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Autore: anqis    01/06/2012    3 recensioni
Lui, figlio di papà e donnaiolo. Sicuro di sé? Decisamente troppo.
Lei, l’unica che riesce a fronteggiare quell’ammasso di arroganza e stronzaggine, l’unica che non si fa ammaliare da quel sorriso, forse.
Una foto, un ricatto.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il capitolo è piuttosto lungo per i miei standars, ma mi sono impegnata.
Mettetevi comode e Buona lettura.





Capitolo 2.
 

Sbuffo sbattendo la testa contro il volante della mia mini. Quanto tempo ci deve mettere? Tiro un'altra testata contro il volante e senza farlo apposta faccio suonare il clacson. In quel momento, grazie a dio, dalla porta della casa rossa mattone, esce fuori in tutta la sua ricciolitudine, se esiste questa parola, Styles. Sempre nel suo completo, pantaloni beige e polo marcata Abercrombie, stranamente non bianca ma oggi blu, si guarda intorno pigramente per poi sbagliare assonnato. Con passo lento e calcolato si incammina lungo la stradina del giardino verso di me. Appena i suoi occhi incontrano i miei sul suo viso si dipinge quella espressione sicura per cui darei il mio amatissimo gatto pur di cancellare dalla faccia della terra.
“Allora sei venuta - dice appoggiandosi, sempre lentamente, al finestrino - Buongiorno Haylie”sbiascica.
“Certo che sono venuta, svegliarmi alle 6.00 di mattina per avvisarmi di venire a prenderti, immagino la fatica tu abbia fatto per svegliarti e digitare quel messaggio vero?” gli rispondo sarcastica roteando gli occhi al cielo. Lui sorride sornione, sempre appoggiato al finestrino, sul suo viso l’essenza della calma in persona. Sposto nervosa lo sguardo sull’orologio sul cruscotto, segna le 8.45, meno quindici minuti dall’inizio delle lezioni e non posso permettermi di arrivare in ritardo, assolutamente.
“Sai dovresti provare ad aggiungere dello zucchero la mattina, magari così ti addolciresti” scherza ridendo della sua stessa battuta, mentre le mie labbra sono distese in una linea dritta.
“Allora vuoi salire? Io dovrei andare a scuola, sai” dico ignorando la battutina poco divertente. Lui annuisce e apre la portiera entrando dentro. Premo il piede sull’acceleratore, facendolo sussultare per la velocità.
“Fa caldo” si lamenta spostandosi i riccioli dalla fronte. Con tutti i soldi che ha potrebbe tagliarseli qualche volta invece di collezionare polo firmate e di cattivo gusto. Mantenendo lo sguardo sulla strada abbasso le temperatura con uno sbuffo.
“Come è piccola questa macchina..”
“Styles, hai deciso di passare tutto il tragitto a criticare la mia auto? Non ho problemi a fermarmi e scaricarti qui in mezzo alla strada, lo sai?” sbotto. Le 8.50, ce la posso fare. Chi ho alla prima ora? Dunque oggi è mercoledì, prima ora, prima ora.. No, algebra. Bene, sono fottuta. Accanto a me, lui appoggia i piedi sul cruscotto con tutta la sua nonchalance facendomi un occhiolino venuto male, trasformando il tentativo di seduzione in una smorfia buffa. Mi mordo il labbro per non sorridere.
“Fai con comodo, eh!” bofonchio. Lui annuisce e mi sorride. Ha una dentatura perfetta, rimango per un attimo accecata da quel sorriso, ma mi riprendo in tempo per frenare prima di investire una vecchietta che attraversa la strada imprecando contro di me. Mi scuso abbozzando un sorriso, ma questa continua a maledirmi.
“Guidi peggio di una ubriaca” ridacchia lui salutando con la manina la vecchietta, che paonazza ci risponde mostrandoci il dito medio. Gentile la vecchietta, e poi dicono che siamo noi la generazione di maleducati. Bah.
“Scusa, ma andare con la tua di auto?” gli chiedo scettica.
