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Autore: Leemoon MewSisters    22/12/2006    11 recensioni
Sono passate un paio di settimane dalla battaglia finale, ma i nostri tre alieni non si sono ancora levati di torno perché hanno avuto un piccolo problema tecnico… Ma ve lo spiegherà meglio Kisshu! (Io cosa? E che ne so??? O_O NdKisshu) Non sapendo come ammazzare il tempo, l’alieno dagli occhioni dorati avrà la brillante idea di mantenere la promessa fatta ad Ichigo, ovvero di rapirla! E ci riuscirà… FANFIC SPERIMENTALE... spero vi piaccia! Buona lettura!
-By MewLeemoon-
Genere: Triste, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Kisshu Ikisatashi/Ghish
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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- Questa storia fa parte della serie 'A Game of Us'
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20bis.Intermezzo N°3 - Punti di Vista

Ehm... non credo ci sia molto da dire sul ritardo mostruoso di questo aggiornamento... l'unica cosa che posso fare è chiedere umilmente perdono e prostrarmi davanti al numero pazzesco di recensioni che mi avete lasciato (sia qua che sul mio sito). So che questo capitolo molti di voi l'hanno già letto, ma non potevo lasciare un buco su EFP e non postarlo! ^^; Ma vi prometto un bel regalo di Natale, quindi state in linea, ok? Volevo poi ringraziare Mia che ha colto in pieno "l'atmosfera" del capitolo precedente con quel suo "chi non ha niente, non ha niente da perdere" (*.*) e domandare ad Attigan83 se ha risolto il problema con l'html (spero tu abbia trovato qualcuno un po' più sollecito di me nell'aiutarti... altrimenti fammi sapere!) Infine, per rispondere a Kagchan, l'immagine di Kisshu è di un doujinshi (hentai ^///^) che ho scaricato da emule. Il titolo è "Tokyo myu myu" ed è di Johji Manabe, Studio Katsudon (se te lo volessi procurare...). Ringrazio di nuovo tutti gli altri commentatori ed ora vi lascio al capitolo, mentre io vado a studiare... -.-
sigh...

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Autrice: Salve gente!!!! XDDDDDDDDDDD Siccome io sono veramente, ma veramente BASTARDA, ho dec…
Kisshu: E-ehm… Autrice…
Autrice: Che cavolo vuoi? Non mi interrompere! Sto facendo una cosa importante!!!! >__< ! Dunque… dicevo: siccome io sono BASTARDA, ho deciso di ins…
Kisshu: Bianca o azzurrina?
Autrice: EH? Ancora? Ma di che parli?
*L’autrice si volta e vede Kisshu reggere per l’appendiabiti due lunghe tuniche, per l’appunto una bianca ed una azzurrina*
Autrice: M-ma che ci vuoi fare con quelle??? O_o?
Kisshu: L’angioletto… sono morto…
Autrice: MA VATTI A NASCONDERE DEFICIENTE!!!!! >o< !!!
Kisshu: Sei un mostro… sigh… T_T (va mestamente a disegnare cerchietti in un angolino della stanza)
Autrice: Oh! Finalmente! DICEVO… siccome sono bastarda, ho deciso di inserire questo ultimo intermezzo proprio ora, per lasciarvi la suspence!!! ^____^ Contenti?
Lettori: No…
Autrice: Pazienza… ormai l’ho postato!
*Si appresta ad iniziare la proiezione del Capitolo, quando lancia occhiata a Kisshu che sta ancora rannicchiato in angolino*
*Il gelido cuore dell’autrice si incrina un pochino-ino-ino…*
Autrice: Ehm… Ki-chan… io… uhm… ecco… Che ne dici di metterne una dorata? Si intona con i tuoi occhi…
Kisshu (balza in piedi, illuminandosi): GIA’! *O*!!! Non ci avevo pensato!!!! DORATA! Mi piace… (si prende il mento tra le dita, con espressione concentratissima) Uhm… e se la mettessi bianca con i bordini dorati? O magari solo le alucce e l’aureola? Ah… è difficile… non riesco a scegliere… (se ne va ponderando)
Autrice: Povero ragazzo… (scuote la testa) capitelo… ha avuto un’infanzia difficile… -_-“


*** Punti di Vista***
~ * ~
Intermezzo n°3

Purin aveva davvero una bella casa.
Era così spaziosa…
Così ariosa…

Mica come quel buco dove viveva, sul suo pianeta!
Solo l’istituto militare era peggio… ma per fortuna non aveva dovuto passarci molti anni, per allenarsi.
D’altronde, l’abilità di controllare i chimeri vegetali e le piante in genere era una dote piuttosto rara tra i suoi simili: o uno ci era nato oppure si arrangiava!

