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Autore: Nami88    01/06/2012    1 recensioni
"Il triangolo no.... non l'avevo considerato."
Questo è un po' il succo di questa fanfic ;-) Non ho altro da aggiungere.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Nami, Roronoa Zoro, Un po' tutti | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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« Da quanto tempo siete qui? » chiese Zoro mentre camminavano.
« Io da un paio di giorni » confermò Robin.
« Io da ieri… » disse Usop disinteressato accarezzandosi la testa.
« Gli altri li avete visti in giro? »
« No, purtroppo. L’arcipelago è molto grande. »
« Mmm è vero » Usop si fece pensoso. « Se solo ci fosse Chopper con il suo fiuto… »
« E bravo Usop » sorrise Zoro.
« Uh? Cosa?! »
« Cercheremo Chopper prima di tutti gli altri, così ci aiuterà a trovarli » suggerì.
« Ottima idea! » sorrise Robin.
« Modestamente ho sempre delle idee geniali!!! »
« Figuriamoci Nasop! É stato Zoro ad arrivarci per primo! »
« CHI TI HA CHIESTO NIENTE?! BRUTTA BISBETICA CHE NON SEI ALTRO! »
« BISBETICA A CHI BRUTTO NASONE?! LO SAI, HO UN REGALINO PER TE! TANTA…NEGATIVITÀÀÀ!!!! HOROHOROHORO! »
« Fai pure…ricordi? I tuoi patetici trucchetti non funzionano con me! Ah ah! »
« Voglio proprio vedere se è cambiato qualcosa in questi due anni! Negative Horoooo!!! »
« Smettetela! » ordinò Zoro senza risultato.
I fantasmini uscirono dalla mano di Perona e attraversarono il corpo di Usop tre volte.
« Sono un moscerino, un piccolo e insignificante moscerino sul fanalino di coda del waver di Nami. Oh povero me!!! »
« Horohorohoro!!! Ma guarda un po’… » sogghignò soddisfatta.
« La volete finire sì o no?! »
« Scusa » Perona abbassò la testa. Lo faceva ogni qualvolta Zoro alzava la voce con lei.
« Interessante » sorrise Robin divertita.
« Non me ne parlare » sbuffò lo spadaccino.
« No, intendevo la reazione di Usop…una volta non gli facevano effetto perché era senza autostima. Vuol dire che adesso ha più fiducia in sé. Bravo Usop! »
« Invece di complimentarci con lui sarà meglio muoversi. Ho sentito dire che da quando hanno spostato il Quartier Generale nr. 1 della Marina qui a Sabaody le strade sono meno sicure di prima » osservò Zoro guardandosi attorno circospetto, da sotto il cappuccio.
Robin e Zoro, seguiti da Perona che non mollava mai il braccio del suo inseparabile compagno di viaggio, si incamminarono verso il Groove 43, dov’era ormeggiata la Sunny.
« Ehiiii aspettatemiiiii » gridò Usop strisciando a terra ancora sotto gli effetti del Negative Horo. Perona si voltò e gli fece una linguaccia.
« Perona… » la riprese Zoro.
« Oh sì, scusa. »
« Usop tu muoviti » ordinò all’altro.
« Arrivo, arrivo… dannazione… » mugugnò arrancando.

Finalmente, più tardi raggiunsero la zona alberghiera dell’arcipelago.
« Ora ci troviamo al Grove 78, zona alberghiera » disse Robin osservando la mangrovia dietro le sue spalle. « Da dove cominciamo a cercare? »
« Bella domanda… Non chiederlo a me, sai che non so orientarmi molto bene »
« “Non sai orientarti molto bene”? É un eufemismo caro il mio Zoro! »
« Di un po’ Usop, ti fa male la testa? »
« No, perché? »
« Ancora per poco… » ringhiò Zoro.
Improvvisamente una folata di vento si alzò e stese sul volto di Usop un foglio di carta sporco e stropicciato, facendogli perdere l’equilibro e cadendo a terra.
« Puah ma che schifo!!!! Perché sempre a me accidentaccio?! » gridò inorridito, facendone una palla accartocciata per poi rialzarsi dolorante.
« Aspetta Usop! Non gettarlo! »
Robin glielo strappò di mano.
« Ehi calma! Che c’è?! »
« Guardate qui! » Robin lo lisciò al meglio e mostrò ai compagni quello che si rivelò un manifesto solitario , probabilmente una vecchia pagina di un giornale. C’era una foto di Brook in primo piano su di un palco.
« Il Re del Soul… » sussurrò Perona.
« Ma è Brook! »
« Così pare. Beh, ne abbiamo trovato un altro… » disse Zoro.
« Sì ma guardate alle sue spalle chi c’è » li invitò Robin a guardare più attentamente.
« É Chopper!!! Certo è cresciuto, ma è sicuramente lui! » confermò Usop.
« Due in un colpo solo. Andiamo a prenderli »
« Aspetta. Qui dice che il concerto si terrà al Grove 33, Sabaody Park, Sabaody Dome - zona turistica dei concerti musicali. Siamo fortunati, il concerto è stasera. »
« Ottimo, motivo in più per darci una mossa. Ne abbiamo di strada da fare. »
Zoro si avviò con Perona al seguito.
« Ehm Zoro, dove stai andando?! Il Grove 33 è dall’altra parte! » urlò Usop.
« Ah. M–ma certo. Lo sapevo… »
« Sì, come no. Non sei per niente cambiato » sghignazzò il cecchino.
« Nemmeno tu se è per questo »

