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Autore: Abirthofbrokendreams    03/06/2012    3 recensioni
Evelyn, una giornalista Echelon a Los Angeles. Jared e Shannon, finalmente a casa, si godono le vacanze. Cosa succederà quando le vite dei tre si incroceranno?
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccomi qui con l'ottavo capitolo! Beh, questo vi lascerà un po' spiazzati, perchè io amo lasciare di stucco la gente :P
Il titolo è una frase della canzone "Evelyn" degli Hurts che ha ispirato tutta questa storia. Vi consiglio di ascoltarla perchè è bellissima. Alla fine trovate il testo che, cavoli, ci sta alla perfezione! Detto ciò vi auguro una buona lettura e se mi volete bene, recensite perchè mi rende tanto felice! Un bacione.





 

Stay with me Evelyn, don't leave me with a medicine.
 

No, no, no. Che sto facendo? Cosa mi è saltato in mente?
Certo, Evelyn, baciare Jared risolverà senz’altro le cose. Povera stupida, ti stai solo mettendo nei guai e ne pagherai le conseguenze. E se tu dovessi perdere tutto quello che hai solo per colpa di questo bacio?
Io lo voglio. Voglio questo bacio.
No, non lo vuoi. Tu vuoi solo l’attenzione di Jared. È Shannon che vuoi.
Sbagli! Io.. voglio entrambi. Ma perché poi sto parlando con me stessa?
Perché non vuoi ammettere che di uno dei due non sei realmente innamorata.
Sì, ma chi?

