Capitolo
8
Resta con me
Resta con me
Tictac tictac tictac tictac…
Una
gocciolina di
sudore attraversò la mia fronte andando a cadere sul
tavolino del soggiorno di
L. Il viso corrucciato in atto di profondo ragionamento. La rabbia che
cominciava a farsi strada in me per il mio non riuscire a trovare una
via
d’uscita da quella tortura.
“Ma
io vorrei sapere
chi diamine me l’ha fatto fare, maledizione!”
Tornai
a guardare
concentrata quella cosa orribile,
–
perché era orribile! L’avevo sempre odiata e in
quel momento più che mai – ma
la mia mente aveva deciso di abbandonarmi.
<<
Misa,
guarda che c’è davvero poco da pensare
>> commentò divertito L
smangiucchiandosi il pollice come suo solito, << stai
facendo soffrire
inutilmente le tue povere cellule grigie. Possiamo finirla
tranquillamente qui
>>
Alzai
lo sguardo e
lo incenerii.
<<
E non fare
quella faccia! >> esclamò lui scoppiando a
ridere, << Dai, sorellina…
>>
<<
Perché giochi
sempre pesante, eh? >> sbottai arrabbiata,
<< E pensare che l’avevo
fatto solo per passare un po’ di tempo con te. Per
distoglierti almeno qualche
ora dal lavoro >>
<<
E l’hai
fatto… >>
<<
No che non
l’ho fatto! >> continuai lagnosa sedendomi a
gambe incrociate, <<
Sono passati solo venti minuti. Capito? VENTI! >>
<<
Dai non te la
prendere >> rise lui prendendo un leccalecca dalla tasca
dei jeans,
<< non posso pretendere che tu oltre ad essere bella ed
intelligente sia
anche brava a giocare a scacchi. E sappi che apprezzo tantissimo il
gesto, specialmente
sapendo quanto li detesti >>
Alzai
nuovamente lo
sguardo verso di lui per poi tornare a guardare la scacchiera. Avrei
voluto
almeno perdere con un po’ d’onore, ma era inutile:
io e gli scacchi eravamo due
mondi opposti. L ormai lo sapeva: quando ero io a chiedergli di
giocare a quel bruttissimo, dannatissimo gioco da strizzacervelli
voleva dire che
avevo bisogno di attenzioni.
<<
Uff, va
bene >> feci alla fine muovendo la mia regina bianca
verso il suo
alfiere, << tanto ho perso, no? >>
L
leccò con fare
pensieroso il leccalecca per qualche istante per poi mangiare la mia
povera,
candida regina con un suo pedone brutto e nero.
<<
Scacco
matto >> disse semplicemente, << Dai,
è stata una partita lunga
>>
<<
Mi prendi
in giro? >> bofonchiai irritata guardandolo storto,
<< Abbiamo
giocato per venti minuti soltanto e dici che è stata una
partita lunga?
>>
<<
Rispetto ai
tuoi soliti standart, sì >>
Sbuffai
nuovamente.
<<
Lo sai che
li odio. E sai perfettamente che se in questi miei giorni di ferie mi
avessi
calcolata almeno un po’ non sarei dovuta arrivare a tanto
>>
<<
Il
sacrificio supremo >> mi prese in giro lui scoppiando a
ridere.
<<
Sì, esatto.
Proprio così! >> replicai incrociando le
braccia al petto continuando a
tenere su il broncio, << Mi avevano dato quindici giorni
di vacanza e
tu non hai chiuso il quartier generale neanche per un giorno. Solo oggi
hai
concesso a quei poveracci di sottoposti che hai di staccare per tre ore
scarse. A volte penso seriamente che tu non sia umano, L. E se non ti
avessi messo il broncio non l’avresti nemmeno fatto!
>>
<<
Kira non va
in vacanza >> commentò lui con una
puntina di
acidità nella voce,
<< e di conseguenza neanche io posso andare in vacanza.
Ogni attimo di
lavoro è un passo per raggiungerlo, lo capisci?
>>
Sbuffai
saltando giù
dal letto avviandomi verso la finestra della sua stanza
d’albergo.
<<
Sarà anche
come dici tu, ma tanto alla fine quella che ci rimette sono solo io
>>
Rimanemmo
per
parecchi minuti in silenzio. Forse le mie parole erano state troppo
fredde,
dure e ingiuste. Alla fin fine la colpa non era sua e ormai avrei
dovuto essere
abituata al suo modo di fare, di lavorare. Già, peccato che
non ci riuscissi.
<<
Misa…
>>
<<
Tanto per
te è più importante un’orda di
criminali di me >> sussurrai appoggiando
la mano al vetro della finestra, << è
più importante il tuo orgoglio, la
tua sfida con Kira >>
Ancora
silenzio. Un
silenzio così carico da sembrare una coltre bianca, o meglio
ancora, una
persona in carne e ossa. Non riuscivo a capirne il motivo ma mi veniva
da
piangere; forse era ancora troppa la paura di passare in
secondo piano agli occhi di
mio fratello?
Due
braccia magre ma
allo stesso tempo forti mi strinsero con forza. Quelle
di L. Poggiò il suo mento sopra la mia
testa.
<<
Misa, Misa,
Misa >> soffiò appena, << non ti
ho già dimostrato sufficientemente
che senza ti te non riesco a fare nulla? Possibile che debba darti
altre prove
per farti capire che per me sei la cosa più importante?
>>
Tornai
con la mente
al giorno in cui avevamo fatto pace e in cui le sue parole mi avevano
investita
stupendomi:
“<<
MA NON LO CAPISCI CHE VOGLIO
TE? Non… Non lo capisci
che se tu mi odi,
io non riesco a fare più niente? Non lo capisci come mi
sento? Non lo vedi?
>>”
A dir
la verità dopo
quel giorno non ci avevo pensato più di tanto, ma il fatto
che l’avesse
riportato nuovamente alla mia mente forse voleva pur dire qualcosa, no?
Mi
voltai a
guardarlo pur rimanendo ancora nella sua stretta forte e gentile. I
suoi occhi
color della pece erano intensi oltre ogni dire; perché da un
po’ di tempo a
quella parte i suoi occhi mi sembravano diversi dal solito? Cosa gli
stava
succedendo? O meglio… Cosa ci sta succedendo?
<<
Hai ragione
>> sospirai alla fine abbassando lo sguardo,
<< hai ragione. Tu mi
hai dimostrato ampiamente quanto valgo per te. Il fatto è
che a me manca
passare il tempo insieme come facevamo una volta. Le nostre lunghe
chiacchierate, i nostri giochi, le risate… >>
continuai fissando i miei
piedi, << Insomma, mi manchi tu >>
Inizialmente
non
disse nulla. Sembrava concentrato e pensieroso, come se non sapesse
bene cosa
rispondermi. Chiusi gli occhi in attesa. Dopo un po’ mi
strinse ancora più forte
a sé e con la mano destra cominciò a giocare con
una mia ciocca di capelli.
<<
Anche tu mi
manchi >> soffiò piano alla fine,
<< così
come tutte le cose che hai elencato. Mi
mancano le notti cupe cariche di pioggia in cui venivi nel mio letto
perché avevi
paura dei lampi e dei tuoni. Mi manca… Essere spensierato.
Insieme a te
>>
La sua
voce calda e
il bel massaggio che mi stava facendo sui capelli mi rilassarono. Mi
sentivo
bene quando ero con lui e tornavamo ad essere un po’ come
quando eravamo
piccoli.
<<
Misa?
>>
<<
Sì?
>>
Alzai
lo sguardo fin
quando i nostri occhi non si incrociarono nuovamente: la sua
espressione era se
possibile ancora più dolce di quella precedete.
