto una vita difficile...

 

Vedo che stringe compulsivamente la bambina, osservando il mio braccio sinistro, semi-nascosto nella manica del mio completo blu scuro.

Mi considera un’aberrazione, come ogni persona che lo vede...

 

Volgo lo sguardo verso gli altri quattro occupanti della cabina. Sono studenti universitari stremati dopo una giornata di studio... E dormono come possono sui sedili...

Niente di strano...

 

Tre ragazzi e una ragazza...

 

C’è una coppia, abbracciata...

Ho una fitta al cuore.

 

Lei non è veramente addormentata... Ha gli occhi bassi sul suo ragazzo e gli accarezza i capelli...

 

Perché non posso anche io, vivere dei momenti così semplici e, nel contempo, intensi, ogni giorno?

 

La mia dirimpettaia continua a fissarmi con i suoi occhi penetranti, di ghiaccio.

 

Che cosa le ho fatto, di male? Credo di essere stato abbastanza garbato, no?

 

-Mamma! Quando arriviamo?-

 

Non le risponde. Mi fissa.

Mi odia.

 

Dove siamo?

 

Alzo la testa verso la piantina luminosa di Midgar sotto la rete portabagagli.

Come può una città diventare così grande in soli 5 anni?

 

Ho partecipato alla progettazione dei nuovi quartieri, ma non riesco ancora ad orientarmi perfettamente...

 

Per andare dal palazzo della NeoShinra al quartiere Shibaya, dove abito, un quartiere fondato dagli emigrati di Wutai stabilitisi a Midgar, ci metto esattamente un’ora e mezza... Questo perché il punto di partenza e quello di arrivo segnano anche i punti estremi della città e, di conseguenza, della ferrovia principale.

 

Il punto luminoso “voi siete qui”, rosso, intenso, indica che abbiamo appena passato la stazione centrale.

Ecco perché ci siamo fermati tanto... Dovevamo far passare i treni ad alta velocità provenienti dall’esterno...

 

Ecco perché il treno è pieno e l’aria condizionata è accesa...

Fa persino freddo...

 

La donna davanti a me continua a fissarmi...

 

Non dovrebbe più darmi fastidio, ormai... Però... Odio sentire su di me gli occhi della gente...

 

Le persone mi giudicano, mi osservano con disgusto, mi temono...

Mi trapassano con lo sguardo, a volte.

 

Ma ciò che fanno sempre è uccidere una piccola parte di me...

 

Conosco la musica che proviene dagli altoparlanti...

 

When the night has come

And the land is dark

And the moon is the only light we'll see

 

Come dimenticarla? La prima volta che ho ballato con una donna...

 

La prima volta che qualcuno mi ha accettato per quello che sono...

 

Non ha preteso il massimo come i miei genitori... Non ha sottointeso che da me poteva solo ottenere la perfezione, come ogni persona che ho conosciuto fin dalla mia infanzia... Non ha cercato di cambiarmi. Mi ha accettato con tutti i miei difetti...

 

E, io, ovviamente, mi sono innamorato di lei...

 

-Signore, le fa male, il braccio?-

 

La bambina... Mi ha rivolto la parola.

 

-Amelia, non importunare il signore!-

 

-Ma io voglio sapere!!!- esclama lei, urlando più che può.

 

I bambini mi sono sempre piaciuti...

Sempre così sinceri e onesti...

 

Non conoscono l’ipocrisia degli adulti...

 

Nessuno ha mai creduto che fossi il tipo da fondare una famiglia, ma, dopo tutto quello che è successo... Bè, è rimasto il mio sogno nel cassetto...

 

-Amelia, smettila!-

 

Amelia urla e si dibatte. –Vogliosaperevogliosaperevogliosaperevogliosapere!!!!-

 

Osservo la scena con un sorriso.

 

Spero che la bambina resti sempre com’è ora, curiosa e sincera...

Che non si trasformi in un clone di sua madre.

 

-No, Amelia, non mi fa male...-

 

La bambina si calma e mi guarda con gli occhi spalancati (o è quella la loro misura normale?), dubbiosa. –Perché hai il gesso, allora?-

 

-Non è gesso... E’ metallo... Altrimenti non riuscirei a muovere il braccio...-

 

Già... Hojo ha reso i muscoli del mio braccio sinistro molto fragili... Chissà come, poi...

Sono irrecuperabili.

 

La bambina tace, rattristata.

 

La madre mi fissa con rinnovato odio.

 

Guardo altrove... Gli universitari dormono ancora...

 

E’ straordinario, dopo le grida di Amelia...

 

Torno a guardare la donna davanti a me.

Ma ha un problema visivo o cosa?

 

-Signora, se ha qualcosa da dirmi, faccia pure...- mormoro.

 

-Lei è uno di quei sadici perversi, vero? Quelli con la maschera chiodata, che violentano le ragazzine! Quelli che fanno le Messe Nere!-

 

Sbatto più volte le sopracciglia.

Questa donna ha un’evidente problema di classificazione...

 

I masochisti hanno le maschere chiodate.

