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Autore: Willy Wonka    04/06/2012    2 recensioni
Abbastanza smielata lo so, è una storiella così! :)
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questo giorno è destinato a delle lunghe ed estenuanti prove per il nuovo disco, tanto che sia io che gli altri abbiamo una mirabolante voglia di impiccarci al primo lampadario che ci possa capitare sotto tiro. Abbiamo passato le ultime settimane rinchiusi in un isolamento volontario, per rilassarci e pensare un po' a noi stessi (o meglio, ad impigrirci ancora di più). Ho comunque avuto modo di tenermi in contatto con gli altri grazie ad incontri a piccole festicciole totalmente inutili e noiose, organizzate da persone che facciamo finta di conoscere con un sorrisetto gentile. A quelle feste “da sballo” mi giravo e rigiravo come uno sfollato in mezzo a tutta quella gente e a quella musica assordante, con un triste bicchiere di birra in mano, ma non trovavo mai chi volevo incontrare. Pete non si era fatto vivo per un po', e la cosa, in tutta sincerità, mi dispiaceva. Di solito io e lui ci divertiamo come pazzi, andiamo in giro a distruggere roba, a suonare campanelli e scappare via, a parlare di belle donne in modo particolarmente colorito, sapete, questo genere di cose che ci fa sbellicare dalle risate. Ma per tutto quel tempo non mi aveva neppure telefonato.

Arrivo agli studios come al solito in ritardo, ma fortunatamente, non sono l'unico.

Le mie scarpe scricchiolano contro la ghiaia del cortile che circonda l'edificio, e velocemente una leggera brezza che sa di pioggia appena passata mi accarezza tutto. Cammino con le mani nei jeans e i riccioli biondi che svolazzano nell'aria, fino a quando, finalmente, non trovo Pete, un solitario Pete, che per pochi istanti mi guarda con quei suoi occhi glaciali, senza dir nulla.

Heilà Pete!” gli grido felice.

Alle mie parole accenna un sorriso timido, e rimane in silenzio a fumare quel che rimane della sua sigaretta.

Strano, non è da lui essere così ritroso, ma probabilmente era stata una settimana pesante anche per lui.

Allora che cazzo hai fatto in questo periodo Pete? E' da così tanto che non ti vedo che quasi sospettavo ti fossi fatto la ragazza!”

Hah... beh...” stringe la sigaretta fra le labbra e ne tira una lunga boccata di fumo fissando il cielo come se cercasse la forza di andare avanti. Si fissa la punta delle scarpe giocherellando con dei sassolini tanto per fare qualcosa, poi, con sguardo sofferente, alza il capo come se mi guardasse veramente per la prima volta.

senti Roger... devo parlarti.”

Faccio un sobbalzo, e il sorriso che mi illuminava il volto svanisce piano piano. Mio Dio, sono secoli che non mi chiama Roger. Sono così tanto abituato a sentirmi chiamare con nomignoli tipo Roggie o Riccioli d'oro o Raperonzolo che il sol sentire la parola “Roger” uscire dalla sua bocca mi fa rabbrividire. Lui deglutisce, e prosegue a fatica, cosa che non è da un tipo come lui.

Io... beh, ci ho riflettuto. Davvero. Non ho fatto altro in questi giorni. E non credere affatto che sia colpa tua, ma ecco... credo che non dovremmo più vederci, io e te, io e il resto del gruppo. Almeno per un po', sai, facciamo nuove conoscenze, viviamo un po' la nostra vita... per conto nostro. Senza che io mi senta soffocare ogni volta che giunge il momento di provare qualche canzone. Mi spiace tanto. E' stato un piacere conoscerti. Ciao Roger” E così mi volta le spalle, e comincia ad andarsene verso la sua auto blu scuro.

Io rimango lì, impalato come un idiota dai capelli biondi, ancora credendo che sia tutto uno dei suoi fottutissimi scherzi. Esplodo in una risata, per qualche secondo me l'aveva quasi fatta.

Bello scherzo Pete! Ci ero quasi cascato!”

Ma lui non si gira, né si ferma, così comincio a pensare che forse sono più idiota di quello che penso. Cerco di mettere in piedi un discorso sensato, tanto per fermarlo, per parlarci, per capirci.

Pete aspetta! Ehi!!”

Ma lui non si gira.

Pete...E' stato un piacere conoscerti??? Ma che razza di discorso è??” inizio ad alzare la voce, odio quando non vengo ascoltato. Ma in realtà, le mie parole bruciano già dentro la testa del mio amico.

Non ce la fai nemmeno a guardarmi! Guardami Pete! Pete!!! cazzo fermati! Ti sei rincretinito improvvisamente??”

Raggiunge in fretta la macchina, sempre senza voltarsi e senza rispondermi.

Io gli corro dietro, incapace di capire quella stramba situazione.