Continuò ad accarezzarmi i
capelli senza dire altro. Mi soffermai sui suoi occhi di quel grigio
quasi nero
che ogni tanto m’incantava, proprio come in quel momento;
occhi così diversi da un altro
paio nei quali molto più spesso mi stavo specchiando da un
po' di mesi a quella parte. Occhi che mi erano stati
vicini senza chiedere nulla in cambio fin dal primo sguardo, occhi
dolci e passionali
allo stesso tempo. Occhi dei quali mi ero innamorata a prima vista.
“Gli
occhi di Light
sembrano cioccolato misto a fuoco e sangue. Quelli di L petrolio misto
ad
acqua…”
Così
diversi e allo
stesso modo ipnotici. Strano che fino a quel momento gli occhi di mio
fratello
non avessero destato così tanto la mia attenzione.
<<
Non mi
abbandonare >> sussurrò L poggiando la mia
testa sul suo petto. <<
Resta con me per sempre >>
<<
Cosa?
>> chiesi svegliandomi dal momento d’incanto,
<<
Cos’hai detto? >>
Mi
sorrise.
<<
Niente,
tranquilla. Mi è solo venuto in mente il brutto periodo che
abbiamo passato
qualche settimana fa, e spesso ho tremendamente paura che possa
succedere ancora e io
non voglio >>
<<
Tranquillo,
non succederà. Anche perché noi due non possiamo
dividerci: siamo i mitici
fratelli M.A.L.L, no? >>
<<
Oddio,
ancora quel nomignolo stupido! >> borbottò con
un sorriso alzando gli
occhi al cielo.
<<
Ehi, Lawliet! Non mi provocare!
>>
esclamai prendendo a fargli il solletico spingendolo leggermente
indietro. Lui
dal canto suo provò a pararsi come meglio poté;
sapevo quanto lo soffriva
perché era esattamente quanto lo soffrivo io, forse anche di
più. Non gli ci
volle molto però a ribaltare la situazione; quasi subito
infatti riuscì a
girarmi cominciando a farmi avvicinare al suo lettone. Cominciammo a
ridere
come due pazzi, proprio come quando eravamo bambini. Era davvero
passata
un’eternità da quando non ci divertivamo in quel
modo.
<<
Dai L,
basta! Ti prego, non… Non… Ahahahha, non ce la
faccio più! Se non la smetti… Ti
faccio vedere io! >>
<<
Sto
aspettando, guarda un po’! >> mi
sfidò lui continuando a solleticare
sulla pancia e sotto al collo.
Mi ci
volle un po’
ma alla fine riuscii a ribaltare nuovamente la situazione in mio favore
facendolo atterrare sul letto, immobilizzandolo fermando le sue mani
dietro
la schiena e schiacciandolo a pancia sotto.
<<
Ah ah!
Visto? VITTORIA! >> esultai alzando le braccia al cielo
imitando il segno
di un inchino verso un pubblico invisibile.
<<
Non cantare
vittoria troppo presto sorellina…
>>
Improvvisamente
sentii il corpo andare all’indietro per poi cadere con un
piccolo tonfo sul
materasso morbido e trovarmi subito dopo a pochissimi centimetri dal
volto di mio
fratello. Lui sbarrò gli occhi sorpreso da quel contatto
così intimo anche per
noi due; io arrossii di colpo: per la prima volta in vita mia, davvero, ricordai a me stessa che per
quanto io ed L ci fossimo sempre comportati come fratello e sorella, in
realtà
eravamo due individui ben distinti e con assolutamente nessun vincolo
di sangue.
Già, nessuno.
“Io
con L, come una
coppi…”
Non
riuscii neanche
a finire di formulare il pensiero. Era troppo imbarazzante! No, non
poteva
essere. E poi L si era sempre comportato con me come fanno i fratelli
maggiori
con le sorelline, no? Protettivo, eccessivamente geloso…
“Ma
queste sono cose
che fa anche un ragazzo innamorato verso colei che gli piace”.
Maledetta
vocina
fastidiosa! Perché doveva venire a scocciare? Con frasi del
genere, con certi
pensieri. No. No. No. No. E NO!
Diamine!
Rimanemmo
così per
parecchi minuti, entrambi in apnea, finché la mano di L non
mi sfiorò quasi
timidamente il viso facendomi diventare sempre più
improvvisamente e
terribilmente calda e bordeaux.
<<
Sono
proprio fortunato >> mormorò appena alzando
leggermente la testa verso la
mia, << sono fortunato ad avere a fianco a me una ragazza
dolce, forte e
bella come te. A volte mi chiedo cos’abbia fatto di
così buono d’aver meritato
un dono del genere >>
Perché
diceva
ragazza e non sorella? Ero sua sorella, avevamo deciso così
quel
giorno al lago. Perché doveva cambiare così di
punto in bianco?
<<
Cos… Cosa
hai fatto per avere una sorella come
me >> sottolineai subito voltando la testa
dall’altra parte troppo
imbarazzata per guardarlo, << perché noi due
siamo fratello e sorella, vero L?
>>
Rimasi
con lo
sguardo rivolto altrove anche se con la coda dell’occhio
continuavo a lanciare sguardi al volto del
ragazzo sopra di me. Come sempre era difficile leggere quali fossero i
suoi
veri sentimenti, il suo viso si trasformava sempre in una maschera
imperscrutabile in quelle occasioni, ma per una frazione di secondo,
per un attimo, vidi il
suo
viso scurirsi appena.
“L,
dì qualcosa!”
Perché
continuava a
stare zitto?
Corrucciò
per un
secondo lo sguardo per poi tirarsi su e sedersi nella sua classi
posizione
accovacciata portandosi il pollice alle labbra; classica posa di quando
doveva
pensare a qualcosa d’importante, su cui si stava arrovellando
il
cervello, posa che in genere era degna dei suoi casi più
oscuri, come quello di
Kira. Da precisare era che con me non assumeva mai
quell’atteggiamento. Perché adesso
sì? Non era una domanda così
difficile, in fondo! Doveva solo rispondere…
<<
Per il
venti per cento >>
Mi
alzai sui gomiti
per guardarlo sorpresa e spiazzata.
<<
Scusa?! >>
<<
Noi siamo
fratello e sorella per il venti per cento >> rispose
semplicemente lui
come se fosse la cosa più ovvia del mondo, <<
non siamo consanguinei,
abbiamo scelto noi di esserlo, no?>>
Ma era una risposta sensata secondo lui quella?
C’era poco da fare, L era
davvero un caso
clinico!
La
suoneria del mio
cellulare mi distolse da quei pensieri, salvandomi. Immediatamente mi
tuffai
verso la borsa tirandolo fuori. Ma chi poteva essere?
<<
Pronto?
>> risposi con voce stridula senza guardare chi fosse sul
display.
<<
Misa, sono
Light >>
<<
LIIIIIGHT! >> gridai
con voce
ancora più acuta dando le spalle ad L cercando di non
diventare
più rossa di quanto già non fossi - anche
perchè
adesso sì che avevo parecchi motivi per esserlo!,
<< Come stai?
>>
<<
Io bene, tu
piuttosto >> disse, << hai una voce strana.
Va tutto bene? >>
<<
Sì, va
tutto benissimo! >>
Sì, certo.
Come no.
<<
Ne sei
sicura? >>
<<
Sì, sì! Sono
passata al quartier generale per salutare mio fratello >>
risposi
tornando ad un tono semi normale, << dato che L ha deciso
di dare qualche ora di riposo ai membri del quartier generale era
un’occasione imperdibile per
stare un po’ da soli
>>
<<
Ehi, tu e
Ryuzaki da soli. Potrei ingelosirmi >>
sussurrò lui semi malizioso, <<
in fondo non siete veri e propri fratelli >>
Oddio,
no! Ora ci si
metteva pure Light?!
