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Autore: simogeras    01/06/2012    1 recensioni
E se, tutto ad un tratto, Albus scoprisse di amare follemente Scorpius? E se, anche Scoprius, si accorgesse di non poter stare senza Albus, allora cosa accadrebbe?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Albus Severus Potter/Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Capitolo IV
 
I giorni ad Hogwarts passavano rapidamente, tra le lezioni, i numerosi compiti e le ore passate a sfogliare libri nella Stanza del Sapere. Albus, che era ormai diventato un buon amico di Scorpius, cercava di passare con lui più tempo possibile. Mentre Rose, James, Lily e Hugo, passavano i pomeriggi di studio in tranquillità nella Stanza del Sapere, Albus li passava in biblioteca in compagnia di Scorp. Rose e James non lo avevano ancora del tutto perdonato per aver rivelato il loro segreto, per cui Al cercava di evitarli il più possibile. L’accesso alla stanza segreta era interdetto a Scorpius, in quanto Albus voleva evitare che cugina e fratello lo vedessero là dentro.
Quel pomeriggio non si sarebbero svolte le lezioni, poiché ci sarebbero stati i provini di Quidditch. Albus non aveva alcuna intenzione di parteciparvi dal momento che con lo sport era negato. Sarebbe sceso fino al campo però per supportare Scorpius che avrebbe fatto i provini come cacciatore. Pure James avrebbe partecipato ai provini di Grifondoro per cercare di ottenere il ruolo di cercatore, come suo padre prima di lui.
Scese con Scorpius verso le quattro del pomeriggio, dopo che i provini dei Corvonero e dei Tassorosso erano già finiti. Di li a poco sarebbe toccato ai Grifondoro e successivamente ai Serpeverde.
Arrivati al campo i due giovani si salutarono. Uno si diresse verso lo spogliatoio, mentre l’altro salì in tribuna dove raggiunse Alex.
I provini dei Grifondoro erano appena cominciati. L’allenatore, un certo Salomon Fletcher, battitore dal secondo anno, stava facendo fare dei voli di prova a tutti i partecipanti per effettuare una prima cernita. Di circa una ventina di ragazzi e ragazze che si erano presentati solo la metà passò alla fase successiva.
Il mancante ruolo di battitore fu assegnato ad un ragazzo di corporatura molto muscolosa che aveva, stampato in viso, un ghigno spaventoso.
“Non vorrei affatto trovarmi a giocare contro di lui!” esclamò Alex rivolto ad Al, “se dovesse colpirmi un bolide scagliato da lui, credo che rimarrei in coma per parecchio tempo!” aggiunse pensieroso.
Il ruolo di portiere fu assegnato ad un ragazzo piuttosto grasso, ma che non avrebbe avuto problemi ad evitare che la pluffa entrasse negli anelli. Come cacciatori furono confermati due ragazzi dell’anno precedente e fu scelta una ragazza alta, con i capelli castani che gli scendevano fino alla vita e che causò molte grida di approvazione da parte dei Grifondoro e non solo.
“Certo che se ci fosse una ragazza del genere in Serpeverde, non esiterei un momento a fare i provini!” fu l’affermazione di Alex.
Toccò poi ai cercatori. Oltre a James erano arrivati alla fase finale anche due ragazzi che sembravano essere più piccoli di un paio d’anni. Fu liberato il boccino e il primo che lo avesse catturato avrebbe ottenuto il posto. All’inizio, i cercatori si limitarono a girare intorno al campo. Ogni tanto qualcuno di loro partiva di scatto per poi accorgersi che quello che aveva visto era un luccichio di qualche orecchino delle ragazze che osservavano dagli spalti. Dopo dieci minuti ancora nessuno aveva avvistato il boccino e gli spettatori parevano annoiarsi. Albus si mise a chiacchierare con Alex della sua squadra di Quidditch preferita, gli Irish International. Ad un tratto sentì intorno a lui delle grida in segno di vittoria. Quando si voltò si rese conto che era il fratello ad  emettere tutto quel chiasso. Se ne svolazzava avanti ed indietro sulla tribuna, mostrando a tutti, con il suo sorriso smagliante, il boccino che teneva in mano.
Quando James ebbe finito di esultare, fu il momento dei Serpeverde. Il capitano Adrian Warrington, portiere da tre anni, chiarì che sapeva già chi voleva che fosse nella sua squadra, quindi assegnò senza provini il posto di cercatore ad un ragazzo dell’ultimo anno,  i ruoli di battitori ad altri due ragazzi corpulenti e poi iniziò le selezioni esclusivamente per i cacciatori. Questa scelta dell’allenatore causò molti scontenti tra coloro che volevano partecipare a dei provini regolari, anche Albus trovò ingiusto e scorretto il comportamento di Warrington e si lamentò animatamente dalla tribuna. Alex lo rassicurò, garantendogli che con la squadra che Adrian aveva formato, avrebbero di sicuro vinto la coppa. Nonostante la rassicurazione Albus continuò comunque a pensare che non fosse una cosa giusta privare i ragazzi di dell’opportunità di mostrare le loro capacità.
