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Autore: Abirthofbrokendreams    30/05/2012    2 recensioni
Evelyn, una giornalista Echelon a Los Angeles. Jared e Shannon, finalmente a casa, si godono le vacanze. Cosa succederà quando le vite dei tre si incroceranno?
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ed ecco qui il settimo capitolo. Per questo ci ho messo qualche giorno perchè volevo scriverlo bene, prendermi un po' di tempo per correggerlo e rivederlo. Il titolo è preso dalla canzone "Tonight (best you ever had)" di John Legend. Spero che vi piaccia e perfavore, scrivetemi qualche recensione per farmi capire se questa storia vi piace o no, altrimenti mi sento inutile T.T 
Detto questo, vi lascio al capitolo BOMBA (più o meno, sta a voi decidere). Un bacio e buona lettura, come sempre.


 

 

Tonight I'll be the best you ever had.


Perché quando devo stare zitto non lo faccio mai? Perché devo sempre rovinare tutto? Non so con quale coraggio riuscirò a starle vicino ora. Non potrò resistere a lungo, me ne rendo conto. Ma cosa dovrei fare? Rovinare la vita di mio fratello per una donna? Questo mai. Non sarei in grado di perdonarmi se facessi una cosa del genere. Eppure, non riesco a far finta di niente, non riesco a cacciare via quel maledetto nome dalla mia testa. L’ho persino sognata nelle poche volte in cui sono riuscito a prender sonno. Può un uomo impazzire per due occhi verdi?
 

