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Autore: Mattyss    30/05/2012    1 recensioni
il mondo dei quattro elementi deve essere salvato. Una antica maledizione sta distruggendo il mondo, una minaccia che tempo prima rese felici persone che per principio non sapranno mai, quale è la felicità. Due ragazzi tenteranno di porre fine a questo scempio.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                      1.

 

Un’onda fu più forte delle altre. Andò a sbattere contro uno scoglio. Sàmir si svegliò. Faticò a capire dove si trovava, ma in un secondo momento mise a fuoco il tutto. Era nel suo letto, nella sua camera, nella città di Bagnarel, situata nel regno dell’acqua. Sàmir guardò l’orologio, erano le sette in punto. Squadrò un po’ il soffitto e poi si rimise a dormire pensando che fosse un po’ presto per la pesca, e comunque il suo amico Gil non aveva ancora bussato alla porta. Si rimise sotto le coperte e si assopì. Solo un’ora dopo qualcuno bussò alla porta. “ Sam, Sam sono io, il tuo amico Gil, aprimi “. Sàmir si risvegliò di malumore, ma in ogni caso decise di andare ad aprire la porta. “ Ciao Gil, che ci fai qui ? “ ” Come che ci faccio qui ? te ne sei dimenticato ? oggi c’è l’annuale gara di pesca. Si terrà nel peschereccio che il re e la regina hanno inaugurato da poco. Te lo ricordi ? “ Sàmir fece una faccia alquanto interrogativa ma poi ricordò. “ Ah, quello nel quale ha partecipato anche il re del regno dell’aria, si ora ricordo.” “ Esatto, ora vatti a preparare, o non arriveremo in tempo “ Mentre Sàmir, chiamato dagli amici Sam, chiudeva la porta, Gil si mise a rimirare l’acqua limpida del mare a sedere davanti a casa di Sàmir. Il regno era completamente ricoperto dall’acqua. Ce n’era dappertutto ed essa non lasciava spazio a neppure un ciuffo d’erba. Tant’ è che il regno era completamente disabitato tranne che nella capitale, Bagnarel, dove vivevano proprio Sàmir e Gil. Gli abitanti del regno dell’acqua prendevano il nome di bagnariti, appunto abitanti di Bagnarel. Avevano capelli blu e occhi verdi, orecchie a punta molto piccole, tanto che se un bagnarita aveva i capelli lunghi non si vedevano. Le case della capitale erano palafitte che si innalzavano per due metri dall’acqua; così ci sarebbe potuta essere la sopravvivenza anche in un mondo ostile. Tutti i bagnariti erano pescatori. Tutti sapevano orientarsi in mare. Così erano anche Sàmir e Gil, da sempre addestrati a fare questo.

Il regno dell’acqua era solo uno dei quattro regni del mondo, i restanti regni erano: dell’aria, del fuoco, del legno. Soltanto il regno dell’acqua e quello dell’aria erano abitati, negli altri non c’erano le condizioni perché si potesse sviluppare la vita. Nei quattro regni non vi è e non vi è mai stata nessun tipo di luce, o meglio nessun tipo di luce naturale, e per rimediare a questo al centro del mondo vi è situato il gran ghiacciaio, il padre dei quattro regni, e nel centro dello stesso vi è una torcia artificiale alta 300 metri da terra. Questa torcia viene tutti i giorni controllata dai mezzi scienziati, di razza umanoidi, per evitare che si possa un giorno spegnere. E mandare quindi in rovina il mondo.

Gil distolse gli occhi dall’acqua e si alzò in piedi per vedere se Sàmir non avesse avuto qualche problema mentre si preparava. Bussò alla porta “ Sam, Sam sbrigati, la gara inizierà tra dieci minuti. Non possiamo permetterci di arrivare in ritardo “ Gil si stupì che Sam non lo avesse sentito, allora girò la maniglia della porta di legno ed entrò. La casa di Sàmir era una casetta tutt’altro che grande, pensò Gil, che avendo visto fino a quel momento la casa soltanto all’esterno se la sarebbe immaginata leggermente più grande. Aveva tre stanze, la camera da letto, la cucina, e il bagno. Insomma, la mini casa era dotata del minimo indispensabile. Gil pensò che non era molto differente dalla sua, e che tutte le palafitte di Bagnarel più o meno si assomigliavano.” Sàm, dove sei finito?” “ Ehi, Gil sono in bagno,un istante e arrivo “  Sàmir uscì dal bagno vestito per andare alla gara.” oh, finalmente sei uscito. Bene, possiamo andare”.

Mentre Gil usciva dalla porta Sàmir si fermò sullo stipite e lo guardò.” Che c’è ancora ?” “ Gil,promettimi una cosa.” <”Dimmi, ti ascolto “ Sàmir fece un gran respiro e parlò.

