Anime & Manga > Death Note
Segui la storia  |       
Autore: martyki    31/05/2012    10 recensioni
Ormai mi stavo abituando ai giochi pericolosi e questo probabilmente, almeno per me personalmente, era peggio di una caccia contro Kira perché c’era in ballo il mio futuro, la mia carriera, il mio mondo. Sarebbe stato un tiro alla fune tra me e lui ma e alla fine avrei vinto io. Non so come ma avrei cercato di ribaltare la situazione a mio vantaggio.
“Basterebbe parlare con L…”
Ancora la vocina fastidiosa!
“Oppure farti aiutare da Kira e ucciderlo. Dovresti solo trovarlo”.
Rimasi con la mano sulla manopola dell’acqua prima di aprirla soffermandomi su quel pensiero. Se le cose si fossero messe male non sarebbe stata una così cattiva idea. Forse avrei potuto…

 
E se Misa avesse perso i suoi genitori all'età di otto anni e Watari l'avesse portata alla Wammy's House dove si trovava L? E se L decidesse di diventare per Misa suo "fratello"? E se Misa, per aiutare suo fratello, decidesse di indagare a modo suo su Light per scoprire se è realmente Kira?    
SONO TORNATA CON UN NUOVO CAPITOLO! ^___^
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Light/Raito, Misa Amane
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta, Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo8
Capitolo 8
Resta con me
 
 




Tictac tictac tictac tictac…
 
Una gocciolina di sudore attraversò la mia fronte andando a cadere sul tavolino del soggiorno di L. Il viso corrucciato in atto di profondo ragionamento. La rabbia che cominciava a farsi strada in me per il mio non riuscire a trovare una via d’uscita da quella tortura.
“Ma io vorrei sapere chi diamine me l’ha fatto fare, maledizione!”
Tornai a guardare concentrata quella cosa orribile, – perché era orribile! L’avevo sempre odiata e in quel momento più che mai – ma la mia mente aveva deciso di abbandonarmi.
<< Misa, guarda che c’è davvero poco da pensare >> commentò divertito L smangiucchiandosi il pollice come suo solito, << stai facendo soffrire inutilmente le tue povere cellule grigie. Possiamo finirla tranquillamente qui >>
Alzai lo sguardo e lo incenerii.
<< E non fare quella faccia! >> esclamò lui scoppiando a ridere, << Dai, sorellina… >>
<< Perché giochi sempre pesante, eh? >> sbottai arrabbiata, << E pensare che l’avevo fatto solo per passare un po’ di tempo con te. Per distoglierti almeno qualche ora dal lavoro >>
<< E l’hai fatto… >>
<< No che non l’ho fatto! >> continuai lagnosa sedendomi a gambe incrociate, << Sono passati solo venti minuti. Capito? VENTI! >>
<< Dai non te la prendere >> rise lui prendendo un leccalecca dalla tasca dei jeans, << non posso pretendere che tu oltre ad essere bella ed intelligente sia anche brava a giocare a scacchi. E sappi che apprezzo tantissimo il gesto, specialmente sapendo quanto li detesti >>
Alzai nuovamente lo sguardo verso di lui per poi tornare a guardare la scacchiera. Avrei voluto almeno perdere con un po’ d’onore, ma era inutile: io e gli scacchi eravamo due mondi opposti. L ormai lo sapeva: quando ero io a chiedergli di giocare a quel bruttissimo, dannatissimo gioco da strizzacervelli voleva dire che avevo bisogno di attenzioni.
<< Uff, va bene >> feci alla fine muovendo la mia regina bianca verso il suo alfiere, << tanto ho perso, no? >>
L leccò con fare pensieroso il leccalecca per qualche istante per poi mangiare la mia povera, candida regina con un suo pedone brutto e nero.
<< Scacco matto >> disse semplicemente, << Dai, è stata una partita lunga >>
<< Mi prendi in giro? >> bofonchiai irritata guardandolo storto, << Abbiamo giocato per venti minuti soltanto e dici che è stata una partita lunga? >>
<< Rispetto ai tuoi soliti standart, sì >>
Sbuffai nuovamente.
<< Lo sai che li odio. E sai perfettamente che se in questi miei giorni di ferie mi avessi calcolata almeno un po’ non sarei dovuta arrivare a tanto >>
<< Il sacrificio supremo >> mi prese in giro lui scoppiando a ridere.
<< Sì, esatto. Proprio così! >> replicai incrociando le braccia al petto continuando a tenere su il broncio, << Mi avevano dato quindici giorni di vacanza e tu non hai chiuso il quartier generale neanche per un giorno. Solo oggi hai concesso a quei poveracci di sottoposti che hai di staccare per tre ore scarse. A volte penso seriamente che tu non sia umano, L. E se non ti avessi messo il broncio non l’avresti nemmeno fatto! >>
<< Kira non va in vacanza >> commentò lui con una puntina di acidità nella voce, << e di conseguenza neanche io posso andare in vacanza. Ogni attimo di lavoro è un passo per raggiungerlo, lo capisci? >>
Sbuffai saltando giù dal letto avviandomi verso la finestra della sua stanza d’albergo.
<< Sarà anche come dici tu, ma tanto alla fine quella che ci rimette sono solo io >>
Rimanemmo per parecchi minuti in silenzio. Forse le mie parole erano state troppo fredde, dure e ingiuste. Alla fin fine la colpa non era sua e ormai avrei dovuto essere abituata al suo modo di fare, di lavorare. Già, peccato che non ci riuscissi.
<< Misa… >>
<< Tanto per te è più importante un’orda di criminali di me >> sussurrai appoggiando la mano al vetro della finestra, << è più importante il tuo orgoglio, la tua sfida con Kira >>
Ancora silenzio. Un silenzio così carico da sembrare una coltre bianca, o meglio ancora, una persona in carne e ossa. Non riuscivo a capirne il motivo ma mi veniva da piangere; forse era ancora troppa la paura di passare in secondo piano agli occhi di mio fratello?
Due braccia magre ma allo stesso tempo forti mi strinsero con forza.  Quelle di L. Poggiò il suo mento sopra la mia testa.
<< Misa, Misa, Misa >> soffiò appena, << non ti ho già dimostrato sufficientemente che senza ti te non riesco a fare nulla? Possibile che debba darti altre prove per farti capire che per me sei la cosa più importante? >>
Tornai con la mente al giorno in cui avevamo fatto pace e in cui le sue parole mi avevano investita stupendomi:
 
“<< MA NON LO CAPISCI CHE VOGLIO TE? Non… Non lo capisci che se tu mi odi, io non riesco a fare più niente? Non lo capisci come mi sento? Non lo vedi? >>”
 