***

 
Jared uscì dal bagno appena fu più calmo e si trovò inevitabilmente davanti ad Evelyn, la quale aveva uno sguardo indecifrabile. Lo supplicava con gli occhi di parlarle, ma aveva quasi paura di scoprire più di quanto lui aveva detto. Le disse con lo sguardo di spostarsi, ma lei non accennò a muoversi, così sbuffò.
“Devo passare.” Disse poi, scontroso.
“Dove hai intenzione di andare?” Gli chiese lei incrociando le braccia.
“Non sono affari tuoi.”
“Beh, in questo momento lo sono eccome.” Jared la fulminò con gli occhi.
“Ho bisogno di andare a casa, saluta gli altri da parte mia.” La scostò con la mano e andò dritto verso la porta a passo svelto, chiudendola violentemente. Evelyn non poté fare altro che rincorrerlo fino al viale, guardandolo poi andare via in macchina. Rientrò in casa e una volta in salotto vi trovò Tomo, Shannon e Vicki intenti a discorrere tranquillamente seduti sul divano. Shannon guardò subito Evelyn, accorgendosi del suo volto incredulo; si avvicinò a lei e le poggiò le mani sulle spalle, guardandola negli occhi.
“Ehi, tutto bene?” Lei guardò a terra, annuendo.
“Dov’è Jared?” Chiese poi il batterista guardandosi intorno.
“Credo sia andato a casa. Non si sentiva molto bene.” Inventò lei.
“Davvero? Non mi sembrava che stesse male.” Shannon capì che c’era qualcosa che non andava, perciò sollevò il mento di Evelyn con la mano costringendola a guardarlo.
“E’ successo qualcosa?” Le chiese poi.
“No Shan, non è successo niente. Stavamo sparecchiando la tavola e ad un certo punto è corso in bagno. Quando è uscito ha detto che andava a casa. Tutto qui.” Shannon sembrò convincersi e si allontanò da lei, tornando a parlare con gli altri. Evelyn pensava ancora allo sguardo di Jared mentre le diceva quelle cose. Era uno sguardo disperato, lo sguardo di chi non ne può più di tenersi tutto dentro. Pensò al fatto che lei era rimasta lì, imbambolata, zitta, perché non sapeva cosa provava per Jared. Di sicuro non amava né lui né Shannon. Era troppo presto per parlare di amore. Ma sicuramente Shannon la faceva sentire bene, come mai si era sentita prima di allora. Con lui non pensava a nient’altro che ad essere serena e godersi ogni momento che passavano insieme. Entrambi non chiedevano niente di più che vivere il presente, senza pensare a quanto sarebbe durata. Erano felici così, in fondo. E Jared? Beh lui era quello che per tanti anni aveva sognato di incontrare. Sentiva la sua voce e lo immaginava lì con lei, lo guardava in tv e desiderava di poter essere tra tutta quella gente solo per potergli essere più vicino. E poi c’era stata quella volta, in cui per purissimo caso se l’era ritrovato davanti e lui le aveva lasciato un biglietto, per poi sparire. Quando ci pensava non riusciva a crederci. Erano passati tre mesi ed ora la situazione era più che assurda. Ora lei stava con suo fratello e mai avrebbe immaginato che lui sarebbe stato geloso. Com’è possibile tutto questo? Si faceva quella domanda almeno dieci volte al giorno e ogni volta scuoteva la testa pensando che era stata semplicemente fortunata. A dire il vero, qualche anno prima avrebbe giurato di essere innamorata di Jared. Ci credeva davvero. Perché lui era il suo ideale, l’uomo perfetto, quello che mai sarebbe riuscita a trovare nella vita reale. E invece, per un meraviglioso scherzo del destino, ora lo aveva davanti quasi ogni giorno. Shannon invece lo aveva sempre immaginato come il fratello più rude, quello che fa impazzire le donne, le tratta male e loro sono sempre più attratte da lui. Il classico bastardo, insomma. Ma ora capiva che le cose erano diverse. Di certo Jared non era un bastardo, ma era meno convinto che sarebbe riuscito a trovare l’amore; Shannon al contrario ci credeva ancora. Entrambi però da parecchio tempo usavano le ragazze che incontravano solo per una notte e poi non si facevano più vedere. Un meccanismo di autodifesa: avevano avuto esperienze con tante donne che li avevano usati, ingannati, delusi, lasciati, fin quando non avevano capito che era tempo di fare lo stesso. C’è sempre una motivazione dietro gli uomini o le donne che si comportano in quel modo, per questo Evelyn non li aveva mai giudicati, tranne quello stesso giorno a pranzo.
Rimase seduta sul divano per un bel po’, pensando a tutto questo. Shannon, Tomo e Vicki parlavano tra di loro, ma lei non li ascoltava nemmeno. Teneva lo sguardo fisso nel vuoto e le voci le giungevano come da lontano. Il batterista ogni tanto le lanciava uno sguardo e si rendeva conto che Evelyn era distratta e non prestava la minima attenzione al discorso, così decise che era meglio portarla casa. Quando glielo propose, lei accettò e dopo aver salutato i due sposini si diressero in auto senza dire una parola. Shannon guidò fino a casa della ragazza e quando fermò la macchina le rivolse uno sguardo preoccupato, senza però chiederle quale fosse il problema. Capì che era meglio lasciarla da sola a risolvere qualunque cosa le occupasse la mente, piuttosto che riempirla di domande alle quali non avrebbe risposto. Si salutarono con un bacio leggero e lei si scusò di non essere stata di gran compagnia, poi scese guardandolo un ultima volta e accennando un sorriso prima di chiudersi la porta alle spalle. Una volta in casa, si stese a letto e guardando il soffitto continuò a pensare e ripensare a tutto quello che le stava accadendo.
 
 
[2 Settimane dopo]
 