***
 

Da quel momento in poi niente sarebbe stato più lo stesso. Entrambi sapevano che ciò che stavano facendo era sbagliato, ma non potevano fermarsi. Una forza maggiore della loro ragione li teneva legati e chissà se era amore o qualcos’altro; in quel momento non aveva importanza. Una cosa però ce l’aveva: Shannon. E se lo avesse scoperto? Questa domanda li tormentava, persino allora. Gli stavano facendo del male nonostante lui non sapesse nulla e questo li faceva sentire sporchi, ma come potevano fermarsi? La loro razionalità era ormai sovrastata da qualcosa che non potevano controllare.
Si staccarono l’uno dall’altro con uno schiocco sonoro delle labbra e si guardarono a lungo, senza fiato. Poi il bacio si fece più intenso, Jared cominciò ad attirarla ancora di più a sé tenendola per i fianchi mentre lei teneva le mani impigliate nei suoi capelli. Quando poi lui fece per alzarle la maglietta, lei lo fermò. Si allontanò delicatamente da lui e tirò fuori dalla tasca il cellulare che stava vibrando. Guardò lo schermo e rispose immediatamente.
“Pronto, Tomo?” Ascoltò quello che le stava dicendo il chitarrista e il suo visò cambio espressione.
“Cosa?” Chiese agitata. Jared cercò di capire quale fosse il motivo della sua inquietudine, ma non riusciva a sentire.
“Arrivo subito.” La ragazza chiuse la chiamata, poi cominciò a camminare avanti e dietro per la stanza, incapace di star ferma.
“Che è successo?” Chiese il cantante, visibilmente preoccupato. Lei si fermò e fece un respiro profondo.
“Shannon ha avuto un incidente. È in ospedale.” Disse piano. Jared si portò una mano sulla bocca, sconvolto. Poi si alzò di scatto, prese le chiavi di casa e uscì insieme ad Evelyn fiondandosi in macchina. Non dissero una parola, troppo agitati per aprire bocca. Evelyn continuava a ripetersi mentalmente che era tutta colpa sua e Jared ­­­­­­­­­­– che intanto malediceva se stesso – aveva in testa lo stesso pensiero.
In pochi minuti arrivarono all’ospedale dove ad aspettarli trovarono Tomo e Vicki, le cui facce non prospettavano nulla di buono.
“Come sta?” Chiese Jared.
“Non sappiamo ancora nulla.” Rispose Tomo, guardando prima lui, poi Evelyn e domandandosi come mai fossero arrivati insieme. Tuttavia non azzardò a fare loro domande, temendo preventivamente una risposta che non gli sarebbe piaciuta.
“Ma almeno sapete cosa ha combinato?”
“È stato un incidente stradale. C’era una curva, ha sterzato male e la moto è scivolata sul fianco. È tutto quello che ci hanno detto.” Jared scosse la testa, si sedette accanto a Vicki in una delle scomode sedie tipiche degli ospedali e si passò le mani tra i capelli. Odiava gli ospedali e tutte le cose che avevano a che fare con le malattie; non riusciva a sopportare l’idea che suo fratello fosse in un’ angusta sala con le pareti verdi e le sedie verdi e le lenzuola bianche e che respirasse quell’aria impregnata di sterilizzanti e medicine. Nel lungo corridoio d’attesa poteva osservare la gente preoccupata, seduta o in piedi, che come lui aspettava una risposta o una notizia. C’era chi piangeva, chi sorrideva sollevato e chi non sapeva cosa fare perché i medici non si decidevano ad uscire dalle camere dei pazienti. Shannon era in reparto rianimazione, perciò Jared temeva che stavolta fosse successo qualcosa di grave; era caduto diverse volte mentre era in moto, ma se l’era cavata con un giorno di degenza, mentre ora la situazione sembrava ben diversa.
Osservò Evelyn che era rimasta in piedi, accanto a Tomo. Aveva le braccia incrociate e si tormentava le unghie con i denti, nervosa. I suoi occhi erano lucidi ed era sul punto di piangere, ma si stava trattenendo.
“Io.. ho bisogno di prendere un po’ d’aria.” – Disse –  “Se ci sono novità, io sono fuori.” Poi uscì, respirando a fondo. L’aria consumata dell’ospedale le stava facendo venire mal di testa. Frugò nella borsa, trovando per pura fortuna un pacchetto di Marlboro light. Era da tempo che non fumava, ma in quel momento ne aveva più che mai bisogno. Trovò l’accendino e accese una sigaretta, aspirando. Ora sei contenta? Doveva esserci un incidente per farti capire che hai fatto una cazzata? Le conversazioni con se stessa diventavano sempre più spiacevoli. Una stupida, sei solo questo. Se Shannon dovesse avere conseguenze gravi, sarà tutta colpa tua. Non ne aveva motivo ma credeva davvero che la colpa fosse sua e di quel bacio; sono quelle colpe che ci si affibbia senza un perché, giusto per ricordarsi di non farlo più.
Buttò fuori il fumo della sigaretta, sospirando. Una figura la affiancò e non ebbe neanche bisogno di voltarsi per sapere chi fosse.
“Tu fumi?” Le chiese.
“Già.. quando sono nervosa.” Rispose lei. Lui rimase zitto ad osservarla per un po’. Guardava l’orizzonte davanti a sé, con gli occhi socchiusi, come se volesse mettere a fuoco qualcosa.
“Abbiamo fatto una cazzata, Jared.” Aggiunse poi la ragazza, spezzando il silenzio.
“Lo so.. mi dispiace.”
“Non è colpa tua. Siamo entrambi consapevoli che non possiamo fare una cosa del genere a Shannon. Non deve esserci più niente tra noi.”
“Sì.. hai ragione. Io.. ti capisco benissimo.” Disse lui, aggrottando la fronte e guardando a terra.
“Non avrei dovuto lasciare che succedesse una cosa del genere. Sai che se non ci fosse stata la chiamata noi saremmo andati avanti e non voglio pensare a cosa sarebbe successo. Perciò io.. devo mettere ordine dentro la mia testa e capire una volta per tutte cosa voglio; ma so che se farò una scelta, non sarà più lo stesso. Tu e Shannon potreste litigare, io perderei uno dei due e non voglio. Forse è meglio che me ne vada e vi lasci alle vostre vite, così non dovrete più preoccuparvi di me.” Jared cambiò espressione e la guardò sorpreso.
