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Autore: marig28_libra    31/05/2012    2 recensioni
Lutti, incertezze, paure, lotte. La vita dell'apprendista cavaliere si rivela assai burrascosa per Mu che ,sotto la guida del Maestro Sion, deve imparare a comprendere e ad affrontare il proprio destino. Un destino che lo condurrà alla sofferenza e alla maturazione. Un destino che lo porterà ad incontrare il passato degli altri cavalieri d’oro per condividere con essi un durissimo percorso in salita.
Tra la notte e il giorno, tra l’amore e l’odio, Mu camminerà sempre in bilico. La gioia è breve. La rinuncia lacera l’anima. Il pericolo è in agguato. L’occhio dell'Ariete continuerà però a fiammeggiare poiché è il custode della volontà di Atena ed è la chiave per giungere al cielo infinito.
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aries Mu, Aries Shion, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'De servis astrorum' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Il Demonio si agita senza tregua accanto a me;
e mi gira intorno come un’aria impalpabile;
lo ingoio e sento che brucia i miei polmoni
e li riempie di un eterno e colpevole desiderio…”

( C. Baudelaire)

 

 

Aphrodite e Death Mask si erano voltati verso la Temistocle.
Controvoglia, Shura percorse l’enorme passerella della nave per  raggiungerli.
Per fortuna aveva detto ad Anita di restare accanto a Dora…neppure a  lei piacevano quei due giovani.

Era inevitabile che egli presto o tardi li avrebbe incontrati nuovamente …
Assieme avevano superato le prove della Triade Templare d’Oriente.
Assieme avrebbero dovuto mettere alla prova gli apprendisti per la Triade d’Occidente.

“ Che fantastico  quadretto…” pensò il Cavaliere del Capricorno mentre osservava i suoi compagni d’armi.
Erano così differenti eppure così affini…
Le loro bellezze contrastavano in un’oscura armonia.

Aphrodite era dotato di un incantevole fascino androgino. Il suo splendido viso trasudava petali di malia:  occhi celesti fregiati da lunghe ciglia nere, un piccolo neo che spuntava sullo zigomo sinistro, naso diritto e  perfetto, una graziosa bocca  disegnata come quella di una donna…ad ornare quel manufatto, rassomigliante ad una maschera veneziana, una lunga e morbida  chioma cerulea leggermente ondulata.
Il corpo del ragazzo, magnifico,snello e agile,  era messo in risalto da uno smoking bianco che lasciava intravedere   una camicia lilla aperta sul petto.
Tutt’altro che elegante era Death Mask.
Non gli mancava nulla. Era alto, atletico, possedeva un volto dai lineamenti decisi e belli. Si poteva ritenere , insomma, un giovane di notevole avvenenza.
Troppe macchie però lo inquinavano.
Lo si contemplava nei suoi occhi blu, sinistri  laghi degli inferi.
Lo si coglieva nel modo in cui si conciava. Quei capelli color del crepuscolo, scaraventati in aria come fiamme fredde, avevano qualcosa di demoniaco.
Una  canotta nera un po’ slabbrata agli orli, dei vecchi jeans grigio scuro e un paio di  pesanti anfibi lo rendevano simile ad un delinquente.
Un inquietante ciondolo d’acciaio ornato da un teschio rosso sangue lo rendeva simile ad un carnefice.   


- Finalmente ci si rivede, Shura –  sorrise  mellifluo il Cavaliere dei Pesci.

- Già, mi domandavo quando ti saresti rifatto vivo! Merda! Da cinque mesi non ci alleniamo più assieme! Dovremo affrontare quei cinque deficienti che stanno ora ad Atene…- disse il guerriero del Cancro con una smorfia  ghignante e  irritata.

“ Preferisco stare sui Pirenei a surgelare  piuttosto che rompermi le scatole con voi” avrebbe desiderato rispondere  Shura ma proferì sarcasticamente: - oh, scusate…in questo periodo sto facendo solo dieci ore di addestramento al giorno per riuscire a prendere quella spadina…sapete l’Excalibur…una robetta da niente che però è un divertente giocattolino.