A dir la verità dopo quel giorno non ci avevo pensato più di tanto, ma il fatto che l’avesse riportato nuovamente alla mia mente forse voleva pur dire qualcosa, no?
Mi voltai a guardarlo pur rimanendo ancora nella sua stretta forte e gentile. I suoi occhi color della pece erano intensi oltre ogni dire; perché da un po’ di tempo a quella parte i suoi occhi mi sembravano diversi dal solito? Cosa gli stava succedendo? O meglio… Cosa ci sta succedendo?
<< Hai ragione >> sospirai alla fine abbassando lo sguardo, << hai ragione. Tu mi hai dimostrato ampiamente quanto valgo per te. Il fatto è che a me manca passare il tempo insieme come facevamo una volta. Le nostre lunghe chiacchierate, i nostri giochi, le risate… >> continuai fissando i miei piedi, << Insomma, mi manchi tu >>
Inizialmente non disse nulla. Sembrava concentrato e pensieroso, come se non sapesse bene cosa rispondermi. Chiusi gli occhi in attesa. Dopo un po’ mi strinse ancora più forte a sé e con la mano destra cominciò a giocare con una mia ciocca di capelli.
<< Anche tu mi manchi >> soffiò piano alla fine, <<  così come tutte le cose che hai elencato. Mi mancano le notti cupe cariche di pioggia in cui venivi nel mio letto perché avevi paura dei lampi e dei tuoni. Mi manca… Essere spensierato. Insieme a te >>
La sua voce calda e il bel massaggio che mi stava facendo sui capelli mi rilassarono. Mi sentivo bene quando ero con lui e tornavamo ad essere un po’ come quando eravamo piccoli.
<< Misa? >>
<< Sì? >>
Alzai lo sguardo fin quando i nostri occhi non si incrociarono nuovamente: la sua espressione era se possibile ancora più dolce di quella precedete. Continuò ad accarezzarmi i capelli senza dire altro. Mi soffermai sui suoi occhi di quel grigio quasi nero che ogni tanto m’incantava, proprio come in quel momento; occhi così diversi da un altro paio nei quali molto più spesso mi stavo specchiando da un po' di mesi a quella parte. Occhi che mi erano stati vicini senza chiedere nulla in cambio fin dal primo sguardo, occhi dolci e passionali allo stesso tempo. Occhi dei quali mi ero innamorata a prima vista.
“Gli occhi di Light sembrano cioccolato misto a fuoco e sangue. Quelli di L petrolio misto ad acqua…”
Così diversi e allo stesso modo ipnotici. Strano che fino a quel momento gli occhi di mio fratello non avessero destato così tanto la mia attenzione.
<< Non mi abbandonare >> sussurrò L poggiando la mia testa sul suo petto. << Resta con me per sempre >>
<< Cosa? >> chiesi svegliandomi dal momento d’incanto, << Cos’hai detto? >>
Mi sorrise.
<< Niente, tranquilla. Mi è solo venuto in mente il brutto periodo che abbiamo passato qualche settimana fa, e spesso ho tremendamente paura che possa succedere ancora e io non voglio >>
<< Tranquillo, non succederà. Anche perché noi due non possiamo dividerci: siamo i mitici fratelli M.A.L.L, no? >>
<< Oddio, ancora quel nomignolo stupido! >> borbottò con un sorriso alzando gli occhi al cielo.
<< Ehi, Lawliet! Non mi provocare! >> esclamai prendendo a fargli il solletico spingendolo leggermente indietro. Lui dal canto suo provò a pararsi come meglio poté; sapevo quanto lo soffriva perché era esattamente quanto lo soffrivo io, forse anche di più. Non gli ci volle molto però a ribaltare la situazione; quasi subito infatti riuscì a girarmi cominciando a farmi avvicinare al suo lettone. Cominciammo a ridere come due pazzi, proprio come quando eravamo bambini. Era davvero passata un’eternità da quando non ci divertivamo in quel modo.
<< Dai L, basta! Ti prego, non… Non… Ahahahha, non ce la faccio più! Se non la smetti… Ti faccio vedere io! >>
<< Sto aspettando, guarda un po’! >> mi sfidò lui continuando a solleticare sulla pancia e sotto al collo.
Mi ci volle un po’ ma alla fine riuscii a ribaltare nuovamente la situazione in mio favore facendolo atterrare sul letto, immobilizzandolo fermando le sue mani dietro la schiena e schiacciandolo a pancia sotto.
<< Ah ah! Visto? VITTORIA! >> esultai alzando le braccia al cielo imitando il segno di un inchino verso un pubblico invisibile.
<< Non cantare vittoria troppo presto sorellina… >>
Improvvisamente sentii il corpo andare all’indietro per poi cadere con un piccolo tonfo sul materasso morbido e trovarmi subito dopo a pochissimi centimetri dal volto di mio fratello. Lui sbarrò gli occhi sorpreso da quel contatto così intimo anche per noi due; io arrossii di colpo: per la prima volta in vita mia, davvero, ricordai a me stessa che per quanto io ed L ci fossimo sempre comportati come fratello e sorella, in realtà eravamo due individui ben distinti e con assolutamente nessun vincolo di sangue. Già, nessuno.
“Io con L, come una coppi…”
Non riuscii neanche a finire di formulare il pensiero. Era troppo imbarazzante! No, non poteva essere. E poi L si era sempre comportato con me come fanno i fratelli maggiori con le sorelline, no? Protettivo, eccessivamente geloso…
“Ma queste sono cose che fa anche un ragazzo innamorato verso colei che gli piace”.
Maledetta vocina fastidiosa! Perché doveva venire a scocciare? Con frasi del genere, con certi pensieri. No. No. No. No. E NO!
Diamine!
Rimanemmo così per parecchi minuti, entrambi in apnea, finché la mano di L non mi sfiorò quasi timidamente il viso facendomi diventare sempre più improvvisamente e terribilmente calda e bordeaux.
<< Sono proprio fortunato >> mormorò appena alzando leggermente la testa verso la mia, << sono fortunato ad avere a fianco a me una ragazza dolce, forte e bella come te. A volte mi chiedo cos’abbia fatto di così buono d’aver meritato un dono del genere >>
Perché diceva ragazza e non sorella? Ero sua sorella, avevamo deciso così quel giorno al lago. Perché doveva cambiare così di punto in bianco?
<< Cos… Cosa hai fatto per avere una sorella come me >> sottolineai subito voltando la testa dall’altra parte troppo imbarazzata per guardarlo, << perché noi due siamo fratello e sorella, vero L? >>
Rimasi con lo sguardo rivolto altrove anche se con la coda dell’occhio continuavo a lanciare sguardi al volto del ragazzo sopra di me. Come sempre era difficile leggere quali fossero i suoi veri sentimenti, il suo viso si trasformava sempre in una maschera imperscrutabile in quelle occasioni, ma per una frazione di secondo, per un attimo, vidi il suo viso scurirsi appena.
“L, dì qualcosa!”
Perché continuava a stare zitto?
Corrucciò per un secondo lo sguardo per poi tirarsi su e sedersi nella sua classi posizione accovacciata portandosi il pollice alle labbra; classica posa di quando doveva pensare a qualcosa d’importante, su cui si stava arrovellando il cervello, posa che in genere era degna dei suoi casi più oscuri, come quello di Kira. Da precisare era che con me non assumeva mai quell’atteggiamento. Perché adesso sì? Non era una domanda così difficile, in fondo! Doveva solo rispondere…
<< Per il venti per cento >>
Mi alzai sui gomiti per guardarlo sorpresa e spiazzata.
<< Scusa?! >>
<< Noi siamo fratello e sorella per il venti per cento >> rispose semplicemente lui come se fosse la cosa più ovvia del mondo, << non siamo consanguinei, abbiamo scelto noi di esserlo, no?>>
Ma era una risposta sensata secondo lui quella? C’era poco da fare, L era davvero un caso clinico!
La suoneria del mio cellulare mi distolse da quei pensieri, salvandomi. Immediatamente mi tuffai verso la borsa tirandolo fuori. Ma chi poteva essere?
<< Pronto? >> risposi con voce stridula senza guardare chi fosse sul display.
<< Misa, sono Light >>
<< LIIIIIGHT! >> gridai con voce ancora più acuta dando le spalle ad L cercando di non diventare più rossa di quanto già non fossi - anche perchè adesso sì che avevo parecchi motivi per esserlo!, << Come stai? >>
<< Io bene, tu piuttosto >> disse, << hai una voce strana. Va tutto bene? >>
<< Sì, va tutto benissimo! >>
Sì, certo. Come no.
<< Ne sei sicura? >>
<< Sì, sì! Sono passata al quartier generale per salutare mio fratello >> risposi tornando ad un tono semi normale, << dato che L ha deciso di dare qualche ora di riposo ai membri del quartier generale era un’occasione imperdibile per stare un po’ da soli >>
<< Ehi, tu e Ryuzaki da soli. Potrei ingelosirmi >> sussurrò lui semi malizioso, << in fondo non siete veri e propri fratelli >>
Oddio, no! Ora ci si metteva pure Light?!
<< No, ma è come se lo fossimo >> borbottai piccata lanciando un’occhiata fugace ad L, << comunque dimmi. Se mi hai chiamata dev’essere un motivo serio >>
<< Magari mi andava semplicemente di sentire la tua voce >> mormorò dolcemente, << non sarebbe un motivo sufficiente? >>
Le mie gote andarono in fiamme più di quanto già non fossero e iniziai a sentirmi meravigliosamente leggera: mi aveva chiamata solo per sentire la mia voce… Com’era carino… Il cuore galoppava oltre ogni dire e…
<< Misa, ci sei ancora? >>
<< Cosa? >>
<< Non mi rispondevi più >> disse lui con voce dolce dall’altro capo della cornetta, << Comunque, hai detto di essere al quartier generale, giusto? >>
<< Esatto >>
<< Allora ti passo a prendere lì. Ho una sorpresa per te e voglio approfittarne prima che tu possa cominciare le riprese del film >>
<< Una sorpresa? >> chiesi stupita ma eccitata allo stesso tempo, << E cos’è? Cos’è? Cos’è? >>
<< Se te lo dicessi che sorpresa sarebbe? >> replicò lui sempre con la sua voce dolcissima, << Tra una mezz’oretta sono lì da te. Fatti trovare giù, o rischio di mettermi a parlare con tuo fratello del caso Kira >>
<< Va bene, tra mezz’oretta giù all’ingresso del Kappa >> conclusi con un sorriso stringendo il telefono tra le mani, << a tra poco >>
<< A dopo, piccola >>
Piccola?
Se il mio cervello andava per la tangente anche solo pensando a Light, il sentirmi chiamare piccola mi mandò ancora più sulle nuvole.
“Piccola. Mi ha chiamata, piccola…”
<< Misa? Misa?! >>
La mano che L mi stava sventolando di fronte al viso mi riportò alla realtà quasi con crudeltà. Impiegai parecchi secondi per ricordarmi di dove mi trovassi.
<< Cosa voleva? >> chiese semplicemente lui andando a sedersi sulla sua poltrona, accovacciandosi nella sua solita posizione.
<< Cosa voleva chi? >>
<< Kira >> rispose tranquillamente lui prendendo una caramella.
“Kira?”
All’inizio non realizzai che si stesse riferendo a Light, ma non appena tornai lucida le mie mani si strinsero a pugno.
<< Light non è Kira! >> sbottai accigliata parandomi di fronte a lui, << Devi smetterla d’infangarlo così! Lui… Lui mi vuole bene >>
L alzò lo sguardo dalla tazza di thé nella quale aveva già fatto cadere cinque zollette di zucchero.
<< Ne sei convita? Quindi quel particolare della ripresa al bagno dove gira la testa di scatto era dovuto ad un attacco di torci collo. E ovviamente è anche naturale che sia così preciso e perfetto in tutto quello che fa >>
<< Non è colpa sua se è fatto troppo bene >> replicai ironica, << ormai posso dire di conoscerlo, e ogni sua mossa sarebbe una recita troppo ostentata. No, non ci credo >>
“E soprattutto non voglio crederci”.
L continuò a fissarmi per qualche altro istante per poi far immergere altre due zollette di zucchero nel thè.
<< Anche io qualche tempo fa ho pensato che il suo atteggiamento potesse essere una recita troppo ostentata, ma mi chiedo come sia possibile che a me non abbia convito minimamente e te sì, invece >> mormorò portandosi la tazza alle labbra, << O sono io ad essere troppo paranoico, o sei tu quella troppo ingenua da non essersi resa conto di quanto ti stia fregando con i suoi modi perfetti e il suo faccino da figlio di papà, perfetto e pulito >>
<< Penso proprio sia la prima opzione >> ribattei tagliente e offesa incrociando le braccia al petto.
<< Io invece penso che sia la secondo di opzione >> instette lui. <<  Pensi davvero che quelle cose che tu stessa hai notato vedendo il video, siano solo casi isolati? Sei sicura che durante questa assidua frequentazione tu non abbia notato nessun atteggiamento particolare da parte sua? Pensaci bene, Misa >>
Avrei voluto rispondergli immediatamente di sì, senza pensarci troppo, ma per un istante mi tornò alla mente quel giorno in cui io e Light avevamo parlato in macchina dopo aver incontrato Thomas al manga caffè, o quello quando a casa mia aveva ringhiato qualcosa al cestino di frutta e anche lo strano atteggiamento che aveva avuto a Spaceland, quando mi sembrava stesse parlando con una sorta di  amico immaginario.
<< So che probabilmente quello che sto per dirti non ha alcun senso >> continuò L  prendendo la tazza del thè tra le mani, << ma Kira, giocando con i criminali, ha voluto lasciarmi una sorta di messaggio in cui diceva: “L, lo sai che gli Shinigami mangiano solo mele?” >>
Mele?
Per un momento sbiancai. Quel giorno a casa mia, Light si era voltato proprio verso il cestino e dentro c'erano proprio delle mele. Possibile che…?
Perché L doveva farmi venire sempre ottocentomila dubbi? No, Light non era Kira, e quelle erano solo stranissime coincidenze.
<< Kira non farebbe mai capire se è lui da cose simili >> mi ritrovai a rispondere cercando di convincere più me stessa che lui. << Non potrebbe mai farsi scovare in modi tanto stupidi >>
<< Probabilmente hai ragione tu >> concluse secco L, << questa è una cosa che ho pensato sia dall’inizio dell’indagine sia da quando ho visto per la prima volta Light Yagami >>
<< Appunto >>
Rimanemmo in silenzio per qualche istante finché non decisi che era il caso di scendere. Non volevo far aspettare il mio “principe”.
<< Ora è meglio che vada. Light mi aspetta giù >>
<< Sì >> fece L atono, << mi raccomando, pensa a quello che ti ho detto e sii cauta. Non è troppo tardi per tirarti indietro >>
Non risposi. Presi la giacca per poi chiudermi la porta alle spalle.
 
