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Autore: Drake_o    31/05/2012    5 recensioni
Harry avvertì uno strano calore appena notò la mano di Draco, i suoi occhi umidi e la matita nera che colava in righe verticali sul suo viso. Si morse un labbro, trattenendo un sorriso.
-*-
La notte di Halloween succede qualcosa che forza i due ragazzi ad una estrema intimità. Ma non è così facile cambiare le cose da un giorno all'altro. Dopo quella notte Harry comincia ad approfondire il suo sguardo su Draco e scopre molti segreti. Harry trascina anche i suoi amici in questa sua impresa, ma non senza conseguenze.
-*-
La storia inizia il 31 Ottobre del terzo anno di Hogwarts. I Protagonisti hanno 13/14 anni.
-*-
(Sul mio profilo c'è una nota esplicativa sul tema di questa storia.
L' Omorashi)
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Autore: Drake_o
Beta: Boann
Genere: Avventura, Erotico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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Sono particolarmente affezionata a questo capitolo e soprattutto a quello successivo. :)
buona lettura!
 
Trad Titolo: Ragazzi Perduti
 
 
 
 
 
 
 
Capitolo Quattordici
 
Lost Boys
 
 
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Da ciò che vedo, sei magnifico
combatti il male con tutto ciò che fai
ogni tuo gesto è spettacolare
non posso fare altro che stare qui sdraiato e amarti.
Da ciò che vedo sei terrorizzato
la diffidenza ti scorre attraverso
il tuo sorriso nasconde qualcosa di doloroso
mi fa restare sdraiato qui ad amarti.
Da quello che faccio ricevo la sensazione
che potresti essere lì sdraiato e amarmi anche tu.
 
From what I've seen, you're magnificent
You fight evil with all you do
Your every act is spectacular 
It makes me lay here and love you

From what I know, you're terrified 
You have mistrust running through you 
Your smile is hiding something hurtful 
It makes me lay here and love you

I have a feeling from what I do 
That you might lay there and love me too

(The P.o.S.: Lay and Love)
 
 
Taschino
 
Harry, Ron e Hermione si aggiravano per la Stanza Delle Cose Nascoste.
A Harry era tornata in mente quella stanza piena di oggetti, che aveva visto la prima volta seguendo Draco nella notte. Sperava che il Pensatoio si trovasse là o che almeno ce ne fosse un'altro ed era riuscito ad aprirla mentre camminava avanti e indietro nel corridoio riflettendo su dove Silente avesse potuto nasconderlo.
 
I tre si aggirarono per diversi minuti rovistando ovunque tra le cataste impolverate.
Ron si mise in testa un cappello che cominciò a dargli consigli su come conquistare le ragazze.
Una maschera a forma di testa di mulo morse il dito di Harry che gracchiò spaventato mentre
Hermione venne quasi strozzata da una collana di diamanti stregati.
 
