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Autore: E v e l i n e    03/06/2012    1 recensioni
"Come potevo essere rifiutato così spudoratamente?
Io, Louis Tomlinson."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PROLOGO 




[Eveline]

Che bella Londra quando non piove...

Erano le quattro del pomeriggio e in città, stranamente, non c'era una nuvola. 
Passeggiavo per le vie del centro molto tranquillamente in fondo non c'era nessuna fretta... o forse si, dato che Rachel mi stava aspettando al solito posto, sui gradini sotto la grande statua in mezzo alla piazzetta poco più lontana da dove ero io. 
Non impazzivo per le passeggiate ma era di buon auspicio camminare ogni tanto soprattutto perché faceva bene al fisico e ultimamente ero come ossessionata dalla mia linea, forse perché Andrew mi stava addosso continuamente ripetendomi che se non mi mantenevo in forma potevo dire addio alla mia carriera di modella. Andrew era quello che si può definire il mio manager, quello che prende appuntamenti, organizza eventi e... insomma fa sempre tutto lui. Diciamo che non mi ero buttata a capofitto su quella "professione" se così si può chiamare, anzi a dire la verità la vita da modella non mi piaceva affatto ma era l'unica cosa che poteva permettermi di guadagnare qualche soldo almeno fino alla laurea, ancora molto lontana. 
I miei pensieri vennero interrotti dal frastuono di una folla di ragazzine urlanti che mi corsero quasi addosso e si lanciarono nel negozio di dischi vicino a me.
Mi guardavo intorno e notai lo sguardo confuso di una donna che come la sottoscritta non ebbe tempo di realizzare l'accaduto e cercando di darmi delle spiegazioni plausibili, mi diressi verso l'entrata del negozio e mi affacciai alla vetrina dove notai subito un cartello: 
"Oggi i One Direction presenteranno il nuovo disco dal vivo e potranno firmare autografi e fare foto insieme ai loro fans "

Non avevo la benché minima idea di chi fossero i One Direction e me ne importava meno di zero, quindi feci spallucce e ritornai ai miei pensieri che ancora una volta furono interrotti ma questa volta dallo squillare del mio cellulare che mi avvertiva che Rachel mi stava chiamando. Sbuffai e accettai con riluttanza la telefonata.
- Sei in ritardo Eveline maledizione! - strillava 
- Ehm... adesso arrivo, sono stata travolta da una folla di gente e... - 
- Si certo, questa volta la scusa non regge - mi fermò acida - vedi di muoverti-
- Ma è la verità! - dissi con un tono di voce tra l'irritato e il dispiaciuto   

Niente da fare, aveva già riattaccato.
 

 

                                                                                                                                                   [Louis]

 

Sempre la solita storia. Autografi e foto, foto e autografi. 

Non che non mi piacesse la fama, anzi! Ma ultimamente gli schiamazzi vari mi irritavano parecchio. Le nostre fan erano tutte uguali, piccoli e insignificanti manichini truccati e vestiti allo stesso modo.

 

- Tutto bene Louis? - mi chiedeva Zayn preoccupato 

Io scossi la testa come se la sua voce mi risvegliasse da un lungo pensiero.

 Lo guardai per qualche secondo cercando di capire cosa mi avesse chiesto per poi annuire. 

- Ah lascia stare, è solo un po' emozionato non è così? - cominciò Harry stuzzicandomi  

- Naaaah secondo me sta pensando a quale penna usare per firmare gli autografi e a quanti sorrisi sfoggiare tra qualche minuto - rispose Niall ridendo

- Basta ragazzi! Non vorrete far innervosire Louis prima di una presentazione... - replicò Liam ironico

- Si, si sfottete pure - dissi voltando lo sguardo fuori dal finestrino della macchina

 

Sapevo che scherzavano, cercavano solo di tirarmi su di morale visto che da un po' di tempo mi facevo vedere solo con il broncio.

Forse anche perché io e Eleonor ci eravamo appena lasciati ma non potevo lamentarmi, in fondo l'avevo voluto io.

- Senti Louis - cominciò Harry - Se il problema del tuo muso lungo è Eleonor.. - lo fermai 

- No Harry, lei non c'entra assolutamente niente, sto bene - dissi facendo un sorriso tirato. 

Scendemmo dalla macchina a vetri scuri scortati dalle nostre guardie del corpo sul retro del negozio per poi andare nei camerini per cambiarci e prepararci prima di fare foto e firmare autografi. 




[Eveline]

Arrivai finalmente da Rachel che mi sgridò teneramente, che di per sé suona alquanto strano, per il ritardo di quasi mezz'ora.
Eravamo sedute sotto la grande statua in marmo e l'albero a pochi metri da noi ci faceva ombra. 
Rachel mi porse un frappé al cioccolato che avrei accettato più che volentieri se non fosse stato per le parole di Andrew che si ripresentarono nella mia mente appena presi il frullato di gelato in mano. Mi diede in fine il suo, alla fragola, convincendomi che sarebbe stato meno calorico del primo.
Successivamente iniziai a parlare di ciò che avevo visto qualche minuto prima   - Comunque non scherzavo quando dicevo di aver visto una folla di ragazze urlanti che entravano nel negozio di dischi - 
- Ma parli del posto in cui fanno anche degli eventi tipo invitare gente famosa a presentare qualcosa? - chiese lei, succhiando dalla cannuccia 
- Si! Quello qui dietro - risposi, indicando con l'indice della mano il posto - dovrebbero esserci i One Direction o qualcosa del genere, li conosci? - continuai ricordandomi del cartello in vetrina
Dette quelle parole il volto della mia migliore amica si illuminò. 
- CHE COSA? - 
Iniziò a strattonarmi e a chiedermi se stavo mentendo. Quando fu sicura del contrario mi prese per mano e iniziò a correre diretta al negozio. 
Perché gliel'ho detto?!  pensai. 