 
Non riuscivo a non pensare alle parole di L. Bastavano poche frasi dette bene per far cedere le mie certezze su Light? Così poco mi fidavo di lui dopo quanto aveva fatto per me? O era solo paura la mia? Paura di cosa poi?! Sentivo il cervello scoppiare seduta su quella maledetta panchina mentre aspettavo il bel moretto.
“La verità è che se tu scoprissi che Light è davvero Kira, come pensa il tuo caro fratellino, non sei così sicura che ne saresti scontenta, anzi!, dopo aver vendicato i tuoi genitori…
<< Oh, sta’ zitta! >> ringhiai a bassa voce prendendo la testa tra le mani, << Uccidere è sbagliato, nonostante il pensiero alla base possa essere giusto. Nessuno ha il diritto di togliere la vita a un'altra persona. È sbagliato, sbagliato, sbagliatissimo! >>
“Nemmeno uno Shinigami?”
Maledetta vocina rompi scatole! Non voleva mica lasciarmi andare in pace, eh? Quant’era fastidiosa!
<< Misa! Sono qui! >>
Nel sentirmi chiamare saltai di soprassalto poggiando una mano sul cuore, poi nel vedere il volto sorridente di Light, inevitabilmente, mi ritrovai a sorridere anch’io e con un’espressione da ebete, per giunta.
<< Scusami se ho fatto tardi, ma c’era un traffico pazzesco >> si scusò lui non appena salii in macchina, << è tanto che aspetti? >>
<< No, ero appena scesa, non preoccuparti. E poi ero presa dai miei pensieri >> risposi continuando a sorridere mentre lui ingranava la prima.
<< Su di me, per caso? >> domandò lanciandomi un’occhiata veloce e un tantino maliziosa che inevitabilmente mi fece leggermente arrossire.
<< Può darsi >>
“Ma non come pensi tu”.
<< Comunque dove mi stai portando? >> feci subito cambiando discorso, << Qual è la sorpresa? >>
<< Sei curiosa, eh? >>
<< Lo sono sempre stata. Mio padre mi diceva che la “curiosità è sintomo d’intelligenza”, quindi, teoricamente, posso considerarmi una persona intelligente. Non trovi? >>
<< A volte può essere pericoloso >> commentò lui, << comunque sì, lo trovo anch’io un fattore che rende intelligenti >>
<< Quindi mi dici dove mi stai portando e qual è la sorpresa? >>
<< Se te lo dicessi che sorpresa sarebbe? >>
Sbuffai incrociando le braccia al petto come una bambina lanciandogli un’occhiataccia. Immediatamente scoppiò a ridere.
<< Dai, non manca molto. Devi aspettare solo una decina di minuti e lo saprai >>
<< Allora va bene >>
Per il resto del viaggio rimanemmo in silenzio, lui con i suoi pensieri e io con i miei: Light era davvero Kira? Allora perché riuscivo a sentirmi bene, tranquilla e al sicuro con lui? Perché mi sentivo avvampare ogni volta che mi guardava e parlava? Ogni volta che pensavo a lui. Probabilmente anche in quel momento il mio viso doveva aver assunto una colorazione color porpora.
Ad un certo punto, Light fece una svolta a destra alquanto brusca, decisamente non da lui, entrando in una piccola stradina stretta e buia.
<< Light, ma dove…? >>
<< Aspetta e vedrai >> fece lui misterioso.
Dopo poco più di due minuti, lentamente, svoltò su un’altra stradina laterale per poi ritrovarci di fronte ad un grande slargo completamente sgombro. Deserto.
“Oddio, ma dove mi ha portata?! Non vorrà mica… No, ma cosa vado a pensare! Non è certo il tipo da fare quella cosa in macchina! Per di più la mia prima volt… No, no, no, no! E poi di testa sua, senza consultarmi… Oddio. Oddio. ODDIO!”
Spalancai ancora di più gli occhi quando lo vidi scendere dalla parte del guidatore per aprirmi pochi secondi dopo la portiera.
<< Scendi >> disse semplicemente.
<< Cosa? >>
<< Scendi e mettiti al posto di guida >>
<< Come?! >> chiesi ancora più sorpresa. Mi lanciò uno dei suoi soliti sorrisi che mi facevano perdere uno o più battiti, come in quel momento.
<< Ti insegno a guidare, per quanto possibile. Forza, sali dalla parte del guidatore >>
Non potevo crederci. Non era possibile! Chiunque altro avrebbe cercato di saltarmi addosso o qualsiasi altra cosa. Lui invece voleva insegnarmi a guidare.
<< Dici sul serio?! >>
<< Per quale altro motivo potrei aver deciso di portarti in un posto come questo, scusa? >>
Con un sorriso ad ottomila denti scesi dalla macchina abbracciandolo, << Grazie, grazie, grazie! >>
<< Non so quanto mi ringrazierai tra cinque minuti >> commentò lui sciogliendosi dall’abbraccio, << sono un insegnate molto severo. Sappilo >>
<< Non fa niente! Anzi, è giusto che tu lo  sia! >>
Salii al posto del guidatore sentendomi potente e felice come non mai. Light si sedette al posto che fino a pochi minuti prima era occupato da me.
<< Allora, ovviamente ti insegnerò le cose basilari, poi ti consiglio di segnarti a scuola guida, va bene? >>
<< Sì, papà >> lo presi in giro continuando ad accarezzare con una certa venerazione il volante.
<< Adesso ascoltami. Quello che proverai a fare oggi è accendere la macchina, farla camminare di qualche metro mettendo la seconda e fermarti ovviamente. Se vedo che sei portata, magari ti faccio mettere anche la terza, ok? >>
<< Assolutamente sì! >>
<< Bene, allora cominciamo >>
 
