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Autore: Birbi_alex    29/05/2012    6 recensioni
Con lui doveva andare diversamente, lui era diverso. E in un certo senso ero diversa anche io.
Perché da quando l’avevo conosciuto mi sembrava di impazzire, non mi era mai capitato di avere la pelle d’oca solo perché qualcuno mi sfiorava ma con lui era così. Non ero mai stata quel genere di ragazza che si invaghiva di un ragazzo solo per la sua bellezza, e non lo ero tutt’ora perché in effetti Zayn non era solo quello, era anche simpatico e intelligente, dolce ma serio, misterioso quanto espansivo. Sapeva chiudere i discorsi con le sue frecciatine anche meglio di me, e parlare con lui era quello che aspettavo in tutta la giornata.
Anche dopo essermi svegliata presto, non aver bevuto il mio caffè, aver assistito a lezioni noiosissime, vedere il suo sorriso e i suoi occhi riusciva a cambiarmi la giornata e renderla migliore.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Già 5 recensioni per il primo capitolo *-* 
Ringrazio subito tutte le persone che mi hanno messo tra i preferiti, seguiti, ricordati, ecc.. muchlove!
Ora passiamo al capitolo.. in questo capitolo ARRIVA MALIK *coro da stadio*, e si comincerà a delineare vagamente come si conosceranno.
Ma non voglio anticiparvi nulla, quindi vi lascio alla lettura, ci risentiamo alla fine del capitolo.
Ho provato a fare quest'immagine, non è asdfghjkl? *-* ahahah sono molto soddisfatta in effetti.
Come avrete notato Zayn ovviamente è Zayn Malik, CHI L'AVREBBE MAI DETTO, e Scarlett me la immagino come Kaya Scodelario ma ovviamente ognuna di voi può immaginarsela come vuole ahah ci mancherebbe.
Basta, ora tappo la fogna di bocca e vi lascio leggere.















CAPITOLO 2


Quella mattina fui svegliata dalla suoneria del mio cellulare e contro voglia accettai la chiamata senza neanche guardare chi fosse.
"Pronto?" chiesi con la voce impastata dal sonno tenendo gli occhi socchiusi.
"Ora tu ti alzi dal letto e vieni a scuola, non voglio passare di nuovo la prima ora da sola!" sentii dire dalla mia migliore amica al telefono, piegandomi in un sorrisetto consapevole.
"Ma che ora è?" boccheggiai ancora con gli occhi chiusi.
"Le sette – rispose lei facendomi sgranare gli occhi all'istante.
"Fammi capire, mi hai davvero svegliata alle sette?" chiesi incredula voltandomi verso l’orologio sul mio comodino.
"Già amica. Anzi, facciamo così: io alle otto meno un quarto ti passo a prendere, vedi di essere pronta per quell’ora!" disse con convinzione e io sbuffai. Perché mi dovevano sempre tutti rompere?
"Devo proprio?" domandai ancora sperando nel suo buon senso.
"Sì! Fallo per me!" piagnucolò quasi al telefono e non ebbi il cuore di mandarla a stendere.
"E va bene, ma che sia l’ultima volta!" mi raccomandai tirandomi seduta sul letto.
"Speraci.. dai, adesso alzati!" cercò di invogliami prima di chiudere la chiamata.
Non so con che forza uscii dalle coperte calde e mi alzai dal letto per andare in bagno.
Mi lavai e mi lasciai i capelli mossi e sciolti, con il sonno che avevo avrei potuto bruciarmi le dita se avessi usato la piastra.
Mi lavai i denti svogliatamente e infine mi misi la matita sugli occhi rischiando di accecarmi, di nuovo.
Ora sembravo quasi decente.
Tornai in camera e guardai l’ora, erano solo le sette e un quarto.
Ne approfittai per buttarmi letteralmente dentro l’armadio per scegliere cosa mettermi.
Vinsero infine dei jeans chiari e strappati, ovviamente stretti, una maglia larga grigio scuro a maniche corte e le mie amate superga nere.
Indossai tutto e mi guardai allo specchio, quasi sorrisi a quella vista.
Era strano per me vedermi bella, mi accontentavo di una tuta o dei jeans mettendo la prima maglia che trovavo ma quella volta avendo più tempo ci misi più cura.
