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Autore: _Deina13    01/06/2012    4 recensioni
Johanna rimane in silenzio qualche attimo, finchè io non capisco che 'è qualcosa che non va.
«Allora.. rimani con me» sussurra.
«Te lo prometto.» [...]
«Sarebbe bello, no?»
«Sarebbe bello cosa?»
«Una vita. Con te, Peeta e il bambino.Tu non hai sempre voluto un fratello?» «...O una sorella. Si, ma ora..Beh, non credo sia il momento più adatto» «Non penso esisiti un momento per avere un bambino, io non ero pronta quando lo era Peeta, ad esempio. Ma, se vogliamo parlarne, sono io che devo fare tutto il lavoro, lui deve solo stare a guardare, no?»
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Katniss Everdeen, Nuovo personaggio, Peeta Mellark, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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   Tornati a casa Peeta mi accoglie come se fossi appena tornato da un lungo viaggio, e scaccia Katniss con un'occhiataccia di dissenso. Lei se ne va alzando gli occhi al cielo, sbattendo contro la sua spalla. Per un attimo ho anche creduto ad una rissa fra i due coniugi, ma allontano l'idea pensando che la mia Kat la avrebbe vinta fin troppo facilmente.
  «Ehy, non trattarla così» gli dico, quando ormai lei è scomparsa in camera.
  Lui si stringe nelle spalle «a nessuno importa come lei si comporti con me?»
  Non so se dargli ragione o no, così mi limito ad abbassare lo sguardo ed ad accennare un si «prepariamo il pranzo? Abbiamo preso un paio di cose buonissime e qualche bacca, con un po' di focaccia fresca..»
  «se lei ha fame il pranzo se lo prepara da sola» dice, secco.
  «si può sapere cosa ti ha fatto?» chiedo, trattenendomi dalla rabbia.
  «mi ha.. mi sta rovinato la vita» risponde, e si dirige in cucina.
Capisco che non vuole la mia presenza al suo fianco e me ne vado in camera di Katniss e Peeta.
    Trovo Kat che dorme agitata dalla sua parte del letto, lontano dalla finestra. Alle pareti fanno capolino i numerosi dipinti di Mellark, qualcuno che raffigura sua moglie, altri loro due insieme, e più ce n'è uno che raffigura Kat con quattro uomini a me anonimi - o credo che uno di loro sia Gale ed un altro Haymitch - in strane tute grigie davanti ad un mucchio di cenere.
 Mi siedo affianco a lei e le poggio una mano sul fianco che continua muovere ripetutamente con foga, prima a destra poi a sinistra, poi si mette supina ed io le massaggio lo stomaco. Finche' non urla qualcosa come «Prim!» e non si rimette seduta composta in un bagno di sudore.
  «Tutto ok?» chiedo.
  Lei si guarda intorno spaesata «si.. Credo di si»
  «Un altro incubo?»
  Kat annuisce «quanto tempo ho dormito?»
  «una ventina di minuti» dico «ascolta, forse è meglio che fai pace con Peeta, altrimenti per te questa notte sarà un bagno di sangue»
  Sa cosa intendo, a come aumentano gli incubi quando non è abbracciata al suo petto. Odia dipendere da lui in questo modo.
Lei annuisce ancora una volta e si alza traballante dal letto appoggiandosi alla mia spalla.
Va parlare con suo marito, ed io la seguo senza farmi sentire. Prendo posto nascondendomi dentro alla porta della cucina, da qui scopro che Peeta non sta cucinando, sta  disegnando.
  «Cosa fai?» chiede Katniss, cauta.
  «Faccio un ritratto, non si vede?» risponde, e probabilmente si degna un attimo di alzare gli occhi su di lei, perchè poi dice: «cos'hai? Sei tutta sudata»
  «Ho tentato di riposarmi un po' dopo essere stata a caccia, ma gli incubi mi hanno rintracciata lo stesso» risponde.
  «Ah..» si, anche lui sapeva quanto fisse stressante per Kat quella faccenda sulla pazzia e gli incubi, persino più stressante che per Peeta, che era stato anche depistato «mi dispiace»
  Lei prende fiato «cosa disegni?»
  «un incubo che ho fatto stanotte» dice, poi odo un rumore – deve aver girato la tela verso la propria moglie – dopo un po' esclama: «mi fissavano senza sosta»
   La mia Kat sospira e fa qualche passo in avanti, aspetto ancora trattenendo il respiro per non farmi scoprire, ma dopo qualche minuto sbircio aldilà della porta vedo che i coniugi sono spariti.
Proseguo a passo felpato verso il centro della cucina e giro la tela da disegno verso di me. Ho sempre invidiato come Peeta e Katniss condividessero gli incubi, a come un giorno era Kat a sognare la guerra e il giorno dopo era Mellark, questo è qualcosa che solo loro possono dividere. Ho sempre saputo anche che la mia Kat aveva sempre invidiato a suo marito il modo in cui riuscisse sempre a scaricarsi del terrore dei suoi sogni dipingendoli, mentre a lei tutto quello che rimane è qualche goccio di liquore bianco – che io e Peeta facciamo i salti morlai per nascondere dopo la morte di Haymitch –, e pasticche di morfamina che diminuiscono ogni giorno di più nella scorta di famiglia. Adesso che ci penso, riesco a capire perchè Katniss continua a sostenere di non essere mai stata una buona madre, nemmeno per crescere me: troppo dipendente da alcol e medicine, cosa avrebbe potuto insegnare ad un bambino da crescere?
   Fisso il dipinto qualche attimo, cercando di coglierne il senso, ma credo che solo loro due riescano a capire cosa nasconda, qualche segreto dal nome innominabile magari. Lo sfondo era costituito da frettolose pennellate dal rosso sangue al nero, tutto questo solo per mettere in risalto i due occhi al centro della tela. Due occhi dal colore strano.
Di colpo, la piccola televisione della cucina dietro di me prende vita. Comunicazione speciale da Capitol City. Appare la Paylor che saluta con un sorriso ed un cenno col capo ogni distretto numerandolo. Mi precipito a prendere il telecomando e togliere il volume: non voglio che la tv disturbi Peeta e Katniss nell'altra stanza, non ho alcuna voglia di sorbirmi un'altra litigata. Vedo la donna muovere le labbra e gesticolare, poi appare una foto di un uomo (probabilmente uno dei vincitori) che non ho mai visto prima, la foto lo ritrae giovane e aitante, probabilmente Kat e Peeta lo conoscono. Appare il suo nome in sovrimpressione, ma non faccio in tempo a leggerlo che la tv si spegne.
Mi volto e vedo Mellark seguito a ruota da Katniss.
 «Junior, il pranzo è pronto» mi annuncia Peeta, lanciandomi una pagnotta di pane e qualche mora.
 «Cosa guardavi?» chiede la mia Kat.
 «Comunicato speciale da Capitol City» dico, alzando un sopracciglio.
 Mellark scrolla le spalle «aspetteremo stasera per saperne il contenuto»

