Anime & Manga > Bleach
Segui la storia  |       
Autore: Cherry Berry    02/06/2012    3 recensioni
"-Posso sapere il tuo nome?
Il suo sguardo color iris cercò quello color nocciola dello sconosciuto. Vi lesse una pura curiosità, che la portò a rispondere senza pensare.
- Rukia. Il tuo?
Ma lei lo conosceva. Non sapeva come, mentre il ragazzo dai capelli rossicci pronunciava il suo nome, un attimo prima che lo dicesse ad alta voce, lei lo sapeva già. Fu una sensazione stravagante, che le fece sentire una stretta alla bocca dello stomaco, una scossa di elettricità sulla pelle. Fissò il ragazzo, sussurrando il suo nome nello stesso istante in cui esso uscì da quelle labbra pallide e tese in un sorriso amichevole.
- Ichigo."
Prima classificata + premio originalità al concorso "A whole new world" del »DEATH & STRAWBERRY forum.
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kuchiki Rukia, Kurosaki Ichigo, Sosuke Aizen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CHAPTER 4

 

Io non credo nel destino, molto dipende da noi e ad ogni azione corrisponde una reazione,
dopotutto, anche l'evento più insignificante come il battito d'ali di una farfalla può cambiare ogni cosa,
a volte in meglio, anche se all'inizio non sembra.

Ma con tanta parte della vita affidata al caso non puoi fare a meno di chiederti:
"E se fosse andata in un altro modo?" 

 
Ichigo si scosse dal torpore del sonno. Era steso nel suo letto, lo sguardo rivolto al soffitto. Un brivido gli corse lungo la spina dorsale. Non ricordava di essersi messo a dormire la sera prima, ma si alzò comunque, con le palpebre pesanti e passi strascicati. La sua abitazione era, come al solito, silenziosa. Si preparò la colazione, mangiandola con gusto, seduto al tavolino della cucina. Un leggero formicolio alla fronte lo colse, una strana sensazione. Doveva ricordare assolutamente qualcosa. Sì grattò una tempia, con sguardo confuso, osservando la stanza. Mentre spostava la mano verso la tazza di caffè, notò delle scritte sopra di essa. Fissò il suo palmo, con aria stupita. Su quella pelle pallida vi erano dei segni neri, parole scritte da una mano che non era la sua. Fissò la mano, riconoscendo la scrittura minuta e disordinata che vi era impressa sopra. Nonostante tutto, Rukia era riuscita a fare del suo meglio affinché la scena non si ripetesse. Quando aveva riacquistato i ricordi, prima di tornare a casa per confrontarsi con Aizen, aveva deciso di imprimere un ricordo sulla mano di Ichigo, se qualcosa fosse andato storto. Nonostante Aizen fosse riuscito a intrappolare di nuovo la ragazza, Ichigo non aveva dimenticato tutto. Dopotutto, si tratta di scegliere se ricordare o meno, un cambiamento non può eliminare ogni memoria ma semplicemente offuscarla. Lesse e rilesse le poche righe che Rukia gli aveva lasciato, mentre tutti i fatti accaduti riaffioravano nella sua mente. La guerra, il dolore, la disperazione, la scelta di Rukia e il suo compito, affidatogli da Urahara: proteggerla. Sarebbe dovuto essere il suo guardiano, prendersi cura di lei. Era la depositaria di un potere immenso, e lo sapeva bene. Ciò comportava enormi responsabilità. Le sue esili spalle non sarebbero riuscite a portarne il peso da sole, senza che qualcuno l’avesse aiutata. Ciò che lui avrebbe dovuto fare era proprio quello: supportarla. Negli anni che erano seguiti alla guerra, Ichigo aveva svolto il suo compito, proteggendo Rukia, vivendo con lei. E amandola, in qualche modo. Era stato al suo fianco per parecchio tempo, finché Aizen aveva trovato la sua vendetta. L’aveva rapita, drogandola e sfruttando il suo potere per cambiare la realtà, modificare le scelte. I pensieri di Rukia, l’affetto che provava per lui si era tramutato in amore per Sosuke, i ricordi di entrambi erano stati offuscati, soppressi, nascosti nei recessi delle loro menti. Eppure il loro legame era così solido da superare anche la manipolazione subita. Ichigo non poté trattenere un timido sorriso mentre faceva quelle considerazioni, rileggendo ancora una volta le parole trascritte sul suo palmo con l’inchiostro nero. Voleva che l’aiutasse. Voleva che mettesse fine a quel ciclo infinito di menzogne e malignità. Ichigo si alzò in piedi, lasciando la tazza ancora piena di caffè sul tavolino, dirigendosi verso la porta. L’avrebbe salvata, era suo dovere, dopotutto. Proteggerla e fare in modo che non fosse ferita. Anche se non c’era riuscito in passato, non significava che adesso avrebbe dovuto arrendersi. L’avrebbe sottratta alle grinfie di Aizen, a qualunque costo.
 
