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Autore: inspiration    31/05/2012    4 recensioni
Si, io lo odiavo meno di una settimana fa, odiavo quei suoi ricciolini patetici i suoi occhi verde-azzurro che non mi parlano e quel suo sorriso che ho sempre riputato finto.Allora perchè adesso che è qui accanto a me i suoi riccioli appaiono ai miei occhi come i più belli, perchè i suoi occhi mi dicono tante cose contemporaneamente e perchè quel sorriso tanto odiato in quel momento mi catturava così tanto? Che mi stessi innamorando di Harry? Impossibile, eppure è così bello...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Harry Styles, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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23.Ottobre
C’è una cosa che non vi ho raccontato mai. In una dei tanti discorsi che abbiamo affrontato io ed Harry ce n’è uno in particolare di cui vorrei parlarvi.
Dopo il concerto a cui ho assistito Harry era deluso da se stesso per il fatto che non era riuscito a finire il suo assolo per bene. Nonostante io l’avessi comunque assillato dicendogli che per me non era importante, lui ha controbattuto spiegandomi il perché, del suo interesse per quella cosa.
Mi spiegò che per lui era come una sfida, un ostacolo che lui stesso si è costruito nel migliore dei modi e che sempre lui adesso non sa buttare giù. Mi disse che poi quella sera doveva apparire ai miei occhi perfetto e credeva di esserlo solo se mi dimostrava di saper fare tutto bene. In seguito ho continuato a spiegargli che non era il cantar bene che mi aveva fatta invaghire di lui, ma appunto LUI stesso. La sua personalità, il suo cuore il suo aspetto sia esteriore che interiore.
A lui però sembrava non bastare allora mi promise che al più grande concerto che avrebbero fatto, avrebbe eseguito quell’assolo alla perfezione davanti a me. Così, io gli promisi a mia volta che lo avrei aiutato in ogni modo possibile, ascoltandolo ogni sera e così ho fatto. Da quel 23 Ottobre ad Oggi l’ho ascoltato goni volta che ne ho avuto la possibilità, tranne ovviamente quando sono stata in America quelle tre settimane.
Sono sicura che lui riuscirà a fare il suo assolo alla perfezione, e se anche così non sarà per me lo sarà stato comunque. Lui però non si accontenterà perché me l’ha promesso e come dice lui, le promesse si mantengono…
 
 
12.Novembre.2010 un anno dopo del primo concerto.
 
