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Autore: Nena blue    31/05/2012    1 recensioni
Elena, Jessica e Elena, tre ragazze di diciassette e diciotto anni, amiche dalla prima media, stessi sogni, stessa passione per 1D. Un semplicissimo acquisto cambierà la loro vita, in un modo che sembrava impossibile per loro.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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8 dicembre. Non posso dimenticare che data è... apro e chiudo velocemente gli occhi, per svegliarli dal sonno. Mi sporgo dal letto per vedere l’ora sul mio orologio sul comodino. Le 8:30. Mi alzo, prendo una felpa e mi affaccio alla camera dei miei. Stanno ancora dormendo, vedo le loro teste sui cuscini, le coperte tirate su fino alle orecchie. In silenzio vado in cucina, mi prendo la bottiglia del latte, una tazza e faccio colazione coi biscotti. Non le Gocciole! Prendo il cellulare e mando un messaggio a Jessica.
“Ciao maggiorenne!! Dio quanto ti invidio... se non fossi più grande addio vacanza da sole in Inghilterra... menomale sei vecchia! xD volevo essere la prima a farti gli auguri, ce l’ho fatta?? Cos’hai intenzione di fare per festeggiare? Io e la Nena abbiamo già messo da parte i soldi per l’estetista, quando vuoi ci andiamo tutte insieme! Rispondi quando puoi, e non me ne frega nulla se ti ho svegliato presto! xD che amica eh?! Bacioni, e auguri! :*”.
Invio. Cavolo, penso, è passato davvero così tanto tempo? Inzuppo i biscotti nel latte caldo, mi aiuta a pensare. Guardo fuori dalla finestra. Il cielo è molto chiaro, che abbia voglia di nevicare?? Magari, penso. Come quella settimana bianca in terza media, con la classe. Il mio primo vero bacio, anche se solo a stampo. Con quel famoso Federico. Così bella quella serata... un bacio sotto le stelle della montagna, seduti praticamente sulla neve... peccato che la sera dopo mi abbia lasciata, per mezzo di un ragazzo con cui aveva parlato sì e no un’ora in tutta la sua vita. Mi ricordo che quella sera fu la  peggiore dell’anno. All’inizio feci la disinvolta, per mantenere una certa dignità, ma poi non ce l’ho fatta. Sono scoppiata a piangere e a contrarmi sul letto disperata. Io credo di aver pianto per almeno tre quarti d’ora senza smettere, e le mie amiche che cercavano in tutti i modi di consolarmi, ma che dall’altra parte avevano un po’ paura della mia reazione. Ho continuato a farmi piacere quella fava fino a quando non mi sono innamorata del cugino di Jessica, Andrea, conosciuto per caso sull’autobus. Per me è stato amore a prima vista, per lui non proprio, ma dopo un po’ di tempo che ci sono uscita, per “conoscerci meglio”, mi ha mostrato il suo interesse, e siamo stati insieme quattro mesi, nonostante i due anni di differenza. Sono stata davvero bene con lui, era un ragazzo dolcissimo e simpatico, anche carino! Uscivamo spesso, io lo andavo a prendere a scuola, con la scusa di prendere una mia amica. Ci siamo scambiati molti baci, e lui era davvero tenerissimo, delicato, protettivo. È stato il mio primo amore serio, all’età di quindici anni. Poi, sempre molto cortesemente lui mi ha detto che non poteva più funzionare. Le nostre uscite erano sempre meno, i baci sempre meno appassionati, i messaggi carini meno frequenti. Era finita. Ma non male. È stata una decisione comune, quella di finirla lì. Ogni tanto ci rivediamo, a casa di Jessica, o a scuola sua. Ci salutiamo, ci chiediamo come va e ci risalutiamo. Ci limitiamo a questo, e un po’ mi dispiace, non sincera... Siamo cresciute così tanto da quando ci siamo conosciute, io Elena e Jessica. Abbiamo avuto momenti difficili, separazioni, la nostra non è stata un’amicizia sempre stabile, ma proprio per questo credo di poter dire che siamo più forti insieme rispetto ad altre ragazze. Il suono del cellulare mi fa trasalire. Guardo il display, “nuovo messaggio da: Jessica”.