- Tsè – grugnì Death Mask – come se noi non ci facessimo un culo madornale  per sopravvivere!

- Il nostro Capricorn ha un po’ la luna storta, oggi? – chiese ironicamente Aphrodite che sembrava rivolgersi ad un ragazzino imbronciato.

- Effettivamente la giornata potrebbe andare meglio…- ribatté Shura a denti stretti- comunque, perché siete qui?

- La Maestra Artemis mi ha concesso una decade di giorni liberi...perciò ne ho approfittato per venire in Italia, visto che sapevo che Death avrebbe cominciato una serie di addestramenti speciali nei dintorni  di Siracusa.

- Ero scoglionato dal lezzo di Catania – si rivolse Cancer – ste’  due ultime  settimane del cavolo ad addestrare allievi rammolliti nell’Etna! C’hanno ossa di pastafrolla che si spaccano subito…che depressione…sono stato costretto a spezzare un po’ di spine dorsali.

- Mi auguro che i tuoi apprendisti abbiano capito la lezione.

- Shura, non è colpa mia se sono  teste di cazzo da quattro soldi. C’è un’altra cosa poi che mi manda in bestia…

- Suvvia, Death – ridacchiò il guerriero del Pesci cogliendo al volo il senso dell’allusione  – A quello la soluzione sarà immediata.

- Ah! Lo spero davvero! È da quindici giorni che non scopo! Sei riuscito già a trovare qualche bella troietta ?

- Qualche? Amico mio, Aphrodite è pieno di risorse.

- Ho capito! – rise sguaiatamente il compagno – ce ne andremo dalle tue scrofe d’alto borgo!

Shura non si scandalizzava dinanzi a quel genere di discorsi.
Perché fare il moralista?
Conosceva le abitudini di dissolutezza carnale che accomunavano lo svedese e il siciliano.
Sotto quel punto di vista, era ormai disincantato da tempo. Come loro adorava le ragazze  e non di certo s’ era votato alla castità.
Egli tuttavia non cadeva nella velenosità dei vizi, né tanto meno commetteva atti poco ortodossi…

- Hai presente, Emma, la figlia del socio d’affari di mio padre? – proseguì Aphrodite.

- Ah, sì…Quella trentenne che ti sei fatto un paio di volte -  sghignazzò Death Mask –  quanto dev’ essere rincretinito il minchione del marito?

- Non hai tutti i torti se ti dico che lei darà una festa nella sua villa, fuori Siracusa…all’insaputa dello sventurato coniuge.

- Ah!ah!ah! Troppo forte! Il pirla non c’è, quindi?

- Proprio così.

- Quando sarà sto’ party?

- Domani sera alle dieci. Ho detto alla padrona di casa che avrei portato un amico…

-  Un amico che vuole femmine appetitose…

- Non hai alcunché di che preoccuparti.

- Dovrò mettermi in ghingheri? Non so dove accidenti pigliare uno smoking…

- Tranquillo, te ne presterò uno  io.

- Oh, perfetto! Un gala in cui non sgancio una lira! Le baldracche di periferia  mi hanno già dissanguato parecchio in questi mesi…

Il cavaliere del Capricorno aveva presente gli squallidi movimenti di Death Mask.
A Catania, molti dei  suoi risparmi  se ne andavano per  alcool e prostitute dei bassi fondi…
Non stimava  quel guerriero, eppure nutriva verso egli una ruvida ed aspra compassione…
La cosa che più lo struggeva era la corruzione che gli aveva insudiciato irreparabilmente il cosmo.

- Ehi , Shura -  lo appellò Aphrodite con espressione maliziosa – vorresti unirti a noi? Sono in tempo per far aggiungere un altro invito…

- Spiacente, non posso.

- Come non puoi?! – esclamò Death mostrando un sorriso da serpe – non fare il fraticello che so bene che ami chiavare!!