"Wow guardate!" disse Ron estasiato "Un orologio babbano!"
Harry si avvicinò.
"Cosa ci farà qui?" si chiese Ron scuotendolo vicino all'orecchio "Sembra pure rotto!"
"Fammi vedere!" Harry prese il grosso orologio da tasca le se lo rigirò tra le dita. "Mio zio Vernon ne ha uno così. Si carica con questa vite" disse tirando la pallina di metallo in cima all'orologio.
Con un piccolo flash di luce la vite si alzò, le lancette cominciarono a girare in senso antiorario e il quadro dell'orologio si aprì di scatto.
Harry e Ron trasalirono. Poi scrutarono l'interno dell'oggetto che mostrava delle rotelle con sopra delle lettre e dei numeri, come quelle del lucchetto di una valigia.
Hermione si avvicinò incuriosita. "Cos'era quel lampo?" chiese. Guardò l'orologio e gridò "Per tutti i sortilegi! Quello è..." Gli altri due si voltarono verso di lei in orrore.
"Un orologio babbano..." disse Hermione delusa arrivando vicino a loro.
I due ragazzi sospirarono. "Hermione! Mi hai fatto prendere un colpo!"  si lamentò Ron con una mano sul cuore.
"Guarda Hermione, si è appena chiuso." la informò Harry " Prima era diverso, tira questa vite"
Harry le dette l'orologio e Hermione tirò la vite. Con un altro flash e il quadro si aprì.
"Allora avevo ragione!! E’ un Passatempo!" urlò Hermione spaventando Ron per la seconda volta.
"Cos'è un Passatempo?" chiese Harry incuriosito.
"E uno strumento molto antico che ti permette di passare del tempo in un qualsiasi posto del mondo, senza che quel tempo ti sia tolto. Quando ritorni è all'incirca la stessa ora dello stesso giorno in cui sei partito...Non credevo che ne avrei mai visto uno!" disse la ragazza ammirando l'oggetto.
"Ma è fantastico! " disse Ron "In qualsiasi posto del mondo?"
"Sì" Hermione era compiaciuta "L'ho letto in un libro dell'archivio storico. Sapete che materializzarsi all'estero è molto difficile, con questo strumento si può fare ma soltanto per alcuni giorni. A metà del 1900 è stato bandito perché troppi maghi lo usavano e le linee temporali si stavano aggrovigliando..." Hermione si sentì mancare e si appoggiò a un comodino.
"Stai bene?" le chiese Harry
"Sì..sì.." La ragazza si toccò la fronte "E' solo un po' di stanchezza credo."
Ron le aveva preso di mano il Passatempo "Dunque.... Questo è impostato per l'Italia - Firenze - per quattro giorni - ora di arrivo dieci del mattino...E come si attiva?" disse capovolgendolo.
Hermione lo guardò "Se fossi in te non ci giocherei troppo, quando sono difettosi e vecchi causano spaccamenti gravi. Ho letto di un mago che ne aveva trovato uno e negli anni sessanta, lo ha usato per andare a New York, ma si è materializzato per metà a Berlino mentre l'altra metà l'hanno ritrovata in Tibet dopo molti anni... "
Ron rabbrividì e ridette a Hermione il Passatempo, che nel frattempo si era messo a ticchettare come un orologio. Hermione lo guardò, lo chiuse e notò la lancetta dei secondi sul quadro, che si muoveva come in un normale orologio.
Harry si voltò di scatto quando sentì uno strano rumore e fece cenno agli altri di fare silenzio.
Tornarono sotto il mantello dell'invisibilità e spiarono tra le fessure delle cataste di mobili. Un'altro rumore che proveniva dall'entrata colse la loro attenzione.
"E' Draco!" sussurrò Harry.
Il biondo era entrato nella stanza con un obiettivo preciso e il suo sguardo fermo faceva intendere dove si trovasse. I tre si sporsero un po' ma non riuscivano a vedere.
Poi capirono.
"Buonasera, Signore" salutò Draco con voce atona.
"Questa è lontana dall'essere una buona sera" disse Lucius.
Draco lo guardò serio, non capiva a cosa si riferisse finché non sentì il ticchettio ma non si voltò verso la fonte del rumore.
I tre si guardarono "Quando è arrivato?" chiese Ron sussurrando.
"Non capisci di cosa sto parlando?" Lucius si incamminò dentro la stanza.
Harry, Ron e Hermione rimasero paralizzati quando lo videro arrivare davanti a loro.
"Non ti sei accorto che non siamo soli?!" gridò Lucius facendo volare via il mantello dell'invisibilità e puntando la bacchetta contro i ragazzi.
Draco che lo aveva seguito, si mise subito tra loro e suo padre puntando la bacchetta su di lui.
"Stai scherzando vero? Come osi puntarmi la bacchetta!!?" Lucius gridò infuriato. Alzò il braccio pronto a scagliare un incantesimo.
Prima che Harry e Ron increduli, portassero le mani alle loro bacchette, Hermione decise che valeva la pena provare, prima di essere polverizzati da un incantesimo di Lucius Malfoy. Si assicurò di essere in contatto fisico con Ron e Harry, prese il braccio di Draco e premette la vite del Passatempo chiudendo gli occhi.
Un flash blu accecò Lucius, e lo spinse a terra. Quando si rialzò era completamente solo nella stanza e un vecchio orologio da tasca cadde sul pavimento.
 
