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Autore: 19eleonora91    01/06/2012    1 recensioni
Se questa volta fosse Rossana ad avere una vita sregolata e le servisse qualcuno che le facesse capire cosa sta facendo così da aiutarla a tornare sui suoi passi???e se questa persona fosse proprio lui...Akito??
Leggete e ditemi cosa ne pensate!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alle “prime” luci di mezzogiorno Sana aprì gli occhi infastidita da quei raggi che le colpivano il viso. Tempo di mettere a fuoco la realtà che la circondava, si rese conto che non era stato un sogno. Si trovava nella sua stanza, di quando era bambina, solo che era un po’ più grande. Il riflesso nello specchio sulla parete accanto al letto era cambiato, ma soprattutto non era sola. Da quella posizione si riusciva a vedere solo un braccio avvolto al suo corpo e qualche ciuffo biondo che le accarezzava il viso. Lui era lì! Akito era lì vicino a lei, abbracciato a lei, stretto come se nessuno sarebbe mai riuscito a dividerlo da ciò che racchiudeva tra le braccia; oramai era una sua proprietà nessuno gliel’avrebbe portata via, nessuno!
Sana rimase stretta in quell’abbraccio, stranamente neanche lei voleva liberarsene. Di solito dopo le sue solite avventure cercava di scappare il prima possibile, non voleva il minimo contatto con le sue “vittime”, si erano divertiti si ma poi basta una volta era più che sufficiente. Con Akito però non ci riusciva, sarà che erano comunque a casa sua quindi non avrebbe potuto lasciarlo lì, ma proprio non voleva. Si sentiva sicura in quell’abbraccio, protetta; come se nessuno potesse mai toccarla così da farla soffrire. Pian piano si girò così da trovarsi faccia a faccia con il ragazzo e poter osservare i suoi dolci lineamenti mentre dormiva. Peccato che dopo poco anche il ragazzo aprì gli occhi e i due si trovarono a fissarsi senza dire una parola. Nessuno voleva rovinare quell’atmosfera magica che si era creata; stavano così bene in quel silenzio, perché parlare, tanto oramai era come se i loro pensieri fossero in contatto, si capivano con un solo sguardo non c’era bisogno di parole. Infatti senza alcuna parola i due volti si avvicinarono e si scambiarono un bacio tenero e forte allo stesso tempo.
Una volta terminato questo piccolo istante di dolcezza Akito decise di parlare per primo:”Bè se il buongiorno si vede dal mattino devo dire che questa sarà una giornata spettacolare!!!”
Sana fece uno dei suoi sorrisi scintillanti e come risposta non disse niente, lo baciò nuovamente così da acconsentire a ciò che era appena stato detto.
Al termine di questo bacio Sana fece per alzarsi, ma Akito le bloccò il braccio e la tirò a se:”Dove hai intenzione di andare???tu oramai sei mia, non ti perderò per nulla al mondo. Qualsiasi cosa succeda costi quel che costi ti ritroverò!” Sana a quelle parole si sentì una regina, nessuno le aveva mai detto cose del genere, le aveva sentite solo in alcuni film o qualche libro non ricordava. A questo punto dopo l’ennesimo bacio: “Volevo solo andare a preparare la colazione! Sia il mio che il tuo stomaco iniziano a brontolare, penso sia il caso!! E comunque sei stato dolcissimo, nessuno mi ha mai detto una cosa del genere!! Grazie di essere qui con me!”
Akito sentite queste parole si sentì morire dalla felicità, amava quella ragazza, si proprio così l’amava!
“In effetti non hai tutti i torti penso sia il caso, però vengo con te e ti do una mano!”
“Non preoccuparti và a farti una doccia ci vediamo in cucina! Ti amo!”
Lo aveva detto sul serio??? Sana non credeva alle sue orecchie, lo aveva gridato mentre usciva dalla stanza. Lei Sana Kurata che aveva detto ti amo ad un ragazzo; era tanto che non sentiva uscire dalla sua bocca quelle due semplicissime parole. Mentre rifletteva sulle sue parole iniziò a preparare. Mentre finiva di riempire di cioccolata gli ultimi pane-cake, sentì qualcuno da dietro cingerle i fianchi e iniziare a baciarle il collo; riconosciuto quel tocco soave, si girò e si ritrovò di fronte Akito con solo l’asciugamano in vita, i capelli bagnati e goccioline che scendevano lungo il suo fisico perfetto. “Bè però così non vale! Non ci si presenta così di fronte a una ragazza!!! =)”
“Preferisci elimini anche l’asciugamano?!?!? Non è un problema basta chiedere!!”
