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Autore: nowtellmeastory    03/06/2012    3 recensioni
“Perché una canzone vale più di mille parole. Perché una canzone, resta per sempre.”
Possono due fratelli innamorarsi della stessa ragazza?
Lei, scontrosa ma fragile. Loro, due rockstar sconosciute nella sua vita. E' tutto un caso, una strana coincidenza. Un intreccio, un amore particolare, un dolcissimo odio. Segreti che fanno male.
..perchè non tutti hanno la capacità di salvarsi la vita, ma lei ci riuscì. Ci riuscì grazie a loro.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E' passato più di un mese (penso) dall'ultimo aggiornamento, ma ora sono qui, pronta a finire questa storia. Perchè si, ormai questi sono gli ultimi capitoli, e finirla sarà molto doloroso, perchè è una storia a cui tengo molto. Spero mi perdonerete per tutto il tempo ad aspettare, ma davvero.. solo ora sono in grado di scrivere decentemente un finale per questa storia. Un bacio a tutti!
SweetEchelon.



Capitolo 38


-Jared
Ero riuscito a scrivere gli ultimi pezzi per completare l’album, ora tutto era finito, e purtroppo.. era finito anche il viaggio di nozze.
“Nastja, tesoro, vieni qui!” Nastja era una bambina di cinque anni, rimasta orfana di entrambi i genitori, a causa di un’esplosione avvenuta nell’abitazione dove viveva, la gente del paese diceva che tutto era stato causato da fili elettric...i scoperti. Tutto saltò in aria e nessuno dei due ce la fece a sopravvivere. La bambina quel giorno era con una coppia di vecchietti molto cara ai genitori, e spesso tenevano la bambina, portandola a giocare negli sconfinati campi di grano, o con gli animali dell’allevamento.
Io ed Audrey la conoscemmo una settimana prima di ripartire, facendo un’escursione in paese: la bambina piangeva e Audrey la prese in braccio per farla calmare. Lei sembrò quasi felice, e poggiata la manina sul suo viso, la fece quasi tremare a quel contatto. Mi guardò con uno sguardo pieno di gioia, e ridata la bambina ai vecchietti, quando tornammo a casa, dopo cena, fu inevitabile parlarne.
“Jared, devo chiederti una cosa..”
“Dimmi tutto!”
“Nastja..”
“E’ una bellissima bambina.. mi dispiace che non abbia nessuno al mondo..”
“E’ così uguale a me, Jared..” mi guardò con le lacrime agli occhi, avevo già capito tutto.
“Si, va bene Audrey.” Dissi sorridendo.
“Davvero??”
“Certo! Le daremo una famiglia, e lei darà a noi felicità.”
“Mio Dio grazie!! Grazie!!” Mi saltò addosso stritolandomi in un forte abbraccio, e io sorrisi, baciandole la fronte.
“Dici che accetterà??” Le chiesi un po’ preoccupato.
“Lei ci adora Jared, lo hai visto, ci vuole bene! Cosa c’è di sbagliato se vogliamo darle una famiglia??”
“Niente, hai ragione. Non ha né amichetti né famiglia.. è giusto darle una possibilità.”
La serata si concluse tra sorrisi e lacrime di gioia, ma il giorno dopo, nel pomeriggio, saremmo dovuti tornare a casa, sempre in aereo, e avevamo poco tempo per spiegare la cosa alla bambina. Ma fortunatamente, non ci furono problemi, e lei fu ben contenta di venire con noi, capendo, anche se aveva solo cinque anni, che tutto quello era per il suo bene.