- La Temistocle si è soltanto fermata qui per  rifornimenti. Tra due ore proseguirà di nuovo per Atene.

- Peccato!- ammise un po’ sconsolato il cavaliere dei Pesci – avremmo potuto condividere dei piacevoli momenti!

- Chiamala solo “piacevole momento” una trombata da stallone! – se ne uscì il siciliano ridendo scompostamente – cazzo, se non ce la possiamo spassare noi che rischiamo di farci spappolare le ossa…

- Infatti…- soggiunse Aphrodite accarezzandosi i capelli con fare vanesio- come affermava Lorenzo de’ Medici: “ Chi vuol essere lieto, sia :  di doman non c’è certezza”, inoltre, considerando Epicuro, il piacere è “ libertà dal dolore” . Più che lecito quindi il motto catulliano del “ carpe diem”.

- Insomma , detto terra terra – tagliò corto Shura – “ godi fin che puoi” .

- Non vedo nulla di male. Non si tratta certo di uccidere.

“ La sai lunga la canzone” considerò Capricorn “ vai a combinare bordelli a destra e a manca e te ne freghi  altamente…che meraviglioso stronzo …”

Aphrodite riusciva ad essere veramente irritante.
Urtavano i nervi i suoi  sorrisetti  furbeschi e infidi, quell’atteggiamento borioso con cui  squadrava con sufficienza il prossimo e la grande bellezza a cui teneva in modo  maniacale.
Gli apprendisti cavalieri lo temevano in tutti i sensi. Avevano paura della potenza delle sue rose e della sua abilità nel sedurre le fanciulle. Diversi erano stati gli sfortunati…traditi.
Persino gl’uomini adulti tenevano alla larga le proprie  mogli dall’affascinante cavaliere. Oltre all’aspetto fisico, egli aveva un’ impressionante e matura capacità d’eloquio rivelando anche una vasta cultura artistica e letteraria.

- Dai, Shura! – lo scosse Death Mask – non è che ti vorrai convertire a quegli sfascia palle moralisti del Grande Tempio?

- Ma no, Death – rise Aphrodite – il nostro amico è soltanto prudente.

 Si avvicinò un attimo ad un’auto parcheggiata per rimirare il proprio riflesso sui finestrini.

- Shura – disse come se stesse parlando ad un bimbo piccolo – finché si è giovani e soprattutto si ha splendore è necessario assaporare ciò che i sensi offrono. La bellezza “ non può essere messa in discussione: possiede un suo diritto divino di sovranità; rende dei principi coloro a cui appartiene” . Ah…Parole sacre quelle di Wilde!

- Minchia! Mo’ comincia coi suoi sproloqui letterari…- sbuffò il guerriero italiano rivolgendo gli occhi al cielo.

“ O Bellezza! Cosa importa se tu vieni dal cielo o dall’inferno. Mostro enorme, spaventoso, ingenuo! Se poi il tuo occhio, il tuo sorriso, il tuo piede aprono la porta di un infinito che amo e che non ho mai conosciuto? “

- Va bene, va bene. Sei grande a spararti le pose.

- Death Mask, possibile che non apprezzi questi mirabili versi di Baudelaire?!

- Scusami, Aphro non sono un principino aristocratico . 

Shura non vedeva l’ora di tornare da Anita e Dora.
Proiettava abbacchiato lo sguardo all’angolo del porto in cui la Maestra e la sorella discorrevano con Roikhos ed altri guerrieri.

- Quella morettina è la tua Anita? – domandò Aphrodite.

Death Mask volse l’ attenzione nella medesima direzione dell’amico.

- Ehi…è davvero carina – mormorò con un ghigno per nulla rassicurante.

Shura lo incenerì con sguardo letale.

