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Autore: simogeras    01/06/2012    1 recensioni
E se, tutto ad un tratto, Albus scoprisse di amare follemente Scorpius? E se, anche Scoprius, si accorgesse di non poter stare senza Albus, allora cosa accadrebbe?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Albus Severus Potter/Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Capitolo II
 
Quando scesero dall'espresso per Hogwarts era già calata la sera. Nonostante il buoi Albus poté chiaramente distinguere il grande castello in lontananza. Le luci si specchiavano sul lago nero dando un aria magica a tutto l'ambiente. Il battello per Hogwarts era fermo al piccolo porticciolo e attendeva che i ragazzi del primo anno si imbarcassero.
“I ragazzi del primo anno si avvicinino, forza non abbiate paura, avvicinatevi!''. Al distinse chiaramente la voce di Hagrid, il mezzo gigante che era un ottimo amico dei suoi genitori. Rose e Albus fecero un cenno di saluto al loro professore e poi si avviarono verso le carrozze che li avrebbero portati a scuola.
Prima che la carrozza partisse si unirono a loro James, Lily e Hugo. 
''Allora Jamie, che programmi hai per quest'anno?'' chiese la cugina.
''Be quest'anno ho i G.U.F.O., quindi dovrò impegnarmi seriamente... Ma credo che dedicherò un po' di tempo anche all'esplorazione del sesto piano. La mappa del malandrino non segna tutti i posti segreti del castello, l'anno scorso infatti ho trovato una stanza segreta al secondo piano piena di manoscritti, scritti usando antiche rune e in lingue che non conosco..''
''Davvero? Devi assolutamente portarmici Jamie, promettimelo!'' esclamò piena di sorpresa Rose.
''Certo! Porta anche il libro di antiche rune, magari riusciamo a decifrare qualcosa'' promise il cugino.
Raggiunsero il castello qualche minuto dopo e si diressero nella Sala Grande per assistere alla cerimonia dello smistamento. Il soffitto magico era di un blu intenso, che ricordava il cielo notturno, cosparso da centinaia di piccole luci simili a stelle. Altrettante candele galleggiavano nell'aria illuminando l'enorme sala. Albus salutò la cugina e si diresse al tavolo dei serpeverde dove prese posto vicino ad Alex, un suo amico.
Il richiamo della preside salvò Al da una noiosa conversazione con l’amico su come avessero passato le vacanze.
“Buonasera ragazzi. Sta per iniziare un nuovo anno scolastico, e come tutti gli anni nuovi ragazzi si uniranno a noi in questa scuola. Vi prego di pazientare qualche minuto ancora e dopo lo smistamento potrete abbuffarvi a volontà!” disse la professoressa McGranitt. Albus guardò l’anziana preside. Indossava una lunga veste con i colori della sua casa, il rosso e l’oro e un cappello a punta dai medesimi colori. Lunghi capelli argentati scendevano oltre le spalle. La preside, agitò debolmente la bacchetta e il grande portone in legno della Sala Grande si aprì. Dietro ad esso c’erano una ventina di ragazzini che aspettavano di essere smistati. “Avanti ragazzi, non abbiate paura. Avvicinatevi!” esclamò la preside girando intorno al tavolo degli insegnanti e mettendosi dietro allo sgabello sul quale era riposto il cappello parlante. “Ora leggerò ad uno ad uno i vostri nomi e quando sarà il vostro turno vi siederete sullo sgabello. Io porrò sul vostro capo il cappello parlante e, dopo che vi avrà smistati, vi alzerete e andrete al giusto tavolo”. 
“Adrian Adams” chiamò la preside. Un ragazzino basso e leggermente tarchiato si fece timidamente largo tra i suoi compagni e si sedette sullo sgabello. Come aveva spiegato la preside mise il cappello parlante sul capo del ragazzo, ma prima ancora che fosse correttamente posizionato questi aveva già urlato “Tassorosso!”. Un boato proveniente dal tavolo dei Tassorosso accompagnò l’avanzare del ragazzo tarchiato.
