Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: lolagirl    30/05/2012    4 recensioni
"Solo.. non dimenticarti di me."
"Non potrei mai dimenticarmi di te" rispose. "E lo sai. È per questo che sei qui. È per questo che ti vedo ogni notte nello stesso momento in cui chiudo gli occhi. È per questo che mi fa male il cuore ogni volta che passo davanti alla tua stanza - o ogni volta che un professore fa una domanda particolarmente difficile, e tu non sei lì pronta a rispondere. È per questo che passo tutto il giorno, ogni giorno, a lottare per superare la giornata. Passo così tanto tempo a pensarti, che a volte mi dimentico di respirare."

Ho sistemato il secondo capitolo, chiedo scusa per il disagio.
Genere: Drammatico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Good Things (Le cose belle)

 


“Allora, di preciso, chi mi vuoi presentare?” chiese Hermione, cercando di tenere il passo di Draco.

“Una persona con cui dovresti avere molto in comune,” rispose lui con un sorrisetto.

Hermione sussultò. “Non starai parlando di – cioè, lei è qui?”

Draco annuì. “Pensi che io abbia deciso da solo di tornare da te? Certo che no. Avevo bisogno che Hermione Granger mi facesse ragionare con la forza.” Rise. “Sembra che le piaccia insultarmi. La adorerai.”

Hermione ridacchiò mentre si dirigevano verso la torre. “Sarà stranissimo. Da piccola avevo questa fantasia che un giorno avrei scoperto di avere una gemella perduta, e che ci saremmo scambiate i vestiti.”

Draco la guardò con la coda dell’occhio. “Tutto qui? Scommetto che non vuoi nemmeno sapere le fantasie che avevo io quando ero più piccolo.”

“Hai ragione,” convenne lei. “Non voglio saperlo.”

Draco fece un sorrisetto, arrivando al ritratto.

Il cavaliere sussultò quando furono vicini. “Ehi, tu non sei quella nuova!”, esclamò guardando Hermione stupito.

“No, non sono quella nuova,” ridacchiò Hermione. “Mi fa piacere rivederti, Marius.”

Draco avrebbe potuto giurare che il cavaliere fosse arrossito, mentre spalancava la bocca. A Marius era piaciuta subito Hermione, sin da quando era diventata Caposcuola – probabilmente perché lei si era presa la premura di imparare il suo nome, cosa che Draco non aveva mai fatto. Anzi, a dire il vero, non sapeva neanche che il cavaliere avesse un nome, fino a quel momento.

“Signorina Granger,” sussurrò Marius. “Sei davvero tu? Non una sostituta?”

“Sì, Marius, sono proprio io.”

“M-ma.. tu sei.. morta!”

“È una lunga storia,” disse Draco impaziente. “E se non ti dispiace, la signorina Granger te la racconterà più tardi. Ma ora, vorremmo entrare. Quindi.. Prugna zuccherata.

Hermione lo guardò sorpresa. “Usi ancora quella parola d’ordine? Pensavo l’avessi cambiata, ormai. Pensavo la odiassi!”

Draco si strinse nelle spalle. “La odiavo,” mormorò. “Ma a te piaceva, quindi..” Dannazione – sentiva che adesso era lui ad arrossire. 

“Oooh,” disse Hermione, colpendolo sul braccio per giocare.

“Disgustoso,” disse Marius, alzando gli occhi al cielo. “Perché non vi prendete una stanza?”

“Beh, lo faremmo, se tu aprissi questo maledetto buco del ritratto,” sbotto Draco.

Il cavaliere lo guardò male, poi tornò a guardare amichevolmente Hermione. “Dopo devi assolutamente venire a raccontarmi tutto, signorina Granger!”

Hermione annuì. “Non preoccuparti, Marius, lo farò.”

Mentre attraversavano il buco del ritratto, Draco si voltò verso il cavaliere e gli puntò contro un dito. “Non devi dire neanche una parola di tutto questo ai tuoi amici ritratti, non ancora,” lo ammonì.

“Oh, tranquillo,” disse il cavaliere. “Nessuno degli altri ritratti crede mai a quello che dico, comunque.”

Draco sbuffò e scosse la testa, poi seguì Hermione nella stanza comune.

Si fermarono entrambi quando entrarono nella stanza. Draco guardò stupito il grande, imponente striscione che pendeva da soffitto. C’era scritto, semplicemente, “Bentornata Hermione!