Ma lui non si gira, né mi parla, né mi considera, e mi sento crudelmente preso in giro.

Sbatto i pugni sul cofano con una violenza che non credevo nemmeno mia.

GUARDAMI!”

Rimane sconvolto dalla rabbia che mi è appena esplosa dentro, e gli si legge in faccia che non sa che cosa fare.

Finalmente i suoi occhi incontrano i miei, e la vedo, quell'espressione malinconica, spaventata, quasi pronta a rompersi in un pianto da un momento all'altro.

Pete... ma che diavolo stai facendo?”

m..mi dispiace. Mi dispiace, mi dispiace” e non sa dire altro.

Sale in auto, sperando con tutto sé stesso che me ne andassi di lì.

Eh no mio caro” protesto salendo a mia volta nell'abitacolo subendo uno dei suoi sonori sbuffi.

Non me ne vado finché non mi spieghi che diamine ti frulla in quella tua testaccia”

Vattene dalla mia auto”

Te lo sogni!”
“Ti ho detto di andartene! Roger non sto scherzando!”
“Smettila di chiamarmi Roger!!! Ma che hai? Se è uno scherzo, non mi sto divertendo affatto!!!”

Fuori!”

No! Come puoi sperare di abbandonarci così facilmente??? E io allora? E Keith? Che ne sarà della nostra musica?”

Va via ti prego!”
“NO porca puttana! Finché non mi spieghi quale cazzo di problema hai og-”

In un nanosecondo, mi prende il viso tra le mani, e senza nemmeno che io me ne accorga, si impossessa delle mie labbra. Sento il suo odore, il suo respiro, la sua pelle, la sua saliva, e non so che pensare. Ma sento anche il suo dolore, i suoi tremiti, la sua paura, e non so che pensare.

Si stacca da me con un leggero schiocco, facendomi desiderare non so nemmeno io quali sconci pensieri. Non ho nemmeno la forza di riaprire gli occhi, sono stordito, ma stranamente è una sensazione da cui non voglio scappare per nulla al mondo. Riprendo fiato a fatica e corrugo la fronte non capendo neanche dove mi trovo e quando mi trovo.

Percepisco le sue dita sulle mie guance infuocate, non sembra intenzionato a lasciare il mio volto, ma appoggia la sua fronte alla mia, e potrei giurare che anche lui non abbia ancora voluto riaprire gli occhi al mondo.

C-capisci ora? ... C-c-capisci qual'è il problema?” lo sento piangere, sento che tira su con il naso, sento quasi i suoi singhiozzi.

I-I-io devo andarmene... nnh...n-non ho la presunzione... di rovinarti la vita” ora sì, ora sento che è sincero. Vorrei stringerlo, abbracciarlo forte a me.

E a quel punto qualcuno picchia al vetro del finestrino, rompendo la mia catena di ragionamenti.

Guardo quella figura, intontito.

Ehi bellezza! Ti ricordo che devi ancora darmi quelle 30 sterline!” è Keith, come al solito.
“Pete, dannatissimo! Che fai, scappi da me? Dobbiamo iniziare le prove... è già tardi”

Pete riesce a cancellare le lacrime e a camuffare la voce rotta dal pianto, ma quando per sbaglio vedo i suoi occhi arrossati e gonfi mi viene un tuffo al cuore.

Sì Keith, ora arrivo...”

Ecco, ricomincia ad evitarmi.

Borbotta un meglio-se-vado, e scende dall'auto in tutta fretta.

Scendo anch'io, con la testa completamente svuotata. Ho ancora il suo sapore sulle labbra.

E' innamorato di me. Mi ama! Un uomo! Ma più che un uomo, Pete! Nemmeno se fossi entrato in studio registrazione gridando “Ehi!!!! Pete Townshed mi ha fatto una avance!” mi avrebbero creduto.

Pete, il donnaiolo alla ricerca disperata di una donna con cui passare la notte, quel Pete!!!

Mi prendo la libertà di fare una camminata in solitudine prima di entrare, e ripenso al primo giorno in cui ci eravamo incontrati, dando ogni tanto dei calci a qualche sassolino.

Hahahah, di certo era stato un incontro strano il nostro! Lui, con il suo solito egocentrismo che non fa mai male, che nasconde qualcosa di più grande, una gentilezza e un amore che solo ora riesco a capire. E mentre annego nei miei pensieri, mi passo la punta della lingua sulle labbra.

Da fuori sento Pete inveire contro Keith minacciandolo di bruciargli la casa se non se ne fosse andato subito dalla sua chitarra. E' tornato in sé, e ciò mi illumina l'anima. Pete Townshed mi illumina l'anima. Mi ritrovo a sorridere pensando a lui.




Mi scuso con i fans degli Who, è una storiella così, spero di non aver offeso nessuno! Un bacio a tutti! :) <3
   
 
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