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Autore: Paolina91    01/06/2012    1 recensioni
Honey ha un sogno diventare una ballerina professionista ma questo desiderio sarà ostacolato dai genitori, quando la sedicenne andrà a New York per il concerto dei Tokio Hotel insieme alla sua amica la sua vità cambierà totalmente. Chissà cosa succederà nella vita dei quattro musicisti tedeschi e in quelli della bella ballerina.
Genere: Romantico, Sportivo, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 12


Lunedì era finalmente arrivato.

La sveglia segnava le 7 del mattino.

Stranamente Honey era già sveglia prima del suono di quell’aggeggio infernale.

Era agitata.

Quel giorno sarebbero cominciate le lezioni.

Decise di alzarsi per dedicarsi ad una doccia rilassante.

In fin dei conti ne aveva bisogno.

Si sentiva i muscoli tesi ed indolenziti.

L’acqua calda l’avrebbe sicuramente aiutata.

In pochissimo tempo il piccolo bagno divenne una sauna.

C’era tantissimo vapore e lo specchio si era completamente appannato per non parlare delle mattonelle azzurre completamente bagnate e dopo sarebbe toccato a lei pulire.


Con l’accappatoio indosso uscì in punta di piedi per non far rumore.

Non voleva svegliare Alice.

Aprì l’armadio prendendo un paio di pantaloni bianchi lunghi fino sotto al ginocchio e una maglietta oro con delle pailette.

Indosso le scarpe da ginnastica e poi tornò in bagno per sistemarsi i capelli.

Prese il phon e cominciò ad asciugare la sua folta chioma.

I ricci le ricadevano leggeri sulle spalle, decise di farsi una coda alta per poter allenarsi meglio.

Sentì bussare alla porta e trovò il viso assonnato della sua compagna d’avventura che le chiedeva il permesso di usare il bagno.

Honey uscì e le lasciò il posto.

Tornando in camera decise di aprire la finestra per cambiare l’aria e di rifare il letto.


Poco dopo le due ragazze si avviarono insieme verso la mensa per la colazione.

Prese come al solito del latte con il caffè per mettere in moto il cervello.

Mancava pochissimo al suono della prima campanella.

Sentiva il cuore che batteva all’impazzata.

Sapeva che comunque sarebbe andata lei ce l’aveva già fatta.

Per lei era già tanto essere in quella scuola.

Non chiedeva di meglio.


Un suono la distrasse dai suoi pensieri.

Era la campanella.

Tutti si alzarono di corsa per controllare il loro orario.

Si fece spazio fra la gente per scorgere a quale insegnante le era stata assegnata.

Le prime due ore aveva danza classica.

Bene si sentiva pronta.

Prese la sua borsa a tracolla e si avviò verso l’aula 10.


Entrò e con piacere notò che era la prima.

Almeno avrebbe fatto bella figura.

L'insegnante si stava riscaldando compiendo degli esercizi alla sbarra.

indossò le scarpette legandole in modo che non le facessero troppo male ma che non fossere nemmeno troppo lente.

Mentre finiva di sistemarsi entrarono i suoi compagni di corso.

A quel punto la loro insegnante si mise al centro della stanza per presentarsi, e sucessivamente ordinò ai ragazzi di mettersi alla sbarra per cominciare il riscaldamento.

Honey non amava molto la danza classica.

Infatti ben presto si era tolta il tutù e aveva deciso di impegnarsi in qualcosa che la facesse sorridere.

Doveva impegnarsi tantissimo, perciò cercò di concentrarsi al massimo per imparare al meglio i passi della coreografia.


Alla termine delle prime due ore di classico era distrutta.

Restavano altre sei ore di lezione.

In quel momento si trovava seduta sul parquet della sala prove di danza jazz, la sua preferita e si osservava i piedi completamente gonfi e doloranti.

Le veniva da piangere.

Forse non doveva intraprendere quell’avventura.

Chi glielo aveva fatto fare?

Si sentiva fuori luogo, tutti erano portati per il classico e soprattutto nessuno era stanco solo dopo due ore.

Aveva bisogno di parlare con sua sorella per togliersi ogni dubbio.