Mentre attraversava il bosco, camminando con passo deciso, si ricordò di certe storie che aveva raccontato a Rukia, tanto tempo prima, quando amavano passare le loro giornate nella radura, vicino al ruscello. Era il luogo che più preferivano, entrambi. Forse perché lo scorrere dell’acqua era rilassante, forse perché stare a contatto con la natura in quel luogo era qualcosa di meraviglioso. Erano seduti sotto un abete mentre egli narrava storie riguardanti strani rumori che certe persone, passando per quel luogo, avevano percepito. Visto il suo carattere, Rukia non si era spaventata come Ichigo sperava, ma era diventata estremamente curiosa al riguardo. Ripensare a quei momenti lo fece sorridere, mentre con passo sicuro si dirigeva verso l’abitazione di Aizen, dove egli teneva prigioniera la bella principessa. Uscì finalmente dalla boscaglia, avvistando la casa e andando verso essa. Bussò con forza alla porta. Fu Rukia ad aprirla, con stupore negli occhi. Non era abituata a ricevere visite. Guardò per un attimo il ragazzo con espressione strana e indifferente, domandando:
- Sì, cosa desidera?
Ichigo la osservò. Anche i suoi ricordi si erano cancellati, così com’era accaduto alla ragazza che stava in piedi dinanzi a lui con le mani sui fianchi e lo sguardo leggermente annoiato.
- Aizen è in casa?
- No, Sosuke non c’è. Ma tu chi sei e cos…
Non le diede tempo di finire la frase, spingendola dentro e seguendola in casa, chiudendosi la porta alle spalle.
- Ma cosa diavolo…?!
- Perdona i modi bruschi, ho bisogno di parlarti e avresti fatto storie se te l’avessi chiesto senza usare le maniere forti.
Le sorrise, mentre lei lo fissava con aria adirata.
- Possiamo accomodarci in cucina?
 
