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Autore: everlily    03/06/2012    7 recensioni
Love does that, Damon. It changes us.
Post 3x22, una quarta stagione alternativa.
Elena è in transizione. Da questo momento, per lei si apre un percorso attraverso i suoi lati oscuri che la porterà a cambiare, forse per sempre, la sua visione della vita e dell'amore.
Dal primo capitolo: "Sempre stretta in quell’abbraccio, qualcosa attirò il suo sguardo oltre la spalla di Stefan. Oltre il vetro di quella stanza asettica (una stanza d’obitorio realizzò, mentre un brivido le correva lungo la schiena), Damon la stava osservando, lo sguardo smarrito, frustrato, infuriato. E subito Elena sentì il suo cuore stringersi dolorosamente. Chiuse gli occhi un secondo, cercando di riprendersi dalla sofferenza che la vista di Damon le aveva procurato. Quando li riaprì, lui era sparito."
Genere: Introspettivo, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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1.
Awakening

Elena spalancò gli occhi d’istinto e respirò avidamente. Poteva ancora avvertire l’acqua che la soffocava invadendole i polmoni, ogni fibra del suo corpo alla disperata ricerca di un briciolo d’aria. Con sollievo, notò che il suo bisogno di respirare aveva trovato inaspettato conforto in quell’aria fredda dal sapore di disinfettante che violentemente le era entrata in gola.

“Elena!”. La voce di Stefan le giunse improvvisamente vicina.

“Stefan!” - esclamò, abbandonandosi all’abbraccio che prontamente lui le stava offrendo.

L’istantanea sensazione di familiarità la aiutò a riprendere contatto con la realtà.

Sempre stretta in quell’abbraccio, qualcosa attirò il suo sguardo oltre la spalla di Stefan. Oltre il vetro di quella stanza asettica (una stanza d’obitorio realizzò, mentre un brivido le correva lungo la schiena), Damon la stava osservando, lo sguardo smarrito, frustrato, infuriato. E subito Elena sentì il suo cuore stringersi dolorosamente. Chiuse gli occhi un secondo, cercando di riprendersi dalla sofferenza che la vista di Damon le aveva procurato. Quando li riaprì, lui era sparito.
Con un rumore secco e metallico la porta si aprì violentemente, ed Elena si sciolse dall’abbraccio di Stefan, mentre Damon entrava nella stanza a passi decisi.

In una frazione di secondo, Damon sollevò Stefan dalla sedia accanto alla barella e lo costrinse contro il muro, le mani intorno alla gola.

“Che cazzo hai fatto?!” - gridò Damon - “A cosa diavolo stavi pensando, salvare Matt … Matt!! E lasciarla andare così …”. Ma la voce gli si spezzò prima di poter proseguire.

Stefan aprì la bocca, ma non ne uscì risposta. Il senso di colpa per quello che aveva fatto era troppo grande per riuscire a parlare al momento. Il pugno di Damon lo raggiunse con forza sulla mascella, e dentro di sé Stefan lo ringraziò silenziosamente, quasi come se il dolore fisico potesse in qualche modo alleviare la pena che sentiva.

“Come hai potuto!” urlò Damon, accompagnando le sue parole con un altro colpo.

Fu la voce, esasperata, di Elena a richiamarlo. “Damon, smettila!”.

Damon lasciò andare il fratello, che si aggrappò al muro. I due si guardarono per un istante, scorgendo ognuno la sofferenza negli occhi dell’altro, sapendo di essere accomunati dallo stesso dolore e, al tempo stesso, di non essere mai stati tanto distanti.

“Damon, per favore …” - mormorò Elena, cercando di ammorbidire la propria voce.

Damon si voltò a fissarla, quasi incredulo, come se dovesse spiegare, come si fa con un bambino, perché la situazione fosse così grave.

“Non ti ha salvato subito, Elena, avrebbe dovuto … e invece, lui ti ha …”

“Gliel’ho chiesto io, Damon.”.

Elena mosse alcuni timidi passi nella sua direzione, mentre i ricordi delle ore precedenti stavano mano a mano diventando più nitidi. La sagoma di Rebekah all’improvviso in mezzo alla strada. Il pick-up di Matt che sbanda, saltando oltre il ponte. Il buio, il freddo, l’acqua. Matt svenuto sul sedile accanto. Stefan che nuota verso di lei. E su tutto, quella orribile sensazione di deja-vu del giorno in cui in un simile incidente aveva perso i suoi genitori e la sua vita era cambiata per sempre.

