Grazie, Melisanna. Sono contento che ti sia piaciuto. Max |
PROFEZIE
Riassunto delle puntate precedenti
Elyon si ripresenta a trovare le sue amiche ad Heatherfield. Appare cambiata, esuberante, e racconta del suo progetto di far sviluppare la sua città. In un attimo di sconforto, racconta di essere angosciata per una profezia fatta da lei stessa, che prevede l'avvento di una nuova tirannia a Meridian. Poco tempo dopo, Elyon si ripresenta alle amiche, invitandole a cena al palazzo reale. Arrivate qui, si apparta con Cornelia per farle delle confidenze, lasciando le altre in compagnia di Caleb. Nel giardino, Irma e Taranee respirano a pieno il polline di alcuni fiori, subendone strani effetti. Caleb rivela che quello è il luogo preferito da Elyon, da quando questa ha ricevuto una misteriosa lettera postuma di sua madre. Da allora, trascura i doveri di regina e fa studi tutti suoi. Aggiunge che la profezia prevede che lei stessa sarà il nuovo tiranno. Cornelia giudica che questi fiori la influenzano negativamente, e dovrebbero essere estirpati. Dopo la cena, le ragazze si portano in terrazza, dove la Luce di Meridian racconta di alcuni prodigi da lei realizzati. Le guardiane, però, ne sono impressionate negativamente, e la criticano, richiamandola al suo ruolo di regina. La serata sta finendo mestamente. Passano nel giardino, e qui trovano che Caleb sta facendo sradicare tutti i fiori gialli, all'insaputa della sua regina. Sotto l'effetto del polline sollevato, Elyon aggredisce Caleb e le amiche in modo spaventoso. Immediatamente pentita, riporta indietro nel tempo tutto il metamondo, ed è l'unica, assieme a Will, a ricordarsi di quanto successo. Tornate alla fine della cena, lei stessa dà ordine a Caleb di far estirpare i fiori. Le amiche notano il turbamento di Elyon, senza saperselo spiegare. Dopodichè vengono riaccompagnate ad Heatherfield, e sinceramente ringraziate per le critiche che loro non ricordano di avere mai fatto. |
Cap.9
Fuori tempo
Heatherfield
Separatasi dalle amiche, Will ha percorso le vie della città,
insolitamente deserte e silenziose per le dieci di sera. Infatti non sono
le dieci.
Fa freddo, troppo per i suoi vestiti leggeri. Le luci delle case sono
quasi tutte spente. Solo la sua abitazione, ormai in vista, ha le finestre
illuminate.
Quasi un dejà vù. Manca solo la macchina della polizia.
Sale le scale silenziosa. Origlierà alla porta per capire cosa
aspettarsi.
Non serve. Fin da prima di arrivare sul pianerottolo, sente la voce
alta di sua madre attraverso la porta chiusa.
“Signora Hale?... Ah, è arrivata Cornelia?... E di Will…Grazie
al cielo! Grazie!...... Non so come ringraziarla! E le altre?.... Anche
loro?..... Come, Taranee un po’ strana? …. Certo, le farò sapere…
No, sono io che la ringrazio… Buona notte, o buon quel che ne resta”.
Ora sente la voce di Dean. “Allora? Tutto a posto? Non aggredirla,
ti prego. Sentiremo cosa avrà da dirci”.
“La signora Hale sta cominciando a pensare che quella Elyon sia una
poco di buono. Oh, Dean, certo che sentiremo! E sentirà…”.
Alle spalle di Will il vicino di pianerottolo, in pigiama, esce dalla
sua porta, trascinando piedi e ciabatte. Dà un’occhiata storta a
Will e suona il campanello di casa Vandom-Collins con insistenza.
“Sì? Che vuole?”, chiede irritata Susan aprendo uno spiraglio.
Il vicino le risponde con voce impastata. “Signora Vandom, anzi scusi
signora Collins, sua figlia è lì dietro che sta origliando
e pensando ad una scusa. Perché non la chiama dentro, abbassa la
voce e ci lascia finalmente dormire?”. Gira sui talloni e rientra nel suo
appartamento.
Grazie, signor Walls! Will entra in casa a testa bassa.
“Will! Lo sai che ora è?”.
“Il mio orologio fa le dieci…”.
“Bella scusa! Anche quello delle tue cinque amiche?”.
“Non lo so, mamma. Scusa, abbiamo perso il senso del tempo. Siamo state
in un locale con Elyon…”.
“Quali locali seri stanno aperti fino alle due di notte, Will?”.
“Le due di notte?”, la guarda sbalordita.
“Le due di notte. Per tutti gli orologi della città, coalizzati
contro di voi”.
La pendola del soggiorno, chiamata in causa, conferma sommessamente.
