3.
Un sacco di persone si voltarono ed ammirarono la bellissima Kazuha in abito nero che sfilava tra loro per il salone del Mandarin Oriental Hotel*, uno dei più prestigiosi hotel di Tokyo, con lo sguardo fisso a terra dall’imbarazzo. Ma le persone non si limitarono ad osservare solo lei, ma anche il detective più rinomato del Giappone, dopo Kudo e Hattori ovviamente: Mouri Kogoro il Dormiente. L’uomo si destreggiò con facilità tra la folla e presentò ai ragazzi un bel po’ di gente famosa.-Uff…- sbuffò guardandosi attorno speranzoso -… la mia dolce Yoko non deve essere ancora arrivata! Oh…- sbarrò gli occhi sorpreso vedendo un uomo basso e panciuto avvicinarsi a lui con un sorriso -…ragazzi, venite qui!-
L’omone si fermò proprio davanti a lui e scoppiò in una risata fragorosa.
-Mouri, che piacere rivederti!-
-Anche per me è un vero piacere. Ragazzi lui è Hiroshi Morikawa, il direttore dell’omonima e famosissima azienda di elettrodomestici- disse Kogoro stringendogli calorosamente la mano.
-Oh-oh- esclamò Morikawa sorridendo gentile a Kazuha -Questa signorina è tua figlia? Mi avevano detto che era molto graziosa-
Il sorriso di Kogoro svanì immediatamente mentre Shinichi, al suo fianco, sentì una voragine aprirsi dentro il suo corpo. Morikawa osservò il cambiamento dell’uomo con perplessità e fece per aggiungere qualcosa, ma Kogoro tornò a sorridere malinconico e scosse piano la testa.
-No, lei è la sua migliore amica. Mia figlia è mancata esattamente tre mesi fa…-
Morikawa impallidì e balbettò mortificato:
-Oh, Mouri io… io non ne sapevo nulla… mi dispiace, se solo…- ma il detective scosse ancora la testa sorridendo.
-Tutto bene, non ti preoccupare, non potevi sapere- si voltò verso Kazuha riacquistando l’espressione serena e allegra che aveva poco prima -Comunque lei è Toyama Kazuha, mentre lui è Hattori Heiji e…- posò una mano sulla spalla del bambino che aveva accanto -… lui è Edogawa Conan, un parente di un amico di mia figlia-
Morikawa sorrise a tutti gentilmente, poi si voltò indietro e cercò qualcuno con lo sguardo.
-Lasciate che vi presenti mia figlia… emm, Tesoro! Potresti venire qui un attimo…?- domandò apparentemente a nessuno guardandosi attorno.
Qualche secondo dopo una giovane ragazza con un vestito fucsia lungo fino alle caviglie si voltò interrompendo la sua conversazione con un paio di donne e li raggiunse.
Kogoro, Kazuha e Hattori impallidirono mentre Shinichi perse due o più battiti: occhi azzurro-lilla, capelli lisci e castani che cadevano fino a metà schiena sciolti, corpo da sportiva, e sorriso un po’ imbarazzato sulle labbra.
-Mouri, ti presento mia figlia- annunciò trionfante l’uomo posandole una mano sulla spalla mentre lei, con la scusa di fare un piccolo inchino, si sottraè dolcemente al tocco del padre.
-Piacere, sono Morikawa Ran- disse con un tono di voce molto simile ad uno che il gruppetto conosceva bene.
Kogoro impallidì ancora di più e indietreggiò non riuscendo ad aggrapparsi ad Heiji, quindi cadde a terra senza forze. Kazuha emise un piccolo urlo e aiutò il ragazzo a rimettere in piedi il detective pallido come un lenzuolo che fissava Ran pietrificato.
-Mouri, che ti prende?- domandò allarmato Morikawa trascinando il detective su una sedia e passandogli un bicchierino di sakè -Bevi questo. Sembra quasi che tu abbia visto un fantasma!-
Hattori fissò serio e incredulo Ran commentando sottovoce mentre si allontanava da Kogoro:
-In un certo senso…-
La ragazza dal vestito fucsia fissò con una strana espressione la scena, per poi puntare seria gli occhi in quelli di Kazuha, Hattori e Conan. L’ex liceale si sentì folgorato: Ran era lì, era davvero lì, quelli erano i suoi occhi.