“SORPRESA!” urlò una voce all’improvviso, facendoli sobbalzare entrambi.

Hermione spalancò la bocca, mentre la ragazza identica a lei saltava da dietro il divano con le braccia in aria, e un grandissimo sorriso sul volto.

Draco ridacchiò e disse alla ragazza al suo fianco, “Hermione, ti presento.. Hermione.”

“Sono così felice di conoscerti!” strillò l’altra Hermione, correndo verso la sua gemella e stringendola in un abbraccio.

Hermione guardò Draco da sopra la spalla dell’altra Hermione, con gli occhi spalancati e l’espressione terrorizzata.

“Piano, Granger,” disse Draco all’altra Hermione. La prese dalla stoffa della camicia e la tirò via. “Non vorrai mica spaventarti, no?”

Lei scosse la testa, impaziente. “Non la sto spaventando.” Si voltò verso Hermione. “Non ti sto spaventando, vero?”

“Io, ehm..” La voce di Hermione divenne un sussurro, mentre continuava incredula a fissare l’altra se stessa. “No?”

L’altra Hermione fece una linguaccia a Draco e disse, “Visto? Te l’avevo detto.” Prese la mano di Hermione e la condusse sul divano, dove entrambe presero posto. “Abbia così tanto di cui parlare!”

Draco prese quelle parole come un segnale perché se ne andasse. “Vado a farmi un giro,” disse. “Vi lascio libere di conoscervi.”

Hermione lo guardò a disagio. “Quando torni?”

“Non starò via molto,” la rassicurò. Si voltò verso l’altra Hermione. “Comportati bene, Granger. Preferirei non tornare e scoprire che te la sei portata nel tuo mondo.”

“E come potrei fare una cosa del genere, eh?” chiese lei. “Il medaglione ce l’hai tu.”

Aveva ragione; lo portava ancora attorno al collo. Annuendo, disse alle ragazze, “Divertitevi. Ci vediamo fra poco.”

“A dopo!” disse l’altra Hermione, soddisfatta.

Draco scambiò un sorriso con la sua Hermione prima di girare sui tacchi e incamminarsi verso il buco del ritratto.

La giornata scolastica era quasi finita, quindi Draco doveva affrettarsi se voleva riuscire a rintracciare Harry fuori dall’aula. Andò direttamente verso l’aula di Piton, poiché l’ultima lezione del giorno, per Harry, era Pozioni. Mancavano ancora quindici minuti prima che suonasse la campanella, ma affrettò il passo comunque. Voleva rendersi le cose il più facile possibile – il che significava che non voleva dover cercare lo sfregiato per tutto il castello.

Stava proprio per svoltare l’angolo del corridoio dei sotterranei, quando andò a sbattere contro Blaise.

“Ehi!” sbottò Blaise. “Guarda dove -”

Il ragazzo si bloccò quando realizzò che era stato Draco ad andargli a sbattere addosso.

“Oh, ehi,” disse con un ghigno. “Draco, vecchio compagno mio, come va?”

Era impossibile esprimere a parole il misto di emozioni che Draco provava per Blaise in quel momento. Con tutto quello che era successo negli ultimi giorni, si era praticamente dimenticato di lui. Non lo aveva visto per i corridoi dall’incidente con il Veritaserum, perciò aveva immaginato che fosse ancora chiuso in camera agli arresti domiciliari. A quanto pareva, però, a giudicare dal fatto che era proprio lì, di fronte a Draco, era libero adesso.

“Non sono tuo compagno, Zabini,” grugnì Draco.

“Oh, ma una volta lo eri. Non ti ricordi i bei tempi andati?”

Draco lo guardò. C’erano tante cose che avrebbe voluto dire a Blaise; c’erano tanti punti del suo corpo che avrebbe voluto prendere a pugni o a calci. Ma in quel momento aveva una cosa da fare – una cosa più importante che vendicarsi con Blaise – perciò avrebbe dovuto aspettare.

Perciò gli passò accanto, dandogli una spallata, costringendolo a fare qualche passo indietro.

“Oh, andiamo, Draco,” disse Blaise, mentre Draco riprendeva a camminare. “Non vuoi neanche dirmi addio?”