Dopo ore e ore di camminata, cercando di tenere a freno la lingua di Usop e di Perona, giunsero al Grove 33 quando ormai era già buio.
« Uuuhhh, sono proprio esausta » sbuffò Perona.
« Sì, è stata una bella passeggiata » asserì Robin.
« “Passeggiata” mi sembra riduttivo! E “bella” mi sembra proprio ridicolo» ringhiò l’altra svolazzando a qualche centimetro da terra. Robin non rispose, Perona non coglieva l’ironia. Pazienza.
« Perona scendi. »
« Ma… »
« Ci farai notare. »
Sbuffò e riappoggiò i piedi a terra.
Per lei era molto più comodo volare, lo sarebbe stato per chiunque, di conseguenza non era abituata a camminare così tanto ma non poteva fare diversamente. La gente avrebbe notato che una figura incappucciata svolazzava a mezz’aria come niente fosse.
Perona coglieva la cordialità di Robin ma continuava dimostrarsi diffidente come un gatto selvatico. Se non era perché Usop la offendeva in qualche modo, Perona difficilmente proferiva parola…Zoro escluso, naturalmente. Ogni volta che Robin le rivolgeva la parola infatti, Perona afferrava il braccio di Zoro o gli si stringeva alla schiena come a volersi nascondere. Zoro sbuffava, le strappava il braccio dalle grinfie e la intimava a darci un taglio con la solita pigrizia che tutti ricordavano. Perona ricordava Chopper i primi tempi sulla Going Merry: spaesato e guardingo. Sempre pronto a nascondersi al minimo accenno di pericolo dietro le spalle di qualcuno più grosso di lui.
« Guardate quanta gente. Come faremo a parlargli? » chiese Usop trovandosi davanti al palco, alzandosi sulle punte per vedere oltre la folla. C’erano già migliaia di persone acclamanti e tantissime ragazze che sembrano sciogliersi in brodo di giuggiole per il Re del Soul.
« Credo che l’unica possibilità sia assistere al concerto e attenderli alla fine, che ne dite? »
« Robin ha ragione » confermò Zoro.
« Non faremmo prima a eliminare la sorveglianza e rapirli? » chiese Perona quasi indignata da tanta bontà.
La guardarono in malo modo.
« Non siamo a Thriller Bark qui » la zittì Usop con aria saccente.
Perona fece una linguaccia.
Danti al palazzetto, si nascosero in un vicolo buio dove nessuno li avrebbe notati. Inoltre, non c’era molta gente per le strade del lunapark contrariamente a quanto ricordavano; probabilmente una buona parte era rinchiusa al Sabaody Dome da cui già si poteva udire un fragore eccitato.
« Sì però come facciamo ad entrare? Ci vorranno i biglietti, e noi non abbiamo un soldo. Oltretutto, saranno esauriti » disse Perona.
« É un bel problema…  »
« Potrei stenderli temporaneamente… che ne dite? » chiese Robin.
Usop non sembrò apprezzare.
« Andiamo Usop non fare quella faccia… un colpettino alla nuca e dormiranno per un po’, gli faccio quasi un favore. »
Il cecchino ci pensò su. Fece per ribattere ma poi si arrese e brontolò un: « Se lo dici tu… » a mezzi denti.
« Molto bene allora » sorrise la mora soddisfatta. Si concentrò e da lontano osservarono la scenetta che aveva del tragicomico. Un braccio spuntò dietro al collo dei due sorveglianti così silenzioso che nemmeno se ne accorsero, salutando i pirati e prendendosi gioco dei due.
Zoro si mise a ridere. Addirittura Perona tentò di tossire per mascherare una risata.
« Sono l’unico a non trovarlo divertente qui?! Non mi sembra il momento adatto!!! »
« Va bene, va bene. Non agitarti » ridacchiò Robin.
In pochi secondi, con un leggerissimo e velocissimo colpo alla nuca, i due sorveglianti crollarono a terra come sacchi di patate.
« Ottimo lavoro » confermò lo spadaccino avviandosi a passi distesi verso l’ingresso, seguito dai compagni.