Le mancava immensamente la sala prove della sua piccola palestra, dove nessuno pretendeva il massimo da lei; le mancava la sua stanza con i cd e i poster e più di tutti le mancavano i suoi genitori.

Sentiva le lacrime che stavano per uscire per cui si alzò di scatto dal pavimento attirando su di lei gli sguardi di tutti i suoi compagni.

Uscì dalla sala prove e si diresse verso i bagni.

Una rinfrescata del viso le avrebbe fatto sicuramente bene.

Finalmente respirava aria pure, si sentiva già meglio ma qualcuno la stava seguendo.

Il suo amico Joe.

-Ehi piccola che succede?-

Lei scosse la testa, non ne voleva parlare.

Si era appena calmata e non voleva piangere davanti a lui.

Ma bastò un abbraccio del ragazzo per farla sciogliere completamente.

Le lacrime cominciarono a scendere con estrema lentezza lasciando il corpo della ballerina scosso da profondi singhiozzi.

Joe le accarezzava i capelli cercando di calmarla in qualche modo.

-Stai tranquilla Honey… questo pianto servirà solo a farti stare meglio. –

Lei annuì solamente scuotendo la testa.

Si stava calmando lentamente e si sentiva pronta a sfogarsi.

-Non so se ce la faccio a stare qui. Mi manca la mia famiglia, la mia piccola scuola di danza dove nessuno pretendeva il massimo da me. –

-E’ vero qui tutti si aspettano il massimo da noi, ma non puoi farti distruggere così. Siamo solo al primo giorno… cosa farai quando ci sarà il saggio finale? – le chiese l’amico.

Cavolo Joe aveva perfettamente ragione.

Era proprio messa male se il primo giorno si trovava seduta sul pavimento del bagno a piangere come una bambina.

Sicuramente con il passare del tempo le cose sarebbero migliorate.

Aveva bisogno solo di sentire sua sorella per calmarsi un po’.




***


Finalmente le ore di lezione erano terminate.

Honey tornò nella sua stanza pronta a rilassarsi e a godersi una chiacchierata tramite Skype con sua sorella.

Sperava di trovarla sveglia visto il fuso orario.

Accese il suo pc portatile e dopo essersi connessa ad Internet effettuò l’accesso a Skype inserendo il suo nome e la password.

Appena entrata notò subito la presenza della sorella e decise di contattarla immediatamente.

Cominciarono a chiacchierare fino a quando Honey non le espose i suoi dubbi.

-Smettila sorellina altrimenti attraverso l’Oceano per picchiarti!-

Honey ridacchiò leggermente sentendosi un po’ meglio.

Poi Hilary riprese il suo discorso –Ascolta Honey io non ho mai visto nessuno ballare come te, hai tanta energia e soprattutto ci metti il cuore. Ricordati che per essere lì hai lottato contro tutto e tutti e ora intendi arrenderti così facilmente?-

La mora scosse la testa e lasciò che la sorella continuasse a parlare a ruota libera.

-Ok allora piccola adesso ti racconto una cosa che ti farà sorridere… sei pronta?-

-Certi dimmi.- disse la mora con aria curiosa e gli occhi che luccicavano per l’emozione.

-Ho incontrato un ragazzo veramente molto carino, mi piace e poi te ne parlerò meglio ma la cosa fantastica sono i suoi amici… loro sono i Tokio Hotel la tua band preferita e si sono ricordati di te chiedendomi di salutarti. – le disse la bionda con nonchalance.

Honey era senza parole.

I suoi idoli si erano ricordati di lei.

Cosa aveva di speciale?

Niente eppure in mezzo a tutta la gente che incontravano ogni giorno, lei era rimasta impressa a loro.

-Non ci posso credere Hilary… oddio ricambia il saluto e ringraziali da parte mia, in questo periodo la loro musica mi aiuta molto. –

La bionda annuì.

Poco dopo furono costrette a salutarsi.

Hilary doveva cominciare a cercarsi un lavoro per mantenersi almeno in parte.

Mente la mora doveva assolutamente mettersi sotto le coperte.

Ben presto Morfeo la accolse fra le sue braccia.



***


Hilary chiusa la conversazione con la sorella si ritrovò con la mente piena di pensieri.