Draco si fermò. Si voltò, guardandolo con espressione confusa. “In che senso, ‘addio’?”

Blaise sollevò un sopracciglio. Fece un gesto verso il baule che Draco non aveva neanche notato. “Non hai sentito? Sono stato espulso da Hogwarts. Sfortunatamente, è contro il regolamento avvelenare i mezzosangue.”

Non c’era niente che Draco desiderasse più di cancellare il ghigno odioso dal volto di Blaise, ma per fortuna riuscì a controllarsi.

“Mi dispiace,” disse Draco, senza un briciolo di sincerità nella voce. “Per il fatto che sei stato espulso, intendo.”

“Ah, non fa niente,” disse Blaise scrollando le spalle. “Per mia fortuna, non serve l’istruzione completa per diventare Mangiamorte.”

Draco sbuffò, scuotendo la testa. “Mi fai pena, Zabini.”

“Ah sì? E perché?”

“Perché sei un idiota,” rispose Draco. “Diventerai un Mangiamorte, e seguirai gli ordini dell’Oscuro Signore come un bravo soldatino, credendo per tutto il tempo che a lui importi qualcosa di te. Combatterai una guerra per lui, ma sarete sconfitti. Se non muori durante la battaglia, sarai rinchiuso ad Azkaban, dove passerai il resto della tua patetica esistenza senza anima, a farti torturare dal pensiero che la tua vita sarebbe potuta andare diversamente se solo non avessi scelto la strada sbagliata, quando eri giovane.” Fece una pausa,guardando il suo ex migliore amico. Non riusciva a vedere il ragazzo che stava di fronte a lui; tutto ciò che vedeva era cosa sarebbe diventato un giorno.

“Blaise,” disse dolcemente, “non è troppo tardi.”

Blaise, che aveva ascoltato attentamente ogni singola parola, sbuffò. “È più tardi di quanto credi, amico.” Tirò su una manica della camicia, rivelando il Marchio Nero sull’avambraccio.

Draco scosse la testa con tristezza. Non era sorpreso di scoprire che Blaise era già entrato a far parte dei Mangiamorte. Era, però, sicuramente deluso.

“Quindi immagino ci vedremo in battaglia,” disse Blaise, dando una pacca sulla spalla a Draco. “Prenditi cura di te, Draco.”

Stranamente, la sua voce non era completamente priva di emozioni. Infatti, Draco avrebbe potuto giurare che il ragazzo, in qualche modo, fosse sincero. E che quelle erano, molto probabilmente, le ultime parole sincere che avrebbe mai pronunciato.

Draco guardò Blaise allontanarsi lungo il corridoio, fischiettando allegramente lungo il cammino. Era felice di vedere Blaise andare via, soprattutto poiché Hermione sarebbe resuscitata, per così dire, nei giorni seguenti. Interpretò la partenza di Blaise come una persona in meno di cui preoccuparsi potesse farle del male.

 Probabilmente sarebbe rimasto lì qualche istante di più a rimuginare sul fatto che aveva appena perso il suo migliore amico, che aveva preferito i Mangiamorte a lui, ma la campanella suonò proprio in quel momento, segnando la fine delle lezioni. Velocemente, Draco svoltò l’angolo e corse verso la porta della classe di Piton, evitando gli studenti che cominciavano a uscire.

Harry uscì dalla classe con Ron al suo fianco, entrambi impegnati in quella che molto probabilmente doveva essere una conversazione estremamente noiosa. Entrambi sembrarono ignorare Draco, finché non fu lui a parlare.

“Potter,” sibilò, picchiettandogli sulla spalla.

Harry si voltò per fronteggiarlo con uno sguardo furioso. “Malfoy,” grugnì. “Per quale maledettissimo motivo non eri a lezione? Ti sei dimenticato che lavoriamo insieme a un progetto?”

“Chi se ne fotte, Potter,” disse Draco impaziente. “Che problema c’è? Abbiamo già finito il progetto.”

“No,” disse Harry. “Io l’ho finito. Tu non ti sei neanche degnato di darmi una mano.”

“Non mi hai neanche dato la possibilità di aiutarti, maledetto idiota!” disse Draco sulla difensiva. “E non mi hai neanche chiesto com’è andata con la Granger.”

“Mi ha informato Silente,” disse Harry. “Cerco di non parlarti, se non sono costretto a farlo.”

