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Autore: margherIce46    29/05/2012    3 recensioni
Dal terzo capitolo:
“[...]Senza sapere esattamente cosa dire, si limitò a osservare con dispiacere il livello del pregiato Cabernet-Sauvignon calare molto più velocemente di quanto avrebbe voluto, poi il suo calice ancora vuoto e infine l’espressione stravolta di El.
“Ho bisogno del tuo aiuto!” esclamò infine la donna, dopo avere vuotato anche il secondo bicchiere di vino.
L’uomo si sporse verso di lei e si preparò ad ascoltare [...]”
Terza classificata al contest "You and I: di coppie, intrighi, vendette e tradimenti", indetto da LunaGinnyJackson su efp.
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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 Questa è la prima fanfiction che noi due (siamo Icegirl46 e margheritanikolaevna, ci avevate riconosciute?) abbiamo scritto insieme, cimentandoci in un esperimento a quattro mani.
Hai visto, cara Nike87? Il momento è arrivato…
Questi personaggi non appartengono a noi, ma a chi ne detiene tutti i diritti e ovviamente questa fic non è scritta a fini di lucro.
Grazie mille a chi avrà voglia di leggere e lasciare un commento.
 
 
Capitolo 1.
 
Le prime incertezze
 
“Si prevedono temperature basse e piogge diffuse per la serata di domani…”.
Elizabeth stava cucinando uno dei piatti preferiti di Peter mentre ascoltava le previsioni meteorologiche alla televisione;  quel pomeriggio non era stata impegnata con il catering e aveva così pensato di approfittarne per preparare qualcosa di buono per l’uomo che tanto amava e programmare una piacevole e romantica serata insieme. Una delle poche che riuscivano a concedersi, dati i rispettivi impegni e soprattutto il lavoro pesante del marito, che a volte lo teneva impegnato per giorni senza lasciargli un attimo di respiro. Per fortuna, però, quella settimana sembrava essere stata piuttosto tranquilla per la migliore squadra che l’FBI potesse vantare e, sapendo che suo marito sarebbe riuscito a tornare a casa per cena, lei voleva approfittarne per coccolarlo un po’.
E, per iniziare al meglio, bisognava innanzitutto mettere in tavola una cenetta coi fiocchi… non c’è migliore strategia che viziare il proprio marito con manicaretti deliziosi!
Quando udì la porta di casa aprirsi e la voce di Peter rivolgersi a Satchmo, subito accorso scodinzolando ad accogliere il padrone finalmente tornato a casa, si affrettò a asciugarsi le mani in uno strofinaccio e uscire dalla cucina per andare ad abbracciarlo. Gli si avvicinò circondandolo con le braccia mentre lui appendeva la giacca all’attaccapanni accanto alla porta e lo baciò amorevolmente sul collo.
“Ciao tesoro !” la salutò lui, ricambiando il bacio ma sciogliendosi subito dall’abbraccio, cosa che non sfuggì a Elizabeth, dato che di solito quei piccoli gesti teneri fra loro erano sempre molto apprezzati dal marito, che non se ne lasciava sfuggire uno appena ne aveva l’occasione.
“Tutto a posto? E` successo qualcosa al lavoro?” gli domandò allora, perplessa per il suo strano comportamento e preoccupata che i suoi sforzi dell’intero pomeriggio andassero sprecati a causa di un nuovo caso imprevisto.
“Cosa?”  le chiese di rimando lui, distratto - altra caratteristica insolita per un uomo abituato, per lavoro e carattere, a non lasciarsi sfuggire il più piccolo indizio, la più insignificante prova e che adesso al contrario sembrava essere caduto dalle nuvole davanti alla domanda preoccupata della moglie.
“Ti ho chiesto se va tutto bene amore, se c’è qualcosa che non va…” ripeté  Elizabeth.
“Ah, no El, tesoro, sta’ tranquilla. Sono solo un po’ stanco, quest’ultima settimana è stata così… pesante, faticosa” le disse.
Strano: fino alla sera precedente Peter si lamentava per i noiosi casi d’archivio che erano stati obbligati a riesaminare in mancanza di indagini fresche da portare avanti... Si trattava soprattutto di frodi allo stato e truffe di basso livello, per lo più noiose, tanto che suo marito aveva detto di desiderare quasi che a New York arrivasse un’ondata di nuovi criminali per poter allontanare la monotonia di quei giorni!
Era persino arrivato ad affermare che sperava che Neal facesse qualche sciocchezza, pur di avere qualcosa di diverso da fare e di non morire di noia, e ora invece si lamentava della stanchezza e della fatica?! No, qualcosa decisamente non tornava, e lei era determinata a vederci chiaro.
“Tesoro, ieri sei tornato a casa dicendo che non ce la facevi più a stare seduto in ufficio a riesaminare vecchie scartoffie e avevi il dorso che si stava fondendo con lo schienale della sedia della tua scrivania, e ora invece mi dici che sei molto stanco… sei sicuro che non sia successo nulla e vada tutto bene?” ritentò, perplessa.
“No, El, tutto a posto davvero: i ragazzi stanno bene e il lavoro è sempre lo stesso” disse di nuovo, questa volta abbracciandola come a sottolineare come tutto fosse, apparentemente, normale. Poi si staccò ancora una volta da lei e salì in camera per andare a mettersi abiti più comodi.
Elizabeth rimase per un attimo ferma davanti alle scale, fissandolo.
No, qualcosa definitivamente non andava, Peter era strano nel suo comportamento e non solo: qualcosa aveva fatto scattare i suoi sensi sull’attenti. Le era sembrato infatti di sentire un leggero profumo su di lui, quando per la seconda volta la aveva stretta a sé; una fragranza cui inizialmente non aveva fatto caso, troppo entusiasta all’idea di una piacevole cena a sorpresa insieme a Peter, ma che ora, con l’occhio critico e attento tipico di ogni brava moglie, non le era sfuggita.
Molto strano.
Eppure - pensò subito dopo la parte più razionale di lei - non era il caso di preoccuparsi così tanto;  in fondo, magari, Peter era solo terribilmente annoiato, un uomo dinamico e attivo come lui costretto al lavoro d’ufficio per una settimana. Probabilmente era questo che lo aveva sfinito. Si`, decisamente.
E per quanto riguardava quella scia di profumo, poteva essere di chiunque; magari di un collega, con cui lui aveva a che fare ogni giorno, o di qualche recluta che era stata temporaneamente assegnata alla squadra e alla sua supervisione. Non poteva essere altrimenti!
Scrollò  le spalle come a scacciare definitivamente tutti quei pensieri e dandosi della sciocca tornò in cucina a dare gli ultimi tocchi alla torta oramai quasi pronta, fermamente decisa a godersi la sua cenetta e far concentrare il marito su tutt’altro che il lavoro.
 