“ Mi devi promettere che se vincerò io, poi andremo in barca al mare insieme, oggi non ho ancora pescato niente e le provviste in casa scarseggiano,sarebbe meglio andare a pescare qualcosa “ Gil ci pensò un po’ e poi rispose.” Va bene,accetto; ma nel caso in cui vincerò io, tu questa sera verrai a casa mia e mangerai il polipo” Sàmir fece un segno di disgusto e guardò male Gil. Tant’ è che l’amico si fece una grandissima risata.” Gil, non puoi farmi questo!” L’altro si mise a ridere ancora di più. Sàmir odiava il polipo, fin dall’infanzia. Non poteva neanche assaggiarlo che subito gli veniva il senso di vomito. Per questo motivo mangiava quasi esclusivamente pesce,o raramente gamberi. E Gil suo malgrado si divertiva sempre a mettere il polipo come oggetto di scommessa fra i due. Fino a quel momento Sàmir non aveva mai perso una scommessa, chissà se quel giorno gli sarebbe toccato. “ Gil, mi hai rovinato una bellissima giornata,me la pagherai!!”

E così dicendo presero la barca che Sàmir custodiva davanti a casa in una specie di piccolo porto di attracco e remando con tutta la loro forza si diressero verso il peschereccio. Lì c’erano già tutti i partecipanti, mancavano solo loro, per cui quando arrivarono si affrettarono a smontare dalla barca e a raggiungere le postazioni di pesca a loro assegnate. Quando ebbero preso posto Gil guardò Sàmir e gli disse piano “ Vedi scemo, te lo avevo detto di muoverti, ora ce la avranno tutti con noi “ Ed, in effetti, da quando avevano messo piede nel peschereccio non avevano avuto sguardi molto belli dal pubblico. Gil in ogni caso pensò che non c’era da stupirsi, perché per colpa di Sàmir che era sempre ritardatario facevano entrambi una figura pessima alle gare. Il presentatore, un uomo corpulento di bassa statura disse con un tono di voce che fece sobbalzare dalla paura tutti i partecipanti “ Bene, ora che ci siamo tutti possiamo cominciare. 3,2,1 che la gara annuale di pesca inizi ora!” Tutti i partecipanti uno ad uno prepararono le loro canne da pesca munite di esca e le gettarono nell’acqua. Passarono dieci minuti ma nessuno riuscì a prendere qualcosa. Sembrava che l’acqua fosse completamente senza prede. Il primo che pescò qualcosa fu un ragazzino che non avrà avuto più di dodici anni; sia Sàmir che Gil ne avevano ben quattro più di lui, e sicuramente anche più esperienza visto come sorreggeva la canna mentre un altro ragazzo toglieva l’amo dalla bocca del pesce che aveva appena pescato. “ Pff, fortuna” bisbigliò Sàmir a Gil e quell’altro gli lanciò uno sguardo di approvazione. Gil discostò un attimo lo sguardo dalla gara e vide che nel punto più lontano da dove si trovavano loro, in mezzo al pubblico, c’era una signora e un signore di mezza età molto eleganti che si stavano sbracciando e urlavano qualcosa, forse un nome che Gil non riuscì a capire bene per il chiasso che c’era. “ Oh, Sam guarda, il re e la regina del regno” Sam guardò in quella direzione. Il re e la regina si stavano ancora sbracciando, ma ora molto più forte. “ Perché fanno così ? “ Gil parve per un attimo turbato, poi rispose. “ Vedi quel ragazzino che ha appena pescato il pesce  ? Ecco, loro sono i suoi zii “ Sàmir guardò ancora e vide che di fianco a loro c’era anche una ragazza. “ Oh, c’è anche Gulyen “ Gil guardò Sàmir sorridendo. “So cosa vuoi dirmi Gil, ma sai benissimo che non è vero!” Gulyen era innamorata di Sàmir da sempre, fin dai tempi dell’asilo, ma a lui purtroppo non interessava e questa cosa la faceva stare male. Lui voleva solo esserle amico. Niente di più. Da sempre, quando i due amici si trovavano in un posto dove c’era anche lei, Gil ridacchiava piano prendendo  in giro Sàmir, ecco perché ora Sàmir sapeva già cosa gli avrebbe voluto dire l’amico. Sàmir stava ancora guardando la famiglia reale quando per un soffio la canna non gli scivolò e finì dentro l’acqua. “Evviva ci siamo! Uno ha abboccato “ Sàmir arrotolò la bava con forza ed ecco che uscì un grande gambero di colore rossiccio. Gil ne rimase ammaliato. “ Wow, ma è un esemplare stupendo, qui da noi lo trovi solo se ti inoltri al largo “ Sàmir gli fece un sorrisetto. “ Mi sa che ti toccherà venire con me dopo la gara! “ “ io non ne sarei tanto sicuro” Replicò l’altro.