Arrivammo alla porta d'ingresso e notammo una fila di gente talmente lunga che in vita mia non ne avevo mai viste di così, per giunta piena di ragazze strillanti che a me irritavano davvero troppo. 
- Non ho intenzione di stare qua, mi si stanno spaccando i timpani! -  urlavo cercando di farmi capire 
- Che cosa hai detto? - 
Certo, Rachel non riusciva a sentire una parola di quello che le stavo dicendo, c'era troppo rumore. Quindi decisi di scrivere un messaggio sul mio cellulare per poi farglielo leggere: sto uscendo a fumare una sigaretta, se vuoi un autografo mettiti in fila e ci vediamo dopo
Lei annuì e si fece spazio tra la folla.

Uscii dalla porta calciando il primo sassolino che trovai sul marciapiede, forse per il nervoso dato che quello doveva essere il nostro pomeriggio insieme rubatoci da quegli' idioti che neanche conoscevo.
 Feci un pezzetto di strada per staccarmi da tutto quel chiasso che mi rimbombava ancora nelle orecchie e mi sedetti su un gradino con le spalle appoggiate ad una saracinesca che stranamente non era impolverata. 
Alzai lo sguardo, ero finita davanti ad una porta che era comunicante al negozio di dischi. 
Dovrebbe essere il retro, forse ci sono i camerini qui, pensai 
Era strano che in quel posticino dove ero seduta io fosse isolato, poi ci riflettei un attimo e capii che, gli interessati, erano tutti occupati a fare la fila come Rachel. Ma poco m'importava, in fondo non avevo neanche in mente i volti di quei cantanti e non mi sarei di certo subita quel baccano per tutto il pomeriggio.
Tirai fuori una sigaretta dal mio pacchetto da 10 e cercai disperatamente un accendino nella borsa analizzandone tutte le tasche, ma niente. Fino a quando ricordai di averlo messo nella tasca dei jeans, lo presi e iniziai a fumare. 
- Non dovresti rovinarti così - 
Alzai lo sguardo. Ero stata talmente presa dal rovistare in borsa che non mi accorsi nemmeno del ragazzo uscito dalla porta davanti a me. 
- Chi sei mio padre per impedirmi di fumare? - risposi con una risatina fredda
Lui fece un ghigno e si sedette di fianco a me appoggiandosi con le spalle alla saracinesca, ma io cercai di ignorarlo voltandomi da un altra parte. 
- Come mai non sei a fare la fila? - mi chiese incuriosito 
- Adesso ci mettiamo anche a fare conversazione? Ma si può fumare una sigaretta in pace!? - 
Mi accorsi subito dopo di essere stata fin troppo acida con lui ma era solo perché dovevo sfogare la mia incazzatura su qualcuno. Cercai poi di rimediare:
- Beh non sono una fan dei One Direction. A dire il vero non li conosco neanche... - dissi girandomi verso di lui - Ho solo accompagnato una mia amica, adesso sta facendo la fila... - 
- Ah capisco - replicò con un sorriso 
 Aveva i capelli corti e castani e due occhi azzurri sereni che sotto sotto però davano una leggera nota di malinconia, che non capii poi per quale motivo. Rimasi ad osservarli per qualche imbarazzante secondo fino a raggiungere la conclusione che dovevo andare via subito di lì prima che quel ragazzo potesse suscitarmi chissà quale pensiero.

- Bene, mi ha fatto piacere conoscerti, adesso ritorno dalla mia amica. Anzi credo proprio che tornerò a casa - ribadì tirandomi su dal grandino, e anche lui come me, si alzò.

- Perché? Non vuoi fare una foto con i ragazzi? - 
- Te lo devo dire sinceramente? Guarda che non sarò gentile - 
- Ma se non li conosci nemmeno?! - 
Ci pensai un attimo... In fondo cosa mi costava? Poi ripensai alle urla, alla fila, al caldo, alla fatica nel stare in piedi le ore e capii che no, non ne valeva la pena. Ma non volevo incrementare quella piccola malinconia che già si celava negli occhi di quel ragazzo,quindi decisi di accontentarlo, ma ne dovevo trarre qualche vantaggio anch'io no? 
- Se io faccio la fila, tu cosa mi dai in cambio? - domandai di getto 
A quelle parole rimase spiazzato per un attimo
- Io non... non lo so, cosa vuoi che ti dia? - rispose massaggiandosi la nuca con una mano 
Alzai gli occhi al cielo, avevo come la sensazione di star perdendo tempo. Intanto un SMS di Rachel apparì sul display del mio telefonino: " Muoviti! " , sbuffai e mi diressi verso l'entrata per avvisarla che sarei tornata a casa.
Il ragazzo però si mise davanti a me come a volermi fermare. 
- Facciamo un accordo okay? Se tu entri, compri il disco dei One Direction e vai a chiedere l'autografo,io potrei... - si fermò un attimo a pensare - Potrei darti il mio numero - concluse ammiccando al cellulare che avevo in mano. 
- E che diavolo me ne faccio io del tuo numero? - 
Lui rise per qualche abbondante secondo e tirò fuori la penna indelebile dalla tasca e iniziò a scrivere dei numeri, poi si avvicinò a me e infilò il bigliettino nella tasca dei miei jeans.
- Ma che? - 
- E' l'unica cosa che posso darti visto che non ti piacciono i One Direction. Però devi mantenere il patto, adesso raggiungi la tua amica - concluse infine, entrando nel retro. 

  
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