Si sedettero al tavolo. Rukia non capiva perché avesse lasciato che uno sconosciuto entrasse in casa sua, facendo il prepotente. Lo fissava al di sopra del bicchiere d’acqua. Nei suoi occhi si poteva scorgere della rabbia, ma la sua posa era immobile. Ciò che più la sconcertava riguardava le scritte presenti sulla mano del ragazzo, che aveva detto di chiamarsi Ichigo. Quella era la sua scrittura, eppure lei non ricordava di averlo mai visto prima. Egli le sorrise, svuotando la tazza di caffè che lei gli aveva gentilmente riempito. Si passò una mano tra i corti capelli neri, scuotendo la testa. Non capiva. Ichigo parlò, con voce calda e profonda, che le ricordava qualcosa. Eppure era certa di non averlo mai visto prima, in vita sua.
- Così non ricordi più nulla.
Gli occhi della donna si fecero seri, mentre osservava quella testa arancione con diffidenza.
- Che cosa vuoi dire?
Il ragazzo si passò una mano sul viso, con aria abbattuta. Rukia non riusciva a capire cosa non andasse in lei. Perché ancora non l’aveva gettato fuori da casa sua?
- Non capisco come fare per farti tornare la memoria. Forse non posso…
- E io invece non capisco quello che stai dicendo.
Il suo sguardo severo indugiò sul volto dai bei lineamenti del giovane. Cosa diavolo stava cercando di dirle?
- Lo so che non capisci. Però devo trovare un modo per farti ricordare.
Lei nascose il viso tra le mani. Cominciava a dolerle la testa. Nonostante pensasse che quel ragazzo fosse completamente pazzo, una parte di lei non voleva affatto cacciarlo via. Una piccola parte di Rukia comprendeva ciò che lui stava affermando, quella stessa parte che era certa di riconoscere Ichigo. Eppure era certa di non averlo mai visto. O forse si stava sbagliando?
- Forse è destino che tutto ciò si ripeta all’infinito.
Il ragazzo pareva leggermente abbattuto, il sorriso speranzoso non piegava più le sue labbra e l’espressione cupa non si addiceva per nulla al suo bel volto.
- Il destino non esiste.- mormorò, rivolta più a se stessa che a lui. Egli annuì, tornando a sorridere.
- Hai ragione. Questo mondo è fatto di scelte. Non dobbiamo far altro che decidere, no?
Quel luccichio nei suoi occhi contagiò anche la ragazza, che si ritrovò a sorridere senza poter farci nulla. Fissò gli occhi color nocciola di Ichigo, affermando con convinzione:
- Se possiamo decidere, però.
- Certo che possiamo farlo. Tu puoi farlo. Tu puoi cambiare ogni cosa soltanto prendendo la decisione giusta.
 
Sì, era difficile decidere. Lei avrebbe voluto ardentemente riuscire a rimuovere il blocco che occludeva i suoi ricordi. Eppure, nonostante gli sforzi suoi e di Ichigo, la cortina di nebbia fitta e fredda che occludeva la sua mente non voleva svanire, in alcun modo. Erano seduti al tavolo della cucina e Rukia si aspettava che da un momento all’altro Sosuke tornasse a casa. D’un tratto la voce bassa del giovane le fece spalancare gli occhi color dei fiordalisi, chiusi per potersi concentrar meglio.
- Forse so dove possiamo andare in modo che tu recuperi in fretta i tuoi ricordi.
Uscirono dalla casa, dirigendosi verso il bosco. L’aria fresca imporporava le gote della ragazza, mentre camminavano una dietro l’altro, in silenzio completo. Giunsero a destinazione quando il sole cominciava a calare. Fortunatamente quel giorno dal cielo non era caduta altra neve, i sentieri erano più puliti e gli alberi imbiancati luccicavano dolcemente sotto la luce solare, che li faceva lucere come piccoli gioielli di smeraldo e diamanti. Gli abiti si incurvavano elegantemente verso di loro, sotto il peso della materia bianca che ne ricopriva i rami. La superficie del torrente si era congelata tutta, oramai, la radura era silenziosa, nessun rumore ne interrompeva la quiete. Rukia fissò i ghirigori fantasiosi creati dal ghiaccio, mentre tentava di ricordare qualcosa. Conosceva bene quel posto, lo amava. C’era qualcosa di magico in quel luogo, qualcosa che la faceva stare bene. Spostò il suo sguardo dal torrente a Ichigo, che stava in piedi poco più indietro di lei. Guardando quegli occhi scuri, le sovvenne qualcosa alla mente. Una storia di strane voci e mostri misteriosi che imperversavano in quel luogo. Era stata lui a raccontargliela, tanto tempo prima.

***

Eccoci qui con il quarto capitolo... La storia è ormai agli sgoccioli, ma ringrazio sentitamente tutti coloro che hanno letto e recensito (vi giuro che a breve risponderò alle recensioni, scusate ma le ultime verifiche mi hanno risucchiato ogni energia!). Spero che anche questo capitolo vi piaccia :3

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Bleach / Vai alla pagina dell'autore: Cherry Berry