“Dylan MecCroy!” 
“Corvonero!”
“Derek Rooney!”
“Serpeverde!”. Grida e applausi si levarono dal tavolo di Al e lui non poté che unirsi ai suoi compagni.
Lo smistamento proseguì per alcuni minuti e, dopo che il cappello parlante ebbe smistato l’ultimo ragazzo in Grifondoro, la preside annunciò l’inizio della cena. I piatti d’oro sui tavoli si riempirono magicamente di pietanze deliziose e i ragazzi, affamati, iniziarono a cenare. 
Dopo la cena la preside diede alcune veloci indicazioni agli studenti, raccomandandosi che nessuno andasse da solo e senza permesso nella foresta proibita, ricordando il divieto di accede alla biblioteca proibita e dando informazioni generali riguardo alle lezioni. Dopodiché congedò i ragazzi e li lasciò liberi di andare nei rispettivi dormitori. Albus lanciò uno sguardo a Rose che gli fece un rapido cenno di saluto, poi si incamminò verso i sotterranei seguito da Alex. 
Giunsero davanti al famigliare muro e, dopo aver pronunciato la parola d’ordine che Alex si era fatto riferire da un prefetto, entrarono nell’altrettanto famigliare Sala Comune. Albus si era affezionato al sotterraneo, con il suo soffitto basso e le sue lampade verdastre di ferro battuto che calavano illuminando tutta la sala.  
Dopo essersi guardato intorno con aria soddisfatta Albus seguì l’amico nel dormitorio. 
“Guarda che si vede, Potter! Cosa farai ora che non c’è la ragazzina Weasley a difenderti?” lo canzonò lo stesso ragazzo che al mattino aveva dato della mezzosangue a Rose.
“Piantala Greg, lascialo in pace, l’intelligenza di una persona conta decisamente di più della purezza del sangue!” lo richiamò Scorpius. Sbuffano per essere stato sgridato dal suo amico Greg se ne andò con la coda tra le gambe. 
“Perdonalo Potter, ha il cervello di uno scoiattolo e il cuore di una vipera!” continuò il biondo. 
“Non-non c-c’è problema, g-grazie” balbettò Al. 
Sempre più stupito per il comportamento sempre più gentile del compagno, Albus si mise a sistemare i suoi effetti personali che gli elfi avevano portato nei dormitori. 
“Si può sapere perché tutte le volte che parli con Scoprius inizi a balbettare come uno scemo? Non avrai paura di lui, spero!” esclamò Alex dopo essersi accertato che ne Scorpius ne i suoi scagnozzi fossero in camera. 
“Io paura di lui? Non Dire fesserie Tarly! È solo che il suo comportamento mi lascia sempre più basito! Non è da lui difendermi e oggi ha perfino detto che i miei fratelli sono forti!”
“Be, magari il sole estivo l’ha fatto maturare, ho sentito che è stato in vacanza ai caraibi” esclamò ironicamente Alex.
“Davvero? Be non si direbbe, non è per niente abbronzato” affermò il giovane Potter. 
“Sarà il suo sangue puro a proteggerlo dai raggi solari!” buttò li l’amico.
“Oppure è a causa del fatto che non mi sono mai mosso da sotto l’ombrellone!” disse Malfoy entrando all’improvviso nel dormitorio e facendo sussultare i due amici. Colto di sorpresa ed imbarazzato per essere stato scoperto Albus diede la buonanotte all’amico e tirò le tende del letto a baldacchino poi si infilò sotto le coperte e cadde in un profondo sonno. 
Al fu svegliato da due suoi compagni che chiacchieravano con la voce un po’ troppo alta e, dopo essersi preparato, andò in Sala Grande per la colazione. Quella mattina avrebbe avuto due ore di pozioni con i tassorosso e due di difesa contro le arti oscure con i corvonero. Poi avrebbe avuto il pomeriggio libero, per cui decise che sarebbe passato da Hagrid per prendere un tè in compagnia di Rose. 
