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Autore: DarkAeris    02/06/2012    1 recensioni
Silvia e Davide erano vicini di casa ed erano praticamente cresciuti insieme, passando dalla fase “inseguimento e battaglia” infantile, a quella delle “palpitazioni ormonali” adolescenziale, sino ad arrivare ad “amore veramente duro da sradicare” odierno.
Queste fasi, ovviamente, le aveva percorse solo Silvia, perché Davide sembrava non essere progredito dalla prima, o almeno non con lei.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ettore: Jason Momoa

“Daaaaiiiii, le ragazze andranno questo pomeriggio a comprare i vestiti, perché non possiamo farlo anche noi insieme?”

“Ti sei risposto da solo: le ragazze lo faranno.”

Ettore cercava di prendere appunti durante la lezione di Storia delle teorie architettoniche, mentre Davide gli ronzava attorno, emettendo suoni che ricordavano i guaiti di un cane ferito.

Il professore era giovane e il suo metodo di insegnamento non era noioso e riusciva sempre a farsi capire dai suoi studenti; inoltre, era un fumatore e poneva tutte le volte una pausa tra un'ora e un'altra. Questo elemento per Ettore – che era un consumatore incallito di sigarette – collocava l'uomo tra i suoi docenti preferiti.

La materia lo interessava, tra l'altro, e non gli dispiaceva porre la sua attenzione alla lezione; con Davide vicino, però, era seriamente difficile: era come un bambino al supermercato, che si lagna perché la madre non vuole comprargli ogni dolciume da lui adocchiato e perciò si lamenta, portando il genitore all'esasperazione.

Ettore, comunque, c'era abituato: negli ultimi anni faceva da balia al ragazzo a tempo pieno, anche se – non lo avrebbe mai ammesso – questo compito non gli dispiaceva poi così tanto. Aveva nei confronti dell'amico un attaccamento fraterno ed era segretamente contento del fatto che lui volesse passare il suo tempo solo in sua compagnia.

L'unica vera pecca di Davide era la sua ostinata cecità nei confronti di Silvia, alla quale Ettore si era incredibilmente affezionato.

Se non si fosse trattato di Davide, ma di qualsiasi altro ragazzo, avrebbe di certo riempito di botte colui che spezzava regolarmente il cuore della sua amica.

Provava la stessa voglia di difendere con la violenza anche Aurora; nel suo caso, però, si trattava solo di gelosia pungente.

A dire il vero, era ancora un mistero per lui come quest'ultima lo avesse instupidito fino a quel punto: era bellissima, senza dubbio, ma le sue precedenti fiamme lo erano state ugualmente; aveva un sorriso dolce, che le illuminava il volto, ma di sicuro non era una caratteristica che poteva avere esclusivamente lei; era simpatica e intelligente, ma anche questo...

La realtà era che Aurora era perfetta agli occhi di Ettore e passava le notti ad immaginare di accarezzarle i capelli.

Dio, trascorreva davvero troppo tempo con Davide.

Ettore arrossì, mentre continuava a tenere lo sguardo incollato al foglio, sperando che nessuno se ne accorgesse.

“Amore, che fai, arrossisci?”

Ovviamente, a Davide non era sfuggito il suo cambio di colore e si era subito attaccato a lui, stordendolo di domande.

L'ora si concluse e il professore stabilì la solita pausa di un quarto d'ora: grazie a Dio!

Ettore si alzò, ignorando Davide che lo punzecchiava con la penna, afferrò il suo pacchetto di sigarette e si diresse all'uscita.
Davide stava per seguirlo, ma Ettore lo fulminò, dandogli una spinta alla spalla, per farlo sedere nuovamente.

“Stai con Silvia, io torno subito.”

La ragazza gli rivolse un sorriso, da dietro le spalle di Davide, ed Ettore ricambiò con un occhiolino.

Aurora non condivideva con loro quella materia, perché era una di quelle a scelta, e – per sua fortuna – Marco non seguive le lezioni, perché le ore coincidevano con quelle di inglese.

Finalmente all'esterno, accese la sigaretta e se la portò alla bocca, tenendosi con l'altra mano i capelli sciolti lontani dal volto, mentre il vento lottava contro i suoi sforzi. Appoggiò al muro la schiena, guardandosi attorno e continuò a pensare a...

“Aurora!”

La ragazza era appena giunta all'Università, carica di libri e con lo sguardo stanco. Alzò gli occhi su di lui e si sciolse in un sorriso. Quel sorriso.

“Ettore, ciao! Che ci fai qui fuori, non avevi lezione?”

I ragazzi si salutarono con i convenzionali baci sulla guancia, mentre la mano di lui le cingeva la vita, per attirarla a sé, sperando che il gesto sembrasse casuale.

“Sì, il professore ci grazia con una pausa tra un'ora e l'altra. E tu, cosa fai con tutti quei libri?”

“Devo seguire il laboratorio di disegno e rilievo e la professoressa ci ha intimati di portare tutti i libri del corso; non so esattamente a cosa le serviranno.”

Ettore afferrò una parte dei testi che la ragazza teneva in mano e la accompagnò – affrettandosi a gettare la sigaretta nei rifiuti – all'aula del laboratorio. Posarono i libri sul banco e presero posto, approfittando del fatto che Aurora fosse in anticipo di mezz'ora, mentre ad Ettore rimanevano cinque minuti ancora, prima di tornare alla sua lezione.

“Allora, mi ha detto Silvia che domani andrete a comprare il vestito per la festa. Davide mi tormenta perché accompagni anche lui a fare shopping.”

Aurora scoppiò a ridere, passandosi due ciocche di capelli dietro le orecchie: era un gesto che ripeteva spesso e che faceva letteralmente impazzire Ettore.

Anche se in realtà, a farglielo notare era stato Marco, quando l'aveva presa in giro davanti a lui per questa sua abitudine, seppure Ettore capì subito che anche Marco ne subiva il fascino.

“Sì, dovremmo andare a via Sannio, così almeno troveremo qualcosa che non ci tolga tutti i soldi e la speranza di averne mai altri!”

“E Marco sa già cosa indosserà?”
Perché aveva dovuto tirare in ballo il ragazzo quando era solo – finalmente – con lei? Che stupido!

Aurora arrossì e annuì leggermente, aprendo con distrazione un libro davanti a sé.

Ettore si accorse che il tempo a sua disposizione era finito e si alzò, rivolgendo un sorriso all'amica, che, impacciata, borbottò:

“Tu e Davide con chi andrete, alla fine?”

“Oh, lui ha rimorchiato le solite stangone che gli piacciono tanto. Io, però, volevo andarci con te.”

Aurora divenne di un rosso accesso ed Ettore piegò le labbra verso sinistra, per poi salutarla e tornare in aula.

Prese il suo precedente posto e notò Davide e Silvia chiacchierare, vicini, per non fare troppo rumore: erano proprio una bella coppia, stupido di un Davide!

“Amore, sei tornatoooo!”

Ettore sbuffò e lo guardò, scompigliandogli i capelli.

“Sì, e ho intenzione di accompagnarti a cercare i nostri vestiti per la festa. Voglio essere bello quella sera.”

“Oh, amore, ma tu sei sempre bellissimo!”

   
 
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