Non sapeva con chi sfogarsi per sentirsi un po’ meglio.

Prese il cellulare appoggiato sul comodino e involontariamente fece partire la chiamata verso Andreas.

Lui le rispose dopo pochissimi squilli quasi come se stesse aspettando quel gesto della bionda.

Si diedero appuntamento davanti all’entrata principale dell’università.

Si preparò velocemente aveva bisogno di svuotare completamente la testa.


Una volta davanti alla porta principale trovò subito il biondo.

-Eccomi qui. – disse lei abbozzando un sorriso.

Lui le sorrise chiedendole cosa non andava.

-Beh ho rassicurato mia sorella e ora ho la mente piena dei suoi problemi che si sommano ai miei. –

Lui annuì e le propose di fare una bella passeggiata immersa nel verde per parlare ancora un po’.

Hilary accettò la proposta entusiasta.

Adorava passare del tempo con lui.

Era l’unico che la faceva sentire bene.


In breve tempo arrivarono al parco che era poco distante dalla facoltà.

Gli alberi si estendevano per tutto il perimetro rendendo così il clima piacevole anche in piena estate.

Hilary si sentiva a suo agio.

Tutto quel verde le ricordava casa sua.

Era bellissimo quel paesaggio e poco dopo la sua attenzione fu attirata da due bambine che stavano giocando sullo scivolo.

Le sembrava un flashback mentre lei aveva deciso la sua meta dove accomodarsi.


-Dimmi che problemi ha tua sorella?- le chiese il biondo mentre Hilary si dondolava sull’altalena del parco giochi.

-Sai che sta frequentando un corso di un mese in una delle prestigiose scuole di danza americane vero?- fece una breve pausa nella quale Andreas ebbe tempo solo di annuire prima che la ragazza riprendesse il discorso lasciato a metà – Ecco oggi l’ho sentita ed era a pezzi fisicamente e mentalmente. È stato il primo giorno di prove e si sentiva inadatta così non ho potuto far altro che ascoltarla e rassicurarla ma mi sento comunque in pensiero per lei. Si vedeva che stava male per tutta la situazione… le manca casa e io. – disse concludendo il suo sfogo.

Il ragazzo si ritrovò ad abbracciarla per farla stare meglio.

-Sai mi ha fatto molto piacere la tua chiamata; diciamo che non me l’aspettavo comunque stai tranquilla tua sorella presto si sentirà meglio ha solo bisogno di abituarsi alla nuova situazione. –

-Grazie Andi adesso mi sento molto meglio. Mi fa bene parlare con te. – disse abbozzando un sorriso sincero.

Dopodiché si alzò dall’altalena per proseguire nella rilassante camminata.

Il ragazzo l’affiancò subito prendendola per mano.

Si sentiva così protetta insieme a lui e non le era mai capitato in tutta la sua vita.

-Sai sto cercando un lavoro per mantenermi gli studi… -

-Oh e come mai? Non hai forse vinto una borsa di studio?-

-Certo ma per tutte le altre spese non voglio dipendere dai miei genitori. – affermò Hilary convinta.

-Capisco se vuoi posso aiutarti con gli annunci?-

-Grazie. –

Tornarono verso l’università per cercare qualcosa di adatto a Hilary.


-Ok ecco questa è la mia camera. – disse lei aprendo la porta.

La stanza era abbastanza ordinata.

Sul letto di Hilary c’erano dei quotidiani segno che prima di uscire li stesse già sfogliando per trovarsi un occupazione.

Andreas si accomodò alla scrivania mentre Hilary si sedette sul tappeto posto ai piedi del letto.

Entrambi cominciarono a leggere gli annunci, mentre tenevano stretta nelle mani una penna pronta per evidenziarne qualcuno.


-Forse ne ho trovato uno. – le disse il platinato.

-Davvero?- chiese Hilary con gli occhi che le luccicavano.

-Si senti… cercasi stagista per quotidiano locale massimo 23 anni anche prima esperienza lavorativa. –

Lei annuì.

-Caspita sembra perfetto per me. Tu sei il mio angelo custode.-

Si alzò dal pavimento per ringraziarlo.

Gli si avvicinò con l’intento di abbracciarlo ma il biondo fu più veloce di lei e catturò le sue labbra rosee in un bacio che desiderava da troppo tempo.