 
<< Ok, basta così >> borbottò Light dopo  circa un’ora e mezza tirando il freno a mano, << dato l’inizio, sono felice che tu sia riuscita a far fare due metri in seconda a questa povera macchina. Meno male che ho deciso di prendere questo vecchio catorcio e non la volkswagen >>
Abbassai la testa annuendo.
Ero stata disastrosa! E disastrosa era dire poco!
Nonostante Light mi avesse spiegato con esattezza e facilità il funzionamento di motore e frizione, oltre a riuscire a mettere si e no la seconda, avevo quasi rischiato di bruciargli il motorino di avviamento. Lui, poverino, all’inizio aveva provato con calma a spiegarmi come fare ben comprendendo quanto fosse dura imparare, ma poi ero riuscita quasi ad esasperarlo.
<< Mi dispiace >> piagnucolai una volta salita sul sedile del passeggero che mi si confaceva decisamente di più, << ma non credevo fosse così difficile >>
<< Se metterla in moto è difficile… Vabbè. Non fa niente. Ero preparato anche a qualcosa del genere… Ehm, magari non proprio così, però… >>
<< Mi fai sentire in colpa e ancora più stupida di quello che già mi sento! >> scoppiai portandomi le ginocchia al petto, << Per me è una cosa difficile, va bene? Forse la macchina non fa per me! Forse non dovrei proprio imparare! >>
<< Ma cosa dici? >> replicò facendo partire la macchina cominciando a tornare indietro verso la stradina che avevamo percorso all’andata, << Magari eri solo emozionata. Infondo era la prima volta che provavi a guidare, non prendertela. Probabilmente sono io ad essere stato troppo duro. >>
<< Hai fatto bene invece >> borbottai continuando a tenere le gambe strette al petto, << se mi devi insegnare devi farlo bene, senza pensare troppo al ferirmi o meno. Sei stato fin troppo paziente >>
<< Vedrai che la prossima volta andrà meglio >> sorrise Light senza staccare gli occhi dalla strada, << e piano, piano diventerai bravissima! E quando avrai la patente tuo fratello non potrà dirti nulla se non farti i complimenti >>
“L ti spenna se viene a sapere che mi sta dando lezioni di guida”.
L…
Da quando ero salita sul sedile del guidatore pronta per imparare a mettere in moto la macchina, le parole che mi aveva detto L poco prima mi erano scivolate via come se non fossero mai state pronunciate, ma ora eccole tornare a galla prepotenti e accusatorie.

