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Autore: zia_addy    29/05/2012    4 recensioni
Non lo legga chiunque ami gli elfi, questa è la rivincita degli umani.
Dal primo capitolo:
«Un esercito – disse la donna – sono venuti dei soldati... Cercavano te.»
La cercavano?
«Sanno di noi? – chiese esterrefatto Liam – com'è possibile?»
Hairi, improvvisamente realizzò. Non sapevano di loro, sapevano di lei. «No – disse – sanno solo di me.»
«Solo di te? – fece Jona – perché?»
Hairi fece un respiro profondo e disse «Perché sono una schiava.»
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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IV

 
Hairi si lanciò di corsa contro l'Elfo, spiccò un salto e gli tirò un calcio scaraventandolo a terra di lato, atterrò sulla scrivania, saltò di nuovo e sferrò un altro calcio dal basso verso l'alto, questa volta usando il suo potere. Lui riuscì a schivarlo aumentando la propria velocità con un incantesimo e il calcio di Hairi andò a vuoto sfondando il pavimento. Il Duca si preparò lanciare un nuovo incantesimo, ma Ganesh spostò Hairi alle sue spalle e lei gli tirò un pugno, l'Elfo tentò di evitarlo scansandosi di lato, ma lei riuscì comunque a distruggergli un braccio; l'Elfo urlò di dolore e pronunciò una formula che generò un'onda d'urto che li scaraventò contro le pareti della stanza, rimasero tutti illesi, Jona cadde il ginocchio.
Il Duca fece per fuggire, ma Harribel lo fermò incatenandogli il braccio al soffitto e i piedi al pavimento, davanti a lei comparvero dei dardi che scagliò contro l'Elfo che fece per respingerli con un incantesimo specchio, ma Liam lo sciolse e i dardi andarono a segno.
L'Elfo cominciò a ridere, ma la sua risata fu interrotta da un ascesso di tosse e ben presto finì per vomitare sangue; quando si riprese, sollevò la testa e rivolse loro un ghigno feroce, dalla bocca colava un rivolo rosso scuro.
«È inutile – urlò – anche se mi uccidete, per voi è finita!»
«Va all'inferno» gli disse Ivan, in corrispondenza del suo occhio sinistro comparve un simbolo nero e ai piedi dell'Elfo comparve come una voragine da cui uscirono lunghi tentacoli scuri che si avvinghiarono intorno al suo corpo, facendolo gridare di dolore, e lo trascinarono dentro quel baratro. Come Ivan rilasciò il suo potere, la voragine si chiuse troncando l'urlo dell'Elfo e facendo precipitare la stanza in un silenzio mortale.
Ma quel silenzio durò pochi secondi, ben presto si udirono delle grida provenienti dalla strada e dei passi dirigersi verso dove si trovavano: si stavano avvicinando dei soldati. La porta e parte del muro vennero sfondati da un'esplosione e un manipolo di Elfi fece irruzione nella stanza. Attorno ad Hairi si formò un globo di fiamme che esplose radendo al suolo l'intero palazzo e creando un cratere nel suolo. Cominciarono a precipitare, ma si fermarono a mezz'aria, atterrando su una specie di piattaforma di luce creata da Harribel; Hairi si mise in piedi e vide sotto di sé migliaia di soldati accorrere verso dove un tempo si trovava il Palazzo Ducale.