Ron ridacchiò. Draco sbuffò.

“Faresti meglio a stare attento, Potter, altrimenti non ti mostrerò cosa avevo intenzione di mostrarti.”

Harry lo guardò sospettoso. “Di che stai parlando?”

Draco sospirò. “C’è una cosa molto importante che devo farti vedere – farvi vedere, a tutti  voi. Dobbiamo trovare la Donnoletta e la sua amica stramba.”

“Non succederà mai,” disse Ron, guardandolo. “Non le coinvolgeremo finché non ci avrai detto cosa vuoi farci vedere.”

“Cosa c’è che non va, donnola? Non ti fidi di me?”

“Puoi scommetterci che non mi fido,” grugnì Ron.

Ma Harry lo guardava curioso. “Dovremo incontrare Ginny e Luna qui fra qualche minuto. Hanno appena finito Trasfigurazione.”

Harry,” sibilò Ron.

Harry tirò su una mano per farlo tacere. “Se non vuoi vedere cosa ci vuole mostrare Malfoy, Ron, allora sei libero di tirarti indietro. Ma io, per una volta, sono davvero curioso.”

Draco fece una smorfia. “Hai preso la decisione giusta, Potter. E tu, Weasley, per il tuo bene, faresti meglio a venire.”

“È una minaccia?” chiese Ron, il volto improvvisamente rosso.

“Non sto minacciando nessuno,” disse Draco. “Sto solo cercando di dirti che sarai piacevolmente sorpreso da ciò che vorrei mostrarvi, e ti odieresti per essertelo perso.”

“Perso cosa?” chiese una voce femminile.

Draco si voltò e vide Ginni e Luna, che erano arrivate alle sue spalle. Ginny lo guardava con aria interrogativa, mentre Luna fissava il muro con uno strano, ma intenso, interesse.

“Malfoy vuole mostrarci qualcosa,” rispose Ron, “ma non vuole dirci cosa, e francamente non mi fido di lui.”

Ginny alzò gli occhi al cielo, “Oh, ma davvero, Ronald.”

Che c’è?” chiese Ron esasperato. “Siete diventati tutti matti? Perché all’improvviso sono io l’unico che non crede che l’improvviso interesse di Malfoy a mostrarci qualcosa sia una cosa buona?”

“Le cose buone arrivano a coloro che sanno aspettare,” disse Luna con calma. Distolse lo sguardo dalla parete e guardò Draco con i suoi grandi occhi. “Io sono interessata a vedere quello che vuoi mostrarci.”

“Anch’io,” disse Ginny.

“Ed io pure,” disse Harry.

Ron fissò i suoi amici con orrore, ma alla fine si arrese. “E va bene! Vengo anch’io. Ma non lamentatevi quando dovrò ripetervi ‘Ve l’avevo detto.’!”

Ignorarono tutti Ron, cominciando a seguire Draco verso la torre dei Caposcuola. Quando qualcuno provava a chiedergli qualche informazione su che tipo di sorpresa aspettarsi, lui si limitava a dire loro di stare calmi. Era rimasto sorpreso che l’avessero seguito tutti così facilmente – beh, tutti tranne Ron – ma immaginò che forse se Harry era stato in grado di capire i suoi sentimenti per Hermione, allora probabilmente il resto di loro era stato altrettanto sveglio. E probabilmente pensavano che se era stato capace di amare Hermione Granger, non poteva essere così cattivo.

Quando arrivarono al ritratto, Marius sobbalzò alla vista di tutti loro. “Ancora ospiti, signor Malfoy?”

“Che cosa intendi con ‘ancora’?” chiese Ginny.

“Ci sono già due ragazze dentro,” disse Marius. Incrociò le braccia sul petto, alzò il naso all’aria e disse, “Humph.

Draco guardò il cavaliere, sperando che non rivelasse la sorpresa.

Due ragazze?” disse Ginny, contraendo il viso. “Che schifo. Malfoy, perché ci hai portato qui per vedere due ragazze?”

Improvvisamente, Ron sembrava meno irritato, e molto più interessato.

Drago sospirò. “Prugna zuccherata, Marius. Apri questa maledetta porta.”

Marius obbedì, ma disse a bassa voce, “Un giorno di questi imparerai a portare rispetto ai ritratti!”