“L, lo sai che gli Shinigami mangiano solo mele?”

Perché la voce di mio fratello mi doveva tormentare così insieme quell’assurdo indovinello? Possibile che Light si fosse fatto avvicinare così facilmente da me solo per arrivare a L? Possibile che in realtà di me non gli importasse niente e che fossi solo uno strumento per arrivare al  suo più acerrimo nemico, nonché mio fratello - ovviamente se fosse stato Kira - ? Perché sentivo il petto bruciare nel petto al pensiero che quelle attenzioni per me non fossero sincere e che quel bacio che ci eravamo scambiati qualche settimana prima potesse essere una menzogna?  Era stato solo un bacio, no?
Affondai la testa nelle ginocchia senza neanche rendermene conto sospirando rumorosamente.
<< Cos’hai? >> chiese il ragazzo accanto a me preoccupato guardandomi appena, << Sicura di non esserti offesa per i miei strilli in macchina? Se è per quelli sono un cret… >>
<< No, no. Tranquillo >> risposi senza alzare la testa, << le lezioni non centrano nulla >>
<< Sicura? >>
<< Sì, sicurissima >>
Rimanemmo per un bel po’ in silenzio. Ormai eravamo quasi arrivata a casa mia, Light aveva appena preso l’uscita dell’autostrada.
Le parole di L continuavano a tormentarmi e con lui anche il messaggio che gli aveva lasciato Kira tramite i criminali, la strana reazione di Light verso il mio cestino della frutta… E ancora il pensiero che io fossi solo uno strumento per arrivare a mio fratello... E poi ancora quel bacio.
<< Sei stranamente silenziosa da quando siamo partiti >> commentò dopo un bel po’ il moretto lanciandomi uno sguardo di sfuggita, << Non stai bene? Dato che non è per la lezione… >>
Non risposi.

“<< Light non è Kira! Devi smetterla d’infangarlo così! Lui… Lui mi vuole bene >>
<< Ne sei convita? >>”