"Ahu!" disse Harry quando Draco gli atterrò sullo stomaco. 
"Scusa!" rantolò Draco, e cercando di tirarsi su si bloccò per un momento con gli occhi dentro quelli di Harry.
"Ha funzionato!" gridò Hermione saltando in piedi dopo aver controllato che non le mancasse nessuna parte del corpo.
"Cosa ha funzionato?" si lamentò Ron con gli occhi strizzati massaggiandosi un gomito.
Harry e Draco si alzarono da terra guardandosi intorno.
"Il Passatempo! Siamo a Firenze!" disse Hermione con un sorriso da un orecchio all'altro.
"Evviva! Ev.." Ron si guardò toccandosi dappertutto e poi sospirò di sollievo. "Evviva!"
Harry si guardava intorno ammirando la piazza, la meravigliosa chiesa e le persone che camminavano e scattavano foto. Non aveva mai avuto la possibilità di viaggiare e adesso si sentiva come se qualcuno gli avesse fatto un regalo.
Draco li guardava con le braccia incrociate. "Come ci siamo finiti a Firenze?" disse freddamente.
Hermione lo guardò. "Con il Passatempo che abbiamo trovato nella Stanza..." si fermò "Draco, grazie per averci difesi da tuo padre."
"Sì, grazie..." disse Harry.
"Aarrgh-grazie!" disse Ron dopo che Hermione gli aveva pizzicato un braccio con violenza.
Draco li guardò con sufficienza senza proferire parola.
"Siamo bloccati qui per quattro giorni." disse Hermione. "Ma nessuno lo saprà mai. Non dovremmo goderci la vacanza a questo punto?"
"Ma certo! Mio padre dice che fanno una pizza fantastica in Italia!"  disse Ron.
"Buona vacanza"  la voce di Draco tagliò l'entusiasmo come la lama di una Katana. Si voltò e si allontanò nella piazza.
"Aspetta! Restiamo tutti insieme!" gridò Hermione.
Harry lo seguì.

"Eddai Hermione!" disse Ron guardandosi intorno entusiasta di non avere Draco tra i piedi "Che ti importa? Andiamo! Guarda che roba! Non vedo l'ora di vedere tutta la città! E siamo liberi di uscire di sera! Herm.." Ron si accorse che stava parlando da solo, si voltò e vide attraverso un'infinita e impenetrabile fila di turisti giapponesi, Hermione e Harry che parlavano con Draco.

"Non ho intenzione di passare quattro giorni interi con Weasley!" ribatteva il biondo incrociando le braccia.
"Vedrai che andrà tutto bene ci parlerò io"  disse Hermione.
"Non ho bisogno che ci parli. Mi annoia e mi infastidisce, non me lo voglio trovare all'interno del campo visivo!" Draco se ne andò da solo.
"Che facciamo? " chiese Hermione.
"Stai con Ron, ci ritroviamo qui tra un'ora ok?" disse Harry.
"Va bene..." Hermione abbassò lo sguardo. "A dopo"

Harry prese la strada che aveva imboccato Draco ma non riusciva più a vederlo. Camminò per un po' completamente confuso, guardandosi intorno affascinato dalle novità.  Andò sempre dritto finché non arrivò in un'altra piazza con una fontana. Scrutò la piazza assolata e vide una figura magra ed elegante, che seduta sul bordo di marmo della fontana, con i gomiti sulle ginocchia, guardava per terra.
Harry camminò verso la fontana e si sedette accanto a Draco.
"Lo so che non ti piace Ron, almeno quanto tu non piaci a lui, però credo che avremo bisogno di Hermione qui. Non ti va di tornare da loro?"
"Non mi va Potter. E Weasley è l'ultimo dei miei pensieri"
Harry sospirò. "Senti, non farà l'idiota, è troppo felice di essere qui, sarà distratto."
"Non è quello il problema!" Draco sembrava spazientito. Pensava a suo padre che gli aveva puntato una bacchetta in faccia per la prima volta nella sua vita. Si ricordò che sua madre gli aveva proibito di usare la magia su suo figlio, per qualsiasi cosa. E lui la aveva ascoltata.
Era forse l'ultima cosa che gi era rimasta di lei? E adesso... era andata anche quella.