Aveva colto nei suoi occhi una punta di disgustosa lascivia.
Non gli avrebbe permesso di sfiorare  Anita neanche con l’estremità di un dito.
Sarebbe stato assolutamente capace di staccargli la testa.
Death Mask era controverso in materia di gusti sessuali. Pareva l’ allettassero le giovani provocanti e appariscenti, ma nelle sue morbose fantasie si eccitava maggiormente quando immaginava d’insidiare le ragazzine semplici e pure . Così come provava  piacere sadico nel decapitare  nemici, nello stesso modo avvertiva godimento nel sognare di tormentare corpi graziosi ed innocenti.

- Oh!- ringhiò contro il guerriero spagnolo – che è quella faccia? Mi vuoi ammazzare?!

- Ti voglio soltanto avvertire.

-  Non posso fare un apprezzamento?

- I tuoi apprezzamenti mi fanno abbastanza schifo.

L’italiano colse l’occasione per divertirsi un po’.

- Me ne fotto di quel che dici. Se ci voglio provare non sarai certo tu a rompere.

Shura avanzò minaccioso verso di lui. Aphrodite ,sospirando, lo fermò.

- Su, Shura non creiamo scompiglio…

- Un cavaliere come te...– sogghignò l’altro canzonatorio.

Il giovane lo squadrò torvamente.
Sorrise poi anche lui in modo beffardo:

- Aphrodite ha ragione… non facciamo casino. Tu, chissà che combineresti! Sei davvero in gamba a distruggere…chi l’avrebbe mai detto che saresti migliorato fino a questo punto…Dario.

Death Mask fece scomparire l’ espressione ironica.
Contrasse le mandibole.
Divenne terreo e terribile.
I suoi lineamenti vennero corrosi da un’imminente furore.

Afferrò aggressivamente Shura per la maglietta.

- Come mi hai chiamato, stronzo?!

Il cavaliere del Capricorno gli stritolò il polso.

- Col tuo vero nome: Dario.

Stavano per prendersi a pugni quando una rosa scarlatta, lanciata alla velocità della luce,  si piantò tra i loro piedi.
Il fiore di Aphrodite si era conficcato come un chiodo di ferro sull’asfalto:  aveva creato delle crepe profonde parecchi centimetri.

- Cos’avevo detto, ragazzi? Niente scompigli. Non ce lo possiamo permettere. Perché si dovrebbe litigare tra…alleati? Meglio stare uniti, no?  Dovremo collaborare sia nei prossimi addestramenti sia per la Prova della Triade Templare d’Occidente. Ce la dobbiamo sbrogliare solo noi tre, tra l’altro…

- Già…- asserì Death Mask – quel santone buddhista di Shaka è rintanato in India e preferisce non degnarci della sua mistica presenza. Che qualche demone gli prenda a cazzotti le gengive…

- Ce  lo saremmo dovuti aspettare…chi lo capisce quell’enigma vivente?- rise sardonico lo svedese -  Vive su nidi troppo alti e non sa cosa si perde…

Shura e Death Mask ripresero a sfidarsi con lo sguardo.

- A quanto pare non abbiamo alternative.

- Esatto, Capricorn. Per il tuo bene evita di farmi girare i coglioni. Patti chiari, amicizia lunga.

- Certo. Senz’altro.

- Devo andare. Tengo proprio sete. Mi scolo una birra e dopo riprendo con gli addestramenti. Ti aspetto fuori città, Aphro. Shura…alla prossima.

Con immensa gioia dello spagnolo, il cavaliere del Cancro si allontanò.

- Ti vedrai ad Atene con Mu, Aldebaran,Milo, Camus ed Aiolia? – domandò Aphrodite.

- Sì. M’intratterrò per un mesetto al Gran Santuario e poi tornerò in Spagna. Direi che ad aprile del prossimo anno ci rivedremo di nuovo qui in Sicilia.

- Magnifico…avrò già preso l’armatura d’oro dei Pesci.

- Ti mancano ancora parecchi ostacoli?

- Ahimè, è così…questi quattro mesi saranno davvero duri. Ormai il grande momento si avvicina…tra cinque giorni farò ritorno  in Groenlandia. La Maestra Artemis non tollera ritardi.

