II
Il tempo non esisteva più da molto.
Potevo essere lì da un minuto o da un secolo, non faceva alcuna differenza. Era un’orgia di urla, pianti, freddo e Dissennatori.
Stavo nel mezzo di tutto ciò, non ricordando neanche più perché mi trovassi lì.
Una cosa però la ricordavo bene: Bellatrix, la mia Bellatrix.
Avevo un disperato bisogno di vedere i suoi occhi, di sentire la sua risata folle, di percepire la sua pelle nuda accanto alla mia.
Una volta sola mi parve di sentire la sua voce roca e tagliente.
Quella voce che amavo.
Quella voce che, in quel momento, piangeva l’Oscuro Signore.