Quanto tutto non avesse senso intorno a lui, in quel momento, non riusciva proprio a spiegarlo a Harry. Però lui capì e Draco sentì una mano poggiarsi sulla sua spalla.
"Non dovevi metterti contro di lui per noi." disse dolcemente.
Draco si voltò stupito. "Non ho chiesto il tuo parere." disse. E subito dopo sperò di non averlo detto. Si sfregò il viso con le mani e rimase lì con le dita tra i capelli.
Ma Harry, che lontano dal conoscere la legimanzia, aveva comunque sentito qualcosa di più di quel tono arrogante, sorrise. "Senti. Non so perché non mi parli più, o perché da quando è successa quella cosa ad Halloween, sei ancora più distante di prima. Almeno prima mi sfottevi! Mi cercavi anche, per sfottermi! Adesso invece...." Harry sospirò e guardò la piazza "Insomma, è la prima volta che riesco ad andare all'estero in vita mia e ho sempre desiderato vedere una città diversa da Londra. Questi quattro giorni sono un regalo piovuto dal cielo!  Avremo tempo di riposarci e rilassarci e anche di riflettere su quello che non va. E quando torneremo..."

"Mio padre ci farà fuori" concluse Draco.
"Certo che sei di un ottimismo davvero rigenerante!" Harry alzò gli occhi al cielo.
"Cosa c'è, ti manca qualcuno che ti sfotte?" chiese Draco, "Se vuoi ti presento tutta la casa dei Serpeverde e anche qualcuno delle altre case." disse guardando davanti a sé.

Harry si morse un labbro. "Pessimista e pure antipatico..." disse poggiando le mani sul marmo e stendendo le gambe in avanti.
Draco si voltò posando il mento sulla spalla e scrutò Harry dalla testa ai piedi. Stava lì con gli occhi chiusi, appoggiato indietro sulle mani con le spalle strette e il viso leggermente inclinato in alto, come per prendere i raggi di sole.
Harry sentì il suono di una risata trattenuta. E aprì un occhio guardando in basso verso di lui e poi lo richiuse. "Cos'hai da ridere?"
"Che fai cerchi di abbronzarti?" lo schernì Draco "Non sai che la pelle bianca è un segno di nobiltà? Vuoi diventare scuro e rugoso come un contadino?"
"Sei davvero un finocchio Malfoy" Harry non aprì neanche gli occhi.
Draco non rispose.

"Potter..?" disse calmo.

"Eh?" Harry non fece in tempo a girarsi che uno dei pesci di bronzo ai lati dell fontana gli spruzzò in faccia mezzo litro d'aqua.

"Non mi insultare." disse il biondo serenamente.

Harry lo guardò sgocciolante, si tolse gli occhiali li strofinò con un lembo della camicia e se li rimise sbuffando.
"Siamo in mezzo ai babbani ricordatelo!" sussurrò Harry e starnutì.
"Rilassati Potter, sono solo trucchetti da illusionista" rispose freddo il Serpeverde tornando a guardare la piazza.
"Torniamo da loro?" disse poi strappando al moro uno sguardo sorpreso.
Mentre si alzavano tirò fuori la bacchetta e senza farsi notare asciugò i vestiti e i capelli di Harry che si voltò guardandolo storto ma con gratitudine.
 
Quando si ritrovarono con gli altri Hermione sembrava felicissima mentre Ron perse il sorriso appena vide Draco. Se Draco avesse avuto un sorriso la cosa sarebbe stata reciproca.

"Ho comprato una guida in Inglese" disse la ragazza soddisfatta.
"Con cosa l'hai pagata?" chiese Harry
"Con questa!" disse lei sventolando una carta di credito babbana.
"Cos'è quella cosa?" chiese Ron.
"Una carta con dentro soldi babbani. Me l'hanno data i miei per le emergenze. Fortunatamente me la porto sempre dietro! Ma non preoccupatevi sarà come se non li avessimo mai spesi questi soldi"