<< Light >> cominciai titubante non appena lui fermò la macchina di fronte al cancello di casa mia, << tu… Tu pensi che gli Shinigami esistano? >> la voce uscì così piano dalle mie labbra che feci quasi fatica a sentirmi io stessa, ma a quanto pare la domanda doveva essere arrivata forte e chiara alle orecchio di Light. Inizialmente rimase in silenzio concentrato sulla guida lasciandomi con il fiato sospeso.
<< Ahahahahahah! Gli Shinigami! >> scoppiò a ridere dopo po’ << Fammi indovinare >> chiese voltandosi verso di me, << Ryuzaki ti ha parlato dei messaggi dei criminali che gli ha mandato Kira,  giusto? Quelli che creavano una sorta di “sfottò” >>
<< E tu come…? >>
<< Me l’ha detto lui. Pensavi che lo sapessi per scienza infusa, per caso? >>
Sembrava sincero. Effettivamente non era difficile pensare che L ne avesse parlato con lui dato che, comunque, sembravano cip e cop quando lavoravano insieme e che spesso, almeno da quanto mi diceva L, viaggiavano sulla stessa lunghezza d’onda.
<< Misa mi dici che ti prende? >>
<< Niente >> replicai abbassando le gambe, << adesso è meglio che salga a casa. È tardi, sono stanca >> aprii la portiera e scesi. Mi voltai guardare il moro salutandolo con la mano.
“Sta con me solo per arrivare ad L, oppure no?”
Mi voltai sentendo una lacrima scendere sulle guancie. Se L mi aveva messo il dubbio e stavo iniziando a pensare questo dovevo farla finita con Light.  Sì, subito. Già così, il solo pensiero faceva troppo male. Non avrei più dovuto vederlo, avrei dovuto inventare una scusa. Magari un nuovo ingaggio all’estero per un po’. Sì, serebbe stata un’ottima scusa e…
Prima che potessi infilare la chiave nella toppa di casa mi sentii afferrare per il polso e voltarmi.
<< Vuoi dirmi che succede? >> Light era lì, serio con la sua mano stretta al mio polso, << Non me la dai a bere così facilmente. Mi ero accorto già da quando ero venuto a prenderti che eri troppo pensierosa, poi vedendoti più o meno tranquilla ho pensato di essermi sbagliato, ma ora sei di nuovo strana. E non dirmi che non è successo nulla perché tanto non ti credo! >> mi fermò prima che potessi parlare << Se fosse niente non avresti motivo di piangere! Voglio la verità! >>
Non risposi. Rimasi ferma e zitta, con le chiavi di casa strette nella mano che cominciavano a tracciare dei solchi facendomi male, mentre cercavo di reprimere quelle lacrime che ormai uscivano da sole e senza controllo.
“Posso dirgli una mezza verità. Non è stupido, sa che non mi metterei mai a piangere solo per un lavoro all’estero. Un conto sarebbe dirglielo per telefono, ma così è impossibile”
<< Fo… Forse non dovremmo più vederci… >> mormorai piano abbassando la testa.
<< Come?! >>
<< Forse sare… sarebbe meglio… >> continuai a stento tirando su con il naso, << Sei un collaboratore di L, non dovrei frequentarti… >>
<< Cosa stai dicendo? >>
<< Io… Noi… Sì è meglio… meglio così… >>
<< Perché dici una cosa del genere? Così di punto in bian… >> allentò un po’ la presa sul polso, poi mi guardò di nuovo facendomi arretrare verso la porta di casa.
<< C’entra Ryuzaki, non è vero? >> le sue parole erano colme di astio, << Che cosa ti ha detto, Misa? Dimmelo >>
<< Light… >>
<< DIMMELO! >> non aveva mai alzato la voce con me e per un momento mi fece paura. << Anzi no, non c’è bisogno che tu dica niente >> fece lui pochi secondi dopo , << ti ha fatto il lavaggio del cervello convincendoti che io sono Kira… Per allontanarci! Cazzo, non credevo che i suoi sospetti su di me fossero tanto gravi. Prima ci ha provato con mio padre, adesso con te… È terrificante! Inoltre con te avrà rincarato la dose data la sua estrema gelosia nei tuoi confronti… E tu giustamente lo stai anche a sentire perché lo consideri come un fratello, anche se non lo è. A pensarci bene potrebbe anche aver provato ad usarti per capire se io sono davvero Kira. Molto astuto Ryuzaki >> commentò ironico sempre più aspramente. << Manovrare quella che chiama sorellina per trovare Kira. Avrei dovuto immaginarlo sin dal principio. Quale ottimo strumento se non tu, il più innocente e…>>
<< BASTA! NON CE LA FACCIO PIÙ! >> sbottai liberandomi dalla sua presa forte, << Possibile che alla fine, per entrambi io debba essere un mezzo per questo caso assurdo? Sono stufa! BASTA! >> gridai con tutto il fiato che avevo in gola, << Siete due deficienti! Due stupidi! Capite solo quello che vi va  di capire, senza pensare ai sentimenti altrui! A ME! >> continuai senza più freni << È vero. L è convinto che tu sia Kira, ma non credo che per te questa sia una novità, o sbaglio forse? E sì, fin dall’inizio ha cercato di mettermi in guardia su di te, probabilmente anche perché sei un altro, geloso com’è, ma nonostante tutto ho continuato ad uscire con te. Anche se all’inizio anche io ero solo presa dalla smania di sapere se tu fossi realmente Kira, non tanto perché m’interessasse davvero, ma per aiutare mio fratello, poi ti ho conosciuto, mi sei stato vicino e tutto è diventato confuso… >> altre calde lacrime continuarono a scendere nel raccontare mentre i pensieri uscivano sconnessi dalla mia bocca, << mi ero convinta che tu non potessi essere Kira, che Kira non potrebbe essere così dolce, affettuoso. Poi, dopo quel che Kira ha fatto per la mia famiglia mi sono anche sentita riconoscente nei suoi confronti, iniziando a pensare che forse non è poi così malvagio e… >>
<< Credo di non seguirti più >> disse Light guardandomi perplesso, << Sei riconoscenti nei confronti di Kira perchè ti ha vendicata. Ok, fin qui ci sono. Ma hai anche detto che non credi che io sia Kira, quindi perchè non dovremmo vederci più?  >>
Sbuffai esasperata. Geni su tutto… Ma non capivano le cose fondamentali.
<< Possibile che tu non riesca a capirlo? Non voglio più vederti perchè non voglio farmi coinvolgere ancora di più da quello che provo per! Perchè ho paura che se in realtà tu fossi Kira, cosa di cui continuo comunque a dubitare anche se un minimo di probabiltà c'è, forse avrebbe ragione L nel dire faresti tanto per me con l’unico scopo di arrivare a lui e… >>
Le sue labbra si posarono sulle mie chiudendo il mio sfogo e le mie paure. Una scossa elettrica mi pervase; non era il nostro primo bacio, ma era come se lo fosse.
Travolgente.
Infuocato.
Passionale.
Paradisiaco e sconvolgente quanto le fiamme dell’inferno.
Non riuscivo più a capire cosa facesse parte di una mia fantasia e cosa fosse reale; era come trovarsi in un’altra dimensione a contatto di un dio pagano.
Il mio.
Dopo non so quanto tempo aprii gli occhi tornando lentamente a riappropriarmi del mio corpo e della mia capacità di raziocinio.
Il ragazzo poggiò la sua fronte sulla mia, sospirando piano.
<< Ti sembra una risposta sufficiente? >> chiese continuando a guardarmi, << Come potrei farti una cosa genere, Misa? Potrei essere così meschino? >>
Mi ritrovai a sorridere nuovamente ubriaca di quella sensazione.
<< Misa >> fece lui avvicinando nuovamente il mio viso al suo più di quanto già non fosse, << io non lo so quello che mi sta succedendo. No ho mai provato niente del genere per nessun’altra ragazza fin’ora. Forse è il destino che ci ha deciso questo, non lo so spiegare… >> il mio cuore martellava sempre più forte, << Misa, credo di essermi innamorato di te >>
Impietrita.
Contenta.
Sconvolta.
Felice.
<< Light… >>
<< Anzi, non lo credo solamente. Io sono innamorato di te. E non voglio che le stupide congetture di tuo fratello possano allontanarti da me. Non posso permetterlo >>
Le sue parole mi stavo rendendo ancora più ubriaca di quanto non fossi già. Sentire il suo respiro così vicino alle mie labbra non lasciava spazio ad altro se non ad una sensazione di farfalle allo stomaco. Di pelle d’oca.
Mi ritrovai ad allungarmi verso il suo viso e ad eliminare nuovamente quella distanza che ci separava. Non volevo più staccarmi da lui. In quel momento realizzai che lui era il mio tutto che con nessun altro avrei potuto provare quel mix di sensazioni così forti ed eccitanti. Le sue emozioni erano le mie.
I nostri baci cominciarono a diventare qualcosa di più profondo mentre Light aderiva perfettamente al mio corpo e io lo tiravo a me circondando il suo collo con le braccia. Ogni qual volta che ci staccavamo per riprendere fiato mi sembrava invece di perdere il respiro, di avere fame.
La suoneria del  suo cellulare distrusse l'incanto del momento. Riluttante, molto riluttante, abbandonò le mie labbra per rispondere.
<< Pronto? Ah, sei tu papà. Che c'è? >>
Lo fissai per tutto il tempo scorgendo sul suo viso un'ombra scura a mano a mano che ascoltava la conversazione.
<< Veramente io... >>  provò a dire, ma probabilmente venne interrotto.  Mi lanciò un'occhiata indecifrabile:
<< Va bene, ho capito. Datemi solo il tempo di arrivare. Ciao >>
Chiuse la comunicazione e rimise in tasca il cellulare, mentre io cercavo di capire cosa volevano dire quelle occhiaie che mi aveva lanciato pochi istanti prima.
<< Era mio padre >> sospirò lui prendendo le mie mani tra le sue, <<  mi ha chiesto di andare al quartier generale. Ha detto che Ryuga vuole la mia opinione su qualcosa che ha trovato e potrebbe aiutarci nelle indagini >>
<< Giusto le indagini... >> riuscii solamente a dire.
Mi scoccò un ultimo bacio a stampo sorridendo mesto per poi avviarsi alla macchina parcheggiata sul vialetto di casa mia. Aveva fatto si e no tre passi, non era ancora salito in macchina, ma già sentivo mancarmi la terra da sotto i piedi senza di lui. Incredibile quanto fosse stato semplice ascoltare e capire ciò che il cuore stava tentando di gridarmi da mesi.
<< Aspetta! >> la voce uscì da sola e le gambe anche si mossero per volontà loro verso di lui, << non andare via >> sussurrai fermandomi a pochi centimetri da lui, << resta con me solo un altro po’ >>
<< Misa non pos… >>
<< Per favore >> implorai abbassando lo sguardo, << non ti tratterrò a lungo, te lo prometto. Ma ora stai con me >>
Rimasi con la testa bassa in attesa. Non passò molto tempo e sentii la sua mano sinistra stringere la mia destra per poi ritrovarmi nuovamente stretta tra le sue braccia. Rimanemmo così per un bel po’, non so quanto, ma mi bastava. Mi bastava sapere che ero la cosa più importante. La sua mano percorse velocemente il profilo del mio corpo fino ad arrivare al mio viso. Quel semplice contatto mi fece provare un piacevole brivido lungo tutta la colonna vertebrale che non avevo mai provato con nessun altro ragazzo in tutta la mia vita. Una scarica elettrica fortissima che arrivò a smuovere qualcosa di più profondo in fondo alla mia anima. Le sue labbra tornarono a posarsi sulle mie, questa volta più lente e meno irruenti. Dolci.
Senza staccarmi da lui feci qualche passo indietro fin quando non sentii la porta dietro di me come poco prima. Non so come inserii la chiave nella toppa di casa e riuscii ad aprire la porta entrando e nel farlo feci cadere le chiavi sul pavimento insieme alla mia borsa.
Il bacio piano, piano cominciò a farsi nuovamente acceso, se possibile più del primo che ci eravamo scambiati. Nonostante tutto però, Light continuava ad essere in ogni suo movimento sempre più delicato.Era perfetto come in tutto quello che faceva.
Lentamente ci avvicinammo, percorrendo in maniera non proprio normale il piccolo corridoio, alla mia camera da letto. Non riuscivamo più a staccarci. La mia mente ormai era andata alla deriva facendo emergere una parte di me fortemente eccitata che non credevo di avere. Niente era importante se non Light.
Io lo volevo in tutti i sensi e con tutta me stessa volevo essere sua e di nessun altro.
Era il momento giusto, nel posto giusto, con la persona giusta.
Ci staccammo a guardarci entrambi con il fiato corto: i suoi occhi erano lucidi, sembravano brillare e sicuramente i miei stavano facendo lo stesso a giudicare dal sorriso che gli si stampò sul viso mentre mi passava nuovamente una mano sulla guancia.
<< Sei bellissima… >>
Arrossii.
<< Light >> iniziai abbassando gli occhi imbarazzata, << Io non so cosa mi stia succedendo, ma ti voglio e voglio essere tua. Solamente tua, perché… Perchè ti amo >>
Tre parole. Quelle che non credevo che sarei mai riuscita a pronunciare in vita mia, eccole lì, vibranti nell’aria. Erano uscite fuori spontanee, come se la cosa più naturale del mondo, perché, di fatto lo era.
Ero nata per amarlo.
Per parecchi istanti rimase fermo con un’espressione indecifrabile stampata sul volto, la mano ancora posata sulla mia guancia bollente, poi mi strinse a sé. Fortissimo. Poggiata con la testa sul suo petto potevo sentire il suo cuore battere impazzito.
<< Misa… >>
Mi allontanò leggermente da sé per baciarmi di nuovo qualche istante dopo come solo lui sapeva fare.
Non c’era bisogno di dire niente. Mi stese sul letto continuando ad accarezzarmi e baciarmi ovunque e tutto quello che doveva succedere successe.
Passione, delicatezza, follia, bestialità, possesso, libertà, amore insieme in una danza di carezze e sospiri.
Lui aveva messo il suo marchio su di me e io il mio su di lui.
Dopo esserci amati tanto, crollai tra le sue braccia calde e forti, ma prima che potessi abbandonarmi completamente, felice come non lo ero mai stata, le sue parole fecero scoppiare maggiormente il mio cuore di una gioia indescrivibile.
<< Ti amo. Ti amo davvero… >>
 