“Vuoi andare via?” Chiese, senza aspettare una risposta. “E’ questo che vuoi fare? Scappare per non dover affrontare le cose? Non è così che puoi cavartela. Ormai sei dentro questa storia e dovrai fare una scelta, a prescindere da quale sarà la conseguenza. Io e Shannon potremmo anche litigare, ma il nostro legame è troppo forte per poter essere spezzato da una donna. Uno dei due se ne farà una ragione e le cose torneranno come prima, ma non puoi andartene e sperare che le cose si risolvano, perché non sarà così. Quando uno è innamorato, tormentato, o qualsiasi cosa sia quello che sentiamo per te, non molla facilmente. Ci prova fino alla fine, si ammazza pur di avere una possibilità e non puoi fermarlo. Sei una vigliacca se vai via.” Evelyn aspirò l’ultimo tiro dalla sigaretta, gettandola via subito dopo. Guardò Jared per un tempo infinito, leggendo nei suoi occhi quella disperazione che aveva visto anche quella volta in cui le aveva confessato tutto. Pensò che aveva ragione, aveva maledettamente ragione. Come poteva pensare di scappare via e lasciarsi tutto alle spalle? Era la cosa più stupida che avesse mai detto. Scappare non è mai la soluzione. Le cose le devi affrontare, devi combattere, devi fare chiarezza, non puoi semplicemente abbandonare i giochi e fare finta che non sia successo niente. E lei lo sapeva bene. Per tanti anni quello era stato il suo atteggiamento: davanti agli ostacoli non ce la faceva, si sentiva messa in trappola e fuggiva, li raggirava, qualunque cosa pur di non affrontarli. Sapeva di essere debole e di non riuscire a farcela, per questo le parole di Jared avevano colpito nel segno.
“Hai ragione, sono una vigliacca. Ma il solo pensiero che io debba scegliere mi manda in panico. Io.. non sono capace di prendere una decisione.” Ed ecco che un’altra delle sue debolezze veniva fuori.
“Io invece credo che tu sappia benissimo cosa vuoi, semplicemente non vuoi ammetterlo. Forse perché ti fa comodo avere due uomini che pendono dalle tue labbra, o forse perché hai troppa paura. Fatto sta che quel nome è dentro la tua testa, devi solo decidere di tirarlo finalmente fuori.”
“Mi fa comodo avere due uomini che pendono dalle mie labbra?” – Disse, ripetendo le parole di Jared. –  “Credi che io sia contenta di questa cosa?”
“Era una supposizione. Magari non te ne rendi neanche conto.”
“Ah beh certo, secondo te io morivo dalla voglia di ritrovarmi in questa assurda situazione!”
“Io dico solo che tu lo sai, Evelyn. Sai benissimo chi sceglierai, alla fine!”
“No che non lo so, altrimenti lo avrei già fatto.”
“Beh allora vedi di fare chiarezza nella tua testa, io ne ho abbastanza di cercare di decifrarti.” Jared finì lì la conversazione, rientrando nel reparto. Non ne poteva più, quella ragazza lo stava facendo diventare matto. Non gli era mai capitato di dover faticare così tanto per conquistare una donna, di solito gli veniva tutto così naturale: uno dei suoi sguardi agghiaccianti, la sua splendida voce che pronunciava complimenti e bum, cadevano tutte ai suoi piedi. Stavolta però era diverso: era in competizione con suo fratello e quelle cose non bastavano. Era già capitato che si contendessero una donna e c’erano state volte in cui aveva vinto lui, altre invece Shannon era stato più bravo. Ma con Evelyn non era una partita, Shannon era decisamente cambiato da quando l’aveva incontrata; era diventato protettivo, molto più dolce e aveva occhi solo per lei. Questo disturbava Jared  poiché temeva che, se Evelyn avesse scelto lui, Shannon ne sarebbe rimasto troppo sconvolto, al punto di smettere definitivamente di cercare altro nelle donne, oltre al sesso. Per lui era diverso – sebbene sulla questione dell’amore fosse molto scettico – perché sapeva riconoscere la differenza tra il volere solo una notte di passione o volere qualcosa di più.
Quando tornò nel corridoio d’attesa, il dottore stava parlando con Tomo. Si precipitò verso di loro e chiese se Shannon stava bene.
“Lei è il fratello?” Jared annuì. Intanto Evelyn lo aveva raggiunto e ascoltò la conversazione, sedendosi accanto a Vicki.
“Vede, l’incidente gli ha fatto perdere i sensi e non si è ancora risvegliato. Non ci sono fratture, solo qualche lesione più o meno grave, ma temiamo possa rimanere in coma per qualche giorno. Intanto lo terremo in osservazione. Potete vederlo, ma solo per qualche minuto.”
“La ringrazio, dottore.”
“Si figuri, arrivederci.” Jared lo seguì con lo sguardo mentre si allontanava, dirigendosi verso le altre camere. Poi tornò a guardare Tomo, preoccupato.
“Che facciamo ora?” Gli chiese.
“Entriamo, dai. “ Lo incitò il chitarrista. Seguì il suo consiglio e insieme entrarono nella camera di Shannon, seguiti dalle due donne. Il batterista era disteso sul letto e la sua pelle si confondeva quasi con il lenzuolo per quanto era pallida. Era circondato da tubi e il rumore incessante dell’elettrocardiogramma risuonava nella stanza.  Lo guardarono a lungo, in silenzio. Il suo petto si muoveva su e giù a testimoniare che respirava e a loro bastava quello per essere un po’ più sollevati. Evelyn trattenne a stento le lacrime che cominciarono a scenderle silenziose sulle guance, mentre Vicki la abbracciava. Tomo invece faceva coraggio a Jared che continuava a passarsi le mani sul viso. Vedere Shannon - che era sempre così forte - steso in quel letto d’ospedale era sconcertante per loro. Lui era quello che faceva coraggio a tutti, che proteggeva chiunque, mentre ora sembrava così fragile.
Evelyn gli si avvicinò e gli strinse la mano, come se lui potesse sentire che lei era lì accanto a lui e non l’avrebbe lasciato. La strinse come se quel gesto potesse cancellare tutto il male che gli stava facendo a sua insaputa. Con quel gesto gli chiedeva di perdonarlo senza pronunciare le scuse ad alta voce, perché era sicura che in quel modo l’avrebbe percepito ancora di più. Gli chiese scusa per tutto, gli chiese scusa anche da parte di Jared e gli promise che fino alla sua decisione, non gli avrebbe mai più fatto del male. 

***
 

I don't mind,
If your hand's a little cold.
'Cause I'm alive,
But I got no way to go.


So stay with me Evelyn.
Don’t leave me with the medicine.

In the night
As you sit and watch me sleep
I know you cry
But I never want to see.
So if you go
I don’t know what to do.
So don’t you go
Cause I’ve got no one but you.

So stay with me Evelyn.
Don’t leave me with the medicine. 

I see the lights
Casting shadows on my screen.
And I don’t mind
The lullabies from the machines.
But if you go
I don’t know what I’ll do.
So don’t you go
Cause I’ve got no one but you.

So stay with me Evelyn.
Don’t leave me with the medicine. 

I’m more afraid than I’ve ever been,
So stay with me Evelyn.

  
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