“Mi si è rotta” risponde scrollando le spalle. Inarco il sopracciglio aspettando una risposta.
“Ieri ho preso in pieno un auto” dice come se fosse una cosa normale. Scoppio a ridere e per poco non finisco sul marciapiede.
“Ed io sarei quella che guida come un ubriaca?” accenno ad un sorriso tirato quando lo vedo sbuffare infastidito. “Zitta e guida, prima che tiri giù qualcuno.”
Giro l’ultima curva e incastro come posso l’auto in un buco tra un vecchio pick-up e una Mercedes. Afferro la borsa ed esco dalla auto pronta per correre verso la scuola, ma  mister Perfezione si stiracchia lentamente, ancora seduto nella mia macchina. Picchietto nervosamente il piede sul marciapiede mentre lui con calma esce dall’auto. Una veloce scrollata di capelli, e perfetto possiamo andare? Mi incammino spedita quando mi ricordo della foto. Mi giro di scatto, prendendolo di sorpresa, si ferma di colpo in tempo per non finirmi addosso.
“La foto”
“Cosa?” domanda innocente. Strabuzza gli occhi come se non sapesse niente.
“Styles, niente scherzi. Ti ho scarrozzato fino a qua svegliandomi alle 6.00 di mattina, ora tu mi dai quella cavolo di foto” sibilo incenerendolo con lo sguardo. Lui alza in mento in segno di sfida e un sorrisino arrogante si dipinge in quel viso da bravo ragazzo.
“Haylie, Haylie - mi cinge le spalle con un braccio guardando lontano nel cielo - non hai proprio capito, eh? Vediamo come posso spiegarmi, Haylie mia cara, ho in mano la cosa che potrebbe far sprofondare la tua immagine a scuola, credi davvero che io te la dia senza volere niente?” mi sussurra avvicinando il viso al mio. Il suo fiato sa di menta e latte, chiudo gli occhi inebriandomi di quel dolce profumo. Ad un tratto sento il suo braccio spostarsi e correre sulla mia schiena per appoggiarsi sul mio seder-.
“Styles, togli quelle luride mani o sarò costretta ad amputarti un arto.”
Appena sente le mie parole, lascia la presa spostandosi di un passo da me.
“Scusa, scusa” alza le braccia in segno di arresa.
“Voglio quella foto, ora” ripeto di nuovo.
“Non te la do, hai capito? E anche se volessi non posso, l’ho lasciata sul mio comodino”dice tranquillo ignorando il colorito che le mie guance stanno prendendo, rosso, viola, blu? Decido di prendere un lungo sospiro, è ancora presto, non devo arrabbiarmi. Lui assiste ai miei esercizi di respirazione ridacchiando in silenzio. Dio quanto mi irrita quella risata. Calma, respira. Se non la smette di ridere gli tiro un calcio negli stinchi. Calma, fuuu.
“Vuoi rimanere qui come una statua, o possiamo andare? Stanno chiudendo i cancelli sai?” mi risveglia la sua voce in lontananza. Riapro gli occhi vedendolo correre verso i cancelli quasi chiusi della scuola.
“Oh cazzo” grido tirandomi la spallina della borsa sulla spalla. Brutto bidello prova a chiudere e riempirò tutti i banchi di codesta scuola con tutte le possibili cicche della terra. Con una veloce falcata raggiungo Styles che corre goffo nelle sue All Star bianche, lo supero e con una falcata passo attraverso i cancelli. Mi appoggio sulle ginocchia mentre dietro di me i cancelli si chiudono con un  stridulo suono. Un sorriso perfido nasce sulle mie labbra al pensiero che Styles possa essere rimasto fuori, tuttavia scompare subito appena lo vedo di fronte a me dirigersi verso l’ingresso con quella camminata lenta e calma. Mi rialzo e lo seguo. Non proferiamo parola, il cortile della scuola è vuoto, sono tutti in classe. Svolto a destra per entrare nel corridoio dell’ala 6, ma lui mi blocca prendendomi per il polso. In pochi secondi mi tira a sé, stampandomi un altro bacio a stampo sulle labbra. Questa volta riesco ad allontanarlo con una spinta. Sento le guance bruciarmi bollenti e il fiato corto. Lui sorride compiaciuto e si passa un dito sulle labbra rosa.