“Will, dove sei stata? Me lo puoi dire!”. Significa ‘me lo devi dire!’,
naturalmente.
Will non regge lo sguardo inquisitore. “Mi dispiace, mamma”.
“E poi, chi è questa Elyon? Una che scompare per due anni e
poi riappare dal niente? In che locale ti ha portata? Ti ha dato qualcosa?”.
“Ma che dici?”, la guarda offesa.
“ Will, non fidarti di tutte quelle che dicono di essere tue amiche!”.
Amiche! Se solo sapesse… “Buona notte, mamma”.
“Dean….”. Susan cerca di chiamarlo in soccorso, ma il tentativo è
stroncato sul nascere.
Will chiude la porta della camera, estraniandosi dalla discussione.
Ci sono troppe domande a cui non può rispondere. La voce della madre
ha un tono che la angoscia, può immaginare le sue parole anche senza
distinguerle.
Poi sente la voce più calma e dolce di Dean.
Buon vecchio baffone! Non avrebbe mai detto che il prof avrebbe finito
per essere un elemento rasserenante nella sua famiglia.
Aspetta finché le voci si smorzano. Ha una cosa importante da
fare, al più presto.
Tanto, sa che questa notte non potrà più dormire.
Fortezza di Kandrakar
L’azzurro di un cielo infinito si sta rispecchiando nell’azzurro di
due occhi che lo contemplano. L’uomo calvo, affacciato ad una delle mille
finestre di un palazzo maestoso, sembra perso nel fantasticare sulla forma
delle nubi candide. Il primo effetto che fanno queste nuvole, viste dall’alto,
è che sembra di poterci camminare sopra. In effetti è così.
Forse l’universo è eterno. Forse l’Oracolo è immortale.
Will non lo è, si sente stanchissima, e la sua notte sta volando
via. Sperava di sentire un commento sul racconto che lei gli aveva fatto
un quarto di eone prima, ma ora si accontenterebbe anche di un congedo.
Da un corridoio avanza un uomo anziano dalla barba lunghissima e dalla
veste color acqua.
“Oracolo, il consiglio è inquieto. Aspettano una tua parola”.
“Immagino che ‘buongiorno’ non basterà”. L’oracolo si volta.
“Tibor, hanno visto tutti?”.
“Sì, Oracolo. Molti sono turbati”.
L’uomo calvo si rivolge a Will. “Guardiana, se visto da una prospettiva
oggettiva, l’avvenimento di ieri sera non è stato così terrificante
come lo avete vissuto voi. Piuttosto, è stato grottesco”.
Cosa c’era di grottesco, pensa Will. “Quando il mio corpo sarà
sotto due metri di terra, Oracolo, sarò ben felice di poter osservare
le cose da quassù, se mi sarà concesso. Ma ieri è
stato orribile. Non voglio neanche sapere cosa era successo alle mie compagne
in quei momenti!”.
“Erano ancora lì, anche se non le hai viste più. Stavano
gracidando di terrore”.
“Gracidando?”.
Tibor aggrotta lo sguardo. “La Luce di Meridian non aveva alcun diritto
di rivolgere la sua ira verso le Guardiane di Kandrakar!”. Poi, con tono
imbarazzato: “Quello che ha più impressionato è che le ha
sopraffatte facilmente”. Guarda Will con uno sguardo che lei interpreta
come un rimprovero. Grazie, Tibor. Grazie, Luce di Meridian. “Avremmo dovuto
dare battaglia tutte e cinque, per dimostrare che eravamo le più
brave?”.
Si è subito pentita del tono polemico. Se quest’uomo è
tra i saggi, un motivo ci sarà… anche se non si vede.
L’Oracolo interviene. “Mio buon Tibor, le guardiane avevano con sé
il Cuore di Kandrakar. Ti ricordi cosa ha sempre fatto questo, in passato,
quando stavano per essere sopraffatte da altri nemici?”.
“Sì, Oracolo. Ha preso vita ed è intervenuto”. Accenna
un movimento delle spalle. “Questa volta, però, non ha fatto niente”.
“Ne deduci qualcosa?”.
A Will sembra di sentire la voce di Irma che chiede: ‘Era ancora in
garanzia?’.
Perché l’Oracolo e Tibor si sono voltati verso di lei? Oddio,
ora deve per forza dire qualcosa di intelligente. “Forse il Cuore ha giudicato
che la situazione si sarebbe risolta da sé”.
L’Oracolo sembra soddisfatto. “Infatti è stato così”.
Tibor non demorde. “In effetti, Oracolo, la situazione non sarebbe
degenerata così se le guardiane fossero rimaste zitte in disparte”.
‘Anche tu!’. Will si morsica la lingua. Perché il suo cervello
deve pensare senza chiederle il permesso?