 
Purtroppo il risveglio non fu bello; la fastidiosissima suoneria del cellulare mi fece spalancare gli occhi. Allungai il braccio verso destra pensando di sentire la presenza di Light al mio fianco, ma non c’era. Spalancai gli occhi.
"Cacchio, ho sognato tutto!"
Ma non era stato un sogno; voltandomi verso il suo posto notai che era poggiato sul cuscino un bigliettino bianco con posata sopra un girasole.
 
“Perdonami se vado via prima che tu possa svegliarti, ma devo scappare al quartier generale prima che chiami nuovamente mio padre. Sei troppo bella mentre dormi con questo sorriso stampato sulle labbra e non voglio disturbare il tuo sonno. Non riesco a credere che nonostante tu sia ancora di fronte a me già mi manchi. Quello che è successo oggi pomeriggio è stato… Sei la cosa più bella che mi sia mai successa. Non vedo l’ora di rivederti.
Light”
 
Sospirai portandomi il girasole al naso. Aveva un profumo meraviglioso, non come il suo, ma davvero buono. Chissà dove l’aveva trovato. Riusciva sempre a stupirmi e  a farmi arrossire. Inoltre se pensavo a come avevamo passato il pomeriggio…
“Ora capisco perché chi fa l’amore è sempre così felice e rilassato”.
Non riuscivo a descrivere le sensazioni appena vissute, era tutto troppo magico e bello… Light poi poteva essere paragonato ad una statua in quanto a bellezza. Un dio greco perfetto, dal fisico asciutto, con spalle larghe e…
Arrossii di colpo ripensando a come ci eravamo toccati, baciati e sfiorati.
Il mio Light…
Il mio telefono prese nuovamente a suonare impazzito riportandomi brutalmente alla realtà. In momenti come quello avrebbe dovuto sparire! Allungai il braccio verso il comodino guardando sul display chi poteva rompere alle nove di sera passate.
“L?”
<< Pronto? >>
<< Finalmente! >> sbottò con fare irrequieto e scocciato, << Ho provato a chiamarti un sacco di volte! Perché non rispondevi? >>
<< Stavo dormendo >> dissi semplicemente alzandomi tendomi la coperta sul seno, << è successo qualcosa? >>
<< Stavi dormendo? >> chiese lui sorpreso, << Ma tu non dormi mai di pomeriggio >>
<< Ogni tanto può capitare, no? >> ribattei alla svelta cercando di non destare sospetti, << Comunque non rispondere ad una domanda con un'altra domanda . Cosa c’è? >>
<< Niente di che. Volevo solo sentirti, tutto qui >> bofonchiò lui. Sentii distintamente il rumore di più zollette di zucchero immerse in qualche bevanda. << Ti va di venire qui da me in albergo? Sono da solo, ho mandato i membri del quartier generale a casa >>
Inarcai un sopracciglio sorpresa, << Ma come, non eri tu quello che diceva che cira non va in vacanza e che bisogna "indagare, indagare, indagare"? E poi, scusa, li hai fatti andare via per tre ore, li hai fatti tornare... E li hai rispediti a casa? >>
Non era un comportamento molto alla L.
<< Già, oggi non ho voglia di lavorare >> disse atono continuando ad immergere zollette di zucchero, ne avevo contate almeno altre cinque, << mi sono reso conto che probabilmente hai ragione tu. Tartassarli senza dar loro mai un giorno di licenza non porta a niente. E poi probabilmente serve anche a me. Ho bisogno di una torta di fragole della mia sorellina >>
<< E come faccio a fartela? >> urlicchiai nella cornetta avviandomi al bagno, << A saperlo avrei comprato le fragole oggi pomeriggio e te l’avrei fatta! Adesso è tardi e i supermercati sono… >>
<< Ho pensato a tutto: ci ha pensato Watari a comprare tutti gli ingredienti. ho voglia di vedertela fare, come quando eravamo bambini >>
Sorrisi  a quelle parole: a modo suo sapeva essere davvero affettuoso.
<< Ok, allora dammi il tempo di farmi una doccia e ti raggiungo con la metro >>
<< No, ti mando Watari. Tra dieci minuti è da te, quindi fatti trovare pronta >>
<< Come mai tanta fretta? >> domandai sorpresa.
<< Perché sì >>
“Ma che risposta è?”
<< Va bene >> risposi incerta e prima che potessi farlo io e senza salutare attaccò.
Non c’era che dire: come sapeva essere affettuoso, sapeva essere anche davvero strano talune volte.
 