<<
No, ma è
come se lo fossimo >> borbottai piccata lanciando
un’occhiata fugace ad
L, << comunque dimmi. Se mi hai chiamata
dev’essere un motivo serio
>>
<<
Magari mi
andava semplicemente di sentire la tua voce >>
mormorò dolcemente,
<< non sarebbe un motivo sufficiente? >>
Le mie
gote andarono
in fiamme più di quanto già non fossero e iniziai
a sentirmi meravigliosamente
leggera: mi aveva chiamata solo per sentire la mia voce…
Com’era carino… Il cuore
galoppava
oltre ogni dire e…
<<
Misa, ci
sei ancora? >>
<<
Cosa?
>>
<<
Non mi
rispondevi più >> disse lui con voce dolce
dall’altro capo della
cornetta, << Comunque, hai detto di essere al quartier
generale, giusto?
>>
<<
Esatto
>>
<<
Allora ti
passo a prendere lì. Ho una sorpresa per te e voglio
approfittarne prima che tu
possa cominciare le riprese del film >>
<<
Una
sorpresa? >> chiesi stupita ma eccitata allo stesso
tempo, << E
cos’è? Cos’è?
Cos’è? >>
<<
Se te lo
dicessi che sorpresa sarebbe? >> replicò lui
sempre con la sua voce
dolcissima, << Tra una mezz’oretta sono
lì da te. Fatti trovare giù, o
rischio di mettermi a parlare con tuo fratello del caso Kira
>>
<<
Va bene, tra
mezz’oretta giù all’ingresso del Kappa
>> conclusi con un sorriso
stringendo il telefono tra le mani, << a tra poco
>>
<<
A dopo,
piccola >>
Piccola?
Se il
mio cervello
andava per la tangente anche solo pensando a Light, il sentirmi
chiamare
piccola
mi mandò ancora più sulle nuvole.
“Piccola.
Mi ha
chiamata, piccola…”
<<
Misa?
Misa?! >>
La mano
che L mi
stava sventolando di fronte al viso mi riportò alla
realtà quasi con crudeltà. Impiegai
parecchi secondi per ricordarmi di dove mi trovassi.
<<
Cosa voleva?
>> chiese semplicemente lui andando a sedersi
sulla sua
poltrona, accovacciandosi nella sua solita posizione.
<<
Cosa voleva
chi? >>
<<
Kira >> rispose
tranquillamente
lui prendendo una caramella.
“Kira?”
All’inizio
non
realizzai che si stesse riferendo a Light, ma non appena tornai lucida
le mie mani
si strinsero a pugno.
<<
Light non è
Kira! >> sbottai accigliata parandomi di fronte a lui,
<< Devi
smetterla d’infangarlo così! Lui… Lui
mi vuole bene >>
L
alzò lo sguardo
dalla tazza di thé nella quale aveva già fatto
cadere cinque zollette di zucchero.
<<
Ne sei
convita? Quindi quel particolare della ripresa al bagno dove gira la
testa di
scatto era dovuto ad un attacco di torci collo. E ovviamente
è anche naturale
che sia così preciso e perfetto in tutto quello che fa
>>
<<
Non è colpa
sua se è fatto troppo bene >> replicai
ironica, << ormai posso dire
di conoscerlo, e ogni sua mossa sarebbe una recita troppo ostentata.
No, non ci
credo >>
“E
soprattutto non voglio
crederci”.
L
continuò a
fissarmi per qualche altro istante per poi far immergere altre due
zollette di
zucchero nel thè.
<<
Anche io
qualche tempo fa ho pensato che il suo atteggiamento potesse essere una
recita
troppo ostentata, ma mi chiedo come sia possibile che a me non abbia
convito
minimamente e te sì, invece >>
mormorò portandosi la tazza alle labbra,
<< O sono io ad essere troppo paranoico, o sei tu quella
troppo ingenua
da non essersi resa conto di quanto ti stia fregando con i suoi modi
perfetti e
il suo faccino da figlio di papà, perfetto e pulito
>>
<<
Penso
proprio sia la prima opzione >> ribattei tagliente e
offesa incrociando
le braccia al petto.
<< Io invece penso che sia la
secondo di opzione >> instette lui.
<< Pensi davvero che quelle
cose che tu stessa hai notato vedendo il video, siano solo
casi
isolati? Sei
sicura che durante questa
assidua frequentazione tu non abbia notato nessun atteggiamento
particolare da
parte sua? Pensaci bene, Misa >>
Avrei
voluto
rispondergli immediatamente di sì, senza pensarci troppo, ma
per un istante mi
tornò alla mente quel giorno in cui io e Light avevamo
parlato
in macchina
dopo aver
incontrato Thomas al manga caffè, o quello quando a casa mia
aveva ringhiato qualcosa al cestino di frutta e anche lo strano
atteggiamento che aveva avuto a Spaceland, quando mi sembrava stesse
parlando con una sorta di amico immaginario.
<<
So che
probabilmente quello che sto per dirti non ha alcun senso
>> continuò L
prendendo la tazza del
thè tra le mani,
<< ma Kira, giocando con i criminali, ha voluto lasciarmi
una
sorta di messaggio
in cui diceva: “L, lo sai che gli Shinigami mangiano solo
mele?” >>
“Mele?”
Per un
momento
sbiancai. Quel giorno a casa mia, Light si era voltato proprio verso il
cestino e dentro c'erano proprio
delle mele. Possibile che…?
Perché
L doveva
farmi venire sempre ottocentomila dubbi? No, Light non era Kira, e
quelle erano
solo stranissime coincidenze.
<<
Kira non
farebbe mai capire se è lui da cose simili >>
mi ritrovai a rispondere
cercando di convincere più me stessa che lui.
<< Non potrebbe mai farsi
scovare in modi tanto stupidi >>
<<
Probabilmente
hai ragione tu >> concluse secco L, <<
questa è una cosa che ho
pensato sia dall’inizio dell’indagine sia da quando
ho visto per la prima volta
Light Yagami >>
<<
Appunto
>>
Rimanemmo
in
silenzio per qualche istante finché non decisi che era il
caso di scendere. Non
volevo far aspettare il mio “principe”.
<<
Ora è
meglio che vada. Light mi aspetta giù >>
<<
Sì >>
fece L atono, << mi raccomando, pensa a quello che ti ho
detto e sii
cauta. Non è troppo tardi per tirarti indietro
>>
Non
risposi. Presi
la giacca per poi chiudermi la porta alle spalle.
Non
riuscivo a non
pensare alle parole di L. Bastavano poche frasi dette bene per
far cedere le
mie certezze su Light? Così poco mi fidavo di lui dopo
quanto aveva fatto per
me? O era solo paura la mia? Paura di cosa poi?! Sentivo il cervello
scoppiare
seduta su quella maledetta panchina mentre aspettavo il bel moretto.
“La
verità è che se
tu scoprissi che Light è davvero Kira, come pensa il tuo
caro fratellino, non sei
così sicura che ne
saresti scontenta, anzi!, dopo aver vendicato i tuoi
genitori…
<<
Oh, sta’ zitta!
>> ringhiai a bassa
voce prendendo la testa tra le mani, << Uccidere
è sbagliato, nonostante
il pensiero alla base possa essere giusto. Nessuno ha il diritto di
togliere la
vita a un'altra persona. È sbagliato, sbagliato,
sbagliatissimo! >>
“Nemmeno
uno
Shinigami?”