La gara continuò molto ricca. Gil e Sàmir erano pari a quota dieci pesci, nel frattempo il ragazzino aveva pescato due pesci di dimensioni enormi. Gli altri partecipanti erano pari a quota due pesci ciascuno. Dopo cinque minuti il presentatore sempre con aria molto burbera disse “Mancano dieci minuti alla fine della gara. Finito il tempo, chi avrà pescato più pesci sarà proclamato vincitore “Gil e Sam si guardarono. “Manca ancora poco tempo: che vinca il migliore Gil “

“Va bene, che vinca il migliore “ E si rimisero concentrati su quello che stavano facendo.

Allo scadere del tempo, I due ragazzi furono sorpresi di non avere vinto nessuno dei due. Il vincitore della gara fu invece il ragazzino di prima, il nipote del re e della regina. Aveva pescato ben 20 pesci, il doppio di quelli rispettivamente di Sàmir e Gil e sembrava vantarsene. Andò sul palco per ricevere gli applausi e fu proclamato vincitore. In un secondo momento lo raggiunsero gli zii e Gulyen sua cugina. Sàmir non poteva credere che un ragazzetto fosse più abile di lui nella pesca. Finita la cerimonia di proclamazione del vincitore i due ragazzi tornarono alla barca e remarono fino alla casa di Sàmir. “ Dai Sam, non te la prendere, vedrai che la prossima volta andrà meglio” lo rassicurò l’amico. “ Lo spero anche io Gil” Rispose. Sàmir non eccedeva soltanto nella pesca, era anche un abilissimo guerriero. Combattere era l’altra sua attività preferita e per questo frequentava dall’età di dieci anni l’accademia d’armi di Bagnarel. Non era molto frequentata,per il fatto che quasi tutti i bagnariti erano pescatori e nient’altro. Sàmir però dimostrava molta dimestichezza con le armi a tal punto che aveva deciso di iscriversi all’accademia per allenarsi a diventare un ottimo spadaccino, lo considerava anche una forma di difesa personale che non avrebbe guastato. Si recava all’accademia tre giorni alla settimana e aveva un totale di 100 lezioni. Al termine dell’ultima lezione, una giuria valutava se un allievo fosse stato all’altezza di ricevere il titolo di spadaccino medio. Un titolo che, anche se non era il massimo, dimostrava che te la sapevi cavare discretamente con la spada e affini. “ Ehi Sam, perché non andiamo un po’ ad allenarci ? E’ da un po’ che non combattiamo. Potrebbe servirti per scacciare il pensiero della perdita alla gara. Che ne dici ?” Sàmir fece un sorriso. “ Grazie Gil, tu sai sempre come farmi tornare il sorriso “ Dopo di che entrarono in casa. Sàmir andò in direzione di una cassapanca antica e ne tirò fuori un pugnale anch’esso antico e degli indumenti da guerriero. Poi per ultimo tirò fuori un bastone di legno. “ Bene, vedo che il mio bastone è ancora integro “ Gil non aveva questa abilità alle armi come Sàmir, però era felice di poter accompagnare ogni tanto al “campo lotta” così lo avevano soprannominato il suo amico per fare due tiri e per mantenerlo in allenamento. In fondo gli amici servivano anche a questo. Sàmir si infilò l’armatura compresa d’elmo, brache e giacca fatta apposta per i combattimenti; mise il pugnale nella cintola se lo legò in vita e poi uscirono di casa. L’armatura che possedeva era quella che gli avevano dato in accademia, gli era consentito portarsela a casa. L’unica cosa che non poteva portarsi a casa era la sua spada personale. Quella poteva usarla soltanto lì, quando faceva lezione. Ecco perché per allenarsi con Gil aveva rimediato un pugnale vecchissimo, ma per niente pesante, tanto che era facile maneggiarlo e alla fine gli si era affezionato. In ogni caso Sàmir aveva sempre desiderato possedere una spada tutta sua, una spada che avrebbe portato sempre con se, anche nei momenti di pesca e che lo avrebbe consolato nei momenti come quello dopo la sconfitta alla gara annuale. I due amici ritornarono nella barca di Sàmir, la sganciarono dal piccolo porto di attracco di casa sua, si misero in posizione e cominciarono a remare verso est. Il campo lotta era nient’altro che un palco di legno simile come impostazione a tutte le case della città. La superficie del campo in ogni caso era elevatissima, almeno dieci metri; Non ci sarebbe stato rischio, per i due finire dentro l’acqua mentre combattevano. Sàmir parve risollevarsi quando vide quel luogo. “Bene, eccoci qui” <<vedrai,ora Gil se ti lascerò il tempo per respirare durante l’allenamento.>>  I due attraccarono la barca, e salirono sul palco. Sotto i loro piedi era disegnato un cerchio, che delimitava il palco effettivo; al di fuori di esso c’era erba, per lo più artificiale, usata per abbellire il tutto. Fu Gil il primo ad agire. “ Bene, mettiamoci in posizione “ Sàmir e Gil si misero uno di fronte all’altro pronti a colpire. Sàmir non se lo fece ripetere due volte e si scagliò contro il compagno. Era un misto di forza,velocità e possedeva anche una discreta agilità. Gil dai tanti incontri che avevano già fatto, ormai aveva dalla sua la parata, e raramente attaccava, consapevole che la sua tecnica era di gran lunga inferiore a quella di Sàmir. --------------------------------Gil chiuse gli occhi, si concentrò solo sul suo avversario, ormai a pochi metri da lui. Percepiva i suoi passi, il rumore del pugnale quando sferzava l’aria e non si sarebbe fatto fregare. Quando Sàmir fu abbastanza vicino, si preparò a lanciare un fendente a pieno petto, se fosse andato a segno, gli avrebbe strappato il cuore. L’amico non rimase a pensare e rispose bloccando il pugnale dell’attaccante con il suo bastone, l’impatto fece allontanare Sàmir di qualche centimetro; tuttavia, non perse l’equilibrio. << Ehi, non male Gil; vedo che non hai dimenticato i nostri vecchi modi di combattere bravo >> Ma Gil non si fece ingannare. Sapeva bene che una piccola distrazione e avrebbe potuto anche metterci la pelle. Capì subito che il compagno avrebbe utilizzato un’altra strategia, infondo Sàmir era così, decisamente imprevedibile.