“Nono… altrimenti finirà che rimarremo chiusi in casa tutto il giorno e io ho ancora tanti posti da visitare quindi su su… colazione veloce e si parte!!” detto questo gli stampò un bacio sulle labbra e si andò a preparare!!
Dopo all’incirca quarantacinque minuti l’attrice era pronta: indossava molto probabilmente un bichini nascosto dal suo copricostume fuxia legato dietro il collo e scollato fino alla zona lombare, un paio di infradito bianche con un leggero tacco, un cappello enorme di paglia, sempre bianco, con un fiocco sopra fuxia coordinato al vestito e infine una borsa enorme tutta ricamata a mano che sembrava esplodere. Akito la guardò esterrefatto; non riusciva a dire una parola, era troppo bella; la prese per mano e insieme uscirono e dopo essere passati da casa sua per cambiarsi partirono alla volta della spiaggia!!
Akito decise di affittare una barca e portarla in un isoletta nelle vicinanze, ond’evitare occhi indiscreti. Arrivati in spiaggia, Sana sistemato il telo in una posizione consona così da poter prendere una buona abbronazatura iniziò a spogliarsi. Come si poteva già notare portava un bichini bianco e azzurro abbastanza ridotto; sopra aveva il triangolo classico e sotto un incrocio tra una brasiliana e un perizoma. Akito non credeva ai suoi occhi, momento dopo momento riusciva a colpirlo sempre di più.
I due si distesero al sole, ma il ragazzo resistette molto poco, dopo soli 5 minuti si  butto in acqua e iniziò a schizzare alla ragazza così da farsi raggiungere. Sana inizialmente fece finta di niente quegli spruzzi gli davano sollievo in fondo, era una giornata davvero troppo calda, quando però si sentì rovesciare un secchiata d’acqua sulla schiena reagì d’istinto lanciandosi su Akito, il quale afferratala al volo la trascinò in acqua con lui. Dopo alcuni primi momenti di lotta Sana si arrese, non aveva speranza! Allora strinse le sue braccia intorno al collo di lui e le sue gambe intorno alla sua vita e i due ragazzi cominciarono a baciarsi e a coccolarsi, ma non si fermarono solo alle coccole. Si desideravano troppo, volevano diventare una cosa sola e rimanerlo il più tempo possibile.
Al tramonto i due risalirono sulla barca ma non tornarono a riva, decisero di passare la notte li sopra, stavano così bene li soli fuori dal mondo!!!
Giorno dopo giorno passò una settimana, anche se i due ragazzi erano quasi del tutto inseparabili ogni tanto dovevano lasciarsi per qualche ora, in quanto Akito doveva stare anche un po’ con la famiglia. Solitamente partecipava anche lei ma oggi aveva deciso di rimanere a casa a sistemare un po’ di cose. Mentre metteva in ordine il soggiorno vide lì, sul tavolino vicino il televisore, il suo telefono; già era una settimana che non lo usava, eravamo arrivati a domenica e non sapeva nulla del suo mondo reale, il lavoro, le riprese, gli ingaggi… ma soprattutto non sapeva più nulla di lui Naozumi. Con le mani tremanti prese in mano il cellulare e premette il tasto di accensione e una volta presa la linea ecco partire un milione di squilli tutti identici, tutti sms di chiamate perse e messaggi in segreteria, tutti che le chiedevano che cosa le fosse successo, dove fosse finita, perché non rispondeva più; l’ultimo messaggio era questo:”Sana ti prego, dai almeno un segno, anche solo uno squillo ma da un segno, non so più cosa pensare; ho chiamato anche tua madre e mi ha detto che non sa nulla perché non è lì. Che fine hai fatto?? Chiamami al più presto, ho una sorpresa per te per lunedì sera; ti aspetto alle 21.00 nel solito locale. Ti amo!”
Sana riconobbe facilmente la voce del ragazzo, era lui, ma cos’era questa sorpresa?!? La ragazza non rispose continuò a riordinare la casa e si distese sul divano dove ben presto si addormentò. Erano le 18.30 Sana aprì gli occhi ed era ancora distesa sul divano, ma non era più da sola. “E tu come sei entrato se non ti ho aperto io?!?”
“Bè forse è il caso di imparare a chiudere le finestre che dici?? Sono tutte spalancate mi è bastato scavalcare il cancello che ovviamente hai lasciato senza allarme e poi sono entrato senza problemi!!!”
“Mmmm… in effetti sono proprio crollata non era previsto di dormire così tanto!” e detto questo si alzò e si richiuse nelle braccio di Akito cominciando a piangere.
“Ehi piccola io scherzavo, può succedere di dimenticare l’allarme sta tranquilla non è successo niente!”