 Finalmente fu il momento di scegliere i cacciatori. Al teneva le dita incrociate, sperando che Scoprius ce la facesse ad essere preso. I cinque canditati iniziali divennero in quattordici, poiché un buon numero di coloro che non aveva potuto fare i provini per gli altri ruoli, decisero di fare un ultimo tentativo di entrare nella squadra. L’allenatore fu così costretto ad organizzare diverse fasi per la selezione. All’inizio fece volare da una parte all’altra del campo tutti i cacciatori ed eliminò quattro di essi che, volando meno veloci, arrivarono ultimi. Fece poi volare i restanti dieci candidati attraverso il campo , mentre i battitori cercavano di disarcionarli dalla scopa con i bolidi. Tre di loro non riuscirono ad evitare in tempo i bolidi e quindi vennero colpiti ed eliminati dalla selezione. Scorpius se la stava cavando alla grande, pensò Al. Era stato tra i primi ad arrivare dall’altra parte del campo nella prima fase e nella fase successiva riuscì, con una serie di acrobazie, ad evitare tutti i bolidi che gli furono scagliati contro.
Fu poi il momento della terza ed ultima fase, i cacciatori dovevano cercare di mandare la pluffa negli anelli, facendo attenzione che il portiere, Warrington in persona, non parasse la palla. I tre che avessero fatto più centri avrebbero avuto il posto.  Il primo ragazzo non riuscì a centrare gli anelli in nessuno dei sei tiri disponibili. Il secondo  fece due centri, il terzo ne fece cinque, il quarto ne fece uno, il quinto ne fece tre ed il sesto riuscì a farli tutti e sei. Toccò infine a Scorpius. Il cuore di Albus batteva a mille, tanto era agitato per l’amico. Sarebbe bastato più di un errore e il giovane Malfoy avrebbe potuto dire addio al posto.
Al vide L’amico afferrare la pluffa e salire sulla scopa. Si posizionò di fronte agli anelli, alla distanza stabilita. Scorpius attese un attimo, poi si raccolse sulla scopa e si posizionò come se volesse lanciare la palla nell’anello di sinistra. Tirò la pluffa con una velocità spaventosa ed il portiere, sicuro che il ragazzo avrebbe tirato la palla a sinistra, si lanciò di lato, lanciando poi un imprecazione quando si accorse che era stato fregato dal biondo il quale aveva lanciato la palla nell’anello centrale. Albus scattò in piedi applaudendo e lanciando grida di incoraggiamento all’amico.
Malfoy fece anche il secondo centro, poi il terzo ed il quarto. Al quinto tiro, il portiere, che ormai aveva intuito la tecnica dell’avversario, riuscì a intercettare la pluffa, in modo che non entrasse nell’anello. Il cuore di Al martellò ancora più forte immaginando la tensione che certamente provava il biondo.
Prima di scagliare l’ultimo tiro Scorpius restò immobile a mezz’aria riflettendo. Poi, improvvisamente, senza che Warrington avesse il tempo di accorgersene tirò la pluffa verso l’anello di destra. Il portiere reagì leggermente in ritardo e poi si lanciò nella direzione della palla. La sfiorò appena con la punta delle dita, ma quella riuscì comunque ad entrare nell’anello.
Urla di gioia e applausi partirono dagli spalti e pure dai membri della squadra. Scorpius planò verso i suoi nuovi compagni di squadra che lo abbracciarono, gli strinsero a mano e gli diedero il benvenuto nella squadra.
“Certo che è forte quel Malfoy, non c’è una cosa che non gli riesca bene!” affermò Alex, con una nota di gelosia.
“No, non c’è” concluse Albus con un sorriso a trentadue denti.
Al aspettò che Scorpius si cambiasse e lo raggiungesse fuori dallo spogliatoio. Quando l’amico lo raggiunse si strinsero in un abbraccio amichevole.
“Sei stato grande, il migliore di tutti!” si complimentò il moro.
“Macché, è stata pura fortuna, e poi c’è stato Flitt che ha fatto tutti e sei i centri, decisamente meglio di me” rispose il biondo.
“Secondo me era d’accordo con Warrington, due dei lanci che h fatto li avrebbe presi anche un ragazzino bendato. Ad ogni modo la fortuna non c’entra, è stato tutto merito tuo” continuò l’amico, “Alex è morto d’invidia, probabilmente pensa che tu sia una specie di drogato di Felix Felicis”.