Il detective dell’ovest lo fissò pronto a scattare nel caso svenisse anche lui, ma, per fortuna, Kudo si limitò ad impallidire e cercare di dirle qualcosa.
-Scusatemi- disse lei allontanandosi decisa da loro senza aggiungere altro e ascoltare cosa voleva dirle il bambino. I tre rimasero basiti e si scambiarono un’occhiata sconvolta.
Poco dopo Hattori si avvicinò a Kogoro e lo guardò preoccupato.
-Ohi, tutto bene?- domandò con l’accento del Kansai, l’uomo annuì buttando giù l’ennesimo bicchierino di sakè e sghignazzò con le guance già paonazze:
-Tuuttoooo a meeraviglia! Ahaha! Oh, YOKO! Mia dolce Yoko sei qui!- si alzò correndo verso l’idol appena entrata nella sala piantandolo in asso. Il ragazzo sbuffò infastidito e tornò da Kazuha che cercava di scorgere tra la folla la ragazza identica a Ran.
-Mi giro un secondo e quel detective da strapazzo già si ubriaca!- esclamò stizzito.
-Non è possibile, ma l’hai vista?!- domandò la ragazza non ascoltandolo mentre si appoggiava al tavolo del buffet con una mano; il ragazzo annuì mentre Conan fissava il vuoto. “Solo questa ci mancava!” pensò Hattori notando il comportamento del migliore amico e chiedendosi perché la sfiga li perseguitasse così assiduamente in quel periodo.
Passarono un’ora e mezza buona a guardarsi attorno senza fare nulla, limitandosi ad arrossire ogni volta che Kogoro alzava la voce o rideva a crepapelle a braccetto con Yoko Okino e la gente li fulminava come a dire “Ditegli di darsi un contegno!”.
Poco dopo, l’orchestra cominciò a suonare una musica lenta e noiosa che fece appesantire le palpebre di Heiji e Kazuha, i quali si appoggiarono con la schiena contro una parete ignorando le occhiatacce che gli rivolgevano i camerieri sdegnati, mentre Conan, seduto su una sedia, si reggeva la testa con una mano ripensando a quella ragazza così simile a Ran.
-Heiji…- disse annoiata Kazuha con gli occhi socchiusi -…mi sto rompendo. Qui ci guardano tutti male solo perché non siamo ultra miliardari o famosi…è snervante…-
-Non sai cosa darei per un po’ di azione in questa stupida serata…- rispose lui sbuffando annoiato, fulminò con lo sguardo un uomo che voleva avvicinarsi a Kazuha, e che all’occhiataccia si allontanò impaurito, e chiuse gli occhi.
All’improvviso il buio invase la lussuosissima sala dell’hotel e gli invitati tacquero sorpresi, mentre il frastuono di alcuni vassoi caduti di mano ai camerieri ruppe il silenzio formatosi. Un urlo gelò il sangue nelle vene a tutti contemporaneamente al rumore di una porta che si spalancò e si richiuse con forza accompagnata da mugulii disperati.
-O mio Dio!- e - Ma che succede?!- si alzarono nella stanza quando un altro urlo fece tacere di nuovo tutti con brividi di terrore. Ma che stava accadendo?
-LASCIAMI!- gridò la voce di una ragazza mentre la stessa porta di prima si riapriva rumorosamente come se le avessero tirato un calcio -LASCIAMI ANDARE, MALEDETTO! AIUTATEMI!-
Hattori corse immediatamente verso lo spiraglio di luce che proveniva dalla porta che si stava chiudendo in fretta e ignorò Kazuha che lo chiamava impaurita.
Conan balzò giù dalla sedia, come se il suo istinto di detective, rimasto atrofizzato per ben tre mesi, si fosse risvegliato all’improvviso; corse a sua volta verso la porta, la spalancò con poca grazia e cercò di orientarsi nel corridoio dove non si erano attivate le luci d’emergenza.