Scrollò leggermente le spalle e proseguì con maggiore decisione, sostenendo lo sguardo interrogativo di Damon. “Gli ho chiesto io di salvare prima Matt. Era giusto così, non avrei mai sopportato il pensiero di un altro amico morto a causa mia …”

“E quindi meglio tu, Elena!” - Damon la interruppe esasperato. Come faceva a non rendersene conto? A non capire che tutto, tutto, per lei adesso era irrimediabilmente cambiato, che non c’era modo di tornare indietro, che l’unica alternativa era una vita di inferno …

“Tu non capisci, vero?!”. A quelle parole le afferrò le braccia, doveva farle capire …

“No, tu non capisci!”. Con uno scatto di cui fu la prima a sorprendersi, Elena si liberò della sua presa.
“Damon ha ragione, Elena” - mormorò Stefan.

Proseguì, lo sguardo e la voce incredibilmente affranti - “Non avrei mai dovuto lasciarti laggiù, mai. Non me lo perdonerò mai”.

Elena rimase in silenzio, incapace di aggiungere altro, mentre sentiva le lacrime salirle alla gola. Il suo intero essere sembrava essere un turbine di emozioni. Era tutto così difficile da processare. E poi c’era quell’istinto di sopravvivenza, quella fame martellante che stava lentamente crescendo dal profondo delle sue viscere.

“Grandioso” - esclamò Damon, distraendola da quella sensazione. “Tu e la tua fastidiosa vocazione al martirio, Elena, tu e il tuo indecente senso delle scelte, Stefan … proprio una gran bella combinazione. Grandiosa, direi.”

Damon posò il suo sguardo prima sull’una e poi sull’altro, senza però incrociare nessuno dei due.

“Guardate a cosa ha portato! A cosa le vostre stupide scelte hanno portato!” - proseguì - “Spero che siate soddisfatti adesso … voi due vi meritate proprio a vicenda” - aggiunse, mentre sentiva la rabbia lasciare il posto ad una profonda amarezza.

Elena teneva il volto ostinatamente girato nella direzione opposta, sapendo che non sarebbe mai riuscita a sostenere lo sguardo di Damon. E non solo per quella discussione. C’era dell’altro, molto altro. Si chiese se lo avesse intuito anche lui, e quel pensiero le fece stringere nuovamente il cuore.
Damon notò il cambiamento nella sua espressione. Strinse le labbra, aspettando una reazione, una qualsiasi, da parte di entrambi, che non arrivò.

Elena ricacciò indietro le lacrime e sospirò, cercando di riprendere il controllo di se stessa. Perché doveva essere sempre tutto così difficile con Damon? Perché con lui era tutto così esasperante, così complicato, così intenso?

“Elena …”. Stefan le si avvicinò ed ancora una volta, Elena ritrovò nel suo sguardo il conforto di cui aveva bisogno.

“Non devi sentirti in colpa, Stefan” - cercò di rassicurarlo.

Ma il volto di Stefan rimase serio. “Ma è così, Elena. Non può essere che così. Odio me stesso per quello che ti ho fatto”.

“No!” - Elena replicò con forza, ma nei suoi occhi, che conosceva così bene, vide la profondità del rimorso e delle colpe che lo opprimevano. “Non devi …” - sussurrò, animata dall’improvviso bisogno di fargli sentire che sarebbe andato tutto bene.

“Lo sapevi?” - mormorò Stefan.

Elena lo guardò in modo interrogativo.

“Sapevi del sangue di vampiro?” - ripeté Damon con più decisione - “Che era con quello che Meredith ti aveva curata questa mattina?”

A quelle parole, Elena sussultò leggermente. Così adesso ne aveva conferma. Nessuno aveva ancora fatto apertamente parola di quel che le stava succedendo. Eppure, dentro di sé, lei sapeva. Sapeva di non essere stata miracolosamente salvata dalle acque. Sapeva che quella fame crescente erano i morsi della transizione. Ma no, non sapeva di avere sangue di vampiro in circolo mentre veniva inghiottita dalle acque gelide sotto il Wickery Bridge.

Elena abbassò lo sguardo, e scosse piano la testa. In uno scatto d’ira, Stefan si voltò e mollò un pugno contro la parete di piastrelle bianche. Anche nei suoi periodi più bui, quando la gente aveva iniziato a chiamarlo Ripper per la sua agghiacciante abitudine di squartare le proprie vittime per drenarle fino all’ultima goccia di sangue, non aveva mai provato un tale odio e disprezzo per se stesso come in quel momento.

“Stefan …” - la supplica di Elena lo fece tornare in sé.

“Sai cosa ti sta succedendo, Elena?” - le chiese Damon, con una calma che non sentiva.

Elena si costrinse a guardarlo ed annuì - “Sono in transizione”. Il solo dirlo ad alta voce suonava così irreale. Damon strinse nuovamente le labbra, ed annuì con un solo cenno del capo, gli occhi irrequieti fissi nei suoi.