Maledetta
vocina
rompi scatole! Non voleva mica lasciarmi andare in pace, eh?
Quant’era
fastidiosa!
<<
Misa! Sono
qui! >>
Nel
sentirmi
chiamare saltai di soprassalto poggiando una mano sul cuore, poi nel
vedere il
volto sorridente di Light, inevitabilmente, mi ritrovai a sorridere
anch’io e
con un’espressione da ebete, per giunta.
<<
Scusami se
ho fatto tardi, ma c’era un traffico pazzesco
>> si scusò lui non appena
salii in macchina, << è tanto che aspetti?
>>
<<
No, ero
appena scesa, non preoccuparti. E poi ero presa dai miei pensieri
>>
risposi continuando a sorridere mentre lui ingranava la prima.
<<
Su di me,
per caso? >> domandò lanciandomi
un’occhiata veloce e un tantino maliziosa
che inevitabilmente mi fece leggermente arrossire.
<<
Può darsi
>>
“Ma
non come pensi
tu”.
<<
Comunque
dove mi stai portando? >> feci subito cambiando discorso,
<< Qual è la sorpresa? >>
<<
Sei
curiosa, eh? >>
<<
Lo sono
sempre stata. Mio
padre mi diceva che la
“curiosità è sintomo
d’intelligenza”, quindi, teoricamente, posso
considerarmi
una persona intelligente. Non trovi? >>
<<
A volte può
essere pericoloso >> commentò lui,
<< comunque sì, lo trovo anch’io
un fattore che rende intelligenti >>
<<
Quindi mi
dici dove mi stai portando e qual è la sorpresa?
>>
<<
Se te lo
dicessi che sorpresa sarebbe? >>
Sbuffai
incrociando
le braccia al petto come una bambina lanciandogli
un’occhiataccia.
Immediatamente scoppiò a ridere.
<<
Dai, non
manca molto. Devi aspettare solo una decina di minuti e lo saprai
>>
<<
Allora va
bene >>
Per il
resto del
viaggio rimanemmo in silenzio, lui con i suoi pensieri e io con i miei:
Light
era davvero Kira? Allora perché riuscivo a sentirmi bene,
tranquilla e al
sicuro con lui? Perché mi sentivo avvampare ogni volta che
mi guardava e
parlava? Ogni volta che pensavo a lui. Probabilmente anche in quel
momento il
mio viso doveva aver assunto una colorazione color porpora.
Ad un
certo punto,
Light fece una svolta a destra alquanto brusca, decisamente non da lui,
entrando in una piccola stradina stretta e buia.
<<
Light, ma
dove…? >>
<<
Aspetta e
vedrai >> fece lui misterioso.
Dopo
poco più di due
minuti, lentamente, svoltò su un’altra stradina
laterale per poi ritrovarci di
fronte ad un grande slargo completamente sgombro. Deserto.
“Oddio,
ma dove mi
ha portata?! Non vorrà mica… No, ma cosa vado a
pensare! Non è certo il tipo da
fare quella cosa in macchina! Per
di
più la mia prima volt… No, no, no, no! E poi di
testa sua, senza consultarmi…
Oddio. Oddio. ODDIO!”
Spalancai
ancora di
più gli occhi quando lo vidi scendere dalla parte del
guidatore per aprirmi
pochi secondi dopo la portiera.
<<
Scendi
>> disse semplicemente.
<<
Cosa?
>>
<<
Scendi e
mettiti al posto di guida >>
<<
Come?!
>> chiesi ancora più sorpresa. Mi
lanciò uno dei suoi soliti sorrisi che
mi facevano perdere uno o più battiti, come in quel momento.
<<
Ti insegno
a guidare, per quanto possibile. Forza, sali dalla parte del guidatore
>>
Non
potevo crederci.
Non era possibile! Chiunque altro avrebbe cercato di saltarmi addosso o
qualsiasi altra cosa. Lui invece voleva insegnarmi a guidare.
<<
Dici sul
serio?! >>
<<
Per quale
altro motivo potrei aver deciso di portarti in un posto come questo,
scusa?
>>
Con un
sorriso ad
ottomila denti scesi dalla macchina abbracciandolo, <<
Grazie, grazie,
grazie! >>
<<
Non so
quanto mi ringrazierai tra cinque minuti >>
commentò lui sciogliendosi
dall’abbraccio, << sono un insegnate molto
severo. Sappilo >>
<<
Non fa
niente! Anzi, è giusto che tu lo
sia!
>>
Salii
al posto del
guidatore sentendomi potente e felice come non mai. Light si sedette al
posto
che fino a pochi minuti prima era occupato da me.
<<
Allora,
ovviamente ti insegnerò le cose basilari, poi ti consiglio
di segnarti a scuola
guida, va bene? >>
<<
Sì, papà
>> lo presi in giro
continuando ad accarezzare con una certa venerazione il volante.
<<
Adesso
ascoltami. Quello che proverai a fare oggi è accendere la
macchina, farla
camminare di qualche metro mettendo la seconda e fermarti ovviamente.
Se vedo
che sei portata, magari ti faccio mettere anche la terza, ok?
>>
<<
Assolutamente sì! >>
<<
Bene,
allora cominciamo >>
<<
Ok, basta
così >> borbottò Light dopo circa
un’ora e mezza tirando il freno a mano, << dato
l’inizio, sono felice che
tu sia riuscita a far fare due metri in seconda a questa povera
macchina. Meno
male che ho deciso di prendere questo vecchio catorcio e non la
volkswagen
>>
Abbassai
la testa
annuendo.
Ero
stata disastrosa!
E disastrosa era dire poco!
Nonostante
Light mi
avesse spiegato con esattezza e facilità il funzionamento di
motore e frizione,
oltre a riuscire a mettere si e no la seconda, avevo quasi rischiato di
bruciargli il motorino di avviamento. Lui, poverino,
all’inizio aveva provato
con calma a spiegarmi come fare ben comprendendo quanto fosse dura
imparare, ma
poi ero riuscita quasi ad esasperarlo.
<<
Mi dispiace
>> piagnucolai una volta salita sul sedile del passeggero
che mi si
confaceva decisamente di più, << ma non
credevo fosse così difficile
>>
<<
Se metterla
in moto è difficile… Vabbè. Non fa
niente. Ero preparato anche a qualcosa del
genere… Ehm, magari non proprio così,
però… >>
<<
Mi fai
sentire in colpa e ancora più stupida di quello che
già mi sento! >> scoppiai
portandomi le ginocchia al petto, << Per me è
una cosa difficile, va
bene? Forse la macchina non fa per me! Forse non dovrei proprio
imparare!
>>
<<
Ma cosa
dici? >> replicò facendo partire la macchina
cominciando a tornare
indietro verso la stradina che avevamo percorso all’andata,
<< Magari eri
solo emozionata. Infondo era la prima volta che provavi a guidare, non
prendertela. Probabilmente sono io ad essere stato troppo duro.
>>
<<
Hai fatto
bene invece >> borbottai continuando a tenere le gambe
strette al petto,
<< se mi devi insegnare devi farlo bene, senza pensare
troppo al ferirmi
o meno. Sei stato fin troppo paziente >>
<<
Vedrai che
la prossima volta andrà meglio >> sorrise
Light senza staccare gli occhi
dalla strada, << e piano, piano diventerai bravissima! E
quando avrai la
patente tuo fratello non potrà dirti nulla se non farti i
complimenti >>
“L
ti spenna se viene a sapere che mi
sta
dando lezioni di guida”.
L…
Da
quando ero salita
sul sedile del guidatore pronta per imparare a mettere in moto la
macchina, le parole che mi aveva
detto L
poco prima mi erano scivolate via come se non fossero mai state
pronunciate,
ma ora eccole
tornare a galla prepotenti e accusatorie.
