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Autore: Madcap    22/12/2006    10 recensioni
" Erano stretti l’una all’altra, e così sarebbe stato per sempre, perché Raistlin Majere e Crysania di Palanthas erano nati per vivere una vita opposta e divisa, per odiarsi ed amarsi, combattersi e desiderarsi, ma adesso la morte amica era sopraggiunta. Lì, nell’eternità della vita dopo la morte, sarebbero stati insieme per sempre, niente poteva raggiungerli e dividerli, lei annegava nel velluto nero, lui s’inebriava della candida purezza. " Una brevissima descrizione, dolce ed eterea; l'incontro finale di Raistlin e Crysania.
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bianco

Scendeva la neve, ed era bianca, uno scintillio di mille gocce condensate e soffici che avvolgeva tutto il mondo. Dopo quell’estate torrida, gli abitanti del mondo di Krynn potevano solo esserne grati. Eppure non tutti lo erano. No, un lutto grave aveva colpito i cuori, e la neve continuava a posarsi su quei cuori sconvolti, sul pelo del medesimo colore di una superba tigre dai cui occhi chiari ora sgorgava solo tristezza. Stava lì, ritta al fianco della tomba, come se sfidasse chiunque ad avvicinarsi, ed era sola, incredibilmente sola. Lady Crysania, il suo corpo, giaceva disteso e composto, con espressione serena, la stessa che aveva caratterizzato quegli occhi che potevano vedere solo il bianco. I capelli neri e azzurrini erano sparsi intorno al suo pallido volto, la veste bianca rivelava appena quel delizioso corpo che non era stato preso neppure da colui a cui era stato donato con passione travolgente.

Gruppi di gente contrita, e persino qualche elfo e eserciti interi di kender si erano fermati tutta la giornata a guardarla, magnifica anche nella morte, pura, bianca come la neve che le si posava addosso.

E lei li osservava dall’alto, con la vista del cuore e la nuova vista degli occhi, come una stella che nivea risplendeva nei cieli sopra Krynn, e provava gratitudine, tanta gratitudine da suscitare che quella coltre gentile allietasse e consolasse della sua dipartita.

Ma per lei il bianco era ben altro: il bianco della vista che aveva dovuto sopportare come giusta punizione, certamente; il bianco delle vesti di Paladine che aveva indossato con quella sua fede fervente, incrollabile; e il Suo bianco.

Lui, che in vesti nere e con la sua ardente passione la aveva rapita. Quanto aveva pregato affinché le sue vesti potessero diventare bianche, quanto? Quanto aveva desiderato sentirsi avvolta da quel suo strano calore, averlo per sé, per sempre? Quante lacrime dai suoi occhi ciechi erano state versate, al ricordo? I suoi capelli erano bianchi come la neve.

Ancora il cuore di Lady Crysania sperava. Vedeva il bianco attorno a sé, e sperava di incontrare quegli occhi d’oro, quelle mani sottili, persino l’odiata veste nera.

Sapeva che non sarebbe venuto a prenderla, ma lo sperava, lo sperava ancora, e il cuore le doleva e lacrime rigavano le guance diafane. Le sembrava di scorgere luccichii dorati in ogni dove, ma come potevano appartenere al suo unico e immenso amore, al suo amore maledetto e dannato, bandito da ogni concezione umana, abietto, perverso. Dolce, triste, amore.

-Lady Crysania-

Era stato solo un sussurro. Il sussurro bruciante e caro, conosciuto fin troppo bene. Si voltò, il cuore in tumulto, le guance ora rosate.

Una macchia nera offendeva il bianco sconfinato, una macchia nera e due occhi d’oro. Penetranti. Malvagi. Astuti. Soli.

-Raistlin- le sue labbra di rosa si mossero appena, ma lui sentì la sua voce, la voce del cuore che lo invocava come quella volta, come quando la sua anima era andata perduta per sua volontà; per averle negato quella pietà.

La dama allungò un braccio candido in sua direzione.

-Raistlin… sei tu…-

Il calore attorno al mago sembrò vibrare, plasmare una nuova, vibrante vita. Accolse quella voce sottile e spezzata, accolse lo sguardo sperduto e invocante, senza paura, senza proibizione.

-Mia Crysania… dolce creatura…- si avvicinò alla fanciulla, e prese la sua mano fredda come la morte nella propria rovente di quell’oscura maledizione. Il nero coprì il campo visivo di Crysania, era un nero vellutato e morbido, pulsante, adorabile.

Il calore sostituì il freddo intenso della morte, il calore che faceva male, l’odore di rose che intossicava, l’amore che così a lungo era stato soffocato e ora tornava a reclamare con forza il suo tributo.

Lasciò che il nero cancellasse il bianco freddo, lasciò che le braccia sottili, fragili, calde, la cingessero, e vi si avvinghiò perché sapeva che doveva finire, sapeva che non poteva amare Raistlin, e non sarebbe mai successo, mai.

-Abbiamo tutto il tempo che desideri, mia amata- mia amata. Quando mai il grande mago nero aveva pronunciato quelle parole? Ma adesso era diverso. Le sue vesti erano nere, ma il tumulto della sua anima era sopito, il dolore lacerante e malvagio era cessato, calmato dal bianco di quella neve pacata.

Lui era infine libero, libero di scegliere, e aveva scelto di restare con lei, e lei lo sapeva, lo avvertiva nel suo soffocante calore rovente, nel bruciante profumo speziato che la attorniava.

Erano stretti l’una all’altra, e così sarebbe stato per sempre, perché Raistlin Majere e Crysania di Palanthas erano nati per vivere una vita opposta e divisa, per odiarsi ed amarsi, combattersi e desiderarsi, ma adesso la morte amica era sopraggiunta. E la morte non ammette proibizione alcuna. Liberi finalmente davvero, potevano amarsi, e non importava ad alcun dio il colore delle loro vesti, contava solo l’amore ardente, bianco per sempre, infinito.

Lì, nell’eternità della vita dopo la morte, sarebbero stati insieme per sempre, niente poteva raggiungerli e dividerli, lei annegava nel velluto nero, lui s’inebriava della candida purezza.

E così sarebbe stato. E neanche Gilean aveva potuto prevederlo e scriverlo. Due anime ribelli fino alla fine, amanti contro ogni logica, sole nell’accecante bianco dell’eternità.

 

 

  
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