Elena sospirò e distolse lo sguardo. Lo sguardo di Damon le faceva male nel profondo, un male troppo intenso per poterlo sopportare. Lei gli aveva spezzato il cuore solo pochi attimi prima dell’incidente, decidendo di tornare da Stefan piuttosto che raggiungerlo a centinaia di chilometri da Mystic Falls, pur sapendo che quella avrebbe potuto essere l’ultima volta che si sarebbero parlati. E poi c’erano quei nuovi ricordi (ricordi di Damon), che continuavano ad affiorare, tormentandola. Si chiese se lui lo sapesse, se lo avesse capito …

“Beh, in questo caso non credo che dobbiamo stare a spiegarti per filo e per segno la procedura.”. Damon sembrava ormai aver ripreso il controllo della propria voce. “Una sacca di sangue dovrebbe fare il suo dovere.”

“Non so cosa voglio fare” - ribatté Elena, più per dispetto nei confronti dell’arroganza con cui Damon dava per scontato quale sarebbe stata la sua scelta. Mentre lo diceva però si rese conto di una fondamentale verità: lei non voleva essere un vampiro. Non lo aveva mai voluto.

“Cosa vuol dire che non lo sai?”. L’espressione di Damon si accigliò. “E’ semplice. Ti nutri, sei vampiro. Non lo fai, sei morta.” Sottolineò l’ultima frase spalancando leggermente gli occhi. Poi si voltò verso il fratello in cerca di sostegno.“Stefan? Andiamo, dammi una mano”.

Stefan annuì. “Elena, sai cosa succede se non completi la trasformazione” - si rivolse a lei cercando di usare un tono il più pacato possibile.

“Sì, Stefan, lo so. E so anche cosa succede se decido di completarla”. Elena guardò entrambi i vampiri, e sospirò - “Ho bisogno di tempo. Non posso decidere adesso.”

Stava succedendo tutto troppo in fretta, aveva bisogno di pensare con calma. “Per favore, al momento voglio solo andare a casa”.

I due fratelli si guardarono, come per decidere sul da farsi. Stefan fece cenno di sì con la testa, mentre Damon alzò gli occhi al cielo.

“Ok, ti portiamo a casa” - acconsentì Damon con lo stesso tono con cui si accetta un capriccio inevitabile. “Ma ricorda che non ne hai molto di tempo” - aggiunse in tono serio, assicurandosi con lo sguardo che lei avesse compreso.

Elena annuì.

“D’accordo allora, andiamo”. Stefan fu il primo a muoversi.

“Solo un momento”. Damon si voltò verso il fratello, indicando la porta con un cenno del capo. “Stefan, una parola?”

***

Mentre si dirigevano verso l’uscita, Damon si voltò un attimo in direzione di Elena.
“Tranquilla, non ci vorrà molto” - cercò di mantenere un tono neutrale nelle sue parole, ma il suo sguardo tradiva una certa emozione. Elena finse di non notarlo ed abbozzò un leggero sorriso.

“Elena!” - Jeremy si catapultò nella stanza, correndo ad abbracciare la sorella.

Entrambi i fratelli accolsero con sollievo quell’intrusione, che almeno per un attimo aveva alleggerito la tangibile tensione fra i tre.

Damon chiuse la porta e si assicurò che lui e Stefan fossero a debita distanza d’orecchio. Anche se la transizione non era completa, l’udito di Elena poteva già essere superiore a quello di un normale umano.
Con un sospiro si rivolse quindi verso Stefan. “Me ne vado da Mystic Falls non appena abbiamo chiuso questa faccenda.” Fece una pausa, lo sguardo del fratello fisso su di lui. “Non dimenticare di salutare tutti da parte mia” - aggiunse sarcasticamente.

“Non puoi andartene, Damon, di cosa stai parlando?” - Stefan lo osservava perplesso, le braccia conserte strette intorno al petto.

Damon alzò un’altra volta gli occhi al cielo. “Avevamo un patto se non sbaglio, ed ho intenzione di rispettarlo. Elena ha fatto la sua scelta, ed ha scelto te”.

Le sue labbra si strinsero, ed il suo orgoglio ferito bruciò particolarmente nel pronunciare quelle parole.

“Chiaramente la scelta sbagliata, visto che, beh, tanto per dirne una … l’hai uccisa” - aggiunse premurandosi di sottolineare l’ultimo concetto. Il moto di sofferenza negli occhi di Stefan gli procurò una magra, ma innegabile soddisfazione. “Ma questi sono i fatti. Il grande cattivo Originario è fuori dai giochi, per qualche miracolo noi siamo ancora qua, Elena ha preso la sua decisione e adesso potete vivere felici per l’eternità. Il resto del mondo mi aspetta.”

Damon fece per andarsene, ma Stefan lo bloccò saldamente per il braccio.

