2-Un ricordo segreto
“Val, ho controllato gli orari, oggi
Madama Bumb, ha tre ore libere a partire da ora! E credo proprio sia nel suo
studio! Ci andiamo?”
“Oh certo e come?!”
Ery tirò fuori il mantello
dell’invisibilità: “è di mio fratello…”
“Ora si comincia a
ragionare…”
Le ragazze, coperte da quel magico
indumento, salirono le scale, fino al secondo piano, dove si trovava lo studio
di Madama Bumb. Aprirono la porta con un Alo Omora; la strega si
alzò:”C’è nessuno?” Niente… Intanto le
due amiche entrarono caute per non fare movimenti bruschi o rumorosi.
“Questo castello…-continuò la professoressa- Ci vorrebbe
proprio qualche piccolo restauro.”E chiuse la porta cigolante.
Madama Bumb non avrebbe mai pensato si
trattasse di due studenti che entravano nel suo studio: Chiunque sarebbe stato
preso dal panico di farsi beccare, e poi… Perché avrebbero dovuto
farlo?
Ery e Val non erano mai state in quella
stanza: era grande, luminosa, spaziosa, piuttosto fredda, non c’erano
quadri appesi alle pareti, quella dove esse poggiavano la schiena era spoglia,
davanti a loro, Madama Bumb era seduta a una scrivania e controllava dei
documenti; vi erano altre due sedie dall’altra parte della scrivania.
Dietro l’insegnante c’era un grande armadio bianco. Le due enormi
vetrate offrivano una bella vista sul campo da Quidditch.
Stettero sedute a fissarla per un
po’. A metà pila dei
documenti che firmava, la docente sbuffò e si passò la mano sulla fronte con
stanchezza: “Io… non ce la faccio…”
Forse insegnare a volare a dei ragazzini
era troppo complicato?
L’insegnante si alzò, si
appoggiò alla finestra più vicina e si mise a fissare
l’erba del campo vuoto.
Aspettava qualcosa? Si risedette e riprese
a firmare i documenti, quando i suoi occhi da gatta versarono una lacrima. Si
gettò all’indietro sulla sedia in un pianto silenzioso. Ery e Val
non avevano mai pensato alla vita privata di certi insegnanti come
In quel momento qualcuno bussò alla
porta… La professoressa si asciugò rapidamente gli occhi e si
diede della stupida da sola, poi si avviò all’uscio dello studio:
“A-avanti!” Era Piton! “Professoressa, noi, ecco ci
chiedevamo se… per la partita Serpeverde- Tassorosso, se gli studenti
della mia casa possono prenotare il campo domattina, alla terza
ora…”Sembrava sconcertato.
“Va bene, sì, non
c’è problema, ma… qualcosa non va?”
“No!... Lei? Ha gli occhi arrossati,
è sicura di stare bene?”Nessuno l’aveva mai vista in quello
stato, Piton era abituato alla vitalità di quella donna.
“Benissimo, sono solo un po’
stanca…”
“Le va di prendere un tè
caldo con me? È da un
po’ che sta chiusa qui dentro, signorina…”
Signorina?! Quindi Madama Bumb era
zitell…ehm, single!
Uscirono dallo studio. Le ragazze udirono
i loro passi nel corridoio, mentre i professori si allontanavano. Allora
tolsero il mantello magico.
“Credi che le piaccia Piton?”
“Non avrebbe motivo di essere
così giù di morale: il nostro Severus è scapolo, e le
presta anche molte attenzioni, direi… Forse non è così
burbero come credevamo!”
“Val, vuoi finire in infermeria
perché stai delirando o perché presto ti meno?!”
“No, quello che dico è che
forse ha qualche parente che non sta bene!”
Ery stava guardando i documenti della
Bumb.
Sulla scrivania c’erano anche un
pacchetto mezzo vuoto di gelatine
”tutti i gusti +
Val stava guardando lo studio in generale
e provava a immaginare cosa fosse successo alla loro insegnante: “Cosa ti
fa pensare che le piaccia Piton?”
“Non Piton;-Disse Ery con il
porta-foto in mano- Allock!”
“Come, scusa?” Val
sussultò
“Guarda!” Era la foto di
Gilderoy Allock, circondata da fiori. Ery la rimise al suo posto, abbassata.
“Ora capisco perché è
da un po’ che è giù di morale!” Sussurrò Val
“Tutti quei sospiri…”
“Forse aspetta una lettera, ecco
perché si rintana sempre tra le sue carte…!”
“Una lettera di dimissione dal San
Mungo!”
“Ma al San Mungo ci sono solo casi
gravi…”
“Se non incurabili, Val!”
“Cosa possiamo fare?”
“Piton sta facendo la cosa migliore!
La sta distraendo, forse lui lo sa!”Ery era tentata di chiedere qualcosa
a Piton.
“No! Non facciamolo ti prego! Quello
ci scotenna!”
“Non eri tu quella che diceva che
Piton era meno burbero di come pensiamo…?”
“Meno burbero… ma sempre
burbero è!”
“Tu che proponi di fare?”
“O ci studiamo tutti gli incantesimi
di memoria che…”
“Cosa? No! È da Pazzi, neanche le infermiere
del San Mungo riescono a curare quel…”
“Andiamo là, prima possibile,
avverto Quirrell così…”
“No! Ho un’idea
migliore!”
“Vai, spara!”
“Cosa c’è di male ad
avere un po’ di intuito femminile?”
“Non ti seguo, Ery!”
“E’ semplice, basta far notare a Madama Bumb che noi abbiamo capito che sta soffrendo
per amore!”
“Come pensi di agire?”
“Non lo so!”
“Bene, Ery, senti qua,
noi…”
Quei passi nel corridoio…Stavano
tornando! Oddio, e ora? Calma: sotto il mantello!
Ok, gli insegnanti avevano appena aperto
la porta, ma sembravano avere intenzione di parlare tra loro ancora per molto.
Le ragazze uscirono silenziose e andarono
al primo angolo a destra del corridoio!
“senti Ery,-Sussurrò Val-
fingiamo di passare di lì chiacchierando, tanto abbiamo un’ora
buca, e così sentiamo quello che dicono, è un modo per farle
credere che abbiamo capito le sue pene amorose!”
“Ci sto!”
Si avviarono a passo lento verso i
professori, chiacchierando tranquillamente delle doppie punte.
“Buongiorno!” Dissero appena i
loro sguardi incrociarono quelli dei docenti.
Gli insegnanti risposero cortesemente al
saluto e ripresero a parlare tra loro.
“Guardi, signorina Bumb, che lei ha
diritto a un sorriso!”
“Ha ragione, professore,
ma…”
“Vuole andarlo a trovare?”
“Penso che ci soffrirei doppiamente,
meglio ricordarlo com’era!”
“rispetto la sua scelta,
professoressa, e se avesse bisogno di qualunque cosa, io…”
Le ragazze non sentivano più i loro
discorsi.