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Autore: Lupin e Raptor    22/12/2006    0 recensioni
Tutti hanno diritto ad un'altra possibilità; a molti questo diritto è stato trascurato, privato, calpestato. Madama Bumb è furiosa! Vuole un'altra possibilità: perchè anche un ricordo può essere doloroso e certe volte sembra impossibile portarlo con sè sempre. La simpatica professoressa di Hogwarts sembra caduta nella più profonda delle depressioni, ma la speranza è l'ultima a morire e... Una ff molto alternativa ;) Ce lo lasciate un commentino se vi piace? Se no cercheremo di migliorare
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Remus Lupin, Severus Piton, Sorpresa
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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2-Un ricordo segreto

2-Un ricordo segreto

“Val, ho controllato gli orari, oggi Madama Bumb, ha tre ore libere a partire da ora! E credo proprio sia nel suo studio! Ci andiamo?”

“Oh certo e come?!”

Ery tirò fuori il mantello dell’invisibilità: “è di mio fratello…”

“Ora si comincia a ragionare…”

Le ragazze, coperte da quel magico indumento, salirono le scale, fino al secondo piano, dove si trovava lo studio di Madama Bumb. Aprirono la porta con un Alo Omora; la strega si alzò:”C’è nessuno?” Niente… Intanto le due amiche entrarono caute per non fare movimenti bruschi o rumorosi. “Questo castello…-continuò la professoressa- Ci vorrebbe proprio qualche piccolo restauro.”E chiuse la porta cigolante.

Madama Bumb non avrebbe mai pensato si trattasse di due studenti che entravano nel suo studio: Chiunque sarebbe stato preso dal panico di farsi beccare, e poi… Perché avrebbero dovuto farlo?

Ery e Val non erano mai state in quella stanza: era grande, luminosa, spaziosa, piuttosto fredda, non c’erano quadri appesi alle pareti, quella dove esse poggiavano la schiena era spoglia, davanti a loro, Madama Bumb era seduta a una scrivania e controllava dei documenti; vi erano altre due sedie dall’altra parte della scrivania. Dietro l’insegnante c’era un grande armadio bianco. Le due enormi vetrate offrivano una bella vista sul campo da Quidditch.

Stettero sedute a fissarla per un po’. A  metà pila dei documenti che firmava, la docente sbuffò e  si passò la mano sulla fronte con stanchezza: “Io… non ce la faccio…”

Forse insegnare a volare a dei ragazzini era troppo complicato?

L’insegnante si alzò, si appoggiò alla finestra più vicina e si mise a fissare l’erba del campo vuoto.

Aspettava qualcosa? Si risedette e riprese a firmare i documenti, quando i suoi occhi da gatta versarono una lacrima. Si gettò all’indietro sulla sedia in un pianto silenzioso. Ery e Val non avevano mai pensato alla vita privata di certi insegnanti come la Bumb: dove viveva? Aveva una famiglia? Marito? Figli?...

In quel momento qualcuno bussò alla porta… La professoressa si asciugò rapidamente gli occhi e si diede della stupida da sola, poi si avviò all’uscio dello studio: “A-avanti!” Era Piton! “Professoressa, noi, ecco ci chiedevamo se… per la partita Serpeverde- Tassorosso, se gli studenti della mia casa possono prenotare il campo domattina, alla terza ora…”Sembrava sconcertato.

“Va bene, sì, non c’è problema, ma… qualcosa non va?”

“No!... Lei? Ha gli occhi arrossati, è sicura di stare bene?”Nessuno l’aveva mai vista in quello stato, Piton era abituato alla vitalità di quella donna.

“Benissimo, sono solo un po’ stanca…”

“Le va di prendere un tè caldo con me? È da  un po’ che sta chiusa qui dentro, signorina…”

Signorina?! Quindi Madama Bumb era zitell…ehm, single!

Uscirono dallo studio. Le ragazze udirono i loro passi nel corridoio, mentre i professori si allontanavano. Allora tolsero il mantello magico.

“Credi che le piaccia Piton?”

“Non avrebbe motivo di essere così giù di morale: il nostro Severus è scapolo, e le presta anche molte attenzioni, direi… Forse non è così burbero come credevamo!”

“Val, vuoi finire in infermeria perché stai delirando o perché presto ti meno?!”

“No, quello che dico è che forse ha qualche parente che non sta bene!”

Ery stava guardando i documenti della Bumb.

Sulla scrivania c’erano anche un pacchetto mezzo vuoto di gelatine

”tutti i gusti + 1”, penne in disordine, uno specchietto, la matita nera dei trucchi, un porta-foto abbassato!

Val stava guardando lo studio in generale e provava a immaginare cosa fosse successo alla loro insegnante: “Cosa ti fa pensare che le piaccia Piton?”

“Non Piton;-Disse Ery con il porta-foto in mano- Allock!”

“Come, scusa?” Val sussultò

“Guarda!” Era la foto di Gilderoy Allock, circondata da fiori. Ery la rimise al suo posto, abbassata.

“Ora capisco perché è da un po’ che è giù di morale!” Sussurrò Val

“Tutti quei sospiri…”

“Forse aspetta una lettera, ecco perché si rintana sempre tra le sue carte…!”

“Una lettera di dimissione dal San Mungo!”

“Ma al San Mungo ci sono solo casi gravi…”

“Se non incurabili, Val!”

“Cosa possiamo fare?”

“Piton sta facendo la cosa migliore! La sta distraendo, forse lui lo sa!”Ery era tentata di chiedere qualcosa a Piton.

“No! Non facciamolo ti prego! Quello ci scotenna!”

“Non eri tu quella che diceva che Piton era meno burbero di come pensiamo…?”

“Meno burbero… ma sempre burbero è!”

“Tu che proponi di fare?”

“O ci studiamo tutti gli incantesimi di memoria che…”

“Cosa? No!  È da Pazzi, neanche le infermiere del San Mungo riescono a curare quel…”

“Andiamo là, prima possibile, avverto Quirrell così…”

“No! Ho un’idea migliore!”

“Vai, spara!”

“Cosa c’è di male ad avere un po’ di intuito femminile?”

“Non ti seguo, Ery!”

“E’ semplice, basta far  notare a Madama Bumb  che noi abbiamo capito che sta soffrendo per amore!”

“Come pensi di agire?”

“Non lo so!”

“Bene, Ery, senti qua, noi…”

Quei passi nel corridoio…Stavano tornando! Oddio, e ora? Calma: sotto il mantello!

Ok, gli insegnanti avevano appena aperto la porta, ma sembravano avere intenzione di parlare tra loro ancora per molto.

Le ragazze uscirono silenziose e andarono al primo angolo a destra del corridoio!

“senti Ery,-Sussurrò Val- fingiamo di passare di lì chiacchierando, tanto abbiamo un’ora buca, e così sentiamo quello che dicono, è un modo per farle credere che abbiamo capito le sue pene amorose!”

“Ci sto!”

Si avviarono a passo lento verso i professori, chiacchierando tranquillamente delle doppie punte.

“Buongiorno!” Dissero appena i loro sguardi incrociarono quelli dei docenti.

Gli insegnanti risposero cortesemente al saluto e ripresero a parlare tra loro.

“Guardi, signorina Bumb, che lei ha diritto a un sorriso!”

“Ha ragione, professore, ma…”

“Vuole andarlo a trovare?”

“Penso che ci soffrirei doppiamente, meglio ricordarlo com’era!”

“rispetto la sua scelta, professoressa, e se avesse bisogno di qualunque cosa, io…”

Le ragazze non sentivano più i loro discorsi.

 

  
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