“Sì, ce l’hai fatta!! Sei stata la prima a farmi gli auguri!!! Graaaaazieeeeee!!!!! Non vedo l’ora di festeggiarlo con voi! Pensavo a una gita alla casa al mare da me, a Follonica. Lo so che è inverno e sembra che voglia nevicare, ma non ci vi ho mai portate, e avremmo la casa tutta per noi!!! Vorrei partire oggi prima di pranzo, fino a domani, ho già chiesto ai miei, per loro è okay. Chiedi ai tuoi e poi dimmi! Spero di siiii!!!! <3 grazie mille degli auguri, ti voglio bene! :*”. Bella idea, andare al mare. Anche se è inverno ci divertiremo lo stesso, penso. Le corse in spiaggia non hanno stagioni! Penso felice. Menomale che col passare degli anni i miei genitori mi lasciano più libera, non faranno storie per un giorno al mare a Follonica. Sento la porta del corridoio tra la cucina e le camere aprirsi e poi vedo mio padre arrivare, con gli occhi strizzati per la luce bianca del cielo.
:- ‘Giorno...- mi fa, grattandosi la testa ancora intontito.
:- Buongiorno!- io ricambio con tutt’altro tono.
:- Ho dei progetti per il weekend- gli dico mentre metto in tavola biscotti, latte, pane, burro, marmellata e altro per la colazione dei miei genitori.
:- Cioè?- mio padre si interessa. In quel momento entra in cucina anche mia mamma. Meglio, così potrò informare tutti e due del mio fine settimana, penso.
:- Ciao mamma, stavo dicendo a papà che ho dei progetti per oggi e domani. La Jessica compie diciotto anni oggi, pensava di festeggiare con me e la Nena nella sua casa al mare, a Follonica. Da oggi prima di pranzo a domani dopo pranzo.- li guardo speranzosa. Si guardano, sorridono.
:- Puoi andare, tranquilla! L’importante è che non torni malata!- mia mamma, sempre un po’ troppo apprensiva. Li abbraccio. Non è sempre stato così, in famiglia, quando ero più piccola litigavamo molto di più, avevo molta meno libertà, era tutto più difficile. Ora per fortuna le cose sono migliorate, devo riconoscere di essere più rilassata, felice. Mando un messaggio di conferma a Jessica. Lei mi risponde dicendomi di presentarmi davanti a casa sua verso le 11:30 – 12:00 con un pigiama pesante, libri di studio, soldi. Ci accompagna in macchina un amico di famiglia, che ci riprende il giorno dopo, come stabilito. Sarà un bel compleanno, penso, non movimentato ma bello! Preparo le mie cose e mi faccio una doccia calda. Mentre mi sto asciugando i capelli mio padre mi dice da dietro la porta del bagno
:- Sbrigati! Sono le 11:10, poi fai tardi come al solito!- sbuffo contrariata. Finisco in fretta di vestirmi, soliti jeans e maglietta, con felpa pesante . Afferro le mie cose, saluto i miei, metto le cuffie del mio mp3 (canzoni? One Direction!) e giù, di nuovo in uso la mia bicicletta. Non ho mai preso il motorino, i miei non me l’hanno permesso. Forse per il mio diciottesimo se ne parlerà. Mi è sempre pesato molto, ma almeno la mia ferraglia arrugginita in confronto ai motorini dei miei amici non inquina per nulla, e mi fa fare un sacco di ginnastica! Questi pensieri mi consolano sempre. Il freddo oggi è, se possibile, ancora più pungente. Accidenti, penso, se il freddo di Firenze mi da fastidio, come faccio con quello di Londra? Devo assumere un’espressione particolarmente preoccupata, dato che un bambino che passeggia tranquillo con la sua mamma appena mi vede straluna gli occhi. Rido. Ho un buon rapporto con i passanti di Viale ____________, penso, ogni giorno ne vedo una nuova! Finalmente, percorso il sottopassaggio per arrivare a casa di Jessica, posteggio la bicicletta, la al lucchetto e suono al campanello. Anche questa volta non mi risponde nessuno, solo il suono del portano che si apre. Boh, penso, se continuano così fanno entrare anche i ladri, tanto non chiedono mai “chi è”! Entro in casa.