“Nonostante questo”, riprende l’Oracolo, “io credo che le cose siano
andate bene così. Elyon stava prendendo una brutta piega. Questo
avvenimento la ha messa in guardia nel modo più efficace, e senza
nessun intervento da parte nostra”.
Will nota che l’uomo che un’eternità prima si chiamava Himerish
focalizza lo sguardo dietro di lei. Chi…
“Ciao, Will”. Yan Lin, alle sue spalle, sorride soavemente. “Oracolo,
la lezione per Elyon non sarà completa finché lei penserà
di poter rimediare a qualunque cosa così facilmente. Deve prendere
atto che le azioni possono pesare come macigni”.
“Saggia Yan Lin, condivido questa considerazione. L’incantesimo da
lei usato per riavvolgere il tempo può creare problemi enormi ed
ancora sconosciuti”.
“Se permetti, Oracolo…”.
“Sì, Yan Lin, fallo. Stanotte”.
Meridian, palazzo reale, camera di Elyon
Due occhi spalancati la guardano. Un viso indistinto nella semioscurità,
illuminato fiocamente dal baluginare delle fiamme di un incendio. Una frase
indistinta, ripetuta sempre uguale, sempre muta.
D’improvviso l’incendio divampa, il viso si fa riconoscibile. E’ il
viso di Cornelia. La frase risuona assordante: ’Elyon, cosa hai fatto?’.
La giovane regina si sveglia di soprassalto. Apre gli occhi. E’ sudata.
E’ la seconda notte popolata di brutti sogni.
Guarda l’orologio. L’alba è ancora lontana. Il palazzo è
buio. L’orsacchiotto di peluche sta ancora dormendo. Chissà se riuscirà
a riaddormentarsi anche lei…
Chiude gli occhi. Ha la sensazione di volare in un ambiente ovattato
e luminoso. Intravede una sagoma davanti a sé.
“Luce di Meridian, mi riconosci?”. E’una donna anziana dai capelli
lunghi.
“Yan Lin! Saggia Yan Lin! Se venite a rimettere ordine nei miei sogni,
siete più che benvenuta!”.
“Grazie. Posso chiamarti ancora Elyon, come quando venivi a casa nostra?”.
“Sì. Che bei ricordi…”.
“Anche per me”.
“Sono contenta che non siate veramente morta”.
“Non si muore mai veramente. Non tutti hanno il mio destino, ecco tutto”.
Una domanda urla per essere pronunciata. “Voi sapete?”.
“Cos’è successo l’altra sera? Sì, sono qui per questo”.
“La mia vergogna!”.
“Vorrei poterti dire di no. Ma non servono né rimproveri, né
consolazioni. Devo dirti una cosa importante”.
“…..”.
“Elyon, a mia conoscenza, nessuno ha mai riportato indietro nel tempo
un intero mondo di tre ore, come hai fatto tu. L’incantesimo ha fatto effetto
solo sul metamondo. Si è creata una discrepanza”.
“Discrepanza…”, ripete la ragazza con voce ansiosa. “Che conseguenze
avrà?”.
“Nessuno di noi lo sa. Vedi, nell’universo tutto dipende da tutto.
Potrei dire che tutto dipende dalle sue cause, ma non darebbe l’idea giusta.
Perché quando parli di cause, parli di avvenimenti che puoi riconoscere
ed a cui puoi dare un nome. Ma è un’idea grossolana”.
“Ma è già tanto se una persona capisce veramente la causa
di quello che succede!”.
“L’idea che ci siano una, o due, o tre cause per ogni avvenimento può
essere una utile schematizzazione, ma è sbagliata. Tutto interagisce
con tutto”.
“Forse ho capito. E la discrepanza?”.
“Avviene quando una parte dell’universo interagisce con un’altra che
si è sfalsata nel tempo. Alcuni effetti li vedi: tu ricordi e gli
altri no. A Kandrakar ricordano, a Meridian no. Queste, però,
sono solo le manifestazioni visibili della discrepanza”.
“E quelle invisibili?”.
“Non le so neanch’io. Per questo mi fanno paura. In linea di principio,
cambia il corso di tutto l’universo”.
Elyon si morde il labbro.“Cosa posso fare?”.
“In primo luogo, non farlo più”.
“Prometto!”.
“Non pensare che il passato si possa cancellare. Qualcosa si può
rimediare, compensare, perdonare. Ma mai cancellare. Addio, Elyon, bambina,
Luce di Meridian”.
Come si risolveranno i problemi con i genitori delle WITCH? E' il soggetto
della prossima puntata: Il giorno dopo.
Sarà l'ultima della prima parte della storia, prima di passare alla ricerca delle Gocce Astrali. |