 
-*-

Andarono in giro per la città tutto il pomeriggio. Hermione leggeva la guida anche se non sempre veniva ascoltata.  Quando alzava lo sguardo Harry e Ron si voltavano verso di lei, esibendo forzate espressioni di attenzione. Mentre Draco, che le camminava accanto sembrava l'unico veramente interessato.
Harry ed Hermione si divertirono un mondo guardando Draco e Ron che, separatamente,  studiavano con interesse e diffidenza, ogni oggetto babbano dentro i negozi del centro, privilegiando quelli di articoli da regalo e design.
La sera, con grande gioia di Ron mangiarono una deliziosa pizza in un ristorante.
Era già buio quando entrarono in un albergo. Hermione andò al bancone e con un loschissimo confundo riuscì a convincere l'albergatore che era maggiorenne. Poi tornò dai ragazzi.
"Questa città e piena di turisti." Sollevò una chiave attaccata ad un portachiavi di metallo "E' l'ultima camera, ce la divederemo" disse alzando le spalle.
Entrarono in ascensore a Hermione notò che Draco si appoggiava al muro con le mani in tasca in un modo che le era familiare.
Harry toccò il portachiavi che penzolava dalla mano di Hermione  "Che cos'è?"
"E un giglio*, il simbolo di Firenze. L'ho letto nella guida. Carino vero?"
Harry annuì.
 
DSC0602 

Quando Hermione aprì la porta anche la sua bocca si spalancò.
La stanza sembrava un piccolo appartamento. Le pareti erano affrescate con immagini di campagne sterminate e il soffitto con un drammatico cielo, pieno di angeli e uccelli. Un salottino era disposto davanti alla porta e dietro il grande divano due letti matrimoniali poi la stanza faceva una curva, dove si trovava la porta del bagno. C'era anche un tavolo abbastanza grande in un angolo.
 
"E' bellissima!" disse la ragazza aprendo le tende della finestra "E anche la vista!"
 "Sì ma, ci sono solo due letti" disse Ron "Io non ci dormo con la Serpe!"
"Non ti scomodare anima nobile, io prendo il divano" gli rispose Draco freddamente senza guardarlo. Tutto sommato era un gran bel divano.
"Beh" disse Harry  "Allora suppongo che questo sia il nostro letto Ron" 
Draco si sfilò la maglia grigia della divisa e si allentò con movimenti fluidi e precisi la cravatta verdeargento.
Harry lo guardò mentre si avvicinava alla finestra con la stessa espressione cupa che aveva quella mattina e capelli spettinati. Pensò che avrebbe dovuto spettinarli più spesso.
 
"Vi dispiace se faccio una doccia?" disse Harry.
"No no" rispose Hermione "Un momento, fammi solo fare pipì " si infilò in bagno e uscì poco dopo.
"Ok allora vado" disse Harry e chiuse la porta.
Appena l'acqua della doccia cominciò a scendere, Draco sentì un brivido e si rese conto che era tutto il giorno che non andava in bagno.
"Allora vi è piaciuta Firenze? Ci sono ancora un sacco di cose da vedere!" disse Hermione eccitata togliendosi le scarpe e sedendosi sul letto a sfogliare la guida.

"E' fantastica!" disse Ron sdraiato sul suo "Io vorrei venire a vivere qui! Senti che temperatura? Ed è inverno!"

"E a te è piaciuta?" chiese Hermione.

Draco non si voltò "Sì, ma non sono dell'umore giusto per divertirmi." disse con freddezza.
"E quando mai sei dell'umore per divertirti?" disse Ron con un braccio sugli occhi.
Hermione si voltò verso Draco, grata che non avesse accolto la provocazione. Lo guardò meglio e notò che camminava su e giù davanti alla finestra con un'espressione abbastanza eloquente.
Anche Ron da sotto il braccio lo spiava e aveva capito che Draco, non stava esprimendo la sua sofferenza. Quando notò lo sguardo amorevole di Hermione su di lui. Sentì le orecchie bruciare.

