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Autore: mangakagirl    30/05/2012    7 recensioni
Tokyo. Estate torrida.
Cosa accadrà quando Conan, dopo la morte inaspettata e inspiegabile di Ran, la rivedrà per le strade di Beika?
Haibara e Hattori credono che stia impazzendo, ma dovranno ricredersi quando alla Festa delle Celebrità di Tokyo la stessa ragazza si presenterà loro con il nome di Ran Morikawa, figlia dell'omonimo proprietario di una delle ditte più importanti del Giappone.
Chi è questa ragazza e perchè, dopo svariate uscite con Hattori, Kazuha e uno Shinichi sempre più confuso, quest'ultimo verrà quasi assassinato a casa sua da una sua amica?
Qual è il vero obbiettivo di questa strana ragazza che cambierà per sempre la vita di Shinichi?
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Shiho Miyano/Ai Haibara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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3.

Un sacco di persone si voltarono ed ammirarono la bellissima Kazuha in abito nero che sfilava tra loro per il salone del Mandarin Oriental Hotel*, uno dei più prestigiosi hotel di Tokyo,  con lo sguardo fisso a terra dall’imbarazzo. Ma le persone non si limitarono ad osservare solo lei, ma anche il detective più rinomato del Giappone, dopo Kudo e Hattori ovviamente: Mouri Kogoro il Dormiente. L’uomo si destreggiò con facilità tra la folla e presentò ai ragazzi un bel po’ di gente famosa.
-Uff…- sbuffò guardandosi attorno speranzoso -… la mia dolce Yoko non deve essere ancora arrivata! Oh…- sbarrò gli occhi sorpreso vedendo un uomo basso e panciuto avvicinarsi a lui con un sorriso -…ragazzi, venite qui!-
L’omone si fermò proprio davanti a lui e scoppiò in una risata fragorosa.
-Mouri, che piacere rivederti!-
-Anche per me è un vero piacere. Ragazzi lui è Hiroshi Morikawa, il direttore dell’omonima e famosissima azienda di elettrodomestici- disse Kogoro stringendogli calorosamente la mano.
-Oh-oh- esclamò Morikawa sorridendo gentile a Kazuha -Questa signorina è tua figlia? Mi avevano detto che era molto graziosa-
Il sorriso di Kogoro svanì immediatamente mentre Shinichi, al suo fianco, sentì una voragine aprirsi dentro il suo corpo. Morikawa osservò il cambiamento dell’uomo con perplessità e fece per aggiungere qualcosa, ma Kogoro tornò a sorridere malinconico e scosse piano la testa.
-No, lei è la sua migliore amica. Mia figlia è mancata esattamente tre mesi fa…-
Morikawa impallidì e balbettò mortificato:
-Oh, Mouri io… io non ne sapevo nulla… mi dispiace, se solo…- ma il detective scosse ancora la testa sorridendo.
-Tutto bene, non ti preoccupare, non potevi sapere- si voltò verso Kazuha riacquistando l’espressione serena e allegra che aveva poco prima -Comunque lei è Toyama Kazuha, mentre lui è Hattori Heiji e…- posò una mano sulla spalla del bambino che aveva accanto -… lui è Edogawa Conan, un parente di un amico di mia figlia-
Morikawa sorrise a tutti gentilmente, poi si voltò indietro e cercò qualcuno con lo sguardo.
-Lasciate che vi presenti mia figlia… emm, Tesoro! Potresti venire qui un attimo…?- domandò apparentemente a nessuno guardandosi attorno.
 Qualche secondo dopo una giovane ragazza con un vestito fucsia lungo fino alle caviglie si voltò interrompendo la sua conversazione con un paio di donne e li raggiunse.
Kogoro, Kazuha e Hattori impallidirono mentre Shinichi perse due o più battiti: occhi azzurro-lilla, capelli lisci e castani che cadevano fino a metà schiena sciolti, corpo da sportiva, e sorriso un po’ imbarazzato sulle labbra.
-Mouri, ti presento mia figlia- annunciò trionfante l’uomo posandole una mano sulla spalla mentre lei, con la scusa di fare un piccolo inchino, si sottraè dolcemente al tocco del padre.
-Piacere, sono Morikawa Ran- disse con un tono di voce molto simile ad uno che il gruppetto conosceva bene.