Stava per andare a lezione quando fu fermato da suo fratello che gli comunicò che l’indomani avrebbe portato la cugina a vedere quella stanza colma di libri che aveva scoperto l’anno precedente. Arrivò in classe che ormai era tardi, si scusò con il professore, Abel Pulvis, un anziano signore con il naso aquilino e che, pur essendo quasi completamente calvo, aveva una lunga barba nera con parecchi filamenti bianchi e si guardò in giro per cercare un posto libero. 
Alex si era già seduto vicino ad un altro serpe verde e quando incrociò lo sguardo con Albus mormorò un sommesso ‘scusa’. 
“Potter, la prego, si sieda vicino al signor Malfoy e apra il libro a pagina 12” ingiunse il professore. 
Albus vide che Malfoy era al tavolo da solo e se ne meravigliò. ‘Chissà come mai non se ne sta vicino ad uno dei suoi scagnozzi’ pensò Al prendendo posto e aprendo il libro.
“Oggi prepareremo la pozione Erbaverde, una pozione che è in grado di far crescere l’erba perfino nel posto più arido della terra. Al termine della lezione assegnerò quindici punti alla coppia che avrà preparato la pozione migliore. Buon lavoro a tutti!” concluse il professor Pulvis.
“Avanti Potter, vediamo di guadagnarci i nostri punti!” sussurrò Scopius, “passami lo sciroppo di elleboro e l’artemisia”. 
Continuarono a preparare la pozione per la mezz’ora successiva, poi fu il momento di aspettare che bollisse. Scorpius prese l’incarico di continuare a mescolarla in senso antiorario, così Albus non avendo niente da fare si ritrovò con il fissare l’amico intento a lavorare. Osservandolo bene, Al si rese conto che un po’ si notava l’abbronzatura. Notò inoltre che i suoi capelli erano diventati ancora più chiari dell’anno precedente e gli sembrò che durante l’estate il compagno dovesse essere cresciuto di una buona decina di  centimetri. Sul labro superiore e sul mento di Malfoy inoltre, poté vedere Al, stavano spuntando i primi pelucchi biondi. 
Quando si accorse che anche Scorpius lo stava fissando Al distolse rapidamente lo sguardo, ma era troppo tardi. “Che guardi Potter, non hai mai visto nessuno mescolare una pozione?” scherzò Scorpius. 
“N-No, cioè Si, ma io..” balbettò l’altro il risposta, prima di girarsi e mettersi a leggere il libro Pozioni.
Arrivò la fine dell’ora e il professore premiò una coppia di tasso rosso, ma nonostante ciò si congratulò comunque con Albus e Scorpius per il distinto successo della pozione e assegnò loro 5 punti. 
Al passò il resto della mattinata a difesa contro le arti oscure e dopo pranzo si trovò con Rose per studiare. 
Andarono in biblioteca, ma nonostante la buona volontà Albus non riuscì a concentrarsi. Continuava a pensare a Scorpius, al modo in cui gli parlava, a volte serio e duro, altre volte allegro e scherzoso, al suo sorriso e alla sera prima, quando l’avevo difeso da quello sbruffone di Gregor.
“Al, sto parlando con te! Ci sei?” chiese Rose.
“Scusa ero un po’ sovrappensiero, dicevi?” rispose Albus tornando a prestare la sua attenzione alla cugina.
“Dicevo che se non la smetti di stare con la testa tra le nuvole  non capirai niente di quello che stai leggendo. Sono 5 minuti che fissi la stessa riga!” sentenziò la cugina.
“ Ah già, perdonami, sono un po’ sovrappensiero”
“A che pensi?” domandò Rose
“A nulla, cioè, c’entra Scorpius, si comporta in modo strano ultimamente, pensavo che forse sta tramando qualcosa”.