Harry uscì dal bagno, Draco si voltò muovendo un passo verso di esso, quando Ron che era molto più vicino, balzò giù dal letto dicendo "E’ il mio turno!" e si chiuse dentro.
Hermione aveva capito la situazione e chiamò Ron, ma lui aprì l'acqua della doccia e fece finta di non sentire.
"Draco, volevi andare in bagno?" Hermione lo guardò mentre fissava la porta con uno sguardo così immobile e pieno di ira, che ebbe timore che il bagno prendesse fuoco da un momento all'altro.
"Non importa" rispose lui sedendosi al tavolo. Harry tirò fuori la testa dall'asciugamano con cui si stava tamponando i capelli e guardò Draco, che era appoggiato in avanti sul tavolo con una mano sugli occhi e un a gamba irrequieta.
"Devo chiamare Ron? Lo faccio uscire."
"Lascialo stare, Potter" disse il biondo.

I minuti passarono e Draco si mordeva un labbro con gli occhi un po' lucidi mentre passeggiava su e giù davanti al divano.
Harry non poteva più vederlo così anche se per qualche motivo non riusciva a smettere di guardarlo e Ron stava di nuovo esagerando. Si alzò e bussò alla porta. "Ron sei lì dentro da un secolo!!"
La porta si aprì e Ron apparve sulla soglia avvolto in un asciugamano bianco. "Cosa c'è?"  
Draco camminò verso il bagno e urtando la sua spalla entrò chiudendo la porta con un calcio.
Ron venne sbattuto in avanti "Hey!" gridò e cercò di riaprire la porta. "Ci sono i miei vestiti la dentro!"
Harry lo fermò "Ron! Ma che...Smettila!" disse tra i denti facendo un cenno con la testa verso Hermione.
Ron si girò e vide lo sguardo minatorio della ragazza.
"I miei vestiti..." disse di nuovo.
 
Intanto Draco, arrivato appena in tempo, si stava godendo la meravigliosa sensazione che quasi lo faceva fremere di piacere.
Fece una doccia calda, poi si concentrò sugli incantesimi per rendere i suoi vestiti lavati e stirati e far apparire dei pantaloni di un pigiama nero e la maglietta che venne fuori grigia e rigorosamente a maniche lunghe.
Sentì delle risate provenire dalla stanza. Quando aprì la porta rimase sconvolto.

Si trovò davanti Ron in un completo rosa da balletto, con tanto di gonna di tulle e scarpette col gesso.
"Scusa!" rideva Hermione "Devo aver sbagliato incantesimo!"
"Toglietemi questo coso!" gracchiava Ron cercando di uscire dall'attillato body di lycra.
"Ron, sul serio dovresti farci un pensierino, ti sta benissimo!" Harry si rotolava sul letto dalle risate.
Draco camminò dietro il rosso e si avvicinò a Hermione tra i due letti. Lei lo guardò mentre si accostava al suo orecchio e le sussurrava qualcosa, in maniera piuttosto sensuale che fece sciogliere lei e innervosire Ron.
"Nocturnus abitus!" disse la ragazza e Ron finalmente fu in pigiama.
"E' rosa!" protestò Ron
"Grazie" disse Hermione, divertita dal fatto che Draco sapesse meglio di lei incantesimi come quelli.
"Non c'è di che" rispose Draco freddamente guardando Ron, mentre gli passava vicino per andare al divano.
"Sei proprio un bravo elfo domestico!" sputò il rosso ed emise un rantolo soffocato, quando al veloce movimento della bacchetta di Draco, le mutande gli si restrinsero di tre taglie.

Hermione puntò la bacchetta su Harry, che chiuse gli occhi e strinse le spalle. Sospirò di sollievo quando vide il pigiama rosso.
"Rosa!" borbottò di nuovo Ron mettendosi sotto le coperte.
"E' tutto quello che posso fare Ron!" disse Hermione un po'offesa.
Draco si sdraiò sul divano, tirando su distrattamente la coperta e rimase un po' a guardare il soffitto affrescato.
Harry si sedette sotto le coperte e restò per un po' a fissare il retro del divano e i ciuffetti di capelli biondi che sbucavano dal bracciolo.
Hermione leggeva e Ron si girava nervosamente nel letto accanto a Harry.
"Buonanotte!" disse Hermione ad un certo punto, e spense la luce.
 
La notte era silenziosa e tutti si erano addormentati ma Draco stringeva gli occhi e si girava sul divano mentre sognava.

Il portone di Hogwarts tremava sotto i forti colpi dati dall'esterno.