“Non è un black-out…” pensò guardandosi attorno, poi udì la voce della ragazza provenire dalle scale e cercò di raggiungerle a tentoni, incespicando sui pesanti tappeti in stile moderno che ricoprivano il corridoio. Rischiando più volte di cadere e rompersi l’osso del collo, riuscì a salire tutti i gradini delle lucidissime e scivolose scale, arrivando all’ultimo piano col cuore in gola. Udì dei passi rimbombare nella tromba delle scale ma li ignorò, individuò la porta della terrazza e forzò la maniglia per aprirla. Ci provò più volte senza successo, poi si infuriò e girò la rotella sulla scarpa destra assestandole un colpo secco, che la spalancò con un boato incredibile.
Si ritrovò immerso nella notte sotto il cielo stellato e si guardò attorno in cerca di una figura o del possibile rapitore. Aveva seguito le urla della ragazza per tutte le scale: non potevano essere altro che lì. Corse verso il centro della terrazza e quasi cadde su qualcosa che giaceva a terra e che non aveva notato per il buio: un corpo.
-Stai bene?- domandò preoccupato prendendo la testa della ragazza tra le mani, le girò il volto e sbarrò gli occhi non appena incrociò i suoi.
-S-sì, ma tu… che diavolo ci fai qui?- domandò lei con tono arrabbiato mettendosi a sedere e massaggiandosi la nuca sotto lo sguardo sorpreso dell’ex liceale.
-Ran…- disse piano lui col cuore che batteva all’impazzata: era davvero lei, Ran Morikawa.
-Ohi…!- urlò Hattori con l’accento del Kansai arrivando sulla terrazza col fiatone - L’hai trovata, Kud…Conan?- si corresse quando vide che non era solo.
Il bambino lo guardò incerto e annuì mentre la ragazza si alzava stizzita in piedi liberandosi dalla sua presa bruscamente.
-Ma siete idioti?! Come diavolo vi salta in mente di seguire uno che ha cercato di uccidermi? Volevate morire anche voi!?-
I due ragazzi la guardarono scioccati con gli occhi interrogativi: ma li stava insultando?! Hattori fece per parlare ma la ragazza si voltò verso il bambino incespicando nel lungo abito.
-Soprattutto tu! Ma dico, sei impazzito?! Un bambino di 6…7 anni?- chiese ridendo con tono sprezzante -Che sale fin qui per salvare qualcuno che è stato rapito? Ma che ti passa per il cervello, eh?!-
Conan la guardò semplicemente sconvolto con un’ intensa voglia di risponderle per le rime, ma Hattori lo fece per lui:
-Senti un po’, Barbie California, ti abbiamo appena salvato la vita e tu, invece di ringraziarci, ci insulti? Non è che preferivi morire per caso? Bastava dirlo, sai? Ti avremmo lasciata tra le grinfie di quel maniaco volentieri se avessimo saputo che ci avresti ripagato così…-
La ragazza rise ancora sprezzante e scosse la testa dirigendosi verso le scale. Hattori lanciò un occhiata a Kudo e sbuffò sonoramente.
-Ma tu guarda la gente di oggi!-
La ragazza scese velocemente le scale alzando l’abito per non inciampare, mentre la voce del detective dell’ovest la chiamava.
-Ohi, dov’è l’aggressore? Morikawa!-
Si fermò stizzita a metà rampa e urlò infastidita:
-MI HA DATO UNA BOTTA IN TESTA, NON HO IDEA DI DOVE SIA!-
Riprese a scendere le scale e finalmente, all’ultimo gradino, la luce tornò ad illuminare i corridoi. Lasciò cadere la gonna del vestito e si diresse a passo spedito verso la sala, col fiatone e il cuore che batteva forte. Una ragazza con la coda di cavallo e un abito nero la fermò con aria allarmata afferrandole un polso.
-Hai visto un ragazzo con la pelle scura e gli occhi verdi? O un bambino di 7 anni?- domandò con gli occhi lucidi. Lei sospirò spazientita e annuì, si voltò verso le scale e gliele indicò con il dito. La ragazza annuì ringraziando e corse verso di esse.
“Heiji, dove sei finito?” pensò impanica salendo i primi gradini, mentre un ragazzo scendeva stizzito blaterando tra sé e sé.