E Taruto era sempre stato bravo in questo, anzi era il massimo! Per questo l’avevano spedito sulla Terra.

Peccato che adesso uno di quei mocciosetti dei fratellini di Purin lo aveva tirato a tradimento per uno dei nastri dei suoi pantaloncini e lo aveva fatto precipitare sul pavimento della sala da pranzo…
E poi ora gli stavano saltando tutti addosso…

“E BASTA!!!” strillò l’alieno, rimaterializzandosi in aria, da dove era stato indegnamente spodestato.

“Taru-Taru! Sei tornato!! Vieni giù! Vieni a giocare con noi!” lo supplicò insistentemente una bambinetta bionda, guardandolo con gli occhioni da cucciolo.

“Sta zitta poppante…” la intimò. “Anzi… …Dimmi piuttosto dov’è tua sorella!”

Proprio in quel momento, Purin entrò nella sala da pranzo, con in mano un grosso vassoio avvolto da un carta rosa pallido.

Alla vista a quella apparizione mistica, i cinque bambini abbandonarono l’alieno e schizzarono verso la sorella maggiore, assalendo il pacchetto e strillando: “I dolci! I DOLCI! I DOLCIIIIII!!!!!!”

“Chincha, Hanacha, Ruucha, Honcha, Heicha! State CALMIIIII!” sbottò Purin, cercando di salvare il contenuto del vassoio dalla furia famelica dei fratellini, sollevandolo per aria con le braccia.

Taruto ne approfittò per materializzarsi sopra di lei e sfilarglielo di mano, facendo sollevare un coro di proteste (tipo curva dello stadio… per intenderci).

“Taru-Taru! Ridammi il vassoio! Ci sono i dolci avanzati oggi al Caffè… Akasaka Onii-chan li ha messi da parte per Purin e i suoi fratelli! Non puoi mangiarteli tutti tu!” strillò Purin.

Al suono della sua voce risentita, Taruto ridacchiò di gusto, addentando un’enorme bombolone coperto di panna montana. Niente lo divertiva quanto far arrabbiare quella bambina di solito così ostinata e caparbia…
“Hmmm… Ciau shimmietta… anch’io shono… hmm… contento di vederti!” biascicò con la bocca piena e le guance coperte di zucchero a velo.

La biondina incrociò minacciosamente le braccia e si sbuffò via un ciuffo di capelli dalla faccia, con l’aria di chi è pronto a combattere all’ultimo sangue... Heicha, invece, si aggrappò di più alla camicetta azzurra della sorella maggiore. “Taru-Taru… per favore!” piagnucolò la piccola.

“AH Uffa! Non guardarmi così tu!” sbottò l’alieno, in direzione di Heicha. “Non mangio da stamattina…” si giustificò, prima di ficcarsi una crostatina alla frutta in bocca.

“COSA?!” proruppe di colpo Purin, assumendo un’espressione serissima. “Eh no Taru-Taru! Allora non puoi ingozzarti solo di dolci! Ti fa male mangiare in questo modo! Se venivi prima, Purin ti faceva assaggiare il suo meraviglioso Katsudon!”

“Il cosa?” domandò Taruto, senza capire un accidente.

“Il Katsudon! E’ un piatto buonissimo, sostanzioso e nutriente a base di riso bollito e carne di maiale in agrodolce!” dichiarò con orgoglio la biondina. “Però Purin e i suoi fratellini l’hanno già finito tutto purtroppo…” constatò, mortificata.
“Cos’altro posso darti da mangiare?” si domandò.

Nel frattempo, l’alieno si decise a scendere a terra e posò il vassoio sul tavolo, dove fu preso d’assalto dai bambini.

“Ah! Dovrei avere ancora una di quelle ciotole di Ramen già pronto nella credenza!” esclamò Purin, illuminandosi in viso.
Senza aspettare un attimo di più, afferrò Taruto per la mano e lo trascinò in cucina, abbandonando i fratellini in salotto, alle prese con i dolci.