Kogoro impallidì ancora di più e indietreggiò non riuscendo ad aggrapparsi ad Heiji, quindi cadde a terra senza forze. Kazuha emise un piccolo urlo e aiutò il ragazzo a rimettere in piedi il detective pallido come un lenzuolo che fissava Ran pietrificato.
-Mouri, che ti prende?- domandò allarmato Morikawa trascinando il detective su una sedia e passandogli un bicchierino di sakè -Bevi questo. Sembra quasi che tu abbia visto un fantasma!-
Hattori fissò serio e incredulo Ran commentando sottovoce mentre si allontanava da Kogoro:
-In un certo senso…-
La ragazza dal vestito fucsia fissò con una strana espressione la scena, per poi puntare seria gli occhi in quelli di Kazuha, Hattori e Conan. L’ex liceale si sentì folgorato: Ran era lì, era davvero lì, quelli erano i suoi occhi.
Il detective dell’ovest lo fissò pronto a scattare nel caso svenisse anche lui, ma, per fortuna, Kudo si limitò ad impallidire e cercare di dirle qualcosa.
-Scusatemi- disse lei allontanandosi decisa da loro senza aggiungere altro e ascoltare cosa voleva dirle il bambino. I tre rimasero basiti e si scambiarono un’occhiata sconvolta.
Poco dopo Hattori si avvicinò a Kogoro e lo guardò preoccupato.
-Ohi, tutto bene?- domandò con l’accento del Kansai, l’uomo annuì buttando giù l’ennesimo bicchierino di sakè e sghignazzò con le guance già paonazze:
-Tuuttoooo a meeraviglia! Ahaha! Oh, YOKO! Mia dolce Yoko sei qui!- si alzò correndo verso l’idol appena entrata nella sala piantandolo in asso. Il ragazzo sbuffò infastidito e tornò da Kazuha che cercava di scorgere tra la folla la ragazza identica a Ran.
-Mi giro un secondo e quel detective da strapazzo già si ubriaca!- esclamò stizzito.
-Non è possibile, ma l’hai vista?!- domandò la ragazza non ascoltandolo mentre si  appoggiava al tavolo del buffet con una mano; il ragazzo annuì mentre Conan fissava il vuoto. “Solo questa ci mancava!” pensò Hattori notando il comportamento del migliore amico e chiedendosi perché la sfiga li perseguitasse così assiduamente in quel periodo.
Passarono un’ora e mezza buona a guardarsi attorno senza fare nulla, limitandosi ad arrossire ogni volta che Kogoro alzava la voce o rideva a crepapelle a braccetto con Yoko Okino e la gente li fulminava come a dire “Ditegli di darsi un contegno!”.

Poco dopo, l’orchestra cominciò a suonare una musica lenta e noiosa che fece appesantire le palpebre di Heiji e Kazuha, i quali si appoggiarono con la schiena contro una parete ignorando le occhiatacce che gli rivolgevano i camerieri sdegnati, mentre Conan, seduto su una sedia, si reggeva la testa con una mano ripensando a quella ragazza così simile a Ran.
-Heiji…- disse annoiata Kazuha con gli occhi socchiusi -…mi sto rompendo. Qui ci guardano tutti male solo perché non siamo ultra miliardari o famosi…è snervante…-
-Non sai cosa darei per un po’ di azione in questa stupida serata…- rispose lui sbuffando annoiato, fulminò con lo sguardo un uomo che voleva avvicinarsi a Kazuha, e che all’occhiataccia si allontanò impaurito, e chiuse gli occhi.
All’improvviso il buio invase la lussuosissima sala dell’hotel e gli invitati tacquero sorpresi, mentre il frastuono di alcuni vassoi caduti di mano ai camerieri ruppe il silenzio formatosi. Un urlo gelò il sangue nelle vene a tutti contemporaneamente al rumore di una porta che si spalancò e si richiuse con forza accompagnata da mugulii disperati.
-O mio Dio!-  e - Ma che succede?!- si alzarono nella stanza quando un altro urlo fece tacere di nuovo tutti con brividi di terrore. Ma che stava accadendo?
-LASCIAMI!- gridò la voce di una ragazza mentre la stessa porta di prima si riapriva rumorosamente come se le avessero tirato un calcio -LASCIAMI ANDARE, MALEDETTO! AIUTATEMI!-
Hattori corse immediatamente verso lo spiraglio di luce che proveniva dalla porta che si stava chiudendo in fretta e ignorò Kazuha che lo chiamava impaurita.