“Damon, non puoi”. Sembrava stupito che Damon anche solo prendesse l’opzione in seria considerazione.

Damon aggrottò le sopracciglia in un’espressione interrogativa. Cosa pretendeva adesso Stefan da lui?

“Forse non mi sono spiegato bene, Stefan” - continuò Damon liberandosi della sua presa. “Elena ha scelto …”

“So bene cosa hai detto, Damon” - lo interruppe Stefan. Elena aveva scelto lui. Eppure non riusciva a gioire del tutto di quella consapevolezza, perché Elena era morta, morta per colpa sua, e l’unica possibilità per lei era diventare un vampiro, un futuro che lui sapeva lei non avrebbe voluto.

“Ma è tutto diverso adesso. Se Elena decide di completare la transizione …” - Stefan fece una pausa, impaurito dalla gravità di quel se - “… se decide di diventare un vampiro, avrà bisogno di te. Per controllare il desiderio di sangue … avrà bisogno di tutti noi per adattarsi alla nuova vita, avrà bisogno di te” - ripeté e mentre lo diceva, si stupì di quanta verità ci fosse in quell’affermazione.

.
Lo sguardo di Damon si indurì. “Sono sicuro che sarà felicissima di seguire la tua dieta del coniglio.”
“Oh, andiamo”. Stefan si portò le mani al volto in un gesto esasperato. “Non ho alcuna intenzione di metterla in testa certe stronzate. Sai bene a cosa mi hanno portato.”

In cuor suo, Damon sapeva che il fratello aveva ragione. Del resto, lui stesso aveva passato gli ultimi mesi cercando di salvarlo dalla sua insana dipendenza da sangue umano, una dipendenza dovuta certamente a decenni di illusoria astinenza che non avevano fatto altro che annientare ogni sua capacità di autocontrollo. Ma non voleva cedere, non così facilmente.

“Eppure lo hai sperimentato con successo con Barbie Vampira, sono sicuro che andrà a meraviglia anche stavolta”. Con tanto successo, infatti, che Barbie Vampira si era convertita alle dieta delle sacche di sangue in men che non si dica.

Stefan scosse la testa. “Era diverso, io ero diverso. E’ stato facile con Caroline … perché è successo prima che Klaus mi costringesse a far riemergere il mio peggiore latoRipper.” Stefan alzò gli occhi e li fissò in quelli del fratello.

“Non sono in grado di insegnare il controllo a nessuno in questo momento, Damon.” – ammise –“Diamine sono io il primo a combattere ogni giorno per controllare la sete, per cercare di rimettere insieme i pezzi!”. Ma non era solo questo. Aveva realizzato come la trasformazione di Elena cambiasse radicalmente le condizioni del loro patto, e non era ancora pronto ad accettarlo.
“E poi se non sbaglio, il nostro accordo sarebbe dovuto durare il tempo della vita umana di Elena” - proseguì - “Non posso pensare di chiederti di rispettarlo per una durata infinita. La prospettiva era quella di ritrovarci un giorno ….”

Damon si lasciò sfuggire un ghigno sarcastico. “D’accordo. Rimarrò il tempo necessario ad Elena per adattarsi alla nuova situazione. Sarò un fantastico maestro di autocontrollo, Stefan, non temere.” Stefan annuì, ma prima che potesse accennare un sorriso sollevato, Damon proseguì - “Ma questo è tutto, Stefan. Non appena sarà il momento, lascerò comunque Mystic Falls. Vedi, caro fratello, tu non cogli l’ironia della situazione. Patto o non patto, devi essere pazzo per pensare che io voglia davvero ritrovarmi o riconciliarmi con te, passare le serate a bere bourbon, farci le trecce e parlare dei bei tempi andati. Non dopo quello che hai fatto ad Elena” - fece solo una breve pausa per lasciare che le proprie facessero effetto - “Questo non te lo perdonerò mai.”


Spazio autrice.

Questa è una storia che avevo in mente da un po' dopo il finale, ed è la mia prima fanfic. So che ci sono molte ff ambientate in una futura 4a stagione e voglio invogliarvi a leggere anche la mia, perciò ... Diciamo che questa storia sarà un percorso, soprattutto di formazione, ben preciso. Non aspettatevi Elena che riacquista i ricordi e si getta subito tra le braccia di Damon. La ragazza fragile che ha perso tutto e deve ancora trovare se stessa ne ha di strada da fare davanti a sè....
I primi 2/3 capitoli sono un po' di passaggio, ma mi sono serviti soprattutto per capire un po' a che punto stanno i personaggi. Da lì, la storia prende una direzione tutta sua ... Ho cercato il più possibile di mantere tutti IC e di rendere, anche nella trama, la stessa atmosfera di TVD.

Naturalmente, mi farà piacere sapere cosa ne pensate ;)

Baci

   
 
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