“Uff… e mollami!” sbraitò l’alieno, divincolandosi dalla presa, una volta arrivati nella stanza adiacente.

Purin gli sorrise affabilmente e si arrampicò in fretta sopra uno sgabello, per raggiungere l’anta di legno della dispensa, da cui tirò fuori una scodella di plastica che ficcò dentro al forno a microonde. (*)
“Scusa Taru-Taru, ma Purin non può prepararti niente di meglio a quest’ora!” gli spiegò lei, regolando il timer. “Aspetta solo un paio di minuti e sarà pronto!”

“Fa un po’ come ti pare…” borbottò Taruto, sedendosi per terra a gambe incrociate. In verità, i due dolcetti che si era sbaffato prima non gli avevano affatto tolto l’appetito, ed era ben felice di mettere sotto i denti qualcosa di sostanzioso.
Lanciò un’occhiata a Purin, che era diventata improvvisamente silenziosa, imbambolata davanti al microonde.
Troppo silenziosa…

Il che non faceva presagire nulla di buono…

…se adesso mi salta addosso come suo solito… mi smaterializzo via… si rassicurò Taruto, che si sentiva di colpo terribilmente a disagio.

La biondina però non fece nulla di tutto ciò. Fu riscossa di botto dal campanello del timer, che la fece sussultare.
“Ah… è pronto!” osservò.
Strappò via la pellicola che copriva la ciotola e la porse all’alieno, assieme ad un paio di bacchette di legno, quindi si sedette in ginocchio davanti a lui.

“Devi starmi a guardare mentre mangio?” gli domandò l’alieno, infastidito, mentre soffiava sul liquido fumante.

Per tutta risposta, Purin gli rivolse un altro dei suoi sorrisi radiosi, facendogli intendere che non si sarebbe mossa di un millimetro.
Tuttavia, un istante dopo, quell’espressione solare fu sostituita da uno sguardo inaspettatamente profondo, che Taruto non si sarebbe mai aspettato di scorgere su quei due occhi castani, di solito così vivaci.

E tutto ciò lo fece rabbrividire, sebbene il contenuto della ciotola che teneva in mano fosse bollente… (-_-)

“Taru-Taru…” mormorò la biondina. “Purin deve chiederti una cosa importante…”.

Kami-sama… ecco che ricomincia… considerò il bambino, già preparato al peggio.

“Ecco… vedi…” cominciò Purin, inspiegabilmente e preoccupantemente in difficoltà…
“Ichigo onee-chan è scomparsa! Non la troviamo da ieri mattina!” affermò infine.

Taruto tirò un sospiro di sollievo. Per un attimo aveva temuto che ricominciasse con quella storia dell’essere amici, del tenersi per mano, dell’abbracciarsi… per non parlare di quelle volte che aveva tentato di stampargli uno di quei suoi bacetti appiccicosi sulla faccia… XD

“Cosa dovrebbe fregarmene di quella vecchiaccia?” domandò lui, prima di bere rumorosamente un sorso di brodo salato.

“Taru-Taru! Non fare il bambino maleducato!” lo rimproverò Purin, forse per l’appellativo che aveva rivolto ad Ichigo o forse per il modo in cui aveva trangugiato il Ramen.

“Che rottura che sei scimmietta… non metterti anche tu a dirmi cosa devo fare!” ringhiò lui, guardandola storto.

“E tu non interrompermi!” puntualizzò la bambina, dando termine al battibecco.
“Purin ti stava dicendo che Ichigo onee-chan è scomparsa, ma oggi lei ha telefonato a Shirogane onii-chan e gli ha detto di essere stata rapita!”

“E chi avrebbe avuto il coraggio di rapire quella là?” domandò svogliatamente l’alieno, mentre cercava con poco successo di pescare una rotellina di cipolla con le bacchette, dentro la ciotola viola del brodo.

“Retasu onee-chan pensa che sia stato Kisshu…” spiegò Purin.

“CHEEE?” sbottò Taruto, lasciando definitivamente perdere la cipolla. “Quell’idiota! Lo sapevo che ci nascondeva qualcosa! L’avevo capito già da ieri! Ha sempre quel sorrisetto cretino in faccia quando si mette a farne una delle sue! Neanche io e Pai fossimo così stupidi da non accorgercene!”