“Mi farebbe comodo la Felix Felicis, ma per scopi ben diversi dal Quidditch!” buttò li Malfoy.
“E per che genere di scopi ti servirebbe?” domandò maliziosamente l’altro.
“Forse un giorno te lo rivelerò” rispose il biondo facendogli l’occhiolino.
Continuarono la salita al castello parlando dei provini. Quando entrarono dal massiccio portone di legno, videro venirgli incontro il vecchio custode.
“Eccovi finalmente, è tutto il giorno che vi cerco!” disse Vetus inferocito. “Volevo avvisarvi che è venuto il momento di saldare il vostro debito. Domani pomeriggio, subito dopo la lezione di Cura delle Creature Magiche, vi recherete nella capanna del guardiacaccia e lo accompagnerete nella foresta a raccogliere informazioni riguardo la creatura che ha ucciso i due centauri”.
“M-ma la foresta è, è pericolosa e con quella creatura in giro, ecco, potrebbe succederci qualcosa di brutto” teorizzò Albus non riuscendo a nascondere del tutto la paura. Al si era sempre ritenuto un tipo che le avventure le legge nei libri, non uno che le vive in prima persona. Non sarebbe mai stato in grado di eguagliare suo padre, forse James sì, ma lui no di certo!
“Vorrà dire che vi converrà tenere la bacchetta alta e non allontanarvi troppo dalla sottana di Hagrid. Buona giornata!” disse infine, prima di girare i tacchi ed andarsene di tutta fretta.
“Avanti Potter non temere ci sarò io a difenderti” scherzò Scorpius.
“Non ho bisogno di nessuno che mi difenda, sono grande abbastanza per farlo da solo” sentenziò Albus non sopportando di fare la figura del fifone.
Quando raggiunsero la Sala Grande Al si trovò davanti al fratello ed alla cugina. Quando videro che con lui c’era Scorpiu Malfoy gli girarono le spalle e finsero di non averlo visto. Questo atteggiamento mandò il moro su tutte le furie, tanto che per poco non si accorse che stava per andare a sbattere contro un ignaro Tassorosso.
A cena non mangiò molto, continuava a pensare allo sciocco comportamento dei suoi famigliari. Quando ebbero finito di mangiare e stavano dirigendosi verso il sotterraneo ad Albus venne un’idea. Prese Scorpius per il braccio e gli disse di seguirlo.
“Si può sapere dove mi stai trascinando così di fretta Potter” chiese stizzito il biondo.
“Seguimi e vedrai Malfoy” rispose seccamente l’altro. Scorpius non poté far altro che seguire l’altro in silenzio, cercando di immaginare cosa gli passasse per la testa.
“Aspetta, non staremo andando dove credo io” chiese sorpreso Malfoy quando imboccarono in corridoio del secondo piano.
“È esattamente lì che stiamo andando!”
“Sei sicuro che non ci siano James e gli altri?”
“No, non lo sono. Spero proprio che ci siano tutti”.
Si infilarono dietro l’arazzo e Albus aprì il muro. Proprio come sperava nella stanza c’erano i due Potter ed i due Weasley, intenti a terminare i compiti per l’indomani. Nel vedere chi era entrato, Rose divenne subito paonazza e aprì la bocca per dire  qualcosa. Fu, però, subito fermata dal cugino che con la mano le fece segno di tacere.
“Basta! Sono stufo marcio del vostro comportamento da bambini” disse guardando prima James e poi Rose. “Scorpius è mio amico, mi ha promesso che non avrebbe detto a nessuno di questo posto e così è stato. Non lo ha detto nemmeno alla sua ragazza! Da questo momento pretendo che la smettiate di guardarlo come e fosse un mangia morte della peggior specie, quello che hanno fatto i suoi antenati non mi interessa e non dovrebbe importare neppure a voi. Rose, sei la mia migliore amica, ti sembra normale non rivolgermi la parola perché ho confidato un segreto ad un amico? E Tu James, sei il più grande qui dentro e ti comporti come un bambino. Volete comportarvi come persone normali, civili ed educate?” disse Albus tutto ad un fiato.
Per qualche secondo nessuno parlò, poi Lily disse:”Avanti Scoprius vieni a sederti, io sono la sorella minore di Al, e lui è mio cugino Hugo”. Scorpius andò verso di loro e perfetto come al solito strinse la mano ad entrambi.
“Hai ragione Al, scusa. Sono stato un cretino. Ciao Scorpius, io sono James. Complimenti per il provino di oggi, sei stato forte” disse l’altro Potter.