 
I ragazzi stavano lavorando a qualcosa di nuovo perché quando Jared era nervoso o aveva pensieri per la testa aveva bisogno della sua musica. Si buttava completamente nel lavoro: scriveva, suonava e non dormiva finché non era tutto perfetto. Passava le ore in sala d’incisione e tormentava chiunque lo intralciasse con poca professionalità. E gli altri due componenti del gruppo lo lasciavano fare, visto che sapevano che stava tentando di sfogarsi. Nonostante fosse completamente concentrato sul gruppo però, il pensiero di quello che aveva detto e il volto sconcertato di Evelyn quando lo aveva fatto non accennavano a svanire. Voleva parlarle, ma non trovava il coraggio di farlo. Voleva affrontare la situazione, ma in qualche modo ne era terrorizzato, perché non voleva fronteggiare lo sguardo dispiaciuto che avrebbe avuto Evelyn dicendogli che non poteva essere come voleva lui, che lei preferiva Shannon e loro due non erano niente. Non voleva guardarla in faccia mentre lei lo rifiutava e i suoi sentimenti venivano feriti per l’ennesima volta. Avrebbe volentieri fatto finta di niente, ma non poteva farlo perché non era il tipo che lasciava i discorsi a metà.
Era a casa in quel momento. Era pomeriggio presto, aveva appena finito di mangiare e stava riordinando i testi che si era portato a casa per lavorarci su. I suoi occhi scorrevano veloci sulle parole scritte da lui stesso, revisionandole e trovandole troppo intime, troppo esplicite. Quelle canzoni lo scoprivano fin troppo e sicuramente le avrebbe scartate.
Mentre correggeva gli spartiti, poi, il silenzio che regnava in casa venne interrotto dal suono del campanello. Sobbalzò e si diresse lentamente ad aprire, domandandosi mentalmente chi poteva essere a quell’ora. Aprì e si trovò davanti Evelyn. Rimase in silenzio, guardandola leggermente stupito, poi la salutò con un ciao e si scostò per lasciarla entrare. Lei fece un passo avanti e si guardò intorno. Non era mai entrata a casa sua, ma sapeva dov’era perché una volta Shannon gliene aveva parlato.  Ovviamente era in perfetto stile “Leto junior”. Appena entrati, sulla destra c’era il salotto, con tre divani di colore bianco e una poltrona disposti a formare un quadrato che circondavano un tavolino nero basso. Due manichini femminili bianchi si trovavano dietro i divani ed uno di essi aveva in testa l’elmo dell’armatura che Jared aveva indossato nel ruolo di Efestione. Il pianoforte invece si trovava appoggiato alla parete accanto alla porta. Una grande piantana bianca si prolungava al di sopra dei divani e illuminava la parte centrale. Era lì che Jared stava seduto fino a qualche secondo prima, perciò precedette la ragazza afferrando i fogli e girandoli così da non darle la possibilità di leggere, poi la fece accomodare. Si sforzò di guardarla negli occhi, chiedendole con il solo sguardo a cosa fosse dovuta la sua visita. Lei sembrò aver capito e rispose ad alta voce.
“Sono venuta per parlarti di quello che è successo l’altro giorno, a pranzo.” Fece una pausa, misurando le parole. “Sono giorni che ci penso e voglio capire qualcosa di più, Jared. Hai detto quelle parole e sei scappato via, senza darmi la possibilità di rispondere o di riflettere. Perciò parliamone, perché evitarmi non ti farà stare meglio e di certo non farà stare meglio neanche me.”
“Hai ragione, evitarti non serve a niente ma ho commesso un errore quel giorno, dicendoti tutto. È qualcosa che avrei dovuto tenere per me, in questo modo ho solo fatto un disastro. Te l’ho detto sapendo già a cosa andavo incontro, ma non ci ho pensato. Te l’ho detto sapendo che avrebbe compromesso il tuo rapporto con Shannon, la nostra amicizia, se così la vogliamo chiamare, e tante altre cose. Perciò è meglio far finta di niente, dimentica ciò che ho detto.”
“Ti sembra facile? Come posso far finta di niente se le tue parole mi rendono ancora più confusa di quanto io non lo sia già? Da quanto ho conosciuto te e poi Shannon e sono entrata nelle vostre vite, non so più cosa provo. Io.. sono sempre stata innamorata di te, almeno così credevo. Sai com’è quando si è adolescenti, persino di un cantante si crede di essere innamorate. Eppure quando ci sei tu mi sento ancora una ragazzina, i miei 25 anni spariscono. Sono tesa, imbarazzata e non riesco ad essere a mio agio persino se c’è Shannon. Tuttavia, anche con lui provo qualcosa. Ma non capisco cos’è Jared, è per questo che non posso dimenticare tutto anche se me lo chiedi.” Parlò senza fermarsi, anche lei sputando tutto fuori, come aveva fatto Jared quel giorno.