«Dobbiamo...» cominciò a dire, ma non fu in grado di completare la frase che si ritrovò a volare, scaraventata contro uno dei palazzi circostanti. Si protesse avvolgendo il proprio corpo con le sue fiamme, quando lo colpì, il muro del palazzo si ruppe senza opporre resistenza e lei rotolò all'interno di una stanza da letto. Si guardò intorno, ma non sembrava ci fosse qualcuno in quella casa, l'unico rumore che si sentiva era il baccano fatto dai soldati in strada; non si sentivano urla di civili, dovevano aver fatto evacuare la città prima del loro arrivo. Doveva cercare di riunirsi con gli altri e poi andarsene il più in fretta possibile, probabilmente altre truppe stavano arrivando.
Cercò Jona con lo sguardo, gli altri potevano occuparsi degli Elfi anche da soli, ma lui no e quello che aveva detto la Gran Maestra l'aveva messa in ansia. Lo vide che correva in strada, un gruppo di soldati correva verso di lui; doveva arrivare prima di loro e cercare di evitare il più possibile uno scontro, dopo aver provocato quell'esplosione aveva quasi raggiunto il proprio limite e preferiva evitare di ricorrere a rimedi estremi.
Saltò nel vuoto e conficcò le dita avvolte dalle fiamme nel muro, per rallentare la caduta, raggiunto il suolo corse verso Jona e riuscì a raggiungerlo prima degli Elfi, ma non erano molto lontani e già si preparavano a lanciare dardi magici.
«Continua a correre!» gridò a Jona mentre lei si voltò verso i soldati sferrò un pugno al suolo facendo staccare e impennare i lastroni della strada che finirono addosso agli Elfi; poi si girò in fretta e raggiunse Jona.
«A sinistra!» gli urlò afferrandolo per la manica, «ho visto Raja – continuò – sono sicura che Ganesh sia con lei! Dobbiamo trovare gli altri e andarcene!» Jona la guardò e annuì.
Improvvisamente il tempo si dilatò considerevolmente, era sospesa mentre correva, vedeva attorno a lei gli Elfi che li inseguivano e scagliavano sfere infuocate ad una lentezza incredibile; udì la voce di Raja avvicinarsi, eppure lei e Jona erano praticamente fermi. Ci fu un lampo e poi le tenebre.
Hairi cadde con un tonfo a terra e si ritrovò di faccia nella neve, era successo tutto talmente in fretta che era in preda alla confusione più totale, si sollevò di scatto, barcollò all'indietro e cadde di nuovo; di fronte a lei c'era Ganesh che la guardava preoccupato.
«Stai bene?» le chiese, «sì – rispose – sono solo un po' intontita.»
Si guardò intorno, si trovavano su una montagna e, vestita leggera com'era, cominciava ad avere sempre più freddo, «cosa ci facciamo su una montagna?» chiese.
«Ho pensato – disse Ganesh – che una montagna, in qualsiasi caso, è un luogo difficile da raggiungere.»
«Giusto» rispose lei. Faceva fatica a riordinare i pensieri, era terribilmente stanca, lo diventava sempre di più e il freddo non aiutava. Aveva l'impressione che gli altri stessero discutendo, ma non riusciva a capire una parola di quello che dicevano, la testa cominciò a girarle, le si annebbiò la vista e per un momento non capì più nulla. Riprese per un attimo conoscenza, vide il volto di qualcuno di fronte a lei, ma non riuscì a riconoscerlo e ripiombò nell'oscurità più totale.
 