Il concerto durò più di tre ore e alla fine i pirati risultarono sfiniti.
« Accidenti, non ricordavo che Brook fosse così soporifero… » sbadigliò Usop stiracchiandosi.
« Forse è durato troppo ma alla gente sembra piacere molto » disse Robin coprendosi elegantemente la bocca per sbadigliare anch’essa.
Il pubblico intanto impazziva per il trucco dei 45 gradi contro alla parete. Le espressioni di Zoro e Usop invece parlavano da sole.
« Ancora quel patetico numero?? » domandò Usop interdetto. « Come faranno a trovarlo divertente? »
Zoro non rispose.
« GRAZIE!!!! GRAZIE MILLE A TUTTI!!! » Brook salutò e si ritirò dietro le quinte salutando il suo pubblico.
« Avanti, andiamo a prendere la star e la sua mascotte. Ormai è tardi, dovremmo anche cercare un posto in cui dormire. »
Attraversando la folla rimasta e la calca di gente che stava ancora in adorazione contemplando il palcoscenico vuoto, riuscirono ad accedere al retro dove, com’era prevedibile, la sicurezza era pronta ad intervenire qualora qualche fanatico si fosse intromesso nella privacy della superstar.
« E adesso che si fa? Ci mancava solo la sicurezza! » piagnucolò Perona.
« Stavolta ci penso io, mi basta un secondo… non se ne accorgeranno nemmeno » sogghignò Zoro sfoderando un centimetro della spada.
« No no no! Fermo! » Usop gli si parò davanti. « Ancora non hai perso il vizio di affettare tutto e tutti!? »
« E allora sentiamo, saputello, come speri di fare a passare? »
« Astuzia e diplomazia mio caro! » sorrise picchiettandosi la testa.
Zoro grugnì e inarcò un sopracciglio.
« Coraggio seguitemi. »
Usop si portò avanti al gruppetto e arrivò alle transenne che accedevano direttamente alle quinte del palco dietro ai tendoni neri. Le guardie vestite in nero di tutto punto, li scorsero e inarcarono le sopracciglia dietro agli occhiali da sole.
« Cosa se ne faranno poi degli occhiali da sole al chiuso… e per giunta al buio » ironizzò Perona sottovoce.
Non fecero in tempo ad avvicinarsi che si sentì un gran trambusto provenire dal palazzetto.
« Che succede? » chiese Usop distratto ma nemmeno troppo preoccupato, voltandosi indietro. Così anche i compagni.
Le guardie persero interesse.
« Pare che Brook sia tornato sul palco a giudicare dalle grida della folla » sorrise Robin.
« Che strazio… avanti, torniamo di là » mugugnò Usop strascicando i piedi davanti ai compagni.
Si spostarono più indietro, a metà strada tra il palcoscenico e le tribune per non perdere quel poco di strada che erano riusciti a guadagnarsi tra la folla adorante, in un angolo non troppo distante dal passaggio che conduceva sul retro.
« VERAMENTE … » cominciò Brook.
« Come si è fatto serio… » osservò Robin.
La folla si era fatta silenziosa e ascoltava le parole del suo idolo.
« …AVREI UNA COSA IMPORTANTE DA DIRE A TUTTI VOI » continuò lo scheletro.
La folla cominciò a mormorare e un cicaleccio fastidioso riempì il Sabaody Dome finché la star non parlò di nuovo.
« OGGI, SOUL KING… » non fece in tempo a finire la frase che dei fans indesiderati quando indesiderabili fecero irruzione nel palazzetto. Il brusio della folla riprese e con aria del tutto disorientata. « La marina?! Perché?! » si chiedeva la gente.
« CAPITANO IN CARICA DEI PIRATI RUMBAR – gridò un ufficiale tramite il lumamegafono – CONOSCIUTO COME BROOK IL CANTERINO, E CON UNA TAGLIA DI 33 MILIONI DI BERRY, ABBIAMO RAGIONE DI CREDERE CHE TU SIA QUESTO PIRATA! » mostrando l’avviso con la taglia alla luce soffusa dei riflettori. « SIAMO ANCHE STATI INFORMATI DELLA TUA APPARTENENZA ALLA CIURMA DI RUBBER CAPPELLO DI PAGLIA! »
La folla ricominciò il tumulto, stavolta però i toni erano più alti e la paura quanto lo shock vibravano nell’aria. « Soul King………Brook?! »
« NO! PIRATA BROOK! » corresse l’ufficiale con disprezzo. « TI METTEREMO SUBITO AGLI ARRESTI »
« Oh no!!! Maledizione!! Ci mancavano solo quegli scocciatori della Marina! E adesso che accidenti facciamo?!? » si agitò Usop pestando i piedi e grattandosi in testa.
« Stai calmo… » lo incoraggiò Zoro, che osservava sereno a braccia conserte.
« Come faccio a restare calmo?! Avevamo organizzato tutto alla perfezione e adesso arriva la Marina?!? Io non ho voglia di scappare!! »
« É proprio quello che dovremo fare temo » sorrise Robin divertita.
« Eh?! Anche tu non hai perso il vizio di essere così sadica eh?! Ma perché non me ne sono rimasto da dove sono venuto?!? »
« Dacci un taglio. Smettila di frignare. Osserva Brook, non vedi com’è tranquillo? Se lo è lui perché noi non dovremmo esserlo? »
Usop sbatté le palpebre e osservò più attentamente. Brook sembrava consapevole e tranquillo come aveva detto Zoro. Rimase dunque ad osservare la scena tentando di mantenere i nervi saldi.
« No! Non è possibile! »
« Il grande Brook… »
« …Soul King  è un criminale?! »
« É un pirata?! »
« Ma, secondo le voci che circolano, Rubber Cappello di Paglia è morto… »
La folla ormai era in delirio. Il brusio era diventato quasi un fragore insopportabile.
« Che succede là sul palco? » domandò in via retorica Robin, allungando il collo. Tutti si sporsero per guardare.
Sul palco erano apparsi tre uomini dalle braccia straordinariamente lunghe, vestiti elegantemente in giacca e cravatta con abiti lussuosi ed eccentrici. I manager di Brook.
« La cosa non mi piace. Pensi di poter sentire quello che dicono? » chiese Zoro voltandosi verso Robin, la quale annuì soddisfatta. Chiuse gli occhi e incrociò le braccia.
Cioè che accadeva era alla portata di tutti, ma riuscire a sentire era impossibile in quelle condizioni. Per tutti… ma non per Robin. « Qualunque cosa sia ho la sensazione che non sia nulla di buono » soffiò Zoro poggiando le mani sulle spade.