Draco fece un passo avanti e si voltò verso gli altri. “Restate qui,” ordinò; voleva controllare la sala comune prima di farli entrare.

Nessuna delle due Hermione era nella stanza, e per un breve istante Draco andò nel panico. Dove diavolo potevano essere andate? Ma poi udì le risate provenire dalla stanza di Hermione, e sospirò sollevato.

“Chi sono le due ragazze, comunque?” chiese Ron con finta indifferenza.

Draco lo ignorò e s’incamminò verso la stanza di Hermione. La porta era chiusa, perciò bussò.

“Ehi,” disse attraverso la porta. “Sono tornato. Apri la porta.”

“Un attimo solo!” disse Hermione in risposta. Draco non avrebbe saputo dire quale delle due, però.

Harry, Ron, Ginny e Luna, intanto, avevano lentamente raggiunto Draco.

“Quella voce,” disse Harry. “Sembrava -”

Improvvisamente, la porta della stanza da letto si aprì e Hermione – la loro Hermione – apparve dinanzi a loro con un grande sorriso sul volto. L’altra Hermione raggiunse con un balzo la porta, ridacchiando.

“Ehi! Stavamo solo -”

Hermione s’interruppe quando vide le persone alle spalle del ragazzo.

Ginny sussultò, mentre Harry e Ron spalancarono la bocca. Luna agitò la mano di lato e disse, “Oh,” con voce sognante.

“Hermione,” sussurrò Harry. “Cosa.. come.. cosa?”

Draco prese la mano di Hermione e la condusse fuori dalla stanza. “È una lunga storia – e sono certo che ve la vorrà raccontare. Ma per ora.. ecco cosa volevo mostrarvi,” disse. “Hermione. La nostra Hermione.”

Tutti quanti la guardarono confusi. Draco sorrise pensando a cosa dovevano immaginare gli altri, vedendo due Hermione, chiedendosi come fosse possibile che la loro potesse essere proprio lì.

Ma nessuno osava ancora chiederlo.

“Oh Merlino,” disse Ginny, coprendosi la bocca con le mani. Draco intravide le lacrime formarsi agli angoli degli occhi della ragazza. “Hermione? Sei proprio tu?”

Hermione sorrise e annuì. “Sono proprio io, Gin.”

Era tutto quello che la rossa aveva bisogno di sentirsi dire. Immediatamente si fece avanti, gettando le braccia attorno al collo di Hermione. “Sei tu! Sei proprio tu! Ma come?”

Hermione ridacchiò, ricambiando con forza l’abbraccio di Ginny. “Come vi ha detto Malfoy, è una lunga storia. Per ora diciamo solo che sono viva. Anzi.. non sono mai morta, tanto per cominciare.”

“Miseriaccia,” mormorò Ron. Lentamente si avvicinò a Hermione. Afferrò Ginny e disse, “Fatti da parte, sorellina. Risparmia qualche abbraccio per noi.”

Ginny lanciò un’occhiata a suo fratello, ma lasciò andare Hermione.

“Hermione,” sussurrò Ron. “Non posso crederci..  non capisco.”

“Non ne sono sorpresa, Ronald,” disse Hermione, stringendolo in un abbraccio amichevole. “Non capisci tante cose.”

“Ehi!” disse lui sulla difensiva. Ma ricambiò l’abbraccio con delicatezza, arrossendo.

“Hermione, è fantastico riaverti con noi,” disse Luna, quando Ron ebbe finito di abbracciarla. Guardò l’altra Hermione da sopra la spalla della loro. “Lo stesso per te, Hermione.”

L’altra Hermione sorrise a disagio quando improvvisamente tutti gli occhi puntarono su di lei.

“E tu cosa ci fai di nuovo qui?” le chiese Ron. “E tu come fai a essere viva?” aggiunse rivolto alla vera Hermione. “Niente di tutto questo ha senso! È solo un elaborato scherzo di Malfoy!”

“Weasley, chiudo il becco,” disse Draco.

Hermione rise. “Non è un trucco, Ron. Per farla breve: non sono mai morta. Silente voleva solo far pensare a tutti voi che fossi morta, per proteggermi. Nel frattempo, ho passato gli ultimi due mesi nella Stanza delle Necessità, in una specie di coma, finché Malfoy non mi ha trovato e non è riuscito a svegliarmi. Visto? Tutto qui, davvero.”