***

 
Jona vide Hairi svenire e si precipitò da lei, non voleva che fosse ferita, ma si rese conto immediatamente che non si trattava di quello, era semplicemente esausta; radere al suolo un palazzo e senza lasciarne tracce, per di più, non doveva essere uno scherzo.
Temeva il suo potere forse anche più di quello di Liam, ma ancor di più temeva lei. Quando combatteva era spaventosa, il suo sguardo era gelido, il volto di pietra. Quando si era scagliata contro il Duca, però, sulla sua faccia era dipinta un'espressione feroce colma d'odio ancor più terribile; non avrebbe mai voluto averla come nemica.
I suoi pensieri furono interrotti dalla voce di Harribel «sta bene?» gli chiese, si voltò e si ritrovò accerchiato dagli altri, visibilmente preoccupati.
«Non è ferita – rispose – deve essere svenuta per lo sforzo.»
Tutti quanti tirarono un sospiro di sollievo.
«Meno male – disse Ivan e poi aggiunse – dovrebbe esserci una grotta qui vicino, muoviamoci.»
Jona aiutò Ivan a caricarsi in spalla Hairi e così si misero in marcia.
 

***

 
Lentamente, Hairi riprese i sensi, fece per alzarsi ma una mano la respinse gentilmente, fino a farla stendere nuovamente; vedeva un volto accanto a sé, ma prima ancora di capire a chi appartenesse, riconobbe la voce.
«Resta giù – le disse piano Harribel – altrimenti sverrai di nuovo. Distruggere un intero palazzo, non ti pare di esagerare?» Harribel sorrideva, ma non c'era gioia sul suo volto, solo stanchezza e tanto dolore.
«Ti porto qualcosa da mangiare,» disse alzandosi.
Hairi si guardò intorno, erano in una grotta e un piccolo fuoco illuminava e tentava di scaldare l'ambiente. Quando tornò, Harribel l'aiutò a tirarsi su e le porse una ciotola con dentro della frutta.
«Dove siamo?» le chiese, «ci troviamo sui Monti Nalgar – rispose lei – questo è uno dei rifugi di emergenza ricavati dalle grotte di queste montagne. Il cibo è andato a prenderlo Ganesh, ma più di questo non ha trovato.»
Hairi scosse la testa «va benissimo» disse e fece una pausa, indecisa, poi prese coraggio e chiese «i villaggi?»
Sapeva che l'Elfo non aveva mentito, ma una parte di lei si opponeva a quella verità e rifiutava di credervi, aveva bisogno di una prova, poi si sarebbe arresa.
«Non mentiva – disse Harribel greve – non è rimasto niente – si interruppe, poi aggiunse – niente e nessuno.»
Si sentì sprofondare, neppure la consapevolezza che quella sarebbe stata la risposta era servita ad alleggerire lo sconforto. Harribel le strinse una mano poi si alzò e andò a sedersi vicino al fuoco.
«Ancora non mi spiego come abbiano fatto – disse Liam – come hanno potuto muovere così tanti soldati in così poco tempo?»
«Tanto per cominciare – rispose Hairi – l'intero Regno Elfico è attraversato da un'articolata rete ferroviaria, in secondo luogo è molto probabile che si siano messi in moto in contemporanea con noi; alla luce dei fatti non è così assurdo credere che sapessero dei nostri spostamenti.»
«Cos'è una rete ferroviaria?» Chiese Jona.
«Una rete ferroviaria – rispose lei con un sorriso accennato – è il sistema di binari su cui viaggiano i treni. Puoi immaginare i treni come tante carrozze attaccate le une alle altre che si muovono non con l'ausilio di cavalli o altri animali da traino, ma grazie ad un incantesimo.»
Jona annuì, Hairi si chiese come se li fosse immaginati i treni e in qualche modo le si risollevò leggermente il morale, ma solo per un attimo.
«Quindi, per riassumere – disse Ivan – mentre noi eravamo in viaggio verso i Monti Nalgar, gli Elfi muovevano i loro eserciti, poi hanno usato l'attacco al Tempio della Sequoia come esca, i soldati contro cui abbiamo combattuto al Tempio sono serviti da diversivo per attirarci a Leuca e in questi due giorni che abbiamo impiegato a spostarci dai Monti a Leuca hanno attaccato i villaggi.»
«Senza dubbio un bel piano.» Commentò secco Liam.
Nella grotta piombò un silenzio inquietante, rotto talvolta dallo scoppiettio della legna che bruciava, tutti avevano delle facce depresse e lo sguardo perso nel vuoto dei propri pensieri. Hairi mangiò in silenzio, rannicchiata nel suo giaciglio; le tornavano in mente le parole del Duca e la sua faccia arrogante, più ci pensava, più la sua desolazione si trasformava in una rabbia impotente.
«Era tutto un illusione – eruppe – una farsa creata ad arte da loro.»
