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Autore: Gemini_no_Aki    30/05/2012    2 recensioni
I fiori erano fuori discussione, non sarebbero sopravvissuti nemmeno al viaggio, una torta ancora meno, probabilmente non sarebbe sopravvissuta 10 minuti visto che quando era agitato mangiava in continuazione.
La cosa più banale e semplice sarebbe stato un anello ma non sapeva come avrebbe potuto prenderla effettivamente Lucas, non sembrava effettivamente tipo da anelli.

Missing moment della mia Long, "Research", ma può benissimo essere letta a parte come originale.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Point of No Return'
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Marriage Proposal


“Mi stai prendendo in giro?”
I capelli ramati erano raccolti in una coda e infilati per precauzione dentro al camice. Tutti continuavano a dirgli di tagliargli, che erano tutt’altro che maschili ma non gli importava. In questo forse Lucas era discretamente vanitoso, mai toccargli i capelli.
“Ho la faccia di uno che prende in giro? Se ti degnassi di guardarmi-”
Venne bruscamente interrotto da un lieve CRACK seguito da una nuvola di fumo tendente al verdastro, l’uomo si morse le labbra a quella vista, già pronto al peggio.
“Tu e la tua... Proposta. Guarda cos’hai combinato.”
Sibilò Lucas a denti stretti gettando a terra uno straccio per assorbire il liquido.
“Tecnicamente avevi tu in... Ricevuto. Esco.”
Con un sorrisetto indietreggiò fino ad uscire facendogli un infantile “Ciao ciao” con la mano prima di chiudere la porta pericolosamente seguito da un becher.
Una volta rimasto solo lo scienziato si concesse un po’ di relax da quella situazione inverosimile che era iniziata circa un quarto d’ora prima.
Si sedette sulla poltroncina e fece due o tre giri chiudendo gli occhi per pensare, più o meno razionalmente. Cosa quasi impossibile viste le uscite che solo un pazzo poteva fare in un momento tanto delicato.
“Ma ha anche solo la vaga idea di quello di cui stava parlando? Uno come lui...”

Dopo essere uscito dal laboratorio del collega, Richter aveva deciso di svagarsi, la situazione di calma in cui erano era piacevole, come una brezza calda dopo giorni di gelo, finchè non arrivava il rapporto dall’America non aveva più informazioni su cui lavorare, la sua grande scoperta era momentaneamente ferma.
Forse era stata proprio quella situazione a dargli il coraggio di quella scelta.
“Ho sbagliato parole?”
Si domandò battendo un colpo sulla moto lucida, tolse il cavalletto e la portò fuori dal capanno prima di chiudersi dentro per cambiarsi.
Aveva bisogno di pensare. O di non pensare a niente.
“Oppure ho interpretato male i suoi segnali. No, quello no.”
Si infilò la tuta e uscì chiudendo le porte del capanno
“Forse ci sono andato troppo poco diretto.”
Pensò infine mettendo in moto e uscendo dal campo senza nemmeno sapere la destinazione.

“Se voleva distrarmi dal lavoro c’è riuscito fin troppo bene.”
Mormorò Lucas rassegnato mettendo un becher con un liquido viola, che essendo in realtà una sperimentazione di combinazioni chimiche altamente pericolose e tossiche per il momento era soltanto acqua e coloranti artificiali, sulla fiamma azzurra.
Dopo poco l’acqua iniziò a bollire e lui vi lasciò cadere alcune gocce blu.
“... Sei, sette, otto.”
Stava per spostare il contagocce che, prontamente, anche la nona cadde nel becher lasciandolo immobile a fissare il composto.
Una schiuma scura stava risalendo le pareti di vetro del contenitore, per l’ennesima volta, spense la fiamma e abbandonò il laboratorio senza sistemare nulla, lasciandolo nel caos.
Non che fosse un gran problema visto il cartello che spiccava sulla porta esterna.
Professor Lucas Hastings al lavoro. Non avvicinarsi.
E sotto Richter aveva pensato fosse divertente disegnare il simbolo delle armi biologiche, e nemmeno tanto piccolo, oltre che un paio di teschi minacciosi.
“Come se stessi creando qualcosa del genere qui dentro. Quelle le faccio altrove.”
Ridacchiò sigillando la stanza e tornando al suo alloggio.
Il loro alloggio, effettivamente.
Visti gli scarsi risultati ottenuti con le varie sperimentazioni, tutta colpa del discorso assurdo, incoerente, insensato del collega, si precisò mentalmente, decise di passare alla parte teorica, almeno in quella non si sarebbe ritrovato con fumi colorati, schiume e un estintore sempre pronto di fianco.