“Vieni a prendermi all’intervallo. Ala 14, la prima classe a destra” dice aggiustandosi il colletto della polo bianca. Non riesco a dire niente, sento le parole sulla punta della lingua, confuse.
“Perché?” riesco a domandare. Una parola, wow sono sorpresa di me. Che ti succede? Haylie, non puoi zittirti così, per un semplice bacio, non che non puoi.
“Sei la mia nuova servetta, se non vuoi che la foto finisca sulla rete devi fare quello che voglio io”si spiega. Rabbrividisco leggermente, ma allora non sta scherzando?
“Davvero?” mormoro insicura della mia voce.
“Ti sembra la faccia di uno che scherza? - i suoi occhi mi osservano seri - Ci vediamo dopo, tesoro! Vedi di esserci che ho una commissione da darti..” dice. L’angolo della bocca si alza per mostrare un sorriso malizioso. Che cosa ha in mente?
“Che cosa vuoi fare?”
Le mie parole volano al vento, ormai troppo lontano per sentirmi corre lungo il lungo corridoio.
Sta scherzando.
Vero?
 

Ora cado, ora cado.
Anzi ora faccio cadere questo cumulo di libri sui piedi di Ari, Angela, o come diamine si chiama questa bionda qua. Socchiudo gli occhi in una morsa assassina, ma non possono vederlo loro, dato che sono nascosta dietro a questo impacco enorme di libri nuovi di zecca. Styles di fronte a me, avvinghiato a due biondine senza cervello, quasi nude, anzi quasi vestite. Da quando in qua le puttane girano di giorno a scuola? Sospiro pesantemente mentre mando a cagare mentalmente quell’approfittatore di ragazze. “Devo commissionarti qualcosa..”, mi ero immaginata chissà cosa e invece dovevo scorrazzargli dietro portando tutti i suoi libri che probabilmente non aveva mai aperto dall’inizio dell’anno. Non accorgendomi che si sono fermati vado a sbattere contro l’altra biondo platino, Natalie o Natasha? Va beh, come se la cosa mi interessasse.
“Attenta!” strilla la tipa spingendomi contro l’armadietto.
Bene, ora butto il libri in faccia all’altra e distruggo questa a suon di pedata nel fondoschiena rifatto. Reprimo i miei istinti omicidi ricordandomi della foto nelle mani di Styles  e ignoro NataCoso.
“Ma chi è questa? Non puoi mandarla via?” sbuffa Bionda1. Lui finalmente ricordandosi della sottoscritta costretta a snobbare per lui mi concede uno sguardo leggermente divertito.
“Non posso, è la mia nuova serva” risponde semplicemente. Trattenetemi. Bionda1 corruga le labbra gonfie, probabilmente anch’esse rifatte, in una smorfia disgustata, mentre Bionda2 mi fissa per un attimo per poi avvicinare la bocca al lobo di Styles.
“Se proprio vuoi una servetta, ci sono qua IO” gli sussurra a bassa voce, non tanto quanto basta per arrivarmi alle orecchio. Non è possibile, davvero lo ha detto? Le labbra sottili di Styles si incurvano in un ghigno malizioso mentre chissà quanti pensieri poco consoli fluttuano liberi nella sua mente.
“Per quanto devo continuare? - sbotto fissandolo male - dobbiamo parlare, voi due smammate” ordino alle biondine che offese strabuzzano gli occhi e spalancano la bocca in una O perfetta, di cui non voglio sapere la causa.
“Harolduccio - che cazzo di soprannome è? - l’hai sentita? Puniscila!” strilla battendo i piedi per terra. Sono in una scuola delle superiori o mi ritrovo nel reparto Barbie di un centro commerciale?
