Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: carrotlouis    31/05/2012    3 recensioni
Mi guardai allo specchio, poi posai la mia attenzione al test che avevo in mano. Era positivo. Rimasi immobile, lì in quello sporco e piccolo bagno del bar. Appoggiai la schiena al muro e cominciai a scivolare lungo la parete finché le mani non toccarono terra.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
                                               Image and video hosting by TinyPic    
 

                                
                                                                                                Capitolo 1.
 
 
«Sono tornata.» urlai appena chiusa la porta d’ingresso.
«Tesoro sei tu? »la voce di mia madre risuonò nel soggiorno, mentre si avvicinava a passo veloce. Tirai fuori dalla borsa della spesa il test di gravidanza, con cui pochi minuti prima avevo fatto una figuraccia andando a sbattere contro un ragazzo e facendoglielo finire nella tasca dei pantaloni, e  lo nascosi nel giubbino.
«Si mamma. »risposi appoggiando la spesa sul tavolo della cucina.
«Claire.- disse sfiorandomi lentamente la spalla, al che io sussultai un po’ facendo cadere il pacchetto di pasta che avevo fra le mani e stavo riponendo negli scaffali.- Tutto bene? »
«Certo.- risposi toccandomi leggermente la tasca, dove avevo riposto il test, per assicurarmi che fosse ancora al suo posto.- ho preso solo paura. » mi buttai indietro i capelli raccogliendoli poi con un codino e le sorrisi aprendo un sacchetto di patatine cominciando a mangiarle.
«Vuoi che Richard ti accompagni al lavoro?» mi chiese affiancandosi a me e sistemandomi una ciocca di capelli ribelle. Scossi la testa e mi liberai dal suo abbraccio.
«No. Vado a piedi.» risposi dopo aver aperto il frigo e bevuto dell’acqua.
«Non capisco perché ti stia così antipatico. Amore, in fin dei conti, è come se fosse tuo padre.» disse accarezzandomi dolcemente la guancia.
«Ah no, mi dispiace- puntualizzai togliendomi la sua mano dal viso- lui è tuo marito e Liam è solamente il mio fratellastro. Non ci sono legami di sangue. »
«Ma perché non provi ad essere almeno un po’ più gentile con loro?»  sbuffò portandosi le dita sulle tempie e massaggiandosele insistentemente.
«Per il semplice fatto che loro non sono gentili con me.- dissi  tornando all’ingresso- comunque adesso devo andare.»
Mi infilai un paio di scarpe da ginnastica senza slacciarle e presi una delle tante borse appese all’attaccapanni prima di aprire la porta e uscire.
«Ne riparliamo più tardi Claire.» sentii dirle, ma ormai ero già troppo lontano per risponderle. Io non volevo sprecare il mio tempo a parlare di una famiglia in cui non volevo vivere. Fra poco avrei compiuto diciotto anni e sarei stata libera di fare quello che più avrei voluto. Sarei scappata da quella casa, senza più voltarmi indietro. Senza rimpianti, dritta per la mia strada. A seguire il mio futuro, qualunque esso sia.
 