:- Ciao...- dico circospetta, non vedendo nessuno venirmi incontro. Poi la sagoma slanciata di Jessica mi appare a pochi metri da me.
:- Aaaaaaaahhhhhh!!!! Oddio Jessy, tanti auguriiiii!!!- le salto addosso e la abbraccio. Sento la sua stretta di ricambio sul torace.
:- Grazie... non sai quanto mi sembra incredibile!- ci sciogliamo dalla stretta e andiamo in cucina, ad aspettare che arrivi Elena. Parliamo del più e del meno. Wow, penso in continuazione, Jessica, quella Jessica che appena tre anni fa si rifiutava categoricamente di mettersi magliette attillate, mettersi in costume o cambiarsi per fare palestra a scuola davanti a noi, quella Jessica che adesso è maggiorenne, può fare quasi tutto quello che vuole, può prendersi la patente e la macchina! Mi emoziono, la abbraccio ogni due secondi. Il tempo passa, e Elena ancora non si vede. Guardo l’orologio, le 12:15. Jessica decide di chiamarla al cellulare.
:- Pronto? Nena dove sei? Noi ti stiamo aspettando qua... se tra poco non ci sei ci tocca rimandare!- la solita impazienza di Jessica. La vedo fare facce scocciate e strane.
:- Okay, a dopo- attacca.
:- Dov’è?- chiedo io.
:- Ancora a casa sua, ha fatto la doccia e ci ha messo più del previsto.- risponde scocciata.
:- È qui tra dieci minuti.- continua. Chiama il ragazzo che dovrebbe accompagnarci e gli dice di venire un pochino dopo. Dal sospiro che trae capisco che il nostro “macchinista” ha accettato. Aspettiamo. Parliamo. Sgranocchiamo. Parliamo di nuovo. Finalmente suona il campanello, Jessica non risponde, ovvio, penso. Elena arriva, lo sguardo da cucciolo impaurito, in effetti è spaventata dalla reazione che potrebbe avere Jessica. Ma per fortuna la fretta la salva. Subito dopo infatti suona il citofono un’altra volta. Ora Jessica risponde. È il ragazzo che ci accompagna. Salutiamo la mamma e la sorella di Jessica e ci dirigiamo alla macchina. Un bel ragazzo sui trenta ci sorride dal posto di guida. Ci fa sedere e spegne la radio.
:- Ciao ragazze, io sono Marco.- si presenta, sfoderando i suoi trentasei denti bianchissimi.
:- Ciao, io sono Elena, e lei è Elena.- dico io, ridacchiando.
:- Okay, tu – mi indica – per me sei Elena Bionda, e tu – indica la Nena – sei l’Elena mora, okay?- ci sorride di nuovo. Sembra simpatico, penso. Finalmente partiamo, chiacchieriamo ascoltiamo la musica, è un viaggio piacevole. Questo Marco lavora come manutentore di acquari, subacqueo, e spesso lo chiamano da Genova, per operare. Ovviamente è un lavoro part-time, e per il resto del tempo fa il cameriere in una trattoria nel centro. Ci racconta delle sue avventure nelle vasche degli acquari in cui è stato. È meraviglioso sentirlo parlare di tutti quei pesci che gli girano intorno quando scende in profondità, il modo in cui descrive le sensazioni, le emozioni. Sì, penso convinta, è proprio un ragazzo interessante, peccato abbia più di dieci anni più di me! Il tempo vola, parlando del più e del meno e presto arriva il momento di salutarsi, arrivate a destinazione. Ringraziamo molto e ci diamo appuntamento al giorno dopo, verso le tre del pomeriggio, sempre davanti alla casa dei genitori di Jessica.