***
 
Alla fine, tutto sembrava essere andato per il verso giusto e la serata era passata piuttosto tranquillamente.
Peter ed Elizabeth si erano goduti una cena favolosa a lume di candela, avevano chiacchierato del più e del meno - anche se in realtà a parlare era stata soprattutto Elizabeth che si era dovuta accontentare dei cenni di assenso e dei pochi monosillabi del marito; lui alla fine si era complimentato per l’ottima cucina e aveva persino scelto spontaneamente di rinunciare alla sua fedele birra, sostituendola con un buon bicchiere di vino. Era stata una piacevole sorpresa per Elizabeth, evidentemente Peter aveva apprezzato molto la sua idea di una cena romantica.
Non le erano sfuggite però le sue frequenti occhiate al cellulare che, seppur in maniera discreta, si erano ripetute per tutto il tempo, insinuando di nuovo in lei quel vago senso di fastidio.
Dopo cena, Elizabeth aveva insistito per vedere qualcosa alla televisione insieme. Dopo avere inserito nel lettore dvd uno dei loro film preferiti, che entrambi amavano molto perché  vi associavano i felici ricordi di uno dei loro primi appuntamenti, si era seduta sul divano accanto al marito, lasciandosi coinvolgere dalle immagini che scorrevano sullo schermo. Peter si era messo comodo, passando un braccio dietro alle spalle della moglie, stringendola a sé quando arrivavano le immagini più crude e soprattutto durante quelle scene strappalacrime che Elizabeth adorava e davanti a cui si commuoveva sempre, ma in realtà la sua testa era altrove e lei lo poteva sentire.
Peter la teneva stretta al suo corpo senza staccare gli occhi dallo schermo del televisore, ma non stava veramente osservando il susseguirsi dell’azione e lei poteva percepire questa distanza che sembrava esserci fra loro anche se, agli occhi di qualsiasi osservatore esterno, sarebbero apparsi come una felice coppietta normale. Ogni tanto sentiva il suo corpo tendersi e fremere accanto al proprio e ogni volta che ciò accadeva lei notava il suo sguardo che si rivolgeva veloce al cellulare appoggiato al tavolino basso del salotto, per poi tornare allo spettacolo televisivo. Questo le aveva provocato un po’ di irritazione, ma allo stesso tempo sentiva che Peter stava facendo del suo meglio per accontentarla e stare lì con lei nonostante avesse altro in mente, per mostrarsi come sempre interessato a ciò che a lei piaceva.
Forse semplicemente era stanco e desideroso di andare a letto e farsi una bella dormita; o magari aveva voglia di passare il resto della sera a letto, ma non a dormire, e questo pensiero la fece sorridere maliziosamente fra sé e sé.
Per fortuna mancava poco alla fine dello spettacolo, perché era lei ora che fremeva e faceva fatica a stare ferma su quel divano: sì, senza dubbio, avrebbe terminato quella serata riuscendo ad allontanare dalla testa del marito qualsiasi pensiero la stesse tenendo occupata in quel momento.
 