“E tu Rose, non hai niente da dire?” chiese Albus alla cugina. Lei lo guardò carica di rabbia. Per un momento sembrò sul punto di scoppiare, poi dai suoi occhi sgorgarono sottili lacrime. La ragazza si mise le mani davanti al viso e scappò via di corsa. Nell’uscire diede una spallata ad Albus lasciandolo di stucco per quella reazione così inaspettata. Lily salutò Scorpius e si affrettò ad inseguire la cugina.
“Non farci caso, sono donne” disse James notando lo sguardo un po’ confuso di Malfoy. “In men che non si dica le passerà. È arrabbiata con Albus perché si sente la regina di questa stanza e vuole poter decidere lei chi può entrarci o no” spiegò.
Passarono il resto della serata a finire i compiti. James rivolgeva, di tanto in tanto, domande a Scorpius su come avesse fatto a tirare la pluffa così velocemente o su come fosse riuscito a fare i cinque centri. Arrivò perfino a congratularsi con il biondo per avere una ragazza così carina. Il biondo rispose educatamente che sì, era fortunato.
Non passò molto prima che James decise di tornarsene nel proprio dormitorio, accompagnato da Hugo.
“Tieni, se avete intenzione di fermarvi ancora un po’ è meglio se lo usate. Sono venuto casualmente a sapere che vi siete imbattuti nel custode qualche sera fa!” disse James allungando un lungo mantello vero il fratello.
“Buonanotte” dissero lui e Hugo e in pochi secondi attraversarono il buco nel muro e lasciarono da soli i due Serpeverde.
“A che cosa potrebbe mai servirci quel vecchio mantello?” domandò curioso Scorpius.
“Questo non è un mantello normale, questo è il mantello dell’invisibilità!” rispose orgoglioso Albus. “È davvero raro che mio fratello lo ceda a qualcun altro, di solito se lo tiene stretto”.
“Aspetta, vuoi dire che è proprio quel mantello?”
“Proprio quello! Ovviamente anche questo, è segreto!” lo ammonì Albus.
“Non ci posso credere” disse Scorpius  prendendo il mantello tra le mani, “sto stringendo tra le mie mani uno dei Doni della Morte” esclamò estasiato il biondo.
Albus si sedette sul divano e il biondo lo raggiunse, continuando a fare domande sui Doni della Morte. Più tardi, quando Al ebbe finito di istruire l’amico, entrambi si misero a fissare il fuoco, fantasticando su chissà cosa. 
Albus si addormentò poco dopo, riscaldato dalle lingue di fuoco che si muovevano sinuosamente nel camino, e finì per appoggiare la testa sulla spalla dell’altro. Scorpius, allungò la mano dietro le spalle dell’amico e lo strine a se. Lo fissò per qualche minuto, poi gli spostò una ciocca di capelli che gli era cascata davanti al viso. Gli occhi smeraldo del ragazzo si aprirono, incontrando quelli grigi dell’altro. Senza che Albus capisse cosa stava succedendo, la testa dell’amico si avvicinò alla sua. Al poté sentire chiaramente il profumo dolce e delicato dell’altro. Sentiva sul viso il caldo respiro di Scorpius, e sentì le sue labbra così maledettamente vicine alle sue. Quando queste si incontrarono il cervello del moro andò in conto circuito. Una serie di sensazioni travolgenti lo invasero. Sentì un brivido lungo la schiena, qualcosa nel suo stomaco si contorse mozzandogli il respiro. Il suo cuore aumentò i battiti, che diventarono così forti e veloci che quasi poteva udirli. Sentì la lingua dell’altro farsi strada nella sua bocca e cercare la sua. Queste si incontrarono ed iniziarono a stuzzicarsi. Scorpius si mosse, abbracciò completamente il corpo dell’altro e lo strinse forte a se, in modo che i loro petti si incontrassero. Albus, in seguito, non avrebbe saputo dire  per quanto tempo rimasero così, stretti l’uno all’altro, scambiandosi carezze e baci, felici come mai potevano esserlo stati prima, quando l’uno era senza l’altro. Dopo un periodo di tempo indefinito, che avrebbe potuto essere durato un giorno intero, oppure un anno o addirittura un secolo, i due giovani amanti si alzarono e mano nella mano si infilarono sotto il mantello dell’invisibilità sgattaiolando fino ai sotterranei, senza che nessuno li vedesse. Ancora sotto il mantello, giunti infine nel dormitorio, dove gli altri ragazzi dormivano profondamente, si scambiarono altri baci romantici, tenendosi stretti. Poi, senza ricordare come, Albus si trovò nel proprio letto, pronto a scivolare nel dolce abbraccio di Morfeo.
  
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