Draco lo guardava spaventato. 

"Aprilo" diceva la voce di Lucius e si sentì afferrare il collo. "Ho detto aprilo!" Lucius lo forzava verso la porta e spinse la sua mano ad aprire. Il braccio di Draco cominciò a bruciare.

 
Decine di Mangiamorte entrarono nella scuola lanciando maledizioni e anatemi da ogni parte uccidendo gli studenti a sangue freddo uno ad uno.
Draco si guardava intorno terrorizzato. Vide Ron e Hermione nella sala grande.

"Scappate!! " gridò, ma un Mangiamorte li colpì e Draco vide i due corpi volare in aria e atterrare al suolo senza vita. Gli occhi incavati e i volti grigi...
Harry corse da loro gridando.  Poi vide Draco e andò da lui puntandogli la bacchetta "Sei stato tu!! Li hai uccisi! " Draco si guardò il braccio e vide che la sua manica era arrotolata e il segno era visibile sulla sua pelle.
"Sei un Mangiamorte!! Un disgustoso, vile, Mangiamorte!" gli urlava in faccia Harry.

Improvvisamente qualcuno afferrò il ragazzo da dietro e un altro lo legò. Harry venne trascinato via.
"No! No!" Draco cercò di seguirlo ma suo padre lo teneva per un braccio.
"Ottimo lavoro figlio mio, il Signore Oscuro ne sarà compiaciuto"
 

Hermione si svegliò sentendo un piccolo rumore. Si tirò su a sedere e vide Draco davanti alla finestra, con la fronte e una mano appoggiate sul vetro.
Era illuminato dalla luce gialla dei lampioni, si vedevano scintillare le lacrime nei suoi occhi e sul suo viso.
Hermione prese la bacchetta e lanciò un incantesimo muffliato su Ron e Harry perché non si svegliassero con la sua voce.
"Draco" chiamò.
Il biondo si voltò.
"Vieni qui" disse lei con fare materno.
Draco andò da lei asciugandosi le lacrime.
"Cosa c'è?" chiese la ragazza.
"Niente, un incubo..." disse lui vago.
Per un attimo Draco sembrava davvero un bambino, in quel momento aveva messo da parte l'arroganza e l'orgoglio ed esprimeva la solitudine e il bisogno di qualcuno che lo rassicurasse.
Hermione era così intenerita che non aveva voglia di pensare a cosa fosse giusto o no. Stese una mano aperta sul letto. "Resta qui" disse dolcemente.
Draco la guardò per un attimo, poi si sdraiò sopra le coperte accanto a lei.
"Va tutto bene" disse la ragazza accarezzando i capelli biondi, così pallidi anche nel buio della notte. "Mia mamma, quando ero piccola, mi diceva sempre che gli incubi sono le cose brutte di cui il cervello si deve liberare. Sono solo quelle cose che passando davanti ai nostri occhi se ne vanno."
Draco inspirò profondamente e Hermione vide un'altra lacrima scendere dalla punta dell'occhio allungato e sciogliersi nei capelli.
Lui si girò e le dette le spalle, lasciò che Hermione gli accarezzasse i capelli finché non si addormentò.
La ragazza lo baciò sulla testa e presa la coperta dal divano gliela mise sopra con cura.
Poi lo abbracciò da dietro e si addormentò con il viso tra i suoi capelli morbidi respirando quell'odore di neve che amava tanto.
 
-*-

Il mattino seguente Draco si svegliò con la voce di Ron nelle orecchie "Non ci credo!" diceva il rosso.
Aprì gli occhi e si ricordò di essere nel letto di Hermione. Si voltò ma lei non c'era.
"Vi siete divertiti?" chiese il rosso in tono provocatorio.
"Chiudi il becco Weasley!" sibilò Draco prendendo la coperta e andando a sedersi sul divano.
"Che succede?" Harry emerse dalle coperte tastando il comodino.
"Malfoy si è infilato nel letto di Hermione stanotte!" ruggì Ron.
"Mmmmm" Draco gettò il viso tra le mani.
"Cosa?" Harry si mise gli occhiali e guardò Draco di spalle sul divano.
"Calmi!" Hermione uscì dal bagno già vestita e pronta per uscire. "Abbiamo solo fatto due chiacchiere stamattina"
"Come no.." disse Ron e si infilò in bagno sbattendo la porta.
 