Era quasi mezz’ora ormai che Richter aveva raggiunto la città di Londra alla ricerca di qualcosa che, effettivamente, nemmeno lui sapeva cosa fosse.
I fiori erano fuori discussione, non sarebbero sopravvissuti nemmeno al viaggio, una torta ancora meno, probabilmente non sarebbe sopravvissuta 10 minuti visto che quando era agitato mangiava in continuazione.
“E tutto quello che mangi dove finisce?”
“Muscoli. Va tutto nei muscoli!”
“Quelli che non hai più, sì, giusto.”
No, niente dolci o cibarie.
La cosa più banale e semplice sarebbe stato un anello ma non sapeva come avrebbe potuto prenderla effettivamente Lucas, non sembrava effettivamente tipo da anelli.
Ma in fin dei conti quella era l’unica soluzione.
Rientrò al campo solo diverse ore dopo, parcheggiò con cura la moto nel capanno e, non con la stessa cura, lanciò il casco rosso sul tavolo facendolo rotolare su uno sgabello e poi a terra.
Al rumore si voltò per poi fare un cenno con la mano, come se non gli importasse.
Pochi istanti dopo era già rientrato nello stesso capanno con espressione quasi imbarazzata per recuperare la scatoletta con l’anello.
“Che bella figura ci stavo per fare.”
Si disse tornando, ancora una volta, verso il loro appartamento.
Aprì la porta cercando di essere il più silenzioso possibile quando aveva appena deciso di fare le cose in modo veloce e movimentato.
Il solo vedere il compagno seduto sul letto con la sua cartelletta in mano e una pila di libri di fianco gli fece cambiare idea, la confusione l’avrebbe innervosito soltanto, più di quanto non fosse di già, se possibile.
“Lucas dobbiamo parlare.”
A quelle parole l’uomo alzò lo sguardo interrogativo dal foglio, Richter era fermo contro la porta della stanza, la tuta ancora addosso, guanto compresi.
“Avevo detto io di schiarirti le idee? Bene, sì... Spero tu abbia evitato ogni via che porta all’ex-”
“Stai zitto e ascoltami ora, dottor Hastings!”
Sbottò Abbassando con un gesto nervoso la cerniera.
“Dunque...”
Si fermò subito e sospirò avvicinandosi e sedendosi sul letto dopo essersi assicurato dell’assenza di preziosi fogli o simili.
“Avevo pensato mentre ero in moto ma ho dimenticato, sono un idiota.”
Ammise e il compagno confermò con un sorrisetto divertito.
“Tu non... Non devi darmi una risposta ora... Pensaci e.. poi mi dici.”
Balbettò mandando al diavolo ogni buon proposito che si era detto prima di entrare, veloce e diretto. Veloce e diretto.
Veloce...
“Lucas sposami!”
... E diretto.
Posò la scatolina aperta sul letto, un anello semplice, una semplicissima fedina d’oro.
Lo sguardo di Lucas era fisso su di lui, la bocca semi aperta come se stesse per dire qualcosa ma le parole non uscivano.
“Pensaci e... e.. niente. Pensaci.”
Si alzò e posò le labbra sulle sue in un veloce bacio prima di andare verso il bagno per una doccia lasciando l’altro immobile a fissare la scatoletta.
Se la rigirò tra le mani alcune volte appena si accorse di essere solo, non aveva mai pensato che uno come Richter potesse uscire con una domanda, affermazione per la precisione, simile.
Era più il classico tipo da “avventura”, una storia seria non era nelle sue idee, e capacità spesso.
Quanto a se stesso ci era già passato una volta, un matrimonio di 5, lunghissimi anni, con una donna che pensava di amare e di cui pensava di potersi fidare.
E invece lei non era niente di simile, senza contare che lo tradiva con un insegnante!
Il tradimento però aveva avuto un ruolo abbastanza marginale nella rottura, scoprì solo in seguito che lei era una biologa al servizio diretto di Marcus, che lei era stata la spia che aveva fatto scattare il suo allontanamento dallo stabilimento.
Ovviamente Marcus aveva preferito la sua parola a quelle vaneggianti della donna e questo fu il solo colpo di fortuna.
Il divorzio arrivò poco dopo e con una presa di posizione ferrea era riuscito ad ottenere la custodia del figlio, allora di soli 3 anni.
Di lei aveva perso ogni traccia finchè non seppe della sua morte 7 anni dopo, un sollievo sotto ogni aspetto, e un occasione per Richter.
Lucas tornò bruscamente, ma nemmeno troppo, alla realtà a quelle parole fissò qualche istante ancora l’anello poi chiuse la scatolina e la posò sul comodino liberando il letto.
“Vado verso la mensa, ti aspetto la se non muori facendo la doccia.”
Disse battendo un colpo contro la porta del bagno ricevendo un “Ok” di risposta e, probabilmente, anche uno scongiuro non propriamente fine, ma questo lo scienziato poteva solo immaginarlo.
Si sedette a parlare con un gruppo di giovani, il loro futuro dopotutto, fino a quando una mano una mano gli batté sulla spalla indicando con la testa verso l’anello che indossava ancora.
Lucas si limitò a sorridere scrollando le spalle.
“Non approvo comunque per te Dorian, dieci anni sono e resteranno troppi.”
L’altro assunse un’espressione confusa, come se non capisse, pur capendo benissimo.
“Non è più un bambino, e non ha problemi a stare con me, anzi! Appena ritorna glielo chiedo.”
E fece nuovamente un cenno all’anello prima di andare a prendere un piatto.
“Mi oppongo!”
Si lamentò Lucas con fare bambinesco.
“Non mi dirà di no.”
Cantilenò venendo ignorato, come sempre.
Per quanto Lucas potesse opporsi quella non era la sua vita ma quella di suo figlio, voleva il suo bene, voleva il meglio, e sapeva anche che migliori di Dorian ce n’erano pochi.
Ma sempre dieci anni di differenza erano.