‘Non mi fa un sedere enorme?’ chiedo ad Eleanor che osserva come me il mio riflesso nello specchio ,‘secondo me ti sta da dio’ risponde lei molto sinceramente. Quel vestito non mi convinceva molto, l’avevo comprato due giorni prima e non l’avevo provato (errore madornale) e me ne pento. ‘Dai Seph sei bellissima non ti fare tutte queste seghe mentali, hai un fisico pazzesco perché non dovrebbe stare bene?’ si intromise Eleanor convincendomi della sua versione. Cavolo è passato un anno e sono sempre più convinta che la gente che ci vede a giro insieme si chiede come possano due ragazze così belle come loro stare insieme ad una come me. ‘Avete ragione devo smetterla!’ dico poi abbassando la maglia che avevo alzata per osservare meglio il mio fondo schiena che allo specchio sembrava ancora più enorme. ‘Che ore sono?’ chiedo riferendomi a nessuna delle due in particolare. Entrambe guardano l’orologio ‘L’ora di ieri a quest’ora’ risponde Danielle ironicamente ‘No dai sul serio, El?’ mi rivolgo poi all’altra che altrettanto ironicamente sentenzia ‘L’ora che tu ti compra un orologio’. Sbuffo e mi dirigo alla mia borsa, appena affero l’iphone e schiaccio l’unico pulsante su esso presente per controllare l’ora sento dire ‘Le 9! Dai manca poco’. Mi volto ‘sono in ansia per loro! Cavolo io starei morendo se fossi quei cinque’ sentenzio controllando il respiro per auto-calmarmi, ‘Oh, ormai c’hanno fatto l’abitudine, è da tre anni che vanno avanti così ormai’ dice la più riccia fra le due ‘Perché si fa l’abitudine pure a questo?’ chiedo io ironicamente ‘Evidentemente’ risponde lei facendo spallucce. ‘Intanto che aspettiamo io mi sistemo un po’ il trucco’ dice Eleanor  passando fra noi due e pescando fra il suo borsone il beauty case. Entrambe la raggiungiamo e ci rechiamo davanti al grande specchio posto orizzontalmente nella stanza. Estrae da questo un po’ di fard e comincia a metterlo sul suo volto perfetto. Danielle si dedica invece al mascara ed io le osservo. Sono convinta che sistemarsi il trucco quando sono con loro sia la cosa più inutile del mondo, dato che ,come ho già detto, messa a confronto sono *miss-bruttezza-duemilasempre*. L’unica cosa che mi aveva tranquillizzata quell’anno era che ormai ero diciottenne e quando uscivo con loro non dovevo sentirmi la ragazzina adolescente che credevo di essere. Le osservo acconciarsi i capelli con le mani quasi incantata dalla loro grazia che le accompagna in ogni momento della giornata.
I miei pensieri  vengono interrotti da un omone che bussa alla porta, non aspetta il ‘’Entra pure’’ e sporge mezzo corpo al di la di questa, ‘Mancano pochi minuti, hanno chiesto di voi’. Subito tutte tre giriamo di scatto la testa verso l’uomo ‘Arriviamo subito’ rispondo io cordialmente mentre Eleanor si appresta a riordinare la trousse.
Quando siamo pronte usciamo e percorriamo il tragitto che ci divide fra loro. Via via che ci avviciniamo il mio cuore batte sempre di più e in respiro si fa frequente e profondo. Meno spazio manca più riesco a percepire una massa di voci che urla facendomi diventare ancora più agitata. Il primo suono che riesco a percepire una volta davanti al loro camerino è la sua voce che esegue scale di ‘’A’’ per riscaldare la voce. Busso, sento al voce interrompersi ed Harry farsi davanti a me. Butta subito le sue braccia al mio collo e mi stringe forte ‘Ho paura’ dice poi con voce tremante. Sento l’ansia che c’è nel suo corpo ‘Andrà benissimo’ lo rassicuro io carezzandogli la nuca dolcemente. Si stacca da me ‘e se mi si blocca la voce? E se scivolo sul palco? E se-‘ gli poso due dita sulle labbra per farlo zittire. ‘Sarai perfetto, devi credere in te stesso, tu ce la farai perché sai che puoi farlo e se mai tu dovessi ‘’sbagliare’’ sarà bellissimo lo stesso’ sorrido per infondergli sicurezza anche se so che non servirà. ‘Un minuto! dietro le quinte!’ annuncia un tecnico che interrompe quel momento perfetto. Gli stampo un bacio sulle labbra ‘è il tuo momento vai li su e spaccali tutti, tu ce la farai, me l’hai promesso ricordi?’ rimarco io. Annuisce fa per andarsene poi torna indietro e mi da un altro bacio sulla bocca ‘grazie, come sempre’. Detto questo sparisce fra i tendoni neri. Mi unisco a Danielle e Eleanor e ci facciamo scortare fino a li fuori. Ci incamminiamo e quando usciamo fuori da quella stanza insonorizzata migliaia di fan ci travolgono con le loro voci. Forse dovrei dire Directioner, perché chiamarle fan è troppo poco.
‘One Direction, One Direction, One Direction’ è il coro che eseguono all’unisono. Sono bellissime, ormai è quasi il settimo concerto che vedo, ma giuro che ogni volta è sempre una grande emozione. Ragazze che piangono, che urlano, che sbraitano, che saltano, che sorridono, che cantano tutte le loro canzoni a memoria. E’ incredibile quanta strada abbiano fatto questi cinque ragazzi che oggi, il 12 Novembre sono riuscita a riempire quasi tutto il Central Parck di New York.
Il concerto va avanti bene, ogni tanto Harry posa il suo sguardo sui miei occhi e sorride, io annuisco come per fargli capire che sta andando tutto alla perfezione, come sempre. Canzone dopo canzone, strofa dopo strofa, parola dopo parola arriva il momento tanto atteso. L’ultima canzone. What makes you beautiful. Inizia, tutto tranquillo. Pronuncio ogni parola che ormai so a memoria, sperando che il suo momento arrivi in fretta. Siamo vicini, i ragazzi eseguono la coreografia e si posizionano a piramide. Ancora pochi secondi. Ecco il suo momento. ‘Baby you light up my world like nobody else .The way you flip your hair gets me overwhelmed.But when you smile at the ground it aint hard to tell you don’t know...’’ Ce l’ha fatta, il fiato non si è bloccato e la voce ha fatto il suo gioco perfetto, sorride guardandomi e poi pronuncia le ultime parole del suo assolo ‘You don’t know you’re beautiful’. Sorrido come una bambina e sento che una lacrima solca il mio volto. Saltello l’ultimo pezzetto come per liberazione dato che durante la prima parte del concerto il mio corpo era rimasto rigido dall’ansia.
Quando la canzone finisce Harry pronuncia queste parole : ‘I promised you’ e mi guarda. Tutte le ragazze urlano eccitate mentre io lo guardo intensamente.
 
Improvvisamente tanti ricordi riaffiorano nella mia mente. Ripenso alla volta del cestino, alla volta del black out, quando è entrato dalla finestra, quando abbiamo suonato, la festa, il casino, il bacio, l’uscita, il concerto, la nostra prima volta, i litigi, Parigi, le mille chiacchierate, le infinite risate e i più sinceri sorrisi, quei momenti in cui ho creduto di odiarlo e quello in cui ho avuto paura di perderlo. E allora una domanda viene alla mia mente di rimando: Ma se quella volta in quel giusto momento non fossi andata a buttare il sudicio e lui non avesse fatto lo stesso, se non ci fosse stato quel black out, se non avessi lasciato quella finestra aperta, se non avessi avuto il pianoforte, se non avessi accettato il suo invito, se non l’avessi aiutato al party, se avessi rifiutato il suo bacio, se non fossi andata al concerto, se non fossimo andati a Parigi, se non avessimo litigato e soprattutto se non fossi riandata a prendermelo; adesso cosa saremmo? Forse nulla, forse amici, forse ci saremmo messi insieme lo stesso, perché chi lo sa, magari era già tutto scritto nel destino no?
Bhè non credo che centri più di tanto il destino ma NOI. NOI siamo gli artefici di tutto questo, NOI siamo gli artefici del nostro destino e sempre NOI decidiamo cosa fare della nostra vita.
Non so cosa succederà da ora in poi, non so quante promesse passeranno dalla sua bocca e non ci voglio neanche pensare,. In fondo c’è tempo no? Abbiamo davanti l’eterno.





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Grazie, vi dico solo questo...
  
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