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Autore: yllel    02/06/2012    2 recensioni
"Figurati se il matrimonio di Sherlock Holmes poteva anche solo essere minimamente normale" questo e' quello che passa per la mente di John in un giorno di settembre... Dopo le altre storie, il cammino di Sherlock e Molly verso l'altare.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Molly Hooper, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il motivo per cui torno sempre indietro'
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MAGGIO


Molly Hooper viveva in una specie di sogno da quando era diventata la fidanzata ufficiale di Sherlock Holmes. Ogni mattina si svegliava e guardava stupita il suo anello, rendendosi conto che era tutto reale e davvero stava per sposarsi.
Immancabilmente seguivano pochi attimi di panico, in cui scenari terribili le si presentavano alla mente, soprattutto quelli che vedevano Sherlock pentirsi della sua proposta e annullare tutto.
Oppure quelli in cui il celebrante si scordava di arrivare e la cerimonia sfumava.
Solitamente a quel punto Sherlock le arrivava vicino e la abbracciava, oppure le mandava un sms di buongiorno se era via per un caso e lei sapeva.
Tutto sarebbe andato per il meglio. Nessun intoppo. Nessun problema.
Cosi’ sorrideva e tutto tornava ad essere perfetto.
O quasi.
I primi problemi erano cominciati presto, subito dopo aver conosciuto Madleine Holmes. Per carita’, la madre di Sherlock era assolutamente una donna affascinante e cortese, che l’aveva ben accolta e fatta sentire a suo agio. Finche’ non aveva cominciato a parlare di affittare sale da cerimonia per il matrimonio, assumere un’orchestra o invitare qualche conoscente.
Avere due figli come Sherlock e Mycroft poteva indurre qualsiasi madre a impazzire, alla prospettiva di un possibile matrimonio. Come se fosse un miracolo di cui assolutamente tutti dovessero essere a conoscenza.
A Molly era preso il panico, perche’ l’unica cosa che voleva era una cerimonia semplice, circondata dai pochi amici che entrambi avevano.
Le rare volte in cui aveva cercato di parlarne a Sherlock, chiedendogli un appoggio o perlomeno un parere, lui aveva sbuffato o grugnito, tornando a occuparsi di altro (un caso, un pezzo di cadavere, il suo violino, il suo telefono... sembrava sempre esserci qualcosa di piu’ importante).
Quelli erano alcuni dei momenti in cui i dubbi tornavano ad assalirla, anche se sapeva che il comportamento del suo fidanzato non doveva per forza significare disinteresse. O noia. O ripensamenti.
Cosi  Molly, che era comunque cambiata durante quei mesi  e si sentiva piu’ forte e coraggiosa, aveva tenuto testa da sola alla futura suocera ed espresso il suo volere, dichiarando quello che piu’ le sarebbe piaciuto.
Una cerimonia all’aperto, in un luogo appartato.
Pochi invitati scelti da lei e Sherlock fra gli amici, qualche parente stretto (suo zio Walter, il fratello di suo padre,  sarebbe arrivato per accompagnarla all’altare direttamente da Bath).
Un rinfresco semplice da Angelo, dove era sicura che Sherlock si sarebbe trovato a suo agio.
E si, qualche strumento musicale ma assolutamente non piu’ di cinque elementi per accompagnare il suo arrivo  all’altare.
La signora Holmes aveva sorriso ed annuito, soddisfatta del carattere deciso della futura nuora.
E poi avevano fissato  data, ora e luogo. Sherlock quel giorno era doverosamente presente e questo aveva determinato il litigio che ne era seguito ventiquattro  ore dopo.
***
SCOTLAND YARD
 “Naturalmente si tratta del vicino. Nota come le punte delle sue scarpe sono arrotondate” Sherlock indico’ l’impronta sulla fotografia e sospiro’. Un caso facilissimo. E quindi molto noioso.
Greg Lestrade si avvicino’ meglio, osservo’ l’immagine per qualche attimo e poi prese in mano il telefono per ordinare l’arresto dell’uomo.
John e Sherlock si apprestarono ad uscire dall’ufficio quando la voce dell’ispettore li blocco’.
“Ah, e grazie per l’invito. Naturalmente ci saremo. Io e mia moglie, intendo”
Si erano voltati entrambi, non capendo bene a chi fosse rivolto il ringraziamento.
“Credo stia parlando con te” esclamo’ alla fine John.
“E a che cosa dovrei averlo invitato?” l’espressione di Sherlock era scettica.
John aveva sospirato “Non lo so... forse al tuo matrimonio?”
Lestrade aveva un’aria veramente sorpresa.
“Certo che sto parlando del tuo matrimonio! Ma dico, ti ricordi vero che ti sposi?”
Sherlock strinse le labbra offeso “Certo che si, Lestrade. Ho fatto io la proposta, come ben rammenterai... e tu l’hai quasi mandata a monte”
John scosse lentamente il capo. Ecco che ricominciavano.