Richter uscì dal bagno con solo un asciugamano attorno alla vita, per paura di un rifiuto evitò di guardare e aprire la scatolina, in ogni caso doveva essere Lucas a dirgli cosa aveva deciso, se aveva deciso di già.
Recuperò i vestiti dalla poltrona e uscì chiudendo a chiave.
Non sapeva a cosa pensare e, per certi versi, iniziava a pentirsi della sua decisione improvvisa, sapeva bene cosa aveva passato Lucas, erano nel bel mezzo di una ricerca, per non dire di una guerra, e lui pensava a... sposarsi.
Che follia.
Esitò alcuni istanti sulla porta prima di entrare per forza, spintonato dentro da due gemelli che correvano verso la madre.
Ecco, non aveva nemmeno chiesto a Shaun cosa ne pensasse, un’altra cosa che gli era venuta in mente troppo tardi.
“Il danno è fatto.”
Si disse a mezza voce Avanzando verso Lucas che aveva davanti il piatto ancora vuoto e abbracciandolo da dietro.
“Oh, sei arrivato.”
Fu l’unico commento, con un sorriso.
“Si... Mi dispiace per-”
Venne bloccato dal compagno che si voltò spingendo leggermente indietro la sedia verso di lui.
“Vuoi ritirare tutto?”
“Non lo so. Sono stato avventato, precipitoso e... so come la pensi sui matrimoni. E su di me.”
Lucas ghignò e lo afferrò dalla camicia facendolo abbassare.
“Certo, inizio a pensare che la fine del mondo si stia avvicinando pericolosamente e che non ci sia abbastanza tempo per tutto. Tu che ti incastri in una relazione seria...”
“La nostra è sempre stata una relazione seria!”
Si lamentò il moro.
“.. in un vincolo...”
“Preferisco contratto.”
Lucas storse il naso a quelle parole.
“Rovini l’atmosfera.”
Mugugnò offeso.
“Voglio vederti in abito bianco.”
Si fermarono guardandosi, uno ancora offeso e sconvolto, l’altro con un sorriso da un orecchio all’altro se la cosa fosse stata fattibile.
“Potrei cambiare idea.”
E forse, conoscendo il compagno, Richter ebbe paura che quello fosse solo un modo per rifiutarlo.
“Sposami.”
Ma la paura non bastò a fermarlo, ancora, davanti a colleghi che, a quella parola si erano voltati e fermati, tutti in religioso silenzio.
“Anche ora se non mancasse un testimone.”






Angolo Autrice:  Questa cosetta si svolge tra i capitolo VI (ultimo pubblicato al momento) e VII, inserirla all'interno di Research  avrebbe stonato così ho fatto a parte.
Lucas e Richter (si, lo chiamo e chiamerò sempre per cognome, il nome Angus non GLI piace e sinceramente nemmeno a me, ma ormai è quello. Non so perchè gliel'ho dato... ) sono due OC nati come comparse a cui, purtroppo forse, mi sono affezionata troppo. Dorian anche lui, comparsa a cui mi sono affezionata. :3
Il testimone di cui parla Lucas alla fine è suo figlio Shaun.
Ultima cosa, Research è un crossover tra Assassin's Creed e Resident Evil, dal momento che qui non appare nessun personaggio delle diue serie l'ho messa tra le originali.

Bye Bye~
Aki




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