***
 
Una volta a letto, invece, le cose non erano andate esattamente come si aspettava: sì, certo, Peter le aveva dato la sua buona dose di coccole e baci e non solo, dopo un’infinità di dolci carezze avevano fatto l’amore, poi lui si era addormentato accanto a lei che era rimasta ad ascoltare il suo respiro regolare fino a quando a sua volta non era caduta fra le braccia di Morfeo… ma qualcosa in quell’atto le era sembrato stonato, come una nota fuori posto in una melodia altrimenti perfettamente riuscita.
Come sempre, infatti, era stato fantastico essere stretta fra le braccia forti di Peter, sentire quel corpo tonico e muscoloso sul suo, dentro al suo. Lui era stato dolce e attento, l’emblema dell’uomo che ogni donna potesse desiderare e che lei, fortunata, poteva vantare.
Erano una coppia da dieci anni ma ancora lui sapeva farla sognare ogni volta, portarla al limite, e lei lo adorava per questo; amava quei dolci momenti fra loro.
Quella sera, però, c’era stato di nuovo quel qualcosa a disturbarla, quel profumo che aveva potuto - e in un certo senso anche dovuto - annusare ancora, distintamente, sul collo del marito, mentre lo stringeva a se`, mentre lo baciava. Non riusciva proprio a impedire al suo naso di inspirarlo profondamente, non poteva fare a meno di notarlo nemmeno se si sforzava di non farlo; aveva provato a non pensarci, a far finta che non ci fosse, ma non ci era riuscita. Quella sottile fragranza sembrava avere impregnato anche i suoi pensieri oltre alla pelle di Peter, e lei non aveva potuto evitare di ritrovarsi a chiedersi a chi appartenesse, e come mai, soprattutto, fosse finita sul collo del marito. Era qualcosa che la infastidiva e allo stesso tempo la inquietava, anche se non riusciva a capire razionalmente la ragione di tutto ciò. In fondo, si trattava di un semplice profumo.
Inoltre, anche mentre erano stretti l’uno all’altra, a Elizabeth era proprio sembrato che qualcosa non andasse come avrebbe dovuto e non perché Peter avesse sbagliato in qualche suo gesto.
Si conoscevano troppo bene e da troppo tempo per non sapere che cosa desiderava l’altro nei loro momenti di intimità; semplicemente, suo marito non sembrava essere davvero lì con lei in quel momento mentre le accarezzava il seno, lei lo sentiva di nuovo distante, come quando era rientrato in casa, come quando distratto non aveva badato alle sue domande, come quando lo aveva visto annuire svogliato sentendo i suoi discorsi durante la cena, come quando l’aveva sorpreso a osservare quel maledetto cellulare nel corso dell’intera serata.
Eppure, come prima, si trattava solo di una sensazione e nient’altro, nulla di tangibile; anzi quella sera era stato tutto molto bello e alla donna venne il dubbio di essere soltanto un po’ paranoica. Probabilmente il fatto che Peter si fosse mostrato così stranamente svagato appena tornato a casa l’aveva colpita, e turbata, più di quanto credesse, ma lei ora non era intenzionata a far rovinare un momento così bello fra loro a causa di una sua sciocca impressione. Aveva deciso che per quella sera, per quel momento, avrebbe solo smesso di pensarci, anche perché i pensieri che si stavano formando nella sua mente non le piacevano per nulla, e si era finalmente lasciata andare del tutto, completamente.
Aveva archiviato tutte quelle domande che le stavano affollando la mente come un segno della sua stessa stanchezza e si era abbandonata alle spinte di Peter, godendosele fino all’apice del piacere, scacciando finalmente ogni altro pensiero, e alla fine addormentandosi accanto a lui.
 

  
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