“Ragazze, andate ci vediamo domani” le dilegua con un sorriso falso quanto le loro labbra pompate. Sciolte da quel sorriso, lasciano la presa e scodinzolando con la lingua di fuori se ne vanno, non prima di avermi lanciato un sguardo minaccioso mentre mi avvicino a lui. Il riccio mette le mani in tasca affiancandosi a me senza fare caso alla fatica che sto facendo per mantenere l’equilibrio con tutti quei massi di carta in mano.
“Sai l’idea di punirti non mi dispiace affatto” dice pensieroso. Affondo con uno scatto veloce il tallone sulle sue scarpe bianche, facendolo sobbalzare più per la sorpresa che per il dolore.
“Ma sei matta?!” ulula saltellando sul piede con fare goffo. Butto indietro la testa ridendo soddisfatta.  Cosi impari pervertito.
“No, sono Haylie - ricomincio a ridere ancora più fragorosamente. Lui scuote la testa e mi lancia un occhiata fulminante che io ignoro prontamente mettendomi a fischiare con aria innocente - non sei altro che un pervertito. Ci credo che ho pensato male quando mi hai detto della “commissione”..”
“E dunque, che avevi pensato? - mi sussurra improvvisamente più vicino di quanto mi aspettavo, sobbalzo sorpresa - e poi sarei io il pervertito qua, eh?”
Mi zittisco e rispondo con una linguaccia. La campanella suona di nuovo e gli studenti incominciano a dirigersi verso le classi. Se non mi sbaglio ora dovrei avere..
“Fisica, abbiamo fisica” intuisce lui i miei pensieri.
“Anche te?” sbuffo sommessamente, spostandomi i capelli che mi ricadono sulla fronte, inutilmente. Senza accorgermene Styles si è fermato di fronte a me, con delicatezza mi sposta i ciuffi castani dietro l’orecchio rivolgendomi un sorriso sghembo. Arrossisco un po’, sorpresa di quel gesto così gentile e inaspettato soprattutto da lui. Abbasso lo sguardo per la prima volta imbarazzata dal suo sguardo profondo. Non mi ero mai accorta che quei occhi fossero così “vivi”. Aspetta Haylie, stai facendo pensieri dolci su di lui? Scuoto la testa mandandomi mentalmente al paese quando sento il peso dei libri alleggerirsi. Ha preso parte dei libri che avevo tra le mani e si sta dirigendo verso la porta della palestra.
“Styles? Da dove proviene tutta questa dolcezza?” lo prendo in giro raggiungendolo in fretta.
“Diciamo che non mi piace vederti faticare” risponde semplicemente, nasconde il viso tra i libri mentre sento le guance alzarsi in un sorriso.
“Beh, sei tu che mi hai caricato di tutti questi libri” lo accuso.
“Allora diciamo che non voglio fare la figura del maleducato facendo portare i libri ad una ragazza, okay?” sbuffa. Non vuole farlo vedere ma riesco a scorgerlo benissimo mentre sorride.
“Va bene!” concludo varcando la porta. Alcuni ragazzi sono già pronti e stanno correndo in cerchio seguiti dalle imprecazioni del professore di Ginnastica sulle le loro corse lente e sfaticate. Le ragazze sedute sui palchi incominciano a ridacchiare alla vista di Styles che con un cenno le saluta raggiungendole e lasciandomi da sola sulla porta a guardarlo. Faccio spallucce ed entro in spogliatoio. Do un cinque a Marika, la mia compagnia di pallavolo, nonché la mia miglior battitrice. Stringo i lembi della maglietta quando sento la voce del prof. tuonare in tutta la palestra.
“Styles, smettila di fare il playboy e concentrati per la partita di sabato sera! Non possiamo farci battere ancora, per colpa di te e le tue voglie adolescenziali!”