Ron la guardò, sbigottito, e così fecero gli altri. Tutti tranne Harry, a dire il vero.

Draco vide lo sguardo di Hermione posarsi sul suo migliore amico, come se non lo avesse visto fino a quel momento. La guardò arrossire leggermente.. mentre un sorriso cominciava lentamente a formarsi sul suo volto.

“Ciao Harry,” disse lentamente.

Harry non disse niente. Fece qualche passo avanti e l’abbracciò, circondandola con le braccia, le spalle che tremavano come se stesse piangendo,

Hermione lo strinse a sua volta, cominciando a piangere anche lei. E, a un tratto, Draco non riuscì più a guardare la scena del loro ritrovarsi.

In silenzio, si fece da parte, diretto verso la sua stanza. Pensava sarebbe stato carino da parte sua, concederle un po’ di tempo per stare con i suoi amici. E poi, non sopportava la vista di Hermione e Harry abbracciati.

Entrò nella sua stanza, e stava per chiudersi la porta alle spalle quando l’altra Hermione ci mise una mano sopra, mantenendola aperta.

“Ti dispiace se mi unisco a te?” chiese.

“Assolutamente no,” mormorò, facendole segno di entrare. “Accomodati.”

Lei gli sorrise sollevata ed entrò nella stanza, chiudendo la porta alle sue spalle. “È stato alquanto imbarazzante.”

“Non dirlo a me,” disse Draco, lasciandosi cadere sul letto.

“Questa ragazza è così fortunata,” disse lei con tristezza, sedendosi accanto a lui. “Ad avere amici così contenti di rivederla. Ti ho detto come hanno reagito quando io sono tornata nel mio mondo?”

Draco scosse la testa.

“Non hanno avuto nessuna reazione,” rispose lei lentamente. “A quanto pare, non vogliono avere niente a che fare con me.”

“Mi dispiace,” mormorò Draco.

“Oh, a me no,” disse lei, scuotendo la mano come se non avesse importanza. “Voglio dire, un tempo erano i miei migliori amici, e volevo loro molto bene. Ma mi avevano abbandonato da molto tempo ormai, quindi la loro reazione non ha avuto su di me l’effetto che avrebbe dovuto avere. E poi, ho Draco. E Pansy e Blaise. Quindi va bene così.”

“Mi fa piacere,” disse Draco, con un sorriso forzato.

“Ehi, su col morale,” disse Hermione, posandogli una mano sul ginocchio. “L’abbraccio cui hai assistito non è che un abbraccio fra amici. Fidati di me. Ho passato l’ultima mezzora o giù di lì con lei. So a chi appartiene il suo cuore in questo momento.”

Draco rise. “Ah sì?”

 

“Sì,” disse lei, con un sorrisetto. “E non hai niente di cui preoccuparti.” Fece una pausa per un momento, poi rise. “È fantastica. E non lo dico perché sono di parte. È davvero unica nel suo genere – il che è davvero strano per me da dire, visto che è un’altra versione di me stessa. Eppure – è divertente, è intelligente, è semplicemente.. fantastica. E sai qual è stata la prima cosa che ha voluto fare con me? Scambiarci i vestiti!”

Draco rise. “Beh, è sempre stata una sua fantasia.”

“È sempre stata anche una mia fantasia,” disse lei. “Avere una gemella è fantastico. Peccato che non potrò rivederla.” Il suo sorriso svanì lentamente mentre abbassava lo sguardo sulle mani che teneva in grembo.

Anche la risata di Draco sparì. “Già.. è vero. Il collegamento sarà interrotto dopo questo viaggio, giusto?”

Hermione annuì. “Esatto. E non potrò mai più rivedere nessuno di voi.”

A Draco non piaceva per niente questa situazione. Aveva imparato ad apprezzare questa Hermione, anche se non quanto la sua Hermione, e gli sarebbe mancata parecchio quando se ne sarebbe andata.

Rimasero seduti in silenzio per un po’, ascoltando le voci eccitate che provenivano dall’esterno. Non molto dopo, ad ogni modo, le voci si spensero e immediatamente qualcuno bussò alla porta di Draco.

“Avanti,” disse lui.

Hermione aprì la porta lentamente e sporse la testa. “Ehi! Perché ve ne siete andati?”