“Allora è vero? Ne sei sicuro” chiese la bionda.

“Mah… è possibile!” osservò l’alieno, un po’ meno convinto. Si mise a giocherellare con le bacchette dentro al brodo, arrotolando un’alga scura. “Comunque cosa dovrei farci io?”

“Devi aiutare Purin e le sue amiche a salvare Ichigo onee-chan! Lei vuole tornare a casa, Purin è sicura che non vuole stare con Kisshu!”

“E fa male…” constatò Taruto, bevendo un altro sorso di brodo.

“Perché dici così, Taru-Taru?”

“Perché.. perché Kisshu è innamorato di quella vecchiaccia, anche se non capisco come faccia! Quindi lei dovrebbe stare con lui, semplice, no?”

“Ma Ichigo onee-chan è innamorata di Aoyama onii-chan…” fece notare Purin.

“Mah… voi ragazze siete una seccatura.” tagliò corto Taruto. “Comunque andrò a parlarne con Pai: si arrabbierà da matti quando saprà che Kisshu non gli ha dato una mano a riparare l’astronave per stare con quella! Vedrai che lavata di testa gli fa!”

“Grazie Taru-Taru…” mormorò la biondina, allungando la mano per toccare quella dell’alieno.

Lui la ritrasse velocemente fuori dalla sua portata. “Non ho detto che vi aiuterò, scimmietta! Per cui non ringraziarmi!” sbottò.

Purin rimase un attimo interdetta, ma poi recuperò la sua inesauribile esuberanza e balzò a sedere di fianco a Taruto, appoggiandosi contro di lui.

Il bambino si limitò a fissarla gelidamente, finendo la tazza di Ramen. “Non molli mai tu, eh?” le domandò.

“Taru-Taru…” iniziò la biondina “Quando sarà pronta la vostra astronave?”

“E’ già pronta!” esclamò l’alieno, di colpo entusiasta. “Stanotte ce ne andremo da questo pianeta del cavolo e torneremo a casa! E’ fantastico, non trovi?”

“Ma…”

“Ma non preoccuparti! Non posso ancora partire!” esordì Taruto.
Una luce poco rassicurante gli illuminò gli occhi color miele, mentre posava sul pavimento la scodella vuota.
Afferrò la mano di Purin. “Prima di andare via ti avevo garantito che ti avrei fatto piangere…”

Si smaterializzarono.


***


Purin si guardò intorno confusa, poi nel buio della notte riconobbe le pareti scarlatte della sua casa, istoriate da raffinate decorazioni floreali.
Erano semplicemente usciti all’esterno dell’abitazione, nel porticato antistante l’ingresso, dove tirava un’arietta fredda ed umida.

Taruto le mollò rapidamente la mano e si portò ad un paio di metri dal suolo, sotto al tetto, ghignando.

“Taru-Taru… che vuoi fare?” gli domandò perplessa, ripensando alle parole che le aveva detto un momento prima.

Lui stese un braccio e fece apparire sul palmo della mano una piccola sferetta luminosa, che ben presto assunse la nota forma di un chimero. “Sono sicuro che questa sorpresina non la dimenticherai tanto facilmente, scimmietta!” la intimò.
Quindi scagliò il chimero per terra.

Purin, disorientata ed allarmata, balzò indietro, portandosi istintivamente una mano in tasca per afferrare la sua spilla da Mew Mew.

Quando il lampo di luce provocato dall’impatto con il pavimento svanì, la biondina vide con dispiacere il rivestimento in legno del porticato spaccarsi ed il fusto verde di una pianta scaraventarsi verso l’alto, arrampicandosi sulla parete… sull’altra facciata della casa… sulle colonne del portico… sul tetto…

Un macello…

Contemplò afflitta la sua abitazione ricoperta da quell’enorme arbusto verde scuro, ricoperto di spine, che diventava sempre più grande…
Tuttavia il chimero non dava segno di muoversi, né tanto meno di attaccarla, per cui la biondina si rinfilò la spilla in tasca.

Lanciò un’occhiata diffidente a Taruto, che fissava la scena con impazienza.

“E ora come te ne libererai, eh?” le fece lui, divertito.

La situazione non le quadrava. Purin si avvicinò ai rovi, studiando i rami nodosi, quando scorse qualcosa luccicare tra le spine.
Prese l’oggetto tra le dita: era morbido, profumato e di un viola scuro.