Ridacchio sotto i baffi sentendo poi gli sbuffi del ricciolo per il corridoio. Se quel ragazzo non tiene a posto i suoi ormoni avrebbe fatto perdere la sua squadra di basket, non può proprio permetterselo dato che è il capitano. Infilati anche gli shorts blu della scuola, mi tiro su i capelli in una coda disordinata uscendo dallo spogliatoio. Nella palestra i ragazzi hanno improvvisato una partitina di Basket. Mi siedo da sola in un angolo a osservarli. Styles è già in campo, con la palla tra le mani pallide affusolate sta correndo come un matto intorno al campo, ignorando le grida del prof. che lo invoglia a passare la palla. Come nella vita reale è egocentrico, non ci pensa nemmeno a passare la palla ad un compagno, vuole tutta l’attenzione concentrata solo di lui. Tipico di Styles. Con un veloce manrovescio schiva uno spilungone e si libera nell’aria schiacciando con forza e grazia il pallone nel canestro. Le ragazze si alzano in piedi gridando eccitate. Patetiche.
Il riccio si ravvia i  capelli per poi alzare la braccia in segno di vittoria. L’ho già detto che è egocentrico e sicuro di sé? Sorrido a Marika che ha preso posto affianco a me, la sento sospirare estasiata. Anche lei è una delle vittime di Styles, come tante altre. Torno a osservare i ragazzi quando incrocio le due iridi verdi di Styles che mi sorride arrogante. Roteo gli occhi al soffitto mentre lui lascia il campo avvicinandosi a me. Il prof. esasperato butta a terra il cappello mostrando la sua capoccia pelata per poi fischiare forte incitando gli altri a continuare la partita senza di lui. Accanto a me Marika mi stringe forte la mano, sta morendo dentro per la poca distanza che divide il riccio e lei. Mi piacerebbe molto lasciarla con lui perciò faccio per alzarmi, ma lui mi blocca e appoggiando le mani sulle mie spalle mi riabbassa inginocchiandosi accanto a me.
“Scusami, ma stavo per andarmene” borbotto lanciandogli un’occhiataccia alla quale lui risponde con un largo sorriso a cinquecento denti, molto simile a quello di una cavallo. Strizzo gli occhi sentendo la mano della mia amica stringere sempre più forte la mia, vuole ridurmela in ossa sgretolate?
“Ammettilo, quanto sono attraente quando gioco a basket? Dovrebbero farmi un Album fotografico da mettere nell’annuario della scuola - si acciglia - ah l’hanno già fatto” si corregge da solo sfoggiando un sorriso che farebbe la rovina dei dentisti.
“Styles, hai un improvvisa paralisi facciale? Se vuoi ti aiuto a farlo scomparire con un bel pug-” non riesco a finire la frase che ottenengo una gomitata alle costole. La incenerisco con lo sguardo come per dire -piace a te, non a me, potrò trattarlo come mi pare, no?-, ma lei scuote la testa contrariata come se seduto accanto a me ci fosse Leonardo Di Caprio, e non scherziamo: non possiamo compararlo a Leo, eh! Lui invece ride divertito della mia frecciatina, talmente tanto che butta la testa all’indietro mentre la matassa di riccioli disordinati si muove all’unisono con lui. Di scatto mi afferra per la spalla tirandomi a lui, quasi mi ribalto addosso a lui che senza problemi si sdraia sul pavimento gelido stritolandomi a lui.
“Porca zozza! Ma ti rendi conto? Hai appena finito una partita, mio dio puzzi di formaggio andato a male!” strepito divincolandomi senza nessun risultato se non l’occhiata dispiaciuta e spregevole di Marika che si alza per correre via. Lui incoerente del pericolo imminente, ovvero la sottoscritta, ride fragorosamente catturando l’attenzione di tutta la classe in palestra. Riesco quasi a liberarmi quando mi afferra il viso incastrandolo sotto la sua ascella. Dite a mia madre, a mio padre, a mia sorella, al mio gatto, al mio pesciolino dentro lo stomaco del gatto, che li ho voluto bene. Uno schifoso odore simile a gorgonzola mischiato a puzza di piedi pervade le mie narice, facendomi strozzare e poi perdere sensi. Inerme giaccio sul suo corpo.