« É tutto finito Brook! »
« Dunque è tutta opera vostra, Manager? »
« Quando nel tuo camerino ci hai detto di volerti ritirare siamo rimasti di stucco. Proprio quando la tua popolarità era alle stelle e i nostri affari al top! Ci hai traditi. La nostra società ha chiuso ora. Perciò tu affonderai con noi, Soul King »

« Hanno puntato una pistola contro Brook e sembra che vogliano farlo fuori per aver messo fine ai loro fruttuosi affari » spiegò Robin.
Usop subito si agitò. Il tentativo di mantenere i nervi saldi era miseramente fallito. Le vecchie abitudini sono dure a morire. « Cosa?!? E poi mi dite che devo stare calmo?! La situazione sta degenerando, dobbiamo fare qualcosa!!! »
« Se non ti calmi sarò io a fare qualcosa a te. Brook sa cavarsela »
Usop fece una smorfia e Perona, aggrappata come un avvoltoio alle spalle di Zoro, si voltò facendo la solita linguaccia.
Brook ascoltava immobile le parole dei suoi manager, con la chitarra in mano e il microfono davanti. Ancora doveva finire il suo discorso.

« PIRATA BROOK!  METTI GIÙ LA CHITARRA E ALZA LE MANI! »
Un esercito di fucili era puntato verso la star, pronti a fare fuoco.
Robin era ancora intenta all’ascolto.