“Lascia perdere è un Malfoy, è da quando lo conosco che passa le giornate ad escogitare qualcosa. Lascia perdere e non fasciarti la testa con queste stupidate!” suggerì la giovane Weasley. 
“Sì, forse hai ragione. Vieni andiamo da Hagrid, ci starà aspettando”. Detto questo i due ragazzi si avviarono verso la capanna al margine della foresta proibita. 
Giunsero alla capanna che era pomeriggio inoltrato, bussarono più volte alla porta dell’abitazione senza che  nessuno gli rispondesse, decisero quindi di fare un giro nei dintorni per trovare Hagrid. Lo trovarono verso il limitare del bosco intento a chiacchierare con un centauro che Albus riconobbe come Fiorenzo, un vecchio amico di suo padre. Quando Hagrid vide i due ragazzi salutò bruscamente il centauro e si avviò verso di loro. “Ciao ragazzi, che ci fate qui?” domando il mezzo gigante.
“Ciao Hagrid, siamo venuti per un tè, ma se hai da fare possiamo tornare un'altra volta” rispose garbatamente Rose.
“Oh, non preoccupatevi, via entrate entrate ora ve la metto su subito una buona tazza di tè. Ho preparato anche dei biscotti seguendo una ricetta pubblicata sulla Gazzetta del Profeta!”.
“Che aveva Fiorenzo? Pareva parecchio rabbuiato!” chiese Albus a bruciapelo.
“Non sono cose che dovrei dire a due marmocchi come voi queste, affari di Hogwarts! Anche se so che se non ve lo dicessi cerchereste da soli la risposta, per cui vi facilito il lavoro” esclamò Hagrid mentre preparava il tè. “I centauri sono molto irrequieti ultimamente, due di loro sono stati trovati morti”.
“Oh Hagrid, mi dispiace molto li conoscevi?” chiese cortesemente Rose.
“No, non li conoscevo, non sono tipi molto socievoli i centauri! Fiorenzo è uno dei pochi che mi parla”.
“Ma Hagrid, di che sono morti i centauri?” domandò Al, interessato all’argomento.
“Il modo in cui sono morti è proprio quello che ci preoccupa me e Fiorenzo. È come si gli fosse stata succhiata via l’anima, erano come pietrificati, pur non essendolo. I loro occhi erano completamente bianchi. Una cosa spaventosa!”
“Non può trattarsi dell’opera di un dissennatore?” ipotizzò Rose, “Essi quando danno il bacio della morte risucchiano l’anima delle persone!”.
“Risucchiano l’anima, ma lasciano il corpo vivo. E poi i dissennatori sono stati allontanati da Azkaban subito dopo la seconda guerra contro Voi-sapete-chi, e da allora sono tenuti lontani dalle persone, figuriamoci se un dissennatore riuscirebbe mai ad entrare nei luoghi di Hogwarts fopo tutte le protezioni e gli incantesimi imposti dalla preside e dagli altri professori!” sentenziò il mezzo gigante.
“E allora cosa potrebbe essere?”
“Purtroppo non lo sappiamo, stasera parlerò con la preside vedremo come agire. Sarà necessaria una ricognizione nella foresta!”
“Oh, non invidio affatto chi andrà in ricognizione!” disse Rose scherzando, ma non troppo. 
Finita la conversazione Rose ed Al bevvero l’amarognolo tè di Hagrid, gli fecero qualche complimento per i biscotti mezzo carbonizzati e salirono in Sala Grande per cena. 
Più tardi nella Sala Comune Al incontrò Alex, che gli chiese più volte scusa per averlo abbandonato tra le grinfie di Malfoy. “Non ti preoccupare, non fa niente” lo rassicurò Al, pensando che non gli dispiaceva affatto passare le ore di pozioni accanto a Scorpius. 
 
  
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