Alle sette e mezza scesi in cucina per fare colazione e mia madre quasi non credette ai suoi occhi.
"Come mai così presto?" mi chiese infatti stupita.
"Camille tra un quarto d’ora mi viene a prendere.." spiegai, tralasciando di avvisarla dei miei innumerevoli ritardi.
"Sicura non centri un ragazzo?" borbottò poco convinta dalla mia risposta.
"Sei seria? Non ricordi di aver dato alla luce una figlia con un carattere ammazza relazioni?" sbottai con sarcasmo facendola ridere.
"E' che ti sei vestita così bene.." commentò sorridendomi e riservandomi un'occhiata radiosa.
"Mamma ti assicuro che quando ci sarà un ragazzo te lo dirò, stai tranquilla" dissi per finire la conversazione, poco convinta delle mie stesse parole però.
"Va bene.. stavolta passi" mi concesse inserendo nella macchinetta del caffè la cialda col caffè macchiato, conoscendomi troppo bene.
"Uh.. biscotti!" mi illuminai poi vedendo in mezzo al tavolo un vassoio pieno di biscotti al cioccolato.
"Prendine pure" disse mia madre ridendo mentre ne avevo già due
 in bocca ormai.
Dopo un po’ la macchinetta suonò e mi presi il mio adorato caffè.
Avevo solo sedici anni ma andavo pazza per la caffeina, mi svegliava e mi rendeva più pimpante.
Lo bevvi tutto d’un sorso e posai la tazzina sul tavolo per poi mangiare un altro biscotto.
"Sono proprio buoni" mi complimentai con la donna sorridente, solo con lei riuscivo ad essere dolce.
Non riuscivo a risponderle male, non potevo immaginare quel suo viso materno arrabbiarsi.
"Grazie tesoro" mi ringraziò mia madre con un bacio tra i capelli.
"Ti pare?" abozzai mentre proprio in quel momento il mio cellulare prese a squillare e ne lessi sullo schermo il nome di Camille.
"Scendi raggio di sole" mi prese in girò appena risposi.
"Sì, adesso arrivo!" mormorai chiudendo il cellulare frettolosamente.
"Ok, mamma.. ci vediamo dopo" dissi a lei infilandomi il felpone del giorno prima e la mia sciarpa, per poi mettermi lo zaino di scuola.
"Ciao Scarlett! – mi urlò mia madre mentre presi le chiavi per aprire infine la porta.
Scesi le scale del condominio e infine scesi in strada trovando una mora Camille a fissarmi felice.
"Non ci credo, sono riuscita a farti alzare in orario!" esclamò subito facendomi ridere.
"Sì, ma non farci l’abitudine" dissi affiancandola mentre ci incamminammo verso scuola.
"Scusami tanto, oggi alla prima ora c’è letteratura! Non è meglio per te se segui le lezioni invece di saltarle?" mi canzonò sperando di convincermi.
"Ma è noioso Cam, che mi importa di sapere cosa pensano i poeti!" esclamai io facendola ridere a sua volta.
"Ma non è quello l’importante! È che così scopri nuovi punti di vista, pensi a cose nuove.." mi spiegò mentre un broncio comparve sul mio volto.
"Quasi non ti riconosco oggi!" esclamai colpita. Da quando faceva tutti quei discorsi?
"Perché scusa?" domandò confusa non capendo le mie parole.
"Perché a te non è mai piaciuto studiare, ora mi parli dei poeti come se fossero importanti!" spiegai incredula.
"E' che non sono come te che parli solo del Manchester United, sai? – mi sfotté, prendendomi in giro per il mio senso fin troppo sportivo e competitivo.
"Ehi non osare toccarmi il mio Manchester, donna!" sbottai all'istante con fare protettivo.
"Come faresti tu senza Manchester e bei ragazzi?" commentò quasi tra sè e sè facendomi ridere.
"In effetti.." mormorai beccandomi un occhiataccia da parte della mia amica che mi fece piegare in due dal ridere.
"Sei una pervertita" mi disse con fermezza Camille facendomi arrossire.
"Ha parlato quella che quando i ragazzi di quinta le passano davanti si scioglie come un gelato" la presi in girò e arrossì anche lei.
"Ma che ci devo fare io se in 5B sono tutti belli?" chiese lei mettendo un broncio adorabile.
"Scherzo scema" abbozzai tra le risate. Quanto le volevo bene? Quanto?
