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Autore: carrotlouis    25/05/2012    4 recensioni
Mi guardai allo specchio, poi posai la mia attenzione al test che avevo in mano. Era positivo. Rimasi immobile, lì in quello sporco e piccolo bagno del bar. Appoggiai la schiena al muro e cominciai a scivolare lungo la parete finché le mani non toccarono terra.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                               Image and video hosting by TinyPic                                                                                                Prologo
 
Il professor Court entrò in classe, appoggiando la sua valigetta di pelle sul tavolo e tirandone fuori molti fogli. Maneggiò per circa cinque minuti col telefono, che decise poi di spegnere e infilare in tasca. Mi guardai intorno scuotendo la testa con veemenza. Il professor Court era una delle tante persone in quella scuola che non aveva capito niente né della vita, né di me. Lanciai un’occhiata rapida all’orologio appeso alla parete della classe e aggrottai le sopracciglia appoggiando la testa al muro, sbattendola più volte. Aprii il libro di geografia ad una pagina a caso e mi arrotolai una ciocca di capelli castani a un dito osservandola distrattamente.
«Come compito vi avevo dato per casa da leggere un articolo sull’eutanasia. Qualcuno vuole esporre un proprio commento personale? » chiese cominciando a camminare avanti e indietro per l’aula.
Cercai di alzare la mano venendo completamente ignorata dal professore.
«Daniel? » disse poi osservando un ragazzo riccio.
«Eh?» il giovanotto in fondo alla stanza, che si stava nascondendo con un astuccio cercando di leggere un libro a fumetti, si indicò con la mano. Il professore mosse su e giù la testa grattandosi la fronte.
«Lei? Che ne pensa?» domandò.
«Ehm si. Io penso che i medici credano di fare del bene, non di uccidere?» disse lui insicuro, giocando nervosamente con la matita. Scossi per l’ennesima volta il capo. Come poteva credere questo?
«Esatto. – l’insegnante annuì rassegnato incrociando le braccia- Aiutare un paziente a morire è un gesto immorale sia dal punto di vista epico che dal punto di vista medico, va contro ogni legge.»
«Io non sono d’accordo.- sbottai lasciando i capelli cadermi lungo le spalle –Se un dottore aiuta una persona a morire con dignità è ingiusto ritenerlo colpevole.»
«Signorina questo non è un dibattito libero.» disse il professor Court sistemandosi gli occhiali sul naso, avvicinandosi al mio banco.
«Mi scusi.» lui abbassò la testa infilando una mano in tasca.
«Così lei non è d’accordo.» continuò squadrandomi irritato.
«Si, io non sono d’accordo. Secondo me esiste un limite oltre il quale non vale più la pena di vivere.»
«La vita è il dono più prezioso del cielo e spetta solo a Dio decidere quando è giunta la nostra fine.» disse lui alzando leggermente il tono di voce.
«Io credo che…»
«No nessuna obbiezioni.» mi fermò con un gesto rapido della mano.
«Mah…»
«No, è sbagliato.»
«Ah andiamo, per un malato terminale la vita non è un dono, ma una merda.- urlai alzandomi dalla sedia e appoggiando le mani sul banco. Suscitai dei risolini fra tutti i compagni e distolsi lo sguardo imbarazzato da quello del professore.- mi scusi, io non intendevo.»
«Signorina Weister siamo a scuola, noi qui non usiamo questo linguaggio.- disse  muovendo velocemente il capo -lei si è appena meritata una sospensione di un giorno.»
«Che cosa? Mi sembra che ognuno sia libero di esprimere la propria opinione.» ribattei nervosa, risedendomi.
«Lei ha ragione, ma come le ho già detto è la forma quella sbagliata.»
«Oh la prego.» lo supplicai sistemandomi i capelli dietro le orecchie, tirandomi leggermente gli orecchini.
«Poteva pensarci prima, signorina. Domani, si faccia trovare in biblioteca alle otto.» continuò lui sedendosi alla cattedra e scarabocchiando qualcosa su un foglio.
Sbuffai, poggiando la testa sul tavolo. «Cazzo. Non è possibile.» mugugnai grattandomi i capelli. Sentii il ticchettio dell’orologio, l’aria farsi pesante e io diventare rossa.
«Mi scusi? »dissi agitando in alto la mano.
«Si signorina Weister?» domandò lui abbassandosi gli occhiali e guardandomi dritta negli occhi.
«Posso uscire?» chiesi pentendomi subito dopo della domanda.
«Faccia come vuole. – rispose indicando la porta con lo sguardo – ormai la lezione è finita.»
Raccolsi velocemente i libri e riposi le penne nell’astuccio. Spostai la sedia creando parecchio rumore e mi alzai guardando i miei compagni uno a uno.
«Grazie.» sussurrai col pensiero a ognuno di loro.
Aprii lentamente la porta.
«Ah signorina Weister. » disse dolcemente il professore.
«Si?» chiesi guardando fissa la porta.
«Comunque se le può far piacere la legge, oggi, dà ragione a lei.» sorrise e tornò a spiegare.
 
 
 
 
 
 
Okay è abbastanza corto. Ma è un prologo. Comunque prima che mi dimentichi devo ringraziare xletitshine per il banner che è stupendo…Grazie!
E basta ciaoooo:)

 
  
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