-Audrey
Quando tornammo a casa, riabbracciati Shannon, Tomo, Emma e tutti gli altri, la prima cosa che decisi di fare la mattina seguente fu di andare a fare shopping per la bambina, la mia bambina. Il medico mi aveva avvertito che la malattia ormai era agli ultimi stadi, le chemio potevano fare ben poco, e ovviamente non potevo mettermi a rischio con una gravidanza. Quella bambina, Nastja, fu un dono del cielo, anche se ben presto, ero consapevole che sarebbe rimasta senza la sua madre adottiva. Ma ero sicura che Jared sarebbe stato un padre esemplare, e avrebbe fatto anche la mia parte. La guardavo mentre eravamo in auto, la pelle scura e gli occhioni azzurri, incorniciati da capelli lunghi e castani, la rendevano quasi un angelo, ero orgogliosa di averla portata con me, via dalla sua disperazione.
“Amore.. siamo arrivate!” Dissi felice mentre scendevo dall’auto e andavo da lei, per farla scendere.
Si guardava intorno spaesata, ed era comprensibile. Quella città non aveva niente a che fare con il suo paese, era tutto così grande, così rumoroso, così strano per una bambina di cinque anni cresciuta in un paese povero come il suo. Ma io le avrei insegnato che il mondo era bello in tutte le sue forme, anche se alcuni lati non li aveva mai visti.
“Drey.. perché le case qui sono così grandi e con così tante luci?” Si riferiva agli enormi negozi, e ai centri commerciali. Mi misi a ridere e la presi in braccio:
“No tesoro, non sono case! Sono grandi centri dove le persone comprano tante cose belle! Il cibo, i vestiti, i giocattoli, e hanno tante luci perché alla gente piace vederli tutti colorati, a te piacciono i colori??”
Annuì perdendo lo sguardo in quella marea di novità, e le diedi un tenero bacio sulla guancia.
“Allora vieni, ti porto a vedere come sono fatti questi centri..” entrai con lei in un grande centro commerciale, e passammo lì l’intera mattinata, mangiammo il gelato, comprammo tanti vestitini, qualche giocattolo, e la fatica per me fu tanta, ormai non riuscivo a reggere più i ritmi di una volta. Quando tornai in auto con tutte le buste e misi a posto anche la bambina, salii alla guida e la guardai sorridendo, per poi scoprire le braccia e rendermi conto che sulla pelle ormai bianca, comparivano come delle bolle rosse, sfogo della chemio.
“Drey.. cosa sono quelle?”
“Ahm.. –come dovevo spiegarglielo?- Amore vedi.. io.. –presi il coraggio a due mani e mi voltai verso di lei, parlandole col sorriso- io sono malata.”
“Hai la febbre?” Allungò una manina sulla mia fronte, gliela presi e gliela baciai ridacchiando.
“No, non ho la febbre! Ho.. ho un piccolo mostro che vive nel mio corpo, capisci? E’ un mostriciattolo tanto brutto e tanto cattivo, io combatto con lui ogni giorno insieme ai dottori per farlo andare via, e mi restano i segni sulla pelle ogni volta che vinco la battaglia!”
“Quindi lui andrà via presto, vero, e andranno via anche i segni?”
“No amore mio. Non andrà via.. resterà dentro me fino a che non andrò lontano lontano e sfuggirgli per sempre! –Ridacchiai- Devo andare in un posto dove lui non potrà più raggiungermi, e dovrà abbandonarmi per forza, allora starò bene e anche i segni spariranno!” Annuii accarezzandole i capelli.
“Ma poi torni!” Ecco la parte difficile.
“..N-no piccola, non posso tornare! Altrimenti lui mi riprende ancora! Devo stare lì per tanto, tantissimo tempo! Ma un giorno ti prometto che ci rivedremo! E tutto sarà perfetto!”
“In questo posto ci sono anche mamma e papà?” Mi chiese mostrando gli occhi lucidi.
“Certo!! Staremo insieme e ti guarderemo tutti i giorni, sempre! Fino a che non ci rincontreremo!”
“Allora se li vedi.. puoi dirgli che gli voglio tanto bene e che mi mancano?”
“Te lo prometto. Gli dirò tutto quello che vuoi.”
“Fra quanto dovrai partire? Riuscirò a salutarti?”
“Non lo so Nastja.. –sospirai- potrei partire in qualsiasi momento, sai, devo andare via quando il mostriciattolo dorme, così non se ne accorge! E se non riusciremo a salutarci, lo farà Jared per me!”
“Okay.. –sorrise- Jared mi piace, è simpatico!”
“Davvero??” Mi ricomposi e misi in moto, andando verso casa.
“Si, con me è tanto buono, e dice sempre che ti ama, tu lo ami??”
“Certo che lo amo! Come si può non amare Jared?”
“Dice sempre che io sono la sua fidanzatina!”
“Ah davvero?? Guarda che io sono gelosa!!”
“Se vuoi posso prestartelo un po’, qualche giorno!”
“D’accordo, allora faremo un po’ a me, e un po’ a te, va bene?”
“Si!!” La sua risata allegra mi fece compagnia per tutto il viaggio, e anche quando fummo a casa, continuammo a parlare, ridere e scherzare fra ‘donne’ mentre ci prendavamo gioco amorevolmente del nostro uomo.
  
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