I pedofili violentano le ragazzine.

E, infine, i satanisti fanno le Messe Nere.

 

Non i sadici perversi...

 

-Vede? Colto sul fatto! Ora chiamo il controllore!- esclama, alzandosi e lasciando la bambina sul sedile.

 

Perché, se sono un pervertito?

 

Dannazione!

Perché la gente dev’essere così ottusa?

 

La madre di Amelia fa per uscire dalla cabina, ma cade immediatamente all’indietro, svegliando tutti e quattro gli universitari.

 

E ora che succede? Ha visto un orco di tre metri con un frustino da sadomasochista e delle ali?

 

-Scusi!!! Sono desolata!!!-

 

Questa voce...

 

Non è possibile... Devo sbagliarmi...

Però somigliava proprio alla sua...

 

-Faccia un pò più di attenzione!- sbraita la bionda, andando a cercare il controllore.

 

-Aiuto!!! Dovevo scendere due fermate fa!!!- esclama uno degli studenti, agitato.

 

Sorrido.

 

Dopotutto, il treno non mi dispiace...

 

-Mi ha chiamato Karin 34 volte!!!!-

 

-Fatemi scendereeee!!!-

 

La coppia rimane calma... Non penso sentano quello che succede intorno a loro...

Li invidio...

 

Fisso il paesaggio urbano, dal finestrino...

Un altro giorno solitario...

 

E’ quello a cui aspiravo, un tempo, però...

 

-Ti ho trovato!-

 

Mi volto rapidamente verso l‘entrata.

 

E’ lì, arrossata, affannata, ma sorridente...

 

Perché? Insomma... Non dovevamo vederci tra due mesi?

E Wutai?

 

La osservo rapidamente... Sembra quasi una Turk... Solo che il suo completo è nero...

E’ bellissima...

 

-Yuffie... Che ci fai qui?-

 

Si siede accanto a me, sempre sorridente. –Volevo vederti in divisa!!!-

 

-E... Wutai? E le tre feste che devi ancora organizzare? E le questioni diplomatiche? E...?-

 

-Ho lasciato tutto al Consiglio... Dovevo farti un annuncio!-

 

Che tipo di annuncio?

 

L’ultima volta che ha lasciato Wutai con tanta fretta, per venire fin qui, è stato per confessarmi che mi amava... E per supplicarmi di sposarla, almeno per fare un piacere a suo padre, che la voleva sposata entro la maggiore età... (a Wutai, 21 anni)

 

Sono trascorsi tre anni, ormai...

 

Sfioro leggermente la sua fede nunziale...

Ancora oggi, mi sembra tutto così incredibile...

 

-Vinnie? Non sei curioso?-

 

-Certo che lo sono...- sussurro, accarezzandole i capelli, sciogliendo l’acconciatura complessa in cui sono stretti. –Stavo semplicemente pensando all’ultima volta che mi hai annunciato qualcosa... Tre anni fa... E a quanto sia meraviglioso averti qui...-

 

Per aver tenuto i capelli così, dev’essere partita in fretta...

 

-Solo un posto, Hyride...-

 

Ci sono due ragazze. Entrambe tinte di biondo, quasi bianco, con la divisa del Gast Gymnasium, uno dei licei più prestigiosi di Midgar...

 

-Ehi! Aspettate!- esclama Yuffie –Ce ne sono due!-

 

No, ce n’è uno solo...

 

Si siede sulle mie ginocchia, di lato, verso il finestrino e si appoggia al mio petto.

 

Ok... Ora ce ne sono due...

 

-Che carini...-

 

-Lui non è un Turk? Sì, sì!!! Guarda la divisa!-

 

-Che bei capelli, che ha, lei... Visto, Yule?-

 

Yuffie arrossisce.

 

Le scompiglio i capelli... Sono lunghissimi...

A volte mi chiedo se li abbia lasciati crescere solo per somigliare a Lucrecia...

 

Poi mi ricordo che non li ha mai raccolti in una coda alta estremamente elaborata... Li preferisce sciolti, naturali...

 

Bè, credo che questo rispecchi la sua personalità...

 

-Allora, non farmi stare sulle spine...- mormoro.

 

-Signore?-

 

Mi volto verso Amelia: -Sì, Amelia?-

 

-La mamma si è persa?-

 

Giusto... Ormai siamo quasi arrivati... Che fine ha fatto?

 

-Eccolo qua! E’ lui!-

 

Parlando del diavolo... Ecco la madre più agitata del Pianeta...

Accompagnata dall’addetto alla sicurezza più scocciato del Pianeta.

 

-Ciao, Klever...-

 

-Capo! Che ci fa qui?- balbetta lui.

 

Soldiers... Sono così intimoriti dai Turks...

Dopotutto, siamo un’élite...

 

-Capo?-

 

-Sì, lui è il capo dei Turks...-

 

Yuffie fissa la donna, sogghignando.

 

-Vincent Valentine, piacere...- sussurro, sorridendo.

 

La madre afferra Amelia ed esce dallo scompartimento.