« Musicisti, coriste e ballerine… vorrei mi accompagnaste in un ultimo pezzo. É tutto okay, non preoccupatevi… ora la mia musica ha potere. »
« Sei impazzito forse?! Sei finito Brook! »
« Manager, vi siete presi molta cura di me in questi 2 anni e voglio ringraziarvi per avermi accompagnato su quest’isola. Per noi questa è l’isola del dispiacere, dover alberga il ricordo della sconfitta ma è anche l’isola del nuovo inizio. Io sono il musicista… il mio compito è rendere piacevole l’avventura. »
Robin allora sorrise sommessamente e smise di ascoltare rilassando le braccia lungo i fianchi.
« Sta ridendo! Ridi?! Perché ridi?! » strillò Usop.
« Ora lo vedrai » sorrise di nuovo rivolgendo lo sguardo al palcoscenico.
Poco dopo, Brook afferrò con convinzione l’asta del microfono e la portò alla bocca, perché tutti potessero sentire.
« RUBBER CAPPELLO DI PAGLIA, MORTO DITE?! SEMPLICEMENTE RIDICOLO! … DITELO PURE AL MONDO INTERO: RUBBER CAPPELLO DI PAGLIA É VIVO! »
« Coooosaaaaa?!?! Ma io dico gli ha dato di volta il cervello?!? Dopo tutta la fatica che stiamo facendo per non farci scoprire fa un annuncio in mondovisione?!? Questo è un vero disastrooo!!! Dobbiamo andarcene subito!!! »
« Copertura saltata » sogghignò Zoro facendo spallucce.
Bastarono pochi secondi perché la folla realizzasse quanto appena annunciato, perché si scatenasse un’ondata di panico generale. Molte persone si riversarono urlando impazzite e a frotte verso le uscite di sicurezza più vicine. Altre, seppur sconcertate, restarono ad ascoltare.
« QUEL RAGAZZO, UN GIORNO, DIVENTERA’ IL RE DI TUTTI I MARI! UNA PARTENZA TACITA E SENZA FRAGORE NON É ADATTA A LUI! »
« Fantastico! » gridò Usop come se Brook potesse sentirlo. « Vuoi anche dar loro le indicazioni per trovare la Sunny?!? »
« Guardate le persone però » fece notare Robin. « Il loro atteggiamento verso Brook è cambiato. »
Intorno a loro, infatti, la gente mormorava: « Soul King… » fissando il palco con occhi languidi e malinconici.
« AMATEMI FINO ALLE OSSAAA!!! » gridò Brook iniziando un rock aggressivo con la sua chitarra elettrica. « QUEL RAGAZZO, UN GIORNO, DIVENTERA’ IL RE DI TUTTI I MARI! UNA PARTENZA TACITA E SENZA FRAGORE NON É ADATTA A LUI! »
« SIIII!!! » la folla era adorante, se mai fosse stato possibile ancora di più rispetto a tutto il concerto. Brook aveva toccato il loro cuore.
« QUESTA LA DEDICO AI MIEI AMATI COMPAGNI: IL MIO ULTIMO SOUL! ASCOLTATELO BENE! »
« Non cambia proprio mai » sghignazzò Zoro.
« É vero » sorrise Robin.
« Che noia… un’altra di quelle stupide canzoni » brontolò Perona spossata.
« Teniamoci  pronti » osservò Zoro. « Finita questa canzone sarà il panico. Ci sarà molta confusione e noi dobbiamo approfittarne. Le guardie non si sono mosse da lì, speravo si allontanassero vista la situazione e ci sono anche i tre tizi sul palco da sistemare. Pensiamo in fretta. »
Si concentrarono per un momento, Zoro fu il primo a parlare: « Ho trovato. »
« Sarebbe a dire? » chiese Usop dubbioso.
« Li stendo tutti in un colpo solo. Non se ne accorgeranno nemmeno e non sporcherò per terra. Promesso! »
Dovevano urlare per sentirsi fra loro, pur essendo vicinissimi. La canzone era iniziata e si trovavano accanto agli amplificatori.
« No, non va Zoro! Te l’ho già detto anche prima! Non puoi andartene in giro ad affettare la gente! »
« Non mi pare il momento di mettersi a fare i caritatevoli! » ribatté lo spadaccino.
« E se gli spezzassi il collo?! »
« Nico Robin, anche tu di nuovo?! No, ci penserò io!  Voi due avete dei desideri di violenza che non mi piacciono per niente! »
« E in che modo pensi di fare?! » chiese Zoro.
Non fece in tempo a spiegarsi che la Marina tornò alla carica: « NON ESSERE RIDICOLO! ABBIAMO DETTO CHE IL CONCERTO É FINITO!!! » e accadde l’imprevedibile. La folla si rivoltò contro i militari.
« LASCIATECI ASCOLTARE UN’ULTIMA CANZONE!!! »
« É VERO! »
« NON CONTA CHI SIA IL RE DEL SOUL!! »
Il panico si scatenò definitivamente e prima del previsto. Si trovarono nel bel mezzo di una vera e propria guerriglia con gente che spingeva e correva ovunque, impazziti come una mandria di bufali. Una parte della folla era urlante, spaventata dai fucili e dai colpi che volavano alla cieca, un’ altra si rivoltava contro i marines per difendere il loro idolo e una terza parte gridava sconvolta per aver appreso che il Re del Soul altri non era che uno sporco pirata, e per giunta uno dei Pirati di Cappello di Paglia. Le guardie solo a quel punto si gettarono in mezzo alla folla per aiutare i militari a tenere a bada le persone.
« Hai visto Usop? Bastava chiedere » sorrise Zoro.
« Spiritoso! Molto divertente Zoro! Beh, almeno ora abbiamo un problema in meno! »
« É molto suggestivo non vi pare? Una battaglia e Brook che canta una canzone in sottofondo… » chiese Robin.
Usop la guardò in cagnesco. « Tu…Robin se non fossi una ragazza saprei io che cosa dirti! » Robin sorrise di rimando. La divertiva un sacco prendere in giro Usop.
« La situazione fa al caso nostro! É il momento! » disse Zoro voltandosi verso i compagni. « Usop cosa stavi dicendo prima che la Marina ci interrompesse?! »
« Dicevo che potremmo approfittare del fumo per salire sul palco! »
« Quale fumo?! » gridò Perona.
Di nuovo, non fece in tempo a rispondere che Zoro li avvertì: « Stanno per sparare! Qualunque cosa tu abbia in mente di fare tieni pronto e sii veloce! »
« Sissignore! » Usop si infilò gli occhiali e armò Kabuto e non fece domande.
Gli altri non potevano vederlo, ma Zoro sì: la Marina aveva i fucili puntati e stavolta non avrebbero mancato di sparare. Le dita erano già tese sui grilletti che sarebbero stati premuti nel giro di pochissimi secondi.
« Stai pronto! »
Usop prese la mira in tre punti indefiniti. « Ora! » gridò Zoro a gran voce. Nello stesso momento, un susseguirsi di sparì a catena riecheggiò nel palazzetto coperti però da tre esplosioni più potenti che rimbombarono e aprirono una densa cortina di fumo. « STELLA VERDE! ERBA TESCHIO ESPLOSIVA! »
« Che diavolo succede?! » gridò Perona, tossendo.
Un fumo denso e grigio aveva completamente invaso il palazzetto. Non si vedeva a un palmo dal naso.
« Non so che cosa tu abbia fatto ma è stato geniale! » sorrise Zoro abbassandosi per respirare meglio e dando una possente pacca sulla spalla ad Usop.
« Avevi forse dei dubbi?! Ma ora non c’è tempo per spiegare! Seguitemi! »
Si fecero largo tra la folla e finalmente riuscirono a salire sul palco dal retro delle quinte.
« CHE COSA STA SUCCEDENDO!?!? COS’É QUESTO FUMO?!?! »
« NON SI VEDE NIENTE!!! »
« COSA STA COMBINANDO LA MARINA!? AVEVAMO UN ACCORDO!! »
Si sentivano i tre manager gridare arrabbiati, e la folla ancora più nel panico di prima.
Brook era immobile, totalmente ignaro e disorientato per quello che stava accadendo. Aveva persino dovuto interrompere il suo ultimo canto. Si sentì poi afferrare per un braccio e trascinare giù per le scale.
« LASCIATEMI! CHE COSA VOLETE?! LASCIATEMI! »
« BROOK CALMATI! SIAMO NOI! »
Il fumo dietro le quinte era meno intenso e, una volta calmatosi, Brook ebbe modo di studiare per alcuni secondi le sagome che intravedeva dietro alla cortina.
« Tutto bene amico? Sei tutto intero? Niente ossa rotte? » chiese Usop.
Lo scheletro ci mise un po’ a capire.
« Ma siete voi! YOHOHOHOHOHO!!! Come sono felice di vedervi amici miei!!! Per poco non vi viene un colpo al cuore!!! Che piacevole e gradita sorpresa!!! Bellissima e meravigliosa Robin, non rendi giustizia al passare del tempo… sempre più bella! » disse baciandole la mano. « E chi abbiamo qui? Zoro! Caro vecchio Zoro! »
« Vecchio sarai tu. Carcassa d’ossa. Sei in ottima forma » sorrise lo spadaccino.
« Yohohohoho! Puoi ben dirlo, non sono per niente ingrassato! Yohohohohoho! Vedo che ti sei rifatto il look! E poi c’è Usop! Però, i miei complimenti amico! Sei molto cambiato! »
« Hai visto che roba?! Sono fortissimo adesso!!! Ah Brook, ti dovrei dare una bella lezione per averci tolto la copertura!!! » disse isterico. « Ma sono felice che tu stia bene! » sorrise infine.
« Grazie amici! É davvero fantastico essere di nuovo assieme… ma… c’è una persona che non mi sembra sia dei nostri… » allungandosi per scorgere la principessa oltre le spalle di Zoro. Perona lo osservò irritata e offesa poiché il suo sguardo da villano osava posarsi sulla sua regale persona.
« Prima che tu chieda cosa ci fa con noi – disse Zoro – te lo spiegherò quando saremo tutti riuniti. »
« Nessun problema! Ti chiami Perona se non ricordo male… sei pur sempre una damigella e quindi – disse inchinandosi – buonasera signorina. »
Perona sembrò inorridita e sdegnata, e non ci pensò nemmeno a contraccambiare il gesto garbato di Brook. Brook tuttavia non ci rimase male e non si formalizzò.
« Devi scusarla Brook, questa screanzata non ha idea di cosa sia la carineria! »
« Perché tu sì?!? Brutto nasone!! »
« Ecco, ci risiamo » sorrise Robin piacevolmente divertita. Lo stesso non si poteva dire di Zoro.
« Almeno allontanatevi se volete discutere » ringhiò prendendoli per le braccia e spingendoli lontano. « Che strazio. »
« Sembra che quei due si divertano un mondo… » disse Brook incuriosito.
« Non voglio nemmeno parlarne. Mi fanno venire il mal di testa » sbuffò Zoro.