“Io?? Sei tu quello che pensava che sarebbe stato, e cito testualmente,  “facile come bere un bicchiere d’acqua”...  e comunque alla fine ci sei riuscito solo perche’ la Regina ti ha messo fretta!”
“Io per lo meno avevo davvero l’intenzione di fare una proposta di matrimonio, non mi e’ uscita per caso!” ribatte’ Sherlock, avvicinandosi alla scrivania dell’ispettore.
Il quale con un movimento veloce si intasco’ una busta color avorio.
“Lestrade,  dammi la busta”
“Assolutamente no, sei veramente... no, non ho parole. Stavi cercando di distrarmi per afferrarla, vero? Perche’ tu non sai che cosa c’e’ scritto!!!
“E dai Lestrade, non esagerare... e’ impossibile che Sherlock non sappia cosa e’ indicato sull’invito, c’era anche lui quando hanno deciso la data, l’orario e il luogo della cerimonia!” John intervenne con un sorriso, che si spense non appena realizzo’ l’espressione colpevole di Sherlock.
“Non ci posso credere...”  scosse il capo e torno’ ad osservarlo, questa volta con un’espressione arrabbiata.
Sherlock sbuffo’. Se fosse dipeso da lui, avrebbe sposato Molly nel giro di due minuti, senza dover organizzare assolutamente nulla... ma si rendeva conto che per lei era importante e siccome entrambi erano d’accordo su una cerimonia semplice, poteva sforzarsi di accontentarla. E con lei sua madre, che non vedeva l’ora di avere almeno uno dei suoi figli sposato.
Naturalmente, i dettagli per lui erano assolutamente insignificanti: musica, fiori o cibo non gli interessavano, ma era stato costretto il giorno prima a partecipare all’incontro per decidere la data e il luogo della cerimonia. Il solo fatto che fosse presente Mycroft l’aveva indisposto fin dal principio, per cui si era astratto dalla conversazione per concentrarsi  sui dettagli di un caso appena risolto, riuscendo ad annuire convinto ogni volta che Molly lo guardava speranzosa in cerca di conferma.
Non ricordava assolutamente cosa fosse stato concordato, ne quale fosse stato l’apporto dato da Mycroft. Alla fine dell’incontro pero’ Molly era molto contenta e questa era la cosa importante, giusto?
Sherlock contava di scoprire tutti i dettagli al piu’ presto, ma poi era arrivato un nuovo caso e nel frattempo, evidentemente, sua madre si era mossa alla svelta ed erano gia’ stati spediti gli inviti.
Molto seccante.
“John, la tua busta” tese la mano, che pero’ rimase vuota.
Si giro’ a guardare il suo amico.
“John, parleremo piu’ tardi di come io sia un perfetto idiota, a volte. Ora, pero’,  la tua busta. Visto che Lestrade non collabora, ho bisogno di sapere in che giorno e dove mi sposero’”
L’altro scosse la testa.
“Sherlock, io sono il tuo testimone. Non mi e’ arrivato nessun invito. Si suppone che tu mi abbia gia’ comunicato questa cosa a voce, non credi?”
Davvero molto seccante.
***
“Non riuscirai a fregarla”
Sherlock si arresto’ e guardo’ John dritto negli occhi.
“Si invece. Non posso chiederlo a mia madre o alla signora Hudson e mi rifiuto di contattare Mycroft. Lestrade non collabora e tu mi sei totalmente inutile, quindi non mi rimane che carpire l’informazione direttamente  da Molly, perche’ sono sicuro che se contattassi il tipografo o cercassi di introdurmi di soppiatto nel suo laboratorio mio fratello verrebbe a scoprirlo, e mi renderebbe la vita impossibile per almeno i prossimi dieci anni!”
“Sherlock, ti ricordi quando mi hai chiesto di aiutarti a fare in modo che il tuo rapporto con Molly non naufragasse? Beh, considerami ufficialmente esonerato dall’incarico. E’ piu’ stressante che seguirti nei tuoi casi” John si passo’ una mano fra i capelli e osservo’ Sherlock voltarsi  ed entrare deciso nel laboratorio.
Decise di aspettare pazientemente e prudentemente fuori nel corridoio.
Molly accolse il suo fidanzato con un sorriso stanco. Era una giornataccia e spero’ non fosse venuto con qualche pretesa o richiesta assurda che le comportassero  piu’ guai o lavoro del solito.
Ma lui si limito’ a sorriderle e a darle un bacio.
“Ciao” lo abbraccio’ e si appoggio’ al suo petto.
“Ciao” le rispose lui, posandole il mento sulla testa.
Dopo un attimo di confortevole silenzio, lei si stacco’.
“Hai risolto il caso?”
Lui annui’ “Il vicino. Una questione di soldi presi in prestito. Sai... Lestrade ha ricevuto il nostro invito” dentro si se’ si complimento’ con se stesso per il tono casuale con cui aveva introdotto l’argomento.
Molly sorrise “Oh, tua madre aveva detto che poteva fare le cose velocemente. Davvero non pensavo cosi  velocemente. Bene, Lestrade verra’?”