Le mani mi tremavano mentre mi fissavo allo specchio, pensierosa e agitata. Alcune lacrime mi rigarono il viso andando a cadere e a bagnare il test che tenevo stretto con le dita. Ero incinta. Lo sapevo già. Avevo saltato un mese, il test era positivo. Lo buttai nel cestino e mi lavai velocemente il viso con l’acqua fredda del rubinetto del lavandino. Strinsi al petto la collanina di mio padre e appoggiai il corpo al muro, scivolando lentamente lungo la parete finché le mie mani non toccarono terra.
«Claire tutto bene?» domandò Rea bussando alla porta.
«Certo arrivo subito.» dissi alzandomi dal pavimento. Aprii la porta del bagno e gettando un ultimo sguardo allo specchio uscii. Infilai la chiave nel taschino  del grembiule che mi riannodai per bene dietro la schiena e tornai al mio lavoro.
«Harry, a che tavolo vanno questi? » chiesi prendendo una tazza di caffè e un bicchiere di cola. Il ragazzo mi guardò per poi osservare il block notes che aveva tra le mani.
«Al tavolo cinque. Là infondo. »rispose poi, sorridendomi e indicando con la matita sfilatasi da sopra un orecchio un tavolino.
Risposi al suo sorriso e mi avviai verso un tavolo vicino a una delle tante finestre del locale.
«Ecco a voi. » dissi appoggiando il tutto sopra la tovaglia bianca davanti a una ragazza.
«Oh no. Io avevo ordinato una brioches. » sorrise dolcemente gesticolando leggermente con le mani.
«Ah, mi scusi. Arriva subito. »dissi battendomi una mano sulla fronte e riprendendo le bevande.
Mi rigirai per tornare al bancone del bar e andai a sbattere addosso al ragazzo dagli occhi azzurri del supermercato, versandogli sul maglione il caffè e la cola. Un’altra figuraccia insomma.
«Guarda cosa hai fatto! » mi urlò contro.
«Mi dispiace. »
Presi un tovagliolino e cominciai ad asciugarli la maglia.
«Lascia stare così peggiori solo le cose. » disse allontanandosi verso il bagno.
«Mi dispiace. »gli ribadii.
Sospirai inchinandomi a raccogliere i bicchieri caduti sul pavimento quando Harry mi porse una mano.
«Facciamo una pausa eh? »chiese poi, il riccio poggiandomi una mano sulla spalla.
Annuii piano e lo seguii all’esterno.
«Ne vuoi una? » disse una volta fuori porgendomi una scatola di sigarette.
«Da quando è che fumi Harry? » corrugai la fronte e mi sedetti sulle gradinate incrociando le braccia al petto.
Harry abbassò lo sguardo sorridendo e coprendosi gli occhi con alcuni ciuffi ribelli.
«Le ho fregate a Zayn. »rispose buttandole in un cestino.
Feci un cenno con la testa, posandomi involontariamente le mani sulla pancia.
«Tutto apposto? Ti fa male? » si scompigliò i ricci e mi circondò una spalla con un braccio attraendomi a sé.
«Harry? »
«Si?»
Presi un sassolino e lo lanciai in una pozzanghera lì vicino.
«Niente.- mi alzai dagli scalini- Torno dentro.»
Lui mi afferrò per il braccio costringendomi a girarmi «Claire…»lo guardai negli occhi verdi mordicchiandomi freneticamente  le labbra.
«Harry…- le lacrime cominciarono a scendere e me le andai ad asciugare velocemente con il dorso della mano – Ecco io, io sono…» continuai prendendo respiri profondi.
«Claire dimmi.»
No non potevo. Non ancora almeno. Lui mi avrebbe chiesto chi fosse il padre e una volta scoperto, l’equilibrio della mia famiglia si sarebbe distrutto. Dissolvendosi in breve tempo.
«Io sono in punizione.» sbottai in fine.
«Tutto qua?» chiese squadrandomi.
«Si – gli diedi un leggero buffetto sul naso e gli circondai un braccio con le mani.- tutto qua. » risposi cercando di essere il più convincente possibile.
«E sentiamo. Che hai combinato?»  mi domandò poggiandomi la testa su una spalla.
«Ho detto una parolaccia in classe.» sbuffai accarezzandogli i capelli.
«Beh allora ci vedremo domani in biblioteca suppongo.» disse cominciando a ridere.
Sorrisi chissà che aveva combinato il mio Harry. Non feci in tempo a chiederglielo che Rea ci stava spingendo dentro per tornare al lavoro.
 
 
 
 
Ciaoooo!!!
Allora è un po’ orripilante, però vabbè…insomma no non va bè però chissene.
No dai sul serio spero vi sia piaciuto ciao belle!!!
 

 
 
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: carrotlouis