 

-Questa dev’essere la sua illustre moglie...-

 

Yuffie si siede davanti a me...

Peccato...

 

-Sì, Klever...-

 

-Yuffie Kisaragi Valentine...- si presenta lei, tendendogli la mano.

 

Lui l’afferra e la scuote con forza: - Jason Klever. Piacere mio... Ho sentito molto parlare di lei...-

 

-Cose buone o cose cattive?-

 

-Cose bellissime, sempre...-

 

-Klever... Ti spiace? Sei ancora in servizio...- gli faccio notare.

 

-Giusto! Ehm... Scusate!!! Scusate!!!-

 

Corre via.

 

Ormai lo scompartimento è vuoto...

 

Finalmente un pò di pace...

 

> Shibaya, Stazione di Shibaya! <

 

Ecco... Come non detto...

Oltretutto, piove...

 

Perfetto!

 

Mi levo la giacca e avvolgo Yuffie.

Per fortuna abito davanti alla stazione... In pochi minuti, siamo già a casa...

 

-Vuoi qualcosa da bere?-

 

-Uhm... Thé freddo ne hai?-

 

Entro in cucina e cerco nel frigo.

 

-Sempre la cattiva abitudine di lasciare le cassette nello stereo, eh?-

 

Sono settimane che non lo accendo...

 

If the sky that we look upon

Should tumble and fall

And the mountains should crumble to the sea

 

E’ una coincidenza?

 

I won't cry, I won't cry, no I won't shed a tear

Just as long as you stand, stand by me

 

-L’ho sentita sul treno, oggi...- sussurra, entrando in cucina –Ho pensato che fosse un segno...-

 

-Un segno?- chiedo, tendedole un bicchiere pieno di thé.

 

-Grazie...-

 

Beve a piccoli sorsi, poi posa il bicchiere sul tavolo.

E’ così carina, quando lo fa...

 

And darlin', darlin', stand by me, oh stand by me

Stand by me, stand by me, stand by me-e, yeah

 

-Balliamo?-

 

La stringo a me. Mi è mancata da morire...

 

Balliamo fino alla fine della canzone...

 

Non è cambiato nulla da quella sera, dopo la sconfitta dei tre cloni...

 

 

 

-Vincent?-

 

Da dov’è spuntata?

 

Sono salito su un tetto per stare in pace, non per essere importunato inutilmente da sciocche ragazzine!

Non m’interessa festeggiare.

 

Tutto, per me, è rimasto come prima.

Non è cambiato niente. Il mio dolore, i miei ricordi, la mia vita.

 

Nulla è mutato.

 

-Ti ho cercato dappertutto! Perché non sei giù?-

 

-Non m’interessa festeggiare.-

 

-Bè, la prossima volta, nasconditi meglio, perché il tuo mantello svolazzante si vede a 30 chilometri di distanza!-

 

-Perché sei così irritante?-

 

-Senti, Vincent, anche io ho passato dei brutti momenti... Quest anno sono morti 15 bambini, a causa del Geostigma... Non ho potuto fare niente per loro... Ma so che, se potessero, mi direbbero di continuare a combattere contro le ingiustizie...-

 

E con questo? Che m’importa?

 

-Vincent... Hai ragione, non so che ti è successo, nella vita... Però, so per certo che, se Lucrecia ti ama veramente quanto credo, da qualsiasi posto ti guardi, vuole che tu sia felice... Che tu viva...-

 

Cosa poteva saperne, lei?

 

-E’ quello che vorrei anche io... Le persone che amo... Vorrei che si ricordassero dei bei momenti solo nei ricordi... Che vivessero per crearne altri...-

 

-Le persone che ami...-

 

Quindi, suo padre... E, poi?

 

-Ah!!! Stand by me!!! E’ una delle mie canzoni preferite...-

 

Mi sento afferrare la mano sinistra.

 

-Alzati!-

 

Stranamente, eseguo l’ordine, sovrappensiero.

 

E’ la prima volta che qualcuno tocca spontaneamente quel braccio...

Senza disgusto... Senza quel miscuglio di odio e disprezzo che caratterizza gli altri...

 

La piccola ninja mi abbraccia e, senza neanche accorgermene, inizio a ballare con lei.

 

-Sai, Vinnie... Io credo che Lucrecia fosse una brava persona... Era solo molto insicura... E non credo che sia successo tutto quel casino solo per colpa tua... Insomma... Sei umano, puoi fare degli errori... Ma non credo che potresti portare una persona che ami alla morte... Vero?-

 

Lucrecia... Forse è giunto il momento di girare pagina, non credi?

 

Una risata cristallina, eterea, risuona nella notte.

 

 

-Cosa volevi dirmi?-

 

Lei arrossisce.

Poi, delle lacrime leggere scivolano sul suo viso perfetto.

 

Che le succede?

 

-Cosa...?-

 

-Avremo un bambino...- mormora, sorridendo.

 

E’... Magnifico...

La abbraccio.

 

-Yuffie... Io... Non so cosa dire...!!!- esclamo, fuori di me dalla gioia.

 

-Stand by me...-

   
 
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