Gli altri si voltarono a guardarla, quasi sorpresi che avesse ancora la forza di arrabbiarsi.
«È finita – disse Liam – fa male ammetterlo ma è così, non ci resta più niente.»
«Come se avessimo avuto qualcosa in primo luogo,» replicò Ganesh .
«A questo punto – aggiunse Hairi – non sarebbe così assurdo pensare che anche la profezia che ci ha portato a combattere, fosse stata ideata dagli Elfi.»
«E a cosa gli sarebbe servito?» chiese Jona.
«A distruggere i Sette – gli rispose Ivan – morti i Sette è la fine degli Dei, ricordi? In questo modo loro sarebbero stati gli unici Dei e si sarebbero sbarazzati della nostra unica arma contro di loro.»
«Esattamente» fece Hairi.
Di nuovo il silenzio riempì la grotta.
Cosa avrebbero fatto adesso? Che senso aveva continuare quella guerra quando non era rimasto nulla per cui combattere?
Hari credeva di impazzire, dentro di sé si dibatteva un forte desiderio di vendetta che gridava di farla pagare a quei maledetti Elfi. Ma lei era distrutta nell'animo e nel corpo, non aveva più la forza di reagire e così, quell'ultimo grido di ribellione rimaneva segregato dentro di lei e la tormentava, senza lasciarle via di scampo da quella pena.
«Vorrei poter tornare indietro nel tempo» disse d'un tratto Harribel.
Tornare indietro nel tempo. Quelle parole erano riuscite a liberare Hairi dal suo tormento, forse c'era ancora una possibilità. Forse.
«Facciamolo» disse, gli altri la guardarono senza capire, «cosa?» chiese Liam.
«Torniamo indietro nel tempo,» disse lei convinta.
Tutti la guardavano come se fosse uscita di senno: era così assurdo quello che diceva?
«Non ci è rimasto nulla e tanto meno nessuno, per cui combattere. Qui, in questo tempo, per lo meno. Se tornassimo indietro a quando si combatté la guerra contro gli Elfi, potremmo addirittura impedire gli Elfi ci rendano schiavi. Potremmo impedire che tutto questo accada.»
«È almeno possibile?» chiese Harribel, sembrava stesse seriamente prendendo in considerazione quella proposta.
Ganesh scosse la testa e disse «non credo sia fattibile, per Raja passato e futuro sono tempi intoccabili.»
Anche se in cuor suo sapeva che sarebbe stato quasi sicuramente impossibile, Hairi rimase delusa. Ci aveva creduto davvero, ci si era aggrappata come ad un'ancora di salvezza e adesso sprofondava di nuovo.
«Forse sì, invece» disse Ivan, Hairi si sentì rianimare da quelle parole e tutti gli sguardi furono rivolti verso di lui, che spiegò «posso far riaccadere eventi passati, quindi al posto di andare noi nel passato, ci basterà portare il passato da noi.»
«Non è poi così diverso dall'andare indietro nel tempo,» fece Liam.
«Vero – disse Ivan – ma c'è una fondamentale differenza tra le due cose. Quando si viaggia indietro nel tempo è come spostarsi in una nuova dimensione, il passato è indipendente dal presente, quello che faccio io, invece, consiste nel sovrapporre il passato al presente.»
Fece una pausa e rivolse loro uno sguardo greve, poi continuò «ma vi avverto, questo rito, come quello per riportare le anime defunte su questo mondo, richiede un dispendio costante di energia; il passato viene “forzato” a rimanere nel presente. Se dovessi perderne il controllo, passato e presente potrebbero mischiarsi e parte del passato potrebbe rimanere intrappolata nel presente. Per sempre.»
Ci fu un momento di silenzio, ognuno stavano considerando la nuova opportunità e quello che comportava, poi Ganesh disse «Per me si può fare, anzi, si deve. Voi che dite?»
Tutti annuirono. Forse la profezia non mentiva, dopo tutto.
«E allora preparatevi a dare il benvenuto al passato!» esclamò Ivan con un sorriso.

 
 
 
 
 
 
 Ciao a tutte!
Immagino che siate principalmente donne, però se ci sono degli uomini facciano pure i segnali di fumo (alias ci dicano di esserci) e noi provvederemo.
Bene, bando alle ciance. Siamo in ritardo, tutta colpa del mio computer e della beta (ossia io) che è fancazista fino alla morte ed è pure un "lettore pigro" (testuali parole di chiara), nel senso che è pignola sulle cose possibili e impossibili.
In ogni caso ringraziamo tutti i nostri lettori, in particolar modo:
Ransie88219 (hai visto mi sono ricordata i numeri) per avreci inserito fra le storie preferite e per aver recensito;
ladyathena per averci inserito nelle storie ricordate;
Nebbia di latte per averci inserito nelle seguite.
Addy e Chiara



  
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