Conan balzò giù dalla sedia, come se il suo istinto di detective, rimasto atrofizzato per ben tre mesi, si fosse risvegliato all’improvviso; corse a sua volta verso la porta, la spalancò con poca grazia e cercò di orientarsi nel corridoio dove non si erano attivate le luci d’emergenza.
“Non è un black-out…” pensò guardandosi attorno, poi udì la voce della ragazza provenire dalle scale e cercò di raggiungerle a tentoni, incespicando sui pesanti tappeti in stile moderno che ricoprivano il corridoio. Rischiando più volte di cadere e rompersi l’osso del collo, riuscì a salire tutti i gradini delle lucidissime e scivolose scale, arrivando all’ultimo piano col cuore in gola. Udì dei passi rimbombare nella tromba delle scale ma li ignorò, individuò la porta della terrazza e forzò la maniglia per aprirla. Ci provò più volte senza successo, poi si infuriò e girò la rotella sulla scarpa destra assestandole un colpo secco, che la spalancò con un boato incredibile.
Si ritrovò immerso nella notte sotto il cielo stellato e si guardò attorno in cerca di una figura o del possibile rapitore. Aveva seguito le urla della ragazza per tutte le scale: non potevano essere altro che lì. Corse verso il centro della terrazza e quasi cadde su qualcosa che giaceva a terra e che non aveva notato per il buio: un corpo.
-Stai bene?- domandò preoccupato prendendo la testa della ragazza tra le mani, le girò il volto e sbarrò gli occhi non appena incrociò i suoi.
-S-sì, ma tu… che diavolo ci fai qui?- domandò lei con tono arrabbiato mettendosi a sedere e massaggiandosi la nuca sotto lo sguardo sorpreso dell’ex liceale.
-Ran…- disse piano lui col cuore che batteva all’impazzata: era davvero lei, Ran Morikawa.
-Ohi…!- urlò Hattori con l’accento del Kansai arrivando sulla terrazza col fiatone                  - L’hai trovata, Kud…Conan?- si corresse quando vide che non era solo.
Il bambino lo guardò incerto e annuì mentre la ragazza si alzava stizzita in piedi liberandosi dalla sua presa bruscamente.
-Ma siete idioti?! Come diavolo vi salta in mente di seguire uno che ha cercato di uccidermi? Volevate morire anche voi!?-
I due ragazzi la guardarono scioccati con gli occhi interrogativi: ma li stava insultando?! Hattori fece per parlare ma la ragazza si voltò verso il bambino incespicando nel lungo abito.
-Soprattutto tu! Ma dico, sei impazzito?! Un bambino di 6…7 anni?- chiese ridendo con tono sprezzante -Che sale fin qui per salvare qualcuno che è stato rapito? Ma che ti passa per il cervello, eh?!-
Conan la guardò semplicemente sconvolto con un’ intensa voglia di risponderle per le rime, ma Hattori lo fece per lui:
-Senti un po’, Barbie California, ti abbiamo appena salvato la vita e tu, invece di ringraziarci, ci insulti? Non è che preferivi morire per caso? Bastava dirlo, sai? Ti avremmo lasciata tra le grinfie di quel maniaco volentieri se avessimo saputo che ci avresti ripagato così…-
La ragazza rise ancora sprezzante e scosse la testa dirigendosi verso le scale. Hattori lanciò un occhiata a Kudo e sbuffò sonoramente.
-Ma tu guarda la gente di oggi!-
La ragazza scese velocemente le scale alzando l’abito per non inciampare, mentre la voce del detective dell’ovest la chiamava.
-Ohi, dov’è l’aggressore? Morikawa!-
Si fermò stizzita a metà rampa e urlò infastidita:
-MI HA DATO UNA BOTTA IN TESTA, NON HO IDEA DI DOVE SIA!-
Riprese a scendere le scale e finalmente, all’ultimo gradino, la luce tornò ad illuminare i corridoi. Lasciò cadere la gonna del vestito e si diresse a passo spedito verso la sala, col fiatone e il cuore che batteva forte. Una ragazza con la coda di cavallo e un abito nero la fermò con aria allarmata afferrandole un polso.
-Hai visto un ragazzo con la pelle scura e gli occhi verdi? O un bambino di 7 anni?- domandò con gli occhi lucidi. Lei sospirò spazientita e annuì, si voltò verso le scale e gliele indicò con il dito. La ragazza annuì ringraziando e corse verso di esse.