“L,
lo sai che
gli Shinigami
mangiano solo mele?”
Perché la voce di mio fratello mi doveva tormentare così insieme quell’assurdo indovinello? Possibile che Light si fosse fatto avvicinare così facilmente da me solo per arrivare a L? Possibile che in realtà di me non gli importasse niente e che fossi solo uno strumento per arrivare al suo più acerrimo nemico, nonché mio fratello - ovviamente se fosse stato Kira - ? Perché sentivo il petto bruciare nel petto al pensiero che quelle attenzioni per me non fossero sincere e che quel bacio che ci eravamo scambiati qualche settimana prima potesse essere una menzogna? Era stato solo un bacio, no?
Affondai
la testa
nelle ginocchia senza neanche rendermene conto sospirando rumorosamente.
<<
Cos’hai?
>> chiese il ragazzo accanto a me preoccupato guardandomi
appena,
<< Sicura di non esserti offesa per i miei strilli in
macchina? Se è per
quelli sono un cret… >>
<<
No, no.
Tranquillo >> risposi senza alzare la testa,
<< le lezioni non
centrano nulla >>
<<
Sicura?
>>
<<
Sì,
sicurissima >>
Rimanemmo
per un bel
po’ in silenzio. Ormai eravamo quasi arrivata a casa mia,
Light aveva appena
preso l’uscita dell’autostrada.
Le
parole di L
continuavano a tormentarmi e con lui anche il messaggio che gli aveva
lasciato
Kira tramite i criminali, la strana reazione di Light verso il mio
cestino
della frutta… E ancora il pensiero che io fossi solo uno
strumento per arrivare
a mio fratello... E poi ancora quel
bacio.
<<
Sei
stranamente silenziosa da quando siamo partiti >>
commentò dopo un bel
po’ il moretto lanciandomi uno sguardo di sfuggita,
<< Non stai bene?
Dato che non è per la lezione… >>
Non
risposi.
“<< Light non è Kira! Devi smetterla d’infangarlo così! Lui… Lui mi vuole bene >>
<<
Ne sei
convita? >>”
<< Light >> cominciai titubante non appena lui fermò la macchina di fronte al cancello di casa mia, << tu… Tu pensi che gli Shinigami esistano? >> la voce uscì così piano dalle mie labbra che feci quasi fatica a sentirmi io stessa, ma a quanto pare la domanda doveva essere arrivata forte e chiara alle orecchio di Light. Inizialmente rimase in silenzio concentrato sulla guida lasciandomi con il fiato sospeso.
<<
Ahahahahahah! Gli Shinigami! >> scoppiò a
ridere dopo po’ << Fammi
indovinare >> chiese voltandosi verso di me,
<< Ryuzaki ti ha
parlato dei messaggi dei criminali che gli ha mandato Kira,
giusto? Quelli che creavano una sorta di
“sfottò”
>>
<<
E tu come…?
>>
<<
Me l’ha detto
lui. Pensavi che lo sapessi per scienza
infusa, per caso? >>
Sembrava
sincero.
Effettivamente non era difficile pensare che L ne avesse parlato con
lui dato
che, comunque, sembravano cip e cop quando lavoravano
insieme e
che spesso, almeno da quanto mi diceva L, viaggiavano sulla stessa
lunghezza d’onda.
<<
Misa mi
dici che ti prende? >>
<<
Niente
>> replicai abbassando le gambe, << adesso
è meglio che salga a
casa. È tardi, sono stanca >> aprii la
portiera e scesi. Mi voltai
guardare il moro salutandolo con la mano.
“Sta
con me solo per
arrivare ad L, oppure no?”
Mi
voltai sentendo
una lacrima scendere sulle guancie. Se L mi aveva messo il dubbio e
stavo
iniziando a pensare questo dovevo farla finita con Light. Sì, subito.
Già così, il solo pensiero faceva
troppo male. Non avrei più dovuto vederlo, avrei dovuto
inventare una scusa.
Magari un nuovo ingaggio all’estero per un po’.
Sì, serebbe stata un’ottima
scusa e…
Prima
che potessi
infilare la chiave nella toppa di casa mi sentii afferrare per il polso
e
voltarmi.
<<
Vuoi dirmi
che succede? >> Light era lì, serio con la sua
mano stretta al mio polso,
<< Non me la dai a bere così facilmente. Mi
ero accorto già da quando ero
venuto a prenderti che eri troppo pensierosa, poi vedendoti
più o meno tranquilla
ho pensato di essermi sbagliato, ma ora sei di nuovo strana. E non
dirmi che non
è successo nulla perché tanto non ti credo!
>> mi fermò prima che potessi
parlare << Se fosse niente non avresti motivo di
piangere! Voglio la
verità! >>
Non
risposi. Rimasi
ferma e zitta, con le chiavi di casa strette nella mano che
cominciavano a
tracciare dei solchi facendomi male, mentre cercavo di reprimere quelle
lacrime
che ormai uscivano da sole e senza controllo.
“Posso
dirgli una
mezza verità. Non è stupido, sa che non mi
metterei mai a piangere solo per un
lavoro all’estero. Un conto sarebbe dirglielo per telefono,
ma così è impossibile”
<<
Fo… Forse
non dovremmo più vederci… >>
mormorai piano abbassando la testa.
<<
Come?!
>>
<<
Forse sare…
sarebbe meglio… >> continuai a stento tirando
su con il naso, << Sei
un collaboratore di L, non dovrei frequentarti…
>>
<<
Cosa stai
dicendo? >>
<<
Io… Noi… Sì
è meglio… meglio così…
>>
<<
Perché dici
una cosa del genere? Così di punto in bian…
>> allentò un po’ la presa
sul polso, poi mi guardò di nuovo facendomi arretrare verso
la porta di casa.
<<
C’entra
Ryuzaki, non è vero? >> le sue parole erano
colme di astio, << Che
cosa ti ha detto, Misa? Dimmelo >>
<<
Light…
>>
<<
DIMMELO!
>> non aveva mai alzato la voce con me e per un momento
mi fece paura.
<< Anzi no, non c’è bisogno che tu
dica niente >> fece lui pochi
secondi dopo , << ti ha fatto il lavaggio del cervello
convincendoti che
io sono Kira… Per allontanarci! Cazzo, non credevo che i
suoi sospetti su di me
fossero tanto gravi. Prima ci ha provato con mio padre, adesso con
te…
È terrificante! Inoltre con te
avrà rincarato la dose data la sua estrema gelosia nei tuoi
confronti… E tu
giustamente lo stai anche a sentire perché lo consideri come
un fratello, anche
se non lo è. A pensarci
bene potrebbe
anche aver provato ad usarti per capire se io sono davvero Kira. Molto
astuto
Ryuzaki >> commentò ironico sempre
più aspramente. << Manovrare
quella che chiama sorellina per trovare Kira. Avrei dovuto immaginarlo
sin dal
principio. Quale ottimo strumento se non tu, il più
innocente e…>>
<<
BASTA! NON
CE LA FACCIO PIÙ! >>
sbottai liberandomi
dalla sua presa forte,
<< Possibile che alla fine, per entrambi io debba essere
un mezzo per
questo caso assurdo? Sono stufa! BASTA! >> gridai con
tutto il fiato
che avevo in gola, << Siete due deficienti! Due stupidi!
Capite solo quello
che vi va di capire, senza pensare ai sentimenti
altrui! A ME!