:- Marco è davvero simpatico!- dico. Jessica annuisce.
:- È il figlio di amici di mia madre. In realtà ci doveva un favore del genere, così è stato contento di risaldare il debito.- ci sorride maliziosa. Arrivati in casa di Jessica appoggiamo le nostre cose nell’ingresso, accendiamo riscaldamento, elettricità e il camino, indispensabile! Ci sediamo vicino al misero fuocherello che siamo riuscite ad accendere con diecimila fiammiferi e della carta di giornale. Parliamo ancora un po’ di Marco e delle sue esperienze. Poi il mio stomaco produce un rumore imbarazzante. Mi viene in mente una cosa.
:- E il cibo?!? Chi l’ha portato?? No ditemi che ci tocca andare LA FUORI a comprarne!- sbotto preoccupatissima.
:- No no tranquilla, ho portato io il necessario fino a domani. Guarda.- Jessica mi mostra la sua borsa. Tiro un sospiro di sollievo. La mia amica tira fuori un pacco di pasta, un vasetto di sugo, una confezione di petti di pollo, una di cotolette, frutta, verdura e biscotti.
:- Et voilà! Dite che è abbastanza?- ci guarda. Alla vista di tutta quel cibo lo spirito animale che c’è in me si scatena. Afferro tutto e lo porto in cucina. Le ragazze mi seguono ridendo.
:- Io ho troppa fame, che ne dite di mangiare ora?- propongo con sguardo supplichevole.
:- Mozione accolta!- Elena sorride. Prepariamo la pasta e i petti di pollo. Il profumo riempie la cucina, a quel punto impazzisco. Menomale che la pasta è subito pronta. Scolata e condita, messa nei piatti e subito messa nel mio stomaco. Non tutta, ovviamente. Le ragazze mi guardano mezzo schifate mezzo divertite.
:- Ma sembri un maiale!- Jessica ride come una matta.
:- Una cosa è certa, tu, se fai così tutte le volte che hai fame, con me in Inghilterra a convivere con i One Direction non ci vieni!- Elena mi butta un fusillo in testa. Decido di non ricambiare, per evitare una “guerra di pasta”. Finiamo di mangiare, laviamo i piatti e ci rimettiamo davanti al fuoco.
:- Allora quanto manca alla partenza?- Elena si rivolge a noi.
:- Una settimana precisa. Abbiamo una settimana per farci belle e poi partiamooooo!!!- ci abbraccia. Wow, penso, una settimana e basta?!? Sono sollevata però, in questo mese mi sono data da fare, ho fatto più corsa del solito e sulla bilancia l’ago è sceso di una tacchetta e mezzo, almeno ho rispettato la tabella di marcia! Ora ci mancano la ceretta e l’abbronzatura, non la lampada però, sempre stata contro. Ci dovremo arrangiare col sole disponibile, penso, tanto non credo che i ragazzi saranno molto più scuri di noi, col tempo che c’è in Inghilterra! Decidiamo di guardare la televisione, ma la pancia piena, il fuoco che scoppietta, la trasmissione noiosa ci fanno cadere in un sonno profondo. Addirittura mi ritrovo a sognare. Sogno di arrivare in Inghilterra, vedere il furgoncino dei ragazzi che ci suona il clacson. E poi vedo lui. Il mio sogno.  





Spazio autrice
ciao ragazze! scusate il ritardo, ma non ho avuto troppo tempo! spero che questo capitolo vi piaccia. anche se non è particolarmente significativo, nelle ultime righe si comincia a capire che tra i cinque ragazzi ce n'è uno che Elena preferisce. chi sarà? eh, vi resta solo leggere il seguito! tranquille, anocra un capitolo e poi si parte! spero che la mia f.f. vi piaccia, leggete e recensite, vi prego! lo ripeterò all'infinito: accetto critiche, consigli ecc, voglio solo sapere cosa ne pensate! <3 a presto!
Nena blue ;)
  
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