Il cantante la guardò paralizzato. I suoi occhi marini puntavano dritto in quelli della ragazza. Entrambi non fiatarono, si limitarono a mantenere quello sguardo. Uno sguardo ricco di parole non dette, perché nessuno dei due aveva davvero detto fino in fondo cosa sentivano l’uno per l’altra. In quel momento nessuno dei due pensava alle conseguenze di quello che stavano confessando reciprocamente, non pensarono a Shannon. Sentirono che era arrivato il momento della verità, quella pura e semplice che tutti vorrebbero sentirsi dire, quella che rende liberi, che toglie quel fastidioso peso dallo stomaco.
“Evelyn, stai cercando di dirmi che provi qualcosa per me?” Chiese Jared, cauto.
“Io.. credo di sì.” Evelyn si tormentava le mani, nervosa.
“Credi?” Insistette lui.
“No, io.. ne sono sicura. È che non so dirti se è amore o semplice attrazione.”
“E Shannon? Per lui sai cosa provi?” Jared riuscì a mantenere la sua razionalità.
“No, non lo so. E non so neanche se provo qualcosa di più forte per lui o per te.”
Evelyn respirò a fondo, per lei era difficile. Non aveva mai parlato con qualcuno di ciò che le stava accadendo in quel periodo. Lei non aveva amici, e i suoi parenti ormai era come se non esistessero, perciò tirare fuori tutto quello che aveva tenuto dentro fino a quel momento era complicato. E lo era ancora di più dal momento che Jared era lì davanti a lei che la guardava incitandola a parlare.
“Ricordi quello che mi hai detto quella sera?” Chiese al cantante, il quale annuì. “Mi dicesti che il pensiero di me e Shannon ti tormentava ed eri geloso di noi due. Beh, è quello che ho provato io quando eri con Katherine. Insomma, io ero lì con Shannon e stavo bene, ma c’era qualcosa che mi irritava. All’inizio non capivo cosa fosse, poi quando siamo entrati in camera da letto e voi eravate a letto ho capito che ero gelosa di lei, ero gelosa nel vederti con una ragazza. Nonostante io sia felice con tuo fratello, quando ci sei tu è come se lui passasse in secondo piano. E mi fa male dover parlare così, perché non è giusto nei suoi confronti. Se siamo da soli va tutto bene, ma in tua presenza non so cosa mi prende. Lo stomaco si attorciglia al punto che non ho neanche più voglia di mangiare.” Si fermò per fare una pausa. Si sentì una stupida. Le donne non dovrebbero confessare così agli uomini quello che provano per loro, dovrebbe essere il contrario. Si passò le mani sul viso, esausta: non ne poteva più di sentirsi così.
Jared rimase in silenzio, ripassando mentalmente ogni minima parola pronunciata da Evelyn. Poi, dopo aver riflettuto a lungo, prese la parola.
“Evelyn, magari non sai cosa provi in questo momento, ma lascia che ti aiuti a scoprirlo.”
“E come?” Si guardarono per un tempo indeterminabile. Jared aveva già in mente la risposta a quella domanda, ma era qualcosa che Evelyn non fu in grado di percepire. Allora lui fece quello che desiderava da tempo e che aveva sempre represso. Decise di avvicinarsi a lei, sempre di più, arrivando pericolosamente a un palmo dal suo viso. La ragazza rimase immobile, fissandolo quasi terrorizzata, gli occhi incastrati in quelli di lui. La sua mente era sgombra da qualsiasi pensiero, non voleva accettare né rifiutare quello che stava per accadere. Le guance le divennero rosse, le mani iniziarono a sudarle.
Jared stava avendo una reazione completamente diversa. Voleva solo una cosa in quel momento: dimostrarle in un solo gesto tutto quello che non era riuscito a dire con le parole, perché non aveva ancora confessato tutto. Passava dal guardare gli occhi di lei al fissare le sue labbra, tentato. Con una mano le scostò delicatamente una ciocca di capelli dietro l’orecchio passando poi ad accarezzarle la guancia. Successivamente ripassò con l’indice la forma perfetta della sua bocca. Infine, ormai impaziente, le prese il mento e riempì la poca distanza che c’era tra loro posando le sue labbra su quelle della ragazza. Fu un bacio lungo, uno di quello da mozzare il fiato. Fu il bacio che li legò indiscutibilmente in un rapporto strano, difficile. Fu un bacio che parlava, raccontava le loro emozioni e quello che tenevano dentro da tre mesi, era una confessione.
Fu quel bacio che in seguito avrebbero ricordato come il più intenso, il più struggente e il più indimenticabile della loro vita.
 
  
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