In pochi minuti arrivammo alla scuola, anche cinque minuti in anticipo, e io subito i due ragazzi seduti dietro di noi si animarono appena entrammo in classe.
"Non ci posso credere! Scarlett pure in anticipo!" mi prese in giro Richard in particolare sciogliendo l’abbraccio che stranamente gli aveva strappato.
"Non sfottermi" lo ribeccai subito ridendo.
"E' tutta opera mia, grazie comunque" si vantò la mia amica inchinandosi teatralmente.
"Gne gne gne" grugnii con divertimento abbassando lo sguardo al cellulare nella mia tasca che cominciò a vibrare con insistenza.
"Ma chi è a quest’ora?" borbottai tirando fuori il cellulare, un numero sconosciuto.
"Pronto?" risposi ugualmente curiosa.
"Ciao Jonson!" mi disse una voce fin troppo familiare.
"Ehi, Charlie! Ma come hai fatto ad avere il mio numero?" chiesi poi con un pizzico di serietà e curiosità.
"Ho fatto qualche telefonata e alla fine mi hanno dato questo numero" spiegò in modo fin troppo vago.
"Qualche telefonata? A chi?" preferii chiedergli di specificare, un po' infastidita dalla cosa in verità. 
"Amici di amici" disse semplicemente.
"Ma di preciso chi ti ha dato il mio numero?" chiesi ancora pronta a un eventuale scontro con l'impiccione di turno.
"Un certo John" rispose lui e mi vennero i capelli dritti.
Era un mio compagno di classe e dire che era stronzo era dir poco.
"Comunque perché mi hai chiamato?" domandai poi curiosa cercando di sorvolare il tutto.
"Per sapere se dopo ti vendicherai" rispose facendomi sorridere subito.
"Mi spiace ma la mia amica mi ha buttato giù dal letto un ora fa, oggi entro alla prima ora" spiegai leggermente dispiaciuta forse.
"Ah.. va beh facciamo domani allora!" disse subito lui facendomi ridere. Ma non si arrendeva mai?!
"Ovvio, oggi mi hanno fregato ma domani non mi alzerò neanche con le cannonate!" promisi sentendo appena dopo la sua risata.
"Ok, allora ti lascio. Ciao Jonson" mi salutò lui in un probabile sorriso.
"Ciao Charlie" risposi chiudendo infine la chiamata.
"Chi era?" chiese subito la mia amica piombandomi addosso con curiosità, lasciandomi giusto il tempo di riporre il cellulare nella tasca dei jeans.
"Ma nessuno! Un mio amico ma guai a te se pensi male" la avvertii puntandole un dito contro con fermezza.
"Sei sicura?" mi stuzzicò forse delusa.
"Certo, solo un amico" risposi e risi vedendo poi il suo broncio.
"Ma chi è comunque?" mi domandò in ogni caso poi illuminandosi.
"Charlie Follow della 4B, quando lo vedrai capirai che non mi piace" dissi subito e lei si rassegnò a quel punto.
Se davvero mi fosse piaciuto lei l’avrebbe capito, ma così non era.
"Va bene mi hai convinto" mormorò Camille mentre la campanella suonò.
"Che palle! Adesso letteratura con quel disgraziato del prof che mi odia!" urlai senza troppa attenzione facendo ridere i miei amici.
"Non dire così" scherzò Nick, il ragazzo biondino che sedeva dietro a Camille, mettendomi una mano sulla spalla.
"Ma come faccio? Ogni giorno non vede l’ora di interrogarmi!" mi lamentai ancora facendo ridere il ragazzo.
"Se tu studiassi ogni tanto magari prenderesti anche dei bei voti" mi riprese lui serio.
"Senti chi parla.." commentai dandogli uno scappellotto ridendo.
"Almeno io il sei ce l’ho!" si vantò beccandosi un altro schiaffetto.
"Nello scritto quando ti possono suggerire, nell’orale sei come me" precisai guardandolo con enfasi.
"Dettagli" mormorò facendomi ridere e scuotere la testa.
In quel momento in classe entrò John, il ragazzo che aveva dato il mio numero a Charlie senza farsi problemi, fin troppo tranquillo per i miei gusti.
Accelerai il passo e lo presi per un orecchio senza esitazione "Come ti permetti tu a dare il mio numero in giro?" chiesi arrabbiata tirandolo verso di me e facendolo così piegare in un gemito.