“Tutto bene, Haylie? - domanda un po’ preoccupato - Haylie?!” mi scuote spaventato, la sua voce roca sale di qualche ottavo.
“Brutta testa di troglodita! - sbotto alzandomi e sbattendo la sua testa contro il terreno - prova a farlo di nuovo e l’unica cosa che annuserai sarà il sedere di un elefante, okay?!” impreco sballottandolo da destra a sinistra senza riuscire però a cancellargli quel dannato sorriso divertito dal viso. Appunto, scoppia a ridere ancora più forte di lui, le sue risate lo smuovono costringendolo a battere le mani contro il pavimento per il divertimento. Strizza gli occhi in due fessure dalle quali scendono delle lucide lacrime causate dalle risate.
“EDWARDS!”
Chiudo gli occhi sentendo l’urlo del prof. trapassarmi i timpani e stordirmi i neuroni. Tiro un calcio a Styles ancora per terra a rotolare e annuisco al prof. che mi sta accennando a entrare in campo per giocare. Deglutisco rumorosamente, le ragazze mi stanno uccidendo con lo sguardo, tutta colpa di quel dannato idiota. Sospiro e mi alzo in piedi, neanche un passo e la sua mano raggiunge la mia stringendola leggermente, tanto quanto basta per far colorare le mie guance di un leggero rossore. Odio questo mio vizio, è così facile leggere quello che penso. Odio quanto basti poco per la gente capire come mi sento, sono in quel senso così, così vulnerabile.
“Non andartene subito, aspettami in corridoio alla fine della lezione”
 

Chi me l’ha fatto fare di aspettarlo?
Tiro un calcio alla lattina di coca cola di fronte a me, che rimbalza per un metro prima di scomparire dietro un cespuglio. Se non esce tra un po’ prendo e me ne vado, devo passare da mia sorella oggi e non posso ritardare ancora una volta.
“Ahio!” sento mugugnare dal cespuglio. Da quanto gli arbusti parlano? Dalle foglie verdi spunta una testa chiara, i capelli biondi sono rizzati in alto in un disordinato ciuffo sbarazzino. Il ragazzo si alza in piedi e si guarda intorno fino a incontrare il mio viso. Caspita se è bello: la chioma bionda è probabilmente tinta, ma si intona perfettamente con la carnagione chiara illuminata dai raggi del sole. Rimango catturata soprattutto dai suoi occhi, incorniciati da lunghe e chiare ciglia, il celeste risalta sulla pelle chiara, una linea nera contorna l’iride mettendo in evidenzia ancora di più quel meraviglioso azzurro ghiaccio che invece riscalda alla sola vista. La fronte è aggrottata in una smorfia dolorante e si gratta la testa bionda a causa probabilmente della lattina che lo ha colpito. Mi appoggio al muro fischiando e guardando in giro come se nulla fosse.
“Potresti almeno chiedere scusa, no?” borbotta lui avvicinandosi a me. Increspo le labbra in un sorriso innocente cercando di metterci tutta la mia dolcezza, e ci riesco dato che mi sta sorridendo. Scorgo un piccolo difetto nella dentatura, che invece di penalizzarlo lo rende ancora più carino.
“Okay, scusami” mormoro lasciando il muro per avvicinarmi con qualche passo.
“Scuse accettate..”
“Haylie, Haylie Edwards” aggiungo inclinando un po’ la testa per mostrare un sorriso. Stranamente il ragazzo mi sta simpatico, cosa che pochi possono permettersi.
“Piacere, Niall Horan” risponde porgendomi una mano che stringo vivacemente.
“Non mi sembri di qui” dico quasi senza pensare. Non sembra disturbato dalla mia domanda sfacciata.
“Sono nuovo, vengo dall’Irlanda” spiega facendo spallucce e una smorfia buffa che trovo molto tenera. Molto carino e soprattutto educato. Ecco Styles dovresti imparare da lui come ci si comporta con una donna, per giunta di un elevato livello come il mio, modestamente.
“Ah si? E come ti trovi qui?”