“Si lo so, non piango per quello ma piango per questo!” Sana porse il telefono ad Akito, il quale non capendo ancora bene cosa stesse succedendo lo prese e lo portò all’orecchio. Già, anche lui per una settimana aveva dimenticato la vera realtà, Sana era fidanzata, aveva un ragazzo che la attendeva; bello, famoso e ricco. Come poteva fare a competere??
Sana non riuscendo ad interpretare l’espressione del ragazzo, cominciò:”Domani mattina parto, devo andare a quella cena…” Akito era rimasto senza fiato. “Andrò lì e parlerò con Naozumi, vedrai che capirà. Mi vuole molto bene e farebbe di tutto pur di rendermi felice. Capirà che per me è meglio così, mi deve lasciar andare.” Dopo quest’ultima frase Akito sgranò gli occhi. “Io amo te e non posso farci niente, non sono stata io a decidere, qualcun altro ha voluto così e io non sono in grado di contrastare questo sentimento che sento dentro. Voglio ma soprattutto sono tua, non ho scelta.”
 Non ricevendo alcuna risposta Sana si sentì come se qualcuno la stesse trafiggendo nel petto; possibile che solo lei fosse così presa?? Probabilmente si, che stupida che era stata. Aveva appena dato tutto a un ragazzo che non voleva niente. Sana istintivamente si allontanò da Akito e dandogli le spalle:”Scusami. Probabilmente ho corso troppo. Tornerò a casa e scomparirò dalla tua vita, non voglio assolutamente farti soffrire.” A quel punto il ragazzo reagì:”Sarò io a farti soffrire non tu!” Sana si voltò di scatto:”Io non sono alla tua altezza! Non sono bello, non sono famoso e non sono ricco; come potrei vincere uno scontro con il tuo ragazzo?!?! Non ti posso garantire una bella vita senza problemi anzi, perché dovresti preferire me?!?!”. A quel punto Sana non aveva più dubbi, era lui l’uomo della sua vita, non avrebbe potuto passarla con nessun altro se non lui! Gli saltò addosso e cominciò a baciarlo, tra un bacio e un altro:”Tu sei perfetto! Non potrei desiderare di meglio!!”.
Dopo queste parole si coccolarono ancora un po’ e dopo aver cenato passarono la notte insieme a casa di Akito; stretti in un abbraccio che valeva più di qualsiasi altra cosa; lo notte più bella che potessero vivere.
L’indomani mattina Sana si alzò presto, e senza svegliare il suo nuovo amore, dopo avergli dato un bacio uscì senza fare rumore. Tornò a casa e preparò le valige, infine prima di andare lasciò un biglietto nella posta del ragazzo: “Non ti ho voluto svegliare! Sono partita per tu sai cosa!! Tornerò il più presto possibile, ci sentiamo telefonicamente! Ti amo!”.
Dopo un estenuante viaggio passato a riflettere su cosa avrebbe dovuto dire Sana arrivò a casa. Non c’era nessuno, era come l’aveva lasciata. Passo il tempo restante per decidere cosa dire, impiegò meno di un quarto d’ora a vestirsi, era troppo concentrata su cosa doveva dire non poteva perder tempo sui vestiti; ma nonostante tutto  era sempre bellissima e impeccabile! Un tubino nero semplice e delle scarpe aperte tacco 12, una collana coordinata all’abito e i capelli legati con dei ciuffi che le circondavano il viso. Era pronta, era il momento della verità!!
Arrivata al ristorante notò che c’era meno gente del solito. I fotografi all’entrata non mancavano di certo, ma c’era un ambiente strano. Avvicinatasi al capo sala, che ormai conosceva chiese dove fosse il suo tavolo, l’uomo gli indicò quello al centro della sala e la scortò fino al tavolo. Impossibile; erano le 21.30 e Naozumi non era lì. Era lei quella sempre in ritardo non lui. Lui era sempre stato puntualissimo, che cosa era successo?
Passarono più o meno 5 minuti il ristorante si fece buio e partì una canzone; la loro canzone, o meglio quella che il ragazzo definiva la loro canzone. Un occhio di bue si fisso su Sana e uno poco dopo a poca distanza da lei su un tavolino dove c’era una scatolina piccola.
“Sana Kurata! Vuoi tu sposarmi?!?!?” dopo questa domanda si accesero le luci; migliaia di fotografi e telecamere erano nel ristorante. Sana non sapeva cosa fare. Si sentì sotto inquisizione; cosa rispondere, o meglio lei sapeva con certezza cosa voleva rispondere ma se la sentiva di umiliare a tal punto il suo ex-ragazzo, comunque era stato il suo migliore amico prima, non poteva farlo soffrire tanto.
Mentre Sana rifletteva sul da farsi qualcun altro in una casa solo sul divano stava seguendo il tutto in diretta tv.
“No Sana, ti prego non farlo!”.
  
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