“Ti stavamo lasciando sola con i tuoi amici,” rispose Draco con voce tesa. “A proposito, dove sono andati?”

“Oh, se ne sono andati. Ho detto loro che ero stanca e che li avrei raggiunti dopo.”

Draco annuì. “Fantastico.”

L’altra Hermione sorrise. “Sono così contenta che si sia sistemato tutto qui,” disse. “Ma ora devo proprio andare.”

“No!” protestò Hermione. “Sei appena arrivata!”

“Sono stata qui fin troppo a lungo, a dire il vero,” disse l’altra, alzandosi dal letto. “Il Ministro probabilmente si sarà domandando cosa mi sia successo. Dovrei proprio tornare prima che vengano qui loro a riprendermi.”

“Oh. Già,” disse Hermione, corrugando la fronte. Si avvicinò a lei e l’abbracciò. “Sono davvero contenta di averti conosciuta, almeno.”

“Anch’io,” disse l’altra Hermione, asciugandosi velocemente le lacrime. “Diamine, ti conosco da così poco tempo, ma mi mancherai davvero.”

Hermione fece un sorrisetto. “Anche tu.”

Draco si alzò, togliendosi dal collo il medaglione che serviva per l’incantesimo. “Ecco,” disse, porgendolo all’altra Hermione.

Lei scosse la testa. “No, puoi tenerlo tu, per ricordarti di me e non dimenticarmi.”

“Non credo sia possibile,” disse lui, con un caloroso sorriso. La strinse in un abbraccio e le sussurrò all’orecchio, “Prenditi cura di te, Granger. E per favore, prenditi cura dell’altro me.”

Lei rise. “Lo farò rigare dritto, promesso.”

Lui fece un sorrisetto e si allontanò leggermente. Abbassò lo sguardo su di lei. “Grazie, Granger. Grazie di tutto.”

“È stato un piacere,” disse, lasciandolo andare. Mise una mano sulla sua – quella che reggeva il medaglione. “Aperio.”

Il portale apparve davanti a loro per l’ultima volta.

“Wow,” sussurrò Hermione. “È meraviglioso.”

L’altra Hermione sorrise. “Lo è davvero.” Guardò Draco e poi tornò a guardare Hermione. “Vi auguro il meglio.”

“Grazie,” disse Draco.

Lei sorrise. Si voltò verso il portale, ma Hermione la fermò. “Aspetta!”

L’altra Hermione si fermò e si voltò, guardandola con curiosità.

“Voglio darti qualcosa,” spiegò Hermione. Velocemente, corse fuori dalla stanza, lasciando l’altra Hermione e Draco a scambiarsi un’occhiata interrogativa. Qualche secondo dopo, tornò di corsa nella stanza, con una delle sue camicie babbane in mano.

“Voglio che tu prenda questa,” disse, porgendola alla ragazza.

Draco fece un sorrisetto, sapendo esattamente perché le stava regalando un suo capo d’abbigliamento.

L’altra Hermione sembrò capire a sua volta. Sorridendo, prese la camicia, e poi si tolse la sua, rimanendo con una canotta soltanto, e la porse a Hermione.

Si stavano scambiando i vestiti.

“Grazie,” disse Hermione. Abbracciò un’ultima volta la sua gemella. “Addio.”

“Addio,” disse l’altra Hermione con dolcezza. Guardò Draco. “Trattamela bene, mi hai sentito?”

“Forte e chiaro,” disse Draco, sorridendo.

Poi lei entrò nel portale, e sparì. Per sempre.

Draco e Hermione si concessero un sospiro collettivo quando una sensazione di vuoto riempì la stanza.

“È stata una giornata molto lunga,” disse Hermione all’improvviso.

Draco annuì in segno di approvazione. “Sì, è vero.”

“Tornerò a lezione domani.”

“L’avevo immaginato.”

“Saranno tre mesi molto interessanti.”

“Già, molto interessanti.”

Uscirono entrambi dalla stanza e si diressero verso la sala comune.

Quando passarono accanto alla stanza della ragazza, Hermione disse, “Sai cosa è strano? Il fatto che tu sia stato in grado di entrare nella mia stanza per prendermi l’orsacchiotto. Che cosa sarà successo all’incantesimo che avevo fatto all’inizio dell’anno? Quello che avrebbe dovuto impedire alle persone di entrare?”