Sàmir scrutò l’avversario. <<Vediamo come te la cavi con l’attacco a bassa quota>>. Pensò. Riprese immediatamente ad attaccare. Questa volta voleva confonderlo, e ci sarebbe riuscito a tutti i costi, non avrebbe lasciato che il bastone tanto spesso lo bloccasse un’altra volta. Sàmir corse talmente veloce che Gil non riuscì quasi a vederlo. Puntava al basso, ma Gil pareva non essersene ancora accorto. Sàmir si portò abbastanza vicino all’avversario. Poi ebbe un’idea: ritentò il colpo di prima in pieno petto. Sapeva già che il colpo sarebbe andato a vuoto; infatti il fendente rimase bloccato. “ Non ti capisco, fai sempre la stessa mossa” Ma Sàmir fu veloce come un fulmine, liberò il pugnale dalla morsa del bastone, fece una piroetta in questo modo allontanò la spada dell’avversario dal corpo stesso e la allontanò fino che la spada non si ritrovò alta a mezz’aria. In un secondo momento Sàmir si accovacciò e lanciò un fendente minaccioso altezza gambe. La potenza del pugnale non poteva essere eguagliata a quella di una spada, per cui l’amico non si ferì; cadde però a terra a seguito della perdita di equilibrio. “ E bravo Sàmir” L’altro si rialzò in piedi, era stremato, non ce la faceva più e il prossimo colpo sarebbe stato quello decisivo. Sàmir si preparò a sferrare il colpo finale. Dopo la caduta, Gil era diventato molto più attento alle mosse dell’avversario, che cercava sempre di capire in anticipo. <<Tenterò il tutto per tutto>> si disse. Ancora un po’ stanco, preparò il colpo. Era l’alunno più veloce dell’accademia e questa sua capacità gli piaceva tantissimo. Non attese due volte e si rimise imperterrito a correre. Anche se il nemico era diventato più attento, Sàmir pensò che non avrebbe potuto bloccargli un fendente dall’alto; Per cui quando Sàmir fu abbastanza vicino a Gil spiccò un salto non rumoroso ma potente, si alzò di almeno cinque metri da terra sopra la testa dell’amico. Quando fu all’altezza giusta, lanciò il fendente.

Gil dal canto suo, non si fece cogliere impreparato e bloccò per tutta risposta il colpo. L’impatto fu tremendo e vide Sàmir schiantato al di fuori del campo,finì dritto sull’erba. Rimase lì un po’, incantato dal paesaggio, mentre Gil era ancora sul campo che ansimava dalla stanchezza. Poi dopo un po’ si girò verso l’amico. “ Bello scontro Gil, migliori sempre di più; sono fiero di te “ L’amico gli sorrise. “ Anche tu sei stato molto bravo, complimenti”

 

  
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