“Una mora?” mormorò.

Taruto scese a terra e afferrò un frutto dalla pianta, cacciandoselo in bocca. “Già…” le disse, soddisfatto.

Un enorme pianta di more con i frutti in quella stagione impossibile, proprio sotto il porticato di casa e tutta per lei e i suoi fratellini.
Oltretutto, la piccola Heicha adorava le more…

Purin si avvinghiò a Taruto, abbracciandolo con entusiasmo.
“Taru-Taru!” esclamò. “Grazie! Grazie! Grazie!”
“Ma dovresti smettere di fare finta di essere cattivo!” lo rimproverò, guardando l’alieno che per una buona volta non si scansava dal suo abbraccio.

“Ah, vedi: ci sono riuscito!” le rispose lui.

“Uh?”

“Sono riuscito a farti piangere, alla fine!” ridacchio, guardando gli occhioni lucidi di Purin.

La bambina lo liberò dal suo caloroso abbraccio e si sfregò gli occhi con il pugno. “Purin non sta piangendo!” ribattè.

“Pensa quello che ti pare!” le disse Taruto, facendo spallucce, mentre si staccava di nuovo da terra.
Poi, prima di sparire, le posò un bacio sulla fronte.


***


Pai si passò la stoffa della manica sul viso, cercando di restare calmo.
Era la terza volta che lo spinotto dell’alimentazione dello stabilizzatore gli scivolava dalle dita, ficcandosi tra gli ingranaggi, dove recuperarlo diventava quasi impossibile. Il problema era che era stanco morto e che si stava innervosendo, cosa che gli capitava molto di rado e che non gli faceva davvero piacere.

Prese una paio di pinze e le fece scorrere tra i tubi in gomma dove passava il carburante, cercando di riafferare lo spinotto di metallo, che riusciva appena ad intravedere.

“PAI! PAI!” sentì strillare.

L’alieno tirò un profondo respiro, in modo che le urla improvvise e fastidiose di Taruto non accentuassero il suo nervosismo.
“Cosa c’è Taruto?” gli domandò pazientemente, senza neppure voltarsi.

“Sai dov’è Kisshu?” domandò il bambino.

L’alieno prese con una mano la lampada al neon e cercò di fare luce tra i meccanismi e le condutture dell’astronave, per individuare con più precisione la posizione di quel fottuto spinotto…

“No, non lo so. E’ andato via un’oretta fa” gli rispose.

Era quasi tutto pronto per la partenza: aveva ripulito e rimesso a posto il blocco di fusione insieme a Kisshu, aveva riparato i transistor che innescavano la reazione di combustione e sostituito la valvola della pompa di raffreddamento principale, infine aveva anche rabboccato il serbatoio del liquido di refrigerazione e controllato il circuito di raffreddamento secondario.
Ora gli restava solo da riparare lo stabilizzatore.

“Dobbiamo assolutamente trovarlo, Pai!” sbottò Taruto.

“Io ho da fare adesso. Kisshu sa che entro domani mattina dobbiamo partire… si farà vivo da solo, vedrai.”

Ecco…
Aveva individuato lo spinotto…
C’era quasi…
Lo sfiorò con le pinze…
E lo fece cadere più in basso…

E merda… imprecò tra sé e sé.

“PAI! Ma mi stai ascoltando?” strillò Taruto, insistentemente.

“Cazzo, Taruto! Ma cosa vuoi? Ti ho detto che ho da fare!” proruppe, esasperato, mentre si voltava verso il compagno.

“E io invece ti ho detto che Kisshu ha rapito Ichigo!” ripeté il bambino, scocciato.

Pai, rimase un attimo in silenzio.
Era stanco, decisamente troppo stanco.
Aveva addirittura le allucinazioni…

Guardò attentamente l’immagine di Taruto che aveva davanti.
La vedeva un po’ sfuocata, per via della fatica e delle ore passate con gli occhi fissi su quei microscopici circuiti…

Ma no, decisamente non aveva le allucinazioni…

“Come fai a dirlo?” gli chiese.

“Prima ho sentito che parlava con qualcuno nella sua stanza e poi me l’ha confermato Purin, quando sono andato da lei!” affermò il bambino, con convinzione.