"Ma che vuoi?" sbottò lui tra vari lamenti.
"Non puoi dare il mio numero a tutti quelli che te lo chiedono, cretino!" gli ricordai con voce ferma e dura.
"Ma quel Charlie ha detto che ti conosceva!" disse lui in sua difesa stringendo gli occhi.
"Per fortuna è così, ma come fai a non sapere che è una bugia? Se uno stupratore ti chiama e chiede il mio numero tu che fai? Glielo dai?" chiesi allucinata alzando la voce continuando a tirarlo per l’orecchio.
"Ma che diamine vuoi, Jonson?" boccheggiò lui ancora.
"Che non dai il mio numero a tutti! Prima al massimo vienimelo a dire!" gli risposi serrando i denti.
"Va bene, va bene!" esclamò a quel punto in preda al dolore.
Ancora arrabbiata mi girai e andai al mio posto un attimo prima che il prof entrasse in classe.
"Buongiorno ragazzi!" disse il prof Could mente io preferii sedermi a guardarlo in cagnesco.
Fece l’appello e risposi con un “ovviamente” quando pronunciò il mio cognome, vedendolo perciò alzare gli occhi a guardarmi freddo.
"Oggi sei entrata in orario, complimenti" osservò lui verso di me per poi tornare al registro, meritandosi i miei insulti a bassa voce.
"Bene ragazzi, prendete il libro a pagina 124, oggi si cominciano “I promessi sposi”" disse quindi il professore con un sorriso a cui io feci un broncio annoiato.
"Che culo" mormorai accavallando le gambe come al mio solito, posando il piede destro sul ginocchio sinistro.
La mia amica prese il suo libro e evitai di prendere il mio, presi invece il quaderno degli appunti e in una pagina bianca cominciai a scarabocchiare distrattamente.
In sottofondo solo la voce del prof, tutti i miei compagni dovevano essere caduti in coma come me.
Ad un tratto la porta si aprì mostrando la bidella, la donna che ad ogni mio ritardo mi rimproverava.
"Ragazzi, volevo sapere se ci sono dei volontari per fare gli Open Day alla scuola" disse questa e alle sue parole mi abbassai prontamente, scivolando lungo la sedia in silenzio.
"Non lo fanno le quinte?" chiese uno dei miei tanti compagni togliendomi le parole di bocca.
"No, le quinte hanno gli esami quest’anno e non possono premettersi di perdere ore di lezione, quindi abbiamo pensato alle terze" spiegò la bidella "Allora?" chiese poi lei attendendo volontari.
Camille al mio fianco alzò la mano e io alzai gli occhi sbuffando.
"Jonson, perché non ti offri anche tu?" chiese il prof e io non potei che non sgranare gli occhi incredula.
"Prof non mi sembra il caso.." risposi a mezza voce, cercando di mantenere la calma.
"A me invece sembra proprio il caso, magari così invece di scarabocchiare tutta l’ora farai qualcosa!" disse lui con un accenno di cattiveria che mi colpì.
"Ma non ho voti brillanti nella sua materia, se perdo le sue ore come farò a recuperare?" chiesi inventandomi tutto, come se potesse davvero importarmene qualcosa di letteratura.
"Facciamo così.. se andrai a fare gli Open Day ti alzerò il voto di un punto in pagella" se ne uscì lui prontamente e mi si illuminarono gli occhi dallo stupore.
Dannazione.
"E va bene" accettai abbassando lo sguardo, rendendomi conto di non poter non accettare.
Wow, invece di tre avrò quattro, che fortuna! Cosa mi toccava fare..
"Allora Full e Jonson?" chiese la bidella in conferma, ed entrambe annuimmo.
"Venite pure con me" disse in conferma dopo qualche secondo facendoci segno di seguirla.
Mi alzai contro voglia con la mia amica e uscii dalla classe strascicando i piedi a terra, non troppo sicura di quello che stavo facendo.
"Che palle!" mormorai in uno sbuffo facendo girare la moretta al mio fianco.
"Ehi, ti ricordo che così salteremo ore!" esclamò la mia amica sorridente cercando di rallegrarmi.
"Giusto" risposi un po' più sollevata.
Forse non era stata poi una brutta idea, infondo come diceva lei non mi sarei subita letteratura il martedì mattina.