- Capisco…sai….riguardo  Shaka…è un peccato non vederlo…è un guerriero potentissimo, l’uomo più vicino agli dei…sarebbe un bene per tutti noi allenarci insieme. Ti ricordi nella Triade d’Oriente? È grazie a lui che abbiamo superato l’ultimo ostacolo ad Alicarnasso.

- Dici il vero… Senza Shaka non ce l’avremmo fatta neanche a battere Saga e Doko, i due eccelsi cavalieri d’oro che c’ avevano messo alla prova.

- Infatti. Devo ammettere però che  è troppo sfuggente…mi ricordo che l’unica persona con cui parlava era Mu.

- L’animo di Virgo è talmente insondabile   che nessuno si azzarda ad immergersi…forse è perché uno si sente assai intimorito dalla profondità, dalla complessità delle cose…la realtà non è monocromatica. Nulla è scontato. Vorremmo tutti vivere semplicemente, in superficie…illusioni. Solo illusioni. Non esistono pianure. Esistono le scale. La maggior parte della gente  preferisce passeggiare sui gradini che stanno più in alto e…una piccola parte va su quelli  del  fondo. Talvolta anche nel nero più totale. Quanti sono sinceramente così temerari?

Shura aveva ascoltato attenta mente ogni parola di Aphrodite. Era rimasto colpito da quel discorso.
Negli occhi del cavaliere dei Pesci s’era affacciata una grave solennità che non aveva mai visto prima.

La realtà non era monocromatica.
Era costituita da una moltitudine di fondali…
La mente era costituita da una moltitudine di fondali…

Accortosi di aver lasciato trapelare qualcosa d’anomalo , lo svedese riappese sul suo sguardo il consueto dipinto della superbia e della frivolezza.
Sollevò il mento, s’aggiustò l’elegante giacca e  ridiede una leggera sistemata alla sua soffice frangia.

- Sono costretto a salutarti, Shura – fece con la solita e seccante voce carezzevole – vado  nel mio hotel per prepararmi all’addestramento…che noia…magari potessi vestirmi sempre così…disgraziatamente devo adeguarmi alla rozzezza della vita d’un guerriero…beh, preferisco non fare aspettare Death. A presto.
Shura poté finalmente tornare dal suo gruppo.

Aphrodite camminò a passo spedito nella direzione opposta.
Mentre  si allontanava dal porto e le immagini delle case e del mare gli scorrevano ai lati come pellicole di un vecchio rullino fotografico, rifletté un attimo su ciò che avrebbe fatto dopo il soggiorno a Siracusa.
Non si sarebbe trattenuto a Stoccolma.
Primo, non poteva. Secondo, anche se ne avesse avuto la possibilità, meno vedeva il padre meglio stava. Non ce la faceva a soffrire quell’uomo sessantenne, ex cavaliere d’argento. Tra loro non correva buon sangue…
L’unica persona che gli dispiaceva non rincontrare era la madre, una bellissima docente universitaria di quarantadue anni. Lui l’adorava eppure…voleva che fosse diversa.

Non sapeva se amare o meno la propria famiglia.

Era cresciuto nel lusso di una vita aristocratica. Discendeva da una casata nobiliare di antiche origini. Materialmente non gli era mancato ovviamente nulla.
Nel cuore però una miriade di cose non aveva mai ottenuto.
La franchezza. Una genuina stabilità. La gioia di vedere due genitori complici che s’amavano.
Aveva contemplato solo subdoli contrasti e ipocriti compromessi. Sua madre era una donna pericolosamente stupenda ed egli era a conoscenza delle sue avventure fedifraghe . Le era diventato complice  e si era reso eguale a lei  nei vizi.
 Il padre, malgrado covasse serpi di rabbia, faceva finta di nulla e seguitava a non chiedere il divorzio.
Il giovane si sentiva male nel pensare a quello strano rapporto . Provava disprezzo anche verso se stesso…

Rallentò il passo fino a fermarsi davanti l’orizzonte del Mediterraneo.