Draco si strinse nelle spalle. “La tua ‘morte’ in qualche modo deve averlo cancellato. Devi aver perso la connessione con l’incantesimo. Spero che non ti dispiaccia che sono entrato per prendertelo.”

“Oh no,” disse lei. “Figurati. Voglio dire, non è come se fossi entrato per leggere il mio diario o simili.”

Draco praticamente inciampò sui suoi stessi piedi. Deglutì. “Già.. uh..”

Hermione scoppiò a ridere. “Non fingere di non averlo letto, Malfoy. Hermione mi ha detto tutto.”

In silenzio, Draco maledì l’altra Hermione per la sua bocca larga. “Ascolta, Granger, non volevo, ma.. beh, lei mi ha costretto!”

“Risparmia il fiato,” disse Hermione, alzando una mano per zittirlo. “A meno che non mi dici che ti ha puntato contro una bacchetta, minacciando di lanciarti un Avada Kedavra, non sono interessata a sentire le tue scuse.”

Draco sospirò. “Lei.. mi ha puntato contro una bacchetta, minacciando di lanciarmi un Avada Kedavra?”

“Bel tentativo,” disse lei, colpendogli scherzosamente il braccio. Sospirò esageratamente. “Adesso dovrò trovare un nuovo posto per nasconderlo.”

Draco fu sbalordito per quanto la ragazza desse poca importanza a tutta quella situazione. Non sembra neanche arrabbiata con lui.

“Non sei arrabbiata?”

“Arrabbiata?” disse lei. “No. Umiliata? Decisamente. Immagino tu abbia letto cosa ho scritto su di te.”

“Sì,” disse lui lentamente.

“Tutto quanto?”

“Abbastanza.”

Lei sbruffò, coprendosi la faccia con le mani. “Sono una stupida.”

Draco fece un sorrisetto. Le prese le mani e le scostò gentilmente dal viso. “Non se una stupida. A dire il vero mi è piaciuto tutto quello che hai scritto su di me. Beh, tranne tutto quello che hai scritto per il primo mese, più o meno.”

Lei rise. “Mi dispiace per quello,” mormorò.

“Non devi essere dispiaciuta, Granger. Sono stato un idiota con te. Considerando il mio comportamento, direi che sei stata alquanto generosa nelle tue descrizioni. Ma.. forse sei stata un po’ più generosa nei mesi successivi.”

Lei cominciò ad arrossire. “Vuoi dire tutte quelle cose che ho scritto sul fatto che io -”

“Sul fatto che tu eri profondamente innamorata di me e volevi avere dei figli con me? Sì, è quello che voglio dire,” la provocò lui.

“Oh, ma stai zitto!” esclamò lei, dandogli una spinta sulla spalla.

Draco rise. “Va tutto bene, Granger, perché anch’io ero profondamente innamorato di te.”

Entrambi rimasero di ghiaccio a quelle parole. Gli occhi di Hermione si spalancarono e lo guardò sorpresa.

“Anzi, a dire il vero, lo sono ancora,” continuò lui dolcemente. Non aveva neanche pensato prima di dirlo. Le parole erano semplicemente scivolate sulla sua lingua come se fossero le parole più semplici che avesse mai pronunciato.

“Beh, chi l’avrebbe mai detto,” disse lei con dolcezza. “Ecco un’altra cosa che abbiamo in comune.”

Draco sospirò. Era bello poter esprimere quei sentimenti ad alta voce. Finalmente.

“Sai,” le disse, stringendo le braccia attorno alla sua vita, “Luna ha detto una cosa molto profonda prima. Penso si adatti perfettamente a noi in questo momento.”

“Ah sì?” chiese Hermione, alzando un sopracciglio. “Che ha detto?”

“Ha detto, ‘le cose buone arrivano a coloro che aspettano’.”

Hermione chiuse gli occhi e sorrise con aria sognante. “Ho sempre saputo che Luna era una ragazza intelligente. È una Corvonero, dopo tutto.”

Draco rise. Si chinò in avanti e la baciò dolcemente sulle labbra. Poggiò la fronte contro quella della ragazza, e le accarezzò una guancia. La guardò dritto negli occhi, e cominciò a innamorarsi di lei di nuovo, come la prima volta.

Non vedeva l’ora che arrivassero i tre mesi successivi.

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: lolagirl