 

 

E' sera quando raggiungo Katniss seduta sul viale della villetta, con le gambe tirate al petto e la testa fra le mani. Mi siedo affianco a lei e la guardo per un lungo attimo, memorizzo ancora una volta il livido sullo zigomo che si è fatta sbattendo contro la rete del letto durante un incubo la settimana scorsa e la cicatrice che ha sul collo che le ha fatto Peeta quando ci stavamo esercitando al lancio dei coltelli qualche anno fa.

«Ho deciso di farlo» dice, dopo un pò di tempo.

«Fare cosa?» chiedo senza capire.

«Di avere un bambino» esclama, ma la sua voce non è per niente convincente.

«Sul serio?» dico sorridendo. Lei continua con la sua espressione indelebile, e questo mi fa continuare «aspetta.. Kat..»

Lei scuote la testa e poi mi guarda negli occhi, cercando di decidere se sorridere o piangere «è che.. Peeta ha dovuto attraversare dei periodi così.. ecco.. non so nemmeno come definirli.. se lo merita» conclude.

«Kat, tu sai quello che sto per dirti, vero?»

«Junior io.. io.. mi manca, ok? Mi manca come Peeta mi faceva sentire! Prima di tutto.. prima di noi.. prima di adesso» dice, quasi disperata, ma senza piangere. Senza mai piangere «sento che..»

«Che un figlio potrà rinurvi?» chiedo, e lei annuisce «lo credi davvero?»

«Be'.. con te ha funzionato.. quando sei arrivato tu è tutto notevolmente migliorato»

«Ma io avevo già sette anni quando sono venuto qui! Ero già grande non c'era bisogno di darmi molto, tutto sommato» dico poggiandole una mano sulla spalla «ci parlo io con Mellark, vedrai che tutto tornerà com'era prima»

Vedo Katniss scuotere la testa e alzarsi tremando. Non dice nulla e io non la seguo. La lascio sola.







F.

   
 
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