Gli vennero in mente le maree gelide del Polo Nord.

Gli venne in mente lei.

Lei coi suoi capelli  sanguigni al pari delle ciliege di maggio.
Lei con la sua fortezza d’integra onestà.

Fece comparire sul palmo della mano un bocciolo di rosa.
Un bocciolo splendido e immacolato.
Talmente intenso era il  biancore da accecare quasi lo sguardo.

Incredibile…quando mi dichiarai a te, dolcezza mia, portavo ancora l’aureola. Non prendesti però il mio amore sul serio…la definisti una cosa passeggera, impossibile…”

Osservava con amarezza il candore della corolla del fiore.

I miei quattordici anni non tornano più indietro…sono diventato Lucifero ed eccomi qua che mi diverto ad insozzarmi con le fiamme dell'’inferno…come sono strano! Mi metterei a piangere se mi vedessi da piccolo…ti ho fatto arrabbiare parecchie volte perché ero pestifero…però ero veramente bianco.”

Alcune colombe volarono via dai cornicioni degli edifici antichi.

“ Non mi capisco. Sono contraddittorio, insensato, sporco. Mi sento una puttana. Dannazione! Non riesco ancora a scendere dalla giostra del sesso e delle tenebre…”

Strinse irosamente il bocciolo.

Tu, se ti togliessi quella maledetta maschera , mi salveresti! Oh, non sai quanto mi salveresti…Perché non posso averti ?! Perché non mi dai la tua anima?! “

Frantumò il fiore e ne gettò i petali nei panneggi salmastri del mare.

Sì, tesoro…la mia più grande e lacerante spina ha un nome: Artemis! “ 

 


A poppa della Temistocle, Shura scrutava i contorni di Siracusa divenire labili, fumosi.

Si allontanava da quell’isola in cui vide, da bambino, il principio di una raccapricciante metamorfosi…

Dario…assurdo.
Death Mask…orribile.

Più ci pensava, più gli pareva un incubo.

Mai si era dimenticato di quel giorno atroce, di quell’addestramento che aveva dovuto svolgere in Italia…

 

Era un agosto torrido e tiranno.
Il cielo era di un turchese dolente e perfido.
Il sole, disco squarciante di lava, frustava la pelle.
Fuori Catania, su un’ampia landa di terra screpolata e morta, degli apprendisti guerrieri si allenavano a coppie.

Due ragazzini di dieci anni  stavano combattendo.
Il primo, capelli neri e occhi ardenti, attaccava impetuoso e veloce.
Il secondo , capelli blu e occhi persi, si difendeva oscillante ed incerto.
Shura ebbe la meglio.
Con un pugno in pieno viso fece cadere Dario a terra.

Alcuni secondi dopo il bambino si mise lentamente a sedere.

- Dario, non hai attaccato per niente e non sei riuscito a difenderti! Così rischi grosso!

Il piccolo apprendista del Capricorno si avvicinò all’avversario per aiutarlo ad alzarsi:

- Perché non vuoi lottare? Forse oggi non stai bene?

Gli porse la mano.

- Dario?

Rimaneva zitto con una strana espressione di mestizia sul volto.

- Su, dai! – lo incitò afferrandolo per un braccio e rimettendolo in piedi- torniamo ad allenarci.

Dario seguitava a tacere restando immobile.

Le sue labbra però presero a traballare…
Il suo sguardo iniziò a sussultare luccicando di gocce.

- Cos’hai?

Le lacrime gli sgorgarono dagli occhi.
Il petto prese a sobbalzare e a respirare affannosamente.

- Dario! – ripeté Shura preoccupato posandogli la mano sulla spalla- cos’ hai?!

- L-lasciam-mi ! – gli rispose esplodendo in un pianto rintronato e convulso.

Lo spagnolo lo fissava desolato sentendosi inconsciamente in colpa.