>> continuai
senza più freni << È vero. L
è convinto che tu sia Kira, ma non credo che
per te questa sia una novità, o sbaglio forse? E
sì, fin dall’inizio ha cercato di mettermi
in
guardia su di te, probabilmente anche
perché sei un altro,
geloso com’è, ma
nonostante tutto ho continuato ad uscire con te. Anche se
all’inizio anche io
ero solo presa dalla smania di sapere se tu fossi realmente Kira, non
tanto
perché m’interessasse davvero, ma per aiutare mio
fratello, poi ti ho
conosciuto, mi sei stato vicino e tutto è diventato
confuso… >> altre
calde lacrime continuarono a scendere nel raccontare mentre i pensieri
uscivano sconnessi dalla mia bocca, <<
mi ero convinta
che tu non potessi essere Kira, che Kira non potrebbe essere
così dolce,
affettuoso. Poi, dopo quel che Kira ha fatto per la mia famiglia mi
sono anche
sentita riconoscente nei suoi confronti, iniziando a pensare che forse
non è
poi così malvagio e… >>
<<
Credo di
non seguirti più >> disse Light guardandomi
perplesso, << Sei riconoscenti nei confronti di Kira
perchè ti ha vendicata. Ok, fin qui ci sono. Ma hai anche
detto
che non credi che io sia Kira, quindi perchè non dovremmo
vederci più? >>
Sbuffai
esasperata.
Geni su tutto… Ma non capivano le cose fondamentali.
<<
Possibile
che tu non riesca a capirlo? Non voglio più vederti
perchè non voglio farmi coinvolgere ancora di più
da
quello che provo per! Perchè ho paura che se in
realtà tu
fossi Kira, cosa di cui continuo comunque a dubitare anche se
un
minimo di probabiltà c'è,
forse avrebbe ragione L nel dire faresti tanto per me con
l’unico scopo di
arrivare a lui e… >>
Le sue
labbra si
posarono sulle mie chiudendo il mio sfogo e le mie paure. Una scossa
elettrica
mi pervase; non era il nostro primo bacio, ma era
come se lo
fosse.
Travolgente.
Infuocato.
Passionale.
Paradisiaco
e
sconvolgente quanto le fiamme dell’inferno.
Non
riuscivo più a
capire cosa facesse parte di una mia fantasia e cosa fosse reale; era
come
trovarsi in un’altra dimensione a contatto di un dio pagano.
Il mio.
Dopo
non so quanto
tempo aprii gli occhi tornando lentamente a riappropriarmi del mio
corpo e
della mia capacità di raziocinio.
Il
ragazzo poggiò la
sua fronte sulla mia, sospirando piano.
<<
Ti sembra
una risposta sufficiente? >> chiese continuando a
guardarmi, <<
Come potrei farti una cosa genere, Misa? Potrei essere così
meschino? >>
Mi
ritrovai a
sorridere nuovamente ubriaca di quella sensazione.
<<
Misa
>> fece lui avvicinando nuovamente il mio viso al suo
più di quanto già
non fosse, << io non lo so quello che mi sta succedendo.
No ho mai
provato niente del genere per nessun’altra ragazza
fin’ora. Forse è il destino
che ci ha deciso questo, non lo
so spiegare… >> il mio cuore martellava sempre
più forte, << Misa, credo di essermi
innamorato di te >>
Impietrita.
Contenta.
Sconvolta.
Felice.
<<
Light…
>>
<<
Anzi, non
lo credo solamente. Io sono innamorato
di te. E non
voglio
che le stupide congetture di tuo fratello possano allontanarti da me.
Non posso
permetterlo >>
Le sue
parole mi
stavo rendendo ancora più ubriaca di quanto non fossi
già. Sentire il suo
respiro così vicino alle mie labbra non lasciava spazio ad
altro se non ad una
sensazione di farfalle allo stomaco. Di pelle
d’oca.
Mi
ritrovai ad
allungarmi verso il suo viso e ad eliminare nuovamente quella distanza
che ci
separava. Non volevo più staccarmi da lui. In quel momento
realizzai che lui
era il mio tutto che con nessun altro avrei potuto provare quel
mix di sensazioni così forti ed eccitanti. Le sue
emozioni erano le mie.
I
nostri baci cominciarono a diventare qualcosa di più
profondo mentre Light aderiva
perfettamente al mio
corpo e io lo tiravo a me circondando il suo collo con le
braccia. Ogni
qual volta che ci staccavamo per riprendere fiato mi sembrava invece di
perdere
il respiro, di avere fame.
La suoneria del suo cellulare distrusse l'incanto del momento. Riluttante, molto riluttante, abbandonò le mie labbra per rispondere.
<< Pronto? Ah, sei tu papà. Che c'è? >>
Lo fissai per tutto il tempo scorgendo sul suo viso un'ombra scura a mano a mano che ascoltava la conversazione.
<< Veramente io... >> provò a dire, ma probabilmente venne interrotto. Mi lanciò un'occhiata indecifrabile:
<< Va bene, ho capito. Datemi solo il tempo di arrivare. Ciao >>
Chiuse la comunicazione e rimise in tasca il cellulare, mentre io cercavo di capire cosa volevano dire quelle occhiaie che mi aveva lanciato pochi istanti prima.
<< Era mio padre >> sospirò lui prendendo le mie mani tra le sue, << mi ha chiesto di andare al quartier generale. Ha detto che Ryuga vuole la mia opinione su qualcosa che ha trovato e potrebbe aiutarci nelle indagini >>
<< Giusto le indagini... >> riuscii solamente a dire.
La suoneria del suo cellulare distrusse l'incanto del momento. Riluttante, molto riluttante, abbandonò le mie labbra per rispondere.
<< Pronto? Ah, sei tu papà. Che c'è? >>
Lo fissai per tutto il tempo scorgendo sul suo viso un'ombra scura a mano a mano che ascoltava la conversazione.
<< Veramente io... >> provò a dire, ma probabilmente venne interrotto. Mi lanciò un'occhiata indecifrabile:
<< Va bene, ho capito. Datemi solo il tempo di arrivare. Ciao >>
Chiuse la comunicazione e rimise in tasca il cellulare, mentre io cercavo di capire cosa volevano dire quelle occhiaie che mi aveva lanciato pochi istanti prima.
<< Era mio padre >> sospirò lui prendendo le mie mani tra le sue, << mi ha chiesto di andare al quartier generale. Ha detto che Ryuga vuole la mia opinione su qualcosa che ha trovato e potrebbe aiutarci nelle indagini >>
<< Giusto le indagini... >> riuscii solamente a dire.
Mi
scoccò un ultimo
bacio a stampo sorridendo mesto per poi avviarsi alla macchina
parcheggiata sul
vialetto di casa mia. Aveva fatto si e no tre passi, non era ancora
salito in macchina, ma già
sentivo mancarmi la
terra da sotto i piedi senza di lui. Incredibile quanto fosse
stato semplice ascoltare e capire ciò che il cuore
stava
tentando di gridarmi da mesi.
<<
Aspetta!
>> la voce uscì da sola e le gambe anche si
mossero per volontà loro verso
di lui, << non andare via >> sussurrai
fermandomi a pochi
centimetri da lui, << resta con me solo un altro
po’ >>
<<
Misa non pos…
>>
<<
Per favore
>> implorai abbassando lo sguardo, << non
ti tratterrò a lungo, te
lo prometto. Ma ora stai con me >>
Rimasi
con la testa
bassa in attesa. Non passò molto tempo e sentii la sua mano
sinistra stringere
la mia destra per poi ritrovarmi nuovamente stretta tra le sue braccia.