 “Heiji, dove sei finito?” pensò impanica salendo i primi gradini, mentre un ragazzo scendeva stizzito blaterando tra sé e sé.
-Heiji!- esclamò sollevata Kazuha saltandogli al collo -Heiji, sono morta di paura! Dov’è Kudo?-
-Qui- rispose lui sciogliendo l’abbraccio mentre l’interpellato spuntava alle sue spalle. La ragazza sospirò e abbracciò inaspettatamente anche lui, facendolo rimanere un po’ sorpreso.
-State bene… ma che è successo, Heiji?-
Il ragazzo del Kansai raccontò velocemente di Morikawa e la guidò fino alla sala, dove cercarono Kogoro.
-Ohi, zietto, torniamo a casa- disse Hattori scuotendolo per un braccio mentre lui, con la cravatta legata sulla fronte, beveva un grosso calice di birra.
-Mmmaaaaaaa quale cascia, scusciaaa?- domandò totalmente andato strascicando le parole, singhiozzò con le guance rosse mentre il ragazzo sospirava stizzito.
-Casa tua, Kogoro, casa tua!-
-Ioo non ho una casciaaaaaa! Io vivo con Yokooooo! GO GO YOKO! GO GO YOKO!- urlò alzandosi in piedi e alzando il calice sopra la sua testa. La cantante spuntò dietro di lui con un sorriso dispiaciuto e disse:
-Sono mortificata, davvero! Ma se voi volete andare, state tranquilli. Lo rimando a casa io con un taxi più tardi, appena finisce la festa…-
Hattori sospirò e annuì ringraziando, poi si guardò attorno perdendosi nel fiume umano che lo circondava. Ma dov’erano finiti Kazuha e Kudo?!
-Uff… ma dove sono ora?- sbuffò facendosi largo tra la gente. Scorse per un colpo di fortuna Conan e lo afferrò per un polso senza avvisarlo, trascinandolo tra la folla, poi cercò la ragazza accellerando il passo.
-Hattori, non sono una bambola!- si lamentò Shinichi cercando di liberarsi dalla sua presa.
-Sei piccolo e fragile, ricordatelo! Quindi dammi la mano, non ho voglia di cercarti di nuovo dopo che troverò Kazuha…-
-Ma dov’è Kogoro?- chiese lui ignorando le parole “piccolo” e “fragile”.
-Con Yoko ad ubriacarsi, ma sta tranquillo, ha detto che ce lo riporta lei a casa appena finisce questa stupida festa… Oh, Kazuha, ma dove sei?!-
Il bambino sbuffò sonoramente e prese il controllo della situazione cominciando a trascinare personalmente Hattori, il quale non oppose resistenza. Dopo qualche minuto scorsero Kazuha e riuscirono a ricongiungersi.
-Cavolo, ma dov’eri?- esclamò piccato Hattori afferrandole la mano per non perderla: con Kudo da una parte e Kazuha dall’altra sembrava un maestro d’asilo!
-Guarda che non mi sono mossa da dove tu mi hai detto di aspettarti- gli fece notare lei con tono infastidito.
-Lasciamo perdere che è meglio…- disse a denti stretti Hattori dirigendosi verso la hall dell’hotel. Chiamarono un taxi e tornarono a casa, dove crollarono in un sonno profondo in pochi secondi.

* È  un lussuosissimo Hotel che c’è a Tokyo. L’ho letto su Google, ci sn anke le foto dell’interno: è semplicemente FAVOLOSO!^-^



Mangakagirl’s Corner:
Eccomi quaaaaaaaa! Tadààààààààà! Qui si entra nel vivo della storia O.O!
Allora allora voglio sapere TUTTOOOOO! TUTTO QUELLO KE VI PASSA X LA TESTA LEGGENDO QST CHAPPY!
Ke ve ne pare di qst strana ragazza????????? e della reazione del povero Shin???? E di qnd Morikawa li insulta x averla salvata?????
Fatemi sapere assolutamente!!!!!! E ke ne pensate di Kogoro ke si ubriaca??? xD
Grz 1000000 a coloro ke hanno recensito lo scorso capitolo e a ki ha aggiunto la storia tra le preferite.
Arigatò v.v
Al prossimo capitolo! Mangakagirl! ^-^  
ps: avete notato le è + lungo degli altri capitoli??? contenti??? ^---^
  
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