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Autore: Stars_Daughter    02/06/2012    3 recensioni
Sherlock si è rotto contro un marciapiede, tanto per fare un esempio.
John si è rotto nel riflesso della sua lapide, e ora stringe tra le dita i frammenti del mondo, tutti insieme, tutti a caso, e le sue mani bruciano e sanguinano, e fa un male cane. L’ha capito un po’ troppo tardi, che con il vetro funziona così.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: John Watson , Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fragments of glass

 

 

C’è una cosa che gli piace, di Sherlock. Nel mezzo ci sono tutte le altre, i proiettili nel muro, il violino a orari umanamente incomprensibili, i pezzi di cadavere nascosti negli elettrodomestici; però c’è questa cosa, e questa cosa vince. E’ che con tutte le persone arriva quel momento in cui impari a conoscerle, a capire come pensano, a immaginare cosa direbbero se fossero qui. E funziona, funziona benissimo, può andare avanti per anni e non c’è nessun problema, davvero, ma poi arriva quell’istante a caso, senza un senso logico, ed eccolo, il problema. Qualcosa che non ti saresti mai aspettato. Qualcosa che si rompe, nel disegno di cristallo dentro la tua testa. Soltanto una crepa, per carità, niente di che, ma è come un graffio su un vetro, ci vedi attraverso comunque ma non è la stessa cosa, puoi guardare oltre quanto ti pare ma non riuscirai mai a smettere di pensare che c’è quel graffio, lì, sul vetro, e non ci dovrebbe essere. Quello che gli piace di Sherlock è non ci si riesce, a guardare oltre, e si può finalmente pensare a quei graffi, seguirli col dito mentre si attorcigliano in disegni complicati e strani, baciarli piano e sentire il sapore del vetro.

E’ una cosa di cui è sempre stato convinto, quella che Sherlock sappia di vetro. Non sa di cosa sappia il vetro, in realtà, ma è proprio questo il punto, nessuno lo sa, è qualcosa di assurdo, bello della bellezza di un segreto. E Sherlock è assurdo e bello in così tanti modi diversi che nemmeno gli stanno in testa tutti quanti.

C’era un uomo un po’ come lui, in Afghanistan. Faceva esplodere le bombe perché era l’unico modo per sentirsi vivo. Nel mezzo di una guerra, nel mezzo del sangue e delle urla e dei cadaveri, nel mezzo di tutto questo che a lui non bastava ancora. Voleva di più. Aveva bisogno di quell’istante di nulla appena prima del tutto, quando il mondo si fermava e poteva sentire i battiti del proprio cuore, così forti dentro le orecchie. Tutte queste cose a John le ha dette lui, di persona, steso su una brandina dell’ospedale da campo con ustioni di secondo e terzo grado sul settanta percento del corpo. Se n’è andato il giorno dopo, imprecando tra i denti, mordendo forte ogni parola.

A volte John ha paura che Sherlock sarà l’ennesima persona da aggiungere alla lista della gente che gli è morta tra le mani, un’altra vita che gli scivola tra le dita. L’ha capito un po’ troppo tardi, che con il vetro non funziona così. Quando il vetro si rompe lo capisci, quando il vetro si rompe lo vedi, lo senti, ce l’hai addosso, quell’istante di nulla appena prima del tutto. E’ solo un attimo, e non puoi fare nulla se non smettere di respirare e ascoltare i battiti del tuo cuore, così forti dentro le orecchie. E poi, be’, si rompe.

Sherlock si è rotto contro un marciapiede, tanto per fare un esempio.

John si è rotto nel riflesso della sua lapide, e ora stringe tra le dita i frammenti del mondo, tutti insieme, tutti a caso, e le sue mani bruciano e sanguinano, e fa un male cane. L’ha capito un po’ troppo tardi, che con il vetro funziona così.

 

 

 

 

Angolino

Allora. Percepisco l’odio della mia squadra qui, al centro della schiena, me lo sento addosso. Ma insomma, siamo messi alquanto male, non è tempo di andare troppo per il sottile. Nel caso non abbiate capito nulla di tutto questo discorso, andate qui (http://sherlockfest-it.livejournal.com/22823.html?view=395559#t395559), è lo Sherlothon ed è una cosa meravigliosa – nonché una cosa meravigliosa che mi sta facendo scrivere una fic a settimana. A maggio, che è pieno di verifiche. Se non è un miracolo questo.

La storia è scritta per il prompt #4, http://25.media.tumblr.com/tumblr_lygiggpph91qa9a5to1_r1_500.png, tra l’altro, che è il prompt a cui penso dall’inizio del turno e prima o poi doveva pur venire la sua ora, ecco.

Al solito devo ringraziare il mio beta, che è una persona meravigliosa ed è lui (http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=64488). Gli devo un sacco di cose, e una di queste cose è il glorioso ritorno dei punti e virgola nelle mie fic. Non andiamo ancora tanto d’accordo, io e i punti e virgola, ci studiamo girando in tondo come due cani che cercano di capire se per caso l’altro è una femmina, però ecco, è già qualcosa.

   
 
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