Rimanemmo così per un bel po’, non so quanto, ma
mi bastava. Mi bastava sapere
che ero la cosa più importante. La sua mano percorse
velocemente il profilo del
mio corpo fino ad arrivare al mio viso. Quel semplice contatto mi fece
provare
un piacevole brivido lungo tutta la colonna vertebrale che
non
avevo mai provato con nessun altro ragazzo in tutta la mia vita. Una scarica
elettrica fortissima
che arrivò
a smuovere qualcosa di più profondo in fondo alla mia anima.
Le sue labbra tornarono
a posarsi sulle
mie, questa volta più lente e meno irruenti. Dolci.
Senza
staccarmi da
lui feci qualche passo indietro fin quando non sentii la porta dietro
di me
come poco prima. Non so come inserii la chiave nella toppa di casa e
riuscii ad
aprire la porta entrando e nel farlo feci cadere le chiavi sul
pavimento
insieme alla mia borsa.
Il
bacio piano,
piano cominciò a farsi nuovamente acceso, se possibile
più del primo che ci
eravamo scambiati. Nonostante tutto però, Light continuava
ad essere in ogni
suo movimento sempre più delicato.Era
perfetto come in tutto quello che faceva.
Lentamente
ci
avvicinammo, percorrendo in maniera non proprio normale il piccolo
corridoio,
alla mia camera da letto. Non riuscivamo più a staccarci. La
mia
mente ormai era andata alla deriva facendo emergere una parte di me
fortemente eccitata che non credevo di avere. Niente era
importante
se non Light.
Io
lo volevo in tutti i sensi e
con tutta me stessa volevo essere sua e di nessun altro.
Era il
momento
giusto, nel posto giusto, con la persona giusta.
Ci
staccammo a
guardarci entrambi con il fiato corto: i suoi occhi erano lucidi,
sembravano brillare e
sicuramente i
miei stavano facendo lo stesso a giudicare dal sorriso che gli si
stampò sul viso
mentre mi passava nuovamente una mano sulla guancia.
<<
Sei
bellissima… >>
Arrossii.
<<
Light
>> iniziai abbassando gli occhi imbarazzata,
<< Io non so cosa mi stia succedendo, ma ti voglio e
voglio
essere tua. Solamente tua, perché…
Perchè ti
amo
>>
Tre
parole. Quelle
che non
credevo che sarei mai riuscita a pronunciare in vita mia, eccole
lì, vibranti
nell’aria. Erano uscite fuori spontanee, come se la
cosa più naturale
del mondo, perché, di fatto lo era.
Ero nata per amarlo.
Ero nata per amarlo.
Per
parecchi istanti
rimase fermo con un’espressione indecifrabile stampata sul
volto,
la mano ancora
posata sulla mia
guancia bollente, poi mi strinse a sé. Fortissimo. Poggiata
con
la testa sul suo petto potevo sentire il suo cuore battere impazzito.
<<
Misa…
>>
Mi
allontanò
leggermente da sé per baciarmi di nuovo qualche
istante dopo come solo lui sapeva
fare.
Non
c’era bisogno di
dire niente. Mi stese sul letto continuando ad accarezzarmi e baciarmi
ovunque e tutto quello che doveva
succedere successe.
Passione, delicatezza, follia, bestialità, possesso, libertà, amore insieme in una danza di carezze e sospiri.
Passione, delicatezza, follia, bestialità, possesso, libertà, amore insieme in una danza di carezze e sospiri.
Lui
aveva messo il
suo marchio su di me e io il mio su di lui.
Dopo esserci amati tanto, crollai tra le sue
braccia calde e forti, ma prima che
potessi abbandonarmi
completamente, felice come non lo ero mai stata, le sue parole fecero
scoppiare
maggiormente il mio cuore di una gioia indescrivibile.
<<
Ti amo. Ti
amo davvero… >>
Purtroppo
il
risveglio non fu bello; la fastidiosissima suoneria del cellulare mi
fece spalancare gli occhi. Allungai il braccio
verso destra pensando di sentire la presenza di Light al mio fianco, ma
non
c’era. Spalancai gli occhi.
"Cacchio, ho sognato tutto!"
Ma non era stato un sogno; voltandomi verso il suo posto notai che era poggiato sul cuscino un bigliettino bianco con posata sopra un girasole.
"Cacchio, ho sognato tutto!"
Ma non era stato un sogno; voltandomi verso il suo posto notai che era poggiato sul cuscino un bigliettino bianco con posata sopra un girasole.
“Perdonami
se vado via prima che tu possa
svegliarti, ma devo scappare al quartier generale prima che chiami
nuovamente mio padre. Sei troppo bella mentre dormi con
questo
sorriso stampato sulle labbra e non voglio disturbare il tuo sonno. Non
riesco a credere che nonostante tu sia ancora di fronte a me
già
mi manchi.
Quello che è successo oggi pomeriggio è
stato… Sei la cosa
più bella che mi sia
mai successa. Non vedo l’ora di rivederti.
Light”
Sospirai
portandomi
il girasole al naso. Aveva un profumo meraviglioso, non come il suo,
ma davvero buono. Chissà dove l’aveva trovato.
Riusciva sempre a stupirmi
e a farmi
arrossire. Inoltre se pensavo
a come avevamo passato il pomeriggio…
“Ora
capisco perché
chi fa l’amore è sempre così felice e
rilassato”.
Non
riuscivo a
descrivere le sensazioni appena vissute, era tutto troppo magico e
bello… Light
poi poteva essere paragonato ad una statua in quanto a bellezza. Un dio
greco
perfetto, dal fisico asciutto, con spalle larghe e…
Arrossii
di colpo
ripensando a come ci eravamo toccati, baciati e sfiorati.
Il mio
Light…
Il mio telefono
prese nuovamente a suonare impazzito riportandomi brutalmente alla
realtà. In
momenti come quello avrebbe dovuto sparire! Allungai il braccio verso
il comodino guardando sul display chi poteva rompere alle nove
di
sera passate.
“L?”
<<
Pronto?
>>
<<
Finalmente!
>> sbottò con fare irrequieto e scocciato,
<< Ho provato a
chiamarti un sacco di volte! Perché non rispondevi?
>>
<<
Stavo dormendo
>> dissi semplicemente alzandomi tendomi la coperta sul
seno, <<
è successo qualcosa?
>>
<< Stavi dormendo?
>> chiese lui sorpreso,
<< Ma tu non dormi
mai di pomeriggio >>
<< Ogni tanto può
capitare, no? >> ribattei alla
svelta cercando di
non destare sospetti, << Comunque non rispondere
ad una
domanda con un'altra domanda . Cosa c’è?
>>
<<
Niente di
che. Volevo solo sentirti, tutto qui >>
bofonchiò lui. Sentii
distintamente il rumore di più zollette di zucchero immerse
in qualche bevanda.
<< Ti va di venire qui da me in albergo? Sono da solo, ho
mandato i
membri del quartier generale a casa >>
Inarcai un
sopracciglio sorpresa, << Ma come, non eri tu quello che
diceva
che cira non va in vacanza e che bisogna "indagare, indagare,
indagare"? E poi, scusa, li hai fatti andare via per tre ore, li hai
fatti tornare... E li hai rispediti a casa? >>
Non era un comportamento molto alla L.
Non era un comportamento molto alla L.
<<
Già, oggi
non ho voglia di lavorare >> disse atono continuando ad
immergere
zollette di zucchero, ne avevo contate almeno altre cinque,
<< mi sono
reso conto che probabilmente hai ragione tu. Tartassarli senza dar loro
mai un
giorno di licenza non porta a
niente. E
poi probabilmente serve anche a me. Ho bisogno di una torta di fragole
della mia sorellina >>
<<
E come
faccio a fartela? >> urlicchiai nella cornetta avviandomi
al
bagno, << A saperlo avrei comprato le fragole oggi
pomeriggio e
te
l’avrei fatta! Adesso è tardi e i supermercati
sono… >>
<<
Ho pensato a tutto: ci ha pensato Watari a comprare tutti gli
ingredienti. ho voglia di vedertela fare, come quando eravamo bambini
>>
Sorrisi a
quelle parole: a modo
suo sapeva essere
davvero affettuoso.