« É SCAPPATO PRESTO! CERCATELO DAPPERTUTTO!!! » i marines si avvicinavano.

« I convenevoli a dopo! » ordinò il vicecapitano, risoluto. « É meglio se leviamo le tende. »
« Sono d’accordo! Yohohohohoho! »
Corsero verso l’uscita di sicurezza, sul retro. Usop restò per ultimo e lanciò un’altra stella fumogena.
« Prendete questa! Ah ah ah! Via di qui ora! »
Una volta usciti corsero vero i Grove circostanti in cui c’erano meno abitanti, quelli meno illuminati. Lasciatisi alle spalle il trambusto, le voci dei marines e della folla urlante suonavano ormai lontane e rallentarono il passo, ancora con il fiatone.
Brook si fermò ad osservare.
« Va tutto bene? » chiese Robin.
« …Sì » sospirò. « É solo che… mi dispiace per tutti i miei amati fans. Ho fatto in tempo solo a cantargli un’ultima canzone. Spero che nessuno si sia fatto male… »
« Andrà tutto bene » lo consolò Usop sorridente, poggiandogli una mano sulla spalla.
« Sì, ora siamo di nuovo tutti insieme ed è questo che conta! Yohohohoho! Allora amici come mi avete trovato? »
Robin estrasse il volantino dallo zainetto e glielo mostrò.
« Yohohohohoho! Sì, godo di una certa fama come avrete notato! »
« In realtà cercavamo Chopper – spiegò Robin imbarazzata – con il suo fiuto avremmo trovato anche gli altri, però poi la provvidenza ci è venuta incontro e ci ha portato da te. Sappiamo che sei con Chopper… »
« ACCIDENTI! » esclamò Usop terrorizzato. « ABBIAMO DIMENTICATO CHOPPER!!! VADO A PRENDERLO!!! »
« Yohohohoho!!! Fermo Usop, non è necessario! Chopper non era al concerto questa sera! » sorrise afferrandolo per le bretelle. Usop infatti era già partito per correre in aiuto del dottore.
« Come? Non era con te? » chiese interdetto. « Ehm… beh, in effetti non l’ho visto… »
« É rimasto in hotel. Ho fatto credere a tutti che fosse il mio animale domestico… il mio portafortuna, la mia mascotte. Yohohohohoho! »
« Ma certo, uno scheletro a cavallo di una renna. Quando mai non si è visto… » Zoro.
« Brook, possiamo chiederti alloggio? Non sappiamo dove stare e la Sunny è al Grove 42. Con la Marina che si aggira non è il caso di procedere ora. Meglio far calmare le acque »
« Ma certo Robin! Yohohohoho! Non dovete nemmeno chiedere! C’è un problema però. Dobbiamo andare a prendere Chopper prima che la Marina corra all’hotel dove sono alloggiato con la mia band. Dobbiamo sbrigarci ma dobbiamo anche fare attenzione! »
« Io sono stanca » piagnucolò Perona da lontano, gongolando ad un metro da terra.
« Lo siamo tutti » commentò Zoro indifferente.
« Resisti bella signorina! Vi prometto amici che vi offrirò comunque un posto dove dormire anche se ora dobbiamo pensare solo a prelevare Chopper! Seguitemi! »
« Usop, Perona andiamo! » li chiamò Robin, mentre ancora erano intenti ad inventare l’insulto peggiore da scambiarsi per far passare il tempo.