“Bene, amo l’Inghilterra, soprattutto le inglesi” strizza l’occhio.
Ridacchio divertita della sua strana avance, non che la cosa ovviamente mi dispiaccia.
“Beh, neanche gli irlandesi sono niente male” rispondo cercando di imitare il suo occhiolino senza però riuscirci. Lui ride sonoramente, probabilmente del mio strano tentativo più simile a un tick nervoso che un occhiolino. Amen, imparerò.
“Senti - inizia facendosi sempre più vicino. Sorrido maliziosamente, inspirando lo strano profumo di muschio selvatico che pervade l’aria - ti andrebbe di farmi fare un giro della scuola, quando vuoi” propone appoggiandosi con la mano al muro. Me lo chiedi pure, se vuoi fare un giro anche in camera mia non ci sono problemi, eh! Okay, zitto parte pervertita di me.
“Cert-“
Non riesco a rispondere che la porta affianco a me si spalanca facendo uscire una testa riccioluta bagnata. Il sorriso sulle sue labbra scompare subito appena i suo occhi si posano sul figo-irlandese quasi steso su di me. il biondo si stacca da me per accostarsi a Styles che lo squadra male dalla testa ai piedi. È arrabbiato? Che sarà gelos-
“Bella Horan!” esclama. Si scambiano un cinque e una spallata come se fossero amici da sempre.
No, non stavo pensando che potesse essere geloso, quando mai. Proprio lui poi.
“Bella Harry” grida con impeto Niall.
“Vi conoscete?”borbotto. Cerco di nascondere il mio fastidio, ma come attrice faccio proprio pena.
“No, lo saluto e so il suo nome perché leggo nella mente” mi risponde sarcastico. Arriccio al naso, gesto che fa ridere Niall. Sento le labbra incurvarsi in un sorriso, quella risata è davvero contagiosa.
“Sei fortunato ad avere una ragazza che ti aspetta..”dice poi il biondo lanciandomi un occhiata allusiva.
“NOI NON STIAMO INSIEME!” gridiamo all’unisono. Niall ci guarda un attimo perplessi, per poi ridere ancora più forte. Ma che idee si è fatto? Se solo sapesse che mi sta ricattando non se ne starebbe qua a ridere come una foca.
“Beh, meglio per me.”
Sento prendermi le spalle e le sue labbra si appoggiano sulla mia guancia schioccando un sonoro bacio. In un attimo prendo colore.
“Ci si vede in giro Haylie!” grida correndo via come un razzo, mentre come un idiota rimango lì impalata a toccarmi il punto in cui le sue guance hanno lasciato un tenue calore. Mi lascio andare ad un sospiro sognate dimenticandomi di Styles accanto a me che mi risveglia con un grugnito.
“Quando ti bacio io non fai così” mugugna. Non riesco a trattenermi e scoppio a ridere.
“Magari perché lui non mi ricatta in nessun modo? - Styles fa per ribattere, ma non spiccia parola di fronte alla realtà delle cose - E comunque che ci hai fatto per impiegarci tutto questo tempo?”
“Niente che ti possa interessare” risponde scrollando i lunghi boccoli castani. Il suo braccio circonda la mia spalla e con passo spedito ci avviamo verso l’uscita. Giriamo l’angolo. Con la coda dell’occhio scorgo una testa uscire dallo spogliatoio maschile.
Una ragazza. 


- my space -

Sono tornata, mi spiace di avervi fatto attendere molto!
Per prima cosa: GRAZIE, GRAZIE MILLE! Se sono qui con questo capitolo è solo grazie a voi, alle 4 recensioni (!) mi volete morta?! alle 9 seguite e alle 2 preferite! Non potete capire la gioia! Ora vi chiedo ancora per favore, RECENSITE! Solo così mi sento invogliata a scrivere nel sapere che c'è gente che segue questa storia! Con questo vi saluto e vi chiedo gentilmente di passare anche a dare un occhiata a quest'altra mia FF : http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1061902

Vi saluta Styles, ora andiamo a cenare!
An Qi


   
 
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