-Heiji!- esclamò sollevata Kazuha saltandogli al collo -Heiji, sono morta di paura! Dov’è Kudo?-
-Qui- rispose lui sciogliendo l’abbraccio mentre l’interpellato spuntava alle sue spalle. La ragazza sospirò e abbracciò inaspettatamente anche lui, facendolo rimanere un po’ sorpreso.
-State bene… ma che è successo, Heiji?-
Il ragazzo del Kansai raccontò velocemente di Morikawa e la guidò fino alla sala, dove cercarono Kogoro.
-Ohi, zietto, torniamo a casa- disse Hattori scuotendolo per un braccio mentre lui, con la cravatta legata sulla fronte, beveva un grosso calice di birra.
-Mmmaaaaaaa quale cascia, scusciaaa?- domandò totalmente andato strascicando le parole, singhiozzò con le guance rosse mentre il ragazzo sospirava stizzito.
-Casa tua, Kogoro, casa tua!-
-Ioo non ho una casciaaaaaa! Io vivo con Yokooooo! GO GO YOKO! GO GO YOKO!- urlò alzandosi in piedi e alzando il calice sopra la sua testa. La cantante spuntò dietro di lui con un sorriso dispiaciuto e disse:
-Sono mortificata, davvero! Ma se voi volete andare, state tranquilli. Lo rimando a casa io con un taxi più tardi, appena finisce la festa…-
Hattori sospirò e annuì ringraziando, poi si guardò attorno perdendosi nel fiume umano che lo circondava. Ma dov’erano finiti Kazuha e Kudo?!
-Uff… ma dove sono ora?- sbuffò facendosi largo tra la gente. Scorse per un colpo di fortuna Conan e lo afferrò per un polso senza avvisarlo, trascinandolo tra la folla, poi cercò la ragazza accellerando il passo.
-Hattori, non sono una bambola!- si lamentò Shinichi cercando di liberarsi dalla sua presa.
-Sei piccolo e fragile, ricordatelo! Quindi dammi la mano, non ho voglia di cercarti di nuovo dopo che troverò Kazuha…-
-Ma dov’è Kogoro?- chiese lui ignorando le parole “piccolo” e “fragile”.
-Con Yoko ad ubriacarsi, ma sta tranquillo, ha detto che ce lo riporta lei a casa appena finisce questa stupida festa… Oh, Kazuha, ma dove sei?!-
Il bambino sbuffò sonoramente e prese il controllo della situazione cominciando a trascinare personalmente Hattori, il quale non oppose resistenza. Dopo qualche minuto scorsero Kazuha e riuscirono a ricongiungersi.
-Cavolo, ma dov’eri?- esclamò piccato Hattori afferrandole la mano per non perderla: con Kudo da una parte e Kazuha dall’altra sembrava un maestro d’asilo!
-Guarda che non mi sono mossa da dove tu mi hai detto di aspettarti- gli fece notare lei con tono infastidito.
-Lasciamo perdere che è meglio…- disse a denti stretti Hattori dirigendosi verso la hall dell’hotel. Chiamarono un taxi e tornarono a casa, dove crollarono in un sonno profondo in pochi secondi.
* È un lussuosissimo Hotel che c’è a Tokyo. L’ho letto su Google, ci sn anke le foto dell’interno: è semplicemente FAVOLOSO!^-^
Mangakagirl’s Corner:
Eccomi quaaaaaaaa! Tadààààààààà! Qui si entra nel vivo della storia O.O!
Allora allora voglio sapere TUTTOOOOO! TUTTO QUELLO KE VI PASSA X LA TESTA LEGGENDO QST CHAPPY!
Ke ve ne pare di qst strana ragazza????????? e della reazione del povero Shin???? E di qnd Morikawa li insulta x averla salvata?????
Fatemi sapere assolutamente!!!!!! E ke ne pensate di Kogoro ke si ubriaca??? xD
Grz 1000000 a coloro ke hanno recensito lo scorso capitolo e a ki ha aggiunto la storia tra le preferite.
Arigatò v.v
Al prossimo capitolo! Mangakagirl! ^-^
ps: avete notato le è + lungo degli altri capitoli??? contenti??? ^---^