<<
Ok, allora
dammi il tempo di farmi una doccia e ti raggiungo con la metro
>>
<<
No, ti
mando Watari. Tra dieci minuti è da te, quindi fatti trovare
pronta >>
<<
Come mai
tanta fretta? >> domandai sorpresa.
<<
Perché
sì
>>
“Ma
che risposta è?”
<<
Va bene
>> risposi incerta e prima che potessi farlo io e senza
salutare attaccò.
Non
c’era che dire:
come sapeva essere affettuoso, sapeva essere anche davvero strano
talune volte.
<<
Eccoci qua!
>> esclamai entrando dentro la suite di mio fratello,
<< Pronto a
giocare alla prova del pasticcere? >> chiesi posando il
giacchetto sul
divano.
<<
Io sono
sempre pronto >> commentò lui voltandosi verso
di me. Notai che aveva le
occhiaie ancora più pronunciate che nel pomeriggio.
Possibile?
Lo
presi
sottobraccio con un sorriso trasportandolo nella parte di camera
adibita a “cucina”.
<<
Eddai, L!
Potresti metterci un po’ più
d’entusiasmo! Infondo sei stato tu a chiedermi di fare
questa benedetta torta di fragole, no? >>
<<
Giusto,
giusto >>
Quando entrammo in quella mini
"cooking area" mi resi conto che nonno Wammi aveva aggiunto al
fornelletto da campo un piccolo forno, appositamente per l'occasione
probabilmente.
<<
Allora,
cominciamo? >> domandai con un sorriso legando i capelli
in un’alta coda
di cavallo. << Vediamo… Ah, qui ci sono le
fragole, qui la farina… Qui
c’è il burro, ottimo! L dov’è
la bilancia? Ah, no eccola >>
Presi
tutto
l’occorrente, pesai tutti gli ingredienti e cominciai a
preparare la torta
facendomi passare di tanto in tanto gli ingredienti da L.
<<
Prima
Yagami aveva la testa parecchio tra le nuvole oggi >>
disse d’un tratto con fare innocente e disinteressato,
mentre io con minuziosa attenzione aggiungevo la farina
all’impasto, <<
mi chiedo davvero dove avesse la testa >>
<<
Chi lo sa?
Magari era solo impensierito per l'indagine. Sai quanto ci tiene a
risolverlo
>> risposi disattentamente aggiungendo il latte.
<<
Inoltre è
arrivato parecchio tardi quando in genere è molto puntuale
>> continuò L.
<<
Può
capitare. Mi passi la teglia, per favore? >>
L non
se lo fece
ripetere due volte e mi passò l’utensile.
<<
E pensare che l’avevo fatto chiamare, ovviamente sotto mio
ordine, dicendogli che
avevamo bisogno di lui e invece di arrivare subito, come ci aveva
assicurato,
abbiamo
aspettato per ben tre ore. Inoltre era stranamente disordinato
>>
<<
Uhm, uhm…
>>
<<
Che sorpresa
ti ha fatto? >>
<<
Cosa?
>>
<<
Ma come
cosa? >> sbottò spazientito L alzando gli
occhi al cielo,
<< Yagami! >>
<<
Yagami
cosa? >> chiesi voltandomi dandogli finalmente le dovute
attenzioni,
<< Io non so niente del sovraintendente Yagami
>> risposi
placidamente versando l’impasto nella teglia.
<<
Infatti non
sto parlando del sovraintendente! >> il mio fratellone
era stranamente
agitato, come mai l’avevo visto, << Sto
parlando di Light! >>
In un
frazione di
secondo la mia mente compose tutte le domande che mi aveva posto dando
loro un
senso. Era ovvio che stesse parlando di Light.
<<
Ma… Ma no,
niente di che… >> farfugliai iniziando a
sentire caldo, << Mi… Mi
ha fatto… Ha visto quanto mi piacciono i manga e mi ha
portata in una nuova
fumetteria che hanno aperto vicino a casa m… >>
<<
Misa, sei
una pessima bugiarda >> sospirò lui
strappandomi la teglia dalle mani,
<< tanto sai che se non me lo dici tu lo
scoprirò da solo. E poi non pensavo
che avessimo segreti, specialmente dopo che ti ho permesso di lavorare
al coso
Kira con me >>
Io
stavo diventando
sempre più rossa.
“Cosafaccio?Cosafaccio?Cosafaccio?Cosafaccio?Cosafaccio?Cosafaccio?”
<<
Ok >>
feci alla fine non riuscendo a pensare a nessuna buona scusa
convincete.
Tanto prima
o poi l’avrebbe scoperto comunque proprio come aveva
detto lui e magari
anche nel peggiore dei modi.
<<
Lightmihaportatoinunoslargoisolatoperinsegnarmiaguidare
>> dissi
velocemente sperando che avesse capito la metà di quello che
avevo detto.
<<
COSA?
>>
Speranza
vana. Purtroppo il suo
cervello aveva capito alla perfezione come al solito.
<<
E poi…
>>
<<
C’è anche
un poi?! >> gridò aprendo il fornetto con foga.
<<
Abbiamo fatto l’amore >>
To be continue...
... Avanza in punta di piedi sperando di passare inosservata... Ops, beccata!
Ciao ragazze! Non so davvero come scusarmi per questo ritardo
apocalittico, ma credetemi se vi dico che ho avuto dei mesi a dir poco
allucinanti (e questo è forse il peggiore! ;__________;
aiutooo!!)!
Io sapevo
perfettamente cosa scrive (il come un po' meno),
ed è da quando avevo finito l'altro che immaginavo la fine
di questo capitolo con questa frase finale (quindi potete anche
immaginare da quanto tempo è che volessi far... Unire Misa e Light
xD).
Probabilmente con
questo capitolo mi sono giocata l'amore di molte (se
non TUTTE) fan di L xD Sapevate che era una LightxMisa quindi sono
giustificata, no? xD Non c'è molto da commentare
sul capitolo, penso si descriva bene da solo :) Light è
davvero innamorato di Misa, oppure ha ragione L e la cara biondina
è finita dritta, dritta nella sua rete? E cosa
farà
ora il caro detective?
Perdonatami ancora
per questo immenso ritardo ragazze! Davvero,
scusatemi tanto!
Un grazie a tutte
le mie recensitrici preferite come sempre: Rika,
Pazzabest, Jade, LABESTIAPAZZA, Princess Serenity, Eli
Pazzoide, Yuuki B, Mione 1986, Saretta, Nameless, Marie Cullen, nan96.
Grazie di cuore
davvero anche a chi legge senza commentare.
Spero che
nonostante il ritardo ritardissimo continuerete a seguirmi e
spero (vivo di speranze ormai, quando si tratta di scrivere) di non
far passare tutto questo tempo o più tempo.
Come al solito
perdonatemi anche se doveste trovare degli errori.
Presto passerò al vaglio tutti i capitoli rendendoli
più
corretti e con meno errori possibili!
Un bacio a tutti!
P.S: vi lascio il
link di uno dei fattori che mi ha impedito di
aggiornare in tempi brevi (mi raccomando NON aprire con explorer xD).
Piano, piano aggiungerò roba, quindi se vi piace passate
anche tra qualche tempo :) martykicosplay.net
Spero vi piaccia!
Marty!