Seguirono Brook fino al Grove 33 – Hotel Golden Palace.
« Non entriamo dall’entrata principale? » chiese Usop.
« No, è meglio di no… » disse Brook incamminandosi verso il retro. « Avevo immaginato che sarebbe finita in questo modo. Non esattamente così, però avevo immaginato che sarebbe potuto accadere qualcosa. Sul retro c’è una persona che ci attende. »
« Mi piace tutto questo mistero » disse Robin eccitata.
« A me per niente » grugnì Usop circospetto.
Sul retro c’era una porta di servizio, sotto alla scala antincendio, completamente al buio.
Brook gli si avvicinò e, dopo essersi schiarito silenziosamente la voce, fece un gorgheggio dai toni pacati e melodici.
Usop storse il naso.
Poco dopo si sentì qualcuno arrivare. Doveva essere una sorta di ripostiglio o di magazzino perché la persona che stava dall’altra parte cominciò a spostare un sacco di roba per arrivare alla porta. Si sentì poi il suono di un catenaccio tintinnare e alcuni chiavistelli aprirsi.
La porta finalmente si schiuse.
« Finalmente! » ironizzò Perona seccata, beccandosi una gomitata da Usop.
« Buonasera signore » borbottò timidamente un ragazzino non più alto di un soldo di cacio… beh, certo in confronto a Brook.
« Buonasera Tom caro, è tutto in ordine? »
« Assolutamente. Non mi ha visto nessuno! Prego – disse scorgendo i compagni dietro la sagoma di Brook – seguitemi »
« Sempre più emozionante! » aggiunse Robin.
Il gruppetto entrò silenziosamente, il giovane Tom li fece passare davanti a sé inchinandosi ogni volta, e si chiuse dietro la porticina.
« La Marina è già passata di qui? »
« Non ancora » sussurrò il ragazzo. « Ma so per certo che il signor Yehen ha ricevuto un avviso via fax dell’imminente arrivo dei soldati. Dovete sbrigarvi. Al Mangrove Hotel è tutto sistemato e vi aspettano per stanotte. »
« Molto bene » asserì Brook.
« Per salire fino alla sua suite dovete seguire quel passaggio » disse il ragazzo indicando una porticina ancora più piccola, nascosta in un angolo. « Una volta oltrepassata troverete un sistema di scale interno che vi condurrà alla suite. Una volta era utilizzata dagli altolocati del governo o dai pirati famosi per uscire indiscretamente o per… far passare… le–le loro amanti… » disse imbarazzato abbassando lo sguardo. Era poco meno di un quindicenne.
« Quale onore! Yohohohoho! »
« Ora andate, dovete sbrigarvi. Il signor Chopper vi starà aspettando. Vi ho già preparato i bagagli. Una volta pronti scendete ed uscite sempre da qui, io passerò più tardi a chiudere e a…beh…a rimettere in disordine. Buona fortuna! »
Zoro, Robin, Usop e Perona si diressero verso la porticina, scavalcando alla cieca ogni sorta di ostacolo, scatolone o cianfrusaglia che fosse.
« Ti ringrazio, Tom. Sei stato prezioso » gli disse Brook poggiandogli le mani sulle spalle. « Non dimenticherò mai l’aiuto che ci stai dando »
« Non c’è problema » sorrise il ragazzo.
Brook seguì i compagni.
« Ah, signore? » lo chiamò il ragazzo. « Mi saluti Cappello di Paglia… io faccio il tifo per voi, l’ho sempre fatto » sorrise.
« Yohohohoho! » canterellò Brook sottovoce.
« Brook muoviti! » si sentì Usop chiamarlo dalle scale.

« Come sai che non ci tradirà? » bisbigliò Usop mentre salivano quelle scale vecchie e arrugginite. Coperte di ragnatele e buie.
« Lo so. Il suo cuore è puro… il Re del Soul può entrare nel cuore della gente. »
« Mmm… sarà… »
« Poco importa, l’importante è riuscire a scappare presto da questo dannato arcipelago » grugnì Zoro.

Continuarono a salire e a salire, inciampando ogni dieci gradini perché non si vedeva nulla. Perona era molto felice perché poteva svolazzare come le piaceva e non faceva altro che affiancare Usop punzecchiandolo per la fatica che doveva fare, quando lei poteva comodamente raggiungere la cima in un secondo senza versare una goccia.
« Dovremmo quasi esserci » disse Brook guardando verso l’alto.
Infatti il soffitto si avvicinava e poco dopo arrivarono su di un pianerottolo da cui si accedeva ad un altro passaggio segreto. Usop poggiò le mani contro il muro per aprire il passaggio, Brook e Zoro lo imitarono.
« Pensate forse che io non sia abbastanza forte?! » brontolò Usop offeso. Nessuno rispose.
La porta si spostò scricchiolando e lasciando cadere polvere fine sul pavimento. Una volta aperta il caldo confortante e profumato, e la luce morbida di un lussuoso attico, li pervasero.
« Yohohohoho! Ce l’abbiamo fatta. Coraggio, entriamo! »
Perona divenne raggiante.
« Ma è meravigliosoooo!!! Questo luogo è stupendo! Ricchezza e lusso e un mucchio di gente pronta a servirti e riverirti! » pianse con gli occhi languidi, osservando la lucentezza e brillantezza di quel posto.
« Brook sei proprio diventato una superstar… » soffiò Usop. « Che lusso » scorgendo fuori dalla gigantesca vetrata le luci che illuminavano tutto Sabaody.
Robin sorrise divertita.
« Prego, accomodatevi. Fate come se foste a casa vostra. Chiedete e vi sarà dato, anche se il tempo è pochissimo! » li intimò lasciandoli passare per primi.
« Brook sei tu?! Ho sentito dei rumori! »
« Ma questo è… »
Brook sorrise ma gli fece cenno di restare in silenzio.
« Ho sentito degli odori diversi entrare » si sentì dire dall’altro capo dell’appartamento. « Mi ricordano vagamente quelli degli altri ma non è possibile che siano loro, va tutto bene?!? »
« Chopper sono io! Tranquillo! Yohohohoho! » si limitò a rassicurarlo. « C’è una sorpresa, vieni amico mio! »
« Una sorpresa?! » si sentì Chopper galoppare verso l’ingresso. « Quale sor..........presa........... » Chopper arrestò il trotto e s’immobilizzò ammutolito.
Osservò quegli strani tipi che stavano accanto a Brook sulla soglia del passaggio segreto.
« Usop??? Robin?!? E…e…Zoro?!?!??! » chiese incerto. Ancora si nascondeva sotto al mantello.
« Ciao amico! » sorrise Usop facendo il segno della vittoria.
« Ciao piccolo Chopper… beh, non più tanto piccolo direi! »
« Ciao amico, ben trovato »
« Ahahaha! Ragazzi siete voi!!! Che felicità!!!!! Non ci credo!!! »
« Ma guarda quanto sei cresciuto! » Usop gli corse incontro misurando l’altezza. « Scommetto che adesso sarà uno spasso cavalcarti!! »
Presto si ritrasformò tornando alle dimensioni normali e saltò al collo ai suoi vecchi amici, piangendo come un bambino.
« Ma allora siete voi!!! L’avevo detto che c’erano degli odori diversi in casa! Che gioia!!! Però – s’interruppe – sento un odore che non riconosco… »
Tutti si voltarono verso la figura snella ancora voltata di spalle che, come sempre, finiva al centro dell’attenzione.
« Un attimo. In realtà, quest’odore mi ricorda qualcuno ma non può essere… »
« Coraggio, voltati » le disse Zoro. Sembrava più un comando che un suggerimento.
Perona si voltò e si tolse il cappuccio, con sguardo contrariato.
« Sì sono io! Sono Perona la Principessa dei Fantasmi, prima che tu me lo chieda! Quanto dovrà andare avanti questa storia?! » chiese scocciata.
« Temo finché non ci ritroveremo tutti » sorrise Robin.
« Che ci fa lei qui?!? » gridò Chopper allarmato.
« Calma » disse Zoro. « Non ci farà del male. »
« Farvi del male?!! Ah! Non ne vale nemmeno la pena, branco di smidollati. »
« É una storia lunga » spiegò Zoro. « Come ho detto agli altri, ve lo spiegherò quando ci saremo ritrovati tutti. Nel frattempo non avete di che temere da lei. »
« Sì, a parte della sua linguaccia biforcuta e avvelenata! » ringhiò Usop.
« Bando alle ciance! I bagagli sono tutti pronti Chopper? »
« Sì, Brook, tutto quanto. Ho preso il minimo indispensabile! »
« Bravissimo! Ora muoviamoci. Al Mangrove Hotel ci staranno aspettando! »
Ognuno caricò un borsone o uno zaino e scesero le scale lasciando intonso l’appartamento come se nessuno fosse mai passato da lì.