Quei singulti fragili e violenti non sapeva in che modo fermarli…
Quelle mani impolverate e tremanti che tentavano di asciugare invano le guancie l’affliggevano…

- V-vogli-glio a-and-dar-mene d-di q-qui…v-voglio a-a-nd-darmen-ne…- annaspava Dario come se fosse un piccolo gabbiano che stesse annegando tra i flutti di un tifone.

Shura era profondamente agitato e confuso.

- Dario.

Un’ombra imponente e minacciosa sovrastò i due bambini…

Il Maestro Serse. Il guerriero d’argento dell'Etna più terribile e spietato.

Cranio rasato, corpo altissimo dotato di una muscolatura granitica, quell’uomo non poteva che iniettare terrore.
Il viso dai lineamenti regolari spaventava più di qualunque altra cosa…
Lo sguardo rosso cupo, apatico e vitreo, raggelava il sangue nelle vene.
La bocca sottile e marmorea, che si muoveva piano, stritolava il cuore.

- Ti rendi conto di come sei? – domandò il cavaliere con voce ghiacciata e metallica.

Dario, con gli occhi abbassati e sgomentati, continuava ad emettere singulti.

Non era in grado di parlare.

- Sai di essere vergognoso, vero?

Lo stesso tono piatto e devastante.

L’apprendista del Cancro desiderava con tutto se stesso  smettere di piangere, ma più provava, più singhiozzava peggio di prima.

Shura era atterrito dalla paura per lui.

- Perché devi rendere le cose complicate?

Il ragazzino chiuse gli occhi soffocati e bruciati dalle lacrime.
Era nel panico più nero.
Nel panico più straziante.
Pareva che le corde vocali gli fossero state strappate  dalla gola.

- Quanto sei difficile.

Un manrovescio d’inaudita brutalità lo scaraventò con la faccia sul terreno.

Il bambino si rialzò faticosamente con il respiro mozzato e  la fronte, il naso,la bocca sanguinanti.

- Chissà per quale motivo ti ostini a non capire.

Serse artigliò la  preda per i capelli trascinandola via.

Paralizzato, demolito, incapace di opporsi, di urlare...
Dario stava andando sul patibolo.

Shura, disperatamente, gli corse dietro ma delle guardie lo allontanarono in malo modo lasciandolo impotente spettatore della scena.


Ogni  urlo rimase  murato .
 
C’era tanto rosso. Nel vento Nel mare. Nell’estate.

 

Rosso.
Lo stendardo del silenzio.
Ascia di gelo e tortura.

 

Rosso.
La pergamena del non ritorno.

Nessun treno.
Solo gomitoli di sangue su binari arrugginiti.


 


 
note personali: Peccaminosi al cubo, Aphro e Death! XD Non vedevo l’ora di presentarli!! Beh…non sono degli adorabili stinchi di santo XD  Cancer è davvero fuori di testa ed è un perfetto lord d’eleganza e buone maniere XD Aphro è l’emblema della modestia e della rettitudine!! Un gran duo d’amici XD
Ce li vedevo davvero bene come complici. Death Mask e Aphrodite sono i guerrieri più controversi e infidi…quest’ultimo però non è certo disumano e violento come l’altro…le sue tenebre sono differenti…amando il periodo del decadentismo, e in particolare i romanzi “ il ritratto di Dorian Gray” di Wilde e “ Il piacere” di D’Annunzio, ho voluto affiancare all’estetismo di Aphro un ‘ indole edonista e dissoluta. Ahimè anche l’esteta è preda dei tormenti u.u 
Il drammatico  mutamento di Death verrà  mostrato ,ovviamente, anche  nei prossimi capitoli…
Dopo “ la rosa e il teschio” tornerò di nuovo da Mu, Sion e Kiki ^^ il trio d’arietini che ho momentaneamente lasciato XD
Grazie a tutti i lettori!! ^^
Alla prossima!!!

   
 
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