“Dunque, fammi capire: tu sei andato a trovare la Mew Mew… Purin, giusto? E lei ti ha detto che Kisshu ha rapito quell’altra Mew Mew… Ichigo, giusto?” ripeté.

“Ehi Pai, ma ci sei? Cos’è che non capisci?” fece Taruto, stizzito.

A questo punto, Pai crollò… -_-
“Cos’è che non capisco? COS’E’ CHE NON CAPISCO?” urlò.
“Non capisco perché mentre io sono qua ad ammazzarmi di fatica per riuscire a tornare nel nostro mondo, a casa nostra, tu e Kisshu state ancora a correre dietro a quelle umane! Cos’è? Siete fuori di testa? Volete restare qua? Perché se me lo dicevate prima prendevo la navetta di Kisshu e me ne tornavo a casa da solo, anzi che stare a perdere tempo a riparare questo maledetto rottame!”
Chiuse con un botto il portellone del reattore e si allontanò furiosamente dall’astronave, quando si accorse di avere ancora la pinza in mano.

“MA VAFFANCULO!” imprecò sbattendola sul lastricato di pietra.

Il bambino indietreggiò di un passo, preoccupato.
“Pai…” mormorò.

“STA ZITTO! Per favore, sta un momento zitto!” gli ringhiò.

Si posò una mano sugli occhi, coprendoseli, perché improvvisamente gli bruciavano da morire.
Tirò per l’ennesima volta un respiro profondo, per tranquillizzarsi.
Non aveva senso arrabbiarsi a quel modo: così non avrebbe davvero risolto la situazione…

“Ok… scusa Taruto.” Borbottò, cercando di recuperare la sua calma lucidità.
“Immagino che le Mew Mew rivogliano la loro amica a casa, vero?”

“Direi di sì, anche se per quello che mi riguarda, Kisshu potrebbe benissimo portarla via sul nostro pianeta!” considerò piattamente Taruto.

“Che stupidaggine! Quell’umana non durerebbe un giorno… e poi noi tre avremo già le nostre gatte da pelare, una volta arrivati a casa!” (**)

“Uff… Avete tutti delle idee del cavolo!” ribatté il bambino. “Se Kisshu è innamorato di lei, non vedo perché non…”

“Kisshu non capisce la differenza tra amare qualcuno e possederlo.” Lo interruppe Pai. “Comunque sai com’è fatto: se l’ha davvero rapita, non la lascerà andare tanto facilmente. E io non ho voglia di litigare di nuovo con lui per convincerlo!”

Prese per un momento a riflettere sul da farsi, mentre Taruto si tamburellava le dita su un braccio sbuffando, infastidito dal modo in cui le sue opinioni venivano per l’ennesima volta liquidate spicciativamente.

“Facciamo così” iniziò Pai “Io vado a controllare se quella Ichigo è davvero nella sua stanza. Tu porta qua le sue amiche e poi lasceremo che se la sbrighino loro, perché io mi sono proprio stancato di dovermi preoccupare di tutto e tutti!”

Il bambino annuì svogliatamente e si smaterializzò, per andare a radunare le Mew Mew, lasciando il compagno da solo.

Da solo con la sua… fidanzata? (***)

Certo che, sebbene la luce verde di quella dimensione si riflettesse sulla superficie scintillante dell’astronave, questa era lontana anni luce da quegli occhi color smeraldo che suo malgrado, ogni tanto, gli balenavano in mente…

Sono un cretino… si disse.

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Vi piace questo ultimo intermezzo? Non era in programma quando ho iniziato a scrivere la FF, ma poi ho pensato di approfondire un po’ anche la coppia Purin-Taruto, che adoro. Ne è venuta fuori questa ventata di miele, decisamente inconsueta rispetto alle cose che scrivo di solito! Fatemi sapere se vi piace!
Per quanto riguarda Paiuccio… poverino! Un po’ di camomilla non gli farebbe male, che dite?
Ciaoooooo! Ci vediamo per il Capitolo 10, che vi informo: SARA’ L’ULTIMO!

1 Kiss! ^3^

Note:

(*) Anche se Purin è una salutista e adora cucinare, non può avere un microonde?

(**) Bella battuta, eh? ^o^

(***) Non se ve lo ricordate, ma nel Capitolo 3 Kisshu prendeva in giro Pai dicendogli che trattava l’astronave come se fosse la sua fidanzata…
 

   
 
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