Sherlock le si fece di nuovo vicino, sorridendole di rimando “Ma certo, chi mancherebbe al nostro magnifico matrimonio?”
L”espressione di Molly si fece sognante “Spero tanto che non piova...”
Cerimonia all’aperto.
“Anche se naturalmente Mycroft assicura che nell’eventualita’ potremo far montare un gazebo, e se lo dice lui vuol dire che e’ vero. Spero solo che i fiori non ne soffrano”
Un posto grande, abbastanza esclusivo perche’ sia necessario l’intervento di mio fratello per autorizzare una copertura in caso di pioggia. Molti fiori.
“Regent’s Park sara’ perfetto, vedrai” le sorrise e represse un gesto d’entusiasmo alla conferma che Molly gli diede annuendo piano.
“Si, hai ragione. Anche con la pioggia eventualmente sara’ bellissimo”
La stagione dei concerti da camera di mamma ha un calendario fisso ogni anno. E Mycroft ha quel meeting internazionale la prima settimana del mese.
“Inoltre e’ la meta’ di settembre, raramente piove molto in quel  periodo” si azzardo’ a commentare.
Il sorriso di Molly si fece luminoso.
“Oh Sherlock, non vedo l’ora che arrivi quel momento!”
Alla faccia di John e Lestrade. Ho tutte le informazioni che mi servono, mi manca solo l’ora.
Osservo’ l’espressione di Molly farsi piu’ insicura.
“Sai, non sono ancora certa sull’orario, non vorrei che fosse...”
Si interruppe sentendo l’allarme di un sms in entrata, cosi’ prese il suo cellulare.
Dopo pochi secondi, torno’ a guardare Sherlock e gli sorrise.
“Tu sei d’accordo sull’orario, vero?”
“Naturalmente.” le sorrise di nuovo lui convinto.
“Perche’ tu sai a che ore ci sposiamo, vero? Come sapevi la data e il posto, giusto?” l’espressione di Molly ora era piu’ minacciosa.
Sherlock indietreggio’.  Col  tempo aveva imparato a riconoscere i segnali  di una forte irritazione all’orizzonte.
“Tua madre mi ha appena mandato un messaggio. Dice che non solo non sei a conoscenza dei  dettagli del  nostro matrimonio, cosa di cui ero gia’ assolutamente consapevole, ma anche che e’ convinta che tu non ne conosca  neanche le informazioni principali.”
“Molly...”
“Sherlock Holmes! A che ORA ci sposiamo?”
“E va bene! Non lo so! E’ cosi’ importante?” lui avrebbe voluto mordersi la lingua nel momento stesso in cui le parole erano uscite dalla sua bocca.
Perche’ ora Molly lo stava guardando con un’espressione ferita.
Prima che potesse dirle qualcosa, lei era gia’ uscita dal laboratorio. E John si era affacciato sulla porta scuotendo la testa, le braccia incrociate al petto e  uno sguardo di biasimo assoluto sul volto.
***
“Quante volte credi che dovro’ chiederti scusa?” Sherlock si appoggio’ alla porta dell’appartamento di Molly in attesa di una risposta che non arrivo’.
Questa volta nessuna lista l’avrebbe salvato, lo sapeva. Ma era assolutamente risoluto a parlare con Molly e a scusarsi. Poteva imputare la sua brutta risposta allo stress di dover fare i conti con tante informazioni che a lui sembravano inutili, ma si rendeva conto che questo non lo giustificava affatto.
Dopo due minuti senti’ la serratura scattare e lei apparve sulla porta.
“Non voglio le tue scuse. Voglio essere sicura che tu stia prendendo il nostro matrimonio seriamente, che non sia una qualche sorta di esperimento del quale prima o poi ti stancherai”
Sherlock la fisso’ sorpreso. Possibile che lei avesse davvero paura di questo?
“Molly, mi sto comportando cosi’ male da farti ancora dubitare che io voglia davvero sposarti?”
Lei si morse il labbro.
“Un po’” ammise infine.
“Mi dispiace. Non era mia intenzione, ma l’unica cosa che conta per me e’ sposarti, non mi interessa tutto cio’ che ci gira intorno”
“Beh, a me si, invece. Trovi cosi’ strano che io voglia che il giorno del mio matrimonio sia perfetto?”
Sherlock scosse la testa. “No, ma forse ho pensato che ti bastassi io...”
Lei si ritrovo’ suo malgrado a sorridere.
“Lo sai? John ha ragione... hai un ego smisurato.”
Lui le sorrise e la abbraccio’.
“E quindi a che ore ci sposiamo?”
Molly si mise a ridere. “Ma come, non l’hai ancora scoperto?”
“Ero troppo impegnato a preoccuparmi che ci fosse ancora un matrimonio da celebrare...” ammise lui, senza molta ironia nella voce. Aveva davvero avuto paura che Molly annullasse tutto.
“Alle tre del  pomeriggio... ti va bene?” sussurro’ lei .
“Perfetto. Ci saro’”
 
  

  
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