"Dunque ragazze, al piano di sopra la professoressa Burns vi sta aspettando in sala insegnanti" ci informò la bidella una volta che arrivammo davanti alle scale.
"Va bene, grazie" disse educata Camille stringendosi a me.
"Scherzi? È così tonda che non ce la fa a salire le scale!" dissi io appena imboccammo la scalinata, facendo scoppiare a ridere la ragazza.
"Ma non dire così, povera!" mi rimbeccò lei tra le risate.
"Non provare a negare" ribattei finendo la scala velocemente salendo i gradini due a due.
"Non sto negando" mormorò lei facendo ridacchiare me quella volta.
"Allora vuol dire che lo pensi!" le dissi cogliendola in flagrante.
"Però io non lo dico!" mi corresse dando manforte ai miei dubbi.
"Ma lo pensi, è grave lo stesso" scherzai mentre eravamo ormai arrivate alla porta dell’aula insegnanti dove trovammo all'interno un lungo tavolo e a capotavola la professoressa Burns.
"Salve" salutò subito Camille e io le andai dietro lentamente, vedendo già altri ragazzi seduti al tavolo.
"Voi siete?" chiese la donna mentre io mi guardai in giro disorientata.
"Full e Jonson prof" parlò lei anche per me mentre mi infilai le mani nelle tasche dei jeans, spostando l'attenzione dalla signora dai corti capelli biondi di fronte a me ai muri celesti.
La professoressa segnò su un foglio i nostri nomi per poi alzare lo sguardo "Classe?" chiese poi.
"3D" rispose sempre lei, io rimasi in silenzio. Meglio non farsi notare troppo.
"Perfetto, potete sedervi al tavolo mentre aspettiamo gli altri" ci spiegò la donna e subito mi affrettai a prendere posto alla fine del tavolo.
Volevo essere più lontana possibile da tutto, a me bastava saltare le ore.
Camille si sedette vicino a me e concese un sorriso cordiale ai presenti, contrariamente a me però apparentemente interessata alla cosa.
Dopo neanche dieci minuti il tavolo si riempì di studenti, tutti seduti, allora la professoressa cominciò a parlare.
Solo il posto davanti al mio rimase vuoto, allora approfittai per posare i piedi sulla sedia.
"Ragazzi siete stati chiamati per fare gli Open Day ai ragazzini di terza media, quindi.." cominciò quindi a spiegare ma fu interrotta dal rumore della porta aprirsi.
"Mi scusi per il ritardo" mormorò una voce roca rompendo il silenzio imbarazzante, portandomi ad alzare gli occhi in due paia di iridi scure e mi si mozzò il respiro.
Non avevo mai visto nulla di più bello.
"Nome prego?" chiese la donna squadrando il ragazzo che le si però davanti.
"Zayn Malik" rispose lui chiudendosi la porta alle spalle.
"Che classe?" domandò ancora lei mentre io rimasi immobile a fissarlo incuriosita.
Era un ragazzo abbastanza alto, aveva i capelli corvini alzati in un ciuffo, gli occhi erano altrettanto scuri e potei ben notare le labbra piene muoversi ad ogni sua parola.
"3B" rispose semplicemente e mi ricordai che quella classe era nel nostro stesso corridoio.
Indossava una maglietta blu a maniche corte, dei pantaloni neri e le scarpe da ginnastica.
Da quella maglietta si intravvedeva un fisico ben costruito, delle gambe atletiche.
"Puoi sederti nella sedia la in fondo, grazie" abbozzò la professoressa a quel punto indicando il posto davanti al mio e ritrassi immediatamente i piedi dalla sua sedia.
Il mio cuore cominciò ad accelerare mentre lui osservò tutti noi curioso per poi infine guardare anche me.
Incrociai quegli occhi profondi e persi un battito.
Sul suo viso era disegnata un’espressione svogliata, come la mia d’altronde, e prendendo la sedia con la mano si sedette davanti a me sospirando.
Mi immobilizzai al mio posto a fissarlo, a fissare la sua mascella squadrata, la sua lingua umettare le labbra, quegli occhi che poco prima erano nei miei guardavano curiosi in giro mentre una mano andò tra i suoi capelli.
Aveva degli zigomi marcati e un naso affilato, il taglio degli occhi forse un po' orientale ma comunque delicato.
Solo quando lui si girò verso di me sentendosi osservato distolsi lo sguardo.