 
<< Eccoci qua! >> esclamai entrando dentro la suite di mio fratello, << Pronto a giocare alla prova del pasticcere? >> chiesi posando il giacchetto sul divano.
<< Io sono sempre pronto >> commentò lui voltandosi verso di me. Notai che aveva le occhiaie ancora più pronunciate che nel pomeriggio. Possibile?
Lo presi sottobraccio con un sorriso trasportandolo nella parte di camera adibita a “cucina”.
<< Eddai, L! Potresti metterci un po’ più d’entusiasmo! Infondo sei stato tu a chiedermi di fare questa benedetta torta di fragole, no? >>
<< Giusto, giusto >>
Quando entrammo in quella mini "cooking area" mi resi conto che nonno Wammi aveva aggiunto al fornelletto da campo un piccolo forno, appositamente per l'occasione probabilmente.
<< Allora, cominciamo? >> domandai con un sorriso legando i capelli in un’alta coda di cavallo. << Vediamo… Ah, qui ci sono le fragole, qui la farina… Qui c’è il burro, ottimo! L dov’è la bilancia? Ah, no eccola >>
Presi tutto l’occorrente, pesai tutti gli ingredienti e cominciai a preparare la torta facendomi passare di tanto in tanto gli ingredienti da L.
<< Prima Yagami aveva la testa parecchio tra le nuvole oggi >> disse d’un tratto con fare innocente e disinteressato, mentre io con minuziosa attenzione aggiungevo la farina all’impasto, << mi chiedo davvero dove avesse la testa >>
<< Chi lo sa? Magari era solo impensierito per l'indagine. Sai quanto ci tiene a risolverlo >> risposi disattentamente aggiungendo il latte.
<< Inoltre è arrivato parecchio tardi quando in genere è molto puntuale >> continuò L.
<< Può capitare. Mi passi la teglia, per favore? >>
L non se lo fece ripetere due volte e mi passò l’utensile.
<< E pensare che l’avevo fatto chiamare, ovviamente sotto mio ordine, dicendogli che avevamo bisogno di lui e invece di arrivare subito, come ci aveva assicurato, abbiamo aspettato per ben tre ore. Inoltre era stranamente disordinato >>
<< Uhm, uhm… >>
<< Che sorpresa ti ha fatto? >>
<< Cosa? >>
<< Ma come cosa? >> sbottò spazientito L alzando gli occhi al cielo, << Yagami! >>
<< Yagami cosa? >> chiesi voltandomi dandogli finalmente le dovute attenzioni, << Io non so niente del sovraintendente Yagami >> risposi placidamente versando l’impasto nella teglia.
<< Infatti non sto parlando del sovraintendente! >> il mio fratellone era stranamente agitato, come mai l’avevo visto, << Sto parlando di Light! >>
In un frazione di secondo la mia mente compose tutte le domande che mi aveva posto dando loro un senso. Era ovvio che stesse parlando di Light.
<< Ma… Ma no, niente di che… >> farfugliai iniziando a sentire caldo, << Mi… Mi ha fatto… Ha visto quanto mi piacciono i manga e mi ha portata in una nuova fumetteria che hanno aperto vicino a casa m… >>
<< Misa, sei una pessima bugiarda >> sospirò lui strappandomi la teglia dalle mani, << tanto sai che se non me lo dici tu lo scoprirò da solo. E poi non pensavo che avessimo segreti, specialmente dopo che ti ho permesso di lavorare al coso Kira con me >>
Io stavo diventando sempre più rossa.
“Cosafaccio?Cosafaccio?Cosafaccio?Cosafaccio?Cosafaccio?Cosafaccio?”
<< Ok >> feci alla fine non riuscendo a pensare a nessuna buona scusa convincete. Tanto prima o poi l’avrebbe scoperto comunque proprio come aveva detto lui e magari anche nel peggiore dei modi.
<< Lightmihaportatoinunoslargoisolatoperinsegnarmiaguidare >> dissi velocemente sperando che avesse capito la metà di quello che avevo detto.
<< COSA? >>
Speranza vana. Purtroppo il suo cervello aveva capito alla perfezione come al solito.
<< E poi… >>
<< C’è anche un poi?! >> gridò aprendo il fornetto con foga.
<< Abbiamo fatto l’amore >>

To be continue...




... Avanza in punta di piedi sperando di passare inosservata
... Ops, beccata!
Ciao ragazze! Non so davvero come scusarmi per questo ritardo apocalittico, ma credetemi se vi dico che ho avuto dei mesi a dir poco allucinanti (e questo è forse il peggiore! ;__________; aiutooo!!)!
Io sapevo perfettamente cosa scrive (il come un po' meno), ed è da quando avevo finito l'altro che immaginavo la fine di questo capitolo con questa frase finale (quindi potete anche immaginare da quanto tempo è che volessi far... Unire Misa e Light xD).
Probabilmente con questo capitolo mi sono giocata l'amore di molte (se non TUTTE) fan di L xD Sapevate che era una LightxMisa quindi sono giustificata, no? xD Non c'è molto da commentare sul capitolo, penso si descriva bene da solo :) Light è davvero innamorato di Misa, oppure ha ragione L e la cara biondina è finita dritta, dritta nella sua rete? E cosa farà ora il caro detective?
Perdonatami ancora per questo immenso ritardo ragazze! Davvero, scusatemi tanto!
Un grazie a tutte le mie recensitrici preferite come sempre:  Rika, Pazzabest, Jade, LABESTIAPAZZA, Princess Serenity,  Eli Pazzoide, Yuuki B, Mione 1986, Saretta, Nameless, Marie Cullen, nan96.
Grazie di cuore davvero anche a chi legge senza commentare.
Spero che nonostante il ritardo ritardissimo continuerete a seguirmi e spero (vivo di speranze ormai, quando si tratta di scrivere) di non far passare tutto questo tempo o più tempo.
Come al solito perdonatemi anche se doveste trovare degli errori. Presto passerò al vaglio tutti i capitoli rendendoli più corretti e con meno errori possibili!
Un bacio a tutti!
P.S: vi lascio il link di uno dei fattori che mi ha impedito di aggiornare in tempi brevi (mi raccomando NON aprire con explorer xD). Piano, piano aggiungerò roba, quindi se vi piace passate anche tra qualche tempo :) martykicosplay.net
Spero vi piaccia!
Marty!
   
 
Leggi le 10 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Death Note / Vai alla pagina dell'autore: martyki