Hilary partecipò al bacio con entusiasmo mentre la sua schiena era scossa da moltissimi brividi e lo stomaco era in subbuglio.

Era forse quello l’amore?

Non lo sapeva ma non voleva proprio staccarsi dal suo angelo.


La serata era continuata sotto le coperte e ora lei si sentiva diversa.

Si chiedeva come le emozioni avessero potuto prendere il sopravvento sulla ragione.

Solitamente prima di fare qualsiasi cosa ci pensava su mille volte.

Ma in quel caso il cuore aveva fatto la sua parte.

Stava bene con Andreas e non voleva avere ripensamenti.

Se la loro storia fosse continuata sarebbe stata molto felice altrimenti era un esperienza in più per lei.

La vita in Germania si prospettava molto interessante visto gli ultimi sviluppi.


-Piccola? Senti ti va se ti porto dai ragazzi così ti fanno sentire qualcosa?- le chiese lui baciandole la fronte.

-Assolutamente si. – disse lei cominciando a rivestirsi e proprio quando stavano per uscire Ele stava rientrando così cominciarono le presentazioni.

-Ciao Ele volevo presentarti Andreas il mio ragazzo. –

Lei restò stupita.

Erano li da solo una settimana e lei aveva già trovato un ragazzo.

E che ragazzo.

Veramente stupendo, il più bello che lei avesse mai visto.

-Piacere. – si ritrovò a dire tendendogli la mano destra dopo tutte le sue riflessioni.

Lui le rispose sorridendole.

-Senti noi stavamo uscendo più tardi se ti va parliamo?- si ritrovò a dire la bionda fissando la sua coinquilina.

-Certo andate pure e buona serata. –


La coppietta uscì dalla stanza tendendosi per mano.

Arrivarono poco dopo davanti all’auto del ragazzo.

-Hai la patente?-

-Certo ma dovrò convertirla per guidare qui… ci penserò fra qualche giorno. Domani ho molte cose da fare- esclamò  Hilary.

-Quali cose?- le domandò lui curioso.

-Ovviamente prima manderò il curriculum a quel giornale e poi starò un po’ con te se sei d’accordo, che ne dici?-

Lui annuì fermandosi ad un semaforo rosso.

-Sai la tua coinquilina mi sta simpatica… forse prossimamente potremmo farle conoscere i ragazzi.-

-Direi che sarebbe perfetto. – rispose la bionda baciandolo a stampo.


Arrivarono allo studio di registrazione che i ragazzi avevano appena acquistato a Berlino.

Le luci erano tutte accese.

Andreas chiamò Tom per dirgli di aprire il cancello.

Il biondo parcheggiò l’auto al fianco della Cadillac Escalade del rasta e poi prese per mano la sua ragazza conducendola verso l’ingresso principale.

Gli occhi dei presenti si soffermarono subito sulle loro mani intrecciate tanto che Bill cominciò a saltare per tutto il salotto battendo le mani.

Hilary a quella visione scoppiò a ridere.

Quel ragazzo aveva il potere di farla ridere con estrema facilità.


Si sistemarono tutti sul divano di pelle nera che era posto al centro del salotto.

Di fronte a loro il tavolino in vetro colmo di schifezze e la tv accesa su un film comico.

Stavano chiacchierando animatamente fino a quando a Hilary non cominciò a squillare il cellulare.

Lo recuperò dalla borsa ed entrò in cucina per poter parlare con calma.

Sul display lampeggiava il nome di Honey.

Rispose preoccupata visto l’orario. – Honey? Tutto bene?-

-Si certo volevo solo sentirti. –

-Ah meno male mi ero spaventata a morte. – disse la bionda tirando un sospiro di sollievo.

Poi notò Tom che la osservava alle sue spalle. –Senti ti va di parlare con una persona?-

-Ok… - berciò la mora ancora con voce assonnata.

Hilary passò il telefono a Tom che le sorrideva.

Lasciò la cucina in modo che i due fossero tranquilli, ormai aveva capito che a Tom piaceva sua sorella.

Gli altri la guardarono in modo interrogativo ma lei si limitò a rassicurarli.

  
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