Mentre passeggiavano verso la galleria degli Uffizi Hermione leggeva la guida.
"La Galleria degli Uffizi è stata costruita nel 1581 sotto richiesta del Granduca Francesco De' Medici, figlio di Cosimo..."
"Hermione?" le si avvicinò Harry.
La ragazza si voltò un po' infastidita.
"Che ci faceva Draco nel tuo letto?"
Hermione sospirò. "Harry, ha avuto un incubo, l'ho visto che piangeva davanti alla finestra. Che avresti fatto tu?"
Harry arrossì. "Beh..."
"Mi sembrava che avesse bisogno di un po' di affetto e gli ho parlato... tutto qui. Perché che pensavi?" aggiunse seria.
Harry la guardò "No, niente ero curioso..."
"Comunque Ron la deve finire... E' diventato davvero insopportabile!" disse lei entrando nel museo.
Passarono per normali studenti inglesi con tanto di sconto sul biglietto. Poi Hermione trovò una scolaresca dell'Essex in gita, e si avvicinò ad ascoltare la professoressa che spiegava.
Harry la raggiunse poco dopo.


Anche Draco era lì, un po' più avanti, con una mano in tasca e il suo portamento elegante, che guardava un quadro ascoltando l'insegnante.
Una ragazza del gruppo di studenti si voltò e gli sorrise. Draco spostò un momento lo sguardo su di lei e poi tornò a guardare il quadro senza cambiare espressione.
La ragazza fece un passo indietro. "Serpeverde...Che scuola è?" chiese incuriosita leggendo il distintivo sulla sua maglia.
"La scuola di magia" disse Draco freddamente. 

La ragazza scoppiò a ridere. Un ragazzo accanto a lei guardò Draco alzando un sopracciglio. "Certo! La scuola di magia..." disse con strafottenza.
Le labbra di Draco si allungarono leggermente mentre arricciava un poco il naso "Che c'è, vuoi vedere la bacchetta?" disse, portando sensualmente una mano al primo bottone dei pantaloni, con lo sguardo fermo e la sua tipica freddezza.
La ragazza rise di nuovo facendo gli occhi dolci a Draco, mentre il ragazzo lo guardò disgustato e si allontanò.
Poco dietro di loro Hermione guardò Harry e spalancò la bocca sorridendo, Harry arrossì e scoppiò a ridere portandosi una mano sulle labbra.
 
Rimasero per ore a camminare per la galleria, si dispersero e si ritrovarono un po' di volte. 
Hermione vide Draco che fissava serio, un grande quadro con l'immmagine di una donna avvolta nei lunghi capelli biondi.
"E' la Venere di Botticelli!" disse Hermione avvicinandosi.
"So leggere, Granger" disse Draco. Ma poi si voltò leggermente incurvando metà delle labbra in un sorriso.
Hermione gli sorrise. "Ti piace?"
Draco annuì. "Devo dire che preferisco le opere d'arte babbane, ai noiosi quadri parlanti.
Questi dicono molto di più nel loro silenzio."
Hermione lo guardò con malinconia. "Sono felice che tu sia così sensibile" sussurrò. E subito dopo si chiese perché lo avesse detto.
 
 
Più avanti in un'altra sala Ron e Harry ridevano, mentre camminavano, indicando dei quadri.
"Ecco, quello sei tu nel 1400." disse Ron puntando il ritratto di un tizio coi capelli castani e un cappello nero.
Harry rise "Quello con il mantello celeste invece sei tu!"
"Naaa troppo effeminato!" fece Ron sventolando una mano.
"Uh guarda Hermione, è identica! E quello è Malfoy con lo sguardo gelido"
"Harry devi vedere questo! E' Piton con la pelliccia!"
I due scoppiarono a ridere sonoramente e la guardia del museo si schiarì la voce.
 

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[* Giglio, in inglese Lily flower]



MUSIC: LAY AND LOVE    http://www.youtube.com/watch?v=9Zg6svDmc6o








 
  
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