Una volta di nuovo all’aria aperta, seguirono le indicazioni lasciate da Tom su un foglio di carta mal disegnato per raggiungere l’altro hotel.
Ormai era mezzanotte passata quando lo raggiunsero.
« Questo… sarebbe il Mangrove Hotel?! » chiese Usop schifato.
« Non sospetteranno mai che una star possa trovarsi in una catapecchia del genere »
« G-giusto » mugugnò Usop. « Non ci avevo pensato. Perché mai mi illudo sempre??? »
« Entriamo. »
Aprirono la porta scricchiolante e salutarono la vecchia signora alla reception. Brook le passò una mazzetta di danari molto profumata. Probabilmente non aveva mai visto tutto quel denaro in una volta sola, o forse nemmeno nella sua vita, date le condizioni in cui l’hotel riversava.
Li fece accomodare in una stanza. Un'unica grande stanza dove avrebbero dormito tutti assieme. C’era un solo letto matrimoniale dall’aspetto non troppo pulito e comodo. Un paio di divani disfatti, un tavolo e un tappeto. Il bagno era fuori.
« Voglio farmi una doccia, o meglio… vorrei » brontolò Usop sistemando alcune cose nella borsa.
« Questo posto è disgustoso » commentò Perona restando sempre sospesa in aria per non toccare nulla.
« Dacci un taglio » la rimproverò Zoro.
« Possiamo dormire tranquilli, nessuno ci disturberà » li rassicurò Brook. « Robin e tu, principessa, potete prendere il letto matrimoniale. »
Robin accettò mentre Perona disse che avrebbe dormito accanto a Zoro, l’unica persona di cui si fidava. « No grazie! Io dormirò con Zoro! Non si sa mai che qualcuno di voi tenti di avvelenarmi nel sonno » aveva detto sprezzante.
« Cos’hai detto?!?! Ti ha dato di volta il cervello?! » urlò Zoro imbarazzato.
« Non voglio dormire con questo branco di bambocci! »
« Prima di tutto modera i termini e secondo, non ti farei mai dormire con me neanche fossi l’ultima donna sulla terra quindi levatelo dalla testa!!! Io dormirò per terra e tu sul divano, contenta?! »
« E va bene, ma voglio che l’orsetto dorma con me! »
« Fai quello che ti pare » aveva detto Zoro gettandosi sfinito a terra, pronto a dormire. Per lui non era mai stato un problema.
« L’orsetto sarei io?!?! » chiese Chopper sconcertato.
« Esatto » sorrise crudelmente Perona mandando i suoi fedeli fantasmi a prenderlo.
« E bravo Zoro, quando lo saprà Nami… » sghignazzò Usop sotto i baffi.
« Non ho sentito bene »
« Infatti non ho detto niente! » si corresse Usop repentino. « Devi avere le traveggole! Brook, io e te dormiamo sull’altro divanetto assieme. Tanto tu non occupi molto spazio! »
Chopper invece, purtroppo per lui, non riuscì a ribellarsi e finì stritolato nella morsa letale di Perona.


(citazioni epp. 519-520 “One Piece” - © Eiichiro Oda, Fuji TV, Weekly Shonen Jump, Toei Animation)
   
 
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