Camille che aveva visto tutto mi diede una leggera gomitata accompagnata con un sorriso malizioso.
Come mi conosceva lei non mi conosceva nessuno, era riuscita a capire tutto con un solo sguardo.
"A partire da domani per un mese verranno delle classi delle medie a vedere la scuola e il vostro compito sarà quello di fargliela visitare, dovrete illustrare loro tutti i laboratori, le sale di informatica, la palestra, insomma tutto" riuscii a ricollegare il cervello in tempo per sentire quelle parole importanti.
"Quindi verrete divisi in tre gruppi in modo che ogni gruppo abbia un piano a cui pensare" spiegò la professoressa e strinsi la mano alla mia amica.
"Perciò.. direi di dividervi come siete seduti adesso quindi i quattro ragazzi qui vicino, gli altri in mezzo e infine voi quattro là in fondo" propose lei e un sorriso si dipinse subito sul mio volto.
Ero in gruppo con quel ragazzo? Diavolo, si! Ma come avevo fatto a non notarlo prima?
"Ora venite solo qui a dirmi i vostri nomi, per favore" chiese lei e tutti ci alzammo dalla sedia per dirigerci dalla donna.
"Scarlett che mi combini?" mi chiese la mia amica all’orecchio riferendosi a quel moro.
"Ancora niente" precisai, ma non ci avrei messo tanto a fare la simpaticona con lui per farmi notare.
"Ti conosco e quel tipo ti piace" sussurrò la mia amica contro il mio orecchio e la zittii col dito diventando tutta rossa probabilmente.
Mi accodai a tutti gli altri ragazzi ma per cercare di calmare Camille andai addosso a qualcuno.
Girai la testa e mi trovai quelle labbra perfette a una spanna di distanza accennare un sorriso gentile.
Aveva anche un buon profumo.
"Oddio, scusa" mormorai imbarazzata ritraendomi mentre il ragazzo in silenzio mi scrutò divertito.
"Stai tranquilla" rispose lui facendo spallucce e accennando un sorrisetto sghembo, credetti quasi di poter svenire.
Si aprì davanti a me una fila di denti perfetti, contenuti in un sorriso mozzafiato.
Mi maledii, odiavo quelle situazioni.
Non potevo prendermi una cotta così all’improvviso, avrei almeno dovuto conoscerlo prima.
Odiavo quando mi succedeva, perché mi ritrovavo poi a piangere quando capivo che l’altro neanche mi calcolava.
Lo guardai girarsi lentamente e tirai un sospiro.
Cavolo, delusione amorosa a ore dodici!

 
 
 
 





Eccoci qua. Dunque dunque, so che anche questo capitolo non è molto lungo ma dai prossimi saranno due o tre pagine in più.
Intanto.. me la volete fare o no una statua perchè ho avuto la pazienza di mettere i dialoghi in grassetto, eh? ahah
Scherzi a parte, in questo capitolo si è visto meglio il rapporto tra Scarlett e Camille, la sua migliore amica, e la prima volta che ha visto Zayn!
Per il momento lei lo vede solo come un bel ragazzo, un BEL BEL ragazzo aggiungerei *calmati Alessia*, ed è tutta gentile e dolciosa, ma quando si conosceranno meglio Scarlett tirerà fuori il carattere, non vi preoccupate! ahah
Anzi, avranno anche un bel po' da dirsi quei due OPS, NON DOVREI DIRLE STE COSE! *cacchius*
Ho aggiornato oggi invece di domani perchè il DVD dei One Direction dove l'ho ordinato arriva domani, allora non ho nulla da fare. SI LO SO, NON MI RICORDATE QUANTO AVREI VOLUTO VEDERLO STASERA! #SIGH
Aggiornerò assolutamente non prima di domenica, vi avviso.
Ringrazio ancora tutte voi che avete la pazienza di leggere la mia storia, sapere che vi piace mi fa davvero piacere *-*
GRAZIE MILLE.

COMUNICAZIONE DI SERVIZIO: se volete potete trovarmi su Twitter, sono @birbi_alex

ANZI CACCHIUS MIO PADRE MI HA APPENA TELEFONATO DICENDOMI CHE HA TROVATO IL DVD, MA QUANTO LO POSSO AMARE?! ORA IL MIO MARTEDI' TORNA AD AVERE UN SENSO! *-* AHAHAH
   
 
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